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Siamo più di 50 mila a chiedere lo stop alla caccia, firma e fai firmare la proposta di legge d’iniziativa popolare!


Com’è noto, il 20 giugno 2025 è stato depositato al Senato della Repubblica il disegno di legge “Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio a iniziativa dei senatori Malan, Romeo, Gasparri, Salviti.

Si tratta – con qualche depurazione minima – dell’ignobile testo predisposto dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, ma ritenuto indigeribile dal Governo Meloni e quindi non proposto formalmente dal Governo.

Orso bruno (Ursus arctos)

Ben 44 Associazioni ambientaliste, animaliste, ecologiste avevano preso posizione nettamente contraria a tale disegno di legge distruttivo della fauna selvatica e della stessa sicurezza pubblica.

Ora siamo sempre di più e la battaglia continua, senza tregua, in Parlamento e in tutta Italia.

Come contrappeso, per far sentire la voce della stragrande maggioranza degli Italiani contrari alla caccia e, soprattutto, contrari al vergognoso disegno di legge proposto da esponenti della maggioranza governativa al Senato, abbiamo a disposizione lo strumento previsto dalla Costituzione della “proposta di legge di iniziativa popolare” (art. 71 Cost.).

Sono necessarie almeno 50 mila firme entro sei mesi, ma possiamo – e dobbiamo – essere in numero maggiore, per dare maggiore forza alla proposta di legge d’iniziativa popolare.

Daino (Dama dama)

Al 12 agosto siamo già più di 50 mila ad aver sottoscritto la proposta di legge d’iniziativa popolare, che senz’altro sarà depositata.

Ma vogliamo esser ancora in numero maggiore.

Le associazioni nazionali animaliste ENPA, LAC, LAV, Animalisti Italiani, LNDC Animal Protection e OIPA hanno promosso l’iniziativa, depositando presso la Corte di cassazione il testo della proposta di legge d’iniziativa popolare, in seguito pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale: ora è presente sulla piattaforma webgratuita del Ministero della Giustizia, dove ogni cittadino può firmare mediante il proprio SPID o con la Carta d’Identità Elettronica.

Firmare è semplice, non comporta alcun costo e viene rilasciata la certificazione della propria sottoscrizione: qui sono spiegate le modalità.

Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) aderisce e sostiene la proposta di legge d’iniziativa popolare contro la caccia.

Quando la depositeremo dovrà essere oggetto dell’esame in Parlamento al pari e in contemporanea all’ignobile disegno di legge proposto da esponenti della maggioranza governativa al Senato, in quanto sulla stessa materia.La nostra proposta di legge d’iniziativa popolare sarà, quindi, iscritta all’ordine del giorno delle Commissioni e delle Auledel Senato della Repubblica e dellaCamera dei Deputati. 

Firma e fai firmare la proposta di legge d’iniziativa popolare contro la caccia, firma e fai firmare per la civiltà!

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

qui si può firmare la proposta di legge d’iniziativa popolare contro la caccia.

qui sono spiegate le modalità per la firma.

Capriolo (Capreolus capreolus)

STOP CACCIA! STOP UCCISIONI DEGLI ANIMALI PER DIVERTIMENTO

proposta di Legge di iniziativa popolare

ART. 1

(Soggetti di tutela)

1. In applicazione dell’articolo 9, terzo periodo, dei principi fondamentali della Repubblica elencati nella Costituzione, dell’articolo 13 del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea che considera gli animali esseri senzienti e in recepimento delle direttive europee 2009/147/CE relativa alla conservazione degli uccelli selvatici, e 92/43/CEE sulla conservazione degli habitat e della flora e fauna selvatiche, la presente Legge è volta alla tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali selvatici, del loro diritto alla vita e alla dignità, anche nell’interesse delle future generazioni.

2. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale e internazionale e ne fanno parte tutti gli animali selvatici dei quali esistono popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio nazionale.

ART. 2

(Tutela della specie Lupo e della specie Orso)

1. Lo Stato promuove, assicura e garantisce, anche d’intesa con le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, la convivenza con i Lupi (Canis lupus) e gli Orsi (Ursus arctos) e la loro protezione, anche quali esseri senzienti, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, dell’articolo 13 del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, dell’articolo 9 terzo comma della Costituzione e delle altre discipline internazionali europee e nazionali in materia.

2. In attuazione dell’articolo 12 della Convenzione di Berna, sulla Conservazione della Vita Selvatica e degli Habitat naturali in Europa, a prescindere da eventuali modifiche della Direttiva europea relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, con la presente legge si sancisce l’appartenenza delle specie Lupo (Canis lupus) e Orso (Ursus artcos), su tutto il territorio nazionale, al genere delle specie animali che richiedono uno speciale regime di protezione.

ART. 3

(Divieti)

1. L’attività venatoria è vietata in tutto il territorio nazionale

2. Costituisce attività venatoria qualsiasi attività di cattura o abbattimento di animali selvatici, anche nati o allevati in cattività, nonché l’esibizione di rapaci e altri animali selvatici, con qualunque mezzo, a fini ludici, alimentari, commerciali, di controllo o di gestione.

3. Le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, in caso di grave e comprovato pericolo per l’incolumità umana o di accertati danni materiali ad attività agricole, provvedono alla gestione delle specie di fauna selvatica, ricorrendo esclusivamente a metodi non cruenti e non letali. Le suddette attività non costituiscono esercizio di attività venatoria.

4. Le attività di cui al comma 3 sono supervisionate e coordinate dagli agenti dei corpi di polizia regionale, provinciale o locale, i quali per l’attuazione possono avvalersi del personale del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri.

ART. 4

(Aree protette)

1. Le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, anche in ossequio al Regolamento (UE) 2024/1991 europeo per il ripristino della natura, entro 180 giorni dalla pubblicazione della presente Legge, attuano piani per il ripristino del 90% degli habitat degradati entro il 2050, anche ricomprendendo quei territori all’interno delle aree protette.

ART. 5

(Sanzioni)

1. Chiunque cagioni la morte di un animale selvatico in violazione delle disposizioni di cui alla presente Legge è punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 50.000 a 150.000 euro.

2. Chiunque cagioni una lesione ad un animale selvatico in violazione delle disposizioni di cui alla presente Legge è punito con la reclusione da 1 a 5 anni e con la multa da 25.000 a 75.000

3. Gli animali coinvolti nelle condotte di cui al presente articolo sono ove possibile liberati e reimmessi in natura o in caso di impossibilità alla liberazione sono affidati a Centri di recupero della fauna selvatica.

4. E’ sempre ordinata la confisca dei mezzi impiegati per commettere una o più violazioni alla presente Legge ed è disposta l’interdizione dalle attività di gestione, di allevamento, trasporto e commercio di animali per il responsabile.

ART. 6

(Disposizioni finali)

1. E’ abolita qualsiasi disposizione contraria con le previsioni di cui alla presente legge. È abrogato l’articolo 842 del Codice Civile.

Lupo (Canis lupus)

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di observant096c9b93c3
    observant096c9b93c3
    agosto 13, 2025 alle 6:58 am

    Anni fa ne abbiamo fatto uno e vinto ma ls caccia è continuata come prima anche grazie a lobby molto potenti come i produttori di armi

  2. settembre 17, 2025 alle 7:32 PM

    da Il Corriere della Sera, 17 settembre 2025

    Caccia, 55 associazioni dicono no al ddl «sparatutto». «Danneggia l’ambiente e la natura, non votatelo».

    Appello ai parlamentari di tutte le forze politiche: «È contro la Costituzione e le norme europee». In campo non solo ambientalisti ma anche gruppi scientifici ed escursionistici. (Alessandro Sala)

    Una marcia a tappe forzate con sedute anche notturne e senza limiti di orario. Un extra lavoro per i senatori chiamati ad affrontare, per ora in commissione, il progetto di legge di riforma dell’attività venatoria che prevede un forte allargamento delle maglie nelle limitazioni su calendari e specie cacciabili e che punta a spostare a livello regionale e politico le principali decisioni in materia. Questa calendarizzazione così serrata ha sollevato la protesta dei gruppi di opposizione ma anche di un cartello di 55 associazioni ambientaliste e animaliste, ma anche scientifiche ed escursionistiche, che operano su tutto il territorio nazionale e che si sono unite nella protesta contro un provvedimento che ritenevano già sbagliato nel merito e che era già stato ribattezzato «sparatutto». E che ora contestano anche nel metodo, visto che la stessa solerzia non viene applicata in Parlamento per altri provvedimenti, anche quelli che richiederebbero una maggiore urgenza. 

    «Mentre la biodiversità versa in una crisi senza precedenti e l’agricoltura italiana affronta sfide epocali dai cambiamenti climatici alla crisi dei mercati – scrivono in una nota congiunta le 55 organizzazioni  –  il Senato della Repubblica viene paralizzato da sedute fiume imposte per accelerare l’approvazione del Ddl Caccia, un provvedimento che non è né urgente né prioritario, anzi dannoso per il Paese». Una critica viene mossa direttamente al presidente della commissione Agricoltura, Luca De Carlo, di Fratelli d’Italia, che ha stabilito due convocazioni giornaliere: una alle 8 del mattino e l’altra notturna, a partire dalle 19 ma senza termini di chiusura. Secondo le associazioni si tratta di una forzatura finalizzata solo a portare a casa dei risultati parziali – la legge dovrà poi passare al vaglio dell’aula e poi ripetere l’iter anche alla Camera, per cui ha davanti un iter parecchio lungo – da potere spendere durante le prossime campagne elettorali per le Regioni. Del resto la caccia è un tema che ha un grande risvolto proprio a livello regionale e lo stesso disegno di legge, come accennato, punta a dare agli enti locali maggiori poteri sulla determinazione dei calendari venatori. 

    «Questo disegno di legge non risponde ad alcuna necessità reale – puntualizzano le associazioni firmatarie -. Non tutela gli agricoltori, come falsamente sostenuto dalla propaganda governativa, ma al contrario li espone a nuove criticità. Non sostiene i territori, ma li trasforma in un’arena di caccia senza regole. Non garantisce, paradossalmente, nemmeno i cacciatori perché apre il Paese ad un numero indefinito e incontrollabile di cacciatori stranieri, favorisce bracconieri e abusi». Non solo: «Gli emendamenti presentati da numerosi esponenti dei gruppi di maggioranza hanno reso la proposta ancora più estrema: via ogni riferimento alla protezione degli animali, anche nel titolo della legge, ampliamento delle specie cacciabili inclusi stambecco, oca e piccione, apertura alla cattura degli uccelli da usare come richiami vivi, riduzione del livello di protezione del lupo e dello sciacallo dorato, la possibilità di cacciare in spiaggia, in barca, anche nei terreni ghiacciati e persino con l’uso di silenziatori, così da non lasciare scampo agli animali, rendendo impossibili i controlli e imponendo limiti alle attività delle guardie venatorie volontarie. Un attacco diretto alla biodiversità, alla sicurezza e alla legalità».

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    Molti degli emendamenti appaiono di bandiera e negli stessi ambienti della maggioranza viene ribadito come un conto sia la legge e un conto l’iniziativa di singoli parlamentari. Ma resta il fatto che la caccia è diventata una priorità della maggioranza, come dimostra anche la «correzione» avvenuta in tempi molto stretti sul tema della caccia nei valichi montani, quelli attraversati dalla fauna migratoria, che è stata di fatto autorizzata in risposta a due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato risalenti a maggio e giugno che avevano stoppato l’attività venatoria in tutti i colli della Lombardia. La norma è stata inserita nel ddl Montagna approvato in via definitiva nei giorni scorsi, dove inizialmente non era prevista, così da farla entrare in vigore a stagione venatoria appena iniziata. 

    Le associazioni ritengono che il Parlamento stia concentrando tempo ed energie su un provvedimento «che soddisfa solo le pressioni di una parte del mondo venatorio, quella più estremista e aggressiva» e che questo sia «inaccettabile». Di qui l’appello ai Parlamentari di tutti gli schieramenti, compresi quelli dei partiti di maggioranza, a fermarsi a riflettere e a non approvare «un testo che calpesta la Costituzione, viola norme europee, danneggia gli agricoltori, tradisce gli interessi della collettività e mette a rischio l’ambiente, la salute e la sicurezza di tutti». 

  3. settembre 17, 2025 alle 7:35 PM

    da Greenreport, 17 settembre 2025

    Caccia, 55 associazioni si appellano ai parlamentari: «Senato bloccato da un ddl dannoso per il Paese».

    entre la biodiversità versa in una crisi senza precedenti e l’agricoltura italiana affronta sfide epocali dai cambiamenti climatici alla crisi dei mercati, dai dazi alle ripercussioni della situazione internazionale — il Senato della Repubblica viene paralizzato da sedute fiume imposte per accelerare l’approvazione del ddl Caccia, un provvedimento che non è né urgente né prioritario, anzi dannoso per il Paese». Si apre così una lettera inviata ai parlamentari di maggioranza e opposizione da 55 associazioni animaliste e ambientaliste. Dal Wwf a Legambiente, da Greenpeace a Lipu a Lav, la galassia che si batte per la tutela dell’ambiente e il benessere della fauna selvatica non depone le armi di fronte a un disegno di legge che, se approvato, provocherebbe parecchi danni.

    Uno, intanto, è già evidente: «Il Presidente della Commissione Agricoltura, Senatore Luca De Carlo (FdI), ha costretto le commissioni competenti a riunioni massacranti, con due sedute giornaliere – si legge nella lettera firmata dalle 55 associazioni – una alle 8 del mattino e l’altra notturna, a partire dalle 19 senza limiti di orario. Una forzatura che ha il solo scopo di imporre a tappe forzate per approvare in tempo utile per gli appuntamenti elettorali un testo liberticida e irricevibile».

    Le associazioni firmatarie sottolineano che il ddl caccia non risponde ad alcuna necessità reale. «Non tutela gli agricoltori, come falsamente sostenuto dalla propaganda governativa, ma al contrario li espone a nuove criticità. Non sostiene i territori, ma li trasforma in un’arena di caccia senza regole. Non garantisce, paradossalmente, nemmeno i cacciatori perché apre il Paese ad un numero indefinito e incontrollabile di cacciatori stranieri, favorisce bracconieri e abusi».

    Tra l’altro, sottolineano le sigle ambientaliste a animaliste, gli emendamenti presentati da numerosi esponenti dei gruppi di maggioranza hanno reso la proposta ancora più estrema: «Via ogni riferimento alla protezione degli animali, anche nel titolo della legge, ampliamento delle specie cacciabili (inclusi stambecco, oca e piccione), apertura alla cattura degli uccelli da usare come richiami vivi, riduzione del livello di protezione del lupo e dello sciacallo dorato, la possibilità di cacciare in spiaggia, in barca, anche nei terreni ghiacciati e persino con l’uso di silenziatori, così da non lasciare scampo agli animali, rendendo impossibili i controlli e imponendo limiti alle attività delle guardie venatorie volontarie. Un attacco diretto alla biodiversità, alla sicurezza e alla legalità».

    E ancora: «A fronte di emergenze concrete che richiederebbero l’impegno delle istituzioni — dalla siccità ai rincari energetici, dalla competitività delle imprese agricole italiane alla necessità di politiche alimentari sostenibili — il Parlamento è invece costretto a concentrare tempo ed energie su un provvedimento che soddisfa solo le pressioni di una parte del mondo venatorio, quella più estremista e aggressiva. È inaccettabile».

    Così si chiude la lettera inviata ai parlamentari di maggioranza e opposizione: «Le 55 associazioni ambientaliste, animaliste, scientifiche, escursionistiche firmatarie si appellano ai parlamentari di ogni schieramento: non rendetevi complici di questo scempio, non approvate un testo che calpesta la Costituzione, viola norme europee, danneggia gli agricoltori, tradisce gli interessi della collettività e mette a rischio l’ambiente, la salute e la sicurezza di tutti. L’Italia merita una politica agricola e ambientale seria, capace di affrontare i veri problemi del presente e del futuro essendo capace di resistere alle pressioni di chi vuole fare affari saccheggiando le nostre ricchezze naturali e privando tutti, incluse le future generazioni, del diritto di godere di una natura sana e viva».

    Ed ecco l’elenco completo delle associazioni firmatarie:

    AFNI

    ANIMAL LAW ITALIA

    ALLEANZA ANTISPECISTA

    ALTURA

    AMICI DELLA TERRA

    ANIMAL AID ITALIA

    ANIMAL EQUALITY

    ANIMALISTI ITALIANI

    ASOIM ASSOCIAZIONE STUDI ORNITOLOGICI ITALIA MERIDIONALE

    ASSOCIAZIONE CARETTA CARETTA

    ASSOCIAZIONE IO NON HO PAURA DEL LUPO

    ATTIVISTI GRUPPO RANDAGIO

    CERM

    CIRF

    CISO

    EARTH

    EBN Italia

    ENPA

    ESSERE ANIMALI

    ETICOSCIENZA

    FEDER TREK

    FEDERAZIONE PRO NATURA

    FONDAZIONE CAPPELLINO

    FONDAZIONE CAVE CANEM

    FONDAZIONE MAREVIVO

    GAIA ANIMALI&AMBIENTE

    GAROL

    GREEN IMPACT

    GREENPEACE

    GRIG Gruppo Intervento giuridico

    GRUPPO INSUBRICO DI ORNITOLOGIA OdV

    HUMANE WORLD FOR ANIMALS

    ISDE

    LAC

    LAV

    LEAL

    LEGAMBIENTE

    LEIDAA

    LIMAV

    LIPU

    LNDC

    MAN

    MOUNTAIN WILDERNESS

    NAHR

    OASICOSTIERA ODV

    OIPA

    RETE DEI SANTUARI

    REWILDING APPENINES

    SALVIAMO L’ORSO

    SOCIETÀ ORNITOLICA ITALIANA

    SOS GAIA

    SROPU

    VAS

    WALDRAPPTEAM

    WWF

  4. settembre 18, 2025 alle 5:55 PM

    da Fanpage, 17 settembre 2025

    Ddl Caccia, lavori in seduta notturna. La denuncia degli ambientalisti: “Tentativo di forzare l’approvazione”.La Commissione Agricoltura del Senato nella serata di mercoledì 17 settembre si riunirà in seduta notturna per l’esame del Ddl Caccia. Una scelta criticata dal Pd e dalle 55 associazioni ambientaliste che hanno inviato una lettera aperta al presidente della Commissione. Il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, però decide di rispondere difendendo la sua scelta.

    ________________________

    da Italia che cambia, 17 settembre 2025

    Caccia, 55 associazioni e scienziati dicono no al ddl “sparatutto”. “Danneggia la natura, non votatelo”.

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