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Il futuro delle concessioni demaniali balneari.


mare e coste (foto Benthos)

Università degli Studi di Cagliari – Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Il futuro delle concessioni demaniali balneari

Riflessioni a margine dei recenti sviluppi giurisprudenziali

Saluti:

Mariano Porcu – Direttore del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Università di Cagliari

Introduce e modera:
Massimiliano Piras – Professore di Diritto della navigazione, Università di Cagliari

Interventi:

Maria Cristina Carta – Ricercatore di Diritto dell’Unione europea, Università di Sassari

Pierangelo Celle – Professore di Diritto della navigazione, Università di Genova

Enzo Di Salvatore – Professore di Diritto costituzionale, Università di Teramo

Francesca Pubusa – Professoressa di Diritto amministrativo, Università di Cagliari

Dibattito

Tavola rotonda – Intervengono:

Luca Ancis (Università di Cagliari), Alberto Bertolotti (Presidente Confcommercio Sud Sardegna), Giacomo Biagioni (Università di Cagliari), Giovanni Coinu (Università di Cagliari), Stefano Deliperi (Presidente Gruppo di intervento giuridico), Valentina Flore (Regione Autonoma della Sardegna), Luca Pantaleo (Università di Cagliari), Stefano Rombi (Università di Cagliari/Assessore al comune di Carloforte).

Presiede: Prof. Massimo Deiana, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna.

Conclude:

Francesco Seatzu – Professore di Diritto internazionale dell’Università di Cagliari

Venerdì 27 maggio 2022, ore 9.00

L’evento si terrà in presenza nell’Aula magna “Maria Lai” ed online sulla piattaforma Microsoft Teams (clicca per partecipare)

Comitato organizzativo: Luca Ancis, Francesca Ippolito, Luca Pantaleo, Massimiliano Piras, Francesco Seatzu

Teulada, spiaggia di Tuerredda “satura” (agosto 2018)

(foto Benthos, S.D., archivio GrIG)

  1. capitonegatto
    Maggio 25, 2022 alle 10:01 am

    Per le concessioni demaniali sui litorali, il problema non e’ darle a questo o a quello con una gara, il problema sono le norme che regolano l’uso degli spazi, l’uso e la manutenzione dei servizi, cosa puoi costruire stabilmente e cosa no. Alcuni esempi : le distanze minime tra gli ombrelloni , sdraio e comodini, e distanze minime dal bagnoasciuga,i servizi igienici e smaltimento rifiuti, spazi di accesso libero agli arenili, ecc,ecc.

  2. Angelo
    Maggio 25, 2022 alle 10:46 am

    In un Paese normale dovrebbe essere possibile , per chi voglia recarsi al mare e trascorrere qualche giorno al sole e fare bagni, poterlo fare senza pagare gabelle e balzelli che ricordano tanto una scena di “Non ci resta che piangere” con i grandissimi Benigni e Troisi.
    Questa possibilità è , di fatto, preclusa a chi tentasse l’avventura su buona parte della costa ligure (per fare un esempio che conosco) dove per chilometri e chilometri a levante e ponente il bagnasciuga è sbarrato da cabine e stabilimenti e le spiagge cosidette libere sono di norma angoli mal tenuti.
    Non so cosa scaturirà dal DDL Concorrenza prossimo alla approvazione ma sarebbe bello (forse utopico) che la proporzione tra litorali permanentemente occupati da stabilimenti e litorali liberi e decenti per i cittadini italiani fosse riequilibrata.
    Faccio da decenni le mie poche ferie nel sud ovest della Sardegna che, oltre ad essere di una bellezza struggente, permette ancora a chi voglia andare al mare e stendere un telo sull’arenile, di farlo senza pagare gabelle e balzelli, e godendo di paesaggi magnifici.

    • Donatella Mercatelli
      Maggio 25, 2022 alle 11:30 am

      In Toscana i pochi pezzettini di spiagge libere sono piene di rifiuti, è anche la nostra inciviltà con cui ci freghiamo la vera Bellezza , appare tutto da rifare, ma forse, piano …piano…ce la faremo…speriamo, grazie Angelo

    • Amico
      Maggio 25, 2022 alle 3:03 PM

      Concordo in tutto. Aggiungo solamente che vengano aggiornati e resi attuali i costi delle concessioni che verranno assentite. In cuor mio però dispero perchè mi pare di percepire la voglia di aggirare ancora una volta il principio della concorernza. Siamo in Italia.

  3. gennaio 22, 2023 alle 12:48 PM

    ancora la telenovela.

    A.N.S.A., 22 gennaio 2023
    Dietrofront di Fdi sui balneari, Fi e Lega: ‘Avanti su proroga’.
    Il partito della premier Meloni non segnala emendamento. Salvini: ‘Chiudo in estate’. (https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/01/21/dietrofront-di-fdi-sui-balneari-fi-e-lega-avanti-su-proroga_44eef956-5c71-48c1-85bb-86a5d865cc9b.html)

    Fdi spiazza gli alleati di maggioranza sui balneari, uno dei temi che ha compattato il centrodestra anche sotto il governo Draghi, allora diviso tra Fi e Lega che sostenevano l’esecutivo e Fdi che gli si opponeva.

    Il partito di Giorgia Meloni ha infatti deciso di non inserire tra gli emendamenti al Milleproroghe segnalati dal proprio gruppo al Senato quello che mirava ad eliminare il termine del 31 dicembre 2023 per la validità delle concessioni balneari prorogandole senza una fine certa.

    Un obiettivo perseguito anche da analoghi emendamenti di Fi e Lega, che però confermano la linea “segnalando” i due emendamenti azzurri (uno proroga le concessioni di un anno, l’altro di due) sottoscritti dal partito di via Bellerio che tra l’altro con il leader Matteo Salvini è tornato sull’argomento rivelando di aver parlato su questo con la premier Giorgia Meloni. Da Forza Italia, però, si preferisce evitare di parlare di “rottura” nella maggioranza anche se non si nascondono le possibili difficoltà cui andrà incontro la stessa Meloni. “Poi siamo sempre disponibili a vederci e trovare una soluzione tra di noi”, aggiungono fonti del partito di Berlusconi.

    A fronte dei 1.200 emendamenti al Milleproroghe presentati dai partiti nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato, i gruppi si sono impegnati a indicare entro lunedì alle 15 i “segnalati”, cioè quelli che verranno davvero discussi e votati. Ebbene Fdi ha anticipato i tempi indicando i propri emendamenti segnalati, e tra questi non vi è quello sui balneari. Questo abrogava il termine del 31 dicembre 2023 indicato da Consiglio di Stato e confermato dal ddl concorrenza del governo Draghi per la validità delle attuali concessioni. Questo termine implica l’approvazione entro l’anno in corso della riforma e della successiva messa a gara delle concessioni.

    La prima firma di Lavinia Mennuni, senatrice vicina a Meloni, dava autorevolezza all’emendamento, che avrebbe rappresentato una prova muscolare contro Consiglio di Stato e Ue. Mennuni ha presentato anche un secondo emendamento che sposta solo in avanti il termine di un anno. Simile a questo secondo emendamento è la proposta Fi-Lega, firmata da Licia Ronzulli, Maurizio Gasparri, Gianmarco Centinaio e Roberto Marti che fa slittare la proroga di due anni, al 31 dicembre 2025, ma mantiene un termine. Gli stessi Centinaio e Marti hanno presentato un altro emendamento che istituisce un tavolo tecnico presso il Ministero delle Infrastrutture per varare la riforma, in attesa della quale rimangono valide le concessioni, senza un termine perentorio: proprio come prevede l’emendamento Mennuni.

    Il braccio di ferro con il Consiglio di Stato e Ue solleva dei dubbi, di cui si è fatto portavoce il sindaco di Rimini, Roberta Frisoni, che definisce “palliativo” questo prolungamento del limbo normativo. In questo contesto Matteo Salvini ha detto di mirare a “chiudere positivamente entro l’estate” il dossier “coinvolgendo le associazioni di categoria”. “Ho parlato ieri con Giorgia Meloni e abbiamo un’idea che coincide, quindi conto che anche questo dopo anni e anni di attesa sia un dossier che il nuovo governo vada a chiudere”, ha detto, salvo il dietrofront del gruppo di Fdi giunto dopo pochi minuti. “Dalla maggioranza di destra giunge l’ennesimo segnale di confusione”, ha commentato Osvaldo Napoli di Azione, sottolineando il nuovo caso di divisione del centrodestra. “Siamo all’actor studio” ha invece ironizzato Raffaella Paita, capogruppo di Iv, sull’improvvisa inversione a U di Fdi. “Anche sui balneari il Governo Meloni arranca, indeciso a tutto”, stigmatizza Benedetto Della Vedova (+Europa) che chiede la messa a gara delle concessioni.

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