No al progetto di centrale eolica sull’altopiano di Gomoretta!


centrale eolica

centrale eolica

Ancora una volta un progetto industriale di centrale eolica proposto in un’area di valore ambientale ad economia agro-pastorale.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (21 marzo 2018) uno specifico atto di intervento nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di centrale eolica Siemens Gamesa Renewable Energy Italy s.p.a. in loc. Altopiano di Gomoretta – Comuni di Orune, Bitti, Buddusò (NU-SS).

Il progetto di centrale eolica comprende n. 13 aereogeneratori da 3,465 MW ciascuno (potenza complessiva 45,045 MW) con fondazioni, strade di accesso e opere di connessione alla rete elettrica nazionale (strade di servizio, cavidotti interrati 30 kV, cabine di smistamento, stazione di trasformazione 30/150 kV, elettrodotto aereo ad alta tensione 150 kV).

Il progetto, ampiamente contestato dalla popolazione locale, sorgerebbe su un’area in buona parte boscata (Leccio, Roverella, Sughera, macchia mediterranea) e tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo idrogeologico (regio decreto n.3267/1923 e s.m.i.).

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

Numerosi gli aspetti contestati:

–  il progetto di centrale eolica interessa soprattutto aree classificate “zone agricole – E” degli strumenti urbanistici comunali di Bitti, Buddusò e Orune: nelle zone agricole “E” degli strumenti urbanistici comunali, possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse, non certo attività di produzione energetica di tipo industriale come quella in progetto.   E’ pur vero che tali impianti di produzione di energia elettrica “possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici” (art. 12, comma 7°, del decreto legislativo n. 387/2003 e s.m.i.), tuttavia, secondo l’art. 13 bis della legge regionale n. 4/2009 e s.m.i., l’art. 3 del D.P.G.R.  3 agosto 1994, n. 228 (direttive per le zone agricole, criteri per l’edificazione nelle zone agricole) e l’indirizzo giurisprudenziale costante, nelle zone agricole “E” degli strumenti urbanistici comunali, possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse, non attività di produzione energetica di tipo industriale – come quella in progetto – slegata da attività agricole in esercizio nel sito. Sembrerebbe logica la sola presenza di impianti simili connessa ad aziende agricole presenti nell’area;

–    nello studio di impatto ambientale – S.I.A. non vengono considerate con il dovuto approfondimento le necessarie alternative progettuali, tantomeno viene approfondita l’auspicata “ipotesi zero” (non realizzazione del progetto), in violazione di legge;

– nell’area interessata, in gran parte boscata, a breve distanza dal parco naturale regionale di Tepilora (legge regionale Sardegna n. 21/2014), la realizzazione dell’impianto modificherebbe radicalmente la morfologia del territorio;

– questi, poi, sono i “numeri” dell’energia in Sardegna, come emergono dal piano energetico ambientale della Sardegna (P.E.A.R.S.), che riprende i dati Terna s.p.a. (al 31 dicembre 2014):

Portoscuso, centrale eolica

Portoscuso, centrale eolica

* 18 impianti idroelettrici (potenza efficiente lorda MW 466,7; producibilità media annua GWh 706,1);

* 43 impianti termoelettrici (potenza efficiente lorda MW 2.896,8; potenza efficiente netta MW 2.634,8);

* 118 impianti eolici (potenza efficiente lorda MW 996,7);

* 30.222 impianti fotovoltaici (potenza efficiente lorda MW 715,9);

* energia richiesta in Sardegna: GWh 8.804,9; energia prodotta in più rispetto alla richiesta: GWh 4.083,5 (+ 46,4%);

* consumi energia: in Sardegna sono stati utilizzati 8.377,9 GWh al 31 dicembre 2014 (- 2,63% rispetto al 31 dicembre 2013), con un picco massimo di potenza richiesta pari a 1.400 MW nel 2014 (era pari a 2.000 MW nel 2011);

* produzione energia: GWh 13.936,4 (lorda); produzione netta per il consumo: GWh 12.888,4.

* energia esportata verso la Penisola (SaPeI, capacità 1.000 MW) e verso l’Estero (SaCoI, SarCo, Corsica, capacità 300 MW + 100 MW): Gwh 4.083,5; perdita complessiva della rete: MWh 600;

* fonte di produzione: 78% termoelettrica, 11% eolica, 5% bioenergie, 5% fotovoltaico, 1% idroelettrico.  Fonte termoelettrica: 42% carbone; 49% derivati dal petrolio; 9% biomasse;

* emissioni di CO2 dipendenti da produzione di energia elettrica: 9,3 milioni di tonnellate (2014);

* prezzo medio di acquisto dell’energia nazionale (PUN): nel 2014 è stato di 52,08 €/MWh con un decremento rispetto all’anno precedente del 17,3%, confermando il trend del 2013 e raggiungendo il minimo storico dall’avvio del mercato;

Il dato fondamentale della “fotografia” del sistema di produzione energetica sardo è che oltre il 46% dell’energia prodotta “non serve” all’Isola e viene esportato.         Qualsiasi nuova produzione energetica non sostitutiva di fonte già esistente (p. es. termoelettrica) può esser solo destinata all’esportazione verso la Penisola e verso la Corsica.     E’ del tutto evidente che, in base alla contenuta capacità di esportazione dell’energia fuori dall’Isola e all’impossibilità concreta di “immagazzinare” l’energia rinnovabile prodotta (i sistemi sono ancora in fase di studio o sperimentale, vds. https://www.eniday.com/it/technology_it/energie-rinnovabili-stoccaggio-eni/), l’energia così prodotta dall’impianto in progetto sarebbe, di fatto, utilizzata solo a vantaggio del Soggetto produttore (insieme a incentivi e benefici vari) e non dalla Collettività nazionale, pur obbligata per legge ad acquistarla;

– l’area in argomento in parte è un pascolo arborato, tipica realtà agro-pastorale della Sardegna. La realizzazione dell’impianto industriale energetico devasterebbe il tessuto economico-sociale locale, imperniato su decine di aziende a conduzione familiare.

Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi, chiesto che il provvedimento finale del procedimento di V.I.A. si concluda negativamente.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

paesaggio agrario

Sardegna, paesaggio agrario

(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

 

Pubblicità
  1. marzo 23, 2018 alle 11:55 am

    da L’Ortobene, 21 marzo 2018
    Parco eolico, ricorso ambientalista: https://www.ortobene.net/parco-eolico-ricorso-ambientalista/

    _________________

    da Alghero Live, 21 marzo 2018
    GrIG, No al progetto di centrale eolica sull’altopiano di Gomoretta! http://algherolive.it/2018/03/21/grig-no-al-progetto-di-centrale-eolica-sullaltopiano-di-gomoretta/

    ______________

    da Cagliaripad, 21 marzo 2018
    Altopiano di Gomoretta, associazione ambientalista: “No al progetto di centrale eolica”: http://www.cagliaripad.it/300142/no-al-progetto-centrale-eolica-sullaltopiano-gomoretta

  2. Juri
    marzo 23, 2018 alle 7:14 PM

    Questo progetto è semplicemente una follia e anche nel già disastroso panorama sardo (vedi la già avvenuta compromissione di paesaggi straordinari, dall’Altopiano di Alà dei Sardi su fino alla Gallura, passando per Campeda, etc…) spicca per la spregiudicatezza dei proponenti che non esitano a bollare come privi di pregio ecologico-paesaggistico luoghi, come l’altipiano di Gomoretta, di rara bellezza e valore ambientale.
    Affermazioni che da sole dovrebbero e bastare per qualificare come irricevibile una simile iniziativa.
    E non resta che augurarsi che così avvenga.

  3. ottobre 15, 2020 alle 8:09 PM

    alla buon’ora.

    da L’Unione Sarda, 15 ottobre 2020
    INCHIESTA. Assalto straniero al vento della Barbagia di Bitti.
    Presentati al ministero tre progetti per complessive 39 pale alte come grattacieli da 76 piani. https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/nuoro-provincia/2020/10/15/assalto-straniero-al-vento-della-barbagia-di-bitti-136-1071092.html(Mauro Pili):

  4. ottobre 15, 2020 alle 8:16 PM

    il parere della Commissione tecnica VIA/VAS (CTVA) dell’8 maggio 2020 è negativo.

    • ottobre 6, 2022 alle 10:43 PM

      da L’Unione Sarda, 6 ottobre 2022
      LA DECISIONE. Il ministero boccia il maxi parco eolico di Bitti: stop alle pale di oltre 200 metri.
      “Incompatibilità ambientale”: il verdetto sull’impianto che avrebbe disturbato il gigantesco investimento dell’Einstein Telescope nella miniera di Lula: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/nuoro-provincia/il-ministero-boccia-il-maxi-parco-eolico-di-bitti-stop-alle-pale-di-oltre-200-metri-gjdxutsc

      • ottobre 11, 2022 alle 7:19 PM

        dal sito web istituzionale del Governo Italiano, 10 ottobre 2022
        Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 98 (https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-98/20629)

        Il Consiglio dei Ministri si è riunito lunedì 10 ottobre 2022, alle ore 17.15 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli,

        – omissis –

        IMPIANTI ENERGETICI DA FONTI RINNOVABILI
        Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, in seguito alla complessiva valutazione e armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, ha deliberato l’approvazione del giudizio positivo di compatibilità ambientale per tre progetti di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili (energia eolica, fotovoltaica e geotermica):

        impianto geotermico pilota denominato “Lucignano”, della potenza di 5MWe, da realizzare in territorio del Comune di Radicondoli (SI);
        impianto eolico denominato “Lesina-Apricena”, da realizzare nel territorio dei Comuni di Poggio Imperiale e San Paolo di Civitate (FG);
        impianto eolico denominato “Gomoretta”, da realizzarsi in agro dei Comuni di Bitti (NU), Orune (NU) e Buddusò (SS).
        A norma dell’articolo 7 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, le deliberazioni adottate sostituiscono a ogni effetto il provvedimento di valutazione d’impatto ambientale (VIA).

        ____________________________________

        da L’Unione Sarda, 11 ottobre 2022
        Sfregio del governo Draghi, sì all’eolico a Bitti: “Faremo le barricate”.
        Il Cdm approva il contestato progetto (già bocciato) che minaccia la realizzazione dell’Einstein Telescope. Comunità locale in rivolta. (Enrico Fresu): https://www.unionesarda.it/news-sardegna/nuoro-provincia/sfregio-del-governo-draghi-si-alleolico-a-bitti-faremo-le-barricate-w8n3xxgb

      • ottobre 12, 2022 alle 2:58 PM

        da La Nuova Sardegna, 11 ottobre 2022
        Il caso. Due ministeri contrari, ma il governo approva le pale eoliche a Gomoretta. Nell’area tra Bitti e Orune 13 aereogeneratori installati da Siemens-Gamesa. (Giuseppe Centore) (https://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2022/10/11/news/due-ministeri-contrari-ma-il-governo-approva-le-pale-eoliche-a-gomoretta-1.100107644)

        Cagliari Nella sua ultima seduta di mandato, il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente «in seguito alla complessiva valutazione e armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, tre progetti di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili». Uno di questi è in Sardegna, tra le provincie di Nuoro e Sassari, nell’altipiano di Gomoretta, nelle aree dei comuni di Bitti, Orune e Buddusò. Il progetto venne presentato dalla società Siemens-Gamesa, nata dalla fusione tra il settore rinnovabili della Siemens e la spagnola Gamesa, a dicembre del 2017 e prevedeva l’installazione di 13 aereogeneratori, per una potenza nominale complessiva di 45 megawatt, collocati a Bitti e Orune, con un cavidotto sino alla sottostazione di Buddusò. Gli aereogeneratori avrebbero una altezza al mozzo di 84 metri e un diametro di 132 metri. L’8 maggio del 2020, dopo una lunga consultazione che ha visto partecipare tutti gli enti interessati e decine e decine di privati, 63 solo i primi firmatari degli atti, portatori di interesse nei comuni coinvolti. La commissione nazionale di valutazione ambientale aveva espresso il suo parere, non vincolante ma comunque significativo. Il parere, emesso senza la presenza del rappresentante della Regione sarda, è stato negativo. Nel documento di 74 pagine, la commissione ha ripercorso tutte le fasi del procedimento amministrativo, con i pareri dei diversi uffici della Regione, da Forestas all’Arpas, dall’assessorato all’ambiente, compresi naturalmente i pareri dei comuni di Bitti, di movimenti indipendentisti e ambientalisti. Tutti hanno espresso, pur in toni diversi, a seconda del punto di vista, un parere negativo senza eccezioni o possibilista nel caso di accoglimento di osservazioni e integrazioni. A questi pareri si è associato, nell’ottobre di due anni fa, il parere negativo della direzione generale archeologia belle arti e paesaggio del ministero dei beni culturali (adesso Mic) che aveva alla fine espresso un «parere tecnico istruttorio negativo alla dichiarazione di compatibilità ambientale».

        La Commissione via, diciassette mesi fa, prima che cambiasse nome e funzioni in commissione Via-Pnrr, ha rifatto per intero l’istruttoria, dal punto di vista, climatico, faunistico, geografico e antropico, morfologico e persino turistico-patrimoniale, commentando anche tutte le contro osservazioni della società proponente, su ogni singolo e particolare aspetto del progetto, arrivando comunque a un parere negativo. Eppure a fronte dei pareri negativi dei due ministeri interessati, (Mite e Mic), degli enti locali e dei soggetti privati interessati, il Consiglio dei ministri ha lo stesso espresso una decisione finale diversa. Non si tratta di una forzatura, ma dell’applicazione dell’articolo 7 del decreto convertito in legge lo scorso luglio sulle misure urgenti in materia delle politiche nazionali, che chiarisce come sulle autorizzazioni per le rinnovabili, la decisione del Consiglio dei ministri sostituisce i provvedimenti di impatto ambientale, sia statali che regionali, che, in quanto pareri, possono essere disattesi o capovolti. È quello che è accaduto. Il governo ha superato i pareri delle commissioni e ha rilasciato l’autorizzazione, che sostituisce i provvedimenti di Valutazione di impatto ambientale. Tutto ciò applicando rigorosamente una sentenza della Corte Costituzionale che considera superabili per valutazioni politiche tutti i pareri ambientali rilasciate dalle amministrazioni periferiche e centrali.

  5. ambientalista
    agosto 26, 2021 alle 10:17 am

    mi chiedo perchè tutto questo accanimento verso le fonti rinnovabili, è vero che sono degli apparecchi industriali visibili da distanze considerevoli, ma visto il disastro causato dalle centrali convenzionali che bruciano combustibile fossile col conseguente aumento della temperatura media terrestre mi pare che la visibilità di una pala eolica sia un prezzo più che accettabile da pagare rispetto alla distruzione dell’ambiente

    • agosto 26, 2021 alle 10:41 am

      non c’è nessun “accanimento”, c’è la difesa dei valori ambientali e storico-culturali del territorio: la benedetta pala eolica si può fare anche nelle aree industriali, nelle zone già degradate, nei siti già compromessi analogamente ventosi.
      In primo luogo – e vale per qualsiasi fonte energetica – si fa se serve alla collettività, non se serve alla società energetica.

      Stefano Deliperi

  1. marzo 30, 2018 alle 10:01 am
  2. ottobre 13, 2022 alle 9:27 am

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