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Demanio civico di Portoscuso, un esempio di furto ai danni della collettività.


Portoscuso, Capo Altano – Guroneddu

anche su Il Manifesto Sardo (“Furto ai danni della collettività “), n. 115, 1 febbraio 2012

 

Nei giorni scorsi vi sono stati clamorosi sviluppi delle indagini penali condotte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari (dott. Daniele Caria) e dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale riguardo un vero e proprio cumulo di nefandezze incentrate sulla progettata realizzazione di una centrale eolica sui 540 ettari di demanio civico di Portoscuso (Capo Altano-Guroneddu) da parte della Portovesme s.r.l., che ha già realizzato un’altra centrale eolica presso la zona industriale di Portovesme.

E’ stato arrestato il sindaco di Portoscuso e presidente del Consorzio industriale provinciale Adriano Puddu. Le accuse sono di corruzione, concussione, peculato, voto di scambio, ma sono indagati anche l’amministratore delegato della Portovesme s.r.l. Carlo Lolliri, diacono e Commendatore del cattolicissimo Ordine del S. Sepolcro, e l’assessore comunale ai servizi sociali Selena Galizia

Secondo le accuse della Procura della Repubblica di Cagliari – fatte proprie dal G.I.P. del Tribunale – vi sarebbe proprio un autentico sistema di potere deviato con al centro il presunto onnipotente Adriano Puddu.   Soldi (tanti), potere, sesso, omicidi proposti, preti, avvocati, dirigenti industriali, imprenditori.  Ora tutti fanno a gara nel non conoscere il sindaco Puddu, a iniziare da partiti (U.D.C., P.D., F.L.I., P.d.L.) e politici (a iniziare dal Presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias Tore Cherchi).  Qualcuno minaccia querele, tuoni e fulmini.

Ma tutto è imperniato sulla vicenda dell’illegittima alienazione dei terreni appartenenti al demanio civico portoscusese, su cui le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico avevano inoltrato specifico esposto (15 aprile 2011) alle amministrazioni pubbliche (in primo luogo proprio al Comune di Portoscuso) e alle magistrature competenti. Dall’Agenzia Argea era pervenuta conferma dell’assenza di autorizzazioni in proposito[1].  Dal Comune di Portoscuso nessuna comunicazione in merito al richiesto recupero dei terreni al demanio civico previsto per legge.

Portoscuso, cartello “inizio lavori” centrale eolica Enel Green Power

Tali terreni costieri risultano ceduti, pressoché gratuitamente, dal Comune di Portoscuso al Consorzio sardo di sviluppo industriale nel 1963 per la realizzazione di una città del cinema che non vide mai la luce (condizione contrattuale secondo cui i terreni avrebbero dovuto esser restituiti).    Nel 1972 avrebbe acquisito le aree la Sard Invest e successivamente la svizzera Bellosino a.g. avrebbe acquisito il controllo della società, a sua volta controllata dalla holding Glencore (sede legale in Lichtenstein), Società che controlla anche la Portovesme s.r.l.   Inoltre, la società Sard Invest avrebbe venduto una piccola parte di quei terreni (5 ettari) ad alcuni amministratori comunali di Portoscuso.

I diritti di uso civico sono inalienabili (art. 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.), inusucapibili ed imprescrittibili (artt. 2 e 9 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.): “intesi come i diritti delle collettività sarde ad utilizzare beni immobili comunali e privati, rispettando i valori ambientali e le risorse naturali, appartengono ai cittadini residenti nel Comune nella cui circoscrizione sono ubicati gli immobili soggetti all’uso” (art. 2 legge regionale n. 12/1994).

Ogni atto di disposizione che comporti ablazione o che comunque incida su diritti di uso civico può essere adottato dalla pubblica amministrazione competente soltanto verso corrispettivo di un indennizzo da corrispondere alla collettività titolare del diritto medesimo e destinato ad opere permanenti di interesse pubblico generale (art. 3 della legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.).  I demani civici sono tutelati ex lege con il vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera h, del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche ed integrazioni).

Portoscuso, Capo Altano – Guroneddu

Eppure il sindaco Puddu e la “sua” maggioranza hanno deliberato (aprile 2011) di richiedere la “sclassificazione” (rectius sdemanializzazione) dal regime demaniale civico ai sensi dell’art. 18 bis della legge regionale n. 12/1994 e s.m.i., possibile tuttavia solo in presenza dei requisiti dell’alienazione prima della legge n. 431/1985, dell’utilizzo secondo la pianificazione urbanistica e, soprattutto, la perdita irreversibile della conformazione fisica o della destinazione funzionale a terreni agrari/boschivi/pascolativi.      Condizione quest’ultima non esistente.

Oggi gli sviluppi. E non sembra finita qui.

Sembra solo la punta dell’iceberg, in una terra dove i fumi industriali hanno creato un clima oppiaceo che ammorba e addormenta le coscienze (quelle che esistono), dove i bambini non devono mangiare frutta e verdura locali e si nutrono di deficit cognitivi, i rifiuti industriali sono oggetto di traffici “sporchi” e lucrosi, il lavoro è una grazia feudale (elettorale), la crisi economico-sociale è devastante.         I feudatari politici si trastullano con la promessa della caccia a febbraio, l’unica vera esigenza del Sardistàn, a sentire i latrati d’una minoranza corporativa armata e la compiacenza loro dimostrata.

Portoscuso, polo industriale di Portovesme

Sembra tutto così penoso e molto probabilmente lo è.   Ma questa volta non sembra finita qui.

Gruppo d’Intervento Giuridico


[1] A.R.G.E.A. – Servizio territoriale per il Sulcis-Iglesiente ha comunicato (nota n. 2112 del 21 aprile 2011) che:
” * nessuna comunicazione inerente la L.r. 12/94 è pervenuta … da parte del Comune di Portoscuso;
* nessuna pregressa autorizzazione e/o provvedimento è stato emesso da questo ufficio, inerente i terreni ad uso civico del Comune di Portoscuso (CI) a partire dal 01 ottobre 2007, data dalla quale è subentrata l’agenzia ARGEA Sardegna all’ex Servizio Ripartimentale di Cagliari, dipendente dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura”
.

 

L'Unione Sarda, 18 giugno 2014

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. febbraio 1, 2012 alle 5:54 PM

    da L’Unione Sarda on line, 1 febbraio 2012
    Portoscuso, il sindaco respinge le accuse. Nessuna corruzione né favori sessuali: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/252210

  2. febbraio 2, 2012 alle 2:48 PM

    da La Nuova Sardegna, 2 febbraio 2012
    Proposte hard del sindaco alle giovani senza lavoro, ma lui nega.
    Il sindaco di Portoscuso Adriano Puddu si è difeso davanti al Gip nell’interrogatorio di garanzia: «Nessun reato, mi sento offeso». Dalle intercettazioni emergono i rapporti equivoci con una serie di donne. (Mauro Lissia): http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2012/02/02/news/proposte-hard-del-sindaco-alle-giovani-senza-lavoro-ma-lui-nega-5590145

    COMUNE SENZA GUIDA. Il primo cittadino sospeso dal prefetto. (E. Ariu): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20120202081212.pdf

  3. febbraio 3, 2012 alle 2:48 PM

    da La Nuova Sardegna, 3 febbraio 2012
    Sesso e tangenti, nuove perquisizioni. Gli uomini del Corpo forestale a casa di Adriano Puddu e alla Portovesme srl: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20120203081806.pdf

    da L’Unione Sarda, 3 febbraio 2012
    Blitz alla Portovesme srl. Corruzione, notificato un avviso di garanzia all’ad Lolliri. Sequestri della Forestale in Municipio e negli uffici dell’azienda: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_146_20120203083819.pdf

  4. febbraio 4, 2012 alle 11:10 am

    da La Nuova Sardegna on line, 4 febbraio 2012
    Il sindaco di Portoscuso resta in carcere. Corruzione e concussione, no ai domiciliari all’ex sindaco. Si era fatto autorizzare dalla giunta a querelare i giornalisti. Costo: 12mila euro (Mauro Lissia): http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2012/02/04/news/il-sindaco-di-portoscuso-resta-in-carcere-5596175

    da L’Unione Sarda on line, 4 febbraio 2012
    Portoscuso, sindaco intimò a pescatore: “Fai a pezzi Alessandro Puddu”: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/252550

  5. PS
    febbraio 5, 2012 alle 7:53 am

    Non mi stanco di ringraziare il gruppo di intervento giuridico per la sua pregevolissima attività. C’è da aggiungere una cosa molto più dolorosa del già dolorosissimo articolo! Tutto quello che accade nella zona avviene con la tacita complicità della popolazione che tutto vede e tutto lascia scorrere, che non si ribella alle amministrazioni assassine che devastano il loro territorio, che giustificano comportamenti e azioni indifendibili. Indifendibili perché la tutela dei posti dilavoro dell’Alcoa e dell’Eurallumina non ripaga la gente dei bimbi che nascono con malattite polmonari o con ritardi mentali e nemmeno giustifica la devastazione del territorio. Eppure non più tardi di un mese fa, passando per la zona industriale di Portovesme e guardano il desolato paesaggio alla mia destra delle industrie che ammorbano l’aria e a sinistra le enormi pale eoliche, guardando sullo sfondo il bacino di fanghi rossi e rammentando l’orata con lisca deforme che mi avevano servito il giorno prima in un noto ristorante della zona, un cittadino portoscusese mi ha detto “ma in fondo le pale sono belle”. Allo stesso modo, entrata in un bar di Portoscuso, ho avuto la stessa risposta. Incoscenza, corruzione, ignoranza? No, solo complicità perché io, che nella zona mi reco un paio di volte l’anno, il marcio lo avevo percepito in modo chiaro, impossibile che chi ci vive non intuisse le porcherie che si andavano perpetrando ai danni del loro territorio! I cittadini, invece di difendere le grida dei lavoratori dell’Alcoa e dell’Eurallumina, avrebbero dovuto difendere il diritto di posti di lavoro ecosostenibili, avrebbero dovuto pretendere la bonifica della zona per la quale i soldi sono stati stanziati ma che sono finiti nelle tasche di chissà chi! Avrebbe dovuto mandare a casa a calci le varie amministrazioni schifose che si sono succedute in tutti questi anni! Avrebbero potuto lavorare per incrementare le attività per cui l’isola è vocata, turismo, agrucoltura e pastorizia, invece niente di tutto questo, perché lavorare in fabbrica è più facile e meno impegnativo. I cittadini sapevano tutto dell’incendio dell’auto del sindaco Puddu, delle liti fra assessori, dello scandalo delle vendite dei terreni, sapevano e hanno lasciato che per anni amministratori assassini devastassero il loro territorio e in questo la loro responsabilità è pari a quella del loro primo cittadino. Sanno che gli animali nella zona nascono deformi e pretendono il silenzio perché quando ho denunciato il fatto sono stata minacciata di denunce e mi è stato intimato di stare zitta proprio dai sardi che su quel territorio vivono. Un giorno di tutto questo scempio i portoscusesi dovranno rispondere ai loro figli. Un tale danno ambientale si configura come un danno all’umanità e spero che questo sia riconosciuto e che molti finiscano in galera a vita perché le bellezze naturalistiche della Sardegna non sono dei sardi, ma sono di tutti. Che le amministrazioni, che i politici siano spesso corrotti non mi stupisce affatto, quello che accade nel mondo della politica è noto a tutti, ma che siano i cittadini a rendersi complici è qualcosa che mi addolora profondamente. Mi addolora perché io amo talmente la Sardegna che nel mio piccolo faccio di tutto per proteggerla come se fosse il bene più prezioso che ho intorno. Quando passeggio a Capo Altano o a Portopaglietto provo una forte commozione nel constatare come, nonostante tutto, la natura si offra splendida ai miei occhi, così arrivo a raccogliere le cartacce lasciate dall’uomo al suo passaggio, mi sembra così di accarezzare il terreno, di lenirgli le ferite, quelle ferite che sono sulla terra e dentro di me.

  6. febbraio 8, 2012 alle 2:42 PM

    da L’Unione Sarda, 8 febbraio 2012
    Si indaga su fondi neri a Puddu: ha girato assegni con firma falsa. Interrogato in Procura come testimone il direttore dell’Eurallumina. (Maria Francesca Chiappe): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_82_20120208090923.pdf

  7. febbraio 9, 2012 alle 2:49 PM

    da L’Unione Sarda, 9 febbraio 2012
    L’inchiesta. La difesa scopre le carte in vista dell’udienza al Tribunale del riesame. Usi civici e delibere: atti dovuti. «Adriano Puddu ha attuato un protocollo d’intesa». (Maria Francesca Chiappe): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_82_20120209090146.pdf

    da La Nuova Sardegna, 9 febbraio 2012
    I difensori chiedono al tribunale del riesame la scarcerazione di Adriano Puddu. «Nessuna mazzetta, sugli usi civici un impegno assunto con la Regione». (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. Non c’è stato alcun accordo sotterraneo tra il sindaco Adriano Puddu e l’amministratore della Portovesme srl Carlo Lolliri per arrivare alla cancellazione degli usi civici e dare il via libera al cantiere eolico destinato a coprire il 40 per cento del fabbisogno energetico dello stabilimento: l’impegno a «sclassificare» le aree per favorire iniziative industriali era stato assunto formalmente dai sindaci di Portoscuso e di Gonnesa in un protocollo d’intesa firmato il 2 luglio 2010 insieme al governatore Ugo Cappellacci, agli assessori regionali, alla Sfirs, al presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias e alle parti sociali. A portare il documento all’attenzione del tribunale del riesame sono gli avvocati Giuseppe Andreozzi e Ivano Iai, per i quali dimostra che la decisione di Puddu non era legata a presunte mazzette incassate dalla Portovesme srl ma a un’intesa istituzionale. Per il pm Daniele Caria e per il Nucleo investigativo del Corpo Forestale il sindaco di Portoscuso avrebbe preso da Lolliri, a sua volta indagato per corruzione, quei 9050 euro in banconote che gli investigatori gli hanno trovato in casa nella perquisizione del 31 marzo 2011. I difensori sostengono che si trattasse di denaro di provenienza lecita, frutto di un’operazione immobiliare. Impossibile sapere se la Procura fosse informata o no del protocollo d’intesa sugli usi civici, di certo l’indagine sembra rivolta ad approfondire i rapporti privati tra Puddu e Lolliri, che esulerebbero – questa è l’accusa – dalle normali frequentazioni istituzionali per assumere i connotati del rapporto d’affari. Si tratta di due tesi contrapposte, sulle quali dovranno esprimersi da qui a dieci i giorni i giudici del riesame, cui Andreozzi e Iai hanno chiesto la revoca della custodia cautelare o almeno di quella in carcere.
    Diverso il ragionamento difensivo sulle accuse di concussione, concussione sessuale e induzione alla prostituzione che procedono su un canale investigativo parallelo. Su Puddu grava il sospetto, ancorato a una lunga sequenza di conversazioni telefoniche intercettate, di aver indirizzato una buona parte dei sussidi di povertà su giovani donne che gli concedevano favori sessuali con la complicità dell’assessore ai servizi sociali Selene Galizia. I difensori leggono i brogliacci e le testimonianze in modo alternativo: se è vero che il linguaggio usato nelle telefonate era allusivo e boccaccesco è vero anche che nessun passaggio trascritto richiama chiaramente a una relazione diretta tra un’eventuale rapporto intimo e l’offerta dei sussidi pubblici. Semmai risulta – gli avvocati si sono riservati di documentarlo – che i sussidi distribuiti fossero moltissimi anche al di fuori dalla cerchia dei rapporti privati di Puddu e che il sindaco si sia sempre impegnato ad aiutare chiunque ne avesse bisogno.
    Intanto i deputati dell’Idv Antonio Di Pietro, Federico Palomba e Favid Favia hanno chiesto al ministro dell’Interno che rimuova la giunta e sciolga il consiglio comunale di Portoscuso «per evitare che possa consolidarsi il giro di malaffare e di intimidazione venuto alla luce con l’inchiesta che ha portato all’arresto di Adriano Puddu».

  8. febbraio 12, 2012 alle 3:01 PM

    da La Nuova Sardegna, 11 febbraio 2012
    Cremone denuncia un’inchiesta parallela sul caso del sindaco Puddu.
    Un carabiniere indagava a insaputa della Procura. Saltato l’esame di Carlo Lolliri: ha rinunciato. (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. Un’inchiesta parallela, condotta forse dall’ex sindaco Adriano Puddu attraverso un maresciallo dei carabinieri per studiare le mosse di Angelo Cremone, il consigliere che lottava perchè le terre civiche ex Sard Invest restassero in mano pubblica e non diventassero il cantiere eolico al servizio della Portovesme srl. Il sottufficiale indagava e la Procura non ne sapeva nulla.
    E’ l’ultima imbarazzante realtà emersa dall’indagine condotta dal pm Daniele Caria che ha portato all’arresto di Puddu per corruzione, concussione, concussione sessuale, peculato e voto di scambio. Cremone ha consegnato al commissario Ugo Calledda, del nucleo investigativo del Corpo Forestale, la registrazione di uno dei colloqui tra lui e il maresciallo Giuseppe Del Grosso, che l’estate scorsa l’ha contattato per chiedergli informazioni sui passaggi di proprietà delle terre ad uso civico che Puddu era impegnato a «sclassificare» a favore della Portovesme srl.
    La registrazione è stata trascritta e sottoposta al magistrato, ma al momento la Procura non ha ancora deciso se compiere passi per accertare il perché dell’iniziativa assunta dal sottufficiale.
    E’ Cremone a raccontare la sequenza di episodi, ora agli atti: «Del Grosso, vestito in borghese, mi ha avvicinato diverse volte – così riferisce il consigliere provinciale – ma io mi sono mostrato indisponibile a parlare delle questioni legate a quelle aree. Non capivo perchè mi facesse quelle domande visto che a indagare sulla vicenda era ed è la Procura attraverso il Corpo Forestale». Ed è qui, secondo il racconto di Cremone, che emerge il dato inquietante: «Il maresciallo mi ha spiegato che lavorava per la Procura e anche per la prefettura, allora io gli ho chiesto di farmi avere una nota scritta del pm Caria che lo confermasse…».
    Ma la diffidenza di Cremone avrebbe trovato conforto quando Del Grosso, dopo avegli rivolto alcune battute a una seduta di un consiglio comunale, avrebbe mostrato una singolare familiarità col sindaco Puddu: «L’ho visto fargli un cenno d’intesa…». Pochi minuti dopo il maresciallo – sempre a detta di Cremone – era a tavola con il sindaco Puddu: «Bevevano un bicchiere di vino, mi è sembrato tutto molto strano».
    Strano ma non sorprendente, a leggere le conversazioni intercettate dalla polizia giudiziaria: Cremone e il collega consigliere di minoranza Giorgio Alimonda risultano monitorati con grande attenzione dall’entourage del sindaco di Portoscuso. Dalle telefonate emerge il timore che i due oppositori al progetto Sard Invest s’incontrino con Valeria Sanna, l’ex assessora e grande accusatrice di Puddu. Così il consigliere di maggioranza Maurizio Cuccu li segue come un’ombra, gira per i locali del paese e li osserva a distanza. Poi riferisce puntualmente al capo dell’esecutivo comunale i loro movimenti: «Cassausu! – esclama Cuccu in una telefonata del 27 giugno, alle 22.28 – però scetti Cremone e Alimonda… sono da Ciccitu che si prendono una pizza, ci sono solo loro». Dopo aggiunge: «La macchina di cudda (Valeria Sanna, ndr) non c’è». Altre conversazioni registrate confermano l’attività di intelligence disposta dal sindaco per ragioni piuttosto difficili da stabilire.
    Ieri il pm Caria avrebbe dovuto sentire Carlo Lolliri, l’amministratore della Portovesme srl indagato per corruzione, la mazzetta trovata da Puddu. Lolliri si era offerto spontaneamente di chiarire la propria posizione ma poi ha rinunciato per poter consultare gli atti d’inchiesta disponibili. Atti ancora incompleti: si parla di altri brogliacci di intercettazioni dai contenuti roventi, mentre il commissario Calledda sarà impegnato nei prossimi giorni in nuove audizioni di testimoni. Assessori comunali, consiglieri, probabilmente anche Selene Galizia, indagata per concorso in concussione.

  9. febbraio 13, 2012 alle 10:48 am

    Vi è poi una perversione tutta italiana per cui ci si accorge di quello che sta succedendo, si fanno denunce agli organi competenti, ma la giustizia è talmente lenta che intanto chi fa il danno ha tutto il tempo di devastare, inquinare, intascare mazzette e farla franca. In fondo temo che la giustizia italiana sia così strutturata proprio per questo.

  10. febbraio 20, 2012 alle 4:44 PM

    A.N.S.A., 20 febbraio 2012
    Respinta istanza scarcerazione sindaco Portoscuso. Tribunale Riesame, Adriano Puddu deve restare in carcere.

    – CAGLIARI, 20 FEB – L’istanza di scarcerazione e’ stata rigettata: l’ex sindaco di Portoscuso, Adriano Puddu, resta in carcere. Questa mattina, il Tribunale del Riesame, presieduto da Massimo Costantino Poddighe, ha respinto la richiesta degli avvocati Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi di riesame dell’ordinanza cautelare firmata dal giudice delle indagini preliminari Giorgio Altieri e richiesta dal pubblico ministero Daniele Caria che ha mandato in carcere l’ex primo cittadino di Portoscuso, accusato tra l’altro di concorso in corruzione e concussione sessuale.

    da L’Unione Sarda on line, 20 febbraio 2012
    Portoscuso, l’ex sindaco resta in carcere. Respinta l’istanza dei difensori di Puddu: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/254519

  11. febbraio 21, 2012 alle 2:57 PM

    da La Nuova Sardegna, 21 febbraio 2012
    Mazzette a Portoscuso. La Procura chiederà il giudizio immediato. L’ex sindaco resta in cella.
    Cagliari, respinta l’istanza dei domiciliari per Adriano Puddu. Secondo il pm le prove sarebbero pesanti: le più scottanti non sono state rese note. (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. La Procura chiederà il giudizio immediato per Adriano Puddu, l’ex sindaco di Portoscuso per il quale ieri il tribunale del riesame ha respinto l’istanza di remissione in libertà e quella di custodia a casa. Il pm Daniele Caria, titolare dell’inchiesta giudiziaria sul giro di mazzette e di ragazze sulla scena politica sulcitana, ha deciso di chiedere subito il processo.
    E di fatto sarebbero più che evidenti le prove a carico di Puddu, arrestato il 28 gennaio scorso dagli uomini del nucleo investigativo del Corpo Forestale con le accuse di corruzione, concussione, concussione sessuale, peculato, voto di scambio e induzione alla prostituzione. Domani Caria interrogherà l’assessore ai servizi sociali Selena Galizia, indagata per concorso in concussione sessuale, difesa dall’avvocato Guido Manca Bitti. Mentre tra giovedì e venerdì il manager della Portoscuso srl Carlo Lolliri, indagato per corruzione, deciderà insieme al difensore Massimo Melis se chiedere di essere sentito: il tempo stringe, perchè già alla fine della settimana potrebbe partire la richiesta di giudizio immediato e a quel punto le posizioni degli indagati andranno direttamente all’esame del tribunale. Nel frattempo vanno avanti gli accertamenti degli uomini del commissario Ugo Calledda, ma il grosso dell’inchiesta è già negli atti e nel malloppo di intercettazioni, di cui solo una parte è stata depositata. Voci di ambienti giudiziari riferiscono che le più scottanti siano ancora coperte dal segreto investigativo.
    Puddu resta dunque in carcere e potrebbe finire davanti al tribunale in stato di detenzione. Il collegio presieduto da Massimo Poddighe ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi, le motivazioni saranno depositate in cancelleria nei prossimi giorni. Per Puddu resta la speranza della Cassazione: «Siamo orientati a presentare ricorso a Roma – ha spiegato l’avvocato Iai – ma lo faremo solo dopo aver letto e valutato i motivi di questa decisione. A nostro giudizio non ci sono ragioni sufficienti perchè il sindaco Puddu debba restare in carcere».
    Per ora comunque la spunta l’accusa, che si opposta strenuamente al ritorno in libertà dell’indagato e intende portarlo subito a processo. Puddu ha tentato di sfuggire all’arresto – ha insistito il pm Caria – può inquinare gli atti dell’indagine ancora in corso. Mentre per i difensori non c’è corruzione perchè la scelta di «sclassificare» l’area a usi civici per realizzarvi un cantiere eolico al serivio della Portovesme srl era la conseguenza di un protocollo d’intesa firmato col governatore Cappellacci, la Provincia e le parti sociali. Nessuna concussione sessuale – per la difesa – perché i sussidi di povertà venivano concessi a decine di persone, non solo – come dice l’accusa – alle giovani donne che frequentavano l’ex sindaco.

  12. febbraio 28, 2012 alle 2:52 PM

    da La Nuova Sardegna, 28 febbraio 2012
    Fotovoltaico nella valle di Lanaittu. Idea di Puddu, l’ex sindaco di Portoscuso ora in cella. (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. Adriano Puddu, l’ex sindaco di Portoscuso arrestato lo scorso 28 gennaio per corruzione, concussione sessuale e altri reati, si dava molto da fare sul fronte delle energie alternative. Ora si scopre che pochi mesi prima di finire in carcere cercava di convincere gli amministratori di Oliena a dare il via libera a un impianto fotovoltaico di Enel Green Power. Sembra incredibile, ma l’area individuata per installare i pannelli che catturano i raggi del sole era la valle di Lanaittu, proprio ai piedi del celebre villaggio nuragico di Tiscali, uno dei siti naturalistici e culturali più importanti della Sardegna. Nulla di definito: solo dichiarazioni di intenti e un interesse incerto da parte dei vertici della consociata Enel, gli stessi coi quali il vulcanico Puddu brigava perchè realizzassero un cantiere eolico nel Sulcis. Era attivissimo, l’ex sindaco. E gli uomini del Nucleo investigativo del Corpo Forestale sono convinti che la sua intraprendenza fosse alimentata da corpose mazzette. Non solo i 9050 euro in banconote di grosso taglio trovati in casa sua, ma un malloppo consistente – si parla di seicentomila euro – messo insieme nel corso degli ultimi mesi e forse custodito da una persona di fiducia. D’altronde Puddu, come ha confermato il tribunale del riesame, era riuscito a mettere insieme una rete di connivenze molto fitta tra Portoscuso e i comuni vicini. A leggere atti e conversazioni intercettate si muoveva continuamente e non sempre per ragioni strettamente politiche. Tra i viaggi riscontrati dalla Procura quello del 13 gennaio scorso, quando Puddu si reca a Roma per dare sostegno politico alla manifestazione dei lavoratori di Alcoa: quasi mille operai perdevano il posto di lavoro e lui – come gli uomini del commissario Ugo Calledda hanno accertato – pensa a farsi rimborsare ogni centesimo speso nella trasferta. Compaiono nel fascicolo d’indagine due ricevute da venticinque euro l’una del ristorante L’Arcano, in via dei Pastini, coi numeri in successione ed emesse lo stesso giorno. Non ci sono alternative: o Puddu ha pranzato due volte di seguito oppure ha pensato di fare la cresta sul rimborso del Comune per il pasto romano. Non solo: per portare solidarietà ai compaesani a rischio di licenziamento l’ex sindaco non ha voluto sacrificare neppure il costo della benzina consumata per andare da Portoscuso all’aeroporto di Elmas e ritorno: 95 euro.
    Fin qui le novità che giorno dopo giorno emergono dalle carte dell’indagine, tutt’altro che conclusa: il 5 marzo è in programma l’incidente probatorio in cui il pm Daniele Caria potrà «fotografare» la testimonianza di una delle ragazze coinvolte nel giro di prostituzione, per l’accusa condotto da Puddu grazie alla disponibilità e all’uso per ragioni private dei sussidi di povertà. Per l’inchiesta giudiziaria è un momento decisivo, perchè alcune testimonianze raccolte dagli investigatori sembrano aprire la strada a una nuova imputazione che potrebbe colpire Puddu, quella di prostituzione minorile. Una delle ragazze vicine all’ex sindaco sarebbe stata, all’epoca dei fatti, ancora minorenne. Se questo elemento trovasse conferma, l’ex sindaco sarebbe nei guai fino al collo e la sua vicenda assomiglierebbe ancora di più a quella vissuta dall’ex premier Silvio Berlusconi. La Ruby di Adriano Puddu è molto conosciuta a Portoscuso e a metterla in relazione col sindaco sono diversi testimoni. Manca solo l’accertamento delle date, per capire quanti anni aveva quando lo frequentava assiduamente. L’incidente probatorio sembra destinato comunque a chiudere l’inchiesta, che preluderebbe alla richiesta di giudizio immediato per Puddu, l’amministratore della Portovesme srl Carlo Lolliri e l’assessore ai servizi sociali Selena Galizia. Altri nomi potrebbero aggiungersi ai primi tre ma solo in un fascicolo-stralcio che Caria aprirà soltanto quando sarà chiaro il quadro integrativo dell’indagine. La carcassa di un gatto che qualcuno ha fatto trovare, impiccata ai brandelli di un tricolore, di fronte al Coco Loco, il locale legato a Valeria Sanna – accusatrice principale di Puddu – conferma come l’atmosfera che si vive in queste ultime settimane a Portoscuso sia piuttosto pesante.

  13. febbraio 28, 2012 alle 10:07 PM

    da L’Unione Sarda on line, 28 febbraio 2012
    Minacce ai testimoni scomodi. Altri tre arresti a Portoscuso. Si allarga l’inchiesta a Portoscuso dopo l’arresto del sindaco Adriano Puddu per corruzione e concussione sessuale e la conseguente sospensione dall’incarico. Arrestate tre persone accusate di minacce e violenza ai danni di testimoni coinvolti nelle accuse all’ex sindaco: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/255589

  14. aprile 21, 2012 alle 4:42 PM

    da La Nuova Sardegna, 21 aprile 2012
    CORRUZIONE A PORTOSCUSO. Per Puddu chiesto il giudizio immediato. (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. Accuse confermate: a Portoscuso c’era un giro di ragazze che si prostituivano in cambio dei sussidi di povertà e di lavoro saltuario. A gestirlo era Adriano Puddu, il potentissimo sindaco finito in carcere il 25 gennaio scorso ed oggi agli arresti domiciliari in un residence di Cagliari. Chiusa l’indagine, basata anche su intercettazioni dal contenuto imbarazzante, il pm Daniele Caria ha trasmesso al gip Giorgio Altieri la richiesta di giudizio immediato per tutte e tre le persone coinvolte: Puddu, l’assessore comunale ai servizi sociali Selena Galizia e il manager della Portoscuso srl Carlo Lolliri. Malgrado la sequenza di incidenti probatori e le indagini difensive l’impianto delle imputazioni è rimasto invariato: l’ex sindaco deve rispondere di corruzione, concussione, concussione sessuale, violenza sessuale, peculato, abuso d’ufficio, falso e voto di scambio. La Galizia soltanto di concussione sessuale per aver indirizzato i sussidi – stando alle accuse – sulle «amiche» di Puddu eseguendo puntualmente i suoi ordini. Lolliri è imputato di corruzione per la mazzetta da 9050 euro trovata a casa del sindaco il 30 marzo dell’anno scorso: sarebbe il compenso per l’impegno con cui Puddu cercava di sbloccare le aree coperte da usi civici in favore della Portoscuso srl, che voleva realizzarvi un parco eolico destinato ad alimentare lo stabilimento. Tutti e tre gli indagati sono stati sentiti – Puddu due volte – e hanno respinto con determinazione ogni accusa. La richiesta verrà ora esaminata dal giudice, che deciderà se ci sono gli estremi per saltare l’udienza preliminare e mandare gli indagati direttamente davanti al tribunale. La procedura è chiara: agli atti devono risultare elementi d’accusa sufficienti per tutte e tre le persone incriminate. Basta che la posizione di uno solo degli indagati non regga alla valutazione del gip perchè l’istanza venga respinta. In questo caso il procedimento ritornerebbe sui binari della procedura ordinaria e la Procura dovrebbe chiedere il rinvio a giudizio nel corso dell’udienza preliminare. La sostanza non cambierebbe, ma per Puddu a quel punto potrebbe scattare la scarcerazione. Finora però l’impianto accusatorio ha tenuto benissimo anche davanti al tribunale del riesame. Tempo qualche giorno e si saprà se il processo pubblico potrà celebrarsi prima dell’estate o in base al ruolo ordinario. Puddu è difeso dagli avvocati Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi, la Galizia da Guido Manca Bitti e Lolliri da Massimo Melis. Restano fuori da questo procedimento le posizioni di Sonia Cuccu, Cristian Tocco e Sergio Cuccu – accusati di favoreggiamento e di violenza per costringere alla falsa testimonianza – per i quali la Procura dovrebbe procedere a parte.

  15. luglio 10, 2012 alle 4:53 PM

    da La Nuova Sardegna on line, 10 luglio 2012
    Manca la carta per le fotocopie, slitta il processo in tribunale.
    Il disservizio è avvenuto al palazzo di giustizia di Cagliari: in aula l’amministratore delegato della Portovesme srl e l’ex assessore del comune di Portoscuso: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/07/10/news/manca-la-carta-per-le-fotocopie-slitta-il-processo-in-tribunale-1.5385824

  16. novembre 15, 2012 alle 2:57 PM

    da L’Unione Sarda, 15 novembre 2012
    Portoscuso. Sesso e mazzette, l’amministrazione sarà parte civile contro l’ex sindaco. Puddu e la notifica nascosta.
    Ecco perché il Comune non c’era alla prima udienza.
    Il Tribunale di Cagliari riapre i termini e l’amministrazione passa il conto: trecentomila euro la richiesta di risarcimento danni, anche d’immagine. (Maria Francesca Chiappe): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_146_20121115085752.pdf

    da La Nuova Sardegna, 15 novembre 2012
    Portoscuso parte civile contro l’ex sindaco. Il Comune partecipa al processo che vede Adriano Puddu imputato anche di concussione sessuale. (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. Persa la guida del municipio e finito in carcere, ora Adriano Puddu dovrà fare i conti anche con le richieste di risarcimento in arrivo dal «suo» Comune, quello di Portoscuso. I termini di legge per costituirsi nel giudizio erano scaduti da tempo, ma l’avvocato Toto Casula è riuscito a dimostrare al tribunale che il provvedimento di rinvio a giudizio firmato dal gup Giorgio Altieri e notificato immediatamente all’amministrazione sulcitana era finito per una sequenza di disguidi nell’archivio della casa comunale. Così, col parere positivo del pm Daniele Caria e l’opposizione dei difensori Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi, il presidente Mauro Grandesso ha accolto l’istanza di remissione in termini presentata dall’avvocato Casula e il Comune di Portoscuso potrà partecipare in veste di parte civile al dibattimento in cui Puddu deve rispondere di concussione sessuale, violenza sessuale, corruzione, abuso d’ufficio, falso, voto di scambio e altri reati dopo lo scandalo politico-boccaccesco che ha travolto la sua giunta l’estate dell’anno scorso. Resta sospesa invece la richiesta dei difensori di revocare la misura del divieto di dimora che impedisce da mesi a Puddu di frequentare il proprio paese: il tribunale si è riservato la decisione ma è molto probabile che sia positiva per l’imputato, considerato che la prossima udienza è stata fissata per il 6 febbraio dell’anno prossimo di fronte a un collegio giudicante in parte rinnovato. Rimarrà al suo posto il presidente e il giudice a latere Silvia Badas, mentre il giudice Giorgio Cannas sostituirà il collega Giampiero Sanna. Quella di ieri doveva essere l’udienza dedicata all’esame di Ugo Calledda, il capo del nucleo investigativo del Corpo Forestale che ha condotto l’inchiesta giudiziaria su delega del pm Caria. Se ne riparlerà a febbraio e si partirà proprio dalla trattazione dei fatti di corruzione addebitati a Puddu. Sarà in sostanza una fase processuale parallela al giudizio concluso l’altro ieri con la condanna a un anno e quattro mesi del manager della Portovesme srl Carlo Lolliri, colpevole per il gup Giuseppe Pintori di corruzione legata alla mazzetta da novemila euro versata nelle mani di Puddu in cambio dello sblocco delle terre a uso civico dell’ex Sard Invest.

    • novembre 17, 2012 alle 5:52 PM

      da La Nuova Sardegna, 17 novembre 2012
      PORTOSCUSO. Sesso e mazzette, l’ex sindaco Puddu può rientrare a casa.

      PORTOSCUSO. L’ex sindaco di Portoscuso Adriano Puddu può rientrare a casa. Lo ha deciso ieri mattina il collegio della Prima sezione penale del Tribunale, dopo l’istanza che era stata presentata l’altro giorno all’apertura del processo dagli avvocati Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi. Adriano Puddu è a processo con l’accusa di concussione sessuale, corruzione e altri reati nell’ambito dell’inchiesta sui favori sessuali pretesi dal primo cittadino in cambio di contributi concessi a donne in difficoltà che si rivolgevano agli uffici comunali dei Servizi sociali. Due giorni fa, all’apertura del procedimento, il Comune di Portoscuso era stato ammesso come parte civile al processo che si sta celebrando a Cagliari. Il processo è stato aggiornato al 6 febbraio prossimo con la sfilata dei testimoni chiamati dal collegio presieduto da Mauro Grandesso. E il primo testimone è di quelli importanti: si tratta del commissario della Forestale Ugo Calledda, che dovrà ricostruire i dettagli dell’indagine partita nel luglio del 20o10 dopo un esposto presentato da alcuni consiglieri comunali di Portoscuso. L’ex primo cittadino era stato arrestato il 28 gennaio scorso con l’accusa di essere implicato in un giro di tangenti che ruotava attorno al parco eolico che la Portovesme srl, industria che lavora fumi d’acciaieria, intende costruire in zona. Nella stessa inchiesta sono stati implicati l’amministratore delegato della Portovesme srl Carlo Lolliri (che ha patteggiato davanti al gup un anno e 4 mesi) e l’ax assessore Selena Galizia (assolta). Adriano Puddu, finito a processo, deve rispondere di corruzione ma anche di concussione sessuale e violenza sessuale per abuso di potere – oltre che di voto di scambio e falso – perché indagando sul giro di denaro la guardia forestale, coordinata dal pm Daniele Caria, avrebbe scoperto una serie di favori sessuali legati agli aiuti sociali. Durante l’udienza dello scorso 14 novembre, i difensori di Puddu hanno chiesto di revocare la misura cautelare che dal mese di gennaio impediva all’ex primo cittadino di mettere piede a Portoscuso. La decisione della corte è arrivata ieri e Puddu adesso può rientrare in paese.

  17. febbraio 7, 2013 alle 2:59 PM

    da L’Unione Sarda, 7 febbraio 2013
    «Novantamila euro di tangenti». Nuove accuse per Adriano Puddu. Clamoroso colpo di scena ieri nel processo contro l’ex sindaco. (Maria Francesca Chiappe): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20130207091731.pdf

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    da La Nuova Sardegna, 7 febbraio 2013
    LO SCANDALO DI PORTOSCUSO »IL PROCESSO. Nuove accuse per Puddu: le mazzette sono cinque. Contestata la corruzione per quasi centomila euro versati dalla Portovesme srl La ricostruzione della vicenda nel racconto in aula del commissario Ugo Calledda. (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. Non una, ma cinque mazzette incassate secondo il pm Daniele Caria dall’ex sindaco di Portoscuso Adriano Puddu, imputato di corruzione e di una sfilza di altri reati tra cui la concussione sessuale. Quasi centomila euro che la Portovesme srl gli avrebbe gentilmente versato in contanti per ottenere il via libera alla centrale eolica da costruire nell’area dell’ex Sardinvest, gravata da usi civici. E’ stato nel finale dell’udienza di ieri, davanti al tribunale presieduto da Mauro Grandesso – a latere Giorgio Cannas e Silvia Badas, il collegio è stato cambiato – che il magistrato dell’accusa ha annunciato la modifica di uno dei capi d’imputazione a carico di Puddu: se fino a ieri gli veniva contestata l’ormai risaputa mazzetta da 9050 euro, quella che ha portato alla condanna in abbreviato del manager della Portovesme srl Carlo Lolliri, ora in tribunale dovrà stabilire se è vero che si è trattato di «più dazioni» di denaro. Quindi una sequenza di mazzette, che partirebbero dal 2008 fino a quella trovata il 31 marzo 2011 dalla Forestale nella camera da letto del sindaco in una perquisizione in cui si cercava una pistola, con l’imbarazzante tentativo di fuga del sindaco. I difensori Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi hanno chiesto i termini a difesa, come prevede il diritto processuale. Ora dovranno cercare di smontare quanto il commissario Ugo Calledda, che ieri è stato sentito per l’intera mattinata, ha documentato davanti ai giudici: quattro versamenti in contanti all’Unicredit, eseguiti da Puddu. Grosse somme, da cinque a cinquantamila euro in banconote da 500, 200 e 50 euro, che non sarebbero giustificate da operazioni di vendita immobiliari, l’attività privata dell’ex sindaco. Calledda è stato preciso nella ricostruzione dell’inchiesta, partita dall’esposto presentato il 15 luglio 2011 da sei consiglieri comunali che tentavano di opporsi alla cessione dell’area ad usi civici dove la Portovesme srl voleva realizzare il parco eolico. Il capo del nucleo investigativo del Corpo forestale ha ricordato come Puddu sia sbucato da sotto il tavolo durante la trattativa nello studio dell’avvocato Romita, per la vendita dell’area dalla società Bellosino a Glencore. Poi la sfiducia a due assessori, tra cui l’attuale sindaco Giorgio Alimonda, che contrastavano il progetto e gli scontri con Valeria Sanna, che racconterà di quella visita agli uffici della Portovesme in cui Puddu avrebbe ricevuto i 9050 euro. Nel finale dell’udienza i difensori hanno insistito sull’attendibilità dei tabulati telefonici che per l’accusa dimostrano come il sindaco, quella mattina di fine marzo 2011, si sia recato alla Portovesme, circostanza che l’imputato ha negato. Si va avanti il 12 aprile.

  18. Maggio 9, 2013 alle 2:55 PM

    da La Nuova Sardegna, 9 maggio 2013
    Processo Puddu, parla il sindaco. Alimonda: «Il parco eolico? Inutile». Ricostruita in tribunale la vicenda dell’area Sarda Invest. Dopo la condanna per corruzione Carlo Lolliri sceglie il silenzio. (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. Quella dell’ex Sarda Invest è la sola area ancora allo stato naturale di Portoscuso, un paese stretto nella morsa degli stabilimenti industriali. Per questo bisognava proteggerla e buona parte del consiglio comunale si batteva perché restasse a disposizione dei cittadini anche prima che si scoprissero i vincoli imposti dagli usi civici. Il sindaco Adriano Puddu però aveva altri progetti: per lui in quello spazio di campagna doveva sorgere un parco eolico destinato ad alimentare la Portovesme srl. E’ stato l’attuale sindaco Giorgio Alimonda a spiegarlo al tribunale, sollecitato dal pm Daniele Caria, al processo che vede imputato Puddu per corruzione, concussione sessuale, violenza sessuale e altri reati. Nel 2010 Alimonda era vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, deleghe pesanti che gli vennero tolte dal capo dell’esecutivo non appena il dissenso sul destino dell’area divenne manifesto: «C’era una bozza di accordo di programma che prevedeva la cessione dei 50 ettari dell’ex Sarda Invest con progetti di edificazione e altro – ha spiegato Alimonda – e su quell’operazione io chiesi spiegazioni perché secondo me quelle aree dovevano restare com’erano e non c’era alcun interesse pubblico nella cessione». Il progetto per la pale eoliche era «molto impattante – ha detto ancora il sindaco Alimonda – e soprattutto il paese sarebbe risultato chiuso ad anello da attività industriali». Con quella di Alimonda saltò anche la delega dell’assessore Santus («suppongo per le stesse ragioni») e un mese dopo si venne a sapere («lo comunicò Angelo Cremone») che l’ex Sarda Invest era gravata da usi civici. Ed è qui che nacque il braccio di ferro con Puddu: «Il sindaco negò l’esistenza dei vincoli – ha spiegato ancora Alimonda – ma poi portò in consiglio comunale un’istanza di sclassificazione dell’area». Secondo l’accusa, Puddu lavorava per consegnare le aree alla Portovesme srl, in cambio il manager dell’azienda metallurgica Carlo Lolliri gli diede almeno una mazzetta da novemila euro – per la quale è stato condannato a conclusione del giudizio abbreviato, colpevole di corruzione – e il sindaco lo accompagnò a Roma per gestire le trattative con Glencore, la casa madre della Portovesme srl. Controesaminato dai difensori Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi, il sindaco Alimonda ha confermato che sull’area ex Sarda Invest era stato ipotizzato un progetto già nel 2008, che prevedeva la permuta con un terreno da 64 ettari a Capo Altano, un milione e mezzo per il Comune e la produzione di energia pulita: «Era solo una delibera di indirizzi – ha precisato Alimonda – approvata per non perdere i certificati verdi». Confermata la sussistenza dei vincoli per usi civici dal responsabile regionale del settore Giulio Capobianco, il consigliuere provinciale Angelo Cremone ha ribadito come l’opposizione al progetto eolico fosse compatta: «Eravamo in cinque – ha detto al tribunale presieduto da Mauro Grandesso – e abbiamo presentato un esposto in Procura già prima di sapere che c’erano i vincoli. Poi ancora una denuncia e numerose dichiarazioni pubbliche, abbiamo informato i consiglieri firmatari della delibera per la cessione dell’area che quell’operazione non si poteva fare». Cremone ha parlato anche dei viaggi compiuti da Puddu con Lolliri («gli chiedevo se per caso si stesse occupando di quell’operazione») mentre le sorelle romane Mariella e Paola Damiani, proprietarie di una quota delle aree, hanno spiegato di aver delegato qualsiasi questione riguardasse la loro proprietà al commercialista Gianfrancesco Guiso Gallisai. Ieri doveva essere la giornata di Carlo Lolliri, ma attraverso l’avvocato Massimo Melis il manager ha dichiarato di volersi avvalere della facoltà di non rispondere: è imputato di reato connesso. Il dibattimento andrà avanti il 18 settembre con l’esame di dieci testimoni della difesa, tra cui il governatore Ugo Cappellacci e l’assessore Giorgio Oppi che dovranno spiegare quali fossero i progetti della Regione sulla vicenda del parco eolico.

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    da L’Unione Sarda, 9 maggio 2013
    Portoscuso. Sesso e mazzette: entra nel vivo il processo ad Adriano Puddu. «Dissi no all’eolico e mi cacciò». Il sindaco Giorgio Alimonda contro il suo predecessore. (Maria Francesca Chiappe): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20130509085334.pdf

  19. settembre 18, 2013 alle 6:17 PM

    da Sardinia Post, 18 settembre 2013
    “Non ricordo…”. Le amnesie di Cappellacci al processo sull’eolico a Portoscuso: http://www.sardiniapost.it/cronaca/non-ricordo-le-amnesie-di-cappellacci-al-processo-su-eolico-a-portoscuso/

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    da Cagliari Globalist, 18 settembre 2013
    Portoscuso, processo per l’ex sindaco: Cappellacci in aula.
    Adriano Puddu è accusato di corruzione per una presunta mazzetta ricevuta dall’amministratore della Portovesvme srl. In aula anche Giorgio Oppi: http://cagliari.globalist.it/Detail_News_Display?ID=86641&typeb=0&Portoscuso-processo-per-l-ex-sindaco-Cappellacci-in-aula-

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    da L’Unione Sarda on line, 18 settembre 2013
    Processo all’ex sindaco di Portoscuso. Sfilata di politici nell’aula del Tribunale: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/09/18/processo_all_ex_sindaco_di_portoscuso_sfilata_di_politici_nell_aula_del_tribunale-6-330101.html

  20. settembre 19, 2013 alle 2:51 PM

    da La Nuova Sardegna, 19 settembre 2013
    IL PROCESSO PUDDU. Cappellacci e Oppi in aula: «A Portoscuso niente eolico». (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. L’area ex Sarda Invest che l’ex sindaco di Portoscuso voleva cedere alla Portovesme srl per farne un parco eolico da cinquanta aerogeneratori era protetta da un vincolo come sito di interesse comunitario (Sic). L’ha detto, nella sorpresa generale, il governatore Ugo Cappellacci, chiamato in tribunale come persona informata sui fatti al processo pubblico in cui Adriano Puddu è imputato di concussione, corruzione, abuso d’ufficio, concussione sessuale, violenza sessuale e voto di scambio. Dopo di lui è stato l’ex assessore regionale all’ambiente Giorgio Oppi a confermare un elemento che mancava all’accusa, finora ancorata alla certezza che l’area fosse interdetta a causa dei vincoli per usi civici. Cappellacci e Oppi sono stati chiamati in aula dai difensori di Puddu, gli avvocati Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi. Ma la loro testimonianza ha dato nuovi argomenti anche al pubblico ministero Daniele Caria, che ha preso atto della novità, documentata dagli atti che il presidente della Regione e l’ex assessore hanno messo a disposizione del tribunale. Attorno all’area dell’ex Sarda Invest ruota in parte l’accusa: Puddu, stando alla Procura, si sarebbe impegnato su ogni fronte per eliminare qualsiasi tutela dai terreni vicini al paese e consegnarli alla Portovesme srl e il manager dell’azienda metallurgica Carlo Lolliri è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione col giudizio abbreviato per aver «oliato» il sindaco di Portoscuso con una mazzetta da novemila euro. Il progetto era di realizzare un impianto eolico utile a tagliare i costi dell’energia elettrica per la Portovesme srl, progetto che – hanno confermato Cappellacci e Oppi – era stato inizialmente avallato anche dalla Regione: «L’idea era di procedere su due step – ha spiegato il governatore, rispondendo alle domande dell’avvocato Iai – per mettere in piedi il parco eolico, in un quadro generale in cui la Regione intendeva promuovere l’uso di energie alternative. Ci sono state riunioni, i verbali sono disponibili. Ma quando ci siamo resi conto che quell’area era gravata da vincolo come zona Sic, i discorso si è chiuso. C’era anche il Ppr, nessuna possibilità di rimuovere i vincoli». Sulla stessa linea Giorgio Oppi, che seguì in parte la vicenda – tra il 2009 e il 2011 – nei periodi in cui era assessore all’ambiente: «Le basi per realizzare quello ed altri impianti eolici l’abbiamo messa modificando la legge 118 – ha spiegato l’esponente dell’Udc al tribunale – in modo da prevedere che un’azienda consumatrice potesse anche produrre energia. Ma quando è stato accertato che quella era una zona Sic e c’erano i divieti del Ppr, non si è fatto nulla». Entrambi i testimoni hanno detto ai giudici – presidente Mauro Grandesso – di non aver saputo nulla, se non di recente, sull’esistenza degli usi civici in quelle terre di Portoscuso. Il dibattimento è andato avanti con altri testimoni, tra cui l’ex assessore Valeria Sanna, prima accusatrice di Puddu anche sul fronte dei reati sessuali. Chiamata dalla difesa – l’accusa la sentirà più avanti – ha confermato come il sindaco mettesse «sempre di mezzo il sesso» in qualsiasi argomento e ha raccontato che Puddu le aveva promesso una rapida carriera attraverso l’amicizia con Lolliri: «Sei una bella ragazza, vedrai…». Il rapporto fra i due s’interruppe quando la Sanna si oppose al progetto per l’impianto eolico che stava tanto a cuore al sindaco. E la Sanna ha ribadito che la mattina del 31 marzo 2011, quando secondo l’accusa Puddu si recò alla Portovesme a ritirare la mazzetta, fu visto «da una ragazza» di cui la Sanna non ha fatto il nome. Fu invece un giovane, Mattia Rivano, a parlare dell’arma che il sindaco teneva in campagna: la difesa ha chiesto di sentirlo.Si va avanti l’8 novembre.

  21. Maggio 6, 2014 alle 4:23 PM

    da CagliariPad, 6 maggio 2014
    Eolico a Portovesme, assolto l’ad Lolliri.
    La Corte d’appello di Cagliari ha riformato la sentenza di condanna ad un anno e quattro mesi dell’amministratore delegato della Portovesme srl. In primo grado era stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=8513

  22. giugno 18, 2014 alle 9:09 PM

    c’è un aggiornamento della vicenda.

  23. shardana
    giugno 18, 2014 alle 11:39 PM

    In che senso……..si sono resi conto che l’innominato alla fine non era poi così pulito?Oppure ************ ha vuotato il sacco sulla cricca che da anni gestisce il malaffare industriale e si arricchisce speculando con la salute della gente?Se volete la ripresa del sulcis togliete di mezzo il marciume che gestisce gli smaltimenti fuorilegge e i loro complici nelle istituzioni.Guardia di finanza fateci respirare,solo voi potete farlo

  24. giugno 23, 2014 alle 2:52 PM

    da L’Unione Sarda, 23 giugno 2014
    L’opposizione chiede l’intervento della Procura della Repubblica. Usi civici a Portoscuso, battaglia a colpi di esposti. (Roberto Ripa): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20140623091500.pdf

  25. ottobre 2, 2014 alle 2:55 PM

    da L’Unione Sarda, 2 ottobre 2014
    PORTOVESME. Eurallumina, il bacino è in un’area a uso civico. (Antonella Pani): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20141002090249.pdf

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    PORTOSCUSO. È stata attivata la procedura per stabilire il danno ambientale
    Portovesme, per il ministero è arrivata l’ora dei risarcimenti: http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20141002090213.pdf

  26. ottobre 21, 2014 alle 10:55 PM

    da L’Unione Sarda, 21 ottobre 2014
    Corruzione e violenza sessuale.
    Processo all’ex sindaco di Portoscuso: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2014/10/21/corruzione_e_violenza_sessuale_processo_all_ex_sindaco_di_portosc-6-391876.html

  27. novembre 21, 2016 alle 2:58 PM

    A.N.S.A., 21 novembre 2016
    Favori sessuali, condannato ex sindaco.
    Cagliari, 6 anni e 4 mesi a Puddu. Più interdizione perpetua. (http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/11/21/favori-sessuali-condannato-ex-sindaco_a299f197-3492-4200-821a-0010ae3d4d7c.html)

    Sei anni e quattro mesi di reclusione per induzione indebita a dare o promettere utilità, reato così riformulato dal collegio giudicante, ma assolto perché il fatto non sussiste da altre pesanti contestazioni. L’ex sindaco di Portoscuso, Adriano Puddu, è stato condannato dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Cagliari. L’ex primo cittadino è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e sospeso dal diritto elettorale.

    Il pm Daniele Caria, a gennaio, aveva completato la sua requisitoria con la richiesta di condanna a sei anni per corruzione (poi derubricata dallo stesso magistrato in abuso d’ufficio), concussione sessuale e violenza sessuale, favoreggiamento della prostituzione, tentato peculato e voto di scambio. Oggi con la sentenza, gran parte dei reati contestati a Puddu sulla corruzione e concussione sono caduti: il collegio presieduto da Mauro Grandesso lo ha assolto perché il fatto non sussiste.

    Tuttavia i giudici, nella loro camera di consiglio durata poco più di un’ora, hanno deciso di introdurre il reato di “induzione a dare o promettere utilità”, per il quale è prevista una pena da 3 a 10 anni, contestando anche la continuazione. Sei dei tredici capi di imputazione sono stati ricondotti a questa ipotesi accusatoria: tre concussioni sessuali, una violenza sessuale, un caso di favoreggiamento della prostituzione e uno di corruzione elettorale.

    L’inchiesta era partita da una presunta tangente che l’allora sindaco avrebbe incassato per un progetto di parco eolico proposto dalla Portovesme Srl, ma anche da una serie di favori sessuali che Puddu avrebbe preteso da giovani donne in difficoltà economiche assistite dal Comune in cambio di sostegno in denaro da parte dei servizi sociali.

    Assolto con formula piena dall’accusa di corruzione Carlo Lolliri, amministratore delegato della Portovesme Srl, presunto erogatore della tangente. Soddisfatto del verdetto l’avvocato di parte civile Salvatore Casula, mentre i difensori di Puddu, Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi, aspetteranno 90 giorni per le motivazioni prima di decidere se impugnare la sentenza.

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    da L’Unione Sarda, 21 novembre 2016
    Portoscuso, sei anni all’ex sindaco Puddu. I giudici elevano la pena chiesta dal pm: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/11/21/portoscuso_sei_anni_all_ex_sindaco_puddu_i_giudici_aumentano_le_r-68-548843.html

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    da La Nuova Sardegna, 21 novembre 2016
    Sesso in cambio di sussidi, condannato l’ex sindaco di Portoscuso.
    Per Adriano Puddu sei anni e quattro mesi di reclusione, ma assoluzione da altre pesanti accuse perché il fatto non sussiste: http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2016/11/21/news/favori-sessuali-condannato-l-ex-sindaco-di-portoscuso-1.14446762

  28. Carlo Forte
    novembre 21, 2016 alle 4:25 PM

    Mi chiedo come il grande corruttore abbia potuto rimanere fuori dalla storia.Potere della chiesa,grande madre che tutto permette al suo figliolo prediletto?Oppure paura che si sollevi il velo sull’operato di un branco di delinquenti?Ci penserà l’inferno ad inghiottirvi e il materiale radioattivo che avete smaltito vi inghiottirà.Ave

  29. febbraio 9, 2022 alle 2:50 PM

    A.N.S.A., 8 febbraio 2022
    Ex sindaco Portoscuso condannato a 4 anni per favori sessuali.
    Dopo annullamento Cassazione, processo-bis in appello a Cagliari. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2022/02/08/ex-sindaco-sardo-condannato-a-4-anni-per-favori-sessuali_48e22271-214d-4c28-ba47-3512be128921.html)

    Un anno e mezzo fa la Cassazione aveva annullato la condanna a sei anni e quattro mesi di reclusione per induzione indebita a dare o promettere utilità, facendo cadere l’accusa di violenza sessuale.

    Nel processo-bis in Corte d’appello a Cagliari, i giudici hanno rideterminato in 4 anni di reclusione la condanna all’ex sindaco di Portoscuso, Adriano Puddu, accusato di aver ottenuto favori sessuali da giovani donne assistite dai Servizi sociali in cambio di aiuti da parte del Comune.

    La nuova condanna, arrivata dopo una lunga camera di consiglio, potrebbe consentire all’ex amministratore del Sulcis – difeso dagli avvocati Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi Puddu – di ottenere misure alternative al carcere.

    L’inchiesta era partita da una presunta tangente che l’allora sindaco avrebbe incassato per un progetto di parco eolico proposto dalla Portovesme Srl, ma anche da una serie di favori sessuali che Puddu avrebbe preteso da giovani donne in difficoltà economiche assistite dal Comune in cambio di sostegno in denaro da parte dei servizi sociali.

    Assolto con formula piena dall’accusa di corruzione Carlo Lolliri, amministratore delegato della Portovesme Srl, presunto erogatore della tangente, l’ex sindaco era finito sotto processo. Già in primo grado, l’allora amministratore era stato assolto sia dall’ipotesi di aver intascato una mazzetta che da molti reati legati alla concussione. I giudici del Tribunale lo avevano invece condannato per “induzione a dare o promettere utilità”, violenza sessuale e corruzione elettorale. Confermata in appello quella sentenza, la Cassazione aveva parzialmente accolto il ricorso dei difensori, facendo cadere la più grave delle presunte violenze sessuali.

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    da L’Unione Sarda, 8 febbraio 2022
    Sesso in cambio di aiuti dai servizi sociali, 4 anni all’ex sindaco di Portoscuso.
    La Corte d’Appello, decaduta l’accusa di violenza sessuale, ha rideterminato la pena di Adriano Puddu. (Francesco Pinna): https://www.unionesarda.it/news-sardegna/sulcis-iglesiente/sesso-in-cambio-di-aiuti-dai-servizi-sociali-4-anni-allex-sindaco-di-portoscuso-wll43vun

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    da La Nuova Sardegna, 8 febbraio 2022
    All’ex sindaco di Portoscuso quattro anni per favori sessuali: https://www.lanuovasardegna.it/cagliari/cronaca/2022/02/08/news/all-ex-sindaco-di-portoscuso-quattro-anni-per-favori-sessuali-1.41210745

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