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Siamo in guerra, siamo ancora una volta in guerra senza che nessuno ci abbia chiesto niente.


Forse il barbaro assassinio del giornalista americano James Foley, freelance rapito in Siria nel 2012, da parte dei delinquenti dell’I.S.I.S., il preteso nuovo califfato islamico a cavallo fra Iraq e Siria, sta aprendo gli occhi a decine di milioni di persone nel mondo occidentale.

Per loro si tratta della risposta annunciata ai bombardamenti decisi dal Presidente U.S.A. Barak Obama sulle milizie islamiche in rapida avanzata.

Siamo in guerra, siamo ancora una volta in guerra.

Una guerra frutto dei tanti fondamentalismi di cui è fecondo il mondo islamico, ma una guerra frutto anche delle pluriennali politiche schizofreniche americane in Siria, nell’intero Medio Oriente e in mezzo mondo.

Una politica grazie alla quale come minimo si arma “il meno peggio” o “il nemico del nemico” di turno.

Una guerra dove il ricchissimo autoproclamato califfo Abu Bakr al-Baghdadi ha scatenato una vera e propria pulizia religiosa ai danni di cristiani e yazidi (che da anni denunciavano invano il pericolo), provocando reazioni dure fra gli stessi islamici.

Una guerra non dichiarata (non si usa più dichiarare formalmente guerra a nessuno…), ma guerra riconosciuta dallo stesso papa Francesco, una guerra che ora si nutrirà anche di armi (parecchie) fornite dall’Italia, da quell’arsenale ben fornito dell’Isola di S. Stefano e di numerosi altri depositi ben sorvegliati.

Le competenti commissioni parlamentari hanno deciso di accogliere la proposta del Governo Renzi: le armi andranno ai combattenti Kurdi.

E da oggi anche ogni cittadino italiano può esser considerato in guerra, senza che i cittadini italiani abbiano avuto alcuna voce in capitolo.

Qualcuno vada a dirlo ai familiari di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due volontarie rapite in Siria a cavallo fra luglio e agosto 2014, qualcuno vada almeno ad avvertirli, per cortesia……

Stefano Deliperi

 

A.N.S.A., 20 agosto 2014

Iraq, visita lampo di Renzi. Via libera del Parlamento all’invio di armi.   Ministro degli Esteri: “Dovere morale proteggere i civili”.

 

 

da Il Fatto Quotidiano, 20 agosto 2014

Iraq, cos’è Isis: nato da Al Qaeda nella guerra in Siria, ma più ricco e organizzato.

Nato dal movimento un tempo guidato da Osama bin Laden, lo Stato Islamico può contare su un esercito di 30 mila uomini e su risorse economiche in crescita. I suoi miliziani sono presenti sul territorio del cosiddetto “Califfato Islamico”, esteso quanto il Belgio e che da est a ovest va dalla seconda città irachena di Mosul fino al capoluogo siriano di Raqqa.

Lo Stato islamico (la nuova denominazione assunta il mese scorso dall’ex Stato islamico dell’Iraq e del Levante), protagonista di un’avanzata inarrestabile nel nord dell’Iraq, è nato di fatto in questo Paese, ma aveva ottenuto i suoi principali successi nella guerra civile siriana. Tra Siria e Iraq conta oggi su circa 30.000 uomini. I suoi miliziani sono presenti su un territorio esteso quanto il Belgio e che da est a ovest va dalla seconda città irachena di Mosul fino al capoluogo siriano di Raqqa, mentre da nord a sud va dall’asse Mossul-Raqqa fino all’asse Tikrit-Ramadi-Dayr az Zor, che congiunge Siria e Iraq. E’ questo il territorio del cosiddetto Califfato islamico, proclamato il 5 luglio scorso dal capo dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, durante un sermone tenuto nella principale moschea di Mosul, di cui sono state diffuse le immagini su alcuni siti jihadisti. Una chiara operazione di propaganda, volta a far vedere che ormai nel mondo jihadista questa è la vera forza vincente, capace di oscurare le gesta di Al Qaeda.

Tasse e petrolio, i terroristi di Isis sono i più ricchi
Quando si è ufficialmente separato da Al Qaeda, nessuno riteneva che l’Isis si sarebbe affermato in così poco tempo in Iraq. E invece la sua macchina da guerra procede a gonfie vele, e anzi si allarga anche grazie a risorse economiche in crescita. La conquista di Mosul ha consentito al gruppo di poter contare sulle importanti risorse energetiche dell’area e di aver accesso ai fondi della banca centrale, dalla quale avrebbe rubato fino a 425 milionidi dollari, ai quali si aggiungono i lingotti d’oro ‘sequestrati’ da altri istituti di credito della zona. Da Al Qaada l’Isis ha imparato che la finanza è importante: a differenza del gruppo di Bin Laden, l’Isis è rinomato per il suo spirito manageriale. L’Isis retribuisce bene i suoi combattenti, ai quali fornisce auto, cellulare, contanti e offre benefitalle loro famiglie nel caso di morte. La ricchezza dell’Isis si è iniziata a formare con la vendita del petrolio sul mercato nero e con la ‘tassa rivoluzionaria‘ imposta ai commercianti delle aree conquistate.  Un’altra forma di finanziamento è la vendita di petrolio e gas sul mercato nero, oltre ai riscatti per i rapimenti.

Medio Oriente, territori controllati dall'I.S.I.S., area del governo autonomo Kurdo, luoghi di scontro e contesi

Medio Oriente, territori controllati dall’I.S.I.S., area del governo autonomo Kurdo, luoghi di scontro e contesi

La guerra in Siria e le origini dello Stato Islamico
La forza dell’Isis viene da lontano, ma la configurazione attuale del gruppo risale a circa un anno fa. Lo Stato islamico si pone in chiara contrapposizione sia con i ribelli anti-regime siriano, sia con i vertici storici di Al Qaeda. Il nucleo dell’Isis nasce in Iraq proprio come ala qaedista ai tempi della leadership di Abu Musab al Zarqawi, ucciso nel 2006. E si rafforza a partire dal 2010 sotto la direzione dell’attuale capo, Abu Bakr al Baghdadi. Il cambio di passo avviene nel contesto della guerra in Siria e la rottura avviene nella primavera del 2013 quando i miliziani dell’Isis tentano di assumere la direzione del movimento jihadista siriano nato nel 2012 per contrastare le forze del presidente Bashar al Assad. Nascono inevitabili contrasti con i qaedisti siriani, radunati attorno allaJabhat an Nusra (Fronte della Salvezza). E persino con Ayman Zawahiri, leader di Al Qaeda, che intima più volte all’Isis di tornare a operare entro i confini iracheni. Baghdadi non si ritira  e i suoi uomini risalgono invece il corso dell’Eufrate, arrivando fino alle sponde dell’Oronte, nel nord-ovest siriano. Nel gennaio scorso, lanciano l’offensiva sul fronte orientale, nella regione irachena di al Anbar, controllando Falluja e parte di Ramadi. In Siria subiscono il parziale ritorno dei ribelli locali, che accusano l’Isis di servire di fatto gli interessi del regime degli Assad. Tra Damasco e l’Isis la guerra di fatto non e’ ancora scoppiata, e i jihadisti sciiti filo-iraniani giunti dall’Iraq e dal Libano per combattere “i terroristi sunniti”, non si sono scontrati mai con l’Isis.

L’organizzazione militare
Tra Siria e Iraq lo Stato islamico conta oggi su circa 30.000 uomini, inquadrati in battaglioni da circa 2/3.000 uomini ciascuno. Gia’ forte di armi leggere, lanciagranate e mezzi blindati, nella fulminante offensiva del 10-14 giugno, l’Isis si sarebbe impadronito di pezzi di artiglieria da 122 e 130 mm, mortai, oltre 200 veicoli di vari tipi (tra cui Humvee) e alcuni elicotteri. Sul tipo di armi, scrive Pietro Batacchi, direttore di Rivista italiana difesa, i qaedisti di Baghdadi si servono di “equipaggiamenti pesanti – catturati nelle caserme siriane o in quelle dell’esercito iracheno o agli altri gruppi ribelli siriani con cui Isis e’ in guerra – come carri armati, lanciarazzi multipli, sistemi anticarro”. Ci si domanda come abbiano potuto poche decine di migliaia di miliziani avere la meglio di un esercito come quello iracheno, composto di 270.000 uomini, addestrato per anni dagli Stati Uniti e che può contare sulla copertura dell’aviazione. La spiegazione non sta solo nella motivazione più forte che spinge i jihadisti rispetto ai soldati governativi, ma anche sul sostegno che  i miliziani dello Stato islamico hanno potuto contare tra gli armati delle formazioni tribali e tra la popolazione sunnita, scontenta per le politiche governative giudicate settarie e discriminatorie.

Il nemico sul territorio, l’esercito iracheno
Le forze armate irachene sono composte da un esercito formato da ben 14 divisioni (56 brigate),158 battaglioni ordinati in divisioni, una dozzina di battaglioni di formazione, tre brigate di truppe speciali, per un totale di circa 270.000 uomini. Tutti gli ufficiali sono formati secondo il modello Sandhurst. A questo si aggiungono decine di migliaia di potenziali miliziani ausiliari arruolati prevalentemente nelle zone a maggioranza sciita e solidali col governo filo-iraniano di Maliki. Le brigate di fanteria sono equipaggiate con armi leggere, lancia granate, veicoli blindati. Le brigate meccanizzate possiedono circa 300 carri armati americani M1 Abrams, altri carri sovietici T-54/55 e veicoli BMP-1. Il governo di Baghdad conta anche sull’aviazione, forte di due squadroni di velivoli di ricognizione, tre squadroni di elicotteri per il trasporto truppe ed elicotteri da combattimento, per un totale di circa 3.000 uomini.

 

attenzione, le immagini che seguono possono turbare le persone sensibili.

  1. agosto 20, 2014 alle 9:01 PM

    A.N.S.A., 20 agosto 2014
    James Foley decapitato da boia Isis con accento britannico. Obama, “inorriditi”.
    La Casa Bianca conferma: il video è autentico: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/08/19/isis-posta-video-decapitazione-giornalista-usa-rapito-in-siria_e31c5f31-af9a-410b-a560-1439f521eff0.html

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    da Il Corriere della Sera, 20 agosto 2014
    Esplora il significato del termine: Obama: «L’Isis vuole il genocidio.
    Faremo giustizia per James Foley».
    Il Presidente degli Stati Uniti: «Nessun Dio potrebbe mai giustificare quel che è stato fatto. L’Isis non ha posto nel ventunesimo secolo». Il video giudicato «autentico»: http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_20/boia-reporter-forse-britannico-parla-un-forte-accento-inglese-4230f0d4-2855-11e4-abf5-0984ba3542bc.shtml

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    Renzi ai curdi: terrore sarà sconfitto.
    Sì del Parlamento all’invio di armi.
    Le commissioni esteri e difesa di Camera e Senato ratificano l’operazione.
    Contrari M5S e Sel. Il ministro Mogherini: «Minaccia Isis riguarda anche Italia»: http://www.corriere.it/politica/14_agosto_20/renzi-baghdad-l-europa-deve-essere-qui-ora-non-voltare-spalle-75b877e2-2855-11e4-abf5-0984ba3542bc.shtml

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    da Sardinia Post, 20 agosto 2014
    Pinotti conferma: “Ai curdi le armi custodite in Sardegna”: http://www.sardiniapost.it/politica/pinotti-pronti-inviare-curdi-armi-custodite-in-sardegna/

  2. Genius Loci
    agosto 20, 2014 alle 9:03 PM

    Che ci devono chiedere?
    Si chiede in uno stato democratico, non in uno stato totalitario.

  3. agosto 20, 2014 alle 11:10 PM

    La guerra continua…non è mai cessata soprattutto per delle nazioni..tante che producono armi…

    Non c’è un mondo di scorta?

  4. max
    agosto 21, 2014 alle 7:24 am

    la politica dissennata degli usa lascia sempre strascichi; la “rimozione”di “dittatori”come saddam hussein e muhamar el gheddafi mi pare sia stata deleteria, cosi’ come il tentare di rimuovere Assad. Occorre sempre sempre scegliere il male minore; un po’ di dittatura in certi paesi e’ il male minore se da stabilita’in contesti sociali medioevali sopratutto se sono dittature filoccidentali . La democrazia la esportano ( o pensano di esportarla) solo gli imbecilli. Ora viviamo e vivremo nell’instabilita’ piu’ assoluta. Il terrorismo c’e’ dal dopoguerra e cresce in modo esponenziale facendo leva sulle ingiustizie globali e sulle conseguenze del colonialismo. L’islam poi e’ un ottimo alibi per arricchirsi grazie anche alla schizofrenia usa ma anche alla timidezza patologica in politica estera di una eu che di unito non ha nulla, salvo la moneta.
    Nel mondo vi sono molte polveriere ; alcune gia’ esplose altre lo saranno a breve e la natura dell’uomo ( tutt’altro che pacifica) non aiuta.

  5. agosto 21, 2014 alle 2:57 PM

    ma chi l’avrebbe mai detto?

    da Il Corriere della Sera, 21 agosto 2014
    Il Guardian: «Nelle mani dei terroristi dell’Isis ci sono anche due italiane».
    Il quotidiano britannico: «Detenute di recente in area Aleppo con un giapponese e un danese»: http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_21/guardian-nelle-mani-terroristi-dell-isis-ci-sono-anche-due-italiane-416fcfc4-28f2-11e4-8091-161094bc7e0e.shtml

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    IL GRUPPO NOTO ALL’INTELLIGENCE. Caccia a John, boia inglese di Foley.
    Il leader dei «Beatles» siriani. Accento londinese, il boia del reporter americano sarebbe a capo di un trio di sequestratori inglesi nelle cui mani si troverebbero altri ostaggi: http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_21/caccia-john-boia-inglese-foley-leader-beatles-siriani-cf4900ee-28fd-11e4-8091-161094bc7e0e.shtml

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    L’ANALISI. Il rischio dell’orrore Isis in Europa.
    Secondo fonti di intelligence centinaia di giovani guerriglieri fondamentalisti pronti a tornare nel vecchio continente. (Carlo Biffoni): http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_21/rischio-isis-europa-58db345e-2902-11e4-8091-161094bc7e0e.shtml

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    by The Guardian, 20 august 2014
    Islamic State militants seize four more foreign hostages in Syria.
    Jihadists flush with arms and relying on shock tactics abduct Europeans and Japanese national as US strikes continue: http://www.theguardian.com/world/2014/aug/20/islamic-state-isis-foreign-hostages-syria-aleppo

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    A.N.S.A., 21 agosto 2014
    James Foley decapitato. Obama: faremo giustizia. Fallì il blitz per liberarlo.
    La Casa Bianca conferma: il video è autentico: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/08/19/isis-posta-video-decapitazione-giornalista-usa-rapito-in-siria_e31c5f31-af9a-410b-a560-1439f521eff0.html

  6. agosto 21, 2014 alle 8:27 PM

    A.N.S.A., 21 agosto 2014
    James Foley, Isis voleva riscatto di cento milioni di euro.
    Fallì il blitz per liberarlo. Guardian: “Due italiane nelle mani dell’Isis”: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/08/19/isis-posta-video-decapitazione-giornalista-usa-rapito-in-siria_e31c5f31-af9a-410b-a560-1439f521eff0.html

  7. agosto 21, 2014 alle 10:08 PM

    e questi sarebbero alcuni dei finanziatori nemmeno tanto occulti dei bastardi dell’I.S.I.S. Gente, liberalissima, ch’è venuta negli ultimi anni a investire anche in Sardegna 😉

    da La Stampa, 21 agosto 2014
    Iraq, l’islamismo da esportazione del Qatar. Per il Califfo un tesoro di due miliardi.
    Il doppio gioco di alcuni alleati Usa nella regione che finanziano i terroristi dell’Isis. (Maurizio Molinari): http://www.lastampa.it/2014/08/21/esteri/iraq-lislamismo-da-esportazione-del-qatar-per-il-califfo-un-tesoro-di-due-miliardi-UfDueKARAxYnPOuEhOTfoM/pagina.html

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    “Voglio essere la prima donna a decapitare un prigioniero”. Il tweet della britannica dell’Isis.
    Sul Daily Mirror la storia di Khadijah Dare, 23 anni, in Siria dal 2012, affiliata allo Stato islamico. Agli amici in rete chiede: “Mandatemi tutti i video dell’esecuzione” di Foley: http://www.lastampa.it/2014/08/21/esteri/voglio-essere-la-prima-donna-a-decapitare-un-prigioniero-inglese-o-americano-sconvolgente-tweet-di-una-enne-britannica-affiliata-allisis-Nke4HYLbhsmKd6t3pLy7yO/pagina.html

  8. agosto 22, 2014 alle 2:54 PM

    da Il Corriere della Sera, 22 agosto 2014
    Spostate almeno tre volte e cedute ai jihadisti: «Le ragazze stanno bene».
    La doppia partita per ottenere il rilascio di Greta e Vanessa e fronteggiare i terroristi. (Fiorenza Sarzanini): http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_22/greta-vanessa-trattativa-rilascio-08272f26-29b7-11e4-83e9-8707f264e6d8.shtml

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    FONDAMENTALISMI. Iperconnessi e rapper, chi sono i jihadisti italiani.
    Un libro traccia il profilo dei giovani fondamentalisti di seconda e terza generazione che vivono nel nostro paese. Alcuni sono morti in Siria. Di altri si sono perse le tracce. (Marta Serafini): http://www.corriere.it/esteri/14_aprile_13/iperconnessi-rapper-chi-sono-jihadisti-italiani-682a86dc-c307-11e3-a3de-4531ca6bc782.shtml

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    La mail di Isis alla famiglia di Foley. «Lui sarà il primo a pagare per i raid».
    Il «Globalpost», pubblica il messaggio dei jihadisti. «Non ci fermeremo finché non sarà soddisfatta la nostra sete di sangue»: http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_22/mail-isis-famiglia-foley-agli-usa-ed-loro-cittadini-pecore-a3890b32-29d6-11e4-83e9-8707f264e6d8.shtml

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    Il «Califfato» in Europa: gli hacker con il mitra pronti a tornare a casa.
    Occidentali indottrinati sul Web e al fronte. La cellula britannica di Raqqa, in Siria, e l’allarme dei servizi. (Fabio Cavalera): http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_22/califfato-in-europa-1a20cf2e-29b8-11e4-83e9-8707f264e6d8.shtml

  9. agosto 22, 2014 alle 8:11 PM

    A.N.S.A., 22 agosto 2014
    L’Isis: il Califfato alle porte.
    L’offensiva dello Stato Islamico: tutto quello che c’è da sapere: http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/editoriali/2014/08/22/lisis-il-califfato-alle-porte_78285bef-411a-4c90-b258-be3682a8e955.html

  10. agosto 23, 2014 alle 10:56 am

    da Il Corriere della Sera, 23 agosto 2014
    Stremati e in fuga dalla furia dell’Isis «Sparavano alle statue di Gesù».
    A Mosul le donne yazide vengono vendute per 50 dollari. Gli estremisti islamici dell’Isis sono soprattutto giovani: la maggioranza ha tra i 16 e i 20 anni. (Lorenzo Cremonesi): http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_23/stremati-fuga-furia-dell-isis-sparavano-statue-gesu-bea3c6bc-2a87-11e4-9f31-ce6c8510794f.shtml

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    15 agosto 2014
    Bushra e le donne rubate. «Si sono presi la mia vita».
    Nel campo Onu degli sfollati yazidi Il racconto della fuga e la ricerca dei rapiti
    L’Isis conferma: abbiamo in ostaggio 100 tra adulti e bambini. (Lorenzo Cremonesi): http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_15/bushra-donne-rubate-si-sono-presi-mia-vita-6121babc-2442-11e4-a121-b5affdf40fda.shtml

  11. agosto 28, 2014 alle 4:55 PM

    A.N.S.A., 28 agosto 2014
    Quattro decapitati in video shock, nuovo orrore jihadista.
    40 caschi blu filippini ostaggio qaedisti sul Golan: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2014/08/28/siria-decine-di-soldati-siriani-uccisi-dallisis_f5d09806-8361-4352-934b-097d58f65509.html

  12. settembre 14, 2014 alle 2:05 am

    Oddio, mi sembra un po’ fuori tema…
    Certamente siamo un po’ in guerra e la colpa è certamente dei delinquenti dell’ISIS. Qualche responsabilità l’avranno pure gli USA, per carità, ma perlomeno adesso stanno guidando la controffensiva contro questi pericolossissimi criminali fondamentalisti, perchè se stavamo ad aspettare l’europa…
    È comunque davvero imperdonabile che quelli dell’ISIS ci facciano la guerra senza neanche averci chiesto se siamo d’accordo, proprio vero.

    • settembre 14, 2014 alle 9:00 am

      no, più che altro si spera che la “nostra” Italia sia diversa da quella banda di criminali esaltati dell’ISIS e veda la partecipazione democratica dei propri cittadini – cioè noi – alle decisioni importanti come la guerra, perchè di tale si tratta.

      Stefano Deliperi

  13. settembre 14, 2014 alle 9:02 am

    A.N.S.A., 14 settembre 2014
    Isis decapita il terzo ostaggio. E’ il britannico David Haines.
    Video su internet. Minacciata decapitazione altro ostaggio GB: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2014/09/14/isis-decapita-ostaggio-gb-david-haines_cbb87aba-2952-4b5a-965b-ddce877b74ab.html

  14. settembre 14, 2014 alle 4:28 PM

    Scusate ma dove vivete,quando mai ci è stato chiesto se volevamo giochi di guerra a casa nostra?Quanti morti ci sono stati tra militari e civili a causa delle esposizioni a residuati bellici trattati come giocattoli?Quanto è stato negato al popolo sardo per sessant’anni……..e vero Grig è un orrore senza fine.A fora

    • settembre 14, 2014 alle 9:13 PM

      che noia, Shardana. La Sardegna fa parte dell’Italia, che ti piaccia o no. E uno stato di guerra doveva esser deliberato dal Parlamento italiano. Deciso dai rappresentanti eletti.
      Poi puoi fare tutti i commenti che vuoi su poligoni, esercitazioni e quanto ti pare, ma c’entrano poco con l’argomento dell’articolo.

      Stefano Deliperi

    • settembre 14, 2014 alle 11:56 PM

      Non volevo annoiarti………..ma farti notare che per le loro guerre usano la nostra terra.Non c’è molta democrazia in ciò.O nò?

      • max
        febbraio 19, 2015 alle 10:31 am

        caro shardana meglio con l’italia che con il califfato o con gli arabi del golfo(sardistan). meglio una democrazia imperfetta ( e comunque migliorabile) che una dittatura che nella fattispecie poi non sarebbe neppure perfetta ma barbaricamente medioevale. battute a parte leggere che qualche demente autoproclamatosi scienziato controverte le teorie scientifiche ormai inconfutabili o nega l’olocausto evoca la bestia che c’e’ in me la quale auspica che questi esseri vengano prelevati condotti in vacanza premio al grand hotel guantanamo dove potranno offrire volontariamente il loro corpo per la ricerca scientifica in campo genetico, neurologico,biomedico e chirurgico ( ma data la loro natura direi anche veterinario) salvando cosi’ milioni di cavie.
        la loro vita avra’ avuto quindi uno scopo.

  15. febbraio 19, 2015 alle 2:58 PM

    la Terra è anche piatta, no?

    A.N.S.A., 18 febbraio 2015
    Il teologo dell’Islam critica Galilei: ‘la Terra non ruota attorno al sole’. (http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/02/18/il-teologo-dellislam-critica-galilei-la-terra-non-ruota-attorno-al-sole_26006d4e-560c-41cc-88ce-2b8f936480bb.html)

    Un ritorno alle teorie del medioevo. Bandar al-Khaibari, studioso dell’islam, smentisce Galileo Galilei e lancia il suo contropensiero: “la Terra è ferma e non ruota attorno a Sole”. Le sue riflessioni, con un’accurata e stravagante spiegazione, sono state esposte davanti ai suoi seguaci in una moschea.

  16. max
    marzo 6, 2015 alle 10:29 am

    distruggere le opere d’arte ed i reperti archeologici e’ il tentativo fallimentare di eliminare la storia che comunque viene tramandata anche dalle carte e dai sistemi multimediali.
    l’unica consolazione morale al danno all’umanita’e’ sapere che quegli esseri se non verranno accoppati sul campo marciranno in carcere sapendo per certo che non vi saranno 72 vergini ad attenderli in paradiso ma 72 mandingo superdotati che faranno loro un “controllo prostatico”con l’undicesimo dito ( il piu’ grande), controllo che non avra’ mai termine.

  17. marzo 6, 2015 alle 2:56 PM

    A.N.S.A., 6 marzo 2015
    Isis: Iraq, raso al suolo sito archeologico di Nimrud.
    Lo denuncia ministero di Baghdad: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2015/03/05/-isis-iraq-raso-al-suolo-sito-archeologico-di-nimrud-_b23a0f60-ce34-4665-af71-e4446bcef2bb.html

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    da Il Corriere della Sera, 6 marzo 2015
    Iraq, Isis distrugge con i bulldozer il sito archeologico di Nimrud.
    La denuncia del ministero iracheno del Turismo e delle Antichità. I terroristi continuano «a sfidare la volontà del mondo e i sentimenti dell’umanità»: http://www.corriere.it/esteri/15_marzo_05/iraq-isis-rade-suolo-sito-archeologico-nimrud-14fa2648-c37e-11e4-9a3c-d1424c2aada1.shtml

  18. marzo 10, 2015 alle 11:25 PM

    A.N.S.A., 10 marzo 2015
    Nigeria: ragazzina kamikaze,decine morti.
    Testimoni, 34 corpi a terra a Maiduguri,sotto attacco Boko Haram. (http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2015/03/10/nigeria-ragazzina-kamikazedecine-morti_d745aef6-c046-4dbd-bb79-aa1e5ca4da0c.html)

    BAUCHI (NIGERIA), 10 MAR – Una adolescente si è fatta saltare in aria in un affollato mercato nella città di Maiduguri, nel nord-est della Nigeria sotto attacco dei terrortisti islamici di Boko Haram, uccidendo decine di persone.
    Lo affermano testimoni, che riferiscono di aver contato almeno 34 corpi in terra e molti feriti.

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    11 marzo 2015
    I miliziani dell’Isis distruggono un tempio Sufi in Libia.
    Bulldozer e picconi contro il patrimonio culturale nelle immagini rilanciate dal Daily Mail: http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/03/11/i-miliaziani-dellisis-distruggono-un-tempio-sufi-in-libia_d8ad3669-60a4-4dcf-94b3-786b986cfa52.html

    —————————————–

    Nuovo video Isis, sarebbe francese il bambino boia che uccide : http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/03/10/nuovo-video-isis-bambino-uccide-spia-mossad_6c5deb07-d12e-4944-836e-b2eba736b58e.html

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    12 marzo 2015
    Isis usa bombe al cloro in Iraq, Bbc mostra immagini.
    Il gas brucia i polmoni, le esplosioni emanano fumo arancione che getta il panico tra la gente: http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/03/12/isis-usa-bombe-al-cloro-in-iraq-bbc-mostra-immagini_c02e3a01-bdec-4712-a617-e7e55eaf2f63.html

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    da Il Corriere della Sera, 10 marzo 2015
    Isis, pubblicato un nuovo video. Stavolta a uccidere è un bambino.
    Nelle immagini si vede il ragazzino puntare la pistola alla nuca di un palestinese, presunta spia del Mossad, vestito con la tuta arancione dei prigionieri: http://www.corriere.it/esteri/15_marzo_10/isis-pubblicato-nuovo-video-stavolta-uccidere-bambino-a2879866-c75b-11e4-ace1-14c9e44d41cb.shtml

  19. max
    marzo 11, 2015 alle 7:23 am

    c’e’ ancora qualc’uno che pensa che i soloni al governo italiano o europeo di QUALUNQUE COLORE POLITICO ( e non e’qualunquismo ma analisi scientifica) abbiano interesse al ripristino della giustizia e della legalita’ in quei paesi in guerra? quando fai il politicante/politicastro pensi solo alla pecunia e al potere e se fai qualche cosa per gli elettori e’ solo per vetrina politica ossia se hai ritorno d’immagine e consenso. possono stuprare donne e bambini, massacrare cristiani, radere al suolo citta’, distruggere musei e opere d’arte e chi piu’ ne ha e piu’ ne metta che piu’ di qualche riunione che finisce poi con qualche cena piu’ o meno intima poi non si fa’. siamo destinati a scomparire.
    propongo una dittatura a tempo ( 5 anni); un comitato di controllo ( + 2 supplenti, non si sa mai che i controllori “spariscano”per incidente o morte “naturale”) per un totale di almeno 30 persone. perche’ le dittature “tradizionali”non funzionano e le democrazie solo per i piu’ forti.
    noi in europa contiamo come spagna, grecia,portogallo,irlanda ex repubbliche baltiche ecc ossia=0 e sara’ sempre cosi’al di la’ dei proclami del gran giullare fiorentino. esistono poi “partiti”costituiti da brave persone e in alcuni casi anche competenti ma che contano come l’assemblea condominiale.
    forse ci siamo abituati con il martellare dei media alle violenze nel mondo; io non voglio abituarmi.

  20. febbraio 26, 2016 alle 2:56 PM

    sempre più in guerra. Oltre che in Iraq, siamo tornati sulla “quarta sponda”.

    da Il Fatto Quotidiano, 26 febbraio 2016
    Libia, missioni difensive? Esperti: “Droni servono per distruggere”. E se Isis attacca Eni a Mellitah pronti marò e parà.
    Per Leonardo Tricarico, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare, la formula ricorda quando nel 1999 “si parlò di ‘difesa integrata’ per coprire il fatto che i nostri Tornado bombardavano l’ex Jugoslavia”. Stesso discorso per la diga di Mosul: “Dietro il pretesto della difesa del cantiere – spiega Iacovino del Cesi – si nasconde la vera natura della spedizione: in quell’area il Pentagono vuole un forte avamposto alleato in vista della grande offensiva per la riconquista della città”. (Enrico Piovesana): http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/26/libia-missioni-difensive-esperti-droni-servono-per-distruggere-e-se-isis-attacca-eni-a-mellitah-pronti-maro-e-para/2496304/

  21. max
    marzo 4, 2016 alle 9:43 am

    CERTAMENTE INVIARE 50 INCURSORI DEL COL MOSCHIN( 9°REG.PARA’DELLA FOLGORE) OVVERO 50 UOMINI DELLE FORZE SPECIALI NON SIGNIFICA ANDARE IN GUERRA. LA DOMANDA PERO’ E’ QUALI SONO LE REGOLE D’INGAGGIO, QUALE COMMITMENT, QUALI OBIETTIVI, QUALI STRATEGIE?IL GOVERNO TACE.UNA COSA E’ ANDARE NOI ITALIANI SU ESPRESSA RICHIESTA DEL GOVERNO AFGANO O IRACHENO A TENER TESTA AI TALEBANI O A FARE LA GUARDIA ALLA DIGA DI MOSUL. ALTRO E’ “ARMIAMOCI E PARTITE”. IL GINEPRAIO LIBICO NON E’ MOLTO DIVERSO DA QUELLO SIRIANO; FORTUNATAMENTE NEL PRIMO CASO E’ UNA LOTTA TRA BANDE(ISISS INCLUSA) SENZA IMBARAZZANTI GIOCHI DI RUOLO CON ALLEATI AMBIGUI(TURCHIA).IL PERICOLO E’ CHE ANDIAMO A GETTARE BENZIINA SUL FUOCO TRANNE CHE NON VIA SIA QUALCHE OPERAZIONE SEGRETA ORGANIZZATA DALLA NS INTELLIGENCE CHE VEDRA’ I PARA’ COME “TERZISTA APPALTATO”. QUALCHE RITORSIONE CE LA DOVREMO ASPETTARE ANCHE PERCHE’ I 2 GOVERNI LIBICI NON CI HANNO CHIESTO D’INTERVENIRE. NON VORREI CHE LA UE E GLI USA CI MANDINO AVANTI A MO’ DI ” VAI AVANTI TU CHE MI VIENE DA RIDERE”. STAREMO A VEDERE NEI PROX GG.CERTO CHE NON POSSIAMO SEMPRE FARE MELINA SU TUTTO.

  22. Terrae
    marzo 4, 2016 alle 7:06 PM

    Quanto penare ci fa, ancora, quello scatolone d sabbia, quarta sponda di un tronfio impero di terracotta.

    I nostri interessi in Libia sono importanti (forse vitali).

    Ma per una volta almeno, possiamo lavarcene le mani e dire ai nostri dirimpettai di sbraitare di meno e togliersele da soli le castagne dal fuoco?

    E insieme, possiamo dire ai nostri alleati Anglo-Franco-Americani (specie ai Francesi)presuntuosi ed arroganti di pensarci loro a tenere a bada le ingorde bande di mafiosi che si contendono quelle lande, visto che sono stati loro a creare questo putiferio, ben incuranti dei NOSTRI interessi?

    Vadano loro a scannarsi e, finalmente, a raccogliere in mare i profughi che hanno prodotto con le loro politiche scellerate al servizio di dottrine economiche inventate da speculatori di borsa.

    Noi, oggi, abbiamo da piangere altri due nostri connazionali vittime di interessi che non possono essere i nostri, e restituire alla pietà delle rispettive famiglie i loro corpi ed ai famigliari vicinanza, conforto e solidarietà.

    Addio Tripoli bel suol d’orrore!

  23. ottobre 18, 2016 alle 2:54 PM

    la guerra continua.

    da Il Fatto Quotidiano, 18 ottobre 2016
    Mosul, l’Italia in prima linea: elicotteri da attacco e incursori per i blitz. A 20 km dal fronte i bersaglieri presidiano la diga.
    I nostri connazionali impegnati in operazioni di combat search and rescue. Vale a dire blitz in teatro di guerra per evacuazioni di combattenti alleati o curdi feriti. Agli uomini dell’aeronautica si affiancano gli elicotteri da combattimento A-129 Mangusta armati di missili e cannoncini rotanti. A correre i rischi maggiori sono però gli uomini a presidio della diga della città: armati di equipaggiamento leggero, non sono direttamente coinvolti al fronte, ma sono un bersaglio potenzialmente fragile dei razzi dello stato islamico. (Enrico Piovesana): http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/17/mosul-litalia-in-prima-linea-elicotteri-da-attacco-e-130-incursori-per-i-blitz-a-20-km-dal-fronte-i-bersaglieri-presidiano-la-diga/3104104/

  1. agosto 21, 2014 alle 10:17 am
  2. agosto 21, 2014 alle 10:20 am

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