Quando un cacciatore perde un’ottima occasione per tacere.
Un cacciatore, un certo Chicco Onni di Santulussurgiu (OR), ha trovato in campagna un Cinghiale (Sus scrofa meridionalis) preso al laccio da una trappola posta da un bracconiere e l’ha liberato.
Magari durante la stagione venatoria gli avrebbe sparato, ma stavolta l’ha liberato.
Bravo, ha fatto benissimo.
Ha perso, invece, un’ottima occasione per tacere l’esponente dell’associazionismo venatorio Marco Efisio Pisanu che, pubblicando il video della liberazione del Cinghiale, ha chiesto polemicamente: “Gli animalisti anticaccia avrebbero rischiato?“.
La domanda è semplicemente cretina, perché in tutte le occasioni in cui viene trovato un altro animale preso in una trappola viene liberato, di qualsiasi specie sia.
L’abbiamo fatto sempre e sempre continueremo a farlo.
Lega per l’Abolizione della Caccia Gruppo d’Intervento Giuridico odv
da You TG, 7 maggio 2021
Cinghiale preso al laccio del bracconiere, lo libera il cacciatore sardo (Video).
SANTU LUSSURGIU. Se se lo fosse trovato davanti in un giorno di caccia, forse, non avrebbe esitato a tirare il grilletto. Ma il cinghiale che ieri Chicco Onni di Santu Lussurgiu ha trovato nelle campagne vicino alla sua azienda era preso al laccio di un bracconiere.
E lui, con un’azione molto rischiosa, ha deciso di liberarlo. Il video del salvataggio – con salto finale, quando l’animale è scattato verso la vita – è stato pubblicato da Marco Efisio Pisanu, presidente dell’associazione venatoria Anlc-Cptcs Sardegna. Con l’aggiunta di un quesito polemico: “Gli animalisti anticaccia avrebbero rischiato?”.
(foto L.A.C.)
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- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
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Buongiorno,
bene, a furia di insistere (ecco perché la provocazione) vedo che hai finalmente imparato a scindere i Cacciatori dai bracconieri.
Saluti e vita a tutti
Mep
P.s. il quarto video che hai messo in questo comunicato l’ho messo io in rete e si riferisce sempre a due Cacciatori.
..o Marco Efisio, sveglia 🔔 abbiamo sempre fatto distinzione fra “cacciatori” e “bracconieri”, così come tante volte abbiamo parlato di “cacciatori” che dimenticano la distinzione e diventano “bracconieri”.
Ma la tua era una domanda assolutamente fuori luogo, noi facciamo le campagne anti-bracconaggio proprio per distruggere trappole e liberare tutti gli “altri” animali che troviamo intrappolati: e, secondo te, di che cavolo avremmo paura?!
Oggi c’è un bel sole 🌞, buona giornata 🌈
Stefano Deliperi
e il coraggio del cacciatore che ha ucciso l’asinella del suo “amico” Lo Cicero ce lo descrive….o della ragazza urlante in gadduresu delle caccia scorsa, siete umani e fate tante cazzate come tutti nella vita con l’aggravante che le vostre sono sempre irreparabili.
le ripeto la filastrocca:
“non tutti i cacciatori sono bracconieri ma stranamente tutti i bracconieri sono cacciatori”
questa è di un ispettore del corpo forestale della sardegna che arresta bracconieri da 30 anni.
la impari a memoria e ogni volta che arrestano un bracconiere vedra che è la verità.
Salve Pietro Paolo, in tutte le categorie esistono le mele marce, vuole che gli rinfreschi la memoria?
Si ricordi inoltre che avere la licenza di caccia non significa essere Cacciatori, impari bene anche lei questa frase,
Mep
“non tutti i patentati sono pirati della strada, ma stranamente tutti i pirati della strada sono patentati.”
Una filastrocca analoga a quella di Pietro Paolo, che secondo me non significa nulla, ma rappresenta uno stereotipo che serve ad etichettare alcune categorie.
Vedi Pietro Paoio le mele marce ci sono dappertutto, anche nella nostra categoria purtroppo, però oggi nel 2021 in particolare viviamo un periodo storico diverso rispetto al passato, e credo che quanto da te supposto sia sbagliato specialmente in questo caso. dove si parla di cinghiali.
Senza dubbio in Sardegna il cinghiale è al centro della tradizione venatoria, in quanto è sempre stato la preda per antonomasia. Abbiamo una passione innata per questo selvatico che è tramandata da generazioni. Era una preda talmente ambita che diventava una vera e propria ossessione per molti. Cacciare il cinghiale diventava un secondo lavoro, che richiedeva un impegno immane. Per qualche disgraziato invece era il primo. Spesso in passato le squadre di caccia, durante la stagione venatoria, cercavano lo stesso cinghiale per settimane. E spesso si trattava di un unico cinghiale che si spostava per km in una notte da un territorio comunale all’altro, animale conteso da varie compagnie. Quando si catturava era un festa. Fino qualche decennio fa, negli anni 70 e buona parte degli anni 80, erano pochi coloro che potevano raccontare ai nipoti di aver ammazzato un cinghiale.
Oggi, come spesso è stato evidenziato, a differenza del passato viviamo un periodo storico dove vi è un’espansione incontrollata di questi animali; è facile trovarli in posti fino a qualche decennio fa impensabili spesso lontani dai boschi impervi dove venivano fatte le storiche battute di caccia. I cinghiali in Sardegna si vedono in spiaggia, si vedono nelle periferie delle città a ridosso dei monti, si trovano in pianure nei boschi di eucalyptus ormai abbandonati, a ridosso della SS 131. Spesso basta una siepe nei limiti di un campo coltivato per trovare un cinghiale.
Se ieri ammazzare un cinghiale in tutta la carriera venatoria era un privilegio raro, oggi persino il più scarso dei cacciatori riuscirebbe ad incarnierare un cinghiale, non per bravura o competenza, ma per il semplice motivo che le occasioni non mancano e dunque prima o poi si riesce a far centro. Credo che una compagnia di caccia, da Novembre a Gennaio mediamente caccia dai 30 ai 70 cinghiali, ma sono tantissime le compagnie in Sardegna che superano i 100 – 120 cinghiali e qualcuna sono certo che supera abbondantemente anche i 150 animali specialmente in certe località dell’isola. Un cinghiale è una bestia che pesa intorno ai 40 – 50 kg in Sardegna, almeno dalle mie parti, in altre sono molto più vicini al quintale. Come potrai immaginare la carne di cinghiale nei freezer e nelle celle frigo, non manca, anzi per tanti sarà una rogna lo smaltimento. Spiegami ora, che caspita se ne fa un cacciatore (inteso come soggetto abilitato da un pda, che paga le tasse) di ammazzare un cinghiale a Maggio mettendo un laccio, rischiando oltretutto una denuncia penale con revoca del pda, se fino a pochi mesi fa era in una compagnia dove si registrano questi numeri, e se tra qualche mese aprirà nuovamente la caccia e sarà regolarmente in un una compagnia per fare quei numeri. Non trovo un nesso logico. Io credo, sinceramente, che oggi i cinghiali in Sardegna, come nel resto d’Italia, siano diventate un problema per altre categorie. Il laccio poi non è roba da cacciatori, ma da bracconieri (in sensu lato).
cacciatori…le toppe sono peggio del buco….
purtroppo mep si tira la zappa ai piedi, è proprio perché invece avere la licenza di caccia e’ troppo facile (per i pochi ormai che la chiedono ma sempre troppi) e sei subito autorizzato ad andare in giro armato a fare danno, se le licenze di caccia fossero seriamente certificate e verificate sia al primo rilascio che periodicamente per idoneità fisica, età,vista, assunzione di alcolici o sostanze stupefacenti,conoscenza e uso di un arma da fuoco,
in Sardegna ci sarebbe un ecatombe di licenze…
M.A. io la leggo sempre con attenzione ma per me lei parla con sfumature intelligenti e filosofiche di una pratica violenta dannosa per l’ambiente e anacronistica che non interessa più a nessuno solo a voi che la praticate e alle associazioni venatorie che fanno stalking ai figli dei cacciatori per racimolare consenso nella societa’ attuale,
ma qui non si parla di filosofia o tradizioni millenarie ma di criminali che hanno purtroppo per la vostra categoria la licenza di caccia e se non ce l’hanno è perché gliel’hanno ritirata per reati di bracconaggio vedi il caso ultimo del capo di una compagnia di caccia, è qui che la sua colta difesa della caccia cozza con la realtà.
Pietro Paolo, lungi da me convincerla del contrario, ma anche io nei suoi commenti intravedo una netta posizione ideologica nei confronti dell’attività venatoria. Quando commenta scorgo in Lei una sorta di hoplofobia, decisamente marcata da una buona dose di animalismo, ed una forte empatia (non le piace proprio l’idea che una vita di un altro animale, possa venir trasformata in materia organica). Tutto ciò le impedisce di confrontarsi sul tema in maniera critica pur avendo un’idea differente rispettabilissima. Lei però parla molto per sentito dire e spesso per luoghi comuni. Se vuole glieli faccio notare.
“Una pratica violenta e dannosa per l’ambiente “ (1) il concetto di violenza in Natura è insito nel meccanismo di predazione. 2) dannosa per l’ambiente non direi, perché grazie ai vostri ricorsi si caccia la fauna piani di gestione).
“associazione venatoria che fanno stalking ai figli dei cacciatori” ( non ho ben capito cosa intende, ma sappia che la caccia come la pesca sono insite in un contesto sociale e culturale molto più grande di un’associazione venatoria. Se un ragazzino si avvicina alla caccia non lo fa perché legge una rivista).
Nel commento precedente asserisce invece che “avere la licenza di caccia e’ troppo facile” (Mi pare che oggi, con le leggi attuali, sia molto ma molto più facile perderlo che ottenerlo. Sulle licenze mi pare che per tutti coloro che hanno preso la licenza dopo il 1998, anno in entrata in vigore della legge regionale, sostenere un esame di abilitazione dove si chiede zoologia applicata alla caccia, legislazione venatoria, armi e munizioni, norme di pronto soccorso etc.. non sia poi una passeggiata! In passato le cose erano diverse.)
“e sei subito autorizzato ad andare in giro armato” (Dopo che prende la patente, mi pare si possa guidare la macchina rispettando il codice della strada, giusto? Anzi con il Pda è diverso. Un cacciatore il primo anno può andare a caccia solo se accompagnato da un altro cacciatore che ha la licenza da almeno 3 anni).
“verificare sia al primo rilascio che periodicamente per idoneità fisica, età,vista, assunzione di alcolici o sostanze stupefacenti” ( Mi scusi l’automobile potenzialmente può purtroppo diventare un’arma, pensi ai pedoni che vengono investiti, ma in assenza di patologie importanti ogni quanto si rinnova la patente? Ogni 10 anni. Il PdA è passato da 6 anni ai 5 anni e comprende una visita anamnestica e una psicoattitudinale).
Vede, ci sono a mio avviso delle contraddizioni dovute a degli stereotipi.
Buona serata
Buongiorno.
Dopo la perfetta analisi del Signor M.A. credo non ci sia altro da aggiunge!
Buona giornata.
Mep
..nulla, tranne il fatto che qualsiasi riferimento ad ambientalisti e animalisti che liberano “altri” animali da trappole era ed è completamente fuori luogo. Ricordatelo 🙂
Buona domenica!
Stefano Deliperi
Ciao Stefano, la mia era una chiara provocazione (ho colto nel segno…), giustificata dal fatto che spesso gli ambientalisti e animalisti identificano il Cacciatore e il bracconiere come un unico soggetto, e sai bene che non è così. Ricordalo anche tu 😉
Buona domenica anche a te
Mep
….come ti ho già detto, la tua è una “provocazione” del piffero, perchè abbiamo sempre fatto distinzione fra “cacciatori” e “bracconieri”, così come tante volte abbiamo parlato di “cacciatori” che dimenticano la distinzione e diventano “bracconieri”.
Le cronache sono piene di “cacciatori – bracconieri”, va e fa loro una “provocazione” 😉
Buona domenica!
Stefano Deliperi
Credo invece che il “piffero” abbia intonato la nota giusta!
Se fosse come dici tu non ti saresti sentito toccato, tra l’altro pubblicando un video dove viene “liberato” un cinghiale con un laccio ancora stretto al corpo, provocando di fatto la sua agonia.
In merito alle “dimenticanze” e delle “cronache” è capitato anche di leggere il contrario, giusto? Ma non per questo noi abbiamo detto che gli ambientalisti sono bracconieri.
E’ questione di onestà intellettuale, che a voi spesso manca.
Buon inizio settimana.
Mep
ancora? Più parli di cose che non conosci e “migliore” immagine dai di te.
Hai pubblicato il video della liberazione del Cinghiale e hai chiesto polemicamente “Gli animalisti anticaccia avrebbero rischiato?“, una domanda cretina, visto che dovresti sapere che da decenni facciamo campagne anti-bracconaggio e liberiamo qualsiasi “altro” animale troviamo intrappolato.
Ti sei preso una risposta adeguata alla domanda e insisti ancora.
Per tua cronaca, nel caso di specie “il cinghiale era vincolato a una pianta che stava per cedere e infatti dopo qualche minuto l’ha sradicata provando a scappar via, ma la pianta che si trascinava dietro l’ha bloccato dopo pochi metri (incastrata in un altro albero). A quel punto è stato tagliato il laccio per evitare il rischio di vedere fuggire via definitivamente il cinghiale con una pianta dietro con la conseguenza che sarebbe andato a morire in qualche angolo sperduto” (https://www.youtube.com/watch?v=L70wdc9T7Po).
Le campagne anti-bracconaggio, sempre per tua cronaca, vengono condotte in contatto continuo con il Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
E quando, poi, persone definite “ambientalisti” avrebbero fatto da “bracconieri”?
Puoi definire “cacciatore” chi ha una licenza di caccia, mentre non esiste alcuna patente di “ambientalista”, tant’è che spesso se la intestano disinvoltamente anche speculatori edilizi, inquinatori e – lo confermerai certamente – cacciatori.
Posso solo pensare che ti riferisca proprio a quei “cacciatori” che si dimenticano di esserlo e si comportano da “bracconieri”…
Buona giornata.
Stefano Deliperi