L’Italia e gli italiani pagano le “porcate venatorie” delle Regioni.
E’ storia vecchia. Le varie forme di “caccia in deroga” che le Regioni approvano, con la contrarietà (vds. nota I.S.P.R.A. n. 10200 del 20 luglio 2011) dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – I.S.P.R.A. (e già dell’ Istituto nazionale per la fauna selvatica – I.N.F.S.), il barcamenarsi dello Stato e una durissima opposizione ecologista (soprattutto da parte della Lega per l’Abolizione della Caccia), stanno per provocare da parte delle Istituzioni comunitarie (Commissione e Corte di Giustizia) l’irrogazione di una pesantissima sanzione pecuniaria per violazione delle direttive comunitarie in materia di tutela dell’avifauna selvatica (direttive n. 79/409/CEE e n. 2009/147/CE). Veneto, Lombardia, Puglia, Liguria, ma anche Sardegna.
Il tutto per consentire graziosamente a una minoranza armata di fare il bello e il cattivo tempo e di sparacchiare quando gli và.
Attiveremo – se purtroppo si renderà necessario – le competenti Procure della Corte dei conti perché ne rispondano amministratori e funzionari pubblici delle Regioni interessate. Impareranno a loro spese (è proprio il caso di dirlo) a gestire così gli interessi pubblici della tutela faunistica.
Gruppo d’Intervento Giuridico
da L’Espresso on line, 5 dicembre 2011
La caccia? Ci costerà un miliardo.
La Commissione Europea potrebbe presto multare l’Italia a causa dei regolamenti venatori di Veneto, Liguria, Puglia e Lombardia, che violano la direttiva comunitaria e permettono di cacciare in periodi off limits. Federico Formica
E adesso chi lo racconta a Mario Monti? Sull’Italia sta per piovere un altro salasso da oltre un miliardo di euro. E’ la maxi multa che la Commissione Europeaci comminerà presto. Motivo: le ripetute violazioni della direttiva Ue che regola la caccia agli uccelli selvatici. Al centro della querelle giudiziaria ci sono le deroghe che le Regioni continuano a concedere ai cacciatori violando la Direttiva Uccelli, il testo europeo che regola i prelievi venatori dei volatili all’interno dell’Unione. Stavolta la bacchettata è arrivata a Liguria e Veneto. Genova ha varato un calendario di caccia che oltrepassa i limiti stabiliti dalla normativa, mentre il Veneto ha consentito ai cacciatori di abbattere anche in periodi off-limits. Motivo ufficiale: limitare i danni che i pennuti stavano arrecando all’agricoltura locale. Nel mirino anche Lombardia e Puglia, per gli stessi motivi. I tempi sono strettissimi: la Commissione chiede una risposta entro un mese. Poi quasi certamente partirà il secondo deferimento e la definitiva condanna. Già, perché l’Italia ne aveva già subita una nell’estate del 2010. Allora, però, ci era bastato modificare di corsa la legge 157 – quella che regola la caccia in Italia – adeguandola ai parametri europei. Un compito che il Parlamento ha svolto solo a metà, visto che secondo la Commissione “diverse violazioni non sono ancora state corrette”. In particolare, non è ancora in funzione “il dispositivo che consente al governo italiano di impedire che le regioni rilascino deroghe per la caccia in violazione della direttiva”. Insomma, l’Italia potrebbe dare un colpo d’ascia alla doppietta facile, togliendo di mezzo tutto quel sottobosco di eccezioni che le Regioni concedono di continuo. Eppure nessuno ha ancora mosso un dito. E il conto sta per arrivare. Si stima che la multa si possa aggirare tra i 10 e i 20 milioni di euro. La vera mazzata, però, è un’altra. E più che un volatile, sarebbe in grado di stendere un bisonte: l’Italia rischia una sanzione di 750.000 euro per ogni giorno in cui la direttiva è stata disattesa. Il calcolo partirebbe da metà2008, l’anno in cui siamo stati deferiti per la prima volta. Totale: circa 1,2 miliardi di euro. La stima, non ancora confermata, basta a far tremare i polsi.
In molte regioni italiane la lobby della doppietta ha fatto proseliti. E non se ne sono accorti solo i giudici della corte europea. Negli ultimi giorni, infatti, i Tar competenti hanno bocciato alcuni provvedimenti firmati da Regione Lazio, Regione Veneto e provincia di Brescia in materia di caccia. Se per il Veneto il Consiglio di Stato ha rimesso in discussione la sentenza dei giudici regionali, negli altri due casi la situazione è molto più chiara.
La Regione Lazio, infatti, ha approvato il calendario venatorio senza tener conto delle raccomandazioni europee e, soprattutto, del parere dell’Ispra. Da quando l’Italia ha adeguato la legge alle direttive Ue nel 2010, infatti, le regioni devono chiedere il parere all’ente, che è obbligatorio ma non vincolante. Ma l’Ispra ha anche redatto una guida, uno strumento tecnico che, se ben utilizzato, consente di rispettare al 100% la direttiva europea. Tanto che, per la commissione europea, la guida ha un alto spessore scientifico e ci si deve attenere al suo dettato. Che, manco a dirlo, fissa limiti e paletti molto stringenti per salvaguardare la biodiversità della nostra fauna.
In Lombardia, invece, la materia del contendere è quello dei richiami vivi. Cosa sono? Uccelli che i cacciatori catturano perché cinguettino e richiamino altri uccelli, più ricercati e più difficili da trovare. Gli uccelli da richiamo vengono spesso catturati in quantità molto superiori al consentito, con metodi illeciti e sono trattati in maniera brutale: a volte vengono accecati. Il Tar della Lombardia ha sospeso l’autorizzazione della provincia di Brescia, che non rispetta i limiti imposti dall’Europa e non ha chiamato in causa l’Ispra.
Per favorire i cacciatori, alcune regioni ricorrono a un trucco piuttosto semplice. Al posto di un normale atto amministrativo, impugnabile al Tar, basta approvare una legge regionale. “Anche queste leggi possono essere impugnate, ma deve farlo il Governo di fronte alla Corte Costituzionale, e i tempi si allungano: la decisione può arrivare anche l’anno successivo.
Nel frattempo le doppiette sono già entrate in azione indisturbate” spiega l’avvocato Valentina Stefutti, coordinatrice editoriale della rivista Diritto all’ambiente e curatrice del ricorso al Tar del Lazio. Quando si parla di caccia i consigli regionali possono essere estremamente determinati.La Lombardia è un esempio: la sua legge era stata bocciata dalla Consulta? Bene, il giorno seguente ne ha approvata una quasi identica. Quella che oggi l’esecutivo Monti tenta di nuovo di disinnescare.
ecco un esempio di battuta di c.d. caccia in deroga, a Colle San Zeno, in Provincia di Brescia.
di seguito la lettera del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni al Consiglio regionale lombardo con la richiesta di “revoca” dell’ultima leggina sulla c.d. caccia in deroga.
(foto L.A.C., S.D., archivio GrIG)
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- Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.)
- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
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- legge sul procedimento amministrativo (legge n. 241/1990 e s.m.i.)
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Arriva una multa da un miliardo ? Non c’e’ problema, basta aumentare l’eta’ di pensionamento di un anno, e siamo a posto. Oppure eliminare l’adeguamento inflattivo delle pensioni al minimo.
Una patrimoniale sui cacciatori sul possesso dei fucili ? Peccato : il berlusca dice no e il bossi mostra il gia’ noto dito medio.
Vorrei ricordare agli amici del Grig che a Carloforte qualcuno ha avuto la bella pensata di importare cinghiali (non è specie autoctona) che ovviamente stanno devastando l’ambiente. Tutto fatto, immagino, per poter poi vantarsi di aver cacciato cinghiali sull’isola di San Pietro.
Regione Lombardia – Struttura Stampa
Attività venatoria: Commissione abolisce articoli legge regionale
su caccia in deroga e richiami vivi
I provvedimenti erano stati contestati dalla Commissione europea
Milano, 6 dicembre 2011 – Abrogati gli articoli delle leggi regionali venatorie n.13 e n.16 approvate quest’anno inerenti la caccia in deroga e la cattura dei richiami vivi. Lo ha deciso questo pomeriggio all’unanimità la Commissione “Agricoltura” presieduta da Carlo Saffioti (PdL), recependo così l’invito del presidente della Giunta regionale Roberto Formigoni e ottemperando alla nota inviata alla Commissione dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale (entrambi i documenti sono in allegato).
“Abbiamo assunto questa decisione –ha spiegato il presidente Carlo Saffioti- come segno di attenzione e disponibilità verso la Commissione Europea, consapevoli che quanto contestato è però dovuto a inadempienze legislative in sede nazionale e non certo attribuibili a Regione Lombardia. E’ da anni che in materia di caccia in deroga invochiamo da parte del parlamento nazionale una normativa chiara e conforme con le direttive europee e che consenta alle nostre leggi regionali di essere al riparo da ogni impugnazione. Auspico che quanto prima il Governo italiano possa provvedere, allineandosi così agli altri Paesi europei anche in materia venatoria”.
Il provvedimento regionale viene contestato in sede europea perché, consentendo la caccia in deroga delle specie storno, fringuello, peppola, pispola e frosone, viola l’articolo 9 della direttiva comunitaria dal momento che “non fornisce alcuna indicazione sulle ragioni e sui motivi concreti che renderebbero necessario il prelievo di queste specie e non rispetta il requisito riferito alla piccola quantità”.
Recependo le stesse motivazioni, in data 21 novembre il Consiglio dei Ministri aveva impugnato anche la legge lombarda sui richiami vivi. Da qui la richiesta del Presidente Roberto Formigoni di abrogare le due leggi al fine di evitare la possibilità di incorrere in sanzioni pecuniarie.
Comunicato stampa,
Milano, 21 dicembre 2011
Caccia: L’Italia e gli italiani non devono pagare le azioni indegne in materia venatoria delle Regioni
La Lombardia si appresta ad abrogare le leggi su caccia in deroga e cattura dei richiami vivi a ridosso delle multe europee
E’ una storia vecchia e ormai ci ha stancato.
Le varie forme di “caccia in deroga” che le Regioni approvano, con la contrarietà dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – I.S.P.R.A. (e già dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica – I.N.F.S.), il barcamenarsi dello Stato e una durissima opposizione ecologista (soprattutto da parte della Lega per l’Abolizione della Caccia), stanno per provocare da parte delle Istituzioni comunitarie (Commissione e Corte di Giustizia) l’irrogazione di una pesantissima sanzione pecuniaria per violazione delle direttive comunitarie in materia di tutela dell’avifauna selvatica (direttive n. 79/409/CEE e n. 2009/147/CE).
Veneto, Lombardia, Puglia, Liguria, sono le Regioni che si sono prestate agli interessi della parte venatoria più becera.
Il tutto per consentire graziosamente a una minoranza armata di fare il bello e il cattivo tempo e di sparacchiare quando gli va.
Per troppi anni la Lombardia ha consentito, con singoli provvedimenti legislativi e delibere-fotocopia, un susseguirsi di autorizzazioni all’abbattimento di centinaia di migliaia di piccoli uccelli migratori per ogni stagione venatoria (tutelati dalla DirettivaUE sulla tutela dell’avifauna del 1979 e dalla legge statale sulla caccia) come fringuelli, peppole, frosoni, pispole e prispoloni.
Il 22 dicembre approderà in Consiglio Regione Lombardia il disegno di legge della giunta Formigoni che dovrà abrogare le leggi regionali stagionali del prelievo in deroga e cattura dei richiami vivi. Questo a migrazioni autunnali già concluse e a circa 10 giorni dal 31 dicembre 2011, termine del periodo della caccia in deroga.
Attiveremo – se purtroppo si renderà necessario, in caso di irrogazione della sanzione pecuniaria – le competenti Procure Nazionale e Regionali della Corte dei Conti perché ne rispondano amministratori e funzionari pubblici delle Regioni interessate.
Impareranno a loro spese (è proprio il caso di dirlo) a gestire così gli interessi pubblici della tutela faunistica e dei soldi dei cittadini.
Per informazioni:
Lega Abolizione Caccia, Sezione Lombardia
Via Solari 40, 20144 Milano Tel 02 47711806
Tel: 0247711806 – 3335242295
Email: info@abolizionecaccia.it
Web: http://www.abolizionecaccia.it
Pirellone-Ue, vince l’Europa. Cancellata la caccia in deroga
MILANO –
Sono state abrogate oggi dal Pirellone le leggi regionali sulla caccia che permettavano per quest’anno il prelievo in deroga e la cattura dei richiami vivi. Una votazione simbolica quella arrivata in via Pirelli che cancella un provvedimento contestato dall’Europa. Motivo: la legge regionale, valida quindi solo per la Lombardia, è contraria alla direttiva comunitaria n.9 perchè non specifica le ragioni per cui si possa fare la caccia in deroga.
Il voto è stato unanime tra maggioranza e opposizione, ma chi vuole difendere la passione venatoria dice di voler andare avanti, meglio se con una legge a livello nazionale. “Unicamente per correttezza istituzionale – spiegano i consiglieri regionali della Lega Nord Alessandro Marelli e Pierluigi Toscani – abbiamo votato a favore del provvedimento di abrogazione. Siamo, infatti, convinti che non si tratti di un atto di vera legalità, ma di una forzatura della Commissione Ue e di un gesto estremamente ingiusto contro l’Italia e soprattutto contro la Lombardia e il Veneto, rimaste ormai le uniche regioni a sostenere apertamente la caccia in deroga.
La Lega Nord non ha nessuna intenzione di fermare la propria battaglia a difesa delle tradizioni venatorie lombarde. Faremo di tutto per far valere i diritti dei cacciatori e per salvare i roccoli che sono ormai un patrimonio plurisecolare del paesaggio lombardo. Per questi motivi – continuano i rappresentanti del Carroccio – abbiamo presentato un ordine del giorno, successivamente approvato dall’Aula, che impegna la Giunta regionale ad attivarsi immediatamente presso le istituzioni competenti, nazionali e comunitarie, al fine di trovare le idonee soluzioni per autorizzare in piena legittimità la pratica della caccia in deroga per motivi tradizionali. Inoltre, il nostro documento chiede alla presidenza del Consiglio regionale di promuovere un incontro tra una rappresentanza dell’assemblea e la Commissione Ue allo scopo di verificare lo stato della legislazione in materia venatoria e per istituire un dialogo proficuo e continuo affinché venga permesso l’esercizio della caccia in deroga nelle regioni richiedenti”.
L’aula del consiglio regionale
E uno dei due consiglieri ha “pizzicato” un collega dell’Italia dei Valori per un ordine del giorno che non ha avuto il via libera. “Nel dibattito odierno – spiega Alessandro Marelli – il capogruppo Zamponi ha affermato che l’IdV è contraria alla caccia e chi non la pensa così non è in linea con il partito. In pratica, ha rinnegato e sconfessato il suo presidente Di Pietro e l’on. Cimadoro, noti cacciatori e da sempre favorevoli alla pratica venatoria. Bisogna inoltre precisare che Zamponi ha sostenuto questa tesi senza che gli altri due compagni di partito Sola e Patitucci prendessero le distanze, anzi… Che l’Italia dei Valori fosse allo sbando, visto anche gli ultimi avvenimenti nazionali, lo si era già visto. Ma che la mano destra dell’IdV tenga in mano la bandiera dell’ambientalismo di comodo e quella sinistra le doppiette, è davvero la comica dell’azione politica dell’Italia dei Valori”.
E sull’approvazione unanime di oggi è intervenuta un’altra consigliera bresciana, Margherita Peroni (Pdl). “Il voto rappresenta un atto di responsabilità e di disponibilità che dimostra di voler fare leggi rispettose delle normative nazionali e comunitarie – ha detto – e non si possono imputare colpe al Consiglio su questo tema: ci sono indicazioni europee che vanno recepite dallo Stato e all’interno di questo quadro ci dovremo muovere. E’ chiara la volontà di difendere una tradizione che nella nostra Regione è forte e radicata. Bisogna però chiedere allo Stato, che in tanti anni non è stato in grado di adeguare la normativa italiana a quella europea, di fare la sua parte e di produrre atti chiari.Solo così le Regioni potranno essere messe in condizioni di legiferare serenamente su questi temi, ricordando che sia la caccia sia quella in deroga sono pratiche ammesse dalla legge italiana”.
http://www.ecodellevalli.tv/cms/?p=27344
da Il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2011
L’Europa minaccia multe milionarie. E anche la Lombardia abroga la “caccia in deroga”. La Lega Nord è già pronta a riproporre il provvedimento “illegale” per la prossima stagione venatoria: “E’ una forzatura della Ue contro l’Italia e soprattutto contro Lombardia e Veneto. Faremo di tutto per far valere i diritti dei cacciatori”. Zanoni, eurodeputato Idv: “Farò il possibile perché nessuno faccia il furbo e vengano rispettate le direttive comunitarie, tra agosto e settembre 2012 li aspetterò al varco”: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/28/lombardia-abroga-caccia-deroga-solo-paura-delle-multe-europee/180166/