Ecco la vera faccia degli speculatori delle energie rinnovabili.
Il quotidiano L’Unione Sarda e il suo direttore Anthony Muroni sembrano proprio aver dichiarato guerra agli speculatori delle energie rinnovabili.
Bene, ne siamo felici.
Noi la guerra a questa gente, insieme a tante associazioni e comitati, la stiamo facendo da anni.
E continueremo a farla, perché costoro pretendono di imporre una vera e propria occupazione coatta di terreni agricoli per fare i loro comodi, senza che nemmeno sia utile la loro energia.
Il caso del progetto di centrale solare termodinamica a concentrazione Flumini Mannu ltd (potenza complessiva lorda 55 MWe, sede legale a Londra, in Bow Road n. 221, e sede fiscale a Macomer, in Corso Umberto I n. 226), nelle campagne fra Decimoputzu e Villasor (CA), su un’area di ben 269 ettari, è emblematico per arroganza, prepotenza e ottusità.
Le perle contenute nella documentazione depositata presso il Ministero dell’ambiente per la procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) e riprese dal Quotidiano sono state esposte personalmente dal rappresentante della Società, Luciano Lussorio Virdis, nel corso del dibattito “Le politiche energetiche nel Mediterraneo: L’Unione europea, la Sardegna e la sponda sud”, tenutosi presso L’Università di Cagliari nel giugno 2015, suscitando fortissime polemiche.
Chi non è dalla loro parte è oscurantista e in malafede, questo il succo.
Non si tratta, però, di alcun disegno oscuro e colonialista, gli speculatori delle energie rinnovabili nascono fra Marghine e Gallura, fra Anglona, Campidano e Sulcis. Nascono in Sardegna e chiedono aiuto al di là del mare. Prendiamone atto.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto da mailing list ambientalista)
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- Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.)
- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
- normativa sul "ritorno" al nucleare (legge n. 99/2009)
- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000)
- Comuni abilitati alle funzioni amministrative in materia di paesaggio (Sardegna)
- direttiva n. 2014/52/UE sulla V.I.A. (codificazione e testo coordinato)
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Ben venga la presa di posizione del quotidiano e del suo direttore Muroni contro le speculazioni energetiche, ben vengano anche le campagne ambientaliste in prima pagina contro degrado e discariche abusive; più siamo meglio è, questo è ovvio.
Tuttavia non posso non pensare al fatto che questa svolta ambientalista dell’Unione Sarda avvenga solo da un annetto a questa parte, e quando Cappellacci approvava le norme per il mini-eolico tanto criticato ora dal quotidiano sardo???
Perché ho l’impressione che questo interessamento, che non perde occasione (giustamente) di evidenziare l’inadeguatezza e l’impreparazione della giunta regionale a tale assalto, avvenga solo esclusivamente perché i politici ora al governo dell’Isola non siano della stessa fazione dell’EDITORE.
Spero di essere in malafede
La Sardegna in futuro sarà vista sempre di più come terra da colonizzare ad opera di queste società! Il motivo?? A differenza di altre regioni italiane ormai sature dal cemento, abbiamo vastissimi territori dove abbondano i pascoli e la macchia mediterranea. Loro cercano di sfruttare al meglio tutte le carte a disposizione; a partire da motivi ideologici (i sardi terra di pastori barbari = eliminate la pastorizia per evolvervi) fino a giocarsi il “jolly”: aprire il portafoglio e far sentire l’odore delle monete. Io mi auguro che quegli anni in cui si svendevano le terre per quattro spicci siano finiti..Purtroppo tutt’oggi si pagano i danni di 60 anni fa. Quante “cattedrali nel deserto” abbiamo conosciuto? stiamo pagando le conseguenze ambientali di analoghi progetti ” di sviluppo” che oltre alla beffa di aver deturpato i territori e resi inutilizzabili per qualsiasi funzione, lasciano a nostre spese tutti i costi di smaltimento, con il risultato che conosciamo già, ossia ettari di terre sottratti all’agricoltura e alla pastorizia convertiti in poli industriali ormai falliti..che lasciano a distanza di anni le loro cicatrici!
Bisogna vedere se le campagne di Muroni & Co. siano vere o demagogiche. Se è una campagna contro le SPECULAZIONI ok, se il loro obiettivo è quello di infangare e attaccare le ENERGIE RINNOVABILI in sè, va malissimo. Perché, mi chiedo, il quotidiano non attacca anche la Saras che da anni occupa ed inquina Sarroch? Quelli sono posti di lavoro?
Bisognerebbe indagare sui mille ambiti di business di certi editori, che ne dici?
ok
Non può attaccare la SARAS che ogni poco tempo gli compra due paginoni di pubblicità
è la scoperta dell’acqua calda, ma va sempre bene ricordarla.
da L’Unione Sarda, 9 settembre 2015
Pesano sulle bollette gli incentivi alla società della Saras per le rinnovabili. Sarlux, riciclo a peso d’oro.
Energia dagli scarti del petrolio: i costi pagati dai sardi. (Michele Ruffi) (http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20150909083923.pdf)
Non è l’Enel e nemmeno E.on: il più grande produttore di energia elettrica della Sardegna è la Sarlux, una srl controllata al cento per cento dalla Saras. La centrale di Sarroch da sola riesce a soddisfare circa metà del fabbisogno energetico sardo e ha un giro d’affari assicurato: l’elettricità prodotta viene acquistata a un prezzo fisso – superiore a quello di mercato – direttamente dal Gse, gestore dei servizi energetici. Tutto grazie al sistema di incentivi finanziato con le bollette. Pagate (anche) dai sardi.
ENERGIA “VERDE”. Questo perché, nonostante la Sarlux ricavi energia dai residui della lavorazione del petrolio, è compresa nell’elenco dei produttori da fonti «pulite». Nel calderone delle rinnovabili ci sono anche le cosiddette «assimilate»: insieme a eolico, fotovoltaico, geotermico e idroelettrico, c’è anche l’impianto di «gassificazione a ciclo combinato cogenerativo» del gruppo Moratti, che trasforma in energia, idrogeno e vapore il “Tar”, che non c’entra nulla con la magistratura amministrativa ed è uno scarto di lavorazione del petrolio. Una sorta di bitume che fino al 2000 la Saras doveva smaltire – pagando un caro prezzo – come un rifiuto inquinante. Dal 2001 ecco il taglio del nastro della centrale dalla potenza di 548 megawatt. Per capire: la produzione annua dell’impianto di Sarroch è di 4,2 gigawatt/ora, mentre tutta l’Isola ha bisogno di circa 8 gigawatt/ora.
CORSIA PREFERENZIALE. La centrale è una macchina da soldi perché non conosce crisi: nel mercato elettrico l’energia prodotta dalla Sarlux viaggia su una corsia preferenziale tracciata nel 1992 dalla delibera “Cip6” del Comitato interministeriale dei prezzi. Viene trattata al pari dell’energia eolica e ha una «priorità di dispacciamento». In pratica viene venduta subito sulla piazza e non è riguardata dalle fluttuazioni dei prezzi. Se sul libero mercato un megawatt/ora viene acquistato tra i 40 e i 60 euro, i Mw/h della Cip6 vengono «ritirati» direttamente dal Gestore dei servizi energetici ( e dunque non partecipano alle aste giornaliere) a una quotazione che può essere anche doppia.
LE BOLLETTE. Come viene finanziato questo sistema? Risposta: attraverso la voce “A3” della bolletta della luce, che tra le altre cose finanzia proprio il Cip6. Solo nel 2012 grazie a questo decreto sono stati distribuiti quasi tre miliardi di euro. Di questi, il 74,6 per cento – ovvero 2,199 miliardi di euro – sono andati alle cosiddette «fonti assimilate», tra cui rientra anche la centrale della Sarlux. «La totalità della generazione elettrica in convenzione Cip6 è sostanzialmente effettuata da otto operatori», spiega il Rapporto annuale dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. La Saras, evidenzia la relazione del 2015, è riuscita a mantenere una grossa fetta del contributo: il gruppo incassa il 28,7 per cento della torta complessiva, che si spartisce insieme a Ilva, Eni ed Erg. Difficile calcolare quanto vada al gruppo: secondo una stima del sito specializzato “Altreconomia” nel 2012 alla Saras sono andati 404 milioni di euro. Dal bilancio della società del 2013 si scopre che la produzione è stata di 4.217 megawatt, che moltiplicati per la tariffa (119 euro per mw/h) si traduce in oltre 500 milioni di euro. Nel 2014, a causa di una flessione delle tariffe, il totale è sceso a circa 440 milioni.
LO SMALTIMENTO. Soldi con cui viene pagata l’energia prodotta attraverso la centrale Igcc (acronimo di integrated gasification combined cycle) della Sarlux. In pratica i residui di raffineria vengono prima trasformati in gas (un passaggio che a sua volta produce “scarti”) per poi essere bruciati in turbine. In questa maniera il famigerato Tar, invece che essere eliminato con altissimi costi di smaltimento, viene trasformato in energia elettrica pagata con le bollette. Ma oltre ai gigawatt, la centrale controllata dalla Saras produce anche Co2: «3.690.724 di tonnellate nel 2012», come spiega il sito internet di Legambiente, che parla di «valori estremamente elevati».
la Saras s.p.a. vorrebbe dirci che raffinava il petrolio per produrre il “tar”?
E, magari, che è una fonte di energia “rinnovabile”?
da L’Unione Sarda, 9 settembre 2015
Sarroch, la Sarlux e le bollette Enel: “Il tar mai smaltito come scarto”: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/09/09/sarroch_la_sarlux_e_le_bollette_enel_il_tar_mai_smaltito_come_sca-68-434140.html
—————————-
11 settembre 2015
Sarlux, business metalli «Ma è un’energia pulita»: http://www.consregsardegna.it/rassegnastampa/pdf/118346_Sarlux_business_metalli_Ma_e_unenergia_puli.pdf
Forse più pragmaticamente si potrebbe pensare di fare leva su queste campagne che sono oggettivamente in essere e che comunque muovono l’opinione pubblica: dalla diffusa moda di gettare i sacchetti per strada, alle trivellazioni, ai parchi eolici e così via. Se il primo quotidiano sardo un giorno e l’altro pure ricorda quanto la nosta Isola sia stata offesa e sia continua mira di pure speculazioni, non può che essere un bene per chi ha cuore la Sardegna e le future generazioni che ci seguiranno. Drammatica e condannabile sarebbe la situazione opposta! Mi pare che Muroni abbia esplicitamente incluso la Saras tra gli esempi di iniziative che hanno danneggiato o che vorrebbero danneggiare la nostra isola:
http://anthonymuroni.blog.unionesarda.it/2014/06/06/la-pattumiera-nucleare-che-ci-meritiamo/
http://anthonymuroni.blog.unionesarda.it/2013/08/11/lenergia-le-trivellazioni-e-i-sardi-ospiti-in-casa-propria/
http://anthonymuroni.blog.unionesarda.it/2015/01/25/le-canne-il-sulcis-laquila-e-il-pollo-2/
Ognuno poi si forma la propria opinione, ma chiedersi ed eventualmente se le campagne siano vere o demagogiche non penso porti a risultati concreti, come invece potrebbe il fare leva su queste campagne! Il GrIG e altre associazioni e comitati avranno più possibilità di raggiungere con le loro campagne ed informare i cittadini!
Bravissimi ! O Dio, ma che bello, su ci siamo! A quando un bell’articolo sulla devastazione dello skyline (molto peggio di tante pale eoliche messe assieme) scaturito dalla edificazione di certe strutture parecchio, troppo alte?
Ben vengano tutti coloro (senza padroni e senza colore) che stanno smascherando questi disastrosi interventi per la Sardegna e per tutti i Sardi che invece all’evidenza dovrebbero fare fronte comune e non rivangare sempre le solite politiche da “chentu concas chentu berrittas” perchè tali sono state, e proprio quelle, le politiche che hanno portato all’invasione dell’eolico già 15 anni fa e che oggi continua ad andare avanti, all’invasione del fotovoltaico, all’invasione delle centrali a biomassse (agricole, forestali e… marine), fondamentalmente sempre con il solito ricatto di un’energia “pulita” ma per chi? Per i produttori (stranieri o Sardi pronti all’espatrio) di circa il 30 % di energia in più rispetto al fabbisogno regionale. Sono loro i veri signori della nostra Terra quelli che si arricchiscono e si stanno arricchendo impoverendo contemporaneamente il nostro paesaggio e la nostra Terra. Continuiamo pure a combatterci tra noi tanto ci pensa qualche altro…
quando il Murony indica il problema (che non è certamente solo di tipo ambientale, come la skyline di Santagilla, ma chi non vuole vedere non vede), l’elettore sardo del centrosinistra italiano guarda il Murony.
Il centrosinistra sardo è quello che gestisce le schifezze che denuncia muroni.Perchè la nuova non ne parla mai?
veramente le critiche erano rivolte a te visto che, essendo relatore e non sapendo come rispondere alle mie sollecitazioni, non avendo più argomenti credibili te ne sei andato lasciando basita la platea.
ma con chi ce l’ha?
scusa stavo rispondendo in un altro blog e per sbaglio ho incollato quì. purtroppo non c’è la possibilità di correggere
da L’Unione Sarda, 27 agosto 2015
Alessandro Spano, docente di economia a Cagliari, chiede all’azienda «un confronto aperto».
«Flumini Mannu, fuori i bilanci».
Tre domande sull’impianto proposto tra Decimoputzu e Villasor. (Cristina Cossu): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20150827083411.pdf
Signori , Muroni faccia quello che puo’ , considerando che deve portare la pagnotta a casa e non puo’ attaccare direttamente a testa bassa , non aspettiamoci che L’unione possa permettersi di attaccare i poteri forti . L’unione non è quel tipo di giornale che tutti noi vorremmo con la capacità di difendere i deboli , deve stare sul mercato e come tale …. sopravvivere , questa è la mia opinione . Comunque Muroni da tempo anche quando non era direttore a seguito con attenzione le speculazioni ( Cacip -Casic)
Detto questo il problema sta nel governo che sta per varare il GREEN ACT che come bozza che sta girando rimane un suppostone per tutti , c’è una piccola speranza che tutti gli impianti incentivabili da FER non debbano superare i 5MW e dunque questi impianti di cuio parliamo e vedete la lista nei link non dovrebbero farsi.
C’è una semplicissima soluzione che da mesi sto tentando di trasmettre alle commissioni Energia e Lavoro ed al governo di cambiare il sistema di incentivi e fare in modo che arrivino alle imprese senza passare come oggi dagli speculatori .
Incentivare solo chi ha bisogno di energia per la sua attività e dunque non produrre per venderla , ma produrla per il proprio fabbisogno , familiare o industriale e incentivare l’accumulo affinchè la sera al tramonto non andiamo ad usare quella nucleare che compriamo a gogo’ dalla svizzaera e dalla francia ……..
In questo modo le imprese investendo per risparmiare energia la piu’ cara d’europa dopo la danimarca ) possano diventare competitive e non inquinanti e libere da non dover comprare gasolio unica fonte in sardegna che alle aziende ( quelle agricole )seppur aiutate con lo sconto sulle accise pagano un kG o Litro di gasolio circa 1 euro ed invece il metano nel resto di italia costa alle imprese circa 0,30 cent……
Metterei sul piatto della discussione il giacimento che ci sarebbe in sardegna , che seppur piccolo rispetto a quello trovato dall’eni ieri potrebbe comunque darci un po di autonomia per un po’ di anni…… andrebbe approffondiito l’argomento
http://www.qualenergia.it/articoli/20150722-csp-italia-progetti-12-miliardi-ma-quanti-ce-la-faranno-col-nuovo-decreto-rinnovabili
http://www.qualenergia.it/articoli/20140919-termodinamico-in-italia-burocrazia-blocca-investimenti-per-1-mld-di-euro
da Il Fatto Quotidiano, 28 ottobre 2015
Marocco, a Ouarzazate si costruisce il più grande impianto solare del mondo.
Con un costo totale di 9 miliardi di dollari produrrà fino a 580 Megawatt di energia elettrica. Numeri che non solo permetterebbero al Paese nordafricano di soddisfare, entro il 2020, il 50% del proprio fabbisogno ma lo collocherebbero anche tra i principali Stati esportatori, con un occhio di riguardo all’Arabia Saudita. La zona individuata in una delle aree più conosciute per il turismo e il settore cinematografico. (Gianni Rosini): http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/28/marocco-a-ouarzazate-si-costruisce-il-piu-grande-impianto-solare-del-mondo/2161774/