La Giunta regionale adotta il nuovo piano paesaggistico.
La Giunta Cappellacci – secondo notizie stampa in esclusiva – oggi adotta il nuovo piano paesaggistico.
Già la denominazione fa un po’ sorridere: “piano paesaggistico dei sardi”, come se dovesse stabilire tipologie architettoniche degli occhiali degli abitanti del Campidano o le volumetrie massime ammissibili delle giacche dei galluresi. Ma siamo in campagna elettorale e (quasi) tutto è permesso.
Il piano paesaggistico riguarda il territorio, da tutelare e gestire correttamente, ed è disciplinato fondamentalmente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Se alcune anticipazioni giornalistiche fossero confermate, infatti, ci ritroveremo davanti a palesi illegittimità.
Per esempio, l’affermazione “solo fiumi e torrenti di rilievo paesaggistico sono vincolati”, che sarebbe presente nella relazione illustrativa e farebbe supporre un’individuazione da parte della Regione dei fiumi e torrenti da tutelare, si rompe le ossa – giuridicamente – contro l’art. 142, comma 1°, lettera c, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. che tutela “i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna”.
Così come l’ipotizzato inserimento automatico delle disposizioni del c.d. piano per l’edilizia (legge regionale n. 4/2009 e s.m.i.) e della legge per il golf (legge regionale n. 19/2011), ambedue sotto giudizio da parte della Corte costituzionale,
o le operazioni comunali di disarticolazione dei demani civici in corso in questi mesi, anch’esse riferentesi al contenuto della pianificazione paesaggistica e a giudizio davanti alla Corte costituzionale.
Ma una valutazione sensata e compiuta si potrà fare solo quando disciplina e cartografia saranno disponibili e, naturalmente, saranno poste in essere tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, dei valori storico-culturali della Sardegna.
Ricordiamo, poi, che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari avrebbe aperto un’indagine penale sulle modalità scelte dalla Giunta Cappellacci per la predisposizione delle modifiche al piano paesaggistico regionale (P.P.R.). Sarebbe un ulteriore indizio dell’opacità di indirizzi e obiettivi nel campo odierno della pianificazione paesaggistica sarda e della gestione delle coste.
Infine, che cosa farà il Ministero per i beni e attività culturali, coinvolto necessariamente nella procedura di co-pianificazione e destinatario degli obblighi di conservazione e tutela?
Ai tentativi di travolgimento della disciplina di tutela complicheremo la vita in ogni modo, con ogni appiglio legale, con ogni attività di sensibilizzazione, ma chiunque di noi può fare nel suo piccolo qualcosa di utile e importante: chi volesse far sapere che cosa ne pensa al Ministro dei beni e attività culturali Bray, al Presidente Cappellacci e alla Presidente del Consiglio regionale Lombardo può andare al link https://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/11/28/rimbocchiamoci-le-maniche-per-difendere-lambiente-e-il-territorio-della-sardegna/.
Sono ormai tantissimi i messaggi inviati, facciamo sentire la nostra voce!
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia
da Tiscali Notizie, 25 ottobre 2013
“Non può essere la Giunta regionale a decidere cosa tutelare”: http://notizie.tiscali.it/regioni/sardegna/video/761/184503/
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aggiornamento (25 ottobre 2013, ore 22.15)
Comunicato della Direzione regionale sull’adozione del Piano Paesaggistico
Si è appreso dalla stampa odierna che la Giunta Regionale avrebbe adottato in via provvisoria il nuovo Piano Paesaggistico della Sardegna.
Il Ministero dei beni e delle attività culturali precisa che trattasi, evidentemente, di una iniziativa unilateralmente assunta dalla Regione Sardegna in quanto sono attualmente ancora in itinere tutte le attività inerenti la copianificazione prevista dal Codice Urbani e così come recepite dagli accordi sottoscritti fra le due Amministrazioni.
da L’Unione Sarda, 25 ottobre 2013
La Giunta vara il nuovo Piano e soffiano già i venti di guerra. Ivan Paone
A quattro mesi dalle elezioni regionali (salvo voto anticipato, sempre possibile) la giunta Cappellacci adotta uno dei provvedimenti più importanti della legislatura. È il nuovo Piano paesaggistico regionale che intende operare «una rivoluzione» (così la definiscono i tecnici che hanno contribuito alla stesura) non tanto in materia di vincoli, che restano sostanzialmente gli stessi, soprattutto per le zone costiere, quanto per il rapporto che esso deve avere con i cittadini. E, tanto per sottolineare il concetto, il Piano paesaggistico regionale, varato nel 2006 dalla giunta di Renato Soru, cambierà nome e si chiamerà Piano paesaggistico dei sardi.
LE LINEE GUIDA. Sono tre le direttrici lungo le quali si muove il nuovo complesso di norme che, da oggi, scatenerà un dibattito vivacissimo. Infatti, proprio questa mattina è prevista l’approvazione della giunta. Poi, il presidente Cappellacci si incaricherà di illustrare il Piano e solo da questo momento si potrà dare un giudizio fondato.
LE RESTRIZIONI. È certo che il Pps porrà una grande attenzione ai vincoli. La fascia di inedificabilità entro i trecento metri dal mare resterà, ma sarà possibile ristrutturare l’esistente e portare a compimento ciò che era già previsto prima dell’adozione del Ppr di Soru. Sostanziale modifica, invece, dei vincoli che gravano sui corsi d’acqua interni. Infatti, «solo fiumi e torrenti di rilievo paesaggistico sono vincolati», recita la relazione esplicativa del Piano. Al momento, la fascia di rispetto di tutti i corsi d’acqua copre il 60% del territorio dell’Isola e coinvolge l’80% della popolazione. E ancora per quanto riguarda i centri storici. Massima attenzione a quelli di pregio (Cagliari, Castelsardo, Alghero e così via) più libertà di manovra in quelli che sono storici di nome ma non di fatto.
RIVOLUZIONE DIGITALE. Il Piano paesaggistico dei sardi sarà disponibile per via telematica, consultabile con smartphone e tablet. Allo studio anche la possibilità di caricare le norme su “pennine” di facile utilizzo. Adesso, la consultazione per via telematica non è possibile. Le tavole del Ppr sono cartacee con inevitabili, enormi difficoltà di lettura anche per la sovrapposizione di oltre sessanta strati formativi.
RAPPORTO CON GLI ENTI. L’intenzione è di rendere i Comuni di nuovo protagonisti della gestione del territorio. Il Pps dovrà fornire la cornice generale, fissare le regole, entro le quali dovranno muoversi gli enti locali con l’adozione dei Piani urbanistici comunali che dovranno tenere conto del Pps e adeguarsi alle norme in esso contenute. In verità, questo adeguamento era previsto anche dal precedente Ppr ma, al momento, solo 8 dei 377 comuni sardi hanno provveduto a farlo e tra questi, tra le città più importanti, c’è solo Oristano. Non Cagliari, Sassari, Olbia, Nuoro, Alghero, Quartu Sant’Elena e via discorrendo. Il coinvolgimento dei Comuni riconosce ai sindaci il ruolo di controllori del territorio, conoscitori dei problemi e delle potenzialità dello stesso e, quindi, maggiori protagonisti della sua gestione. Naturalmente, è auspicabile che il Pps contenga norme sufficientemente chiare e ferree per evitare il saccheggio dell’ambiente registrato dagli anni ’80 in poi, quando l’assenza di norme permise lo scempio delle coste.
IL DIBATTITO. Il Piano che sarà approvato oggi dalla giunta non mancherà di scatenare il dibattito. Tra l’altro, l’approssimarsi delle elezioni regionali (la data indicativa è quella del 2 marzo, con voto concentrato nella sola giornata di domenica, come previsto dalla Legge di stabilità per risparmiare) accresce la tensione e questo sarà uno dei temi principali della prossima campagna elettorale. Non mancheranno i dubbi degli ambientalisti, anche se – assicurano negli uffici della Regione – il nuovo Piano non stravolge il precedente ma lo semplifica.
I PROTAGONISTI. La rivoluzione, quindi, sarebbe solo nel coinvolgimento pieno dei comuni e dei cittadini (da qui il nome Piano paesaggistico dei sardi) non nell’allentamento dei vincoli nelle zone di pregio. Almeno questa è la prima sensazione, da verificare con la lettura del Piano quando verrà reso pubblico.
LA RICHIESTA. Una cosa è certa, quello che i cittadini chiedono è chiarezza, semplicità e tempi certi. Adesso, le pratiche urbanistiche hanno un decorso infinito, una persona difficilmente riesce a ottenere una risposta in tempi decenti. Un problema che si posero i legislatori regionali nell’89, quando vararono l’ottima Legge 45. Essa, affidava alla Regione il compito di definire il quadro di insieme e demandava ai Comuni la predisposizione dei piani urbanistici che recepissero le norme generali. Per controllare che le regole venissero rispettate, fu inventata la Sezione specializzata di controllo sugli atti urbanistici. Che, però, non fu mai insediata.
(foto S.D., archivio GrIG)







da La Nuova Sardegna on line, 25 ottobre 2013
Entro gennaio il nuovo Piano paesaggistico dei sardi.
Lo ha annunciato Cappellacci durante la riunione di giunta tenuta negli uffici regionali di Sassari: http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2013/10/25/news/entro-gennaio-il-nuovo-piano-paesaggistico-dei-sardi-1.7989949
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da L’Unione Sarda on line, 25 ottobre 2013
Nuovo Piano paesaggistico, ecco tutte le novità. Cappellacci: “Stesse tutele e meno burocrazia”: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/10/25/regione_a_4_mesi_dal_voto_nasce_il_nuovo_ppr_si_chiamer_piano_paesaggistico_dei_sardi-6-336928.html
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da Videolina, 25 ottobre 2013
IL PIANO PAESAGGISTICO DEI SARDI: «TUTELE SÌ MA MENO BUROCRAZIA»: http://www.videolina.it/video/servizi/52733/il-piano-paesaggistico-dei-sardi-tutele-si-ma-meno-burocrazia.html
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da Sardinia Post, 25 ottobre 2013
Cancellato il Piano paesaggistico: http://www.sardiniapost.it/politica/cappellacci-cancella-il-piano-paesaggistico-soru/
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da Sassari Notizie, 25 ottobre 2013
Ecco il nuovo Piano paesaggistico. Cappellacci: «Più poteri ai Comuni». La presentazione questa mattina a Sassari. Si chiama Pps (Piano paesaggistico dei sardi) e dovrebbe diventare legge entro gennaio: http://www.sassarinotizie.com/articolo-20536-ecco_il_nuovo_piano_paesaggistico_cappellacci_piu_poteri_ai_comuni.aspx
Molto attrattiva la vista di rottami di roulotte e capanni in molti terreni privati, dove nessuno alza la voce e fa pulizia. Ma forse questi rottami fanno parte del paesaggio ?
Ahah fantastico: http://www.sardegna.beniculturali.it/index.php?it/140/notizie/210/comunicato-della-direzione-regionale-sulladozione-del-piano-paesaggistico
Si è appreso dalla stampa odierna che la Giunta Regionale avrebbe adottato in via provvisoria il nuovo Piano Paesaggistico della Sardegna.
Il Ministero dei beni e delle attività culturali precisa che trattasi, evidentemente, di una iniziativa unilateralmente assunta dalla Regione Sardegna in quanto sono attualmente ancora in itinere tutte le attività inerenti la copianificazione prevista dal Codice Urbani e così come recepite dagli accordi sottoscritti fra le due Amministrazioni.
Sicuramente una mossa elettorale, pure tardiva che non distoglie certo gli sguardi da richieste di condanna, rinvii a giudizio, inquisizioni che variabilmente interessa o il governatore o aspiranti governatrici o tanti consiglieri regionali. L’atto si commenta già dal titolo, come se ci fosse una riscoperta personale dello spirito ambientalista. L’edilizia è in crisi, le seconde case, che spesso hanno stravolto il paesaggio, inesorabilmente sfitte e gravate dall’imu. Dove vogliano arrivare non si capisce. Forse rendere assaltabili quelle porzioni non ancora intaccate. Oppure, così pare, rivedere il già compromesso litorale sardo con nuove facciate, volumetrie, ecc. I capitali? Forse i soliti arabi, russi e magnati subtropicali. La forza lavoro non manca in Sardegna, tanti disoccupati in attesa di una nuova stagione edilizia. Quale turismo poi? Solo quello basato sui voli low cost, dato che Tirrenia e C. ti spolpano fin dalla partenza? Sanare e valorizzare l’esistente, senza aggiungere volumetria, no? Concentrarsi sulla valorizzazione dei beni ambientali, storici, etnografici? Sulle bonifiche industriali? Sull’agricoltura di qualità e di nicchia?
da La Nuova Sardegna on line, 25 ottobre 2013
Cappellacci annuncia il nuovo Ppr ma il ministero gli dà subito l’altolà.
La giunta riunita a Sassari ha dato il via libera al nuopvo Piano paesaggistico regionale che dovrebbe sostituire quello dell’ex-governatore Soru, ma subito arrivano lo stop del ministero e le polemiche. (http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/10/25/news/cappellacci-annuncia-il-nuovo-ppr-ma-il-ministero-gli-da-subito-l-altola-1.7990728)
Il presidente della Regione Cappellacci annuncia la delibera che avvia l’ok al nuovo Ppr (Piano paesaggistico) e subito gli arriva la doccia fredda del ministero dei Beni e delle attività culturali sull’iter di revisione. In a nota stringata, pubblicata sul sito istituzionale, la direzione regionale Beni culturali e paesaggistici della Sardegna precisa che l’adozione provvisoria del Ppr «trattasi, evidentemente, di una iniziativa unilateralmente assunta dalla Regione Sardegna in quanto sono attualmente ancora in itinere tutte le attività inerenti la copianificazione prevista dal Codice Urbani e così come recepite dagli accordi sottoscritti fra le due Amministrazioni».
L’annuncio di Cappellacci è avvenuto stamattina. A quattro mesi dalle elezioni regionali, il governatore imprime una accelerata e punta ad approvare – ministero permettendo – un nuovo Piano paesaggistico che manderà in soffitta quello varato dalla Giunta di Renato Soru nel 2006. Primo passo oggi con il via libera dell’Esecutivo regionale riunito a Sassari con Cappellacci e tutti gli assessori. Una «rivoluzione» destinata a inasprire il confronto tra maggioranza e opposizione, con il centrosinistra pronto a fare le barricate. Il Piano, innanzitutto, cambia nome: da Piano paesaggistico regionale diventa Piano paesaggistico dei sardi. Ma al di là della denominazione, viene stravolta gran parte della pianificazione voluta da Soru. Si allentano così i vincoli nella fascia costiera dove sarà possibile intervenire, ristrutturando l’esistente, sulla base di «precise regole». Quanto ai corsi d’acqua, solo fiumi e torrenti di rilievo paesaggistico saranno soggetti a restrizioni. E per i centri storici, massima attenzione a quelli di pregio, più libertà di manovra in tutti gli altri. Lo schema voluto da Cappellacci recepisce, inoltre, la legge sul golf e quella sui Piani strategici e, come detto, mette paletti sul riconoscimento di «bene paesaggistico». Il Piano così concepito diventa lo strumento di governo delle trasformazioni, mentre i tempi di redazione dei Piani urbanistici comunali (Puc) vengono «notevolmente ridotti» con l’introduzione dell’atto di accordo tra Comuni, Regione e Ministero. La proposta di modifica del vecchio Ppr dovrà ora compiere un lungo iter per la validazione degli atti, con l’assenso finale da parte del ministero dei Beni ambientali e culturali, con il quale attualmente sono state verificate alcune cartografie. Entro 60 giorni dall’approvazione della delibera – non ancora disponibile perchè si dovranno recepire alcuni emendamenti – si potranno presentare le osservazioni, mentre entro 30 giorni il documento dovrà essere trasmesso alla commissione Urbanistica del Consiglio regionale. «Le regole confuse e imprecise imposte negli anni passati, hanno intrappolato la libertà del nostro popolo e questo ha provocato enormi danni», ha chiarito Cappellacci difendendo a spada tratta il suo progetto.
Dal canto loro, anche le associazioni ambientaliste hanno bocciato il nuovo Ppr «Ai tentativi di travolgimento della disciplina di tutela complicheremo la vita in ogni modo, con ogni appiglio legale, con ogni attività di sensibilizzazione. Se alcune anticipazioni giornalistiche fossero confermate, infatti, ci ritroveremo davanti a palesi illegittimità». Così il Gruppo di intervento giuridico, Amici della terra e Lega per l’abolizione della caccia bocciano le prime notizie sui contenuti della revisione del Piano paesaggistico regionale approvato oggi dalla Giunta. E lanciano un appello per la sottoscrizione di una petizione on line al ministro dei Beni e attività culturali, allo stesso governatore e alla presidente del Consiglio regionale,
da Sardinia Post, 25 ottobre 2013
Piano paesaggistico, bocciatura istantanea: http://www.sardiniapost.it/politica/piano-paesaggistico-bocciatura-istantanea/
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Pps, ambientalisti e opposizione: “Solo propaganda, le illegittimità sono palesi”. Pittalis: “Solita sinistra al caviale”. (http://www.sardiniapost.it/politica/pps-ambientalisti-opposizione-propaganda-le-illegittimita-palesi/)
“Si capisce dall’effetto annuncio che il nuovo Piano paesaggistico dei sardi voluto da Cappellacci è solo un piano di marketing“. È il commento a caldo di Mario Bruno del Pd, che parla esplicitamente di “presa in giro dei sardi che non avrà alcun effetto, se non quello di introdurre temi mai affrontati durante i cinque anni di mandato del Governatore”.
“La decisione di assumere il provvedimento in modo unilaterale – aggiunge il Consigliere regionale – è una forzatura e uno sgarbo istituzionale nei confronti del Ministero, che si spiega solo con la fretta di arrivare ad un piano da approvare purchessia. E magari prendendo a pretesto l’autonomia. Dai verbali degli incontri tra Regione e Mibac, infatti, non emerge la validazione complessiva dello strumento di co-pianificazione, mentre compaiono condivisioni su aspetti del tutto marginali. Insomma, si va da una campagna elettorale all’altra: il resto è rappresentato da cinque anni di vuoto, come sono vuote tutte le rassicurazioni riguardo al mantenimento delle tutele sulle coste, una circostanza contraddetta dal fatto che sia il piano casa che la legge sul golf entrerebbero a pieno titolo all’interno del Pps del presidente”.
Secondo Michele Piras di Sel, questo è un “Piano contro i sardi e la Sardegna, o molto più banalmente il “Piano di Cappellacci” e di quelli come lui, che pensano che i beni comuni vadano sacrificati agli affari del mattone, che il territorio e l’ambiente possano essere regalati agli speculatori. Serve un moto della società civile e di tutto il campo democratico, ecologista, della sovranità e progressista per fermare questo scempio e noi faremo tutto ciò che è nelle nostre forze e possibilità affinché questo progetto venga bloccato”.
“Un nuovo PPR? Il Presidente della Regione in quanto ad annunci non è secondo a nessuno. Il problema è che si tratta sempre di rappresentazioni astratte che non hanno i requisiti della sostanza. Alla fine della legislatura dice le stesse cose dell’inizio: questo vuol dire che tutto è rimasto come prima, che non ha prodotto nulla“. È questo il commento contenuto in una nota congiunta firmata da Luciano Uras, Daniele Cocco, Giorgio Cugusi, Carlo Sechi (Sel). “Bisogna dire basta al nulla sistematico della propaganda“, prosegue la nota. “Si faccia un vero piano per la casa, soprattutto per giovani copie, un progetto di infrastrutturazione civile all’altezza dei bisogni, con risorse pubbliche in combinazione al capitale privato per rilanciare edilizia ed economia senza consumare territorio con nuove inutili cubature. Se in Sardegna ogni settore produttivo, e le costruzioni comprese, sono in crisi il problema non è il PPR è l’inconcludenza di questo Governo regionale”.
“Ai tentativi di travolgimento della disciplina di tutela complicheremo la vita in ogni modo, con ogni appiglio legale, con ogni attività di sensibilizzazione. Se alcune anticipazioni giornalistiche fossero confermate, infatti, ci ritroveremo davanti a palesi illegittimità“. Così il Gruppo di intervento giuridico, Amici della terra e Lega per l’abolizione della caccia bocciano le prime notizie sui contenuti della revisione del Piano paesaggistico regionale approvato oggi dalla Giunta. Lanciando un appello per la sottoscrizione di una petizione on line al ministro dei Beni e attività culturali, allo stesso governatore e alla presidente del Consiglio regionale, le associazioni ecologiste spiegano che “una valutazione sensata e compiuta si potrà fare solo quando disciplina e cartografia saranno disponibili e, naturalmente, saranno poste in essere tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, dei valori storico-culturali della Sardegna”. “Ricordiamo, poi, che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari avrebbe aperto un’indagine penale sulle modalità scelte dalla Giunta Cappellacci per la predisposizione delle modifiche al Piano paesaggistico regionale – dicono gli ambientalisti – Sarebbe un ulteriore indizio dell’opacità di indirizzi e obiettivi nel campo odierno della pianificazione paesaggistica sarda e della gestione delle coste. Infine – si chiedono le tre associazioni – che cosa farà il ministero per i Beni e attività culturali, coinvolto necessariamente nella procedura di co-pianificazione e destinatario degli obblighi di conservazione e tutela?”.
“La revisione del Piano paesaggistico pone fine alla stagione dell’ambientalismo ipocrita di stampo soriano: quello dei finti ambientalisti, di una sinistra al caviale che dalle ville in riva al mare, il cui valore aumentava di giorno in giorno, guardava con disprezzo durante i cocktail esclusivi, consumati tra un’intesa e l’altra, i cittadini sardi ai quali imponeva divieti totali”. Così il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Pietro Pittalis, commenta l’approvazione da parte della Giunta regionale della revisione del Ppr. “Ora partirà l’offensiva della collaudata ‘macchina della finzione e della mistificazione’, dei testimonial d’eccezione, degli intellettuali, di quelli che ‘i cementificatori sono sempre gli altri’ – attacca l’esponente della maggioranza – Già i primi giudizi politici, come quello espresso da qualche esponente di sinistra, sono all’insegna della prevenzione e dell’attacco aprioristico. Se ancora non hanno letto una sola riga del documento, come fanno a esprimersi con toni così assoluti? Eppure sono loro ad aver colato sulle coste oltre 2 milioni di metri cubi. In realtà – conclude Pittalis – ora abbiamo regole chiare, uguali per tutti e non più editti del principe, che si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici”.
la Direzione per i Beni Culturali e il Paesaggio per la Sardegna comunica che l’attuale adozione è una “bufala” sul piano giuridico.
Comunicato della Direzione regionale sull’adozione del Piano Paesaggistico (http://www.sardegna.beniculturali.it/index.php?it/140/notizie/210/comunicato-della-direzione-regionale-sulladozione-del-piano-paesaggistico)
25 ottobre 2013
Si è appreso dalla stampa odierna che la Giunta Regionale avrebbe adottato in via provvisoria il nuovo Piano Paesaggistico della Sardegna.
Il Ministero dei beni e delle attività culturali precisa che trattasi, evidentemente, di una iniziativa unilateralmente assunta dalla Regione Sardegna in quanto sono attualmente ancora in itinere tutte le attività inerenti la copianificazione prevista dal Codice Urbani e così come recepite dagli accordi sottoscritti fra le due Amministrazioni.
da Casteddu on line, 25 ottobre 2013
Piano paesaggistico sardo, gli ambientalisti: “Palesi illegittimità”.
Il Gruppo di Intervento giuridico: “Tutelati soltanto alcuni fiumi e torrenti? Tutto questo contrasta con le leggi”: http://www.castedduonline.it/sardegna/campidano/10258/piano-paesaggistico-sardo-gli-ambientalisti-palesi-illegittimita.html#sthash.YSGyMUvL.dpuf
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da CagliariPad, 25 ottobre 2013
Gli ecologisti contro il piano Cappellacci: “Troppe ombre, daremo battaglia”.
I vincoli limitati ai corsi d’acqua di rilievo paesaggistico, l’adozione del piano sull’edilizia e delle legge del golf e l’indagine della Procura sulla predisposizione delle modifiche: le associazioni ambientaliste sul piede di guerra: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=5448
A.N.S.A., 25 ottobre 2013
Piano paesaggistico,si riaccende scontro. Giunta vara revisione, opposizione e ambientalisti all’attacco: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sardegna/2013/10/25/Piano-paesaggistico-riaccende-scontro_9521409.html
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A.G.I., 25 ottobre 2013
Ppr: ecologisti ironici su nuovo Piano e annunciano battaglia: http://www.agi.it/cagliari/notizie/201310251835-cro-rt10303-ppr_ecologisti_ironici_su_nuovo_piano_e_annunciano_battaglia
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da L’Unione Sarda on line, 25 ottobre 2013
Regione, scontro sul nuovo Piano paesaggistico. E il ministero frena: “Decisione unilaterale”: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/10/25/regione_a_4_mesi_dal_voto_nasce_il_nuovo_ppr_si_chiamer_piano_paesaggistico_dei_sardi-6-336928.html
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Gli ambientalisti bocciano la revisione del Ppr: complicheremo la vita a chi cambia le norme. (http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/10/25/gli_ambientalisti_bocciano_la_revisione_del_ppr_complicheremo_la_vita_a_chi_cambia_le_norme-6-337075.html)
Stop delle associazioni ambientaliste sarde alle novità annunciate dal governatore Cappellacci sulla modifica del Piano paesaggistico regionale.
“Ai tentativi di travolgimento della disciplina di tutela complicheremo la vita in ogni modo, con ogni appiglio legale, con ogni attività di sensibilizzazione. Se alcune anticipazioni giornalistiche fossero confermate, infatti, ci ritroveremo davanti a palesi illegittimità”. Così il Gruppo di intervento giuridico, Amici della terra e Lega per l’abolizione della caccia bocciano le prime notizie sui contenuti della revisione del Piano paesaggistico regionale approvato oggi dalla Giunta. Lanciando un appello per la sottoscrizione di una petizione on line al ministro dei Beni e attività culturali, allo stesso governatore e alla presidente del Consiglio regionale, le associazioni ecologiste spiegano che “una valutazione sensata e compiuta si potrà fare solo quando disciplina e cartografia saranno disponibili e, naturalmente, saranno poste in essere tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, dei valori storico-culturali della Sardegna”.
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da Sassari Notizie, 25 ottobre 2013
Ma il ministero fulmina la Regione: «Il Piano è un’iniziativa unilaterale»: http://www.sassarinotizie.com/mobile/articolo.aspx?id=20547#.UnPIoXAyKFA
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da Tiscali Notizie, 25 ottobre 2013
Nuovo Ppr, Ministero gela Cappellacci: “Iniziativa unilaterale”. Soru: “Non ha effetti è solo atto elettorale”: http://notizie.tiscali.it/regioni/sardegna/articoli/13/10/25/nuovo-piano-paesaggistico-regionale.html?SARDEGNA
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VIDEO – “Non può essere la Giunta regionale a decidere cosa tutelare”.
Stefano Deliperi, presidente del Gruppo d’Intervento giuridico fa una prima valutazione sulle anticipazioni del nuovo piano paesaggistico. “Non può decidere la Giunta regionale cosa è da tutelare e cosa no – spiega – ora faremo una analis precisai sui rapporti con il Codice per i beni culturali e per il paesaggio e poi interverremo nella procedura con le osservazioni”: http://notizie.tiscali.it/regioni/sardegna/video/761/184503/
da La Nuova Sardegna, 26 ottobre 2013
«Ppr, si cambia» Alt dal ministero. La giunta Cappellacci approva la delibera di riforma Ma i Beni culturali danno lo stop: atto unilaterale, non si può. (Pier Giorgio Pinna)
SASSARI. Tutto in una mattina convulsa. Alla vigilia della campagna elettorale, il governatore Ugo Cappellacci e la sua giunta approvano una delibera con la dichiarata intenzione di “cancellare il Piano paesaggistico regionale”. E mentre opposizioni e ambientalisti si scatenano contro gli attacchi alla legge salvacoste nel 2006 voluta dal centrosinistra di Soru, a sorpresa nelle stesse ore dal ministero dei Beni culturali arriva uno stop improvviso: tanto immediato quanto inedito. «La revisione del Ppr annunciata dal presidente, e adottata in via provvisoria dalla giunta, è un’iniziativa assunta in maniera unilaterale dalla Regione, in quanto sono attualmente ancora in itinere tutte le attività inerenti la co-pianificazione prevista dal Codice Urbani, così come recepite dagli accordi sottoscritti fra le due amministrazioni»: questa l’inusuale precisazione della direzione regionale Beni culturali e paesaggistici dell’isola in un comunicato pubblicato sul sito istituzionale. Che cosa significa? In sostanza, la nota equivale a un richiamo formale. Questa è una normativa – sembrano infatti sottolineare, al di là del linguaggio diplomatico, gli uomini del ministero – che richiede la nostra presenza in tutti i passaggi procedurali a tutela delle più generali norme dello Stato. Ne consegue che gli effetti dell’iniziativa della giunta sono al lato pratico condizionati da tempi e procedure precise, con ogni probabilità incompatibili con un varo della legge prima del voto. Ed è proprio perciò che ieri, più che dei contenuti della nuova programmazione, ai tavoli della politica si sono discussi soprattutto questi aspetti. Il Ppr, comunque, cambia nome: da Piano paesaggistico regionale diventa “Piano paesaggistico dei sardi”. Ma al di là della denominazione, viene stravolta gran parte della pianificazione voluta da Soru. Si allentano così i vincoli nella fascia costiera dove sarà possibile intervenire, ristrutturando l’esistente, sulla base di “precise regole”. Quanto ai corsi d’acqua, solo fiumi e torrenti di rilievo paesaggistico saranno soggetti a restrizioni. Nel pomeriggio il portavoce di Cappellacci ha tuttavia reso noto che «la revisione del Piano paesaggistico regionale contiene in sé una operazione verità, perché i vincoli della fascia costiera non vengono diminuiti». «Viene al contrario ripristinata – ha tenuto ancora a rimarcare il governatore – la certezza del diritto, modificati errori macroscopici e affidata la tutela dell’ambiente a uno strumento che non sia una trappola né un labirinto inestricabile per il cittadino».
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Commenti contrapposti SUL PIANO. Ambientalisti: opaco e pericoloso. Pili attacca tutti, Pd critico, Pdl soddisfatto. Sel: no alla deregulation. (Alfredo Franchini)
CAGLIARI. Per Gian Valerio Sanna, fautore del primo e unico Piano paesaggistico regionale, quella di Cappellacci è una «spiritosaggine». Visione contrapposta di Pietro Pittalis, capogruppo del Pdl: «La revisione del Ppr pone fine alla stagione dell’ambientalismo ipocrita di stampo soriano». La politica sarda si divide in modo manicheo: da sinistra bocciatura solenne delle modifiche che la giunta vorrebbe apportare, da destra, riprendendo lo slogan elettorale che Cappellacci adoperò quando scese in campo, «la Sardegna torna a sorridere».
A non considerare la revisione del Ppr una «spiritosaggine» sono le associazioni ambientaliste. Gruppo di intervento giuridico, Amici della terra e Lega per l’abolizione della caccia che annunciano il ricorso ad «ogni appiglio legale». Sel, che qualche giorno fa ha presentato un’interpellanza in Consiglio regionale, afferma «che il Ppr non verrà modificato dalla giunta perché la materia è sottoposta all’intesa con lo Stato. I tentativi di deregulation», spiegano Luciano Uras, Daniele Cocco, Giorgio Cugusi e Carlo Sechi, «hanno contribuito poco e non molto in Sardegna al crollo dei prezzi degli immobili anche nelle aree pregiate e alla crisi produttiva e occupazione nel settore edile». Ma allora perché, secondo Gian Valerio Sanna, siamo di fronte a una spiritosaggine? «Perché è solo propaganda elettorale», spiega, «i vincoli non si cancellano con un tratto di penna, la normativa sulla salvaguardia ambientale è molto restrittiva». Antonello Peru (Pdl) non condivide le polemiche: «Il nuovo Ppr offrirà ai sardi e agli amministratori locali uno strumento moderno di pianificazione territoriale e di tutela ambientale», afferma il consigliere regionale, «la modifica del piano, attraverso la lunga procedura degli incontri nei territori, è stato un cavallo un battaglia della nostra campagna elettorale del 2009, ben compreso dai cittadini che, infatti, premiarono la nostra coalizione». E sì, quante battaglie elettorali sono state ingaggiate negli ultimi anni sulle questioni della pianificazione territoriale. Renato Soru, la cui giunta ha introdotto in Sardegna il Ppr si dimise alla vigilia delle elezioni provocando lo scioglimento anticipato del Consiglio. E Cappellacci imbastì buona parte della propria campagna elettorale proprio sull’urbanistica. Tutti e due vengono «bocciati» da Mauro Pili che, di recente, si è staccato dal Pdl e ha fondato Unidos: «Soru ha pianificato la carestia», dice Pili, «in quel suo piano era tutto vietato tranne le Intese che aprivano le porte a qualcuno. Dopo di lui il Centrodestra ha fatto peggio perché quel Ppr non è mai stato toccato». Pietro Pittalis difende le scelte fatte: «Sono stati corretti molti errori grossolani compiuti nel recente passato che sono poi il segno di quanto fosse grottesca la prosopopea di un Centrosinitra che ha fatto del Ppr un totem intangibile. Le prossime elezioni saranno un referendum tra coloro i quali pensano che i sardi siano in grado di difendere il territorio e di essere protagonisti dell’ambiente e coloro i quali, invece, hanno diviso il mondo in buoni e cattivi per posizionarsi tra i primi».
Gli ambientalisti lanciano un appello per la sottoscrizione di una petizione on line al ministro dei Beni culturali. «Ricordiamo che la Procura avrebbe aperto un’indagine penale sulle modalità scelte dalla giunta Cappellacci per la predisposizione delle modifiche al Piano paesaggistico regionale. Sarebbe un ulteriore indizio dell’opacità di indirizzi nel campo della pianificazione paesaggistica ».
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Una serie di provvedimenti per preparare la revisione. Cronistoria della salvacoste e delle norme collegate.
Il Piano paesaggistico che la giunta Cappellacci intende modificare è stato approvato l’otto settembre del 2006, (giunta Soru); si tratta dell’unico Piano redatto in base al Codice dei beni culturali e del paesaggio. Per il Ppr non c’è mai stata vita facile: dopo il via libera iniziarono le procedure, svolte in accordo con gli organi ministeriali, per l’adeguamento allo stesso Ppr dei piani urbanistici comunali dei 102 Comuni sardi compresi nell’ambito costiero. Nel febbraio 2009, Cappellacci divenne governatore dell’isola con un programma che prevedeva lo smantellamento del Ppr. Per questo furono disposte alcune leggi che avviavano la revisione: il primo Piano casa è dell’ottobre 2009 (seguito da tre revisioni) e poi la legge sullo sviluppo del turismo golfistico (ottobre 2012). Per cancellare il piano varato da Soru e dall’allora assessore Gian Valerio Sanna, nel 2010 prese il via il progetto «Sardegna nuove idee», articolato in tre fasi: la presentazione pubblica del progetto, l’attivazione dei laboratori del paesaggio (terminati a febbraio del 2011), l’approvazione delle nuove linee guida il 25 luglio dello scorso anno. Nel maggio di quest’anno, dopo una serie di leggi impugnate dal governo, la Regione e il ministero dei beni culturali hanno sottoscritto un protocollo d’intesa. Che, però, in questo caso, dalla reazione del ministero, non sarebbe stato rispettato. Alle modificazioni della pianificazione territoriale ha contribuito, infine, la legge approvata alla fine di luglio di quest’anno, (con procedura d’urgenza) sulle norme in materia di usi civici, beni paesaggistici e impianti eolici. Legge impugnata dal governo.
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Soru: solo un inganno elettorale. «Quella delibera non vale la carta sulla quale è scritta, mancano i tempi e il consenso del Ministero». (Piero Giorgio Pinna)
SASSARI. Renato Soru, lei è stato il padre della legge salvacoste: come giudica l’annuncio sulla revisione del Piano paesaggistico regionale? «Non è una cosa seria. Mi appare come una sparata. Una mistificazione nei confronti dei sardi. A ogni modo, si tratta di un’iniziativa totalmente fuori dalle regole della co-pianificazione con il ministero dei Beni culturali». Per quale ragione? «Questo è un atto che non vale la carta su cui è scritto. Non avrà alcun riscontro pratico né la minima conseguenza effettiva: mancano i tempi e il consenso da parte del ministero». E allora perché l’approvazione di questa delibera? «Cappellacci è in campagna elettorale. Il suo è uno studiato piano di mistificazione mediatica. Con queste uscite a effetto cerca solamente di coprire il disastro delle sue politiche». A che cosa si riferisce? «Ad altri progetti altrettanto fallimentari sbandierati negli ultimi mesi. Dalla flotta sarda, inquietante sin da un nome che – non si sa perché – richiama spiegamenti militari, alla zona franca integrale e alla nuova continuità territoriale. Tutti piani già caduti o che cadranno presto perché di fatto non varabili. Nel frattempo le linee aeree a nostra disposizione si dimezzano. E così per viaggiare incontriamo sempre più disagi e difficoltà. Ai sardi sui voli vengono garantiti sconti ridicoli e chi non risiede nell’isola ottiene i benefici maggiori. Per ogni dieci euro concessi a noi, agli altri ne vengono dati cento». Perché ritiene che nessuna di queste idee sia attuabile? «Prendiamo il caso della zona franca integrale. Cappellacci si esibisce in piazzate con il parlamentare del Pd Francesco Sanna, pur sapendo bene che nella sostanza un piano come quello che ha pensato per una regione vasta come la Sardegna produrrà più danni sotto il profilo fiscale di quelli che potrebbero essere gli inesistenti vantaggi tributari. E tutto questo sempre che in sede europea qualcuno sia davvero disponibile ad avallare progetti del genere». Che cosa pensa comunque dell’idea di cambiare così radicalmente la normativa regionale a tutela delle coste e più in generale il piano paesaggistico regionale? «La normativa approvata durante il periodo nel quale sono stato presidente della Regione è stata una grande conquista. Nella sostanza non riesco a capire dove sia il problema e perché oggi si cerchi di cambiarla: con trecentomila case estive che anche quest’anno sono rimaste chiuse, in realtà, nessuno ha più un reale interesse a cementificare». Eppure, continuano ad arrivare molte spinte in questa direzione da parte del settore edile. «Io sostengo che iniziative del genere non portano ricchezza. Quel che conta, a ogni modo, è non consumare più il territorio». Come andrà finire, in questo caso specifico? «Lo ripeto: sono sicuro che la delibera presentata nelle ultime ore non avrà alcun seguito. Sembra quasi che Cappellacci ci voglia prendere in giro. Ecco perché non sono preoccupato: questo non è un atto di programmazione, non produce effetti se non viene approvato dal governo. È solo l’inganno di un demagogo da repubblica delle banane».
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Salzano: «È una svendita del paesaggio sardo». Mario Bruno: «Obbrobrio giuridico».
Reazioni. (Mauro Lissia)
Edoardo Salzano, urbanista pianificatore di fama internazionale, non le manda a dire. Lui, il padre nobile del Ppr del 2004, è indignato per il nuovo assalto al paesaggio che la Regione promette: «La giunta Cappellacci aveva già rivelato la sua volontà di rimuovere tutti i vincoli che si propongono di tutelare le bellezze del patrimonio universale costituito dal paesaggio della Sardegna, che non è solo dei sardi, come quello di Venezia non è solo dei veneziani – sostiene in una nota – le varie edizioni del piano casa e la legge per il golf, approvate in aperta violazione della leggi vigenti, lo smantellamento dell’ufficio del piano, i proclami pubblicati sulla stampa locale a spese dei contribuenti, tutto ciò aveva testimoniato la pervicace volontà di Cappellacci e dei suoi complici di svendere ai cementificatori il patrimonio comune delle bellezze dell’isola. La dissociazione dell’ufficio regionale del Mibac dal piano di Cappellacci – è scritto ancora – ribadisce la sua illegittimità. La speranza è che il governo (ministro Bray, dove sei?) intervenga per bloccare subito gli effetti immediati delle perverse “norme di salvaguardia” già operative». E a Roma qualcosa si è già mossa. A parte la nota quasi irridente diffusa ieri dai Beni culturali, il contenuto del carteggio Regione–Mibac dei mesi scorsi conferma come non esista alcun accordo reale fra la Regione e Roma: c’è un’intesa su alcuni aspetti delle cartografie ma l’idea di inserire piano casa e legge sul golf, così come di indebolire le tutele, è stata rispedita al mittente. Il Ppr di Renato Soru e di Salzano rappresenta un caposaldo a livello nazionale, dal Mibac fanno capire chiaramente che il Pps di Cappellacci è destinato a finire in un vicolo cieco. Durissimo anche Mario Bruno, vicepresidente del consiglio regionale del Pd: «Il nuovo Ppr- Pps di Cappellacci è solo un piano di marketing – ha detto Bruno – anzi il piano di presa in giro dei sardi, che non avrà alcun effetto». Bruno giudica il Pps un «obbrobrio giuridico e i comuni, in nome dei quali si sarebbe intervenuti per fare chiarezza, in realtà saranno sempre più disorientati».
da L’Unione Sarda, 26 ottobre 2013
Pps operativo a gennaio. Cappellacci: stop intese Regione-privati per aggirare i divieti. Approvato il Piano paesaggistico. Ma sulle nuove regole è scontro con opposizione e ambientalisti. «Stop alle intese per aggirare i vincoli, d’ora in poi i divieti ci saranno solo dove servono». (Lorenzo Piras)
La Giunta, riunita ieri a Sassari, ha approvato la revisione del Piano paesaggistico regionale. Anzi, come ha annunciato il governatore Ugo Cappellacci, il Piano paesaggistico dei sardi che, dopo l’iter tecnico previsto, entro gennaio entrerà in vigore. Ma è scontro con l’opposizione, con gli ambientalisti e – soprattutto – con la direzione regionale del ministero dei Beni culturali e ambientali.
«VIA I PALETTI». «Il 60% del territorio regionale, infatti, è stato sottoposto a vincolo paesaggistico per intervento del vecchio Ppr. In questo 60% di territorio vive l’80% della popolazione. Abbiamo riaffermato il principio secondo cui la valorizzazione del paesaggio deve perseguire la politica dello sviluppo sostenibile. Se prima i vincoli erano enunciati e confusamente cartografati, fonte di una pericolosa incertezza nella fase di applicazione, oggi le aree vincolate sono cartografate e sono riconosciute e riconoscibili, con regole specifiche, esplicite e trasparenti».
IL PASSAGGIO. Entro 90 giorni, al nuovo Piano, che individua oltre 10 mila beni identitari certi (nel vecchio molti erano irrintracciabili o addirittura ripetuti), si affiancherà la valutazione ambientale strategica. I vincoli saranno rafforzati dove servono, ad esempio nei centri storici delle città come Cagliari, Sassari e Alghero, dove le motivazioni tecniche del blocco sono storiche per davvero. Cappellacci ha citato anche alcuni paradossi del vecchio Ppr. «La Grotta della Vipera a Cagliari era spostata di 800 metri rispetto a dove si trova: attorno al monumento non c’è alcuna tutela, mentre a 800 metri di distanza, benché non ci sia alcun bene paesaggistico, non si può intervenire».
LA LINEA. L’obiettivo è iniziare dall’abbattimento della burocrazia. Come? Favorendo l’adeguamento dei piani urbanistici comunali alla nuova programmazione: per gli uffici dell’assessorato all’Urbanistica la strada è quella della semplificazione delle procedure. «In sette anni solo otto Comuni si sono adeguati al Ppr del 2006», ha ricordato Cappellacci, «che ha rappresentato un momento importante ma che poi è diventato altro». Situazione dovuta a cartografie spesso sbagliate, che in alcuni casi non tenevano conto della trasformazione subita da determinate zone urbane negli anni. La correzione di questi errori è una priorità e la possibilità di adeguare con procedure più snelle i Puc al Ppr salverà gli enti locali dalle cosiddette norme di salvaguardia (particolare forma di tutela che blocca ogni tipo di intrapresa in assenza di Puc adeguato al Ppr).
LA SITUAZIONE ATTUALE. Anche perché, senza l’adeguamento degli strumenti urbanistici comunali non è permesso alcun tipo di intervento nelle zone C di espansione residenziale, D commerciali, F turistiche e G di servizi generali. In queste aree, dove sorgono ospedali, università e altri edifici istituzionali, il blocco è totale. Stop senza condizioni anche nei centri storici nel raggio di cento metri dai monumenti. Altri beni identitari si trovano sotto i palazzi o nei pressi di fiumi non più esistenti (l’esempio è l’area del fiume di Decimomannu, tutelata benché il corso d’acqua non scorra più da decenni), e con le vecchie norme erano intoccabili. «Tutto sarà digitalizzato».
LE NOVITÀ. Con l’adeguamento dei Puc al Piano paesaggistico dei sardi dovrebbe decadere il contestatissimo (nell’era Soru) istituto delle intese. E cioè: se per i Comuni costieri vale l’inedificabilità entro i 300 metri dal mare in base alla legge, per i Comuni che non hanno ancora adeguato il Puc al Ppr il blocco può arrivare fino a dieci chilometri dalla fascia costiera. Vincoli che, in assenza del piano paesaggistico, potevano essere aggirati grazie all’intesa tra privati e Regione. Su questo punto Cappellacci è stato duro col centrosinistra: «Nella passata legislatura hanno introdotto vincoli rigorosi, per poi aggirarli un secondo dopo con le intese, colando sulle coste 2 milioni e 100 mila metri cubi di cemento. Considerato che durante il nostro mandato non è accaduto niente di tutto questo, i veri cementificatori sono loro». Le intese – ha annunciato Cappellacci – «saranno sostituite dall’atto di concerto, deroga discrezionale riservata solo ad alcuni interventi ben definiti all’interno di un quadro di regole certe che guidano non solo la progettazione ma anche l’autorizzazione».
LA TUTELA. La tutela, quindi sarà meno rigida dove c’è un blocco allo sviluppo. Almeno è questa la cornice che permetterà quanto meno di migliorare l’esistente. In attesa della legge urbanistica, dappertutto saranno agevolate le ristrutturazioni. Nelle coste con il Piano casa è già possibile realizzare piscine e spa nelle vecchie strutture ricettive. Nei centri storici saranno permessi il recupero e, in alcuni casi, dove ci sono dei ruderi, interventi di demolizione e ricostruzione secondo i canoni della struttura originaria.
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REAZIONI. Il Gruppo d’intervento giuridico denuncia: ci sono illegittimità palesi. Il ministero frena: «Atto unilaterale» Soru attacca: «È l’ennesima sparata».
«La revisione del Piano paesaggistico nasce da un percorso di ascolto e partecipazione dei territori che ha richiesto tre anni, e da un lavoro di condivisione con il ministero per i Beni culturali». Ma la direzione regionale del ministero non sembra essere d’accordo con le parole del presidente Ugo Cappellacci: «Trattasi di una iniziativa unilateralmente assunta dalla Regione», è scritto nel sito della direzione del Mibac, «in quanto sono ancora in itinere tutte le attività inerenti la copianificazione prevista dal Codice Urbani e così come recepite dagli accordi sottoscritti fra le due amministrazioni».
POLEMICA. Attacca anche il gruppo di intervento giuridico con Stefano Deliperi: «Non escludo palesi illegittimità. Per esempio, l’affermazione “solo fiumi e torrenti di rilievo paesaggistico sono vincolati”, che sarebbe presente nella relazione illustrativa e farebbe supporre un’individuazione da parte della Regione dei fiumi e torrenti da tutelare, si rompe le ossa – giuridicamente – contro il decreto legislativo 42/2004 che tutela “i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto del 1933, numero 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna». Non basta: viene ipotizzato «l’inserimento delle disposizioni del piano per l’edilizia e della legge per il golf, sotto giudizio della Consulta».
REAZIONI. «Un nuovo Ppr? Cappellacci in quanto ad annunci non è secondo a nessuno», dicono il senatore Luciano Uras i consiglieri di Sel Daniele Cocco, Giorgio Cugusi e Carlo Sechi. E se per Antonello Peru (Pdl) sarà «uno strumento moderno di pianificazione territoriale e di tutela ambientale» e per Matteo Sanna (FdI) «è un altro impegno rispettato», Giampaolo Diana (Pd) attacca: «Ciò che sarebbe servita in questi cinque anni è la legge urbanistica. C’è una nostra proposta da due anni che giace in commissione. Il rischio che sia l’ennesimo spot elettorale è alto». E Renato Soru aggiunge: «Non sono preoccupato perché si tratta di un atto elettorale e non di un atto di programmazione. Infatti non produce effetti se non viene approvato dal governo». E poi: «La vedo come l’ennesima sparata dopo la Zona franca integrale e la flotta sarda. Dopo cinque anni l’ossessione per il Ppr è ancora lì, ma anche il Piano».
GLI INDUSTRIALI. Chiude Alberto Scanu, presidente di Confindustria: «La revisione risolverà una piccola parte dei problemi: serve la legge urbanistica».
da La Nuova Sardegna, 27 ottobre 2013
Il nuovo piano paesaggistico. Pps, Cappellacci lancia la sfida al ministero. Il governatore: decide la Regione, il parere di Roma per noi non è vincolante Il nuovo strumento urbanistico è ancora top secret, delibera on line domani. (Alfredo Franchini)
CAGLIARI. Dopo due conferenze stampa consecutive, la prima a Sassari e l’altra, ieri, a Cagliari, il Ppr rinnovato continua a restare un mistero. I giornalisti convenuti ieri a Villa Devoto sono rimasti delusi: per l’occasione era stato montato un maxi schermo che, però, è servito solo per vedere la pagina Facebook dedicata al «Piano paesaggistico dei sardi». La scelta di andare su Facebook, precisa Cappellacci, è dettata dalla necessità di operare nella massima trasparenza: «Ci saranno tutti i documenti», assicura Cappellacci e tutti potranno sapere cosa è vincolato». Per ora, nel merito, si sa ben poco e si dovrà attendere sino a domani per leggere la delibera: la giunta – ha spiegato Cappellacci – ha approvato un paio di emendamenti e dunque serve il tempo tecnico necessario per la riscrittura. Chi andrà oggi sulla pagina Facebook dedicata al Pps, (non più Ppr ma Piano paesaggistico Sardegna), troverà un video con lo stesso presidente che cammina nel verde, zainetto in spalla, e quando si ferma dice: «La nostra isola non va difesa dal popolo che la abita, ma è il popolo che la abita che la deve difendere per consegnarla alle generazioni future». Non c’è l’assessore all’Urbanistica Rassu accanto al governatore e non c’è nemmeno il direttore generale dell’assessorato: al fianco di Cappellacci siede il capo di gabinetto Massimiliano Tavolacci a cui il presidente delega anche qualche risposta di tipo politico. Ma certo il governatore non si sottrae alle risposte più importanti a cominciare da quella bocciatura della procedura, avvenuta a tempo di record da parte del ministero dei Beni culturali. «La Regione ha competenze primarie», afferma Cappellacci, «dunque non devo chiedere l’autorizzazione a nessuno per approvare delibere in giunta». Il progetto di condivisione che era stato avviato parecchi mesi fa era «facoltativo». Il ministero sostiene, invece, che annunciare di aver cambiato il piano è un atto unilaterale. Cappellacci nega e aggiunge: «Spero che al ministero vogliano imprimere velocità e che sia di buon auspicio, anche se devo dire che, in realtà, stiamo aspettando dal 9 luglio la firma sul verbale dell’ultimo incontro al Mibac». La pagina facebook, pubblicata ufficialmente con un click del presidente davanti a tutti i giornalisti non è l’unica iniziativa. Cappellacci ha annunciato che a fine mese inizierà il tour di una task force regionale che girerà la Sardegna per spiegare a sindaci, associazioni e cittadini le novità del piano «in modo che tutti possano dire la loro». Cappellacci e Tavolacci mostrano quindi attraverso un’applicazione scaricabile su un telefono, la cartografia aggiornata e gli errori che il vecchio Piano si era portato dietro: il vincolo su un corso d’acqua che non c’è più, la grotta della vipera a Cagliari che vincola una porzione di territorio ben distante dal sito. E poi le ipotesi di ricadute sull’economia: tre scenari, come si usa nelle migliori scuole, dalla congiuntura peggiore a quella stimata normalmente. Nell’ipotesi peggiore il nuovo Ppr potrà generare – afferma Cappellacci – un aumento dello 0,3% del Pil che porterebbero alla creazione di 4.000 posti; nello scenario migliore si arriva alla creazione di un valore aggiunto di 350 milioni di euro, una crescita del Pil di 1,3 punti e alla creazione di quindicimila posti di lavoro. Al di là dei numeri qual è la filosofia del piano? «Non allentare i vincoli», assicura Cappellacci, «la salvaguardia resta ma permettere l’uso razionale del territorio. Parliamone senza preconcetti».
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I sindaci: «Dateci i nostri Puc». Mula, sindaco di Orosei e consigliere regionale: la maggioranza tagliata fuori. Roberto Tola (Posada). Zone F libere, a frenare non sono i vincoli ma la crisi. (Silvia Sanna)
SASSARI. L’unica certezza, in attesa di conoscere le novità del Pps rispetto al Ppr Soru, è che gli assessori della giunta Cappellacci sono stati bravi a mantenere il segreto. Neanche una parola, neppure ai colleghi della maggioranza di centrodestra. Almeno alla maggior parte. E c’è da dire che questa riservatezza non è stata accolta benissimo. Soprattutto da chi, oltre che come consigliere regionale, è interessato al processo di revisione del Ppr in quanto sindaco di un comune costiero che attende il Puc da 30 anni. Franco Mula, consigliere dei Riformatori e primo cittadino di Orosei, non le manda a dire: «Le modifiche al Ppr non sono state discusse né tantomeno concordate con la maggioranza di centrodestra di cui faccio parte. Non ho idea di che cosa il Pps preveda. Mi auguro però che la giunta, oltre che riservata, sia stata lungimirante: altrimenti troverà in me il primo oppositore». Nel frattempo Mula va avanti: Pps o meno, l’obiettivo è adeguare il Puc del comune di Orosei allo strumento attualmente vigente, cioè il Ppr della giunta Soru. Il piano urbanistico, adottato dalla precedente giunta di centrosinistra e spedito in Regione nel 2011 per la verifica di coerenza, era stato stoppato dallo stesso Mula: «Gli uffici mi avevano detto che sarebbe stato bocciato perché mancava gran parte della documentazione». Non solo: nel Puc due lottizzazioni non erano state inserite come zone F (turistiche), destinazione che invece la giunta guidata da Mula intende confermare. Il sindaco punta a farlo subito, attraverso il parere positivo di coerenza rispetto al Ppr Soru. «L’importante è avere un Puc quanto prima, poi potremmo anche decidere di modificarlo in seguito all’introduzione del Pps. Ma solo se le novità introdotte rispecchieranno il nostro modo di concepire lo sviluppo e la tutela dell’ambiente». Chi non ha alcuna intenzione di modificare il Puc è Roberto Tola, sindaco di Posada dal 2005. Il piano urbanistico del centro baroniese vanta già due record: è uno degli 8 strumenti approvati dalla Regione (più 1 Pup-Piano urbanistico provinciale) e tra pochi giorni riceverà il premio Urbanistica 2013 da parte dell’Inu (Istituto nazionale di urbanistica). La tutela dell’ambiente è al primo posto nel Puc di Posada, che pure prevede 70mila metri cubi di volumetrie in zone F. E da questo prendono spunto le considerazioni del sindaco Tola, esponente del Psd’Az, sino a pochi mesi fa alleato della maggioranza Cappellacci. «Non credo che a bloccare lo sviluppo dell’edilizia siano i vincoli del Ppr – dice –, le nostre aree F sono a disposizione degli investitori che vogliano realizzare strutture turistico-ricettive. Ma dal 2011 non si è fatto avanti nessuno». Ancora: «Il Comune ha messo all’asta – prezzo base 800mila euro – un terreno a San Giovanni, frazione sul mare, in cui è possibile edificare un albergo o qualche casa per le vacanze. L’asta è andata deserta già per due volte. Significa che non ci sono soldi, che è la crisi a bloccare l’edilizia e gli investimenti». Dunque, a modificare il Puc adeguandolo a un Pps probabilmente meno restrittivo, il sindaco Tola non pensa minimamente: sia perché vuole rispettare l’ambiente, sia perché non conviene. Vuole chiudere la pratica Puc prima dell’entrata in vigore del nuovo Pps il sindaco di Nuoro Alessandro Bianchi. La città attende lo strumento urbanistico da 32 anni e un anno fa, a luglio, dopo l’approvazione in consiglio comunale, sembrava che l’adozione definitiva fosse dietro l’angolo. Invece il Puc nuorese (come tanti altri, su tutti quello di Sassari), ha subito un rallentamento ed è ancora sotto esame alla Regione. «È iniziata la fase di copianificazione – dice Bianchi – speriamo di concludere l’intero iter entro l’anno». L’obiettivo ora è duplice: dotare la città di un Puc coerente al Ppr, e farlo prima di incartarsi tra nuove regole e vincoli. «Non ho idea di che cosa preveda il Pps, di certo saremmo costretti a muoverci in un contesto normativo differente. E non ci piacerebbe dover modificare in corsa le scelte che abbiamo fatto per lo sviluppo della città».
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Osservazioni e Vas: difficile chiudere prima delle elezioni.
I tempi per l’approvazione.
I tempi per l’attuazione del Piano paesaggistico della Sardegna, (il nome non è più Ppr), sono stringenti. Dopo la pubblicazione del documento sul Buras, infatti, si deve dare spazio a eventuali osservazioni che potranno essere fatte da qualsiasi cittadino nel periodo compreso tra il trentunesimo e il sessantesimo giorno a partire dall’uscita del bollettino ufficiale. L’iter prevede poi che nell’arco massimo di tre mesi ci sia prima la cosiddetta validazione e poi ancora un mese per avere il disco verde da parte dell’assessorato regionale all’Ambiente che deve emettere la “Vas”, ovvero la valutazione strategica. A quel punto il Piano paesaggistico rinnovato dovrebbe tornare al vaglio della giunta regionale per l’approvazione definitiva. L’obiettivo dichiarato del presidente della giunta è quello di chiudere l’iter a fine gennaio del 2014; significa però che siamo sul filo di lana visto che le elezioni regionali dovrebbero tenersi a fine febbraio o ai primi di marzo. L’altra corsa contro il tempo riguarda la creazione delle condizioni normative e procedurali fra i vari livelli istituzionali. Condizioni che sino a oggi non ci sono state, tanto che sono appena 8 i Puc adottati dalla Regione perché coerenti con il Ppr Soru.
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LE CIFRE.
2006 – L’ANNO DI ENTRATA IN VIGORE DEL PPR
8 – I PIANI URBANISTICI COMUNALI APPROVATI IN 7 ANNI PERCHÈ COERENTI AL PPR 90 – I GIORNI A DISPOSIZIONE DELLA REGIONE PER LE VERIFICHE SUI PUC
3 – LE VERSIONI DEL PIANO CASA APPROVATE DALLA GIUNTA CAPPELLACCI PER LIMITARE I VINCOLI DEL PPR
120 – I RICORSI CONTRO IL PPR RESPINTI DAL CONSIGLIO DI STATO
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Sanna (Pd) attacca: «Lo Stato è sovrano» Sel: «Fermiamoli». L’ex assessore all’Urbanistica della giunta Soru: nel Ppr errori dovuti alla fretta, nessun vincolo sbagliato. Francesca Barracciu: ennesimo atto propagandistico. De Pascale (Confindustria): serve una vera legge urbanistica.
CAGLIARI. Il presidente della giunta Cappellacci spiega che il Piano paesaggistico andrà avanti, anche in maniera unilaterale perché il parere del ministero dei Beni culturali è «facoltativo» e la Regione ha competenza primaria. Una tesi respinta dai consiglieri dell’opposizione: «C’è un motivo molto semplice», afferma Gian Valerio Sanna, «l’articolo 9 della Costituzione assegna allo Stato la competenza. È una norma blindata». Sul piano paesistico regionale si sovrappongono competenze differenti: la Regione ha sicuramente competenza primaria in campo urbanistico, (l’esempio sono i piani comunali) ma non ce l’ha in materia paesaggistica, da qui l’intervento immediato del ministero con l’intento di fermare l’annuncio e il lavoro fatto dalla giunta sarda. E, a questo proposito, c’è un precedente che può fare chiarezza: l’annullamento dei tredici Ptp proprio perché lo strumento dei piani territoriali varato in Sardegna non era stato concordato a livello ministeriale. La rivista scientifica «Gazzetta ambiente» ha esaminato, peraltro prima che la giunta Cappellacci annunciasse le modifiche, il Ppr dell’isola e ha individuato proprio nella collaborazione tra Stato – direzione regionale del Ministero per l’ambiente e le Soprintendenze la chiave di una pianificazione sostenibile del paesaggio sardo. Sinora le risposte messe in campo con gli strumenti approvati dal Consiglio regionale (su tutti il Piano casa, giunto alla terza versione), non hanno dato risposte al sistema economico: Maurizio De Pascale, presidente dei costruttori di Confindustria, sollecita, senza mezzi termini l’approvazione di una vera e propria legge urbanistica. Ma piccole imprese e aziende artigiane guardano con favore a una legge urbanistica più che al Ppr o al piano casa. Francesca Barracciu, eurodeputata del Pd, candidata alla presidenza della Regione, afferma: «In Consiglio regionale quando è stato rinnovato l’ennesimo Piano casa, fu proposto alla giunta di concordare tempi e modi per arrivare alla legge urbanistica. Non hanno voluto». Ma perché? «Perché Cappellacci ha preferito l’ennesimo atto propagandistico». Per quanto riguarda gli errori denunciati ieri da Cappellacci, Gian Valerio Sanna spiega: «È vero, ci sono molte imprecisioni nell’attuale Ppr perché facemmo le cose in fretta e in quei casi occorre avere le coordinate precise. Ma si tratta di errori di cartografia non certo di inadeguatezza del vincolo». Mai nessun errore, sostiene l’opposizione che dà battaglia in parlamento. Sel, infatti, ha presentato da qualche settimana un’interpellanza alla Camera redatta con l’apporto di una serie di intellettuali ed esperti del settore, tra i quali l’urbanista Sandro Roggio, e sottoscritta da Manuela Corda, deputata del Movimento Cinquestelle. Alla base dell’interpellanza illustrata da Michele Piras (Sel), e con l’intento dichiarato nel titolo: «Fermate la giunta Cappellacci», una serie di incongruenze e persino la tempistica che era stata accettata dal ministero dei Beni culturali e che, secondo gli interpellanti, era troppo ravvicinata considerato la complessità dell’operazione. «Bastano le riserve dei costruttori e della Confindustria per ridimensionare l’annuncio elettorale di Ugo Cappellacci e del centrodestra », afferma Giuseppe Stocchino di Rifondazione, «siamo di fronte ad una modifica virtuale del Piano paesaggistico regionale, una favola che secondo il presidente della Regione porterebbe addirittura ad un aumento dell’uno per cento del Pil regionale».
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COSTA SMERALDA. Via libera ai progetti del Qatar? Il Pps potrebbe consentire gli investimenti bloccati dal Ppr.
ARZACHENA. Il neonato Pps potrebbe spalancare le porte al piano di investimenti del Qatar in Costa Smeralda. Ma il primo a utilizzare il condizionale è il Comune, che aspetta di conoscere i dettagli delle modifiche. La bozza che disegna lo sviluppo di Porto Cervo, mai trasformata in veri progetti in un anno dalla presentazione a Doha, è irrealizzabile all’80 per cento con il vecchio Ppr. Lo aveva sottolineato più volte, al rientro dalla capitale qatarina, anche il governatore Ugo Cappellacci, confermando in contemporanea la revisione del Ppr. I quattro alberghi extra lusso ipotizzati dalla Qatar holding sui terreni di Porto Cervo, sono stati individuati in aree sul mare e su zone F, turistiche, su cui Arzachena ha però già esaurito tutti i metri cubi a disposizione. Lo stesso discorso vale per il centinaio di ville di grande pregio che i qatarini vorrebbero far sorgere nei 2mila 300 ettari della Costa Smeralda. Già cestinata dall’amministrazione comunale l’ipotesi dell’acquapark alle spalle di Liscia Ruja, area di riserva integrale. A oggi il Qatar ha ottenuto il via libera solo alla ristrutturazione di sei tra case di campagna e stazzi. Piccoli aumenti volumetrici con l’obbligo di restauro conservativo per le parti storiche, ottenuti attraverso il Piano casa. Ma una settimana fa i vertici della Sardegna Resorts, la società che cura gli interessi immobiliari dello stato qatarino in Costa Smeralda, hanno comunque confermato la volontà di portare avanti l’investimento da un miliardo di euro e 500mila metri cubi.
da L’Unione Sarda, 28 ottobre 2013
Pps,guerra tra i due poli. Lai (Pd) a Cappellacci: «Il nuovo testo crea incertezza e paralisi». La replica del governatore: «C’è un anno di lavoro,non sai nulla». (Giuseppe Meloni): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_82_20131028084616.pdf
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da La Nuova Sardegna, 28 ottobre 2013
Piano paesaggistico, si scoprono le carte: http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/83317_Piano_paesaggistico_si_scoprono_le_carte.pdf
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Cappellacci: «La trasparenza è assoluta»: http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/83316_Cappellacci_La_trasparenza_e_assoluta.pdf
da Ite Novas, 28 ottobre 2013
Paesaggio: in Sardegna rischio cemento elettorale: http://www.itenovas.com/in-sardegna/456-paesaggio-sardegna-nuovo-piano.html