Il rarissimo Ibis eremita spera di cavarsela, ma è sempre più difficile, purtroppo.
La Natura non smette di stupirci, ma la madre degli imbecilli (e dei delinquenti) è sempre incinta.
E’ la fotografia della situazione nel Bel Paese del rarissimo Ibis eremita (Geronticus eremita), specie a gravissimo rischio d’estinzione (si stima la popolazione mondiale in circa 550 esemplari).
Da un lato il Progetto Waldrapp da anni sostiene e difende la presenza dell’Ibis in Europa, ne sostiene lo svernamento nella Laguna di Orbetello (GR) e ha portato a un lieve aumento della presenza.
Due esemplari sono stati avvistati a Ladispoli (RM) nell’ottobre 2024.
Nella primavera del 2021 due esemplari addirittura nidificarono a Roma, su una terrazza dell’azienda telefonica WindTre, al Parco dei Medici.
Tuttavia, l’Italia, finora, non è stata molto generosa nei confronti del povero Ibis, fondamentalmente grazie alla nota sensibilità ecologica di vari cacciatori-bracconieri che spesso e volentieri l’hanno accolto a fucilate.
La stessa femmina di Ibis che aveva nidificato a Roma venne ferita dal piombo venatorio nel novembre 2021.
Negli ultimi anni un vero e proprio elenco criminale e a ben poco è servito l’appello del Ministero dell’Ambiente a Regioni, Province autonome e polizia giudiziaria per una più stringente vigilanza (2018).
Lo scorso 24 dicembre 2024 un esemplare di Ibis in migrazione veniva ucciso in Romagna, ma i Carabinieri Forestale hanno individuato e denunciato il bracconiere in tempi rapidissimi.
Nel gennaio 2019 un Ibis veniva impallinato e ucciso nella Laguna di Orbetello, mentre nel novembre 2016 un altro esemplare era stato abbattuto in Val Camonica (BS). Un mese prima, nell’ottobre 2016 la stessa sorte era toccata a un Ibis che aveva scelto il Vicentino per fermarsi a riposare prima di riprendere la migrazione. In questo caso L.A.C. e GrIG avevano provveduto a una specifica denuncia.
Due esemplari vennero abbattuti (ottobre 2012) da un cacciatore-bracconiere in Toscana, poi individuato e condannato (settembre 2016), anche in via definitiva dalla Corte di cassazione (giugno 2017).
Atti compiuti con il più totale disprezzo nei confronti di un patrimonio di tutti e del duro lavoro svolto da chi la natura la rispetta e la protegge.
Delinquenti della peggiore specie, atti compiuti con piena consapevolezza dato che è praticamente impossibile per chi ha conoscenza degli uccelli confondere un Ibis eremita con una specie cacciabile.
Ci auguriamo certo che la sensibilità ambientale migliori, ma è assolutamente necessario che la vigilanza si rafforzi perché la nidificazione dell’Ibis vada a buon fine e anche l’Italia diventi un luogo sicuro per la rarissima specie avifaunistica.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
da Il Resto del Carlino, 4 dicembre 2024
Uccide un ‘ibis eremita’. Preso il bracconiere.
Rintracciato grazie al trasmettitore del volatile, questa rara specie è in via di estinzione e viene costantemente monitorata con geolocalizzazione.
Braccato e bloccato il bracconiere. Nell’ambito di più vasti controlli in materia venatoria e tutela delle specie particolarmente protette, disposti dal gruppo carabinieri Forestale di Forlì-Cesena (e Rimini), i dipendenti Nuclei CCF di S. Sofia, Sarsina, Verghereto e Rimini hanno individuato e deferito alla locale autorità giudiziaria un bracconiere reo di aver sparato ed ucciso un rarissimo esemplare di Ibis Eremita.
Il volatile morto è stato raccolto dal trasgressore e portato presso la propria abitazione. L’Ibis Eremita, un tempo piuttosto diffuso lungo le zone rocciose e le scogliere dell’Europa meridionale, attualmente versa in condizioni di serio rischio di estinzione su scala mondiale. Grazie all’installazione di piccoli trasmettitori applicati al dorso dell’animale, è stato possibile generare una mirata indagine da parte della Forestale della Provincia di Forlì-Cesena dopo che, purtroppo, nel pomeriggio del 24 novembre l’esemplare “Puck” era stato abbattuto a fucilate. “Puck”, unitamente ad altri 13 Ibis Eremita aveva raggiunto la zona appenninica della Valle del Savio il 23 novembre.
A seguito di segnalazione dei responsabili del progetto “Waldrappteam”, incaricati del monitoraggio e geolocalizzazione delle predetta specie protetta, i carabinieri forestali hanno immediatamente avviato l’attività info-investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica e venivano effettuate proficue perquisizioni. Al termine degli accertamenti, veniva deferito un bracconiere responsabile di aver proceduto all’abbattimento di animale particolarmente protetto, per detenzione di munizioni non denunciate e altri vari reati connessi.
(foto Wikipedia, S.D., archivio GrIG)


Sostengo da anni Waldrappteam e ogni volta che vengo a sapere che un esemplare di Ibis é stato abbattuto da un maledettissimo cacciatore mi sento come se mi avessero ammazzato un parente
davvero evento straordinario!
dal sito web istituzionale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.
Nuoro-individuati due esemplari di Ibis eremita.
A seguito di segnalazione, ricevuta dalla Sala Operativa Regionale del Corpo Forestale riguardante la ricerca di un esemplare di Ibis eremita (Geronticus Eremita Linnaeus), una pattuglia del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Forestale (NIPAF) di Nuoro si é recata in loc. “Sa Toba”, alla periferia della città.Dopo un’accurata ispezione del territorio venivano individuati due esemplari, intenti a nutrirsi in un campo aperto. Oltre ad un individuo adulto di nome Schneider, munito di apparecchio GPS, si é riscontratala presenza di un pullo, individuo in giovane età, suo abituale gregario.La presenza dei due volatili nella nostra isola costituisce unevento di straordinaria importanza, in quanto la specie è particolarmenteprotetta, stante l’esiguità della popolazione che ammonta a soli 280esemplari su tutto il territorio europeo.Questi numeri sono stati raggiunti dopo oltre 20 anni di sforzi di reintroduzione, nell’ambitodel progetto “LIFE20 Northern Bald Ibis“: la popolazione di Ibis dovrà diventare autosufficiente entro il 2028, per poi sopravvivere possibilmente senza l’intervento umano.
Il Corpo Forestale. da sempre è impegnato nella tutela della fauna selvatica: nel caso particolare dei due ibis, che hanno raggiunto la nostra isola in trasferta dalle costedella Toscana, si sta profondendo il massimo impegno per un attentomonitoraggio e soprattutto per garantire la loro incolumità, anchetenendo conto che siamo nel pieno della stagione venatoria. Comunquenella tarda serata, col buio incombente, la coppia si è comodamentesistemata in cima ad un palo elettrico per trascorrere la notte.
Nuoro 7 dicembre 2024
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da L’Unione Sarda, 8 dicembre 2024
A Nuoro arriva una coppia di ibis eremiti: sono appena 280 in tutta Europa.
La presenza di questi volatili in Sardegna è un evento straordinario: la specie è particolarmente protetta. (https://www.unionesarda.it/news-sardegna/nuoro-provincia/nuoro-arriva-una-coppia-ibis-eremiti-sono-appena-280-tutta-europa-td63lelv)
Un evento straordinario, visto che in tutta Europa sono presenti appena 280 esemplari. Due ibis eremiti sono stati individuati alla periferia di Nuoro, in località Sa Toba. A seguito di una segnalazione, ricevuta dalla sala operativa regionale del Corpo forestale, una pattuglia del Nipaf di Nuoro ha avviato un’ispezione del territorio che ha trovato i due volatili mentre si nutrivano in un campo.
Oltre a un individuo adulto di nome Schneider, munito di apparecchio GPS, si è riscontrata la presenza di un pullo, individuo in giovane età, suo abituale gregario. L’ibis eremita è una specie particolarmente protetta e a forte rischio di estinzione: dall’inizio dello scorso secolo la popolazione ha avuto un calo quasi totale. Motivo per cui il Corpo forestale si è occupato della salvaguardia dei due esemplari, che hanno trascorso la notte in cima a un palo elettrico.
Per i due ibis, che hanno raggiunto la Sardegna e Nuoro in trasferta dalle coste della Toscana, c’è il massimo impegno del Corpo forestale per un attento monitoraggio e soprattutto per garantire la loro incolumità, anche tenendo conto che siamo nel pieno della stagione venatoria. A livello europeo, il progetto “Life20 Northern Bald Ibis” ha come obiettivo quello di rendere la popolazione dell’ibis eremita autosufficiente entro il 2028, per poter sopravvivere possibilmente senza l’intervento umano. I primi risultati sono stati raggiunti dopo oltre vent’anni di sforzi di reintroduzione.
l’Ibis sacro, invece, è in grande espansione.
da Il Messaggero, 18 gennaio 2025
Ibis Sacro invade la Pianura Padana: «ce ne sono a migliaia». I rischi per l’ecosistema e come riconoscere la specie.
Gli uccelli di questa varietà, originaria dell’Africa, si stanno stanziando in nuovi habitat in diverse aree europee: https://www.ilmessaggero.it/animali/ibis_sacro_pianura_padana_invasione_rischi_come_riconoscerlo_cosa_e_successo-8601302.html
il rarissimo Ibis eremita a Noragugume e a Portoferraio!
da RAI 3, 25 gennaio 2025
Il raro Ibis eremita ha preso casa in Sardegna.
La notizia del suo arrivo nell’Isola risale ai primi di dicembre. Il segnale Gps rivela ora che è ormai da metà dicembre che ha scelto di vivere nel nuorese, poco lontano da Noragugume. (Ottavio Pirelli)
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dal portale web Sardegna SIRA, marzo 2025
I rari Ibis eremita scelgono la Sardegna per svernare.
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da Elba Report, 22 marzo 2025
Ibis sugli antichi bastioni di Portoferraio.
da Il Corriere della Sera, 29 ottobre 2025
I due ibis eremiti abbattuti dal bracconiere erano in Italia solo da un’ora. Uno era un veterano del progetto di reintroduzione.
Zoppo e Zaz hanno trovato la morte poco dopo avere valicato le Alpi, mentre si riposavano in un prato a Dubino (Sondrio). L’Enpa e Lndc si costituiranno parte civile nel processo contro l’uomo accusato per i due abbattimenti. (Alessandro Sala)
Erano entrati nel territorio italiano soltanto da un’ora. Il transito nel «Bel Paese» è stato loro fatale. I due esemplari di ibis eremita abbattuti nei giorni scorsi da un bracconiere, poi individuato dai carabinieri forestali e denunciato per uccisione di animali e furto venatorio, erano impegnati nella migrazione autunnale verso la Toscana, dove avrebbero svernato nella zona della laguna di Orbetello. L’agguato, perché di questo occorre parlare trattandosi di specie altamente protetta, è avvenuto nel territorio di Dubino, in provincia di Sondrio, lo scorso 16 ottobre. I loro corpi non sono stati ritrovati, mentre sono stati rinvenuti cinque giorni dopo dai militari i trasmettitori gps che indossavano. Si tratta infatti di animali davvero speciali, parte di un’azione internazionale di ripopolamento della specie finanziato da un progetto Life dell’Unione Europea e finalizzato a salvare dall’estinzione una specie iconica ma che da tempo non solcava più i nostri cieli. Purtroppo ogni anno molti esemplari inseriti in questo piano vengono abbattuti a colpi di fucile. Si calcola che in questo modo se ne perda uno su tre, spesso proprio nel territorio italiano. L’ultimo caso è, appunto, quello lombardo.
Dalle tracce gps, le stesse che hanno aiutato i carabinieri a individuare il presunto responsabile, è stato possibile accertare che i due volatili erano entrati nel territorio nazionale da meno di un’ora. Avevano valicato le Alpi nei pressi del Pizzo Gallagione, quasi 3 mila metri di altitudine, che segna il confine tra l’Italia e la Svizzera, quasi alla confluenza tra Val Chiavenna e Valtellina. E proprio a Dubino, poco sopra a Colico, i due ibis si erano posati su un prato per riposare e lì sono stati colpiti. Erano partiti dall’Austria e si erano attardati nel cantone dei Grigioni prima di riuscire a trovare un varco che consentisse loro di superare la barriera alpina.
Uno dei due si chiamava Zoppo ed era uno dei veterani del progetto Life, iniziato nel 2004 e guidato dal Waldrappteam Conservation and Research, il gruppo austriaco che si è inventato le migrazioni guidate con ultraleggeri. I volatili, nati in cattività – uno dei centri riproduttivi è il Parco Natura Viva di Bussolengo, nel Veronese, unico partner italiano del progetto – vengono infatti cresciuti da «mamme surrogate», ovvero dalle ricercatrici che si prendono cura di loro quando ancora sono pulli. E una volta cresciuti vengono accompagnati nella prima migrazione, che compiono esattamente come farebbero in natura, seguendo le madri. In questo caso seguendo le mamme adottive che viaggiano a bordo di alcuni deltaplani a motore. Dopo avere imparato la rotta, gli ibis sono in grado di ripeterla autonomamente.
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È quello che faceva Zoppo, che in questo caso accompagnava anche un esemplare più giovane, Zaz, facendogli da mentore. I due erano partiti all’inizio di ottobre dal sito riproduttivo e avevano scelto di percorrere una rotta che attraversa la parte sud-orientale della Svizzera. «Questo atto brutale non solo ha privato il progetto di uno dei suoi esemplari fondatorei – commenta Roberta Pieroni, responsabile della campagna antibracconaggio del Waldrappteam in Italia – ma ha anche profondamente scosso la vasta comunità internazionale che da anni seguiva i suoi spostamenti». Il progetto è infatti stato coronato da successo, nonostante ad ogni migrazione si registrino numerose perdite proprio a causa dell’azione dei bracconieri.
L’Italia ancora una volta non ci fa una bella figura. «Il bracconaggio resta la minaccia più grave per l’ibis eremita – conferma Johannes Fritz, direttore di Waldrappteam -. L’uccisione di due esemplari a meno di un’ora dal loro arrivo in Italia è un promemoria doloroso della grave minaccia che il bracconaggio rappresenta per la biodiversità. E anche dell’urgenza di combattere questo crimine». Il gruppo ringrazia i carabinieri forestali e la riserva naturale di Pian di Spagna e Lago di Mezzola che hanno collaborato e condotto le indagini. L’uomo individuato come autore del gesto è stato sottoposto a perquisizione domiciliare, nel corso della quale sono stati sequestrati armi, munizioni e dispositivi informatici nella sua disponibilità. Gli è stato inoltre ritirato il tesserino venatorio.
Sulla vicenda intervengono anche l’Ente nazionale protezione animali, e Lndc Animal Protection. Entrambe le associazioni hanno annunciato di volersi costituire parte civile nel procedimento alla Procura di Sondrio. «Siamo di fronte ad un gravissimo crimine contro la biodiversità – sottolinea Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa -. Chi uccide un ibis eremita non uccide solo un uccello. Cancella anche anni di lavoro scientifico, vanifica progetti europei costruiti con fondi pubblici e infrange la speranza di riportare in natura una specie scomparsa da secoli. Ogni individuo perso è una ferita aperta e un danno incalcolabile per il patrimonio comune europeo». L’Enpa ricorda inoltre che dall’inizio del 2025 a tutto settembre sono stati 931 i procedimenti per reati venatori seguiti dall’ufficio legale dell’associazione, a conferma del trend preoccupante del bracconaggio e delle uccisioni illegali di fauna protetta». «Anche in questo questo caso, come in molti altri, ci troveremmo davanti a un cacciatore regolare che ha operato fuori dalle regole diventando così un bracconiere aggiunge Piera Rosati, presidente di Lndc -. La lobby venatoria e i politici che la proteggono hanno un bel coraggio a definire i cacciatori come amanti della natura e bioregolatori».