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Sardara, il cantiere per l’allevamento intensivo bovino è privo delle necessarie valutazione ambientali.


Sardara, S. Maria de is Acquas, cantiere per maxistalla bovina (nov. 2025)

A Sardara, nelle campagne vicino alle sorgenti termali di Santa Maria de is Acquas, sta sorgendo il cantiere per la realizzazione di una mega-stalla per l’allevamento intensivo di un migliaio di bovini per conto della Cooperativa Produttori Arborea.

Non sono stati visti in zona cartelli “inizio lavori” e, analogamente, non si hanno informazioni su consumi idrici, smaltimento dei reflui, potenziale inquinamento da nitrati.

Come noto, ai sensi della direttiva n. 91/676/CEE per la protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole  la Regione autonoma della Sardegna ha individuato nell’area di Arborea una Zona Vulnerabile da Nitrati proprio per la massiccia presenza di allevamenti bovini e dei relativi liquami.

bovini in spiaggia, Fortunatamente per loro non sono in un allevamento intensivo

Il Servizio Valutazione Impatti e Incidenze Ambientali della Regione autonoma della Sardegna ha risposto (nota prot. n. 34320 del 24 novembre 2025) alla specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti inoltrata dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) per verificare la sussistenza o meno delle necessarie autorizzazioni amministrative in merito all’allevamento intensivo di bovini e ha comunicato che in relazione “al menzionato ‘allevamento intensivo in capannone di bovini’ in località S. Maria Acquas nel Comune di Sardara … non è stata avviata/svolta alcuna procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.)”.

Il Servizio regionale competente ricorda che “gli impianti per gli allevamenti intensivi di bovini sono assoggettati alla procedura di verifica di assoggettabilità alla V.I.A. di competenza se ascrivibili alla categoria 1 c) ‘impianti per l’allevamento intensivo di animali il cui numero complessivo di capi sia maggiore di quello derivante dal seguente rapporto: 40 quintali di peso vivo di animali per ettaro di terreno funzionalmente asservito all’allevamento […]’ di cui all’Allegato IV alla parte seconda del vigente D.Lgs. 152/06.”.

Il GrIG, in caso di assenza del preventivo della necessaria e vincolante procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), ha chiesto l’annullamento delle autorizzazioni eventualmente emanate illegittimamente e l’irrogazione delle sanzioni di legge.

In ogni caso, allevamenti intensivo di tali dimensioni dovrebbero trovare ubicazione più opportuna in area industriale, non in un’area agricola con varie residenze e attività termali presenti.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Cardellini (Carduelis carduelis)

(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Emigrato sardarese
    Emigrato sardarese
    novembre 25, 2025 alle 8:02 am

    Sì, le stalle vanno fatte nei siti industriali e i pollai negli stabilimenti balneari così i turisti possono giocare con le galline. Ma siete seri?????

    • Avatar di Raffaella Venturi
      Raffaella Venturi
      novembre 25, 2025 alle 9:52 am

      Il GrIG è serissimo, Quanto l’ennesimo scempio che sta ponendo all’attenzione di tutti noi sardi e non sardi, emigrati e stanziali.

    • Avatar di capitonegatto
      capitonegatto
      novembre 25, 2025 alle 1:16 PM

      Caro emigrato, non e’ questione di fare questo impianto nel sito industriale o al mare, dove magari i nostri cari bovini, avrebbero aria piu’ pura. Il problema e’ sempre lo stesso, chi di dovere : Sindaco, e su a salire, dovrebbero dare i permessi a costruire solo quando c’e’ la valutazione ambientale e il permesso a costruire, e chi non ce l’ha deve chiederle e ottenerle , prima di iniziare qualsiasi attivita’. Basta sanare gli abusi a babbo morto !!

    • novembre 25, 2025 alle 10:26 PM

      illustre anonimo, le norme si rispettano, pure a Sardara.
      Buona serata.

      Stefano Deliperi

  2. Avatar di giulio
    giulio
    novembre 25, 2025 alle 2:10 PM

    l’allevamento intensivo di bovini come succede in lombardia o veneto ad esempio e anche ad Arborea, comporta un consumo enorme di acqua ma non per i bovini ma per la coltivazione intensiva del mais, il quale poi ovviamente non finisce per fare pop-corn ma viene “trinciato” cioè l’intera pianta dal gambo inferiore alla sommità viene triturata e mescolata ad altri elementi per fare il mangime altamente proteico da dare ai bovini, questo provoca inquinamento delle acque dei terreni (con i fitofarmaci) e inquinamento da nitrati delle acque potabili

    ma d’altronde se vogliamo il latte e latticini e se vogliamo l’hamburger nel panino o se vogliamo la bella bistecca con l’osso questo è…

  3. novembre 25, 2025 alle 3:05 PM

    da Cagliari Today, 25 novembre 2025

    Il nuovo allevamento intensivo di bovini è un caso: “Nessuna procedura di valutazione ambientale”.

    Il progetto prevede la realizzazione di una mega-stalla destinata all’allevamento intensivo di circa un migliaio di bovini.

    _________________________

    da Casteddu online, 25 novembre 2025

    Sardara, le accuse del Grig: “Il cantiere per l’allevamento intensivo è privo delle valutazioni ambientali. Annullate le autorizzazioni e sanzionate”.

    Nel mirino degli ambientalisti il cantiere per la realizzazione di una mega stalla per l’allevamento intensivo di un migliaio di bovini per conto della Cooperativa Produttori Arborea.

  4. Avatar di Giovanni
    Giovanni
    novembre 26, 2025 alle 9:08 PM

    Ma siete sicuri di quello che state dicendo? A me francamente sembra un semplice deposito di materiali. E poi se una stalla rispetta il limite dei 40 quintali ettaro perché dovrebbe necessitare della VIA?

    • novembre 26, 2025 alle 9:24 PM

      Il Servizio Valutazione Impatti e Incidenze Ambientali della Regione autonoma della Sardegna ha affermato (nota prot. n. 34320 del 24 novembre 2025) che la procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. dev’essere fatta.
      Ne prenda atto.
      Buona serata.

      Stefano Deliperi

      • Avatar di Giovanni
        Giovanni
        novembre 26, 2025 alle 9:30 PM

        In realtà da quello che ha scritto il Grig si legge che va fatta se l’allevamento supera i 40 quintali di peso vivo a ettaro. Avete verificato o meno il rispetto di questo limite prima di fare accuse così pesanti all’azienda?

      • novembre 26, 2025 alle 10:03 PM

        immagino che lei comprenda quello che legge: l’articolo parla chiaramente dell’istanza di accesso civico e informazioni ambientali proprio per capire di che cosa si tratta e della risposta pervenuta dal Servizio regionale Valutazioni e Incidenze Ambientali.
        Nulla di più e nulla di meno.
        Buona serata.

        Stefano Deliperi

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