Cinque domande ai candidati al Parlamento europeo sulla gestione dei rifiuti e i biodigestori.
Il trattamento della frazione organica dei rifiuti mediante i BIODIGESTORI anaerobici, per produrre BIOGAS da trasformare in BIOMETANO, è diventato un vero e proprio problema in termini ambientali, sociali ed economici. Così una Rete di oltre 40 Comitati e Associazioni (Rete) che da tempo opera su queste tematiche, approfittando delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, ha inviato ai candidati capilista di tutte e cinque le circoscrizioni, un questionario con 5 domande a risposta chiusa, con la raccomandazione ai candidati di diffondere il documento anche agli altri membri delle varie liste.
La Rete Nazionale per una vera Sostenibilità condivide la position paper dell’Associazione Nazionale dei Medici per l’Ambiente dell’ISDE (https://www.isde.it/wp-content/uploads/2014/02/2015-02-Position-Paper-FORSU-finale.pdf), la quale sostiene che il processo con digestione anaerobica (in assenza di ossigeno) non è sostenibile.
Attraverso questi impianti si trasforma preziosa materia organica (le cosiddette biomasse) in biogas e in biometano, con un processo che inquina, produce effetti climalteranti, ha una bassa resa energetica in rapporto all’energia investita, consuma molta acqua e non attua economia circolare perché si producono rifiuti.
Inoltre si assiste al paradosso che questi impianti fallirebbero se non avessero generosi incentivi pubblici a partire da quelli europei (che i cittadini alla fine pagano con le loro bollette).
Pertanto la Rete ha inviato un questionario ai candidati al Parlamento Europeo per sapere come intendono muoversi politicamente in merito alla gestione dei rifiuti e cosa ne pensano del trattamento degli stessi con i digestori.
Insieme a quei candidati che vorranno supportare le nostre posizioni, costituiremo un fronte comune affinché cambino le leggi europee che permettono di poter continuare a finanziare lautamente la digestione anaerobica a tutto discapito del compostaggio aerobico (che mantiene gli equilibri naturali da milioni di anni senza creare problemi).
I dati che verranno raccolti saranno elaborati e resi pubblici prima delle elezioni per consentire ai cittadini di fare le scelte che ritengono più adeguate alla propria visione.
QUESTIONARIO
per i politici candidati alle elezioni 2024 sulla gestione dei rifiuti urbani
- Il processo di degradazione della sostanza organica dei rifiuti solidi, in natura avviene con la tecnica del compostaggio ampiamente sostenibile e seguendo la logica dell’economia circolare (continuo riciclo della materia). La tecnologia anaerobica dei biodigestori con produzione di biogas seguita dal compostaggio del digestato non è un processo sostenibile e non segue la logica dell’economia circolare.
Concordo non concordo
- Gli impianti di biodigestione non sono economicamente sostenibili perché troppo onerosi sia come investimento iniziale che come costi di gestione e sopravvivono solo grazie ai generosi incentivi erogati. Si chiede la cancellazione degli incentivi.
Concordo non concordo
- L’impatto ambientale degli impianti di biodigestione è considerevole sia nei confronti dell’inquinamento atmosferico (produce grandi volumi di gas climalteranti, impatto odorigeno elevato etc) che delle risorse idriche superficiali e sotterranee. La loro dimensione, solitamente notevole per motivi di ritorni economici adeguati, richiede la cementificazione e copertura di ampie superfici generalmente a destinazione agricola
Concordo non concordo
- Il proliferare di società (multiutility) miste private-pubbliche a cui vengono conferiti i servizi di gestione rifiuti e delle reti idriche urbane sta creando dei centri di monopolio territoriali che non mirano all’efficientamento dei servizi per i cittadini ma piuttosto al ritorno economico per il gestore che non è esposto ad alcun rischio di impresa. Le tariffe, sia pur controllate da ARERA, consentono loro di recuperare tutti i costi sostenuti anche quelli attribuibili alle loro inefficienze.
Concordo non concordo
- Una volta eletta/o intende continuare a rapportarsi con questa Rete?
SI NO
Se sì, ci indichi quali sono i suoi riferimenti per poterla eventualmente contattare?
NOME E COGNOME……………………………………………………………………………………..………………
GRUPPO POLITICO………………………………………………..………CIRCOSCRIZIONE…………………………………
INDIRIZZO E-MAIL ……………………………………………………………
CELLULARE …………………………………….…………..
TELEFONO………………………………………..…………..
EVENTUALI OSSERVAZIONI…………………………………………………………………………………………..
La Rete di associazioni e comitati contrari ai biodigestori.
°Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana APS
° Salviamo il Paesaggio Provincia di Cremona” comitato aderente al Forum Nazionale Salviamo il
paesaggio, difendiamo i territori
° Rete “NoRigass No GNL Nazionale”
° Comitato Sarzana che botta (SP)
Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni CCAdbr
° Movimento Consumatori Nazionale APS
° Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua ODV
° Associazione Comitato Acqua alla gola Massa
° Comitato Apuano salute ambiente della provincia di Massa Carrara
° IBS-Inter-rete Beni comuni e Sostenibilità
° Magliette Bianche di Massa Carrara
° No Biodigestore Saliceti – Santo Stefano Magra (SP)
° Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
° Opzione Zero – Coordinamento No inceneritore Fusina (VE)
° Comitato Residenti Colleferro (Roma)
° Coordinamento Provinciale Comitati Ambiente e Salute di Reggio Emilia
° Comitato vivere meglio di Formignana Ferrara
° Associazione Il Melograno (FE)
° Legambiente Comacchio (FE)
° Comitato Difendiamo Casal Selce di Roma
° Comitato dei cittadini per la chiusura di Cava Fornace (Discarica)
° La Pietra vivente (MS)
° Associazione Alberto Benetti APS
° Italia Nostra Massa e Montignoso
° Alleanza Beni comuni ODV
° Atto Primo salute ambiente e cultura ODV
° Osservatorio Ambientale Pratese
° Crisoperla associazione biologica per l’economia solidale APS
° Rete Toscana in movimento
° Insieme per la Libellula
° Forum Ambientalista ODV per la Toscana
Coordinamento Comitati Veneti
° Coordinamento Nazionale Terre Nostre
° Comitato No Biometano Papozze
° Comitato ambiente e sviluppo Cavarzere
° Comitato Salute e territorio per il futuro di Canaro
° Comitato lasciateci respirare Vescovana
° Comitato difesa ambiente Corbola (RO)
° No biogas Caregnano (RO)
° Terre Nostre Villadose
° Rete dei comitati polesani a difesa dell’ambiente
° Italia Nostra Sezione di Rovigo
° Auletta Casa Mia (SA)
° Tutti per l’Ambiente, l’ambiente per tutti di Collesannita (BN)
° Comitato BiometaNO Cremona
(foto da mailing list ambientalista, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)




quindi sbaglio quando vedo i contadini che bruciano le potature e le foglie e penso che si potrebbero portare ad una centrale a biomassa invece di inquinare l’aria col fumo (e rischiare incendi)? …. ok dovrò rivedere le mie priorità 🙄
Comunicato stampa della “Rete Nazionale per una vera sostenibilità” del 4/06/2024
LE RISPOSTE ALLA “RETE PER UNA VERA SOSTENIBILITA” DEI CANDIDATI AL PARLAMENTO EUROPEO SUL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI ORGANICI CON BIODIGESTORI ANAEROBICI
Le battaglie condotte dalle cittadine e dai cittadini per la difesa dei beni comuni, a partire da quelli legati alla salvaguardia dell’ambiente e della salute non disgiunti da un lavoro salubre e dignitoso, sono sempre più
difficili, lunghe ed estenuanti perché i politici, in generale, abdicando dal proprio ruolo, non ascoltano più chi li ha delegati a rappresentarli.
I processi produttivi, in particolar modo quelli industriali, ormai da molti anni non sono stati più realmente ‘governati’ dalla politica e si è lasciato spazio al libero arbitrio, alle lobbyes delle multinazionali e agli interessi di parte. Non si sono voluti trovare, all’interno di un sistema complesso e sempre più globalizzato, soluzioni realmente sostenibili, condivise e responsabili, nell’interesse del bene comune.
Quello del trattamento dei rifiuti organici attraverso la loro digestione anaerobica (realizzata in assenza di ossigeno) per produrre biometano è un esempio perfetto di come ammantare di ‘verde’ un processo produttivo che “bio” non lo è affatto.
Secondo il prof. Gianni Tamino, uno dei massimi esperti in questo settore, “la combustione del biogas prodotto dalla digestione anaerobica (o del biometano derivato dal biogas) causa l’emissione in atmosfera di numerosi composti chimici, tra i quali sostanze nocive alla salute umana, alcune delle quali cancerogene per l’uomo. Per tale motivo questa tecnica costituisce un rischio non trascurabile per la salute.
L’attuale politica degli incentivi (che si dovrebbero eliminare) sta determinando una distorsione delle priorità di trattamento della FORSU 2 , favorendo impropriamente il recupero di energia (incenerimento e produzione di energia elettrica attraverso la combustione di biomasse, biogas o biometano) a danno del recupero di materia, con incremento del rischio ambientale e sanitario per i territori limitrofi. Inoltre la
produzione e l’utilizzo del biometano, a partire dal trasporto dei rifiuti e degli scarti prodotti alla trasformazione di biogas in biometano, consumano energia e producono inquinamento dell’aria e gas ad effetto serra (CO2 e metano), che stanno cambiando pericolosamente il clima.
Solo il recupero di materia rientra nella logica dell’Economia Circolare come si deduce anche dalla recente normativa comunitaria. Il decreto legislativo 116 del 2020, di recepimento di Direttive europee, introduce il concetto di recupero di materia, mentre il recupero di energia, come nel caso del biometano, non è compreso nell’Economia circolare.
Il digestato, prodotto dalla digestione anaerobica, classificabile come rifiuto speciale, è utilizzabile come ammendante solo dopo un’ulteriore fase, rappresentata da un processo aerobico (cioè di compostaggio), con opportuni controlli microbiologici. La combustione del biogas/biometano va comunque considerata scelta poco opportuna, perché presenta notevoli criticità e rischi ambientali e sanitari”.
“Nell’ultimo seminario organizzato dalla nostra Rete – proseguono i firmatari del presente comunicato – è emerso che in base alla matrice ambientale conferita agli impianti di biodigestione, come nel caso di una non accurata raccolta differenziata, si possono riscontrare nei fanghi e nei digestati sostanze chimiche di vario tipo, tra cui anche le pericolose sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) che ben conoscono gli abitanti della cosiddetta “Zona rossa” del Veneto, Lombardia e Piemonte. Sostanze recentemente riscontrate, con analisi indipendenti da Greenpeace anche nei distretti industriali del cartario di Lucca, del cuoio del Valdarno, del tessile di Prato e del florovivaistico di Pistoia in Toscana”.
E’ in base all’acquisizione di conoscenze scientifiche che la “Rete Nazionale per una vera sostenibilità” ha deciso di interpellare i candidati/e al Parlamento Europeo, formulando loro cinque domande, che non vogliono rappresentare uno slogan, ma al contrario, l’avvio di un percorso integrato, aperto (auspicabilmente anche ad altri europarlamentari che per vari motivi non hanno risposto a questo appello) e costruttivo tra cittadini di un ambito europeo e la politica che emanerà Direttive e Raccomandazioni che
successivamente saranno recepite dai vari Stati membri dell’Europa.
Siamo convinti che questa nostra iniziativa, rappresenti solo l’avvio di un percorso di una politica diversa in cui non si continui a rinnovare gli incentivi pubblici, perché la scienza non ritiene questi processi produttivi sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e si destinino gli stessi a fonti realmente rinnovabili.
su 65 candidati contattati han dato la loro adesione
la Lista Pace, Terra e Dignità,
Mario Salomone, Giorgio Vacchiano, Erica Innisi, Lista Alleanza Verdi – Sinistra, circoscrizione Nord Ovest,
Brando Benifei, Lista P.D., circoscrizione Nord Ovest,
Sabrina Pignedoli, Lista M5S, circoscrizione Nord Est.
Rete Nazionale per una vera sostenibilità