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In Veneto meno biodiversità e più “valutazioni ambientali spericolate” (V.A.S.).


Grave di Ciano

In tempo di “calamità innaturali” accade spesso che la “complessità” degli eventi naturali,   sconosciuta ai cittadini e “misconosciuta” agli amministratori pubblici, non venga riconosciuta  da questi ultimi  nemmeno quando si tratta di arginare gli effetti di tale  misconoscimento.

La logica semplificatoria che  ha guidato tali amministratori, caratterizzata dall’assenza di una vera e lungimirante pianificazione urbanistica,  ha ridotto la permeabilizzazione del suolo e la sua capacità di assorbimento dell’acqua piovana e sembra ispirarli anche nell’affrontare il problema delle alluvioni.

Talvolta, strumentalizzando le paure e le insicurezze della gente comune che vive accanto agli argini dei corsi d’acqua,  dopo aver fatto a pezzi il principio di precauzione nella loro improvvisata pianificazione urbanistica,  si erigono anch’essi a  vittime della situazione di emergenza che hanno contribuito a creare. 

E cosa meglio di un provinciale populismo, quello che parla alla pancia degli elettori, per ricoprire di fumo il malgoverno del territorio e il consumo di suolo che hanno consentito  insediamenti produttivi e residenziali  anche in zona a rischio idrogeologico-alluvionale  a ridosso dell’alveo dei fiumi e  proporre, in un vulnerabile e ricettivo clima emotivo, soluzioni tecnocratiche anch’esse semplicistiche  come lo sono state le condizioni pianificatorie che hanno generato l’emergenza?

Fa specie, a proposito di esondazioni, delle condizioni potenziali per il loro verificarsi e della loro eventuale mitigazione, la portata di alcuni progetti. 

ISPRA, Rapporto sul consumo del suolo 2021, Veneto

Un progetto che potrebbe creare le condizioni potenziali per il verificarsi di  possibili esondazioni riguarda l’ampliamento del Campus per l’innovazione H Farm lungo il Sile nel Comune di Roncade. Il progetto, approvato e in fase di esecuzione, prevede, a completamento dell’opera,  l’occupazione di   una superficie totale di 51 ettari,  di cui 3,9 ettari di superficie coperta, in grado di ospitare  dalle due alle tremila persone tra studenti, insegnanti, personale di servizio.

La procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.), effettuata nel 2017,  aveva sollevato delle riserve in merito alla “fragilità idrogeologica” dell’area.

L’area interessata, infatti,  è  posta per la maggior parte al di sotto del livello del mare e al di sotto del livello del Sile e ha subito inondazioni nel 1966 e nel 1986.

Senza dimenticare che il Sile,  solo un chilometro  più a nord, riceve anche  le acque del Musestre, suo affluente e come  il rischio di esondazione  sarebbe gestibile se l’area di Ca’ Tron mantenesse le caratteristiche di zona agricola ed essere così in grado di assorbire una eventuale piena.

Dopo un batti e ribatti politico-istituzionale, la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) ha stabilito la compatibilità ambientale del progetto e il brindisi  inaugurale del  2020 ha congedato  inspiegabilmente, in quell’angolo del fiume Sile,  il principio di precauzione.

Invece, sul fronte della mitigazione di eventuali esondazioni,  c’è da registrare come coloro  che hanno approvato  ulteriori insediamenti lungo gli argini  del Sile nei termini appena descritti sono gli stessi che propongono lungo il fiume Piave  il progetto delle casse di espansione sulle Grave di Ciano.

Tale infrastruttura, secondo tali amministratori pubblici,  avrebbe lo scopo di mitigare  il rischio delle alluvioni, ma  nel prospettare tale soluzione non considerano la geomorfologia del territorio attraversato dal fiume, gli aspetti ambientali,  naturalistici, paesaggistici e il loro legame inscindibile con una vera transizione ecologica.

Faccio fatica a comprendere e a scrivere  dell’insensatezza di tale progetto.

La zona delle Grave  di Ciano ha un’estensione di 5 chilometri quadrati, è una “piana di esondazione naturale” che già oggi,  quindi, da  il suo contributo in caso di piene ed è tutelata dalla Direttiva “Habitat” e dalla Direttiva “Uccelli”.

Nell’area delle grave di Ciano sono presenti 14 tipi di habitat, 91 famiglie botaniche, 488 specie di piante (20% endemiche), 64 specie di uccelli e 20 specie tra anfibi e rettili e una vera transizione ecologica non può permettere  che, per la realizzazione di 4 casse di espansione in questo sito, venga operata l’escavazione di 550 ettari e la costruzione di muraglioni alti fini a 8 metri per una lunghezza di 14 km.

Gilberto Baldaccini, biologo ambientale, parla della necessità di aumentare le aree di “esondazione controllata” lungo i nostri corsi d’acqua, favorire l’allagamento controllato nei punti ove possibile lungo l’intero percorso del fiume, magari, anche allargando l’alveo troppo spesso ristretto in argini non più in grado di contenere  le piene.

Da notare come questa funzione di “esondazione controllata” le Grave di Ciano la svolgono  egregiamente.

Veneto, paesaggio

Spetta ai contratti di fiume aumentare le aree esondabili con tali caratteristiche, anche a costo di spostare le attività umane ad una distanza adeguata, perché, come sostiene  Gilberto Baldaccini, biologo ambientale, i fiumi, nella loro esondazione naturale ricoprono la superficie permeabile del terreno e possono  ricaricare la falda acquifera in assenza di piogge successive alla piena.

Nel caso  dell’ampliamento  del Campus H Farm lungo il Sile  si rinuncia al principio di precauzione

Nel caso delle Grave di Ciano lungo il corso del  Piave, oltre a sovvertire  un’area di esondazione naturale, si decide di “ridurre lo spazio della biodiversità”, quando la “perdita di biodiversità”  costituisce uno dei nove confini planetari da non superare per non indirizzare l’umanità  verso la sesta estinzione  di massa.

La contrazione delle superfici cariche di biodiversità è in totale e grave controtendenza rispetto alla legge sul Ripristino della Natura (Nature Restoration Law) approvata nel luglio scorso dal Parlamento europeo: un provvedimento che prevede di raggiungere, entro il 2030, il ripristino naturale  del 20% della superficie terrestre e marina dell’Unione Europea con l’obiettivo di contrastare la “perdita di biodiversità”.

Da un lato, sul Sile,  si rischia di creare un’emergenza alluvionale, dall’altro, sul Piave, si appronta una soluzione tecnocratica che dimentica come non può esserci transizione ecologica a spese della biodiversità.

Dante Schiavon, socio GrIG Veneto

Capriolo (Capreolus capreolus)

(foto D.S., M.F., S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Paolo
    Paolo
    agosto 15, 2023 alle 11:07 am

    Da quello che so H Farmi provvide a innalzare di un metro circa gli edifici sul piano di campagna. Questo, se non mi sbaglio, fece passare un progetto incagliato da anni. Che poi questo salvi dal rischio idraulico bisognerebbe chiederlo a chi l’ha approvato

  2. Avatar di Claudio schileo
    Claudio schileo
    agosto 25, 2023 alle 10:50 am

    ACRONIMO SU ACRONIMO DA SVELARE. SVELARE, significato, Far conoscere quanto dovrebbe restare ignoto o nascosto, rivelare..
    Rendere manifesto, mostrare, palesare: svelare le proprie intenzioni;
    condivido la vostra esposizione perché un normale cittadino difronte al garbuglio storico di leggi e interpretazioni, nuovi enti, politici e contributi da versare… Rinuncia a capire.. Mentre così si svela quanto stanno cercando di fare a riguardo delle ” opere pubbliche”. Pagate di tasca nostra.
    Non essere un po’ informati ci può costare molto, in termini economici e ambientali. Ora a a noi e in futuro.. I prossimi 50, 80, 90, 100 anni…se i nostri figli o chi si insediera’ in questi territori che verranno ” trasformati” dicono, non ” consumati “.

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