Piombino. Torri eoliche a Pontedoro: lo scempio irreversibile di un paesaggio fragile.

Il paesaggio è la risorsa fondamentale di un territorio come la Val di Cornia, quella che gli conferisce bellezza e che dà lavoro nel turismo, che valorizza le produzioni agricole, che valorizza l’immagine e favorisce l’attrattività.
Invece le politiche regionali e locali continuano a deturparlo, a ridurre la risorsa in modo irreversibile. È ora di cambiare rotta.
L’installazione di sei torri eoliche alte 180 metri lungo la costa tra Pontedoro e il Quagliodromo, nel comune di Piombino, è l’ultima ferita inferta a una zona martoriata.

Grazie a un servizio del TG3 tutta la Toscana ha potuto vedere lo scempio che si sta per perpetrare, autorizzato alcuni anni fa dalla Regione Toscana e dal Comune di Piombino ma tenuto nascosto fino ad oggi.
Questo impianto, come il progetto di ampliamento della discarica per rifiuti speciali a Ischia di Crociano, non è solo una questione puntuale che riguarda Piombino. Tutta la Val di Cornia e l’economia dell’Alta Maremma ne risentiranno negativamente.
Chi decide dovrebbe smetterla di stare seduto al tavolino senza alcuna effettiva conoscenza del territorio.
Basterebbe che facessero un giro sulle colline di Campiglia o di Suvereto (ma anche di Massa Marittima o di Montieri o di Scarlino) per accorgersi dell’impatto paesaggistico devastante di un simile impianto, che sta per sorgere proprio laddove dovrebbero essere demolite le due vecchie e impattanti ciminiere della centrale elettrica di Torre del Sale: se ne toglie due e se ne aggiunge sette. Un vero capolavoro di stupidità, oltre che un ostacolo alle bonifiche dell’area industriale e al suo risanamento.

Il tutto con la scusa dell’energia pulita a basso costo da fornire all’industria siderurgica ormai spenta. Lo sanno i nostri amministratori che ormai in questo territorio l’agricoltura, il turismo e i servizi danno molta più occupazione dell’industria? Perché continuano a permettere attività speculative su un territorio che ha bisogno di uno sviluppo nuovo e finalmente sostenibile?
Le torri eoliche faranno ombra alla spiaggia di Pontedoro che negli anni recenti era riuscita a risorgere malgrado la vicinanza della fabbrica, saranno visibili perfino da Punta Ala, dall’Arcipelago e da tutte le colline metallifere, depotenziando l’attrattività turistica e i parchi, danneggiando altre risorse naturali come la vicina Oasi WWF.
Dove sono gli organi di controllo ambientale, il Ministero dell’Ambiente, quello dei Beni culturali, le Soprintendenze e tutte le istituzioni di tutela? Chiediamo il loro tempestivo intervento.
Comitato per Campiglia Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

(foto da mailing list ambientalista, E.R., S.D., archivio GrIG)
Anche l’eolico cosi come pensato e realizzato finora in Italia e in particolare in Sardegna è stato ed è un vero scempio ambientale e paesaggistico dai costi altissimi rispetto ai vantaggi che neppure l’alibi della “decarbonizzazione felice” sta certo compensando. L’eolico, soprattutto in Sardegna, va ripensato da cima a fondo smantellando con coraggio le tante centrali già obsolete al loro impianto (vedasi M.Arci) che tuttora non producono un solo MW/h non potendo immagazzinare l’energia prodotta.
da Il Corriere Etrusco, 10 gennaio 2019
TORRI EOLICHE AL QUAGLIODROMO: «LO SCEMPIO IRREVERSIBILE DI UN PAESAGGIO FRAGILE». http://www.corriereetrusco.it/2019/01/10/torri-eoliche-al-quagliodromo-lo-scempio-irreversibile-di-un-paesaggio-fragile/
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da Qui News Val di Cornia, 10 gennaio 2019
Torri eoliche, “impatto paesaggistico devastante”: https://www.quinewsvaldicornia.it/piombino-torri-eoliche-impatto-devastante-controllo-ambientale.htm
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da Il Telegrafo, 10 gennaio 2019
«Torri eoliche l’ultima ferita su questo territorio»: http://www.comune.piombino.li.it/epress/archivio16_epress-contenuti_0_72055_0_6.html
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dal blog del Comitato per Campiglia, 9 gennaio 2019
Torri eoliche a Pontedoro: lo scempio irreversibile di un paesaggio fragile: http://www.comitatopercampiglia.it/blog/2019/01/09/torri-eoliche-a-pontedoro-lo-scempio-irreversibile-di-un-paesaggio-fragile/
Il cosiddetto” parco eolico “- e non solo quello realizzato a Pontedoro – è già nella definizione un ossimoro, dal momento che il primo termine richiama un elemento naturale e viceversa l’aggettivazione eolico, al di là del richiamo mitologico al re dei venti ,concretamente definisce quelle sorte di spaventapasseri giganti sempre più frequenti nei nostri panorami .
Effettivamente un conto è vedere le pale in un contesto periferico rispetto ad un paesaggio o ad un centro urbano, un conto invece vederle in luoghi di naturale bellezza come Pontedoro.
Ma così è avvenuto.
Trovo singolare tuttavia il fatto che il Comitato per CAMPIGLIA non affronti, sia pure in un contesto scevro da qualsiasi riferimento politico /partitico , la scelta scellerata di collocare un rigassificatore nel porto di Piombino, scelta scellerata e legata allo sfortunato destino della città che deve tutto sommato al Comandante Schettino il progetto di tale collocazione: la banchina alla quale si dovrebbe appoggiare la nave Tundra infatti fu costruita al fine di consentire la demolizione della Costa Cincordia all’interno del porto.
La nave poi è stata portata a Genova, ma la banchina è rimasta e adesso consentirebbe appunto in tempi brevi il collegamento al rigassificatore..
Di nuovo allontanando lo spettro politico ma tenendo conto invece di quello che ne sarà dell’ambiente marino e non solo e dell’intero territorio piombinese , ci si deve domandare se effettivamente l’esistenza di una banchina costituisca una valida giustificazione per l’inserimento della nave all’interno del porto e quale sarà in effetti la durata di questa operazione, dal momento che si legge di tre anni o però si legge anche di cinque .
Anche a chi ritiene una scelta necessaria, inevitabile quella dei rigassificatori per l’approvigionamento energetico, sorgono forti, fortissimi dubbi sui contesto nel quale sarà inserito quello di Piombino. e il Comitato per Campiglia dovrebbe, come altri soggetti istituzionali e non, chiedere dovuti chiarimenti su questo evento prossimo venturo che sicuramente avrà un forte impatto sul territorio, senza considerare che le conseguenze appunto – a differenza delle pale eoliche – non saranno soltanto di natura estetica.
Laura Riccio