Se ci sono gli incendi, la colpa non è degli F 35.
Primi dati, provvisori ma drammatici, sugli incendi in Italia, in Sardegna in particolare: fra l’1 gennaio e il 14 agosto 2013 l’Isola è stata interessata da ben 262 incendi boschivi con 1.574 ettari di bosco bruciati.
E, complessivamente, già più di 12 mila ettari percorsi dal fuoco.
Alcuni incendi sono stati veramente disastrosi.
In piena contro-tendenza rispetto al resto d’Italia.
La vicenda del contestato acquisto dei cacciabombardieri F 35 – su cui ci sarebbe molto da discutere, a iniziare dalla finalità che si vogliono perseguire – è stata la classica arma di distrazione di massa, per non parlare dei veri problemi sul pianeta incendi.
La Sardegna brucia e la colpa non è dei pochi Canadair disponibili. Dove sono gli altri presenti nella flotta antincendio e non utilizzati? Quanto costano e perché costano così tanto?
Quanti boschi, quanti pascoli, quanti terreni sono stati ripuliti da stoppie e sterpaglie? Questo è il primo carburante per gli incendi.
La grandissima parte degli incendi è di origine dolosa e i criminali incendiari non vengono certo dal Giappone.
E’ fondamentale la prevenzione, anche l’intervento da parte di tutti noi. Alle prime avvisaglie d’incendio, chiamare il 1515 (Corpo forestale dello Stato e Corpo forestale e di vigilanza ambientale) o il 112 (Carabinieri) o il 113 (Polizia di Stato) o il 115 (Vigili del fuoco), senza perdere minuti preziosi.
Ma è fondamentale anche riferire agli Organi di polizia qualsiasi elemento, anche il più banale, che possa portare all’individuazione di chi appicca il fuoco. Sono dei criminali, sono dei potenziali assassini, non dimentichiamolo.
Dobbiamo reagire.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da L’Espresso, 14 agosto 2013
Che business l’Italia che brucia. Assenza di prevenzione, nessun coordinamento. E interessi milionari per la gestione dei mezzi anti-incendio. Con spese folli per gli aerei destinati a spegnere i roghi. Nella nostra inchiesta tutti gli sprechi e le falle della rete che dovrebbe combattere le fiamme. Fabrizio Gatti
Perché l’Italia brucia ogni estate? L’assenza di prevenzione, la mancanza di qualunque coordinamento tra gli enti che dovrebbero occuparsene, sprechi colossali che sottraggono fondi per gli interventi indispensabili.
Nel numero de “l’Espresso” in edicola giovedì Fabrizio Gatti descrive tutte le falle nella rete italiana che dovrebbe combattere gli incendi. L’inchiesta si concentra sul paradosso delle spese folli per gli aerei contro i roghi, che hanno svuotato le casse obbligando quest’anno a tenere diversi Canadair fermi negli hangar. Una situazione paradossale, che il premier Letta ha promesso di risolvere.
Gatti ricostruisce su “l’Espresso” che i Canadair italiani vantano il prezzo record di 40 milioni l’uno. Quasi come un Airbus di linea. Ma a differenza di qualunque compagnia aerea che prenderebbe in leasing i suoi aerei, la Protezione civile ai tempi dei grandi eventi ne ha fatti comprare allo Stato più di venti. Tra acquisto e manutenzione, un peso da quasi un miliardo di euro sulle tasche degli italiani.
Il 5 aprile scorso un decreto del presidente Napolitano, ha trasferito flotta e relativa scocciatura dei 19 Canadair, sopravvissuti a guasti e incidenti, dalla Protezione civile al dipartimento dei Vigili del fuoco. La loro efficienza e il loro impiego sono ora affidati a una società privata italo-spagnola, la Inaer Aviation Italia con base a Colico, provincia di Sondrio, e amministratori italiani. I suoi bilanci in costante crescita danno la prova che lo spegnimento dal cielo rende bene: dai 68 milioni di fatturato nel 2009, quando l’azienda si occupava di elisoccorso e lavoro aereo, ai 119 milioni nel 2011 quando, l’8 febbraio, è stato aggiunto il contratto con la presidenza del Consiglio per le campagne antincendio. «Tale contratto per il 2011», è scritto nel bilancio, «ha dato ricavi per circa 29 milioni di euro con un personale medio di 292 dipendenti, di cui 42 collaboratori a progetto». E nel 2012 l’appalto è stato rinnovato per tre anni, con possibilità di proroga per altri tre.
All’inizio dell’estate l’attuale capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha annunciato che nel 2013 non saranno impiegati più di 15 Canadair. La tabella ufficiale sulla disponibilità di mezzi aerei ne indica 10-14, come per il 2012. Un taglio obbligatorio dovuto alla crisi. E uno spreco, di cui il prefetto Gabrielli ha ereditato gli effetti dalla precedente gestione di Guido Bertolaso. Perché i cinque Canadair che rimarranno sicuramente a ossidarsi negli hangar li abbiamo già pagati 200 milioni.
Ogni giorno che restano fermi sono una perdita: ma i soldi per farli volare sono finiti anche a causa del loro acquisto. La società italo-spagnola comunque non ci rimetterà nulla. Meno aerei si mantengono efficienti, più si risparmia. Il budget complessivo stanziato dal decreto del presidente della Repubblica per la gestione della flotta farebbe gola a qualunque imprenditore: 82 milioni 800 mila euro nel 2013; 87 milioni nel 2014; 87 milioni nel 2015.
Un altro signore della guerra agli incendi ha l’ufficio in via Settebagni 390, periferia di Roma. Rodolfo Spagnoli, 67 anni, deve la sua ricchezza alla Protezione civile di Bertolaso e ad alcuni generali dell’Aeronautica militare distaccati al Centro operativo aereo unificato, la sala comando da cui vengono gestiti i voli antincendio. E’ loro il giudizio estremamente positivo sulla “Spea sicurezza protezione ambiente” e sulla “Air Spea società aerea protezione ambiente”, due srl che fanno riferimento a Spagnoli e alla sua famiglia. Tra il 9 giugno 2006 e il 21 maggio 2013 attraverso le due società, l’imprenditore di Settebagni ha incassato dalla Protezione civile 33 milioni 968 mila euro per la fornitura ai Canadair di liquido estinguente e ritardante. E 67 milioni 900 mila euro tra il 2007 e il 2012 per il noleggio e le attività antincendio prima con quattro poi con otto piccoli aerei “Fire boss” AT-802 costruiti negli Stati Uniti. Poiché ogni “Fire boss” costa al massimo due milioni, è come se la presidenza del Consiglio che firma i contratti della Protezione civile avesse accettato un prezzo di noleggio per pochi mesi su cinque anni equivalente all’acquisto di ben 33 aerei dello stesso tipo.
«Nel 2007 fu individuato il velivolo AT802, versione anfibia», spiega la Protezione civile, «in possesso di caratteristiche tecniche tali da risultare complementare rispetto alla flotta già in dotazione, a copertura di aree quali la Puglia, l’Abruzzo, la Basilicata e in particolare la Sicilia. Il dipartimento ha chiesto un’offerta alla Air Tractor Europe con sede in Spagna, rappresentante in Europa del costruttore del velivolo. E la società ha risposto che il servizio in questione poteva essere svolto dalla ditta spagnola Avialsa T-35 e dalla Spea, quale esclusivista per l’Italia degli aerei di produzione americana Air Tractor».
La Protezione civile di Bertolaso avviò un’indagine di mercato alla fine della quale venne presentata un’unica offerta: proprio quella dell’associazione tra imprese Avialsa e Spea. E così è stato siglato il contratto diretto da 67 milioni in cinque anni senza la classica gara, ma attraverso la sola procedura negoziata. Le date di costituzione, 2005 e 2008, suggeriscono che le due società di Spagnoli non avessero allora nessuna esperienza nell’attività aerea antincendio.
Ma i buoni affari per l’imprenditore di Settebagni non finiscono qui. Grazie agli ottimi rapporti con i generali, l’Aeronautica militare dal 2010 ha autorizzato l’impiego sui “Fire boss” a elica dei suoi migliori piloti di Tornado. Un risparmio per Spagnoli anche nella costosa formazione del personale. Adesso si scopre che si è speso troppo. E per il 2013 la Protezione civile non ha rinnovato l’appalto agli aerei di Spagnoli. Continueranno però a volare grazie agli accordi locali. «Quest’anno saranno fondamentali», spiega il prefetto Gabrielli, «le flotte aeree regionali, così come le convenzioni e i gemellaggi tra le stesse Regioni per condividere risorse e mezzi».
Ma l’estensione della filiera degli appalti e dei relativi interessi riduce drasticamente la possibilità di controllo periferico della spesa. E non esclude il rischio che qualche operatore prima di spegnere il fuoco, si dia da fare per appiccarlo. Giusto per arrotondare i compensi festivi, gli straordinari in busta o addirittura il bilancio aziendale. Dubbio fin troppo legittimo, visto che secondo il Corpo forestale dello Stato il 65 per cento degli incendi ha origine dolosa. Lo raccomanda anche la Corte dei conti: «La pluralità di soggetti coinvolti deve porsi l’interrogativo se non sia il caso di ripensare la complessiva organizzazione del sistema di antincendio boschivo attraverso una semplificazione delle strutture, in modo da renderle più funzionali e meno costose».
da La Nuova Sardegna, 17 agosto 2013
Boschi in cenere, l’isola prima in Italia. I dati del Corpo forestale: dall’inizio dell’anno sono scoppiati 262 roghi. Le giornate peggiori il 7 e l’8 agosto. Silvia Sanna
SASSARI. I numeri sono ancora provvisori, perché la stagione non è finita e perché la macchina antincendi regionale resta in piedi sino al 1° settembre. Per ora però, dicono i dati elaborati dal Corpo forestale dello Stato – che a livello nazionale segnalano un calo dei roghi pari al 58 per cento rispetto al 2012 – gli incendi nell’isola hanno fatto più male che altrove. Non per il numero, ma per la superficie boscata incenerita dal fuoco: un patrimonio ambientale di valore inestimabile. Incendi nell’isola. I numeri si riferiscono al periodo che corre dal 1 gennaio al 14 agosto 2013. In sette mesi e mezzo in Sardegna sono scoppiati 262 incendi: è il secondo dato più alto a livello nazionale, dopo quello della Puglia che ha dovuto fare i conti con 356 roghi. Ma il periodo più caldo sul fronte del fuoco come di consueto ha preso il via a giugno. Nove roghi nell’isola dall’inizio del mese, con l’attacco più violento – che ha messo per la prima volta a dura prova la macchina regionale – il 18 ad Arbus: fiamme a pochi metri dalle villette della frazione di Pistis, 300 persone fatte allontanare per precauzione dalle case, in azione 1 Canadair, tre elicotteri regionali, vigili del fuoco, Corpo forestale e volontari della Protezione civile. Neanche una settimana di tregua e nuovo spaventoso rogo (doloso) in Gallura, a Golfo Aranci: nel primissimo pomeriggio del 24 giugno le fiamme hanno raggiunto l’oasi naturalistica di Capo Figari, distruggendo in 24 ore 500 ettari di macchia mediterranea e ginepri secolari nell’area Sic. Anche qui turisti e residenti in fuga, case danneggiate e violente polemiche per i ritardi negli interventi da parte dei Canadair. Il 7 e 8 agosto le due giornate peggiori della stagione: prima l’incendio a Ghilarza, dove un allevatore di 52 anni è rimasto gravemente ustionato nel tentativo di salvare il suo bestiame ed è tuttora ricoverato in Rianimazione a Sassari, poi in rapidissima successione roghi di proporzioni vastissime a Nurallao, Sinnai, Laconi. Un disastro, con più del 60 per cento dei terreni dedicati al pascolo andati in fumo, boschi in cenere, aziende agropastorali in ginocchio, qualche ustionato e tanti vivi per miracolo. I roghi hanno continuato a bruciare, con minore intensità, anche venerdì 9 agosto. I danni. Nella tre giorni terribile della seconda settimana di agosto, nell’isola sono andati in fumo circa 8000 ettari, tra boschi e pascoli. Per questo non stupisce che la Sardegna guidi la classifica della superficie boscata ridotta in cenere: quasi 1.574 ettari, 85 in più rispetto alla Puglia, addirittura 1100 in più rispetto alla Sicilia. I boschi percorsi dalle fiamme nella nostra isola costituiscono un quarto della superficie bruciata nell’intera nazione. Nel 2012. Un anno fa, ma i dati si riferiscono al periodo compreso dal 1 giugno al 15 ottobre, nell’isola il numero dei roghi era calato dell’11 per cento rispetto al 2011, con 2.426 roghi e 14.466 ettari percorsi, di cui 3.089 coperti da boschi. Sei i casi in cui gli incendi avevano bruciato una superficie superiore a 500 ettari: la giornata peggiore il 15 luglio, quando tra San Teodoro e Bolotana erano andati in fumo quasi 2700 ettari, di cui oltre 500 di bosco.
Gabrielli. «Fondi ai Canadair? Una buona notizia».
ROMA. «È un’importante risposta quella arrivata da parte del premier sugli incendi». Il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha commentato positivamente l’annuncio di Enrico Letta, che i 50 milioni ottenuti dalla vendita di 3 aerei di Stato saranno destinati alla flotta antincendi. «Questa è un’estate un po’ meno problematica degli altri anni. Quest’anno – spiega Gabrielli – il picco è stato l’8 agosto con 21 richieste di intervento, l’anno scorso nello stesso periodo erano state oltre 50. Se con le risorse a disposizione quest’anno avessimo dovuto affrontare le richieste dell’anno scorso, sarebbe stato tutto più problematico».
(tabella da La Nuova Sardegna, foto J.I., S.D., archivio GrIG)
Chiederei al presidente del consiglio : Come fa lei a comprare 3 canadair per un costo di 120 milioni , quando vendendo 3 dei nostri aerei di stato lei spera di incassare solo 50 mil.di e. ?? .
Come sono accatastati i terreni incendiati ? Quanti demaniali e quanti privati ?
Perche’ non programmare un satellite , messo su orbita stabilita , che puo agevolmente individuare dove si innescano ? E magari pubblicizzare il messaggio : Attenzione, e’ attivo il controllo satellitare incendi ? La radio, la TV,i giornali , e magari anche i piccoli arei con gli striscioni se ne potrebbero far carico.
Troppo difficile ? Meglio comprare nuovi canadair ?
Perchè gli F35 sono come i canadair, come il “controfuoco”, come il telerilevamento, come tutto ciò che non funziona mai abbastanza ma a cui ci si affida quando il fuoco è ormai partito però! Bisogna intervenire prima, in maniera decisiva affinchè il fuoco non venga acceso in Sardegna! Se non si capisce questo tutto è inutile compreso quel che si legge ultimamente purtroppo “sull’uso sapiente del controfuoco”, “sull’eliminazione scientifica della vegetazione con il fuoco”: certo, quando anche l’ultimo albero sarà bruciato non ci sarà più il problema degli incendi in Sardegna perchè non ci sarà più niente da bruciare! E’ questo quello che nel 2000 dobbiamo sentire, leggere e accettare nella nostra Terra propinato come “arma risolutiva” contro gli incendi oppure forse è venuto il tempo (non quello di qualche secolo orsono ma dell’oggi) di rivedere tutto il sistema di contrasto agli incendi, compreso quello che dovrebbe individuare chi causa gli incendi?
da L’Unione Sarda on line, 18 agosto 2013
Un’altra giornata di fuoco. Roghi ad Arbus e S.A.Frius: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/08/18/un_altra_giornata_di_fuoco_roghi_ad_arbus_e_s_a_frius-6-325964.html
Se ci sono incendi la colpa è del fatto che le campagne sono deserte, la gente preferisce il mare e i delinquenti sono a piede libero! Se ci sono incendi è colpa delle assicurazioni sui raccolti. Se un anno va climaticamente male per le colture e si verificano piogge abbondanti che portano a far marcire il seme, in quel campo ci sarà più erba rispetto alla coltura. Un agricoltore si fa i due conti e ipotizza ” ci guadagno di più dalla vendita del prodotto o dal risarcimento dell’assicurazione? ” se i conti vanno male c’è chi si fa pochissimi scrupoli di coscienza nel rendere in cenere il lavoro di un intero anno, il guadagno potrebbe essere maggiore e anche gli effetti collaterali…purtroppo!
da La Nuova Saredegna, 20 agosto 2013
Incendiari di nuovo in azione, paura nella notte a Villacidro.
Il rogo è partito da diversi punti della pineta del Monte Omu, che sovrasta il centro abitato. Per residenti e turisti una notte da incubo: distrutti svariati ettari di bosco e macchia mediterranea: http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2013/08/20/news/incendiari-di-nuovo-in-azione-paura-nella-notte-a-villacidro-1.7605964
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da L’Unione Sarda on line, 20 agosto 2013
Villacidro, fiamme vicino al Monte Omu. Mobilitati tutti i mezzi di soccorso: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/08/20/villacidro_fiamme_vicino_al_monte_omu_mobilitati_tutti_i_mezzi_di_soccorso-6-326097.html
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da CagliariPad, 20 agosto 2013
Paura a Villacidro, fiamme nella pineta. Il rogo è doloso.
Notte da incubo nel centro del medio Campidano. Il fuoco arriva a poche decine di metri dalle case. Distrutti diversi ettari di bosco e macchia mediterranea: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=4415
A.N.S.A., 25 agosto 2013
Nuovi roghi in Sardegna battuta da vento. Al lavoro elicotteri e Canadair a Serri e Sant’Antioco: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/08/25/Nuovi-roghi-Sardegna-battuta-vento_9197706.html
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da La Nuova Sardegna on line, 25 agosto 2013
Incendi: nuovi roghi in Sardegna favoriti dal vento. Al lavoro elicotteri e Canadair a Serri e Sant’Antioco: http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2013/08/25/news/incendi-nuovi-roghi-in-sardegna-favoriti-dal-vento-1.7632281
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da L’Unione Sarda on line, 25 agosto 2013
Nuovi roghi a Serri e Sant’Antioco. Canadair ed elicotteri in azione: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/08/25/nuovi_roghi_a_serri_e_sant_antioco_canadair_ed_elicotteri_in_azione-6-326760.html
negli U.S.A.
A.N.S.A., 24 agosto 2013
Fuoco Yosemite, rischi rete elettrica. Governatore California, stato emergenza San Francisco. (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/08/24/Fuoco-Yosemite-rischi-rete-elettrica_9195558.html)
NEW YORK, 24 AGO – Un enorme incendio nei pressi del parco Yosemite, in California, minaccia la rete elettrica di San Francisco. Circa 2.000 di pompieri sono in campo stanno cercando di domare le fiamme, che nelle ultime ore sono quasi raddoppiate, favorite dalle elevate temperature. Il governatore della California ha proclamato lo stato di emergenza per la città, la cui alimentazione elettrica dipende dall’area dell’incendio. Le fiamme sono divampate lo scorso 17 agosto per causa ancora da stabilire.
e in Spagna.
A.N.S.A., 28 agosto 2013
Il fuoco divora anche foreste della Galizia.
Resta alta, nonostante la pioggia, l’emergenza incendi nel nord ovest della Spagna. (http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2013/08/28/fiamme-anche-foreste-Galizia_9209240.html)
Nonostante la discesa delle temperature e l’arrivo della pioggia, resta alta l’emergenza incendi in Galizia, nel nord ovest della Spagna, dove centinaia di persone sono state evacuate nella notte nel comune di Ribeira, a causa delle fiamme che minacciavano il poligono industriale di Xaras, i depositi di gas e l’ospedale della città.
Il fronte delle fiamme, di quattro chilometri di lunghezza, sviluppatosi su cinque focolai, si è rapidamente esteso, fino a lambire il centro abitato del quartiere di Dean Grande.
Il forte vento ha reso difficili i lavori di estinzione da parte dei vigili del fuoco, dei volontari della Protezione civile e dei militari dell’Esercito inviati sul posto. Oltre 175 ettari di vegetazione sono stati divorati dalle fiamme, secondo il bilancio tracciato questa mattina da fonti dalla Giunta regionale.
La polizia ha aperto un’inchiesta sulle cause dell’incendio – stabilizzato ma ancora attivo – che sarebbero di origine dolosa. Gli agenti hanno notato, infatti, un uomo di mezza età fuggire dalla zona in cui è cominciato il rogo, a bordo di una moto.
e in Portogallo.
A,N.S.A., 30 agosto 2013
Portogallo, quando il fuoco uccide.
Muore pompiere, evacuati 5 villaggi a Ferreira de Aves: http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2013/08/30/fuoco-uccide-pompiere-Portogallo_9220432.html
pazzesco.
da L’Unione Sarda on line, 28 agosto 2013
Villacidro, incendiari scatenati. E’ il terzo rogo doloso in una settimanaLe fiamme sono state appiccate nella pineta accanto a Sa Spendula: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/08/28/villacidro_incendiari_scatenati_e_il_terzo_rogo_doloso_in_una_settimana-6-327154.html
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Ancora fiamme nel Sulcis. Roghi anche nel cagliaritano: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/08/28/sulcis_e_cagliaritano_ancora_fiamme_elicotteri_canadair_e_squadre_a_terra-6-327138.html
da La Nuova Sardegna, 31 agosto 2013
I forestali scoprono gli incendiari di Monti Mannu. Sono pesanti gli indizi su due giovani pastori di Serrenti Al pm Marco Cocco il dossier su 400 ettari di bosco distrutti. (Luciano Onnis)
SERRENTI. Hanno un nome e un volto i presunti incendiari che il 7 e 8 agosto scorso hanno dato fuoco all’osai verde di Monti Mannu, sito di interesse comunitario (Sic), riducendo praticamente in cenere i 400 ettari di area boscata. La notizia è trapelata da ambienti giudiziari ed è conseguente al rapporto presentato alla magistratura dagli uomini del Nucleo investigativo del Dipartimento di Cagliari del Corpo forestale. I ranger, coordinati dal direttore del Servizio, Giuseppe Delogu, e dal commissario Fabrizio Madeddu, sono arrivati a conclusioni precise al termine delle indagini avviate nell’immediato contesto del devastante incendio e nel fascicolo consegnato al pubblico ministero Marco Cocco ci sono segnati due nomi come gli autori dell’incendio doloso. La loro identità precisa è coperta da segreto istruttorio, si conoscono solamente iniziali ed età: E.P. e N.C., di 38 e 37 anni, entrambi di Serrenti, operanti nel settore agropastorale. Gli investigatori del Corpo forestale avreb-bero messi assieme elementi di assoluta importanza probatoria – come diverse testimonianze – che individuerebbero come responsabili del rogo di Monti Mannu i due giovani serrentesi. Di certo erano lì da dove sono partite le fiamme e qualcuno – ma questo rimane al momento ‘top secret’ – avrebbe anche vi-sto qualcosa di più compromettente per i due indiziati. Di certo c’è che le indagini dei Forestali sono ancora in corso e che il fascicolo in mano al magistrato che coordina la loro azione è tutt’altro che chiuso. Anzi, stando alle pochissime notizie trapelate, potrebbe arricchirsi ben presto di ulteriori elementi e, sembra, di certezze. I fatti sono del 7 e 8 agosto, giorni in cui bruciava mezza Sardegna. Fra gli immensi roghi quello appunto quello di Serrenti a Monti Mannu, un’oasi verde che si estende fino alla ex miniera d’oro di Santu Miali, in territorio di Furtei. Il fuoco, di chiara matrice dolosa, fu appiccato in punti strategici da dove il vento lo avrebbe poi spinto verso l’area boscata. Così fu e in breve tempo le fiamme si sviluppa-rono su un fronte di alcuni chilometri. La concomitanza con altri grandi incendi nel sud dell’isola rese disponibile per l’opera di spegnimento un solo elicottero (che effettuò 169 lanci d’acqua), lasciando alle squadre a terra il massacrante compito di fronteggiare l’inferno di fuoco che avanzava nel bosco. Il dispiegamento di forze era stato comunque ingente, con una task force di 150 uomini e 40 autobotti fra Forestali, Vigili del fuoco del distaccamento di Sanluri, Protezione civile del Medio Campidano, personale dell’Ente Foreste, compagnia barracellare e volontari. Una vedetta aveva rischiato di rimanere intrappolata nella sua postazione circondata dalle fiamme e fu messa in salvo in extremis. I danni subiti dall’oasi verde sono stati quantificati in svariati milioni di euro.
da La Nuova Sardegna on line, 31 agosto 2013
È morto l’allevatore ustionato nell’incendio di Ghilarza.
Ubaldo Miscali, 52 anni, era rimasto ferito nel rogo che il 7 agosto aveva devastato le campagne della cittadina. L’allevatore era stato subito ricoverato a Sassari, ma le sue condizioni erano troppo gravi: http://lanuovasardegna.gelocal.it/oristano/cronaca/2013/08/31/news/e-morto-l-allevatore-ustionato-nell-incendio-di-ghilarza-1.7663598
da L’Unione Sarda, 4 settembre 2013
Ghilarza. Voto unanime dell’Assemblea al termine di un dibattito teso. Incendi,stato di calamità.
Consiglio,proposta una commissione di inchiesta. (Alessia Orbana): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20130904085633.pdf
da Sardinia Post, 28 settembre 2013
Roghi di agosto tra Isili, Nurallao e Laconi: chiuso il cerchio intorno ai piromani: http://www.sardiniapost.it/cronaca/roghi-di-agosto-tra-isili-nurallao-e-laconi-chiuso-il-cerchio-intorno-ai-piromani/
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da L’Unione Sarda, 28 settembre 2013
Laconi, 2500 ettari distrutti dal rogo. Incendiari incastrati dalle telecamere: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/09/28/laconi_2500_ettari_distrutti_dal_rogo_incendiari_incastrati_dalle_telecamere-6-331766.html
da L’Unione Sarda, 10 ottobre 2013
Sant’Antioco. Cinque anni fa il Corpo forestale gli sequestrò un mezzo. Incastrato grazie al Gps.
Incendi estivi appiccati per vendetta. Denunciato un impresario: aveva inneschi e ordigni già pronti. (Marco Noce): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_82_20131010085329.pdf
incendi in Australia.
A.N.S.A., 21 ottobre 2013
Onda di fuoco mette Australia in ginocchio.
In pericolo centinaia di migliaia di persone nelle zone boschive intorno a Sydney: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/10/21/Onda-fuoco-mette-Australia-ginocchio_9492976.html