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Il risanamento dell’area industriale Fas deve essere assoggettato a valutazione di impatto ambientale.


Elmas, area ex F.A.S.

Elmas, area ex F.A.S.

Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico esprimono forte soddisfazione per la conclusione del procedimento di verifica di assoggettabilità del progetto di riconversione a centro commerciale dell’ex laminatoio dell’area industriale ex F.A.S., presentato dalla Villa del Mas s.r.l. in Comune di Elmas (CA): con deliberazione Giunta regionale n. 46/34 del 21 novembre 2012, è stato infatti deciso che il progetto dev’essere sottoposto a successivo procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) per le sue numerose e incisive criticità ambientali.

In precedenza, le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico avevano inoltrato una richiesta di informazioni a carattere ambientale ed adozione eventuali opportuni provvedimenti (17 febbraio 2011) al Ministero dell’ambiente, all’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, all’A.R.P.A.S., al Comune di Elmas, all’Assessorato provinciale alla tutela dell’ambiente, ai Carabinieri del N.O.E. e al Corpo forestale e di vigilanza ambientale riguardo la situazione di inquinamento ambientale del sito industriale dismesso delle Ferriere Acciaierie Sarde – F.A.S., in Comune di Elmas (CA).

Per opportuna conoscenza era stata informata la competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.

Il ciclo produttivo della F.A.S. (gruppo Stefàna) era finalizzato alla produzione di ferro tondeggiante per cemento armato (fasi: trattamento e riduzione degli scarti ferrosi; fusione degli scarti mediante forno e produzione di billette d’acciaio; laminazione delle billette d’acciaio e produzione del ferro).  Mediamente venivano trattate 55-100.000 tonnellate annue di scarti ferrosi.  All’interno dello stabilimento risulterebbero stoccati “fanghi di abbattimento fumi forno elettrico” contenenti quantità rilevanti di metalli pesanti (ferro, zinco, piombo, arsenico, ecc.) originariamente ceduti al polo industriale Enirisorse (oggi Portovesme s.r.l.) di Portoscuso per un ulteriore processo produttivo oltre a scorte di acciaieria.   In seguito alla cessazione dell’attività fortemente sovvenzionata con fondi pubblici (già nel corso degli anni ’80 e ’90 del secolo scorso la produzione era drasticamente calata) non è stata svolta la necessaria attività di bonifica e risanamento ambientale.

In seguito alla procedura di concordato fallimentare della F.A.S. (2001-2007), la proprietà passava alla Villa del Mas s.r.l. (2008), che si dichiarava disposta a sostenere gli obblighi di risanamento ambientale in cambio della riqualificazione urbanistica del sito industriale dismesso: l’intervento di riqualificazione urbanistica sembrerebbe prevedere – secondo notizie stampa (es. L’Unione Sarda, edizione del 16 dicembre 2010, pag. 21) – insediamenti residenziali per mc. 200.000 di volumetrie complessive e circa 10.000 abitanti insediabili.  In proposito vi sarebbe un “parere favorevole condizionato” da parte di specifica conferenza di servizi in data 28 agosto 2009 e un atto di indirizzo per la riqualificazione ambientale e urbanistica del predetto sito industriale dismesso da parte del Comune di Elmas (deliberazione Consiglio comunale del 18 gennaio 2010). Si ventilava anche la partecipazione al  bando regionale per progetti pilota di housing sociale.

Tuttavia, lo svolgimento delle necessarie operazioni di bonifica ambientale (artt. 240-253 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) sono solo state avviate, ma non completate, mentre precedenti provvedimenti comunali in proposito rivolti ai liquidatori fallimentari erano stati annullati dai giudici amministrativi (sent. T.A.R. Sardegna, sez. II, 11 marzo 2008, n. 395).

Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno, quindi, richiesto le opportune analisi e verifiche sulla presenza di sostanze inquinanti, nonché l’adozione dei necessari provvedimenti, in primo luogo quelli finalizzati al completamento della bonifica ambientale, prima di ogni eventuale nuovo utilizzo.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra

fas

 

da CagliariPad, 6 dicembre 2012

Dalla Regione stop al centro commerciale alle ferriere di Elmas. “Serve la Valutazione di impatto ambientale”. La Giunta Cappellacci spedisce alla Via la conversione di un vecchio capannone alle porte della città in grande struttura di vendita. Dubbi su bonifiche, viabilità e ripercussioni per l’ecosisistema.  Ennio Neri

Guarda nella Photogallery: le vecchie ferriere di Elmas

Stop al centro commerciale alle vecchie ferriere di Elmas. La Giunta regionale, con una delibera del 21 novembre scorso (uno degli ultimi atti dell’ex assessore Giorgio Oppi prima di abbandonare l’esecutivo), ha spedito alla valutazione di impatto ambientale il progetto.

Nero su bianco dubbi su tutto il progetto che ha vissuto una storia travagliata. La società Villa del Mas srl ha presentato, ad aprile 2012, l’istanza di verifica di assoggettabilità a Valutazione di  Impatto Ambientale relativa al progetto “Riconversione ad attività commerciale dell’ex laminatoio Fas di  Elmas ”.      L’intervento, (costo 18 milioni di euro, finanziato con capitali privati) consiste nella riqualificazione dell’edificio un tempo adibito a laminatoio nell’area ex Fas (Ferriere Acciaierie Sarde), ai fini del cambio di destinazione d’uso in locale commerciale, destinato a Grande struttura di vendita.

L’area, un sito industriale dismesso, accanto alla laguna di Santa Gilla e all’aeroporto, un tempo di proprietà della Società Ferriere ed Acciaierie Sarde, che ha svolto, dal 1962 al 1994, attività di produzione di ferro tondo per cemento armato, attualmente è oggetto di un procedimento di bonifica. L’immobile, che costituiva il laminatoio della acciaieria, ha una superficie di circa 32 mila mq, con un volume di circa 590 mila mc. Al suo interno è prevista la realizzazione di una superficie di vendita pari a 28 mila 857 mq di cui 3 mila 226 di superficie alimentare e 25 mila 331 di superficie non alimentare. È inoltre prevista la realizzazione dei parcheggi a servizio (tre spiazzi differenti), pari rispettivamente a circa 35 mila 300 mq capace di contenere mille e 400 posti auto. C’è anche il piano per la viabilità una rotatoria di accesso in corrispondenza della via Sulcitana, l’utilizzo delle attuali corsie di accelerazione e decelerazione per l’ingresso e l’uscita dalla statale 130 e l’introduzione di una strada esclusiva per garantire il raggiungimento delle attività commerciali e produttive già presenti a ridosso dell’area di intervento e il potenziamento del sistema di svincoli presenti in direzione aeroporto.

Ed ecco i problemi evidenziati dall’assessorato regionale all’Ambiente. In primis le bonifiche.  Una  porzione dell’area venne utilizzata a partire dal 1988 come discarica di scorie di acciaieria e di altri materiali di risulta. E le procedure non sono mai state completate. C’è poi il nodo degli impatti a livello di assetto territoriale e trasportistico, “amplificata dal cumulo con altri progetti previsti nell’area, che la  proponente non ha considerato e di cui dovrà tenere conto ai fini dell’analisi degli impatti cumulativi”. Dubbi anche sugli aspetti progettuali (materiali di scavo e infrastrutture) e ambientali. Soprattutto la movimentazione, rimozione e smaltimento di “tutti i rifiuti di natura edile (materiali da demolizione, rifiuti ferrosi, etc) e delle coperture in cemento amianto dell’edificio exlaminatoio”,  peraltro non quantificati, neppure in maniera approssimativa”. Lo stesso proponente evidenzia che “nella fase di cantiere per la realizzazione degli interventi … particolari cautele e accorgimenti si renderanno necessari per limitare l’eventuale esposizione dei lavoratori impegnati nell’esecuzione dei lavori civili/edili e degli eventuali frequentatori delle aree residenziali esterne” e che “i lavori di riconversione che saranno condotti nelle aree interne al sito potranno produrre la dispersione di polveri in atmosfera originate dalla movimentazione di terreni e materiali potenzialmente contaminati, con potenziale interessamento anche delle aree esterne adiacenti al sito e della popolazione ivi residente”. Da qui le cautele per Elmas dove le abitazioni più prossime all’area d’intervento distano circa 1 km, a circa 500 metri è presente l’Istituto tecnico agrario e la relativa azienda, mentre l’aeroporto dista circa 500 metri in linea d’aria. Così la realizzazione dell’intervento “non può prescindere da una valutazione approfondita di possibili impatti sulla salute della popolazione causati dalla ricaduta al suolo di polveri potenzialmente contaminate”. Altri dubbi relativi all’impatto sulle falde sotterranee, sulla fauna e sull’inquinamento acustico.

L’Assessore Oppi riferisce quindi che il Servizio Savi, “considerato che la documentazione depositata non risulta sufficiente per consentire la comprensione delle caratteristiche e delle dimensioni del progetto, della tipologia delle opere previste e del contesto territoriale e ambientale di riferimento, nonché dei principali effetti che possono aversi sull’ambiente”, ha concluso l’istruttoria con la proposta di sottoporre alla procedura di Via l’intervento in oggetto, per individuare e valutare più approfonditamente “l’entità degli impatti potenziali, l’analisi di alternative progettuali”. In stand by anche il progetto residenziale, sempre della società Villa del Mas nella zona delle vecchie ferriere: 580 alloggi (300 a canone concordato e 280 di edilizia privata), costo di 85 milioni di euro, 70 sono pubblico/privati e 15 chiesti alla Regione. L’intervento di Elmas è stato ammesso lo scorso anno, ma con riserva: l’area delle vecchie ferriere è ancora zona industriale e il Comune di Elmas aveva garantito la disponibilità alla variante urbanistica in caso di ok al progetto da parte della Regione.

 

L'Unione Sarda, 29 novembre 2014

L’Unione Sarda, 29 novembre 2014

 

(foto da mailing list ecologista)

  1. icittadiniprimaditutto
    dicembre 8, 2012 alle 7:53 am

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. dicembre 8, 2012 alle 3:01 PM

    Reblogged this on Il blog di Fabio Argiolas.

  3. novembre 27, 2014 alle 2:54 PM

    in seguito a procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) il progetto ha avuto giudizio di compatibilità ambientale con numerose condizioni con deliberazione Giunta regionale n. 47/28 del 25 novembre 2014: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20141127101031.pdf

  4. novembre 29, 2014 alle 10:15 PM

    sono presenti aggiornamenti all’articolo.

  5. dicembre 1, 2014 alle 3:05 PM

    da L’Unione Sarda, 1 dicembre 2014
    Sparito l’housing sociale e le boniche integrali non si fanno più.
    Area ex Fas, il progetto che (ri)nacque tre volte. (Cristina Cossu): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20141201091555.pdf

  6. marzo 20, 2015 alle 2:50 PM

    rettifiche marginali con deliberazione Giunta regionale n. 10/8 del 17 marzo 2015: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20150318162816.pdf

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