Scempi ambientali e finanziari: il Palazzo dei Congressi di Alghero.
Un orrido complesso di cemento a due passi dalla spiaggia di Maria Pia, un cantiere lungo quasi trent’anni, un’inaugurazione nel 2007, circa 25 milioni di euro spesi.
Non è mai entrato in funzione.
Sarebbe proprio ora che la magistratura ordinaria e quella erariale vi mettessero mano.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da La Nuova Sardegna, 20 luglio 2013
Maria Pia » monumento allo spreco. Nessun futuro per il Palacongressi. Dentro si conserva bene e tutto sembra nuovo, ma niente è a norma e niente funziona: occorre 1 milione per sistemarlo. Luigi Soriga
ALGHERO. Presente quando a giugno si riaprono porte e finestre di una casa al mare? Poi basta una bella spolverata e lucidata e l’alloggio è pronto all’uso. La stessa sensazione si ha entrando nel Palacongressi di Maria Pia. C’è un po’ di cacca di piccione sparsa qua e là, qualche minuscola infiltrazione sulle pareti, ma il pavimento è lucido, gli infissi sembrano nuovi, e il tempo sembra essersi fermato fuori da questa fortezza in cemento armato. Si potrebbero spalancare le finestre, cambiare un po’ l’aria stantia, e rimettere in moto il futuro. Invece è solo tutta una grande illusione. Perché questo palazzone ormai è vecchio dentro, nell’anima e nelle viscere, anche se non mostra ancora le rughe di trent’anni. E’ stato costruito senza lesinare cemento e materia prima, è solido e questo l’ha aiutato a non avvizzire a mollo nella più totale inutilità. Chissà se esiste da qualsiasi altra parte del mondo un’opera nata sotto una luna così storta, tanto da non conoscere nemmeno una inaugurazione ufficiale. E’ stata concepita negli anni Ottanta, ma è venuta alla luce e cresciuta mattone dopo mattone con una lentezza disarmante. Tanto che le normative sull’edilizia e sulla sicurezza hanno camminato molto più velocemente rispetto delle imprese costruttrici. Così è stata sempre una gara impari, una rincorsa inutile e il risultato è questo: la certificazione antincendio non potrà mai essere rilasciata perché le porte tagliafuoco, seppur immacolate e senza nemmeno un graffietto, sono inadeguate e sprovviste di documentazione. Ma anche i rivestimenti interni dell’anfiteatro double face, quello capace di ospitare 700 posti a sedere da un lato e altri 300 dall’altro, sono ormai fuori norma. Hanno delle intercapedini che in caso di rogo innescherebbero un effetto camino. E’ tutto nuovo di zecca, ma è tutto già superato. Così come l’impianto elettrico da 15mila volt, che non appena si innesta il quadro salta all’istante. Il generatore di corrente è piantato, perché l’olio ormai è diventato catrame. E non è possibile immaginare cosa sia accaduto sotto i pavimenti, nelle canalette, dove corre tutto il reticolo di fili elettrici. Non è neanche plausibile ipotizzare un’idea di spesa per rendere efficiente il Palacongressi, perché da quando è nato non ha mai funzionato. La pseudo inaugurazione del 2007 è stata una sorta di bluff, perché buona parte degli impianti è rimasta ferma e a presidiare la sicurezza dell’evento era stato mobilitato un esercito di vigili del fuoco. Gli stessi che poi nel 2011, quando il commissario prefettizio tentò il miracolo, cioè affidare a Meta la gestione della struttura, fecero una relazione tecnica dettagliata da far rizzare i capelli. Il Palacongressi al momento è un enorme giocattolo inutile e vuoto, e forse per farlo funzionare non basta un milione di euro. Diverse ditte che hanno installato porte e impianti dopo decenni sono fallite, e reperire certificazioni è impossibile. I 500mila euro erogati da Cagliari (dei quali il Comune di Alghero per ora ha ricevuto solo 250) alla fine sono carta straccia, perché servono per spese correnti, per attività immateriali, e non possono essere spesi per investimenti di riparazione. Questa cattedrale nel deserto di fatto appartiene alla Regione, ma è custodita dal Comune: «Ma è come se ci avessero rifilato una bella macchina col motore grippato – dice il sindaco Lubrano – finché la Regione non stanzierà le risorse necessarie per renderla funzionale, e intendo una volta per tutte, senza i soliti interventi tampone, l’amministrazione non può permettersi di metterla in moto». Quindi per il Palacongressi, anche dopo trent’anni, ancora non esiste una sola prospettiva di riscatto: è destinato ad appassire in silenzio come il più esemplare monumento di inutilità e spreco di denaro pubblico mai concepito ad Alghero.
Nessuna inchiesta giudiziaria sullo sperpero milionario. Gianni Olandi
ALGHERO. Desta curiosità il fatto che per l’ecomostro di Maria Pia siano stati spesi circa 25 milioni di euro per un’opera mai utilizzata e non risulta che fino a oggi la magistratura amministrativa e contabile se ne sia mai occupata. Se un cittadino non paga entro i termini una contravvenzione per divieto di sosta, arrivano a casa gli esattori di Equitalia. Il Palazzo dei Congressi tra il mare e lo stagno ha vissuto oltre un quarto di secolo nella totale impunità. Eppure gli elementi ci sarebbero tutti per accendere i riflettori, ma soprattutto uno: l’impianto non ha mai funzionato, quindi quei 25 milioni di euro sono stati letteralmente buttati al vento, hanno rappresentato un ritorno economico soltanto per i progettisti, i tecnici, l’impresa che ha realizzato la struttura, la montagna di consulenze, gli adeguamenti alla normativa e via dicendo. Del tutto inesistente il vantaggio per i cittadini. Si pensi soltanto che buona parte degli impianti di condizionamento, caldaie, motori, reti interne, apparati elettrici, sono stati sostituiti perchè fuori norma senza avere mai funzionato. Sembra una ragione sufficiente per chiedere le carte e conoscere le motivazioni che hanno consentito questo sperpero di denaro pubblico. Ai costi della realizzazione va aggiunto quello del terreno, di proprietà pubblica, sacrificato per un opera che definire oggi inutile non è azzardato, il cui valore ambientale non è facilmente quantificabile e anche questo sacrificio rappresenta una perdita . Un impianto dai costi gestionali altissimi che fa nascere il desiderio di vederlo abbattuto per ripristinare lo stato dei luoghi e togliere dalla vista un’opera che, soprattutto in tempi come quelli che si stanno vivendo, sembra irridere alle difficoltà determinate dalla crisi economica.
(foto da http://www.panoramio.it, S.D., archivio GrIG)
Chi fu il politico che sponsorizzo’ l’opera incompiuta ?
sempre a Maria Pia.
da La Nuova Sardegna, 14 dicembre 2016
Nessuna deroga: il destino di Maria Pia è legato al Puc.
Riunione tecnica in Regione con la partecipazione degli amministratori comunali Per la zona a vocazione turistica si torna al piano Zoagli “in viaggio” dal 1994. (Gianni Olandi): http://lanuovasardegna.gelocal.it/alghero/cronaca/2016/12/14/news/nessuna-deroga-il-destino-di-maria-pia-e-legato-al-puc-1.14568493?ref=hfnsalec-1
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da Alguer.it, 15 dicembre 2016
La Regione avrebbe messo il veto a stralci o deroghe sull´area verde di Alghero, circa 40 ettari di fronte al mare. La polemica del Movimento Cinque Stelle. Domenica l´incontro a Guardia Grande con il sindaco.
Maria Pia: niente deroghe, decide il Puc: http://notizie.alguer.it/n?id=116899
da Alguer.it, 3 luglio 2017
Sentenza favorevole alla collettività nella causa per evitare l’usucapione sulla porzione più ampia del comprensorio fronte mare di Maria Pia ad Alghero. Piena soddisfazione dell´Amministrazione Comunale.
Sentenza: 40 ettari pubblici a Maria Pia: http://notizie.alguer.it/n?id=124531
da La Nuova Sardegna, 22 maggio 2018
«Hotel a Maria Pia, ultima opportunità per Alghero».
Il Consorzio Airam ricorda che il progetto è stato concordato con il Comune. Previsto un investimento da 100 milioni di euro, con 850 nuovi posti di lavoro: http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/05/21/news/hotel-a-maria-pia-ultima-opportunita-per-alghero-1.16865907
ennesimo annuncio.
da Sardinia Post, 15 giugno 2020
Alghero, il Palacongressi cambia volto: diventerà un centro polifunzionale: https://www.sardiniapost.it/cronaca/alghero-il-palacongressi-cambia-volto-diventera-un-centro-polifunzionale/
Scempi ambientali: scrivo qui il mio commento su una notizia che ho letto sul Corriere, ieri. Sono in tema.
Un ex assessore all’Ambiente del comune di Milano, è stato collocato in un luogo sicuro a riflettere sul suo nuovo incarico di sorvegliare …l’ambiente carc…
Ma chi lo aveva messo uno così ad un assessorato importante come quello dell’Ambiente?
Ah… forse un aggancio c’è: era abbastanza esperto per controllare a vista prede e cacciagione varia… (secondo il suo meschino concetto…)
😞
PS. sono convinta che uno così passava più tempo davanti allo specchio a ripetersi: “ma come sono bellino”…piuttosto che occuparsi di Ambiente e di inquinamento e di protezione dall’inquinamento.
Mi scuso per il commento non proprio pertinente.