La visibilità delle centrali eoliche offshore.
La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.
Un paio di righe sulla visibilità delle centrali eoliche offshore dalla costa.
I favorevoli affermano – fra le altre cose – che sono invisibili dalla costa in quanto le “torri” eoliche sono poste a distanza tale da non poter essere viste.
Quindi non vi sarebbe alcun problema di tipo paesaggistico ovvero turistico.
Ma è davvero così?
Si afferma che “a 17 km dalle coste le pale eoliche si vedono appena”.
In realtà, per esempio, dalla strada litoranea Bosa – Alghero, zona Capo Marrargiu, è, in condizioni normali, visibile Capo Caccia, a quasi 30 chilometri di distanza in linea d’aria. Capo Caccia, poi, è alto 180 metri sul livello del mare, mentre una “torre” eolica offshore raggiunge i 250 metri sul livello del mare ed è conseguentemente più visibile.
Sempre a puro titolo di esempio, dalla Sella del Diavolo è ben visibile Capo Boi, a quasi 25 chilometri di distanza in linea d’aria. Capo Boi è alto 120 metri sul livello del mare, mentre una “torre” eolica offshore raggiunge i 250 metri sul livello del mare ed è conseguentemente più visibile.
Solo un paio di esempi, ognuno si faccia la propria idea.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
P.S. visto che per taluni un promontorio è ben più visibile di un palo (in realtà, sarebbe però una girandola), cosa ovvia, non comprendendo minimamente il senso degli esempi fatti, allora facciamo l’esempio del palo anch’esso visibile a distanza.
Le ciminiere degli impianti Saras di Sarroch, alte circa 120 metri, sono visibili dalla spiaggia di S. Andrea (Quartu S. Elena), a quasi 27 chilometri di distanza.
Poi una “torre” eolica è alta più di 200 metri ed è conseguentemente più visibile, ognuno – magari senza interessi diretti o indiretti nel settore delle energie rinnovabili – faccia le sue considerazioni.
(foto S.D., archivio GrIG)
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- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
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- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
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- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
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- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
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Si vedono, eccome! Quelle due foto ne dànno ampia evidenza. Evidente ancor più è il tentativo di speculazione.
cavolo deve essere bello avere 18/10 di vista per vedere le pale…
Va comunque anche precisato che:
Va comunque precisato che:
Una regione con circa 1.600.000 di abitanti non deve vedersi sfregiato il territorio e produrre energia per 50.000.000 di persone, tanto più se la sottrazione del territorio avviene tramite espoprio e scelte calate dall’alto.
Tutto il resto sono giustificazioni e arrampicate sugli specchi che i pro-pale ovunque tentano di propinare.
Le soluzioni migliori esistono già e sono quelle che prevedono che ogni territorio abbia pale a pannelli in quantità necessaria a coprire il proprio fabbisogno.
Concordo, e infatti il DM 21/06/2024, cosiddetto Decreto aree idonee definisce per ogni regione la potenza minima in rinnovabili (di qualsiasi tipo sia) che deve essere installata anno per anno da qui alla fine del 2030; quindi ogni regione dovrà fare il suo; non entro poi nel merito di come chi di dovere al governo abbia deciso tali quote per ogni singola regione; Per quanto riguarda la Sardegna le è stata è assegnata una potenza da raggiungere al 2030 pari a GW 6,264, mentre ora risulterebbe installata una potenza totale di 1,93 GW 1,93; quindi ne manca ancora un bel pò da installare nei prossimi 6 anni; faccio notare che la Sicilia deve arrivare a minimo 10,485 GW !!.
Poi ogni Regione può decidere come e con che fonti rinnovabili raggiungere l’obiettivo, obiettivo che comunque è inderogabile; se non si fa nulla poi nessuno si lamenti se la siccità o altri eventi climatici estremi, causati dal continuare a produrre energia con fonti fossili, distrugge i raccolti agricoli e non solo (argomento questo decisamente di attualità).
Ovvio, una possibile soluzione, se proprio non si vogliono installare le rinnovabili, e dovendo spegnere comunque le centrali termoelettriche a combustibili fossili, potrebbe essere tagliare i consumi di energia elettrica, ad esempio tarando i contatori elettrici di tutte le case della Sardegna a 1,5 kW massimi (quindi attenti ad accendere anche solo il phon o la lavatrice, che scatta il contatore). Altra soluzione (superando però lo scoglio dell’esito del relativo referendum) è che la Sardegna si candidi ad ospitare una centrale nucleare da almeno 5 GW (e relativo deposito scorie per i prossimi 10000 anni), che probabilmente però sarà terminata (forse) nel 2040 (troppo tardi) al costo di non meno di 15 miliardi che i Sardi dovrebbero tirare fuori di tasca propria.
Sono perfettamente d’accordo con te, ogni territorio deve avere esclusivamente le pale che servono al proprio fabbisogno. È un concetto così difficile da comprendere? Dobbiamo impedire, con tutte le nostre forze, che in Sardegna arrivi una sola pala in più e proteggere con le unghie e con i denti la nostra Isola già martoriata dalle basi militari, che stanno seminando, ormai da troppi anni, inquinamento e morte dei territori interessati. Che ci diano la continuità territoriale piuttosto, nessuno dei governatori che si sono avvicendati alla guida della regione, ha seriamente il affrontato il problema. Abbiamo capito o no che non dobbiamo piu eleggere servi di Roma?
Sottoscrivo ogni parola. Come si può paragonare l’impatto di un promontorio Grande migliaia di ettari a 17km di distanza con l’impatto di una torre di 10m di diametro?
Stiamo parlando di acciaio e pale di resina che una volta smontate non lasciano tracce e si riciclano, l’alternativa sono impianti di raffinazione(vedi Saras) o centrali a carbone(vedi porto Torres).
Altro punto è il fabbisogno energetico della Sardegna. Ma davvero credete che le centrali idroelettriche sparse per l’Italia soddisfino il fabbisogno solo dei comuni intorno e non anche delle regioni intorno? Se parliamo di rinnovabili bisogna mettersi in testa che l’energia deve essere diffusa e condivisa “in rete” perché non ci sarà mai sufficiente sole o vento o maree o acqua in un solo punto per soddisfare la domanda locale.
caro Grigs, vi ho sostenuto in battaglie nobili ma adesso state proprio prendendo un granchio, questa è piena sindrome di ninby. Sono d’accordo che vanno obbligate le aziende che fanno questo investimento a fare delle fidejussioni per il fine vita degli impianti ma attaccare i generatori a vento galleggianti in mare aperto sostenendo che poi i pescatori non sanno più dove andare a pescare mi sembra un’assurdità. Ed il fatto che questa battaglia sia sostenuta allo stesso modo da quotidiani locali facenti capo a industriali che al bene dell’ambiente non ci hanno mai tenuto mi fa pensare male di dove questa battaglia stia andando.
Pochissimi e piccoli giornali, vere eccezioni che confermano la vergognosa regola, si sono finalmente schierati contro l’ evidente assalto arraffatorio del territorio da parte della speculazione energetica in nome di un falso verde banconota.
Quasi tutti i media, quelli grandi, potenti con ampie capacita’ lobotomizzanti, scodinzolano invece a quelle multinazionali del prendi i soldi e scappa e i loro “inevitabili” espropri di suolo, agricoltura, boschi, coste, paesaggio identitario, turismo sostenibile, equilibrio idrogeologico, beni culturali, bellezza, vivibilita’, non certo per nobile convinzione ideale per arrestare i cambiamenti climatici.
Oltre a cambiare con fermezza incistate pessime abitudini e capricci energivori, una politica seria per tentare di arginare la tragedia dei cambiamenti climatici dovrebbe convogliare, con forza e senza equivoci, risorse la diffusione di rinnovabili sugli 800 000 ettari di tetti e aree gia’ consumate, supereremmo qualsiasi obiettivo, altro che assalto di terra e di mare. Lo dice e ridice con dati scientifici inoppugnabili ovviamente inascoltato, ISPRA, ente terzo di grande prestigio e limpida onesta’, imparagonabile a certi vergognosi articoli della grande stampa
Purtroppo l’impatto delle torri nei terreni è devastante; scavi per decine di metri sottoterra, alberi divelti, zone agricole spianate e paesaggio annullato.
Vogliono mettere pale e pannelli attaccati a Barumini, ci rendiamo conto della follia?
In quanto alle pale offshore, l’articolo ha ragione; sono visibilissime anche a 17km
Sarebbe utile che il governo chieda alle singole Regioni , per le energie rinnovabili , e previo accordo, quanta potenza e’ richiesta . E quindi dovrebbero essere le Regioni a decidere quale rinnovabile serve , e dove installarla, emettendo bandi a concorso ( con modalita’ governative ).
Il governo non puo’ decidere tutto.
La potenza (minima) in fonti rinnovabili che ogni regione deve (dovrebbe) installare anno per anno da qui alla fine del 2030, in modo che nel complesso vengano installati entro tale data 80 GW in più rispetto a quanto era installato alla data del 31/12/2020, è indicata nel recente Decreto 21/06/2024 (pubblicato nella GU del 02/07/2024) in apposita tabella allegata al decreto stesso. E’ il meglio noto come “Decreto aree idonee”.
Entro il termine di 180 giorni dall’entrata in vigore del suddetto D.M., le Regioni e le Province autonome “individuano … con propria legge … le aree” idonee e non idonee per l’installazione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili.
Nel Far West senza regole del Land grabbing de noantri, nuovo Eldorado della speculazione energetica si arraffano gia’ da anni terreni altrui, si consuma suolo prezioso in un Paese che ha deficit agroalimentare spaventoso, si svilisce il paesaggio identitario e si annulla ogni possibilita’ di turismo nelle aree interne trasformate in squallide periferie industriali senza aspettare nessuna autorizzazione di area idonea. Molte province del Sud hanno gia’ subito questo criminale e irreversibile assalto al loro territorio. Nel silenzio complice di stampa e media (tranne rarissime recenti eccezioni) tutte allineate nel pensiero unico per il quale il solo rimedio ai cambiamenti climatici è quello del ricorso al fotovoltaico (ben venga se utilizzato nelle periferie dei centri urbani, su capannoni industriali e aree degradate) e all’eolico (che bandirei comunque in ogni sua tipologia). Non c’è spazio per chi la pensa diversamente; la nostra è una lotta impari, ma non dovremo mai arrenderci per non lasciare campo libero agli speculatori che nessuno mai riuscira’ ad obbligare a smantellare quelle immense schifezze che stanno riducendo la bellezza agronaturalistica in squallida periferia industriale
Concordo con caiofabricius quasi su tutto, rimanendo io invece un sostenitore dell’eolico offshore galleggiante a 30 e oltre km dalla costa; circa il fotovoltaico su terreni agricoli, mi viene da porre però una domanda: a meno che non siano terreni agricoli demaniali (cosa che direi anomala), vuol dire che sono gli stessi agricoltori a vendere i terreni alle imprese che poi costruiscono l’impianto fotovoltaico a terra (neppure agrivoltaico); non credo che si tratti espropri, o sbaglio ?
ESPROPRI COATTIVI DI TERRENI AGRICOLO PER “PUBBLICA UTILITA'” e rapine di territorio, tutto vero, ecco la tragica testimonianza di una bella e coraggiosa azienda agricola meridionale (tratta dal grande Convegno del 22 maggio 24 con 500 partecipanti, ovviamente ignorato dalla stampa prezzolata che scodinzola al grande business della SPECULAZIONE ENERGETICA
“….sono Francesca Montemurro, Dottore Commercialista iscritta all’Ordine di Matera, figlia e sorella di agricoltori di Grottole in provincia di Matera. Vengo da una famiglia di agricoltori che è alla quarta generazione; mio fratello più piccolo, subito dopo aver conseguito il diploma come perito agrario, ha rilevato l’azienda di mio padre e ha continuato la sua attività. Per fortuna papà è ancora con noi e ci da una grossa mano in azienda poiché l’agricoltura è un settore molto difficile, caratterizzato spesso da pratiche non scritte e non dette, che si imparano facendo, osservando e seguendo le orme di chi ti ha preceduto. Molte produzioni agricole si tramandano oralmente.
Purtroppo, oggi sono qui per portarvi la mia testimonianza. Io e la mia famiglia siamo destinatari di un provvedimento con cui è stato apposto il vincolo preordinato all’esproprio su una parte importantissima della nostra azienda. Esproprio per pubblica utilità, che consente a società speculatrici private di decidere in autonomia dove costruire i loro impianti. La nostra azienda è stata trasformata negli anni ed è diventata oggi una realtà multifunzionale. Abbiamo ereditato un’azienda agricola cerealicola e siamo riusciti a trasformarla in un’azienda che ha piccoli allevamenti allo stato semibrado, che produce miele, farine, legumi, fa fattoria didattica, collabora con l’Università di Basilicata, fa agriturismo, così come disciplinato dal codice civile, utilizzando prodotti autoprodotti. E soprattutto, oggi abbiamo in media 10 lavoratori regolarmente iscritti a libro paga. In Italia fare impresa oggi è difficilissimo per via dei tanti obblighi che l’imprenditore deve assumere, ma fare agricoltura è davvero da eroi.
Oggi ho aderito molto volentieri a questo incontro e spero sia solo il primo di tanti altri magari anche delocalizzati nelle diverse regioni di Italia. Spero che con questi Stati Generali si dia grande risalto al problema e si riesca a sensibilizzare l’opinione pubblica in merito. Purtroppo, non sempre la gente si rende conto di quale cambiamento epocale sta per colpire le aree interne con l’eolico nell’Appennino centro meridionale e il FV nelle campagne del Sud: la produzione energetica sta per cambiare il volto del Paese.
Ho ascoltato la proposta di imporre l’obbligo di sottoscrivere delle polizze per garantire lo smaltimento di questi impianti anche a 30 anni; questa potrebbe sembrare una soluzione ma non è pensabile perché dopo aver distrutto i terreni produttivi per 30 anni non è possibile recuperarli, e soprattutto le tradizioni, il sapere contadino e pastorale con 30 anni di buco andrebbero definitivamente persi.
decreto Agricoltura emanato dal governo poche settimane fa è solo un primo piccolo passo verso un cambiamento di prospettiva, ma allo stato attuale rischia di restare solo uno slogan elettorale. Nelle poche righe del decreto si legge ben poco. Nulla dice in merito alla finta “pubblica utilità” dietro cui ci si nasconde per far partire gli espropri. Non blocca gli impianti in autorizzazione, non parla di eolico ma solo di fotovoltaico. Non tiene conto di una distribuzione programmata e proporzionata per gli impianti da rinnovabili sul territorio italiano. Non considera l’effetto cumulo che si sta creando in alcuni Comuni di Italia. Nel Nostro Comune (Grottole) se fossero rilasciate tutte le autorizzazioni richieste saremmo in uno specchio di pannelli interrotto solo da pale eoliche. Come si può pensare di dare un futuro ai piccoli borghi con una politica di questo tipo? In ultimo, il Dl Agricoltura non obbliga le regioni a fare un piano energetico e nelle more non blocca tutte le autorizzazioni in essere.
La ricaduta occupazionale di questi impianti è pari a poche unità, limitatamente ai pochi mesi in cui i pannelli e le pale vengono installate, quando gli impianti sono completi le società proponenti spariscono, spesso vendono a società estere, non di rado gli impianti non vengono mai connessi alla rate, e le unità lavorative occupate sono pari a zero. Ora mi chiedo, è questa la pubblica utilità? Non è pubblica utilità tutelare una giovane azienda agricola che dà lavoro a 10 cittadini, tutelando e valorizzando il territorio? Stiamo davvero facendo investimenti per una transizione ecologica oppure questa mancanza di norme precise ed etiche sta consentendo solo speculazione di pochi e danni per molti?
L’invito che mi permetto di fare al governo è di obbligare le regioni ad una valutazione etica, sociale e olistica prima di rilasciare le autorizzazioni. Vi ringrazio per questa occasione e mi auguro che si possa incidere in maniera tempestiva su questo tema….
Le torri eoliche del progetto Mistral previste tra capo Caccia e capo Mannu sono alte 355 metri. Dalla costa si vedranno quasi per intero (solo un quinto dell’altezza rimane sotto la linea di orizzonte). Da S’Archittu, ad esempio, alla vista risulteranno più alte di capo Mannu.
https://facebook.com/groups/137386121571/
no al massimo la punta della pala raggiungerà i 355 metri non diciamo cazzate. E la pala è molto molto fine tanto che a 17 km sarà ben oltre l’invisibile. Bisognerà già essere occhio di lince a vedere i pali per le pale si dovrebbe essere Superman. Facebook non è una fonte se non di cazzate.
..lei non capisce neppure che sta commentando su un blog, Facebook sta da un’altra parte.
Buona serata.
Stefano Deliperi
visto che non si può rispondere alle accuse rispondo a me stesso la signora di cui sopra ha postato le notizie di un gruppo facebook come fosse una fonte affidabile di notizie.
Quindi eviti di provare a rigirare la frittata. In ogni caso ripetiamolo le pale eoliche sono bianche, non grigie scure e verdi, sono spesse al massimo una ventina di metri non certo come una montagna confrontare un carro armato con uno stuzzicadenti è la stessa cosa.
abbia pazienza, a lei interessa quindi commentare i commenti e nulla più? Evviva…
Buona serata.
Stefano Deliperi
quanto vino ha bevuto il titolare di questo articolo? Paragonare una pala eolica si alta un paio di centinaia di metri ma il fusto largo forse una decina di metri e di colore bianco che si neutralizza con un po’ di foschia già da qualche km, con una montagna con massa di molti km e di colore verde scuro?
..e lei è un autentico genio della lampada, non comprende nemmeno il senso dell’articolo, ma pontifica.
Qui si affronta semplicemente un punto, uno solo fra i tanti, relativo alla produzione di energia eolica offshore: l’affermazione che oltre i 17 chilometri dalla costa non si vede nulla è semplicemente non corrispondente al vero.
Torni pure nella lampada, buona serata.
Stefano Deliperi
E lei illuminatissimo genio mi spieghi il motivo per cui le disturba tanto vedere eventuale paletta eolica a molti km di distanza? allora le sta bene vedere innumerevoli ciminiere delle centrali a carbone, colonne di auto in autostrada e relativo inquinamento sostanziale e non visivo, innumerevoli pozzi di estrazione di petrolio, gia ma le palette eoliche non si possono vedere!!! Si faccia un giro in Danimarca, in Germania o in Inghilterra e poi mi faccia sapere.
….insiste nel voler confermare di non comprendere nemmeno il senso dell’articolo.
Pontifica a vanvera su aspetti minimamente considerati nell’articolo. Se vuole, vada a leggersi altri articoli sul tema presenti in questo blog.
Qui si affronta semplicemente un punto, uno solo fra i tanti, relativo alla produzione di energia eolica offshore: l’affermazione che oltre i 17 chilometri dalla costa non si vede nulla è semplicemente non corrispondente al vero.
Se ne torni sereno nella lampada, buona serata.
Stefano Deliperi
e bizzarro confrontare una pala eolica bianca e con fusto di alcuni metri con una montagna!!!!
a parte la visibilità, consideriamo anche l’impatto sicuramente devastante per la fauna marina 🤦♀️
a parte il piccolissimo dettaglio che la pala è colorata di un colore neutro ed è molto più fine. Ma sono inezie per voi professionisti della faciloneria.
confrontiamo un palo di 20 metri di diametro, alla base, in come molto più fine con una montagna lunga centinaia di metri.
provateci ancora e magari meglio che anche stavolta avete fatto una figura barbina
Tornate ad allevare le pecore e morire di malaria
ecco, un commento razzista cretino come il suo ci mancava, complimenti!
Stefano Deliperi
La Storia si farà carico di cancellare il vostro ricordo, sarete polvere sugli scaffali dell’evoluzione umana
..per gli autori di commenti ottusamente razzisti basta il calendario.
Stia sereno, affonderà lentamente nell’odio (il suo) e nell’oblio.
Buon ferragosto!
Stefano Deliperi
Commento disgustoso, ignorante ed offensivo come la rapina della speculazione energetica.
W la Sardegna e l’Italia che resiste a chi vuole ridurla a immensa squallida periferia industriale, dove, guarda caso, si trovano a loro agio imbroglioni, speculatori selvaggi e barbari ignoranti
A proposito di insulti ignoranti:
La malaria era contemporaneamente endemica e micidiale anche in Toscana e Veneto
Gli allevamenti ovini sono da sempre nobile valorizzazione di territori aspri dove l’agricoltura era ed e’ impraticabile o di scarso reddito: la filiera latte-carne ovina era alla base dell’antica Roma e ha permesso di sviluppare importanti Civilta’ umane oltre che in Sardegna, in Grecia, Siria, Medio ed ed estremo Oriente. Civilta’, appunto, sconosciute agli ignoranti che vivono abrutiti nelle squallide periferie indistriali
Il discorso mi sembra chiaro per quanto riguarda le distanze e ringrazio grig per i due esempi molto chiari.
stiamo però parlando di promontori, di masse terrestri. Per completezza di analisi occorre però considerare che le pale sono infinitamente più sottili di un promontorio, sicuramente con diametri al disotto dei 10 metri.
Come valutare la visibilità di un oggetto molto alto ma così “sottile” a 30 km di distanza?
È ovvio che purtroppo il solo confronto con i promontori non è sufficiente
ma non c’è dubbio! A parte il fatto che le “torri” eoliche non vengono certo realizzate singolarmente, l’articolo si propone unicamente di evidenziare un solo aspetto della problematica, la visibilità.
Affermazioni categoriche sulla pretesa “invisibilità” di una centrale eolica a 17 chilometri dalla costa sono semplicemente non corrispondenti alla realtà.
Tutto qui.
Buona serata.
Stefano Deliperi
e secondo lei delle pale che hanno diametri di 200 metri sono più simili ad uno stuzzicandete in aria o ad una montagna? giusto per capire.
il non voler accetare di aver detto una castroneria non le fa fare una bella figura.
ancora?
A puro titolo di esempio, fra i documenti dello studio d’impatto ambientale (SIA) depositati per il procedimento di valutazione d’impatto ambientale (VIA) del “Progetto di un impianto eolico offshore denominato ‘Mistral’ costituito da n. 32 aerogeneratori con potenza complessiva di 480 MW, da realizzarsi nello specchio acqueo del Mar di Sardegna prospicente alla costa delle province di Sassari (SS) e Oristano (OR) e delle relative opere alla RTN” c’è la “Carta dell’intervisibilità” (OW.ITA-SAR-GEN-WSP-SIA-TAV-04), predisposta con la consulenza delle Università degli Studi di Palermo, Messina e Cagliari e del C.N.R. La stessa Società energetica afferma che da Capo Caccia (Alghero) un buon numero di “torri” eoliche è “teoricamente visibile”.
E Capo Caccia sta a quasi 40 chilometri di distanza.
Da Capo Mannu e dall’Isola di Mal di Ventre, a minore distanza, si vedrebbero maggiormente.
Se vuole, vada a leggersela (https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/10889/16274?pagina=1), poi, ovviamente, rimanga della sua idea.
Buon Ferragosto!
Stefano Deliperi
P.S. le castronerie le cerchi altrove 😉
Grazie mille per la risposta. Siete sempre e comunque un riferimento autorevole per me anche quando dissento
mi sembra ridicolo vedere un puntino a17 km e perdere gli enormi vantaggi della pala eolica soprattutto anche per gli sconvolgimenti climatici che ormai stiamo subendo. Ma ci rendiamo conto che da giorni l’italia è sotto temperature di 39 / 40 gradi e l’uomo può sopravvivere fino a 42 gradi , dopodiché muore !!!
anche a lei, evidentemente, interessa poco l’oggetto – l’unico oggetto – dell’articolo.
Comunque, a puro titolo di cronaca, in Sardegna (per non cercare altrove), più volte sono stati superati i 42 gradi di temperatura eppure non sono state registrate stragi di esseri umani.
Stefano Deliperi
A.N.S.A., 4 agosto 2017
Caldo: in Sardegna sfiorati i 44 gradi. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/08/04/caldo-in-sardegna-sfiorati-i-44-gradi_e43bcdff-20d3-492d-acfb-d8730e8c5da9.html)
Ancora una giornata di caldo soffocante in Sardegna, con temperature molto alte e scarso vento.
Secondo i dati registrati dall’Arpas, anche oggi come ieri, il record della temperatura massima più alto registrato lo detiene Ottana (Nuoro) con il termometro a 43,7 gradi, al secondo posto è Dorgali, sempre nel nuorese, con 43,3, segue quindi Usini (Sassari) con 42,7.
Ma anche in molti altri comuni isolani si sono raggiunte temperature oltre i 40 gradi: Chiaramonti (Sassari) 42,6 mentre Nuoro è a 41,7.
Per domani le temperature massime si sposteranno sulla fascia orientale dell’Isola, rimarranno pressoché invariate e oscilleranno fra i 43 gradi di Dorgali e i 34 di Orosei, nel nuorese.
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18 luglio 2023
Raggiunti i 45 gradi in Sardegna, Guspini è la città più calda.
A Cagliari quasi 40 gradi, l’interno dell’Isola è un forno. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/07/18/raggiunti-i-45-gradi-in-sardegna-guspini-e-la-citta-piu-calda_a40b5d7f-1b79-4298-a416-ff8cd423e23b.html)
Caronte infiamma la Sardegna: a Cagliari, tra le città da bollino rosso, si sfiorano i 40 gradi ma la località più calda dell’Isola è Guspini, nel Medio Campidano, con 45 gradi.
Secondo i dati delle stazioni meteo di Sardegna Clima Onlus, l’afa non risparmi neppure le zone costiere – a Bosa di superano i 44 gradi a Oristano i 43 e a Sant’Antioco i 40 – ma sono soprattutto le aree interne a soffrire in questo scorcio torrido d’estate: Sanluri e Ballao, nel sud dell’isola, 44.8°, Asuni 47,7°, Villa Verde e Samugheo – tutte nell’Oristanese, 44,3 gradi.
Le temperature sono destinate a salire anche domani, ma sarà un’intera settimana di passione per la canicola che insisterà sul Mediterraneo centrale a causa dell’anticiclone africano Caronte.
Questi dati non li ho inventati io ,ma sono dati emessi da laboratori di ricercatori. Non potete contrapporre a questi dati che la temperatura ha raggiunto i 42 gradi che in alcune zone detta temperatura c’è stata e non sono stati segnalati morti. Certo che il Corriere dello sport non l’ha segnalato, ma se andate a vedere le statistiche delle morti, soprattutto degli anziani, in quei giorni troverete dei numeri che vi dimostrano la conferma della morienza degli anziani dovuti agli aumenti di temperatura.
..certamente, lei ha scritto testualmente che “l’uomo può sopravvivere fino a 42 gradi, dopodiché muore !!!”
Quindi raggiunti i 42 gradi di temperatura avremmo dovuto veder le persone morire come mosche.
Comunque, può citare quali “laboratori di ricercatori” hanno fornito questi dati?
Buona serata.
Stefano Deliperi
Continui a leggere il Corriere dello Sport.
..continui a frequentare ‘sti misteriosi laboratori di ancor più misteriosi ricercatori.
Buona serata.
Stefano Deliperi
Non vedo dove sia il problema, la Sardegna è quotidianamente saccheggiata e stuprata da incendi, sciatteria delle amministrazioni regionali e comunali, lottizzazioni selvagge, cumuli di spazzatura sparsi nei bordi strada e nelle piazzole di sosta, città sporche, pasticciate e abbandonate ai vandali di turno, aiuole e giardini pubblici abbandonati o tenuti in condizioni pessime, periferie in stato di totale abbandono. Alla luce dei fatti elencati sopra che problemi possono dare delle pale che girano a 17 Km di distanza dalla riva? Non credo che sia più deturpante di un’intera montagna bruciata oppure di una spiaggia saccheggiata dai vandali estivi, c’è da considerare anche che l’energia prodotta in qualche modo entrerà nel circuito energetico italiano agevolando e velocizzando la tanto agognata transizione energetica che ci libererà dalla sudditanza dai paesi produttori di petrolio.
certo, qualsiasi cosa va sempre bene, finiamo di distruggere tutto senza nemmeno uno straccio di buon senso e raziocinio.
Buon Ferragosto!
Stefano Deliperi
Caro Deliperi,
innanzitutto buon ferragosto di gratitudine per la tua opera controcorrente di informazione per tentare di razionalizzare laicamente e civilmente il ricorso attualmente parossistico, confessionale, senza regole e, soprattutto, PREZZOLATO alle rinnovabili.
Malgrado il dogma religioso ormai diffuso dai media complici della speculazione energetica, il saggio Popolo Sardo ha capito cosa si trova veramente davanti e, forse tardivamente, sta cercando di arginare questa immensa nuova rapina al suo territorio tinta di falso verde banconota.
Purtroppo non e’ cosi’ qui nel “Continente”: basta vedere lo scempio in corso nella struggente Tuscania, nell’ignavia della sua cittadinanza che pure ne subia’ tragiche conseguenze alla sua economia.
Il pensiero unico dogmatico delle violente teocrazie pero’ storicamente contrasta con la conoscenza scientifica della realta’ e genera fanatismi e intolleranze mascherati da buoni propositi.
TUTTI sanno che per raggiungere gli obiettivi della transizione energetica basterebbe e avanzerebbe il fotovoltaico su tetti e su migliaia di ettari gia’ consumati, (su cui NESSUNO avrebbe da ridire), ma il bombardamento mediatico al servizio della nuova teocrazia fa ripetere a pappagallo i soliti slogan, anzi litanie
caro Fabrizio,
forza e coraggio, buon Ferragosto!
Stefano Deliperi
Ovvio che se devo valutare l’inserimento di una pala eolica in mezzo al mare non posso paragonarla ad un promontorio. Poi le distanze parliamo di 17 km o 17 miglia? Inoltre se devo scegliere le vuoi sulla vetta dei sette fratelli o li in mezzo al mare, il punto focale odierno è che il Governo rappresenta più gli interessi dei Capitali che non quelli dei cittadini, sono proprio quest’ ultimi che devono chiedersi chi ho votato o meglio perché non sono andato a votare.
considerazioni completamente campate per aria, sono sconcertato. La visibilità è in rapporto all’altezza in quanto elemento che emerge dall’orizzonte ma è percepibile solo in relazione al suo spessore e confrontarlo con una montagna è davvero di una leggerezza imbarazzante.
E’ esclusivamente per rendere l’idea, fra l’altro lo “spessore” comprende le pale in movimento oltre il mero “palo”.
Ma se a tutti i costi si è presi dalla libidine del “palo”, allora bisogna notare che dalla Spiaggia di S. Andrea (Quartu S. Elena) si vedono le ciminiere degli impianti Saras sulla costa di Sarroch, distanti più di 26 chilometri.
Le ciminiere della Saras raggiungono i 120 metri di altezza, una “torre” eolica supera i 200 metri.
A puro titolo di esempio, fra i documenti dello studio d’impatto ambientale (SIA) depositati per il procedimento di valutazione d’impatto ambientale (VIA) del “Progetto di un impianto eolico offshore denominato ‘Mistral’ costituito da n. 32 aerogeneratori con potenza complessiva di 480 MW, da realizzarsi nello specchio acqueo del Mar di Sardegna prospicente alla costa delle province di Sassari (SS) e Oristano (OR) e delle relative opere alla RTN” c’è la “Carta dell’intervisibilità” (OW.ITA-SAR-GEN-WSP-SIA-TAV-04), predisposta con la consulenza delle Università degli Studi di Palermo, Messina e Cagliari e del C.N.R. La stessa Società energetica afferma che da Capo Caccia (Alghero) un buon numero di “torri” eoliche è “teoricamente visibile”.
E Capo Caccia sta a quasi 40 chilometri di distanza.
Da Capo Mannu e dall’Isola di Mal di Ventre, a minore distanza, si vedrebbero maggiormente.
Se vuole, vada a leggersela (https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/10889/16274?pagina=1), poi, ovviamente, rimanga della sua idea.
Buona serata.
Stefano Deliperi
P.S. è imbarazzante pontificare senza sapere.
Tutti ragionamenti cannati alla base perché un conto è l’intervisibilità tra un capo e l’altro, altra situazione completamente diverse un parco eolico off-shore situato a 20km AL LARGO, IN MARE, PER IL 90% DEL TEMPO IMMERSO NELLA FOSCHIA MARINA DA EVAPORAZIONE.
caspita, garantisce lei?
Stefano Deliperi
no, garantiscono la scienza, la meteorologia, l’esperienza comune, la logica.
Ad esempio, statistiche meteo: visibilità media di Capocaccia, sensore meteo posto a 200m altitudine, 8700 misurazioni, 10/giorno per 366gg, anno 2020 (disponibili a pagamento anche gli altri anni, risultato non cambia): 10,1km, ovvero meno di un terzo della distanza del parco dalla costa. Il resto sono chiacchiere.
https://it.tutiempo.net/clima/2020/ws-165220.html
tutto vero, tutto molto bello, però le ciminiere Saras continuano a vedersi dalla spiaggia di S. Andrea, a 27 chilometri di distanza, così come il promontorio di Capo Caccia si vede da Capo Marrargiu, a quasi 30 chilometri di distanza, come nelle foto riprese in questo articolo. Il resto sono chiacchiere.
Stefano Deliperi
Daje. Un conto sono oggetti sulla terraferma, che vede di giorno prevalenti correnti calde e secche ascensionali, migliorando la visibilità. Altro conto 30km sul mare, correnti umide ascensionali da evaporazione, visibilità 10km. Comunque sempre meglio una turbina a vento all’orizzonte che una centrale a carbone, a metano o nucleare dietro Alghero. E non mi risponda che non vuole nulla di tutto ciò, senza anche promettere di staccare il contatore e andare avanti strofinando i legnetti per accendere un focherello per leggere la sera.
..aridaje 😉
Tanto si deve prender per oro colato la visibilità a soli 10 chilometri delle “torri” eoliche nel Mar della Sardegna Nord Occidentale, che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – Commissione VIA/VAS ha chiesto (nota prot. n. 1278 del 31 gennaio 2025) una valanga di integrazioni alla Mistral s.r.l. nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale relativo al progetto di centrale eolica offshore a lei caro.
Una bella parte è proprio dedicata all’impatto visivo, descritto dal Soggetto proponente come scarso, ma ritenuto ben poco plausibile.
Se le legga.
Quanto alle elucubrazioni su focherelli e legnetti ce rimbarzano e se le tenga lei, ben strette.
Buona serata.
Stefano Deliperi