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Questa sarebbe la transizione ecologica nel Mezzogiorno?


centrale eolica

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) nelle scorse settimane (agosto 2022) ha inoltrato un’istanza di accesso civico e informazioni ambientali rivolta alle Amministrazioni pubbliche nazionali e regionali competenti concernente i numerosi progetti di centrali eoliche nel territorio pugliese e offshore nei mari prospicienti i litorali della Puglia.

Nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2022

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, in seguito alla complessiva valutazione e armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, ai sensi dell’articolo 5, comma 2, lettera c-bis), della legge 3 agosto 1988, n. 400, ha deliberato l’approvazione del giudizio positivo di compatibilità ambientale per undici progetti di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili (energia eolica), per una potenza complessiva pari a circa 452 MW. A norma dell’articolo 7 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, le deliberazioni adottate sostituiscono a ogni effetto il provvedimento di valutazione d’impatto ambientale (VIA).

centrale eolica a mare

Nel dettaglio, si tratta di otto progetti da realizzare nella regione Puglia e tre nella regione Basilicata:

  • Mondonuovo (Comune di Mesagne – BR), potenza: 54 MW;
  • Valleverde (Comune di Bovino – FG – località ‘Monte Livagni’) e opere di connessione (da ubicare anche nei comuni di Castelluccio dei Sauri e Deliceto – FG), potenza: 31,35 MW;
  • rifacimento parziale e potenziamento (‘repowering’) del parco eolico (Comuni di Motta Montecorvino e Volturara Appula -FG), potenza complessiva 42 MW;
  • San Pancrazio Torrevecchia (Comune di San Pancrazio Salentino – BR) e relative opere di connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) (comuni di Avetrana – TA – e Erchie – BR), potenza complessiva: 34,5 MW;
  • San Severo La Penna (Comune di San Severo – FG) e relative opere di connessione, potenza complessiva: 47,6 MW;
  • San Potito (Comune di Ascoli Satriano – FG – località ‘Torretta’) e relative opere di connessione (Comune di Deliceto – FG), potenza: 34,5 MW;
  • progetto da realizzare nel comune di San Paolo Civitate (FG), nelle località Pozzilli, Chiagnemamma, Cerro Comunale, Marana della Difensola – Quarantotto, Masseria Difensola e infrastrutture connesse, site nel territorio del comune di Torremaggiore (FG), nelle località Fari e Rascitore, potenza: 42 MW;
  • ‘Parco Eolico San Severo’ (Comune di San Severo-FG), potenza: 54 MW;
  • proroga di cinque anni del termine di validità del provvedimento di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione dell’impianto eolico denominato ‘Serra Gagliardi’, da realizzare in agro del Comune di Genzano di Lucania (PZ), potenza 36 MW;
  • proroga di cinque anni del provvedimento di valutazione di impatto ambientale relativo all’impianto eolico denominato ‘Castellan’” da realizzarsi nel territorio del Maschito e Venosa (PZ), potenza: 38,995 MW;
  • Rosamarina (comune di Lavello – PZ) e opere di connessione nei comuni di Venosa e Melfi (PZ), potenza: 37,1 MW.”

Oltre a questi otto progetti (più altri tre nella contigua Basilicata) per una potenza complessiva di 452 MW, sono in progetto ben 10 centrali eoliche offshore, a varia distanza dalla battigia marina, due dei quali bocciati in sede di procedura di V.I.A.

Più di 550 aerogeneratori per una potenza complessiva di 4.726 MW.

Emergono chiare un paio di domande: questa immane potenziale produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, a fronte di un pesante consumo del territorio, quale centrale con produzione da fonte fossile andrà a sostituire?

Quali impegni sono stati formalmente assunti in proposito?

Forse nessuno…

E quali sono i benefici ambientali ed economico-sociali per il territorio pesantemente interessato?

Non quantificati…

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

da l’Astrolabio, 15 giugno 2022

La Cortina di Ferro nella Vasca da Bagno. (Fabio Modesti)

Se si considera anche la centrale eolica per la produzione di energia di fronte alla costa di Termoli, 54 torri da 3 MW ciascuna per un totale di 162 MW di energia elettrica da produrre, proposta da EffEventi S.r.l., sono dieci gli impianti eolici che potrebbero essere installati davanti alle coste adriatiche pugliesi (e molisane). All’incirca uno ogni 40 chilometri. Con sistemazione per file successive e con distanze dalla costa variabile, fino alle 12 miglia. Per ora oltre 550 torri alte tra i 140 ed i 200 metri con rotori da 111 metri in su, in relazione all’altezza della torre. Una vera e propria cortina di ferro (in realtà di acciaio e di carbonio, di terre rare e metalli critici, con quantità enormi di lubrificanti ed altri inquinanti) che taglierà in due longitudinalmente l’Adriatico. Una cortina di ferro in una “vasca da bagno” (enorme ma pur sempre tale), come viene definito il bacino di mare che divide l’Europa occidentale da quella orientale, dai Balcani. Dalla terra al mare, quindi, le cortine di ferro continuano a contrassegnare le vite ed i destini europei da questa parte del Continente.

Due impianti bocciati dal MiTe

V’è da dire che due dei dieci impianti proposti sono stati bocciati in sede di valutazione d’impatto ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente, ora della Transizione Ecologica (MiTe). Si tratta di quello ipotizzato nel golfo di Manfredonia (195 MW di potenza complessiva data da 65 aerogeneratori nel mare antistante i Comuni di Mattinata, Monte Sant’Angelo, Manfredonia, Zapponeta, Margherita di Savoia) e di quello che sarebbe dovuto sorgere davanti a Torre S. Gennaro, Comune di Brindisi (150 MW di potenza complessiva data da 50 aerogeneratori da 30 MW ciascuno). Ambedue i progetti sono stati presentati dalla TreviEnergy S.p.A., una società di Cesena, dell’omonimo gruppo ora controllato da Cassa Depositi e Prestiti attraverso la società investitrice CDP Equity, specializzata in grandi opere civili ed industriali. Del progetto relativo al golfo di Manfredonia, tuttavia, si dice che sarà ripresentato a breve.

Progetti eolici offshore in Puglia – Mare Adriatico

1. Progetto di un impianto eolico off-shore da ubicarsi nello specchio di mare compreso tra il comune di Santa Cesarea Terme (LE) e Santa Maria di Leuca (LE), composto da 90 aereogeneratori per una potenza totale di 1350 MW. Proponente Odra Energia
2. Progetto di impianto eolico offshore composto da 98 aereogeneratori di potenza nominale ciascuno di 12 MW e per una potenza totale di 1176 MW. da realizzarsi ad una distanza minima di 9 km dalla costa nord orientale della Regione Puglia tra la città di Brindisi (BR) e di San Cataldo LE). il punto di approdo del cavidotto è previsto in prossimità nella centrale elettrica di Cerano (BR) – Proponente Kailia s.r.l.
3. Centrale Eolica Offshore Brindisi, impianto costituito da 36 aerogeneratori per una potenza complessiva di 108 MW, nel tratto di mare antistante i comuni di Brindisi, S. Pietro Vernotico e Torchiarolo e delle opere di connessione alla RTN. – Proponente: TG Energie Rinnovabili s.r.l.
4. Parco eolico Marino Gargano Sud costituito da 85 aerogeneratori aventi ciascuno una potenza di 4 MW, per una potenza complessiva di 340 MWe. Le opere connesse all’attuazione del progetto sono: sottostazione di trasformazione offshore, cavi di trasmissione offshore, fossa di giunzione offshore-onshore, cavi di trasmissione onshore e sottostazione onshore – Proponente: SEANERGY S.r.l.
5. Centrale eolica off-shore Chieuti (FG), impianto costituito da 50 aerogeneratori di potenza nominale complessiva pari a 150 MW localizzato nel mare antistante i comuni di Serracapriola e Chieuti e delle opere di collegamento alla RTN – Proponente: Trevi Energy S.p.A.
6. Centrale eolica off-shore Golfo di Manfredonia (FG). Iimpianto eolico offshore da 195 MW composto da 65 aerogeneratori localizzato nel mare antistante i comuni di Mattinata, Monte Sant’Angelo, Manfredonia, Zapponeta, Margherita di Savoia e limitatamente Vieste e Barletta e delle opere di collegamento alla RTN. – Proponente: Trevi Energy S.p.A. Esito Decreto VIA Negativo
7. Centrale eolica off-shore Torre S. Gennaro (BR). Impianto da n. 50 torri eoliche da 30 MW potenza per un tot. di 150 MW Proponente Trevi Energy S.p.A. Esito Decreto VIA Negativo
8. Centrale eolica off-shore per la produzione di energia di fronte alla costa di Termoli – Proponente: EffEventi S.r.l. – Impianto da 54 torri da 3 MW per un totale di 162 MW
9. Impianto di 60 aerogeneratori di tipo galleggiante, potenza complessiva 840 ME oltre le 12 miglia (Trani, Bisceglie, Molfetta e Bari), stazione elettrica di trasformazione off-shore con cavidotti sottomarini per collegamento a rete nazionale on-shore. Proponente REI (Recupero Ecologico Interti) di Cavallino di Lecce
10. Impianto eolico off-shore di 80 aerogeneratori per potenza complessiva di 600 MW da Barletta a Bari per un’estensione di 4 mln mq. Proponente Hope s.r.l. Bari

Fonte: Ministero della Transizione Ecologica

Le nuove società in campo

Gli ultimi impianti proposti in ordine di tempo, ma per i quali non è stata ancora attivata la procedura di valutazione ambientale presso il Mite, sono quelli della REI – Recupero Ecologico Inerti – di Cavallino di Lecce, azienda specializzata in particolare in bonifiche da amianto e non certo in opere off-shore (impianto eolico galleggiante di 60 aerogeneratori con potenza complessiva 840 MW oltre le 12 miglia di fronte ai Comuni di Trani, Bisceglie, Molfetta e Bari) e dalla Hope s.r.l. di Bari (impianto da 80 aerogeneratori per potenza complessiva di 600 MW da Barletta a Bari per un’estensione di 400 ettari di superficie marina). Quest’ultima è una start up (nata dalla fusione di società della famiglia Garofano, attiva nel settore della chimica e della produzione di energia da fonti rinnovabili, di Silvio Maselli, assessore alla Cultura del Comune di Bari dal 2013 al 2014, e del produttore cinematografico Daniele Basilio) impegnata nell’ambizioso e complicato progetto di alimentare con l’idrogeno verde – ottenuto da energia prodotta da fonti rinnovabili – il sistema di trasporto pubblico locale di Taranto ed il cui amministratore è il barese Fabio Paccapelo. Questo impianto avrebbe il placet della Regione Puglia.

Che fine ha fatto la valutazione cumulativa?

In definitiva, un fronte di turbine eoliche che comincia dal Molise o, se si preferisce, sotto la testa del Gargano e finisce al tacco d’Italia con pochi varchi tra gli impianti. Alcuni naturalisti sostengono che, tutto sommato, meglio che questi stiano in mare anziché sulla terraferma producendo danni all’avifauna selvatica. Ma anche il loro impatto sulle rotte di migrazione in mare aperto non è secondario: basti pensare al Canale d’Otranto. C’è infine da chiedersi perché alcuna valutazione di impatto e di incidenza cumulativa di questi impianti sia stata approntata nonostante le chiare indicazioni e le prescrizioni normative dell’UE. Sarà sempre merito del pensiero unico sulle rinnovabili?

(foto da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

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  1. Annamaria Peducci
    settembre 24, 2022 alle 12:25 PM

    SPERO CHE INSTALLINO PALE EOLICHE OVUNQUE. SAREBBE LA FINE DELLA DIPENDENZA DAL CARBONE E DAL PETROLIO E SONO BELLISSIME DA VEDERE

    • settembre 24, 2022 alle 12:40 PM

      fra poco finiremo per avere in Puglia più pale eoliche che olivi, ma ancora non si capisce quali centrali a carbone e a olio combustibile chiuderanno. A lei va bene così, a parecchie altre persone no 😉

      • Annamaria Peducci
        settembre 24, 2022 alle 1:46 PM

        Finché non vediamo oltre la punta del nostro naso resteremo provinciali e limitati. Esistono altre regioni oltre alla Puglia. E magari le centrali sono altrove. Importante è smettere di dipendere da carbone e petrolio. E le pale non inquinano. Forse Taranto non basta????? Abbiamo vento e sole. Potremmo essere liberi da problemi energetici. L’energia ci serve ma meglio non doverla comprare!!!! Evviva pale e pannelli fotovoltaici su tutti i tetti

      • settembre 24, 2022 alle 7:18 PM

        appunto, bisogna vedere “al di là della punta del naso”. L’enorme proliferazione dei progetti di produzione energetica da fonte rinnovabile porta oggettivamente a una potenziale sovra-produzione, in attuale assenza di sistemi di conservazione dell’energia (es. https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2022/09/14/respinte-per-ora-quattro-istanze-di-concessione-demaniale-marittima-per-altrettante-centrali-eoliche-offshore-nei-mari-della-sardegna-meridionale-grazie-anche-al-grig/).
        Ciò significa pagare l’energia prodotta da parte dello Stato (attraverso il gestore unico della rete) e, magari, non utilizzare tale energia, perchè oltre le necessità e non conservabile.
        Il sonno della ragione genera mostri.

        Stefano Deliperi

  2. sardo
    settembre 24, 2022 alle 7:24 PM

    Grande GRIG

  3. settembre 25, 2022 alle 4:53 PM

    da Foggia Today, 25 settembre 2022
    Sei nuove centrali eoliche nel Foggiano, gli ambientalisti vogliono vederci chiaro e chiedono le carte.
    L’istanza di accesso agli atti presentata dall’associazione ecologista ‘Gruppo d’Intervento Giuridico’. Otto i progetti da realizzare in Puglia, sei dei quali sono localizzati nel Foggiano: https://www.foggiatoday.it/economia/accesso-atti-nuove-centrali-eoliche-provincia-foggia.html

    ____________________

    da Taranto Sera, 25 settembre 2022
    Questa sarebbe la transizione ecologica nel Mezzogiorno? https://tarantosera.it/2022/09/25/questa-sarebbe-la-transizione-ecologica-nel-mezzogiorno/

  4. ottobre 5, 2022 alle 10:00 PM

    ancora.

    dal sito web istituzionale del Governo Italiano, 5 ottobre 2022
    Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 97 (https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-97/20609)

    Il Consiglio dei Ministri si è riunito mercoledì 5 ottobre 2022, alle ore 16.40 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli.

    – omissis –

    IMPIANTI ENERGETICI DA FONTI RINNOVABILI
    Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, in seguito alla complessiva valutazione e armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, ha deliberato l’approvazione del giudizio positivo di compatibilità ambientale per otto progetti di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili (energia eolica, fotovoltaica e geotermica), per una potenza complessiva pari a circa 314 MW. A norma dell’articolo 7 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, le deliberazioni adottate sostituiscono a ogni effetto il provvedimento di valutazione d’impatto ambientale (VIA).

    Nel dettaglio, si tratta di tre progetti da realizzare nella regione Puglia, tre nella regione Basilicata e due nella regione Toscana:

    impianto eolico nei comuni di San Mauro Forte, Salandra e Garaguso (MT) – 72,8 MW;
    impianto eolico nei comuni di San Paolo di Civitate loc. Masseria Difensola e Poggio Imperiale loc. La Colonnella (FG) – 31,35 MW;
    impianto eolico “Serra Palino” nei comuni di Sant’Agata di Puglia e Candela (FG) – 48 MW;
    impianto eolico “Venusia” nei comuni di Venosa e Maschito (PZ) – 36 MW;
    impianto agri-ovi-fotovoltaico “Copertino” nei comuni di Copertino e Galatina (LE) – 60 MW;
    permesso di ricerca finalizzato all’impianto pilota geotermico “Cortolla”, nel comune di Montecatini Val di Cecina (PI) – 5 MWe;
    proroga del termine di validità del provvedimento di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione dell’impianto eolico nei comuni di Muro Lucano, Bella e Balvano (PZ) – 55,8 MW;
    impianto pilota geotermico “Castelnuovo”, nel comune di Castelnuovo Val di Cecina (PI) – 5 MWe.
    Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha deliberato, ai sensi dell’articolo 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, il superamento del diniego espresso in conferenza di servizi dalle regioni Abruzzo e Umbria, consentendo la prosecuzione del procedimento di autorizzazione alla costruzione ed esercizio dell’opera denominata “Metanodotto Sulmona – Foligno DN 1200 (48”), DP 75 bar”. Il metanodotto in questione costituisce uno dei cinque tratti funzionalmente autonomi della cosiddetta “Linea Adriatica” dei gasdotti, che si snodano lungo il versante adriatico dell’Appennino. Si tratta di un’infrastruttura strategica ai fini della diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento energetico, che consentirà d’incrementare le capacità di trasporto di gas proveniente dai punti di entrata della rete nazionale dei gasdotti ubicati nel Sud Italia.

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