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Carloforte, un cantiere edilizio da verificare a Tacca Rossa.


Un cantiere edilizio è stato avviato nelle scorse settimane a Tacca Rossa, sull’Isola di San Pietro (Carloforte).

Nessun cartello “inizio lavori”, solo taglio della vegetazione e una betoniera.

L’area in argomento è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.; piano paesaggistico regionale – P.P.R.) e rientra nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.) Isola di San Pietro (codice ITB040027), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali, la fauna e la flora.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato in proposito (11 maggio 2023) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, coinvolgendo i Ministeri della Cultura e della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna (Direzione generale pianificazione territoriale e vigilanza edilizia; Servizio valutazioni ambientali), la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, il Comune di Carloforte, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale.

Informata per opportuna conoscenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.

Il GrIG auspica un rapido accertamento sulla legittimità o meno dell’intervento edilizio da parte delle amministrazioni pubbliche coinvolte.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Gheppio (Falco tinnunculus)

(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

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  1. Maggio 11, 2023 alle 3:05 PM

    da Alghero Live, 11 maggio 2023
    Carloforte, un cantiere edilizio da verificare a Tacca Rossa: https://algherolive.it/2023/05/11/carloforte-un-cantiere-edilizio-da-verificare-a-tacca-rossa/

  2. Raffaella Venturi
    Maggio 21, 2023 alle 9:02 PM

    Era una villa storica di Carloforte, un gioiello di sobrietà che si ergeva altera, nel suo intonaco rosso mattone, sopra ai magazzini di Taccarossa noti come “i Ponti”. Villa Paris, di proprietà della famiglia Scotto (“le sorelle Capinera”, quelle che cantavano canzoni della tradizione tabarchina) ha finito per essere svenduta e trasformata in un enorme cantiere, che non ha coinvolto solamente la principale struttura, la villa a pianta quadrata a due piani, ma si è esteso senza pietà agli altri edifici annessi, piccole addizioni di volumetrie utilizzate come magazzini e un dependance. La spianata di terreno che è stata effettuata, con due varchi per l’entrata di mezzi pesanti, ha sacrificato centinaia di metri quadri di macchia mediterranea e alberi, sradicati dalle ruspe. L’esito di tanta foga edilizia è un anonimo casone, con intonaco verdolino, infissi in alluminio e mattonelle un metro per un metro, posate come piazzale esterno, con buona pace della distesa di bulbi di narcisi selvatici che ogni dicembre-gennaio ricoprivano fitti il regale prato innanzi al prospetto principale di Villa Paris. Nessun controllo, tutto passa in cavalleria, e prolificano case senza più alcuna memoria delle antiche vestigia di quest’isola piena, e sottolineo piena, di abusi.

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