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Udienza predibattimentale presso il Tribunale di Oristano riguardante l’attività inquinante della GECO di Magomadas.


campo di mais

L’8 giugno 2023 si apre presso il Tribunale di Oristano in composizione monocratica l’udienza pre-dibattimentale relativa all’attività industriale svolta dalla GECO s.r.l. presso la zona industriale S. Pietro di Magomadas (OR) in un impianto di trattamento dei rifiuti “autorizzato a ricevere fanghi di depurazione e a trattarli mediante essicazione e miscelazione con i residui della frantumazione  degli inerti, ai fini della produzione di ammendante per l’agricoltura”.

Contestate dalla Procura della Repubblica di Oristano a Leonardo Galleri, amministratore unico della Società, le ipotesi di reato  di cui agli artt. 256, comma 1°, lettera a, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i. (attività di gestione di rifiuti non autorizzata) e 674 cod. pen. (getto pericoloso di cose/emissioni non autorizzate).

Secondo le contestazioni della Procura, sono state sversate in tre terreni in agro di Tinnura e Magomadas “complessive 7013 tonnellate di fanghi di depurazione miscelati  con residui di frantumazione di inerti, da considerarsi a tutti gli effetti  di legge ‘rifiuti’ (speciali non pericolosi) e non ‘ammendante’, in tal modo effettuando uno smaltimento illecito degli stessi”.

Inoltre, viene contestata la diffusione nell’area contigua dell’impianto e nei centri abitati di Tinnura, Magomadas, Flussio e Tresnuraghes “emissioni odorose nauseabonde, che creavano agli abitanti … rilevanti molestie e fastidi e in alcuni casi anche problemi di salute”.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) presenta istanza di costituzione di parte civile, rappresentata e difesa dall’Avv. Susanna Deiana, del Foro di Cagliari.  Si prevede analoga istanza da parte di Italia Nostra, Comitato per l’Ambiente Planargia e Comitato Acqua bene Comune Planargia – Montiferru, rappresentate e difese dall’Avv. Alessandro Gamberini, del Foro di Bologna.

La realizzazione dell’impianto industriale della Soc. GECO è stata fortemente contestata da buona parte dei residenti a causa del sensibile impatto ambientale e con il tempo il clima locale si è deteriorato sotto ogni aspetto basilare della convivenza civile: incendio degli impianti (1 gennaio 2020), danneggiamento dell’automobile e della vigna del rappresentante del Comitato locale per la tutela dell’ambiente (luglio 2020). Nel mezzo insulti, minacce e fine di qualsiasi confronto civile.

A monte ci sarebbe dovuta essere senza dubbio maggiore attenzione nell’ubicazione della zona industriale di San Pietro, a ridosso del centro abitato, perché è ovvio che in zona industriale vengono ubicati impianti industriali con tutti i prevedibili inconvenienti sulla qualità della vita di chi lì risiede.  Così un’analisi puntuale avrebbe potuto prevedere le ricadute su ambiente e qualità della vita di un impianto che tratta fanghi da depurazione.

Ma così non è stato e Regione ed Enti locali hanno emanato specifica “Autorizzazione per la realizzazione e l’esercizio, ai sensi dell’art. 208 del d.lgs. 152/06, di un impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi rilasciata alla Geco s.r.l. con sede operativa in loc. San Pietro Z.I. del Comune di Magomadas” con determinazione dirigenziale Prov. OR n. 1283 del 24 ottobre 2018: l’impianto è stato autorizzato per operazioni di recupero fanghi da depurazione (R5) mediante comunicazione in procedura semplificata (artt. 214-216 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) per una capacità di trattamento di 15 mila tonnellate annue, come risulta dal catasto nazionale dei rifiuti.

campo di grano

In precedenza, con deliberazione Giunta regionale n. 16/25 del 28 marzo 2017, si era conclusa positivamente con prescrizioni la procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) – che, tra l’altro, ha autorizzato il trattamento fino a “80.000 tonnellate per i fanghi da essiccare (circa 223 giornate lavorative all’anno)” – e, con la deliberazione Giunta regionale n. 33/25 del 26 giugno 2018, sono stati autorizzati sia la “assegnazione della operazione di recupero R3 a due dei tre codici CER gestiti dall’impianto, in vece della operazione R5”, sia il subentro nella titolarità della Geco s.r.l. nell’esercizio del progetto di “Installazione di un impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi mediante essicazione e pirogassificazione”. 

Con determinazione dirigenziale Prov. OR n. 394 del 10 aprile 2020 sono stati ritenuti insussistenti gli eventuali motivi di annullamento d’ufficio delle autorizzazioni in favore degli impianti Geco s.r.l., mentre con ordinanza T.A.R. Sardegna, Sez. I, 25 giugno 2020, n. 258 era stata respinta la richiesta di provvedimenti cautelari avverso l’attività di trattamento fanghi della Geco s.r.l.

Viceversa, dopo mesi di indagini, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano ha ottenuto il sequestro preventivo degli impianti (14 luglio 2020), poi parzialmente dissequestrati (16 luglio 2020). 

In seguito, la Provincia di Oristano aveva risposto negativamente (nota prot. n. 10394 dell’11 agosto 2020) all’istanza di adozione dei provvedimenti di annullamento in via di autotutela ovvero, quantomeno, di modifica delle autorizzazioni emanate inoltrata dal GrIG (26 luglio 2020), in quanto aveva ritenuto “di non poter assumere i provvedimenti … richiesti” dopo una valutazione discrezionale della situazione giuridica e di fatto allora esistente.

Ora il rinvio a giudizio e, speriamo, un po’ di giustizia per il popolo inquinato.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

campo di grano

(foto C.B., S.D., archivio GrIG)

  1. Donatella Mercatelli
    giugno 8, 2023 alle 8:59 am

    Speriamo in un pò di giustizia, grazie GrIG

  2. giugno 8, 2023 alle 3:03 PM

    depositata l’istanza di costituzione di parte civile, depositata istanza di oblazione, nuova udienza fissata al 15 settembre 2023.

  3. giugno 9, 2023 alle 3:01 PM

    da L’Unione Sarda, 9 giugno 2023
    Magomadas. Fanghi, l’udienza a settembre.

    Una falsa partenza nell’udienza di ieri mattina per la vicenda dei fanghi di Magomadas. Il giudice Marco Mascia si è astenuto perchè nei mesi scorsi aveva fatto parte del collegio del tribunale del Riesame che si era occupato della richiesta di dissequestro della parte dell’impianto di trattamento di rifiuti gestito dalla Geco srl. E così il giudice ha rinviato al 15 settembre, udienza dibattimentale con la giudice Paola Bussu. Unico indagato è Leonardo Galleri, 51enne di Tresnuraghes, amministratore unico della società, finito sotto indagine per violazioni ambientali. Secondo l’accusa, in uno dei tre terreni nella disponibilità della società sarebbero state versate complessivamente 7mila tonnellate di fanghi di depurazione miscelati con residui di frantumazione di inerti: per gli inquirenti si tratta di rifiuti e non di ammendante.
    Il pm Marco De Crescenzo aveva chiesto il rinvio a giudizio per Galleri (difeso da Danilo Mattana, sostituito ieri in Aula da Luciano Rubattu). Ieri alcuni legali hanno depositato gli atti per la costituzione di parte civile dei Comuni di Magomadas e Tresnuraghes, del Gruppo di intervento giuridico, poi il rinvio a settembre (V.P.)

  4. paola balderacchi
    giugno 9, 2023 alle 5:01 PM

    GECO ha presentato istanza di OBLAZIONE
    L’oblazione è un rito alternativo al giudizio penale mediante il quale, con il pagamento allo Stato di una somma di denaro prestabilita, si estingue un “particolare” reato contravvenzionale, cioè una sorta di depenalizzazione negoziata.
    https://www.altalex.com/documents/altalexpedia/2013/08/30/oblazione
    Presenteranno istanza di COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE, oltre a GRIG e ai COMUNI DI MAGOMADAS, FLUSSIO E TINNURA, altri soggetti rappresentati e difesi dall’Avv. Alessandro Gamberini, del Foro di Bologna: ITALIA NOSTRA SARDEGNA, ADICONSUM SARDEGNA, ISDE SARDEGNA, COMITATO AMBIENTE PLANARGIA, oltre che PRIVATI CITTADINI.

  5. settembre 15, 2023 alle 1:20 PM

    all’udienza del 15 settembre 2023 il Tribunale di Oristano, dopo ampia discussione, ha assunto a riserva la richiesta di oblazione e le istanze di costituzione delle parti civili.
    La riserva sarà sciolta alla nuova udienza fissata al 13 novembre 2023.

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