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Pesante impatto delle centrali eoliche sull’avifauna selvatica.


Danimarca, rapace ucciso da aerogeneratore eolico (6 maggio 2013)

Danimarca, rapace ucciso da aerogeneratore eolico (6 maggio 2013)

Con buona pace della Royal Society for the Protection of Birds e dell’informazione pro eolico, le centrali eoliche hanno un pesante impatto sull’avifauna selvatica, in particolare sui rapaci.

Ormai l’impatto degli aerogeneratori sull’avifauna è oggetto di pronunce giurisprudenziali (vds. Cons. Stato, sez. VI, 26 marzo 2013, n. 1674) e di ricerche sempre più approfondite.

Giustamente sono vietate nuove centrali eoliche nelle zone di protezione speciale (art. 5, comma 1°, lettera l, del D.M. Ambiente 17 ottobre 2007).

Ma sono le immagini provenienti da Creta e dalla Danimarca a esser molto più esplicite di ogni ricerca in materia.

Chi può smentirle?

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

Danimarca, rapace ucciso da aerogeneratore eolico (6 maggio 2013)

Danimarca, rapace ucciso da aerogeneratore eolico (6 maggio 2013)

qui l’Indagine bibliografica sull’impatto dei parchi eolici sull’Avifauna (Regione Toscana, 2002)

 

qui L’impatto dell’eolico sull’avifauna e sulla chirotterofauna: lo stato delle conoscenze e il trend valutativo in Italia (Istituto Delta Ecologia Applicata, Ferrara, 2010)

 

 

 

(foto Knud Pedersen / Lokalavisen.dk)

  1. Michele
    Maggio 26, 2013 alle 6:05 PM

    Già, perchè c’era bisogno di aspettare notizie dalla Danimarca per capire che un Grifone in volo da Bosa (o anche un Gipeto dalla Corsica, dove non certo è stato consentito di realizzare mega centrali eoliche) può arrivare per esempio fino a Nulvi, Pattada, Budduso’, Ulassai, M.Arci, Siurgus, ecc.., ovvero in tutti i siti di costruzione di mega centrali eoliche e così, solo per l’ingordigia degli uomini che hanno consentito tutti questi scempi, rischiare costantemente e alla fine lasciarci le penne?
    Questo è per tutti quelli che hanno voluto e ancora vogliono fortemente, anche in insospettabili istituzioni, queste centrali eoliche in nome di un finto “sviluppo sostenibile”, di un finto “impatto zero”, di “zero emissioni”, dei famosi slogan 20.20.20 e di tante altre bugie!
    E’ una vergogna perchè la morte di un grifone o di un aquila reale in un qualunque territorio della Sardegna equivale al prodromo della scomparsa di quella specie. E tutto per pagare l’energia il 38 % in più del resto d’Italia e per non immetterla in rete (“buttarla a mare” si dice!). Quanto colonialismo e quanto affarismo può essere ancora tollerato in Sardegna in cambio di un pugno di lenticchie? E quanti grifoni o aquile, in questo momento unici veri rappresentanti della libertà del nostro popolo, dobbiamo condannare a morte prima di svegliarci e non lasciare solo a “vibranti proteste” il nostro futuro? Non è e non è mai stata una questione di avifauna ma una questione di soldi, tanti soldi gli stessi che sono stati recentemente sequestrati in Sicilia ma stranamente mai in Sardegna!

    • Maggio 26, 2013 alle 6:50 PM

      noi di GrIG e di AdT non stiamo certo ad attendere notizie dalla Danimarca per saperlo, ma non disponiamo della bacchetta magica 😉

  2. M.A.
    Maggio 26, 2013 alle 7:45 PM

    Michele hai ragione a sacchi! Per poter salvaguardare il Grifone di Bosa, bisognava contrastare il barbaro utilizzo di bocconi avvelenati nella riserva di Capo Marrargiu, utilizzati certamente non per i grifoni ma a causa dell’esplosione demografica negli ultimi anni di volpi e cinghiali!!! Preserviamo la biodiversità.

  3. Shardana
    Maggio 26, 2013 alle 11:28 PM

    Mi aggrego a voi se me lo permettete,M.A.e Michele,un concetto chiarissimo che risulta di difficile comprensione alle istituzioni e ai politici sardi

  4. Michele
    Maggio 27, 2013 alle 6:26 PM

    Carissimi di GrIG certo non era rivolto a Voi il mio primo commento perche’ Voi fortunatamente ci siete e siete praticamente gli unici a denunciare; il commento immodestamente era solo per far riflettere. In ogni caso se anche non avete la bacchetta magica fate funzionare il più possibile le penne, prima che grifoni e aquile le perdano per sempre: lo scempio eolico in Sardegna, sia di terra che di mare (attenzione a non continuare a cadere nella trappola mediatica che lo vieta in mare assolutamente per poter passarlo tranquillamente in terra) deve essere contrastato con ogni mezzo democratico a disposizione!

  5. Maggio 28, 2013 alle 10:55 am

    Ma avete visto gli alberi in Via Verdi a Cagliari? sono passato ieri e ne stavano tagliando due… ma non è che li tagliano tutti?? ne sapete qualcosa?

    • Maggio 28, 2013 alle 8:38 PM

      un albero è caduto nei giorni scorsi (vds. http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=2662) e gli altri due rischiavano di venir giù e sono stati tagliati per evitare ulteriori danni.
      Pare che perdite idriche avessero minato la tenuta delle radici.
      Dovrebbero esser sostituiti con altri alberi (non pini), secondo le dichiarazioni dell’assessore comunale all’ambiente e urbanistica Paolo Frau (vds. http://www.castedduonline.it/verdi-lassessore-promette-posto-pini-presto-nuovi-alberi).

      • giugno 4, 2013 alle 2:49 PM

        saranno sostituiti gli alberi.

        Comune di Cagliari – Ufficio stampa, 4 giugno 2013
        Sostituzione del verde pubblico in via Verdi.

        Alcuni pini pericolanti verranno rimpiazzati da melangoli, specie adatta al tipo di ambiente urbano
        Il Servizio Verde pubblico ha programmato gli interventi di abbattimento di circa dieci pini nella via Verdi. L’espianto si è reso necessario per la pericolosità delle piante, in alcuni casi ormai secche. Immediatamente dopo l’abbattimento si provvederà alla loro sostituzione con un pari numero di Melangoli, gli aranci amari. Queste ultime saranno già formate e avranno un’altezza di circa due metri.
        La scelta di questa specie viene ritenuta decisamente più consona alle caratteristiche del sito, una strada come la via Verdi, con palazzi da ambo i lati su strada stretta e non in grado di sopportare alberi di prima grandezza come i pini, che avevano ormai raggiunto dimensioni molto grandi rispetto alle caratteristiche dei luoghi.
        Gli aranci amari nel quartiere hanno dimostrato di dare risposte convincenti in termini di adattabilità agronomica, di gradevolezza estetica e di inserimento organico ed armonico con i manufatti del luoghi, come nel caso di via Machiavelli. Inoltre in pochi anni assicureranno nella via Verdi una sufficiente ombra ai pedoni mentre passeggiano sul marciapiede.
        I lavori dureranno circa un mese e si cercherà di ridurre quanto possibile le criticità per il traffico e la circolazione. Nell’occasione verranno ripristinate anche le aiuole.

  6. Juri
    Maggio 28, 2013 alle 11:20 PM

    Oggi osservavo la Sardegna dai 10mila metri d’altezza di un volo di linea e constatavo, una volta di più, che lo scempio della speculazione eolica ha già inferto un danno gravissimo e irreversibile alla nostra Isola. Le devastazioni del Grighine, di Ulassai, la Gallura ridotta a un’installazione di generatori eolici e un reticolo di sterrate nei versanti delle (un tempo) splendide montagne, l’altipiano di Alà e di Budduso e quello di Bonorva sfigurati allo stesso modo certificano l’avvenuto compimento di un danno ambientale e paesaggistico senza precedenti nella Sardegna interna. Svenduta ancora una volta.

  7. Michele
    Maggio 29, 2013 alle 8:27 PM

    E’ uno scandalo che ha potuto contare e purtroppo può ancora contare su protezioni che da altezze che sfiorano i 10 mila metri scendono al livello del mare. Ho sempre parlato di una Terra senza anticorpi ma si può dire anche senza corpi deputati alla sua protezione. E’ questa la vera dimensione di uno scandalo ambientale senza precedenti proprio perchè è stato perpetrato alla luce del sole, alla faccia del paesaggio della nostra Terra, senza freni perchè chi ha provato a mettersi di traverso è stato spazzato via! Ora si inizia ad “apprezzare” quanto la Sardegna sia stata effettivamente messa in ginocchio dalla selvaggia realizzazione delle centrali eoliche e dai cosidetti profeti dell’energia “verde”, del 20.20.20 e di cosette del genere, e quanto sia stato “incrinato per sempre” ciò che ancora ci restava di più caro dopo il massacro dell’industrializzazione, della cementificazione e dei poligoni: il paesaggio, la wilderness e gli spazi sconfinati dell’interno che qualunque italiano o europeo doveva viceversa raggiungere in altri continenti dopo decine di migliaia di chilometri. Una sconfitta annunciata che ha visto pochi disperati a combattere nella derisione più totale in tutte le sedi deputate alle verifiche (quali?), alle istruttorie (quali?), alla repressione (quali?). E oggi ci si indigna, si, con vibrate proteste…!

    • Juri
      Maggio 29, 2013 alle 10:47 PM

      E ad indignarci non siamo neppure così in tanti, purtroppo. Tanto che ancora ci sono svariati tentativi di completare l’industrializzazione della Sardegna interna a colpi di altre pale eoliche e centrali solari termodinamiche su terreni agricoli.
      Ma ce lo immaginiamo cosa sarebbe accaduto in Corsica se avessero tentato un simile assalto ambientale alle loro montagne?

  8. Shardana
    Maggio 30, 2013 alle 11:17 am

    Gli anticorpi ci sono,ma non riescono a fermare la malattia che oramai stà devastando una terra che uno stato padrone con poligoni,fabbriche dei veleni,discariche di veleni,centrali eoliche(che nulla lasciano a noi sardi),assistenzialismo industriale, abusivismo sulle coste e interni,radar…..Come dice michele uno scandalo ambientale senza precedenti,gestito con grande maestria da politici,istituzioni e organi di controllo che in pochissimo tempo con il loro potere disinformativo che fà presa sulle masse,hanno trasformato la sardegna nella terra piü inquinata d’Italia.Chi si opponeva e si oppone ancora,tacciato di estremismo,paga con la propria pelle e quella di chi gli stà intorno.Il risultato lo vediamo nessuno viene più in to the Wind,perchè la gente informata stà disertando l,isola,altro che prezzi alti….SCIRARINDIGREENPEACE

  9. Michele
    Maggio 31, 2013 alle 3:49 PM

    Carissimi avete ragione anche Voi, siamo pochi! Comunque dal tenore dei commenti, non rassegnati. Occorre provarci, contarsi e fare massa critica, anche con l’aiuto di GRIG!

  10. Shardana
    Maggio 31, 2013 alle 6:44 PM

    Le masse critiche agiscono anche fisicamente,nel senso che vanno nei luoghi dove si manifesta a portare con la propria presenza un segnale di dissenso.In quanto all’aiuto di GRIG concordo,sarebbe uno stimolo in più….

  11. Michele
    giugno 5, 2013 alle 8:40 PM

    Sapessi Shardana a quante manifestazioni antieolico selvaggio ho partecipato…

  12. giugno 29, 2013 alle 11:06 PM

    senza parole, solo tristezza.

    da Il Corriere della Sera, 29 giugno 2013
    DI SOLITO VIVE IN SIBERIA, IN AUSTRALIA O IN GIAPPONE. La triste storia del rondone : avvistato in Scozia dopo 22 anni, si schianta sulle pale eoliche. Proprio davanti ai birdwatcher estasiati: «Brutta fine per un animale che ha attraversato mezzo mondo»: http://www.corriere.it/animali/13_giugno_28/uccello-schianto-pale-eoliche_8b36d7dc-e010-11e2-b1a7-8dfb006d0609.shtml

  1. Maggio 26, 2013 alle 7:17 am

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