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Veneto, senza vergogna la proposta di legge regionale per sanare le violazioni di legge dei detentori di uccelli vivi da richiamo.


Allodola (Alauda arvensis) nella gabbia da richiamo

Il 15 luglio 2025 può veder la luce una nuova sciagurata legge regionale contro la Natura in Italia.

E’ in arrivo, infatti, il voto finale nel Consiglio Regionale del Veneto sulla proposta di legge regionale n. 313/2025, sottoscritta dai consiglieri G. Pan ed altri, volto a modificare la normativa in materia di esercizio della caccia.

Pettirosso (Erithacus rubecola) liberato durante l’attività antibracconaggio

Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) denuncia che l’ipotizzata nuova possibilità di sostituire gli anelli inamovibili numerati (appositi alla nascita agli uccelli allevati in cattività per divenire “richiami”), fornendo altri contrassegni non meglio specificati, porti a indebolire le attività di controllo, favorendo di fatto anche i disonesti che si approvvigionano di uccelli catturati illegalmente in natura con le reti.

Fornire su semplici richieste autocertificate contrassegni che hanno il valore identificativo della pubblica amministrazione aprirà la porta a malintenzionati e a mercati illeciti a danno del patrimonio naturale.

La normativa statale, infatti, vieta la cattura di esemplari di avifauna selvatica per la destinazione a richiamo di caccia con mezzi vietati dalla direttiva n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica, incluse le reti da uccellagione.

esemplare di Merlo (Turdus merula) utilizzato come richiamo vivo

Questa proposta di legge rischia di favorire spudoratamente allevamenti illeciti e bracconieri, che lucrano dalla vendita degli esemplari catturati illegalmente.

In minuscole gabbiette vengono tenuti dai cacciatori “capannisti“ per tutta la triste esistenza Allodole, Merli, Tordi, Cesene, utilizzati come richiami vivi durante la caccia di appostamento all’avifauna migratrice.

Il GrIG chiede al Consiglio regionale del Veneto e alle forze politiche il ritiro di tale indegna proposta in danno della fauna selvatica e della biodiversità, comportante anche sperpero di denaro pubblico: infatti, la registrazione telematica dei richiami vivi costerebbe fin da subito 110 mila euro, mentre altri 150 mila euro sarebbero i costi complessivi per le annualità 2025 e 2026 per la fornitura dei nuovi contrassegni ai cacciatori.

Ennesimi sprechi e illegalità di cui non se ne sente proprio il bisogno.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Merlo femmina (Turdus merula)

(foto L.A.C., M.F., S.D., archivio GrIG)

  1. luglio 18, 2025 alle 7:55 PM

    il GrIG ha scritto (18 luglio 2025) a tutti i Consiglieri regionali del Veneto chiedendo la bocciatura della proposta di legge regionale sulla sanatoria della detenzione illecita degli uccelli vivi da richiamo.

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