Un progetto di mega-centrale fotovoltaica in area d’interesse archeologico nella campagna di Uta (CA).
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato (31 marzo 2023) un atto di intervento nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto per la realizzazione di una centrale fotovoltaica a terra con potenza superiore a 96 MWp, proposta dalla società romana Diomede s.r.l. su un’estensione di oltre 220 ettari di area agricola densa di testimonianze archeologiche prevalentemente di epoca nuragica in località Serra Taccori, in Comune di Uta (CA).
Il sito preistorico di Su Niu de su Pilloni, esteso 4 ettari e individuato con D.M. 3 agosto 1983, numerosi Nuraghi e un villaggio nuragico (Mitza Padentina) tutelati per legge con vincolo culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), la stessa “Relazione Archeologica” presente nello studio di impatto ambientale evidenzia un rischio archeologico alto nella vasta area intorno al Nuraghe Taccori, con presenze archeologiche di epoca nuragica e di epoca romana.
Si tratta di un esempio del tipico paesaggio archeologico della Sardegna.
Un impianto di produzione energetica decisamente fuori luogo e per giunta inutile per la collettività.
Il GrIG ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di esprimere formale diniego alla compatibilità ambientale dell’impianto in progetto.
I motivi del “no” al Far West energetico in Sardegna.
Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.
E’ proprio il caso della trasformazione della Sardegna in piattaforma produttiva destinata alla servitù energetica, come esplicitato chiaramente da Terna s.p.a. e avallato dall’allora Ministro della Transizione Ecologica Antonio Cingolani.
Qualche sintetica considerazione.
L’amministratore delegato del Gruppo ENEL Francesco Starace, circa un anno e mezzo fa ha affermato che lo “scenario ipotizza l’installazione, a Thyrrenian link in esercizio, di un gigawatt di batterie e circa 4/5 gigawatt di potenza di rinnovabili in più rispetto a quanto abbiamo adesso. Oltre agli ovvi benefici ambientali, come la scomparsa di fatto dell’anidride carbonica prodotta dalle fonti fossili, un piano del genere svilupperebbe investimenti sull’intera filiera da qui al 2030 di 15 miliardi di euro, un indotto più che doppio e una occupazione tra i 10 e i 15mila addetti qualificati e specializzati”.
A oggi in Sardegna non esistono impianti di conservazione dell’energia prodotta, vi sono solo progetti non approvati, con l’eccezione di un impianto (sistema di accumulo a batterie – BESS) con potenza 122 MW recentemente approvato all’interno della centrale elettrica ENEL di Portoscuso.
In Sardegna, se fossero approvati tutti i progetti di centrali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, vi sarebbe un’overdose di energia prodotta, pagata dallo Stato, ma inutilizzabile.
Con la realizzazione del Thyrrenian Link, il nuovo doppio cavo sottomarino di Terna s.p.a. con portata 1000 MW, 950 chilometri di lunghezza complessiva, da Torre Tuscia Magazzeno (Battipaglia – Eboli) a Termini Imerese, alla costa meridionale sarda. Dovrebbe esser pronto nel 2027-2028, insieme al SA.CO.I. 3, l’ammodernamento e potenziamento del collegamento fra Sardegna, Corsica e Penisola con portata 400 MW, che rientra fra i progetti d’interesse europeo.
Al termine dei lavori, considerando l’altro collegamento già esistente, il SA.PE.I. con portata 1000 MW, la Sardegna avrà collegamenti con una portata complessiva di 2.400 MW. Non di più.
In Sardegna, al 20 maggio 2021, risultavano presentate ben 21 istanze di pronuncia di compatibilità ambientale di competenza nazionale o regionale per altrettante centrali eoliche, per una potenza complessiva superiore a 1.600 MW, corrispondente a un assurdo incremento del 150% del già ingente comparto eolico “terrestre” isolano.
Complessivamente dovrebbero esser interessati più di 10 mila ettari di boschi e terreni agricoli da. un’ottantina di richieste di autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici.
Le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 agosto 2021 risultavano complessivamente pari a 5.464 MW di energia eolica + altri 10.098 MW di energia solare fotovoltaica, cioè 15.561 MW di nuova potenza da fonte rinnovabile, a cui devono sommarsi i diciannove progetti per centrali eoliche offshore finora presentati, che dichiarano una potenza pari a 13.185 MW.
In tutto sono 28.746 MW, cioè quasi quindici volte i 1.926 MW esistenti (1.054 MW di energia eolica + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).
Significa energia che non potrà essere tutta utilizzata in Sardegna, non potrà esser trasferita verso la Penisola, non potrà essere conservata.
Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè lo Stato, cioè la Collettività di tutti noi) per essere in buona parte sprecata.
Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.
Cosa ben diversa sarebbe se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.
Siamo ancora in tempo per cambiare registro.
In meglio, naturalmente.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto da mailing list ambientaliste, S.D., archivio GrIG)
Grazie di esistere GrIG! Concordo su tutto, in questo quadro segnalo con orrore quanto ascoltato recentemente alla radio. Lungo la strada per raggiungere la meravigliosa e turistica Stintino, ovvero nella zona industriale di Porto Torres, oltre ai mega impianti fotovoltaici a terra, sono sorte innumerevoli nuove pale eoliche ed è ora anche in progetto il restauro della centrale elettrica EON (ora TERNA), con in previsione mega nuovi impianti al largo in mare. Opporsi a ciò sarebbe possibile ? ..è inquietante come molti sardi non abbiano ancora capito che il futuro della Sardegna consista in un turismo sostenibile, nella salvaguardia delle sue bellezze naturali e della sua straordinaria antichissima ma poco valorizzata storia.
..bisogna avere elementi precisi…..
https://www.rainews.it/amp/tgr/sardegna/articoli/2023/03/la-centrale-di-fiumesanto-verso-il-futuro-dalla-fine-del-carbone-alle-energie-rinnovabili-53bbfd7f-b401-4f69-8163-432a7e2751b3.html Qui nell’immagine si legge impianti fotovoltaici off-shore e grosso modo ad occhio la centrale si espanderebbe verso lo stagno in una zona di interesse naturalistico
Sempre un doveroso ringraziamento al GrIG per il fondamentale lavoro che svolge.
Purtroppo le “priorità strategiche” europee, insieme al “governo dell’energia”, sono un orribile mix che in un contesto liberista del mercato concorre a sostanziare le posizioni di prevaricazione e quelle di subordinazione tra attori privati e popolazione.
Ricordiamoci che queste aziende energetiche (per esempio nell’ambito agrofotovoltaico) agiscono comodamente, senza dover chiedere permesso agli uffici tecnici comunali per mandato ministeriale “draghiano”, proponendo contratti per centinaia di migliaia di euro (prossimi al milione di euro) ai privati possidenti di terreni agricoli. E ciò si ripete in tutte le campagne della Sardegna.
Solo una di queste aziende (spagnola ma non è Acciona) ha oltre 40 progetti in corso in Sardegna, più una trentina in Italia (e questo fa capire lo sbilanciamento strategico dal punto di vista geografico-amministrativo), e hanno già versato solo in caparre confirmatorie contrattuali oltre 6 milioni.
Fate voi i conti sulla situazione.
Sono questioni tra privati che vanno oltre la PIANIFICAZIONE.
Questo sta succedendo anche con le antenne di emissioni (es. 5G), anche nei piccoli comuni sardi, perché è un “settore strategico” e questi colossi fanno facili accordi con piccoli privati, piazzando antenne di 35 metri letteralmente tra le case, in prossimità di beni vincolati ma con le carte in regola perché per l’ARPA non ci sono problemi di salute (non mi dilungo su questo punto ma sono in disaccordo con i valori e criteri utlizzati), mentre per la soprintendenza dei beni culturali si ha spesso il silenzio-assenso perché sono oberati di lavoro e hanno altre priorità.
Mi scuso per la digressione, ma credo che il quadro sia ampio e complesso e parte di un sistema corale che bisogna sottolineare nelle sue varianti.
Inoltre i sardi e la Sardegna hanno una triste abitudine storica di prevaricazione subita in tanti ambiti con atti repressivi e liberticidi che vanno avanti anche oggi (per le lotte contro le servitù, energetica compresa, e ciò indebolisce qualsiasi concreta reazione sociale.
i Sardi, purtroppo, “dormono” in gran parte.
Vero, dormono e dormiamo ancora. Però devo sottolineare come sia necessaria una difficoltosa consapevolizzazione (difficile da indurre, potenzialmente facilitabile, ma necessariamente in autonomia per ogni persona) per potersi “svegliare”.
A mio avviso il GrIG ha un ruolo non da poco in questo senso, e secondo me non è sufficientemente conosciuto (mi ritrovo ad essere io spesso a parlarne alle persone che, puntualmente, non ne erano a conoscenza).
Lungi dal mettermi in cattedra, dico e sostego questi argomenti in quanto io stesso ho autonomamente avviato un processo di “autoconsapevolizzazione”, spesso assopita dalla totale assenza di visione critica e analitica (e accompagnata da una forte propensione all’abitudine) di ciò che ci circonda.
Per questo, e per tutto il lavoro svolto dal GrIG io ringrazio ampiamente.
purtroppo è vero, c’è una strada ancora lunga per riuscire a comprendere bene “dove abitiamo”, la nostra Terra è l’unica che abbiamo 🙂
Il fotovoltaico a terra è vergognoso affarismo ipocritamente presentato come attività urgente per la sostenibilità, un verde finto, un verde banconota.
Un consumo di suolo mai visto, addirittura ben superiore agli scempi edilizi dei decenni precedenti.
Un assalto senza scrupoli contro superstiti agricoltura, paesaggio identitario, equilibrio idrogeologico, salvifico turismo delle aree interne.
Un accanimento ben orchestrato come una rapina organizzata soprattutto laddove la ricchezza ambientale sopravvive e può essere ancora rapinata: Sardegna in primis, e poi Tuscia, storiche e idilliache campagne sopravvissute di Marche, Toscana, Umbria…
Grazie al Grig e poche altre associazioni veramente ambientaliste che si oppongono a questo disgustoso scempio finale della bellezza di tutti contro il lucro di pochi speculatori energetici
Raccapricciante invece l’atteggiamento delle grandi “corazzate” sedicenti ambientaliste e ormai inglobate nella bassa politica del rinnovabilismo dogmatico-confessionale “senza se e senza ma”
E ripetiamolo fino alla noia, anche se non c è peggior sordido di chi non vuol sentire : i TETTI (e parliamo solo di quelli extraurbani!) bastano e avanzano per il fabbisogno di fotovoltaico. Lo dice con numeri eloquenti ISPRA, istituzione scientifica fra le più serie. Purtroppo ci si fanno meno soldini che con il massacro delle superstiti campagne italiane e correlato paesaggio identitario
Non posso che tristemente concordare con tutto quanto detto, e propostito delle “corazzate” ambientaliste, ho trovato una lettura molto interessante in tal senso: “Una Rivoluzione ci Salverà”, di Naomi Klein (è una giornalista e attivista canadese, ovviamente buona parte delle argomentazioni riguardano l’ambito nordamericano, ma ci passa anche l’istituzione europea e comunque sono riferimenti a tante “aziende ambientaliste” e aziende energetiche che ben conosciamo, e ne svela tanti meccanismi corrotti con dati e fonti certe che coinvolgono tutti i nomi della globalizzazione che ben conosciamo. Se letto col giusto occhio critico per riportarlo a quanto accade da questa parte del mondo, è una lettura che consiglio a chi fosse interessato)
Un saluto
da Il Manifesto Sardo, 1 aprile 2023
Un progetto di megacentrale fotovoltaica nell’area d’interesse archeologico a Uta: https://www.manifestosardo.org/un-progetto-di-megacentrale-fotovoltaica-nellarea-dinteresse-archeologico-a-uta/
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da Alghero Live, 1 aprile 2023
Un progetto di mega-centrale fotovoltaica in area d’interesse archeologico nella campagna di Uta (CA): https://algherolive.it/2023/04/01/un-progetto-di-mega-centrale-fotovoltaica-in-area-dinteresse-archeologico-nella-campagna-di-uta-ca/
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da Gazzetta Sarda, 1 aprile 2023
Un progetto di mega-centrale fotovoltaica in area d’interesse archeologico nella campagna di Uta: https://www.gazzettasarda.com/contenuto/0/11/297160/un-progetto-di-mega-centrale-fotovoltaica-in-area-dinteresse-archeologico-nella-campagna-di-uta
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da Sassari Notizie, 31 marzo 2023
Un progetto di mega-centrale fotovoltaica in area d’interesse archeologico nella campagna di Uta (CA): https://www.sassarinotizie.com/2023/03/31/un-progetto-di-mega-centrale-fotovoltaica-in-area-dinteresse-archeologico-nella-campagna-di-uta-ca/
da L’Unione Sarda, 1 aprile 2023
Uta. Le osservazioni degli ambientalisti. “Diciamo no al fotovoltaico: la zona è archeologica con grave rischio idraulico”.
L’associazione ambientalista “Gruppo d’Intervento Giuridico” ha presentato un atto di opposizione nel procedimento di valutazione di impatto ambientale relativo al progetto per la realizzazione di una centrale fotovoltaica a terra. L’impianto, proposto dalla società romana Diomede srl, dovrebbe superare i 96MWp su un’estensione di oltre 220 ettari nell’area agricola di Uta nota per la grande presenza di testimonianze archeologiche”.
La zona è un tipico esempio di paesaggio archeologico sardo, con il sito di Su Niu de su Pilloni, oltre a numerose altre aree tutelate dal vincolo culturale. La stessa relazione archeologica, presente nello studio di impatto ambientale, evidenzia un alto rischio nella vasta area intorno al Nuraghe Toccori, dove sono presenti importanti testimonianze nuragiche e romane: “Un impianto di produzione energetica fuori luogo e inutile per la collettività”, ritiene il Grig, che ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica un formale diniego alla compatibilità dell’impianto.
Il gruppo ambientalista, inoltre, precisa i motivi del “no” a questo sistema: “Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi o aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto. In Sardegna, se fossero approvati tutti i progetti di centrali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, vi sarebbe un’overdose di energia pagata dallo Stato, ma inutilizzabile. Significa energia che non potrà essere utilizzata in Sardegna, non potrà essere conservata o trasferita verso la Penisola. In sintesi, pagata dallo Stato per essere sprecata. Gli unici che guadagnerebbero sarebbero le società energetiche”. (A. Cu.)
Intanto il governatore della Sicilia Schifani ha dichiarato che nella sua Regione non verranno autorizzati ,ne in terra ne in mare, impianti eolici o Solari per produrre energia destinata ad altri siti fuori dall’ambito Regionale. Non si cederà un solo ettaro di terra terra coltivabile a favore della speculazione energetica . Chi sa se i nostri governanti Regionali non siano indotti a riflettere sullo Tsunami che sta per abbattersi sulla Sardegna .