Assassino di Orsa.


Amarena, una delle esemplari più note di Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), è stata uccisa da L.A., 56 anni, “allevatore, titolare di una norcineria e cacciatore” a San Benedetto dei Marsi (AQ).

Nota per la sua prolificità e per le tante passeggiate con i suoi cuccioli in varie zone e in diversi paesi del Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, ha sempre incontrato l’affetto e il rispetto da parte di residenti e turisti.

E’ bastato un delinquente per ucciderla.

Ha affermato di aver avuto paura, ma girava armato di un fucile carico, anzichè tapparsi in casa.

Ha affermato di essersi difeso, ma “dai primi rilievi sul posto l’orsa è stata ferita a morte sulla schiena. Il che fa pensare che nessuna aggressione ci sia stata. Anche perché l’esemplare, seppure problematico in quanto confidente, mai alcun cenno di aggressività nei confronti dell’essere umano ha avuto. L’orsa è rimasta agonizzante a terra nello sgomento di decine e decine di persone arrivate sul posto. Non è stata data la possibilità nemmeno ai suoi cuccioli di riavvicinarsi alla mamma. Sono scappati spaventati per via del trambusto”.

Ora si cerca disperatamente di trovare e salvare i cuccioli dispersi, altrimenti le vittime saranno tre.

Un danno gravissimo, folle, ingiustificabile a una popolazione di soli 60-70 esemplari.

Purtroppo, i delinquenti bracconieri agiscono ancora e sono innegabilmente favoriti dal vergognoso clima di odio verso Orsi e Lupi fomentato da politici di bassa lega e molto spesso di incapacità manifesta in cerca di consenso presso un elettorato denso di ignoranza e suggestionabile.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) chiede l’irrogazione delle più elevate sanzioni penali e amministrative nei confronti del responsabile dell’ignobile atto di bracconaggio dell’ignobile atto di bracconaggio e farà i passi necessari per essere presente in sede giudiziaria.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus)

dalla pagina Facebook dell’Ente Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, 31 agosto 2023

Uccisa a fucilate l’orsa Amarena.

Alle 23:00 circa di questa sera l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor LA alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita.

L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco.

I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi.

L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco.

Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo.

A.N.S.A., 1 settembre 2023

L’orsa Amarena è stata uccisa ieri sera a fucilate da un uomo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua.

La notizia è stata postata dal Parco Nazionale sulla sua pagina Facebook.

    Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. È intervenuto il veterinario del Parco che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita.

L’uomo che ha ucciso l’orsa è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco. 

 “I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi”, prosegue il Pnalm. “L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”.

Uccisa a fucilate l’orsa Amarena in Abruzzo. L’uomo che ha sparato: ‘Ho avuto paura’.

I carabinieri hanno identificato l’uomo che l’ha uccisa. La rabbia del governatore Marsilio: ‘Atto gravissimo contro l’intera regione’. Task force per la ricerca dei cuccioli, impiegati anche i droni.

L’uomo che l’ha uccisa è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri“Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo“, ha detto.

Intanto più di 100 uomini tra carabinieri e forestali, con l’ausilio di droni e altre strumentazioni, si stanno attivando nel Comune di San Benedetto dei Marsi, per la ricerca dei due cuccioli dell’orsa. È quanto si apprende da fonti vicine alle forze dell’ordine. Si sta attivando una vera task force per mettere in salvo i due cuccioli ormai spaesati ed impauriti, fuggiti dopo aver perso la mamma a colpi di arma da fuoco questa notte.

   

Marsilio, ‘Atto gravissimo, la Regione pronta a costituirsi parte civile’

   Da parte sua, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha detto che “la notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile“.

   “In tutti questi anni – sottolinea Marsilio – le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso.

   Il presidente della regione aggiunge che è “pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare
l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat”. 

L’amarezza del direttore del Parco Nazionale

   “Abbiamo detto e ridetto “siamo modello, l’Abruzzo è modello”… Non siamo modello di niente. Davanti agli omicidi che sentiamo al telegiornale, l’uccisione di un’orsa sempre niente a confronto, ma non è così. Chiediamoci quanti pollai abusivi ci sono nel territorio, con baracche e baracchini”. Lo afferma all’ANSA il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone.

   “L’orsa era entrata in una recinzione. Per il resto non sappiamo nulla della dinamica dei fatti – aggiunge -. I giudizi vanno rimandati a dopo. Fino a quando non conosciamo come sono andate le cose non emettiamo giudizi, ognuno dovrebbe tenersi il proprio anziché fare il processo su Facebook. Comunque, io ho difficoltà a credere che si sia trattato di difesa. L’orsa Amarena non ha mai attaccato nessuno. Ma anche io non giudico e non mi esprimo fino a quando le indagini riveleranno che cosa è accaduto”. 

Amarena come l’orso Pettorano, 3 esemplari uccisi in 10 anni

   Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. È il triste report che
emerge nel giorno della morte violenta di Amarena. Gli esemplari, negli anni, sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute.

   Amarena è stata uccisa a fucilate.  Stessa sorte toccò il 12 settembre 2014 ad un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio. L’autore dell’episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili. Il destino di Amarena si incrocia con quello del piccolo Juan Carrito, star dei social e simbolo dell’Abruzzo, investito e ucciso lo scorso gennaio sulla statale 17 nel territorio comunale di Castel Di Sangro.

   La morte di Amarena ha scosso particolarmente la comunità di Villalago, che negli anni è stata modello di accoglienza per l’orsa e i suoi cuccioli come ricorda l’amministrazione comunale. “La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura”, scrivono dal Comune condannato il vile gesto.

(foto A.N.S.A.)

  1. Raffaella Venturi
    settembre 2, 2023 alle 9:26 am

    Non mancherà di calare sull’ignobile ir-responsabile di questo assassinio la maledizione dell’Orsa Amarena.

  2. settembre 2, 2023 alle 12:45 PM

    da TG Com 24, 2 settembre 2023
    Orsa Amarena, individuati i cuccioli: sono vicini al luogo in cui la mamma è stata uccisa a fucilate.
    La cattura non è stata ancora possibile. Una volta recuperati, i due gemellini potrebbero essere trasferiti in un’area faunistica fino al momento del rilascio in natura: https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/abruzzo/orsa-amarena-individuati-cuccioli_69328148-202302k.shtml

  3. Paolo
    settembre 2, 2023 alle 6:18 PM

    « “La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura”, scrivono dal Comune condannato il vile gesto. »

    Va benissimo, voto 10; ma se vogliono pure la lode, il Comune di Villalago deve costituirsi anch’esso parte civile. Altrimenti sono solo chiacchiere e fumo.

  4. settembre 2, 2023 alle 7:50 PM

    da Fai Informazione, 1 settembre 2023
    L’orsa Amarena e i Leombruni d’Italia, vittime della politica. (Marzio Bimbi) (https://fai.informazione.it/DBCF2BC9-4C4F-4FF3-A54B-B4EAB9EC28B9/L-orsa-Amarena-e-i-Leombruni-d-Italia-vittime-della-politica)

    L.A., la persona che ha ucciso l’orsa Amarena in Abruzzo, è Andrea Leombruni, 56 anni, proprietario di una norcineria a San Benedetto dei Marsi, provincia de L’Aquila.

    Il nome si può dire, perché ormai è stato pubblicato e ripetuto da ore su qualsiasi account social.

    Il signor Leombruni che nei prossimi mesi, probabilmente anni, dovrà vedersela con gli avvocati di numerose associazioni animaliste che tenteranno di spolparlo vivo, finanziariamente s’intende, ha spiegato il motivo del suo gesto giustificandosi così:

    “Sono sceso sulla [sic, ndr] mia tenuta perché pensavo fossero i ladri. Ho avuto paura e ho sparato”.

    In pratica, il sig. Leombruni dice di aver sparato alla schiena dell’orsa, secondo quanto riportato dai primi rilievi, ma avrebbe ugualmente potuto sparare alla schiena di una persona. Non perché fosse minacciato, ma perché aveva avuto paura.

    Una (presunta) paura che è costata la vita ad un’orsa, conosciutissima in quei luoghi perché da sempre innocua, e forse è costata la vita anche a quella dei suoi due cuccioli che sono fuggiti e di cui sono in corso le ricerche, per il momento infruttuose.

    Il sig. Leombruni è il perfetto esempio dell’italiano vittima della politica alimentata dai (post) fascisti ad oggi al governo: quelli che per un “mi piace” sui social prendono il fatto del giorno e da ministri annunciano l’inasprimento per il tal reato, dicendo che ne aumenteranno la pena con più anni di carcere, e che benedicono l’uso indiscriminato delle armi a difesa della proprietà.

    Sono i forzisti, i rappresentanti dei fratelli e delle sorelle d’Italia, i leghisti… sono quelli del prima si spara e poi si ragiona. Sono i “montanari” come Maurizio Fugatti, il leghista che vuole esser confermato alla presidenza della provincia di Trento, propagandando lo sterminio di orsi e di recente dei lupi con il supporto del segretario del suo partito il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

    Sono costoro che passano il loro tempo a trovare nuovi nemici, purché siano minoranza, da dare in pasto all’opinione pubblica sui social e sui media della propaganda (post) fascista, per cercare uno zero virgola in più di consenso nel prossimo sondaggio sulle intenzioni di voto.

    Sono costoro che, indirettamente, hanno fatto credere ai Leombruni d’Italia di avere il diritto di scendere nella loro “tenuta” e di sparare a casaccio per aver avuto paura dei ladri… o almeno di poter trovare addirittura ammissibile e logico il potersi giustificare in tal modo!

    E se avesse ammazzato una persona? I Leombruni d’Italia, alimentati, dalla propaganda (post) fascista non sembrano neppure essere in grado di porsi il problema, perché a loro i (post) fascisti hanno fatto credere che, a casa propria, si possa sempre sparare… a chiunque.

  5. sardo
    settembre 2, 2023 alle 10:25 PM

    Delinquente

  6. Paolo
    settembre 3, 2023 alle 3:39 PM

    Qualcuno nel web ha posto questo epitaffio:

    « Avevi un nome da fiaba: Amarena, quel dolce frutto che si mette per ultimo, forse per ricordare tutta la dolcezza e l’asprezza delle cose perfette. Ti hanno voluta cancellare, eliminare, buttare via per sempre, non sapendo che si fa così quando si vuole rendere indimenticabile un eroe. Chi paga la sua esistenza con una fine violenta, scava un giardino di dolci margherite nel cuore dell’uomo che apre all’infinito la porta del ricordo, per far entrare proprio coloro che non moriranno mai.
    Ciao Amarena »

  7. capitonegatto
    settembre 3, 2023 alle 5:35 PM

    Gesto inqualificabile, magari provocato da paura, o dalla solo intenzione di proteggere i beni !! Ora sarebbe da chiedersi se e’ stato utile abituare l’orsa ad entrare in contatto ravvicinato con gli abitanti, il che potrebbe averle dato una falsa rassicurazione sul contatto con gli umani. Un controllo del territorio, da parte di chi preposto a farlo, sugli animali potenzialmente pericolosi , potrebbe evitare episodi del genere. Curiamoli ma con programmazione.

  8. settembre 3, 2023 alle 6:17 PM

    ma che cosa si aspettava questo “eroe”?

    A.N.S.A., 3 settembre 2023
    ‘Ho ucciso l’orsa Amarena non vivo più. Sono alla gogna’.
    Così Andrea Leombruni all’ANSA. ‘Ho capito subito di aver sbagliato, i carabinieri li ho chiamati io’. Avvistati i cuccioli dell’orsa ma è fallita la loro cattura: https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2023/09/03/ho-ucciso-lorsa-amarena-non-vivo-piu.-sono-alla-gogna_034bb521-0928-4159-ad7e-2b6a2ff44b6a.html

    • settembre 3, 2023 alle 7:51 PM

      da Il Corriere della Sera, 3 settembre 2023
      Andrea Leombruni: «Ho ucciso l’orsa Amarena, ho sbagliato. Non dormo da 3 giorni».
      Parla il 56enne indagato per aver sparato e ucciso l’orsa: l’ipotesi di reato è quella di uccisione di animale per crudeltà o senza necessità. Brambilla (Leidaa): «Inasprire pene contro questi delinquenti». (Silvia Morosi) (https://www.corriere.it/animali/23_settembre_03/andrea-leombruni-ho-ucciso-l-orsa-amarena-ho-sbagliato-non-dormo-3-giorni-6171c140-4a6e-11ee-9131-905355f2bbbe.shtml?refresh_ce)

      «Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85 enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna». Così dichiara all’Ansa Andrea Leombruni, a tre giorni della morte dell’orsa Amarena, mentre una parente fa da sentinella sul balcone, perché hanno paura di ritorsioni. «Ci devi passare per capire quello che sto provando ora – ammette -. Ho sbagliato; l’ho capito subito dopo aver esploso il colpo… i carabinieri li ho chiamati io», aggiunge. Proprio oggi, a poca distanza dalla sua abitazione, è apparso un murale con la scritta «giustizia», cancellato poco dopo con della vernice rossa. «Non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo, – commenta la moglie di Leombruni – c’è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta e avere paura?».

      Il 56enne ha ricevuto oggi un avviso di garanzia. L’ipotesi di reato è di uccisione di animale per crudeltà o senza necessità. Contestualmente il pm Maurizio Maria Cerrato, titolare del fascicolo ha nominato l’esperto di balistica, Paride Minervini, per tracciare l’esatta traiettoria del colpo di fucile che ha ucciso l’orsa Amarena rispetto alla posizione dell’indagato. L’esperto si era già occupato dell’uccisione dell’orso a Pettorano sul Gizio, avvenuta nel 2014 sempre per un colpo di fucile: il responsabile, un ex operaio Anas, fu condannato. In passato Minervini si è occupato di casi, dall’omicidio di Nicola Calipari in Iraq a quello della giornalista Ilaria Alpi in Somalia, fino alla vicenda di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso da un agente di polizia.

      La presenza dell’orsa Amarena, quella notte, in paese, era segnalata: «L’uomo che le ha sparato avrebbe potuto e dovuto chiamare le forze dell’ordine, già allertate, che sarebbero intervenute tempestivamente e comunque avrebbe dovuto, come hanno fatto altri in quelle ore, «porre in esser semplici ed efficaci azioni dissuasive», come la produzione di suoni o la proiezioni di luci, sottolinea la denuncia presentata dall’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’Ambiente, contro la persona identificata come autore del fatto. L’orsa, ricorda Leidaa, non aveva mai mostrato segni di aggressività «o dato segni di interferenza» tali da rappresentare un concreto pericolo per l’incolumità dei cittadini. «Come avevo annunciato – afferma Brambilla – l’associazione di cui sono presidente ha messo in atto tutto quanto possibile per rendere giustizia ad Amarena. La sua uccisione, fatto gravissimo che ha avuto ampia eco sui media nazionali e stranieri, mi spinge a moltiplicare l’impegno perché sia rapidamente approvata la mia proposta di legge, all’esame della commissione Giustizia, che inasprisce le pene per chi maltratta e uccide gli animali, rendendo concreto il rischio di andare in galera».

  9. Patrizia
    settembre 3, 2023 alle 10:09 PM

    Veramente assurdo e brutta gente che non dovrebbe avere il permesso di usare armi .

  10. Paolo
    settembre 4, 2023 alle 11:34 am
  11. settembre 4, 2023 alle 5:22 PM

    la relazione del direttore dell’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise.

    dal sito web istituzionale dell’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise, 3 settembre 2023
    (https://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=75777)

    L’episodio dell’uccisione dell’orsa Amarena, una femmina di orso marsicano di circa 10 anni, si è verificato nel territorio del Comune di San Benedetto dei Marsi (AQ), nella Marsica fucense orientale, fuori dai confini del Parco e dalla sua Area Contigua a seguito di un colpo di fucile da caccia. (o forse più, ma tutto questo sarà accertato dalla necroscopia a cura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo e dalla perizia balistica connessa).

    Il responsabile è un cittadino italiano del luogo, Andrea Leombruni, che all’arrivo della pattuglia di Guardiaparco si è autodenunciato, dichiarando di aver sparato all’orso all’interno del cortile della sua abitazione dove l’orsa, con due cuccioli dell’anno al seguito, era entrata per predare polli e galline.

    La pattuglia di Guardiaparco era in zona nell’ambito di un servizio coordinato con i Carabinieri Forestali proprio per assicurare controllo e vigilanza in un’area dove l’orso non è presenza abituale, anche se nei giorni scorsi era stato più volte avvistato, con denuncia dei danni a orti e pollai al Servizio di Sorveglianza. La pattuglia si è trovata davanti all’abitazione del sig. L.A. nell’immediatezza dei fatto ed ha immediatamente allertato il Dr. L. Gentile del Servizio Veterinario del Parco per provare a portare soccorso all’orsa, ferita ed agonizzate, oltre che allertare il 112 per avere personale operante per gli atti di Polizia Giudiziaria, non potendo gli agenti del Parco operare in quanto fuori del proprio ambito di competenza.

    Nel giro di alcuni minuti l’orsa si era portata verso il cancello di ingresso dove è poi morta prima che sul luogo arrivasse la squadra del veterinario del Parco, che ne ha potuto solo constatare la morte.

    Gli accertamenti hanno consentito di rilevare che l’uomo ha sparato con un calibro 12 sovrapposto, regolarmente detenuto, mentre è da verificare il tipo di munizione utilizzata: palla unica (vietata per legge, e quindi aggravante al fatto) o munizione spezzata. Altro aspetto da chiarire sono le condizioni in cui sono maturati i fatti, giacché l’uomo ha dichiarato di essersi spaventato, ma ha avuto comunque il tempo di prelevare il fucile da caccia e le munizioni, che dovrebbero essere custodite in due armadi blindati separati, uscire nel cortile di casa e sparare. Tutte circostanze che sono oggetto di indagine a cura dei militari dell’Arma della locale Stazione Carabinieri e della Procura di Avezzano.

    Oltre alla morte della femmina di orso la preoccupazione ora è rivolta ai due cuccioli della stessa, di circa 8 mesi di età, che dopo un primo momento in cui sono rimasti nei pressi dell’abitazione del sig. Leombruni, si sono dileguati nelle campagne circostanti e che sono oggetto di ricerca da parte del personale del Parco per valutare, d’intesa con ISPRA, se rimetterli subito in natura, comunque dopo aver valutato le condizioni fisiche generali, o se destinarli ad un programma di recupero in cattività sulla scorta dell’esperienza dell’orsa Morena. Il tutto secondo il protocollo operativo e le indicazioni che saranno concordate con ISPRA. La cattura risulta particolarmente complicata non solo per le condizioni ambientali che caratterizzano l’area (campi di mais, coltivazioni, capannoni industriali, infrastrutture urbane), ma anche perché è impossibile utilizzare i metodi ordinari (lacci Aldrich, tube trap o teleanestesia), potendo ricorrere solo a gabbie di cattura con esche alimentari e olfattive) ed eventualmente reti se dovessero ricorrere le condizioni.

    Il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco ha deciso per la costituzione di parte civile nei confronti del responsabile.

  12. settembre 5, 2023 alle 10:34 PM

    A.N.S.A., 5 settembre 2023
    I cuccioli di Amarena si sono riuniti, sono in area Parco.
    Notati ieri sera sotto pianta di melo, sono in buone condizioni. (https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2023/09/05/i-cuccioli-di-amarena-si-sono-riuniti-sono-in-area-parco_f3c0138b-3c9a-48c6-9c2e-9f5ffe3b43ea.html)

    La buona notizia è che i due cuccioli dell’orsa Amarena, dopo essersi separati per un po’ di tempo, si sono riuniti all’interno dell’area del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm).

    Lo hanno verificato i tecnici del Pnalm che ieri pomeriggio hanno avvistato i due cuccioli nei dintorni di una pianta di melo in aperta montagna.

    Le condizioni dei due giovani esemplari di orso bruno marsicano, nati tra dicembre e gennaio scorsi, sembrano buone; il fatto che in questi giorni si siano alimentati depone a loro favore e quindi spinge i tecnici a non forzare la mano sulla loro cattura. Si tifa per una loro indipendenza e autonomia all’interno dell’areale del Parco che permetterebbe loro di sopravvivere in condizioni naturali.

    I tecnici del Parco hanno accertato che i due cuccioli hanno percorso più di 10 chilometri dal luogo dove è stata uccisa la madre a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila), ma non è escluso che, data anche la giovane età, proseguano le loro scorribande nel territorio.

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