La caccia “mascherata” finisce davanti alla Corte costituzionale.

Fra le misure di contrasto alla drammatica pandemia di coronavirus COVID 19 ci sono le mascherine, a uso individuale.
Qui non ci sono mascherine a fin di bene.
La legge regionale Sardegna 27 febbraio 2020, n. 5 ha, invece, introdotto un fenomeno di mascheramento collettivo: la presenza di cacciatori comuni nell’esecuzione dei piani di abbattimento ai danni di specie di fauna selvatica (es. Cornacchia grigia, Cinghiale).
L’art. 1 della legge regionale, infatti, consente l’attuazione dei piani di abbattimento approvati nei casi accertati di squilibri ecologici (spesso e volentieri tutti da dimostrare…) a “proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi o … loro delegati, espressamente individuati a tal fine. Tutti i soggetti che svolgono l’attività di abbattimento, oltre a essere muniti della licenza di porto di fucile per uso caccia e dell’autorizzazione per l’esercizio venatorio”.

I soggetti “delegati” dai proprietari/conduttori dei fondi agricoli “muniti della licenza di porto di fucile per uso caccia e dell’autorizzazione per l’esercizio venatorio” non sono altro che cacciatori comuni, in palese contrasto con l’art. 19 della legge n. 157/1992 e successive modifiche e integrazioni, che limita l’attuazione dei piani di contenimento faunistici alle “guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali” che potranno avvalersi “dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purchè muniti di licenza per l’esercizio venatorio, nonchè delle guardie forestali e delle guardie comunali munite di licenza per l’esercizio venatorio” (comma 2°).
I cacciatori comuni non sono previsti, proprio perché tali piani non devono e non possono costituire un surrogato della caccia.

Anche su segnalazione della Lega per l’Abolizione della Caccia (L.A.C.) e di altre associazioni ambientaliste, il Governo nazionale ha deciso, nella seduta del Consiglio dei Ministri del 24 aprile 2020, di impugnare per conflitto di attribuzione (art. 127 cost.) la disposizione regionale davanti alla Corte costituzionale in quanto lesiva della competenza statale primaria in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema (art. 117, comma 2°, lettera s, cost.).
La giurisprudenza costituzionale è costante e chiarissima: “è da considerare tassativo l’elenco contenuto nell’art. 19, comma 2, della legge n. 157 del 1992 con riguardo alle persone abilitate all’attività di realizzazione dei piani di abbattimento della fauna selvatica: una sua integrazione da parte della legge regionale riduce il livello minimo e uniforme di tutela dell’ambiente imposto dalla citata norma statale”, perché tale attività “non attiene alla caccia, materia ascritta alla competenza residuale delle regioni. Disciplina, piuttosto, un’attività, l’abbattimento di fauna nociva, che è svolta non per fini venatori, ma per tutelare l’ecosistema, com’è confermato dal fatto che è presa in considerazione dalla norma statale solo come extrema ratio, dopo che i metodi ecologici non sono risultati efficaci” (vds. Corte cost. n. 44/2019; Corte cost. n. 217/2018; Corte cost. n. 174/2017; Corte cost. n. 139/2017).

Niente da fare, il desiderio di compiacere categorie portatrici di meri interessi particolari sta portando la Regione autonoma della Sardegna ad adottare normative palesemente illegittime – dall’occupazione permanente delle spiagge con chioschi e stabilimenti balneari alla caccia mascherata con piani di abbattimento faunistici – che puntualmente stanno finendo davanti al giudizio della Corte costituzionale con un esito piuttosto prevedibile.
Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

(foto Aldo Tonelli, L.A.C., S.D., archivio GrIG)
(…) “Niente da fare, il desiderio di compiacere categorie portatrici di meri interessi particolari sta portando la Regione autonoma della Sardegna ad adottare normativa palesemente illegittime – dall’occupazione permanente delle spiagge con chioschi e stabilimenti balneari alla caccia mascherata con piani di abbattimento faunistici – che puntualmente stanno finendo davanti al giudizio della Corte costituzionale con un esito piuttosto prevedibile.”
Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
Ma non hanno fatto i conti con Voi…
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“La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è PARTECIPAZIONE.”(Giorgio Gaber e Sandro Luporini – La libertà)
🙂
A.N.S.A., 25 aprile 2020
Ambientalisti,caccia ‘mascherata’ da abbattimento faunistico.
Grig, norma regionale finisce davanti alla Corte costituzionale. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2020/04/25/ambientalisticaccia-mascherata-da-abbattimento-faunistico_7f743d26-c7f5-4965-a320-f47ff2ce811c.html)
Una caccia ‘mascherata’ da piano di abbattimento faunistico. È la denuncia del Gruppo di intervento giuridico: nel mirino degli ambientalisti la legge regionale dello scorso febbraio che regola l’intervento delle doppiette in caso di squilibri ecologici. Una norma che, però, finirà davanti alla Corte costituzionale. Lo annuncia lo stesso Grig.
“Anche su segnalazione della Lega per l’Abolizione della Caccia e di altre associazioni ambientaliste, il Governo – spiega il portavoce Stefano Deliperi – ha deciso di impugnare per conflitto di attribuzione la disposizione regionale in quanto lesiva della competenza statale primaria in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”. Il problema è questo: chi deve abbattere cornacchie grigie, cinghiali o daini? Secondo il Grig la legge regionale, parlando di soggetti delegati dai proprietari dei terreni, allargherebbe l’autorizzazione ai cacciatori comuni. “Ma non sono previsti – attacca l’associazione – proprio perché tali piani non devono e non possono costituire un surrogato della caccia”.
Il Grig, citando la legge del 1992, spiega chi può partecipare a questi abbattimenti: “guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali” che potranno avvalersi “dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purchè muniti di licenza per l’esercizio venatorio, nonchè delle guardie forestali e delle guardie comunali munite di licenza di caccia”.
La giurisprudenza costituzionale in materia, sotolinea l’associazione, elenca tassativamente le persone autorizzate. “Una sua integrazione da parte della legge regionale – avverte il Grig – riduce il livello minimo e uniforme di tutela dell’ambiente imposto dalla citata norma statale”, perché tale attività “non attiene alla caccia, ma alla tutela dell’ecosistema”.
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da Sardinia Post, 25 aprile 2020
Abbattimento fauna, denuncia del Grig: “Quella legge aiuta solo i cacciatori”: https://www.sardiniapost.it/cronaca/abbattimento-fauna-denuncia-del-grig-quella-legge-aiuta-solo-i-cacciatori/
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da Buongiorno Alghero, 25 aprile 2020
CACCIATORI CON LE MASCHERINE – DOPPIETTE “FAI DA TÈ” IN CASSAZIONE: https://www.buongiornoalghero.it/contenuto/0/11/143943/cacciatori-con-le-mascherine-doppiette-fai-da-te-in-cassazione
Le leggi carogna mascherate da leggi ne sono state fatte davvero troppe, i cittadini devono rendersi conto che a sarebbe l’ora di smettere questa vergognosa e maledetta carnevalata , è tempo di cambiare modo di pensare e di agire , via la maschera, il re è nudo.
Grazie GriG di aiutarci a “vedere” e di combattere sempre
da L’Unione Sarda, 25 aprile 2020
LA DENUNCIA. “In Sardegna caccia ‘mascherata’ da abbattimento faunistico”, l’attacco degli ambientalisti.
Il Grig critica la legge approvata dall’amministrazione Solinas. (https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/cagliari/2020/04/25/caccia-mascherata-da-abbattimento-faunistico-l-attacco-degli-ambi-136-1012189.html?fbclid=IwAR2En_gsYyPeBJyOTwdKm3dsNARrfd7xtEYpXhb3v6LPyoTyi1oYDXKaRoc)
“Una caccia mascherata da piano di abbattimento faunistico”.
È la denuncia del Gruppo di intervento giuridico: nel mirino degli ambientalisti la legge regionale dello scorso febbraio che regola l’intervento delle doppiette in caso di squilibri ecologici. Una norma che finirà davanti alla Corte costituzionale. Lo annuncia il Grig.
“Anche su segnalazione della Lega per l’Abolizione della Caccia – spiega il portavoce Stefano Deliperi – e di altre associazioni ambientaliste, il Governo ha deciso di impugnare per conflitto di attribuzione la disposizione regionale in quanto lesiva della competenza statale primaria in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”.
Il problema è questo: chi deve abbattere cornacchie grigie o cornacchie? Secondo il Grig la legge regionale, parlando di soggetti delegati dai proprietari dei terreni, allargherebbe l’autorizzazione ai cacciatori comuni. “Non sono previsti – accusa l’associazione – proprio perché tali piani non devono e non possono costituire un surrogato della caccia”.
Il Grig, citando la legge del 1992, spiega chi può partecipare a questi piani: “guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali” che potranno avvalersi “dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio, nonchè delle guardie forestali e delle guardie comunali munite di licenza per l’esercizio venatorio”.
Secondo il Grig la giurisprudenza costituzionale in materia parla di elenco tassativo di persone autorizzate. “Una sua integrazione da parte della legge regionale riduce il livello minimo e uniforme di tutela dell’ambiente imposto dalla citata norma statale”, perché tale attività “non attiene alla caccia, ma alla tutela dell’ecosistema”.
Avete scritto una marea di cretinate, da faziosi ed incompetenti quali siete.
lei, invece, è un genio: ce lo dimostri scrivendo quali sarebbero le pretese cretinate.
Prima di parlare di “caccia mascherata” bisognerebbe sapere cosa s’intende propriamente per caccia e conoscere le relative norme e iter, soprattutto da parte di un gruppo che si definisce “d’intervento giuridico” da cui ci si attenderebbe maggior conoscenza nel merito prima di aderire a campagne di specifiche associazioni. Spiace per la perdita di credibilità che sarebbe oltremodo utile, anzi indispensabile!, per affrontare le questioni riguardanti urbanistica e consumo di territorio,
Buon lavoro su queste ultime, ben più cruciali rispetto a quelle venatorie e affini.
Luigi Sala
ecco qui un altro cacciatore indispettito 🙂
Buongiorno Luigi, di caccia e di diritto ne mastichiamo abbastanza, viste le tante volte in cui abbiamo ottenuto provvedimenti giurisdizionali che hanno “impallinato” per bene calendari venatori.
Spiace che non venga, ancora una volta, mossa alcuna critica di merito, ma ci si limiti a slogan.
Lei parla di “urbanistica e consumo del territorio”, campi nei quali il GrIG da sempre fa un lavoro notevole, certamente anche in favore di quei cacciatori che minimamente hanno fatto qualcosa in proposito.
La pura e semplice verità – che emerge chiaramente dall’attuale ricorso governativo e dalla giurisprudenza costituzionale sul tema – è data dal fatto che la Sardegna, al pari di altre Regioni, ha tentato di estendere il nòvero delle persone preposte all’attuazione dei piani di contenimento di alcune specie selvatiche ai “cacciatori comuni” che vi fossero interessati.
E’ una forma di “caccia mascherata” e se non le piace la definizione è un problema suo.
Soprattutto è illegittima.
Non lo diciamo noi, l’ha affermato la Corte costituzionale.
Fatevene una ragione.
Buona giornata.
Stefano Deliperi
(…) “di caccia e di diritto ne mastichiamo abbastanza, viste le tante volte in cui abbiamo ottenuto provvedimenti giurisdizionali che hanno “impallinato” per bene calendari venatori”.
Certo che, detto da chi è contro la caccia, l’uso di quell’ “Impallinato” è umoristico, sarcastico e. tutto da ridere… Aicci imparanta a…sfidarLa.
Bravo Su dottori, bravooooooooooo!
🤣
🙂
Da cacciatore devo rimarcare l’ignoranza di chi ha promosso e votato questa leggina.
Proprio ignoranti in materia! La Legge 157/92 prevede la GESTIONE della fauna. Gestione significa controllo di tutte le specie, in tutto il territorio nazionale (anche nei parchi). Evidentemente i politicanti sardi devono studiare molto…..ma sarebbe bastato leggere la Sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge della Regione Liguria che pretendeva la stessa cosa. La Legge è Legge e come tale va rispettata che piaccia o no.
Certamente questa Legge 157/92 ha molte zone oscure e come cacciatore ma anche come amante della biodiversità, trovo inopportuno che non si voglia migliorarla anche grazie agli studi scientifici fatti da università sparse nel territorio italiano e non, che sovvertono sempre più spesso le credenze dell’Ispra che si rifà ad una letteratura antica.
Purtroppo ad oggi, il volere politico del Governo impestato dai pentastellati propende per il contrario e voi del Grig giustamente ci sguazzate.
Perchè è altrettanto vero che se si modificasse quell’articolo ci sarebbe sicuramente una migliore o diversa gestione del territorio che oggi, a causa dell’aumento indisturbato delle superfici di parchi, oasi, zone precluse varie, non consente una gestione del territorio. Si badi bene che non penso al solo uso delle armi. Gestire è sicuramente un problema, ma nessuno se l’è mai posto seriamente. A cominciare dai vari politici che fanno le cose solo per volere di partito e non per il bene di un certo territorio e che, come dire, si fanno ipnotizzare dalle visioni (politically correct) di associazioni animaliste o ecologiste come la vostra.
buonasera Pietro, in verità, le leggi regionali che aprivano ai “cacciatori comuni” l’attuazione dei piani di contenimento faunistici sono state impugnate, nel corso degli anni, da Governi di ogni orientamento politico. I 5 Stelle c’entrano ben poco: come giustamente osservi, la legge è quella, ha una precisa finalità e la giurisprudenza costituzionale è costante.
La gestione della fauna è una cosa seria e non si fa con il piombo. Riguarda la salvaguardia degli habitat e del territorio, la “sana” presenza dei predatori, in primo luogo.
Quanti sanno, per esempio, che il primo fattore limitante del Cinghiale è il Lupo?
Stefano Deliperi
Si i cinquestelle sono giovani e sulla giurisprudenza costante nulla da dire. Ma si sono davvero posti male e fra poco scompariranno dal panorama…. “Quanti sanno, per esempio, che il primo fattore limitante del Cinghiale è il Lupo?” Vorresti impestare la Sardegna di Lupi??
La Gestione del territorio si fa con tutto, piombo compreso. A voi non piace quest’ultima parte.
😀 ma no, Pietro! Il Lupo non è mai stato in Sardegna, ho solo fatto un esempio. Se la gestione faunistica è fatta bene, il piombo non è necessario.
La stragrande – se non l’intera – casistica dei piani di contenimento faunistici (come quello degli ibridi a La Maddalena, che conosci) è dovuta a cause umane, come, per esempio, i tanti “lanci” di Cinghiali a uso venatorio, fatti anche in Sardegna. Pratiche che, purtroppo, ancor oggi esistono qui e là in Italia.
Stefano Deliperi
SI quello è vero ma ammettilo, basta sentire parlare di piombo e a voi la cosa non va bene. Ho un’idea. Per i cinghiali, come a La Maddalena usiamo munizioni di rame eh? Cosi è perfetto!
Io vorrei intervenire invece sulla facilità con cui si acquisisce il maneggio d’armi…
Mi piacerebbe fare una Legge Regionale ad hoc, con corsi lunghi ed esami finali teorico pratici. da non farsi certamente in due ore…
Poi ci vorrebbe un impulso affichè i cacciatori frequentino più spesso i poligoni sparsi per l’Italia e in questo caso la Sardegna.
Andare al poligono per farsi due serie di piattelli sarebbe un modo per far si che il cacciatore riprenda o mantenga confidenza con l’arma.
Ci sarebbe davvero tanto da parlare
…sai meglio di me che una bella fetta di cacciatori non sa usare la propria arma, qui, però, sarebbe necessario rivedere proprio la normativa in merito al porto d’armi.
Corsi approfonditi, verifiche, esami finali teorici e pratici, poi verifiche fisiche, psichiche e pratiche ogni 2-3 anni. Anche gli “incidenti” di caccia diminuirebbero drasticamente.
Il fatto è che le prime a esser contrarie sono le associazioni venatorie…..
A beh non mi parlare delle associazioni venatorie……specialmente quelle a carattere nazionale.
Riguardo al tuo ultimo post:
la normativa sulle armi in Italia è la meno permissiva d’Europa ma va già bene cosi. Al limite si potrebbe pensare dai 75 anni in poi, il rinnovo ogni 2-3 anni. Come dici tu spesso ci vuole buon senso.
Per i cacciatori che praticano poco la caccia andrebbero bene almeno due sessioni all’anno presso poligoni e campi di tiro che possano certificare il tutto, ad esempio in uno spazio del tesserino regionale (questo sconosciuto).
Ci sono persone, sempre più avanti con l’età che hanno bisogno di un maneggio d’armi costante. Lo devono fare “SPONTANEAMENTE o SPINTANEAMENTE”!
..appunto, ci vuole buon senso. E il buon senso si aiuta con verifiche fisiche, psichiche (quanti delitti avvengono con armi da caccia legittimamente detenute) e pratiche, sulla conoscenza e sul maneggio delle armi, presso i poligoni di tiro e anche ben prima dei 75 anni d’età!
Stefano, le verifiche fisiche e psichiche ci sono già. Ripeto la normativa Italiana è molto restrittiva e va bene cosi. Il cervello umano purtroppo è l’arma più pericolosa e purtroppo i delitti avvengono con armi e senza. L’arma da fuoco è sempre un mezzo…come un coltello, le mani o un candelabro.
Io sono un amante delle armi in generale, sia sotto l’aspetto balistico funzionale che sotto l’aspetto tecnico….
..le verifiche sono ben poche, lo sappiamo. Ogni dieci anni vi sono le giuste verifiche per le patenti auto, dopo una certa età diventano quinquennali, biennali, annuali. Nulla di male fare analoghe verifiche su chi è autorizzato a portare in giro e usare un fucile (e a detenerne vari altri).
Buona serata.
Stefano Deliperi
C’è solo da ricordare balisticamente parlando che, (a parità di tiro, il piombo ha la possibilità di consumarsi in modo maggiore rispetto ad altri tipi di proiettili green. Questo concetto deve essere preso in considerazione per esempio in terreni rocciosi in presenza di alberi.
Altra cosa sicuramente rivoluzionaria che la maggior parte dei cacciatori isolani non condivide….per soli motivi legati alla sicurezza, per la caccia agli ungulati (per ora solo cinghiale), in Sardegna entro 5 anni consentirei solo l’uso di carabine a canna rigata che “a parità di tiro” sono molto più sicure….tenendo sempre presente che le armi sono armi e il dito è collegato al cervello!
ancora a supporto dell’orientamento giurisprudenziale costante.
dalla Rivista telematica di diritto ambientale Lexambiente, 18 maggio 2020
Corte costituzionale sent. n. 88 del 15 maggio 2020
Oggetto: Caccia – Norme della Regione Basilicata – Piani di abbattimento autorizzati dalla Regione – Previsione che tali piani sono attuati dal corpo di Polizia provinciale che potrà avvalersi di personale dell’Arma dei Carabinieri Forestali e della Polizia locale, purché munito di licenza per l’esercizio venatorio. Ambiente – Disposizioni sulla gestione dei fanghi di depurazione – Previsione che, ai fini dell’utilizzo in agricoltura dei fanghi di depurazione delle acque reflue di cui all’art. 2, comma 1, lett. a), del decreto legislativo n. 99 del 1992, per la concentrazione di idrocarburi e fenoli, vigono i valori limite sanciti dalla Tabella 1, allegato 5, Titolo V, parte IV, del decreto legislativo n. 152 del 2006. Sicurezza pubblica – Processi di controllo del territorio – Previsione che la Regione, al fine di migliorare i processi di controllo del territorio e fornire maggiore sicurezza ai cittadini lucani, utilizza il Fondo Unico Autonomie Locali di cui alla legge regionale n. 23 del 2019 – Previsione di convenzioni tra i Comuni e le imprese private di vigilanza: http://lexambiente.it/materie/ambiente-in-genere/44-corte-costituzionale44/15007-ambiente-in-genere-competenza-legislativa-esclusiva-statale.html