Un muro di pale eoliche fra il mare e i boschi dell’Alta Gallura.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato un atto di intervento (9 dicembre 2023) nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di realizzazione della centrale eolica “Campovaglio” da parte di Acciona Energia Global Italia s.r.l. in località varie della Gallura, nei territori comunali di Tempio Pausania e Aglientu (SS) e un atto di intervento (10 dicembre 2023) nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di realizzazione della centrale eolica “Bassacutena” da parte di Myt Eolo 1 s.r.l. in località varie della Gallura nel territorio comunale di Tempio Pausania.
Due progetti di centrali eoliche insistenti pressoché sullo stesso ambito territoriale.
Il progetto “Campovaglio” prevede 11 aerogeneratori con un’altezza massima complessiva pari a 240 m, ciascuno di potenza fino a 7 MW, per una potenza nominale massima complessiva pari a 77 MW. L’impianto sarà integrato con un sistema di accumulo di potenza massima pari a 20 MW per una potenza massima complessiva in immissione pari a 97 MW. Poi linee elettriche di collegamento alla rete elettrica nazionale, viabilità, una cabina di raccolta, una nuova stazione elettrica.
Il progetto “Bassacutena” prevede 9 aerogeneratori di potenza unitaria pari a 6,8 MW per un totale di 61,2 MW, con viabilità e linee elettriche di collegamento alla rete elettrica nazionale.
Complessivamente venti pale eoliche alte oltre 200 metri visibilissime da lunga distanza (138,2 MW di potenza complessiva), sbancamenti, viabilità, cavidotti, cabine elettriche in aree in parte già oggetto di cava, ma in buona parte ricca di macchia mediterranea, come chiaramente indicato anche dal piano paesaggistico regionale (P.P.R.), come un visibilissimo muro di acciaio fra la costa e l’interno dell’Alta Gallura.
Presenza di vincolo paesaggistico e di vari beni culturali fra nuraghi (Masconi, Trimentu, Monti Biddiconi), chiese campestri (S. Maria delle Grazie, S. Michele) (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), le centrali eoliche sorgerebbe ben dentro la fascia di rispetto estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), posta dall’art. 6 del decreto-legge n. 50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022, in attesa della prevista individuazione delle aree non idonee all’installazione degli impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile.
Il GrIG ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di esprimere formale diniego alla compatibilità ambientale degli impianti industriali in progetto e ha informato, per opportuna conoscenza, il Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e i Comuni di Tempio Pausania e di Aglientu.
I motivi del “no” al Far West energetico in Sardegna.
Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.
Ma non sono solo le associazioni e i comitati realmente ambientalisti a sostenerlo.
La Soprintendenza speciale per il PNRR, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “nella regione Sardegna è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023).
Altro che la vaneggiata sostituzione etnica di Lollobrigidiana memoria, qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria.
E questo vale per tutto il territorio nazionale: “tale prospettiva si potrebbe attuare anche a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 318 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023).
Per comprendere meglio.
In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 30 settembre 2023 risultavano complessivamente ben 5.138, pari a 314,,73 GW di potenza, suddivisi in 3.300 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 135,94 GW (43,19%), 1.702 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 88,97 GW (28,27%) e 136 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 89,81 GW (28,54%)..
In Sardegna, e istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a.(gestore della rete elettrica nazionale) al 30 settembre 2023 risultavano complessivamente ben 711, pari a 52,21 GW di potenza, suddivisi in 446 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 20,13 GW (38,55%), 236 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 15,23 GW (29,17%) e 29 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 16,85 GW (32,27%).
52,21 GW significa più di 27 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).
Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).
Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti.
Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.
Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.
Che cosa si potrebbe fare.
Cosa ben diversa sarebbe se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.
Siamo ancora in tempo per cambiare registro.
In meglio, naturalmente.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto per conto GrIG, C.B., S.D., archivio GrIG)








Queste società vogliono solo fare profitto e prendersi contributi governativi, a noi rimarranno dei mostri a cielo aperto che annullano la vista ed il cuore
Sardegna… sempre terra di sfruttamento e servitù militari !! Difendiamo la nostra patria-isola!!
Come sempre, un enorme ringraziamento all’operato attivo del GrIG e la relativa campagna informativa oggettiva.
L’unica mia personale perplessità riguarda l’auspicio della pianificazione da parte dello Stato italiano, in quanto la Sardegna (così come altri territori) paga ampie e disastrose conseguenze della pianificazione centrale statale.
Il grande problema ,a mio avviso, è proprio che l’approvvigionamento energetico (e tutto ciò che è la relativa filiera) viene ancora interpretato a livello dell’intero territorio di giuristizione statale italiana.
Dovrebbero essere le singole regioni (o unioni di esse, se necessario, o addirittura porzioni di esse a seconda del caso) a governare in toto l’energia, secondo consumi e caratteristiche geomorfologiche, di densità abitativa e ovviamente di risorse climatiche, utilizzando parametri condivisi e confrontabili. A seguito di audit che coinvolgano queste tematiche per ogni territorio circoscritto, si può ipotizzare una regia sovraterritoriale (o statale, ma il mio pensiero se ne dissocia) che metta a sistema i risultati con le criticità, debiti e crediti di produzione/consumo di energia e che conseguentemente valuti come equilibrare il tutto in maniera che venga soddisfatto il fabbisogno totale “a livello italiano”. Ma solo dopo le valutazioni dei singoli territori/regioni.
Ciò sembra complesso e dispendioso solo se lo si intende come azione centrale statale; pensandolo come impegno dei singoli territori, l’impegno è distribuito tra i vari attori.
Rispondendo ai commenti dei Sigg. Giovanni e Antonio Gallo, il libero mercato privato (o convenzionato, talvolta) dà il diritto alle ditte/aziende di operare nel solo proprio interesse economico, a discapito di persone, ambiente, paesaggio. Ed è ciò che tutti accettiamo finché non ci tange in qualche modo.
Il problema è il governo pubblico (a qualsiasi livello) che consente o meno che tale diritto venga esercitato dalle aziende.
Cambiando la guida pubblica a qualsiasi livello (e nelle regioni ad autonomia speciale si aprono tante possibilità, qualora la autonomia la si applichi e lo si faccia nel vero interesse della regione in questione), per cui ci ingoiamo i bocconi amari di chi è stato messo al governo da noi elettori (o dal nostro non votare).
Per cambiare, bisogna cambiare anche votando. Le elezioni regionali in Sardegna sono vicine, ma se si continua a votare la sfera politica filo-italiana (indipendentemente da csx e cdx, o 5stelle, poco cambia) queste dinamiche continueranno allo stesso modo (e l’attuale governo sardo non conta perché mai capirò la logica di aver votato PSdAz con la Lega. Improbabile come un partito con i 4 mori in coalizione con un partito filo-savoia.)
Fate vobis, abbiamo una parziale libertà di scelta.
Cordialmente,
AP
Una precisazione: con “…ma se si continua a votare la sfera politica filo-italiana (indipendentemente da csx e cdx, o 5stelle, poco cambia) queste dinamiche continueranno allo stesso modo…”, il riferimento a filo-italiano è da intendersi centralista (anche se nella sostanza è effettivamente così), per cui ciò che non è filo-italiano non significa per forza “indipendentista”, ci sono tante sfumature definibili “sardocentriche” (e quindi a vantaggio dei bisogni della popolazione sarda) che non sono necessariamente indipendentiste. Mi pare un dovuto chiarimento per evitare facili e scomode conclusioni.
AP
da Olbia Notizie, 11 dicembre 2023
Il GrlG chiede al ministero il diniego di nuovi impianti eolici in Gallura: https://www.olbianotizie.it/articolo/53549-il_grlg_chiede_al_ministero_il_diniego_di_nuovi_impianti_eolici_in_gallura#google_vignette
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da Gallura Oggi, 11 dicembre 2023
L’appello degli ambientalisti: “Invasione di pale eoliche nell’alta Gallura”: https://www.galluraoggi.it/cronaca/appello-ambientalisti-invasione-pale-eoliche-gallura-11-dicembre-2023/#google_vignette
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da Sardinia Post, 11 dicembre 2023
Pale eoliche fra boschi e mare in Gallura, gli ambientalisti: “Su energia, basta Far West”: https://www.sardiniapost.it/ambiente/pale-eoliche-fra-boschi-e-mare-in-gallura-gli-ambientalisti-su-energia-basta-far-west/
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da Alghero Live, 11 dicembre 2023
Un muro di pale eoliche fra il mare e i boschi della Gallura: https://algherolive.it/2023/12/11/un-muro-di-pale-eoliche-fra-il-mare-e-i-boschi-dell%C2%80%C2%99alta-gallura/#google_vignette
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da Casteddu online, 11 dicembre 2023
“Un muro di pale eoliche fra il mare e i boschi dell’Alta Gallura, no al far west energetico in Sardegna”.
“Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola, non potrebbe esser trasportata verso la Penisola e non potrebbe esser conservata. Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche”: https://www.castedduonline.it/un-muro-di-pale-eoliche-fra-il-mare-e-i-boschi-dellalta-gallura-no-al-far-west-energetico-in-sardegna/
..però non intervengono nei procedimenti di V.I.A. Perchè?
A.N.S.A., 14 dicembre 2023
Nuova protesta a Cagliari contro assalto energie rinnovabili.
Sit-in comitati sotto Consiglio regionale, aumentano richieste: https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/12/14/nuova-protesta-a-cagliari-contro-assalto-energie-rinnovabili_bc723a4d-6fde-49eb-bafe-738784eb1d47.html
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da L’Unione Sarda, 14 dicembre 2023
Eolico, comitati di nuovo in piazza: «Politica inerte di fronte agli speculatori».
Ribadita l’importanza di un piano energetico sardo tagliato su misura delle esigenze e dei consumi storici dei territori. (Roberto Murgia): https://www.unionesarda.it/news-sardegna/cagliari/eolico-comitati-di-nuovo-in-piazza-politica-inerte-di-fronte-agli-speculatori-s683iylf