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Stanno arrivando i conigli mannari…..


Coniglio mannaro (da minasran.blogspot.com)

Coniglio mannaro (da minasran.blogspot.com)

Come abbiamo detto in varie occasioni, ormai in questa povera Italia si stanno diffondendo le più assurde e strampalate psicosi su presenza e pretese invasioni di altri animali.

Secondo Alessandro Chiarelli, presidente regionale siciliano della Coldiretti nonché “Operatore laico di fecondazione artificiale su bovine da latte” fin dal 1996, in Sicilia ormai spadroneggiano “Conigli voraci che in molti casi si sono accoppiati con i gatti e sono diventati ancora più aggressivi e riescono a scavalcare anche le reti alte due metri che i contadini hanno  installato a protezione dei raccolti”.

L’unico dubbio davanti a siffatte bestie demoniache rimane il nome: si chiameranno Coniatti?  O Gattigli?  Oppure ancora Conigliatti?

A breve, comunque, arriveranno anche i Conigli mannari, quelli che si nutrono di sangue umano, ma solo quello dei balossi.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

Il Giornale di Sicilia, 15 agosto 2015

Il Giornale di Sicilia, 15 agosto 2015

(immagine da minasran.blogspot.com))

  1. M.A.
    agosto 21, 2015 alle 3:40 PM

    Ahahah..altro evidente esempio di persone che la Natura non la vivono, ma la guardano dalla TV e per giunta nei programmi sbagliati.. I coniatti, gattigli o come li volete chiamare magari si sono visti in qualche cartone animato! Povera Italia..siamo veramente “il paese dei balossi”! 😀 😀

  2. Pasqualino
    agosto 21, 2015 alle 3:44 PM

    Questo è il GrIG che non mi piace: poco serio, retorico e demagogico, e credetemi, mi secca parecchio sostenerlo.

    • agosto 21, 2015 alle 6:06 PM

      dai Pasqualino, un sorriso leggero ogni tanto si può fare 🙂 altrimenti diventiamo troppo seriosi e noiosi.

      Stefano Deliperi

  3. Mara
    agosto 21, 2015 alle 3:49 PM

    A leggere l’elenco dei “prestigiosi” incarichi che il Sig. (Dott.? Ing.?) Chiarelli ricopre, stupisce che abbia anche il tempo di dedicarsi ad abbondanti libagioni. Ma se fosse così cortese da fornirmi un esemplare di Conigliatto gli sarei molto grata. Intorno a casa mia ultimamente circolano inquietanti esemplari di Panterane.

  4. Occhio nudo
    agosto 21, 2015 alle 5:37 PM

    Paura.

  5. Occhio nudo
    agosto 21, 2015 alle 5:50 PM

    Però, o GrIG, veramente poco serio, retorico e demagogico, queste cose bisogna prenderle seriamente, la ghe poi il coniglio mannaro si accoppia con tutti i gattibalossi della terra, e poi boh 😛 😀 😀

  6. Terrae
    agosto 21, 2015 alle 7:18 PM

    Perdonate se sono poco uscito.
    Ma è il micione che ha preso di spalle “a sa sarda” la coniglietta, o è stato il coniglione frettoloso a sorprendere una voluttuosa gattina?
    Comunque sia andata, non si sono fatti scappare il topolino questi siciliani. Bravi!
    Pensavo a che bei tempi erano quegli anni ’80 quando bastava scarabocchiare un modulo in municipio per vedersi riconosciuto il risarcimento danni da coniglio selvatico… anche per terreni classificati pascolo cespuglio.
    Cuniculì, cuni_culà.

  7. Arpia
    agosto 22, 2015 alle 3:34 PM

    Tutto serve a creare fobie, tutto serve a distrarre dai veri problemi e dai veri Lupi Mannari e Vampiri che popolano e creano caos nel paese impuniti!

  8. Terrae
    agosto 22, 2015 alle 3:48 PM

    Tralasciando le idiozzate di fantomatiche creature frutto di improbabili accoppiamenti, resta l’annoso problema dei gravi danni all’agricoltura provocati da specie presenti in sovranumero in territori limitati e confinati quali sono le isole minori come Ustica, Pantelleria e Mozia citate nell’articolo del Giornale di Sicilia.
    Peraltro si deve prendere atto che i danni sono perlopiù a carico di colture di pregio prodotte in quantitativi limitati in condizioni ambientali difficili solo grazie al tramandarsi di antichi saperi e di pratiche agricole biologiche che ne salvaguardano la biodiversità.
    È dunque necessario e doveroso tutelare il duro e prezioso lavoro dei contadini in generale, e di quelli isolani in particolare da ogni danno ponderabile, e se il problema è l’eccessivo numero di animali, la soluzione passa per la loro riduzione nel territorio considerato. Possiamo accapigliarci sul come e sul quanto, ma ridurre bisogna, anche tenendo conto che il proliferare abnorme di qualsiasi specie animale facilita la diffusione di parassiti e malattie sino all’insorgere di infestazioni ed epidemie dannose per tutti, uomini e animali.
    A cavalcare le sacrosante ragioni dei produttori agricoli sono in prima fila le associazioni venatorie che, dimentichi delle proprie responsabilità, spingono perché la Regione Sicilia dia loro carta bianca per risolvere il problema, galvanizzati in ciò anche dall’oggettivo fallimento di tentativi come quello di Ustica di risolvere il problema dei conigli catturando gli animali vivi con l’ausilio di reti e furetti.
    Per capire che quella dei cacciatori è “carità pelosa” vi propongo la lettura di un articolo del 7 dicembre 2010 tratto da http://www.cacciatore.com (i cui contenuti sono sorprendentemente simili all’articolo del Giornale di Sicilia), in cui l’allora sindaco di Ustica dice chiaramente che i conigli nell’isola sono stati importati. Ma non dice da chi e non dice per cosa.
    Io mi azzardo a pensare ad un ripopolamento a fini venatorii, dunque fine a se stesso, ma che in un territorio pressoché svuotato dei predatori naturali ha finito per produrre il guasto che abbiamo sotto gli occhi. A Ustica come a Lampedusa, come in mille altri luoghi di questo nostro Paese. Per i conigli come per i piccioni, come per i cinghiali e tutti quegli animali cresciuti a dismisura per l’insipienza ed il trastullo di pochi.
    I campi devastati e persino la recente perdita di vite umane hanno un prologo (anche) nella caccia praticata sino anche all’estinzione locale di predatori naturali come i rapaci, le volpi, le donnole e i furetti, i serpenti, ed i lupi.
    È una regola universale: ciò che non è in equilibrio, cade.
    Evitiamo di perseverare nell’errore … e chi ha contribuito ai danni per cui oggi si straccia le vesti abbia il buongusto di farsi da parte.

    Ecco l’articolo tratto da http://www.cacciatore.com del 2005:
    ================================== L’isola di Ustica invasa dai conigli

    USTICA (PA) – L’isola si trova completamente invasa dai conigli, che stanno diventantando una vera e propria minaccia per le coltivazioni, soprattutto per i capperi e le lenticchie.
    Gli agricoltori stanchi di quanto sta accadendo si trovano sul piede di guerra. Giovanni Palmisano, imprenditore agricolo afferma: “Siamo stanchi di vedere il nostro lavoro mortificato e l’habitat modificato dall’enorme numero di questi animali che mangiano continuamente i nostri raccolti”.
    Il sindaco dell’isola, Aldo Messina, venuto a conoscenza della protesta degli agricoltori afferma: “La maggior parte dei conigli sono stati importati negli anni scorsi e oggi sia per la mancanza di altri predatori che per le limitazioni di caccia dovute alla realizzazione della riserva naturale questi animali si sono moltiplicati in modo abnorme.
    Una legge del 2008 – aggiunge – consente alla Regione, a protezione della natura, specialmente nelle aree protette, di attivare, anche avvalendosi dei proprietari e dei conduttori dei fondi, piani di cattura ecologica dei conigli con metodi ecologici, come le reti ed il loro successivo trasferimento nei territori che ne faranno richiesta. Il problema è che tutto questo ha un costo ed i fondi non ci sono. E mentre la Regione studia il danno ambientale diventa irreversibile”.
    Per Messina, inoltre quando i piani di cattura non risultano idonei la legge prevede che la Regione può autorizzare la caccia per l’intero periodo dell’anno, anche dove esiste il divieto.
    La preoccupazione, inoltre arriva anche dalle autorità sanitarie che temono il moltiplicarsi di zecche con conseguente pericolo di rickettiosi. ===========================

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