Luci (poche) e ombre (tante) della gestione del verde pubblico nel centro storico di Roma.
Stanno giungendo le prime risposte alla specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti avanzata (14 aprile 2024) dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) riguardo il taglio di alcuni esemplari di di Pino (Pinus pinea) nello storico parco pubblico del Pincio, nel centro storico di Roma, notissimo in tutto il mondo.
Coinvolti il Ministero della Cultura, il Comune di Roma Capitale, la Soprintendenza speciale per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, la Regione Lazio, il Municipio I di Roma Capitale, i Carabinieri Forestale.
Ora le prime risposte arrivano e delineano un quadro più carico di ombre che allietato da luci:
* il Comune di Roma Capitale – Dipartimento Tutela Ambientale ha comunicato (nota prot. n. 36743 del 13 maggio 2024) che il proprio Ufficio Giardini Villa Borghese (nota prot. n. 251 del 12 dicembre 2023) ha comunicato a sua volta alla Soprintendenza speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma il prossimo abbattimento di 49 alberi ad alto fusto (Platani, Querce, Pini, Tassi) perché “gravemente deperienti, classificati nella Classe di Propensione al Cedimento (CPC) ‘D’” in base alle sole analisi VTA (effettuate da tecnici della Soc. Alfa Servizi s.r.l.) nell’ambito dell’Accordo Quadro Verde Verticale – lotto 1 Villa Borghese. Gli alberi sono nel sito del Pincio;
* con nota prot. n. 5338 del 27 febbraio 2024 sono stati comunicati gli “abbattimenti in via d’urgenza” (art. 27 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.);
* in risposta dalla Soprintendenza speciale per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma è stata fornita la sola nota prot. n. 4033 del 15 giugno 2020, che si riferisce – con tutta evidenza – a tagli di alberi effettuati nel 2020;
* la Regione Lazio – Direzione generale Urbanistica, Politiche Abitative, Pianificazione Territoriale, Politiche del Mare ha fatto presente (nota prot. n. 630416 del 14 maggio 2024) che non sono state richieste né emanate autorizzazioni paesaggistiche, essendo comunque il Comune di Roma Capitale delegato per i procedimenti di autorizzazione paesaggistica semplificata. L’Area Vigilanza della medesima Direzione generale regionale ha specificato (nota prot. n. 620288 del 10 maggio 2024) che il Pincio rientra “all’interno dell’insediamento urbano storico sito Unesco – Centro storico di Roma e non risulta sottoposta ad altro vincolo paesaggistico”, per cui “ritiene che non ci siano i presupposti per l’adozione di provvedimenti sanzionatori di competenza regionale”, visto che in tale area “l’applicazione di specifiche prescrizioni di tutela da definirsi, in relazione alla particolarità del sito, congiuntamente da Regione e Ministero, decorre dalla loro individuazione con le relative forme di pubblicità” (art. 44, comma 19°, delle norme tecniche di attuazione del piano territoriale paesistico regionale);
* la Regione Lazio – Direzione generale Ambiente, Cambiamenti Climatici, Transizione Energetica e Sostenibilità, Parchi ha, invece, comunicato (nota prot. n. 562264 del 29 aprile 2024) che l’area del Pincio rientra nella zona speciale di conservazione (ZSC) “Villa Borghese e Villa Pamphili” (IT66030052) ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE (tutela habitat naturali e seminaturali, fauna, flora) e n. 09147/CE (salvaguardia avifauna selvatica), con specifiche misure di conservazione (deliberazione Giunta regionale n. 159 del 14 aprile 2016), chiedendo di esprimersi all’Ente di gestione Roma Natura in quanto “non risulta … alcuna istanza di valutazione di incidenza ambientale”.
Per ora composto silenzio da parte del Ministero della Cultura e della Soprintendenza speciale per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma.
In parole povere, per ora si può dire che decine e decine (se non centinaia) di alberi ad alto fusto siano stati recentemente tagliati nell’area verde storica di Villa Borghese – Pincio, in base a dichiarazioni di pericolo assunte con sole analisi VTA, senza valutazioni più approfondite, per esempio mediante la tomografia ultrasonica tri-dimensionale, che consenta di verificare nel concreto eventuali lesioni e statica. come sarebbe necessario.
Non sono emerse nemmeno ordinanze sindacali contingibili e urgenti per ragioni di pericolo (art. 50 del decreto legislativo n. 267/2000 e s.m.i.), per cui non si comprende proprio quali reali pericoli siano causati da questi poveri alberi.
La Regione Lazio da un lato (Direzione generale Urbanistica, Politiche Abitative, Pianificazione Territoriale, Politiche del Mare) ritiene che il vincolo paesaggistico discendente dalla presenza del sito UNESCO – Centro Storico non sia sufficiente per prendere in considerazione l’ipotesi di irrogare sanzioni per la violazione del vincolo stesso, dall’altro (Direzione generale Ambiente, Cambiamenti Climatici, Transizione Energetica e Sostenibilità, Parchi) dichiara l’assenza di procedure di valutazione d’incidenza ambientale (VincA) per i tanti/troppi tagli di alberi nella ZSC “Villa Borghese e Villa Pamphili”, il cui ente gestore (Roma Natura) sembra dormire sereno.
E la distruzione/deterioramento degli habitat protetti è sanzionata penalmente dall’art. 733 bis cod. pen.
Il GrIG, pur riconoscendo che tagli e abbattimenti vengano ora comunicati dal Comune di Roma Capitale, tuttavia rimarca che non venga contestualmente comunicata l’esistenza o meno delle necessarie autorizzazioni amministrative.
L’area è tutelata con vincolo paesaggistico e culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre gli alberi adulti sono tutelati dal Regolamento del Verde Pubblico e Privato e del Paesaggio Urbano di Roma Capitale.
Inoltre, ormai è abbondantemente in corso la nidificazione dell’avifauna selvatica e la distruzione di nidi e qualsiasi attività di disturbo della nidificazione sono vietate. Infatti, nel periodo primaverile ed estivo sono vietati tutti gli interventi che possano disturbare la riproduzione dell’avifauna selvatica (art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.).
La fauna selvatica ”è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della collettività nazionale e internazionale” (art. 1 della legge n. 157/1992 e s.m.i.) e il disturbo/danneggiamento/uccisione delle specie avifaunistiche in periodo della nidificazione può integrare eventuali estremi di reato, in particolare ai sensi dell’art. 544 ter cod. pen.
In questi ultimi anni l’intero centro storico romano è interessato da continui interventi di taglio di alberi, soprattutto Pini, e non si comprende se tali operazioni siano o meno concordate con la competente Soprintendenza, per garantire le necessarie sostituzioni arboree e, soprattutto, il mantenimento delle straordinarie e uniche caratteristiche ambientali, paesaggistiche e storico-culturali che rendono Roma quella Città unica che il mondo conosce, tanto da far sì che il centro storico sia fin dal 1980 (IV sessione della Commissione, Parigi 1-5 settembre 1980) incluso nel Patrimonio mondiale dell’umanità sotto l’egida U.N.E.S.C.O., che dovrebbe vedere un puntuale piano di gestione per garantirne la conservazione attiva.
Da un lato Roma è la capitale europea con il più esteso patrimonio di verde pubblico (oltre 400 chilometri quadrati di verde pubblico tra giardini, parchi, ville storiche e riserve naturali e circa 350 mila alberi), tuttavia l’adozione di opportune Linee strategiche sul verde urbano di Roma (2023) non pare si sia tradotta ancora in efficaci e riconosciute attività di gestione del verde pubblico con particolare riferimento ai valori paesaggistici e storico-culturali che contribuiscono fondamentalmente a rendere l’Urbe quella Città unica che tutto il mondo ammira.
A puro titolo di esempio, nell’autunno 2023 solo gli esposti ecologisti e l’intervento della competente Soprintendenza hanno evitato il taglio di una sessantina di Pini a Casal Palocco, previsto per ragioni di viabilità assolutamente non necessarie.
Si può migliorare, parecchio. E sarebbe ora che tutte le amministrazioni pubbliche competenti siano richiamate a una corretta gestione del verde pubblico.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)
da Rodolfo Bosi blog, 21 maggio 2024
Luci (poche) e ombre (tante) della gestione del verde pubblico nel centro storico di Roma: https://www.rodolfobosi.it/rassegna-stampa/luci-poche-e-ombre-tante-della-gestione-del-verde-pubblico-nel-centro-storico-di-roma/
da CarteinRegola, 25 maggio 2024
GrIG: Luci (poche) e ombre (tante) della gestione del verde pubblico nel centro storico di Roma: https://www.carteinregola.it/index.php/grig-luci-poche-e-ombre-tante-della-gestione-del-verde-pubblico-nel-centro-storico-di-roma/
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da Fuori dal Coro, 29 maggio 2024
Spudorati: lo scandalo dei 18mila alberi abbattuti a Roma: https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/fuoridalcoro/spudorati-lo-scandalo-dei-18mila-alberi-abbattuti-a-roma_F312803501039C24
https://www.pressreader.com/italy/la-verita-790G/20240602/281745569524194
COMITATO PARCHI ITALIA http://www.centroparchi.org http://www.facebook.com/Comitato-Parchi-Italia-57973217609022
LA CORTE DEI CONTI INDAGA SULLA STRAGE DEGLI ALBERI A ROMA
Si promette un milione di nuovi alberi, ma in realtà continuano gli abbattimenti selvaggi
Finalmente la Magistratura contabile intende far luce sui massacri di Alberi che stanno sfigurando Roma Capitale. Il Comune aveva promesso che avrebbe piantato un milione di nuovi alberi, ma in realtà, mentre ne abbatteva circa 18mila, ne ha messi a dimora solo 2.500, la metà dei quali sono già seccati per la consueta mancanza di cure.
Impressionante il bilancio dell’operazione: se si fossero curati bene gli alberi esistenti, il costo sarebbe stato contenuto, appena € 60= per ciascuna pianta; preferendo invece abbatterli, la spesa è diventata esorbitante, da € 600= a € 2.000= per ogni albero. E se si considera che ai tagli provvedono le stesse ditte che forniscono la legna per il “pellet” e per le centrali a biomasse, non è difficile immaginare un giro d’affari lucroso per alcuni, ma disastroso per il verde, la bellezza, l’ossigeno, la frescura e il clima della città, e per la stessa salute dei suoi abitanti, turlupinati con i più assurdi pretesti: le piante sarebbero state ammalate, o troppo invecchiate (sic!). Arrivando persino a sostenere che il ciclo di vita del Pino domestico, il vero albero simbolo storico della Capitale, non raggiungerebbe mai un secolo di vita, mentre può addirittura superare i due secoli.
“Si confondono le idee ingannando la cittadinanza con fumogeni verdi – denunciano gli esperti – mentre si specula sul cosiddetto “green”, e si distrugge la vita!”,
MISSIONE: SALVARE GLI ALBERI
ECOSTRATEGIA: AGIRE TUTTI, INSIEME, E SUBITO
Roma, 7 Giugno 202$
Franco Tassi Margherita Martinelli
Centro Parchi Internazionale – Gruppo Alberi Sacri
dal sito web istituzionale della Corte dei conti, 21 marzo 2023
PNRR, CORTE CONTI: LO STATO DEL PROGETTO DI TUTELA DEL VERDE URBANO ED EXTRAURBANO. (https://www.corteconti.it/HOME/StampaMedia/ComunicatiStampa/DettaglioComunicati?Id=be3af0c7-c54a-42d4-b105-760868d4d3ba)
Ammontano a 330 milioni di euro le risorse PNRR destinate alla “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, investimento legato alla realizzazione dei due obiettivi europei relativi alla piantumazione di 1.650.000 alberi entro il 31 dicembre 2022 e di altri 6.600.000 entro la fine del 2024.
È quanto evidenzia la Corte dei conti nella Delibera n. 8/2023/CCC del Collegio del controllo concomitante, in cui la magistratura contabile ha analizzato lo stato di avanzamento del progetto PNRR legato allo sviluppo delle aree verdi in 14 città metropolitane italiane esposte a problemi ambientali e di inquinamento atmosferico, tra cui Milano, Roma, Torino, Genova, Bari e Messina.
Le criticità riscontrate dalla Corte riguardano sia i progetti già finanziati con risorse nazionali e poi confluiti nel PNRR (i “progetti in essere”) – per i quali sono stati riscontrati ritardi nella piantumazione degli alberi, oltre all’inefficacia della loro messa a dimora, con piante rinvenute, in alcuni casi, già secche – sia i progetti cosiddetti “nuovi”, per i quali la piantumazione è risultata appena avviata. I controlli svolti dai Comandi territoriali dei Carabinieri hanno, infatti, rilevato che solo alcune Città metropolitane sono andate oltre la fase di progettazione e la quasi totalità di esse ha piantato in vivaio semplici semi, invece di collocare piante già cresciute nei luoghi prescelti.
I magistrati contabili, dubitando dell’effettiva equivalenza tra coltivazione dei semi e piantumazione di alberi già adulti hanno invitato – ai fini della corretta realizzazione del progetto – il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ad acquisire un pronunciamento certo in materia da parte della Commissione Europea e a vigilare sia sulla corretta ed efficace esecuzione dei lavori in ogni Città interessata, sia sulla tempestiva attuazione delle fasi successive del Piano, per scongiurare ritardi in grado di pregiudicare il raggiungimento dell’obiettivo legato ai 6.600.000 alberi da piantare entro il 31 dicembre 2024.
Corte dei contiUfficio Stampa
Deliberazione Sez. controllo concom., ,15 marzo 2023 n. 8/2023/CCC