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Il gasdotto appenninico “Rete Adriatica” và a giudizio.


Himantoglossum adriaticum

Tre ricorsi straordinari al Capo dello Stato sono in corso di notifica avverso il progetto di gasdotto appenninico “Rete Adriatica” della Snam Rete Gas s.p.a. da parte delle associazioni ecologiste  Mountain Wilderness, Lega per l’Abolizione della Caccia e Federazione nazionale Pro Natura, da parte della Provincia di Perugia e da parte del Comune di Gubbio, curati dall’avv. Rosalia Pacifico, del Foro di Cagliari.   Individuato quale contro interessato – e futuro soggetto interveniente – il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, associazione ecologista che – insieme al battagliero Comitato umbro-marchigiano No Tubo – sta provvedendo al raccordo delle varie azioni legali contro un tracciato che rischia di degradare pesantemente i delicati ambienti appenninici e aumentare i rischi derivanti dai probabili terremoti.

I ricorsi sono stati rivolti avverso i decreti ministeriali che hanno concluso positivamente, con prescrizioni, i rispettivi procedimenti di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. per i tronchi Sulmona – Foligno e Foligno – Sestino.  

Riguardano una parte dell’unico progetto Snam di gasdotto “Rete Adriatica” dalle caratteristiche pesantemente impattanti: una lunghezza complessiva di km. 687 (tubazione di diametro 1.200 mm. a mt. 5 di profondità, servitù di mt. 40), un unico tracciatodal Sud (Massafra, Prov. Taranto) fino all’Italia settentrionale (Minerbio, Prov. Bologna).

simulazione posa gasdotto (Studio Newton, Fano)

Un progetto suddiviso in cinque tronconi (Massafra-Biccari; Biccari-Campochiaro; centrale di compressione Sulmona; Sulmona-Foligno; Foligno-Sestino; Sestino-Minerbio) che attraversa ben dieci Regioni (Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche, Toscana, Emilia-Romagna), interessando aree di rilevante importanza naturalistica (3 parchi nazionali, 1 parco naturale regionale, 21 siti di importanza comunitaria)[1], aree a gravissimo rischio sismico (Abruzzo, Umbria, Marche) e idrogeologico, senza che  sia stato effettuato un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale (direttive n. 85/337CEE e n. 97/11/CE) come richiesto da normativa e giurisprudenza comunitaria (vds. es. Corte di Giustizia CE, Sez. II, 28 febbraio 2008, causa C-2/07) né una procedura di valutazione ambientale strategica (direttiva n. 01/42/CE). Disattese anche altre disposizioni normative specifiche relative al procedimento di V.I.A. e alla corretta redazione dello studio di impatto ambientale.

Avverso tale progetto sono stati presentati vari ricorsi alla Commissione europea da amministrazioni pubbliche (Province di Pesaro-Urbino e di Perugia, Comunità Montana Catria e Nerone, Comune di Gubbio, Comune di L’Aquila), associazioni ecologiste (Gruppo d’Intervento Giuridico, Comitato “No Tubo”, Federazione nazionale Pro Natura, WWF, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, Comitato civico Norcia per l’ambiente, La Lupus in Fabula) e venatorie (Arci Caccia – Perugia).

Apecchio, crinale appenninico

Non solo.   Il deputato catalano Raül Romeva i Rueda, del Gruppo Verdi/A.L.E., ha presentato il 20 luglio 2010 un’interrogazione prioritaria al Parlamento europeo chiedendo quali iniziative intenda adottare la Commissione europea nei confronti del progetto Snam di gasdotto “Rete Adriatica”, evidenziando le caratteristiche di pesante impatto ambientale del progetto e chiedendo alla Commissione europea quali iniziative intenda assumere – in rispetto della normativa comunitaria – per ricondurre l’Italia alla corretta applicazione delle direttive europee in materia di valutazione di impatto ambientale (nn. 85/337/CEE e 97/11/CE), di valutazione ambientale strategica (n. 01/42/CE) e di tutela degli habitat naturali e semi-naturali (n. 92/43/CEE).  Sono seguite numerose altre iniziative di sindacato parlamentare, a livello comunitario (on. Rinaldi, I.d.V.), nazionale (in particolare on. Verini, P.D., sen. Belisario, I.d.V., sen. Poretti, Radicali.P.D.) e regionale (in particolare in Abruzzo e in Umbria).

Una nuova importante iniziativa legale a sostegno delle legittime richieste di Enti locali, associazioni e comitati ecologisti nazionali e territoriali per la salvaguardia dell’Appennino, dei valori naturalistici, paesaggistici e del tessuto economico-sociale delle collettività locali interessate.  Ora, dopo la relazione introduttiva del Ministero dell’ambiente, sarà la volta del Consiglio di Stato che esprimerà il proprio prescritto parere. Il gasdotto appenninico va a giudizio.

Gruppo d’Intervento Giuridico

Appennino, boschi dell'Umbria

Qui gli atti:

gasdotto appenninico, tronco Sulmona-Foligno: http://www.minambiente.it/export/sites/default/archivio/allegati/Decreti_VIA/2011/decreto_07_03_11_70.pdf 

Allegati,

gasdotto appenninico, tronco Foligno-Sestino: http://www.minambiente.it/export/sites/default/archivio/allegati/Decreti_VIA/2011/decreto_16_05_11_256.pd  e  Allegati.

 

(simulazione Studio Newton, foto A.C., S.L., archivio GrIG)


[1]   *  parchi nazionali della Maiella, dei Monti Sibillini, del Gran Sasso – Monti della Laga;

parco naturale regionale del Velino – Sirente;

siti di importanza comunitaria – S.I.C. e/o zone di protezione speciale – Z.P.S. “Area delle Gravine” (codice IT9130007), “Valle Ofanto-Lago di Capaciotti” (codice IT9120011), “Valle del Cervaro-Bosco dell’Incoronata” (codice IT9110032), “Sorgenti ed Alta Valle del fiume Fortore” (codice IT8020010), “Bosco di Castelvetere in Valfortore” (codice IT8020006), “Bosco di Castelpagano” (codice IT2020005), “Sella di Vinchiaturo” (codice IT7222296), “La Gallinola-Monte Miletto- Monti del Matese” (codice IT7222287), “Maiella” (codice IT7140203), “Maiella sud-ovest” (codice IT7110204), “Monte Genzana” (codice IT7110100), “Parco nazionale della Maiella” (Z.P.S., codice IT7140129), “Fiumi-Giardino-Sagittario-Aterno-Sorgenti del Pescara” (codice IT7110097), “Velino-Sirente” (codice IT7110130),  “Fiume Topino” (codice IT5210024), “Boschi bacino di Gubbio” (codice IT5210010), “Boschi di Pietralunga” (codice IT5210004), “Biotopi e ripristini ambientali di Medicina e Molinella” (codice IT4050022), “Valli di Medicina e Molinella” (codice IT4050017), “Biotopi e ripristini ambientali di Budrio e Minerbio” (codice IT4050023), “Valle Benni” (codice IT4050006).

  1. Comitato No Tubo
    ottobre 19, 2011 alle 8:39 PM

    Il consiglio Regionale d’Abruzzo stoppa il Gasdotto: quando l’Umbria e le Marche?

    Il Comitato Interregionale No Tubo, esprime piena soddisfazione per l’approvazione, avvenuta all’unanimità, della risoluzione anti gasdotto da parte del Consiglio Regionale d’Abruzzo.
    Con questa risoluzione, il massimo organo della Regione Abruzzo, dopo aver sottolineato il carattere fortemente impattante del metanodotto Sulmona-Foligno di 168 km. e della centrale di compressione che la Snam intende realizzare a Sulmona, sancisce che “non sussistono le condizioni per la espressione di un parere favorevole della Regione nell’ambito della intesa Stato-Regione” e ciò, in particolare, per l’elevato rischio sismico e per la grande qualità ambientale dei territori che verrebbero attraversati dal metanodotto.
    Di conseguenza il Consiglio Regionale “impegna il Presidente della Regione, dott. Gianni Chiodi, a mettere in atto le necessarie iniziative istituzionali nei confronti del Governo nazionale affinchè venga istituito un apposito tavolo tra tutti i soggetti interessati per la individuazione di un tracciato del metanodotto alternativo a quello della dorsale appenninica”.
    A questo punto il Comitato No Tubo chiede alle altre due Regioni dell’Italia Centrale (Umbria e Marche), interessate dall’opera, di approvare una risoluzione dello stesso genere, poiché le caratteristiche e le emergenze territoriali sono le stesse per le quali in Abruzzo si è deciso di esprimere questa forte contrarietà al passaggio del gasdotto.
    Questo per dare un seguito anche alle numerose osservazioni fatte dai cittadini ed associazioni, oltre alle iniziative di varie amministrazioni (Provincia di Perugia, Comunità Montana del Catria e del Nerone, provincia di Pesaro Urbino comune di Gubbio, comune di Pietralunga, comune di Città di Castello ecc) che con numerosi atti, tra cui per ultimo il Ricorso Straordinario al Capo dello Stato, hanno espresso una forte contrarietà al progetto.
    Fra le ragioni per cui la costruzione del gasdotto suscita contrarietà, ultima in ordine di tempo ma non di importanza, è la CLAMOROSA DENUNCIA PUBBLICA DI CONFINDUSTRIA CERAMICA.
    Questa per voce di Armando Cafiero, direttore generale di Confindustria Ceramica in un articolo del (Sole 24 Ore del 14.9.11) afferma che di gas, “in Italia, ce n’è in grande quantità ma il prezzo aumenta; le aziende del settore ceramico fanno registrare aumenti anche del 35-40% sul prezzo del gas.”
    La spiegazione del perchè ciò avvenga arriva sempre da Confindustria Ceramica. “In Italia c’è pochissima liquidità sul mercato del gas – – ma non perchè non ne arrivi abbastanza. Le forniture correnti abbondano rispetto alla domanda, che è calata per le note difficoltà dell’industria.
    La vera ragione è che la capacità d’importazione è sottoutilizzata dall’Eni, che la sfrutta solo al 60% e non consente ad altri di far passare il proprio gas nelle infrastrutture inutilizzate. La conservazione di quote di capacità non utilizzate evidentemente riduce la competizione e la liquidità del nostro mercato”.
    La denuncia di Confindustria Ceramica demolisce le posizioni di chi sostiene che in Italia è necessario costruire nuovi metanodotti.
    La questione ci riguarda molto da vicino perchè conferma ciò che da tempo affermiamo e cioè che la costruzione del mega gasdotto Brindisi-Minerbio di 687 km (del quale il Sulmona-Foligno di 168 km è un pezzo) non serve all’Italia nè tanto meno alle Marche e all’Umbria. Già oggi, infatti, le infrastrutture esistenti nel nostro Paese hanno una capacità di trasporto del gas di oltre 107 miliardi di metri cubi l’anno, una cifra che è di molto superiore al consumo interno, che lo scorso anno non ha raggiunto gli 83 miliardi di metri cubi.
    Che il nuovo mega gasdotto serva per rafforzare il ruolo di “hub” dell’ Eni lo riconosce la stessa Snam. Questo significa che l’Eni farà notevoli profitti rivendendo il gas ai Paesi europei, mentre tutti i danni e i rischi saranno scaricati sui territori attraversati: in questo caso sulle aree geologicamente instabili e altamente sismiche dell’ interno, addirittura sul crinale dell’Appenninci.
    Appare quindi del tutto evidente che le nostre Regione non hanno bisogno del nuovo gasdotto.
    Insomma, non solo il gas abbonda, ma abbondano anche le ragioni perchè la Regione Umbria, assieme alle Marche si mettano all’opera per scongiurare definitivamente quello che si preannuncia come un disastro annunciato e progettato, con la profonda devastazione della dorsale appenninica.
    I comitati non abbasseranno la guardia, ma seguiranno molto da vicino e con grande attenzione l’evolversi dei fatti per scongiurare eventuali manovre miranti ad impedire che la risoluzione produca gli effetti che sono attesi.

  2. BOE
    ottobre 21, 2011 alle 5:47 PM

    SEMPRE E SOLO ” ENI” , CON LE SUE FIGLIOLETTE A SPORCARE IL MONDO !!!…
    QUANDO SI RIUSCIRA A FERMARLA ???…PROVATECI VOI…PERCHE’ NOI SARDI,
    ABBIAMO QUALCHE DIFFICOLTA….

  3. Comitato NoTubo
    ottobre 27, 2011 alle 12:17 PM

    GASDOTTO/ DEPUTATI PD: “IL VOTO UNANIME IN COMMISSIONE AMBIENTE SUL TAVOLO TECNICO UN RISULTATO DI GRANDE VALORE”

    “La votazione unanime da parte della commissione Ambiente della Camera dei Deputati della risoluzione presentata dai parlamentari del PD, con la quale si impegna il governo a promuovere un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati per una valutazione delle criticità del tracciato del gasdotto Brindisi-Minerbio e’ un risultato di grande valore”.
    Lo dichiarano i parlamentari del Pd Raffaella Mariani, Giovanni Lolli, Massimo Vannucci e Walter Verini, firmatari della stessa risoluzione. “La nostra posizione – proseguono i parlamentari – nasceva dall’esigenza di mettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti: le amministrazioni locali, i tecnici, la Snam, i Comitati, per confrontare tutti i problemi che presenta il tracciato proposto che, non solo a nostro parere, rischia di causare danni ambientali contenendo inoltre aspetti critici per la sismicità dei territori interessati”.
    “Il fatto che la Commissione Ambiente abbia votato la nostra risoluzione all’unanimità – proseguono i deputati del PD – significa che i suoi contenuti erano ragionevoli e costruttivi. Si apre ora – concludono Mariani, Lolli, Vannucci e Verini – una fase nuova, di confronto di merito e di ascolto sostanziale delle ragioni di chi non e’ pregiudizialmente contro lo sviluppo della rete gas, ma nutre profonde ragioni di contrarietà verso il tracciato
    progettato”.

    risoluzione VIII Commissione permanente “Ambiente” della Camera dei Deputati n. 7-00518 del 26 ottobre 2011

    7-00518 Mariani: Sulla realizzazione del metanodotto denominato Rete Adriatica.
    (Seguito della discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 7-00518).

    La Commissione prosegue la discussione della risoluzione, rinviata nella seduta del 5 luglio 2011.

    Raffaella MARIANI (PD), nel richiamare il dibattito svolto in precedenza, sottolinea la ragionevolezza dell’impegno rivolto al Governo a promuovere la costituzione di un tavolo tecnico di confronto fra il soggetto privato presentatore del progetto per la costruzione del metanodotto in questione e gli enti territoriali interessati, al fine di trovare le soluzioni più adeguate a salvaguardare l’ambiente e la sicurezza delle popolazioni interessate alla realizzazione dell’opera.

    Il sottosegretario Elio Vittorio BELCASTRO chiede un supplemento di istruttoria, al fine di esprimere in una prossima seduta un parere esaustivo sulla risoluzione in discussione.

    Raffaella MARIANI (PD) stigmatizza il comportamento del Governo che, anche alla luce dei pareri favorevoli espressi nel corso dell’odierna seduta su diverse risoluzioni presentate da colleghi della maggioranza, appare strumentalmente rivolto a differire il momento della votazione delle risoluzioni presentate dai deputati di opposizione. Nel ribadire, inoltre, il carattere del tutto ragionevole dell’impegno al Governo contenuto nella risoluzione in discussione, chiede che il rappresentante del Governo riveda il parere testé espresso e che, in ogni caso, la Commissione proceda alla votazione della risoluzione in titolo.

    Il sottosegretario Elio Vittorio BELCASTRO, rivedendo l’orientamento precedentemente espresso, si rimette alla volontà della Commissione sulla risoluzione in discussione.

    Agostino GHIGLIA (PdL) dichiara la disponibilità del suo gruppo ad approvare la risoluzione in esame.

    Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la risoluzione in titolo.

    ecco il testo: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=36720&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE%27+%7C+%27518%27+%7C+%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE%27+%7C+%27CAMERA%27

  4. gennaio 23, 2013 alle 9:07 PM

    Reblogged this on Il blog di Fabio Argiolas.

  1. ottobre 28, 2011 alle 2:48 PM
  2. luglio 29, 2014 alle 10:20 am
  3. marzo 4, 2016 alle 11:15 am
  4. marzo 31, 2018 alle 10:27 PM

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