Ora i cacciatori sparano anche sulla lingua italiana.
I terroristi del preteso stato islamico sono ormai anche sulle coste libiche con il loro nefasto carico di odio sanguinario, scenari tragici che si aggiungono alla lunga e pesantissima crisi economico-sociale, ma per costoro il problema è sempre lo stesso: andare a caccia a febbraio e dove gli pare.
Paginate costose sul più venduto quotidiano sardo per ribadire che non vogliono alcun legame cacciatore-territorio, vogliono un calendario venatorio tagliato su loro misura, non vogliono studi scientifici sulla fauna se non pedissequamente ripetitivi delle loro pretese, non vogliono funzionari pubblici che si esprimano nelle sedi opportune contro i loro interessi e via di questo passo.
In un crescendo rossiniano di piagnistei sui loro diritti violati, sparano reiteratamente anche sulla lingua italiana.
In ‘sto fiume di parole, non un cenno sulla distruzione di territorio e ambiente naturale a causa di speculazioni immobiliari ed energetiche, non un fiato su morti e feriti umani grazie all’attività venatoria, non una virgola di condanna del bracconaggio, ma danno lezioni di economia e spiegano i veri motivi della crisi di veterinari, meccanici, ristoratori, benzinai: non si va a caccia abbastanza.
Nell’attesa di scoprire anche i motivi della crisi dei cartolai e dei vetrai, c’è comunque chi può far festa: la concessionaria di pubblicità su L’Unione Sarda.
Parafrasando il grande Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non è seria.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia
(foto pubblicitaria Federcaccia)
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- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
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- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
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- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
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- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
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🙂 Queste Specie Opportuniste che sparano virgole a casaccio, come fossero pallottole, sono assolutamente comiche:)
Niente di nuovo quando l’argomento é la caccia: il solito commento di parte irriverente, ripetitivo e noioso.
Esatto, Giannantonio: hai ragione:)
Grig non piangere! Quando si tratta di caccia hai sempre le stesse parole. Le “Paginate costose sul più venduto quotidiano sardo” sono state acquistate con i soldi dei cacciatori. Ognuno è libero di rivendicare i propri diritti o bisogna per forza passare attraverso la censura animal-ambientalista? Ahahah ma in che democrazia vivete?
(P.S. complimenti per l’incipit dell’articolo sullo stato islamico anche se non ci azzecca una pippa con la caccia oppure per voi è una specie da inserire nel calendario? 🙂 )
“piangere”? E quando mai? Cose simili sono una manna dal Cielo contro la caccia 😉
Dovreste ringraziarci perchè siamo stati fra i pochissimi non cacciatori a leggere ‘sto pippone che fa a pugni con le esigenze minimali della comunicazione.
Continuate così!
Ci sono delle mancanze: tra i “cosa vogliamo”, mancano la fornitura di cartucce gratis annuale, il pieno di benzina per arrivare nel luogo di caccia e i berbecue per i pranzi a fine battuta.
Tra i “cosa non vogliamo” gradiremmo che l’assessore si impegni affinché impedisca agli ambientalisti di fare la danza della pioggia proprio il giorno di cassa manna. È molto scorretto da parte loro.
😉
Ahah di cartucce ne abbiamo a volontà, vogliamo il giusto tempo per poterle usare, quello si. Benzina idem, e i barbecue noi li lasciamo agli americani, noi ci arrangiamo in campagna, non siamo mica i “non mi tocchetti che mi caghetti!” :p !!!
Blackpanther ti adoro!
Ma tra poco i cacciatori si doteranno di nuove armi. Non una tripletta per abbattere un cervo e due cinghiali nello stesso tempo, ma di F35 ( gli yankees gongolano ), con cui ” difendere!! ” la cosi detta civilta’ !!! Il terrorista non nasce tale , ma lo diventa per tutte le nefandezze dei cosi detti ” yankees e loro seguaci ” a caccia di materie prime, e potere economico insaziabile.
Qualcuno ha dato 80 agli operai, lo stesso che ora da 90 ( non euro , ma aerei !! )
I cacciatori sono la vittima sacrificale di un busines colossale. Continuamente strumentalizzati da tutto quel indotto guerrafondaio che dalla caccia si dirama sino agli ultimi F35.
La loro spocchia travalica ogni limite. Predatori armati che vanno in giro per i campi da padroni. Pallini che a pioggia colpiscono la testa, sparano senza ritegno e le conseguenze le sappiamo. Dei poveri vigliacchi incapaci senza arma di far fronte a qualsiasi inghippo.
Se siete così spavaldi perché non affrontate un cinghiale con armi pari, solo con i vostri muscoli?. Ne siete incapaci è troppo comodo sparare, è un modo subdolo di scappare.
Ogni anno devo combattere con questa schiera di banditi che non fanno altro che rubarmi le olive, mutilare gli alberi, fare le loro picchettate lasciando pericolose brace nel territorio. Agricoltori non unitevi a questa masnada di gente senza scrupoli, rivendicate il vostro diritto di sopravvivenza.
Ed eccola qui..l’irrazionale logica e frustazione animalista condita con odio e disprezzo nei confronti di concittadini che pagano tasse per svolgere un’attività legale e naturale, figlia della nostra cultura. Fortunatamente in quel comunicato si leggono sigle importanti.
“I barbecue noi li lasciamo agli americani,mica siamo i non mi tocchetti che mi caghetti”. Queste aperture mentali mi fanno sperare in un futuro migliore.
Le vittime sacrificali del business siamo noiAlessandro,soggetti alle continue angherie di razziatori, protetti per certi versi dalla legge che quando chiami perchè ti sparano in casa,non viene mai.Vorrei vedere se fossi io ad entrare in casa loro……..
Pietro è vero che direttamente siamo noi, inermi cittadini, le pietre sacrificali, ma loro stessi mi sembrano solo oggetti di un giro di affari che vanta fatturati colossali. Purtroppo non hanno la capacità intellettuale di capire che rappresentano solo uno strumento manipolato a soli fini economici.
Ben vengano “comunicati” come questo. Per contenuto, forma e grammatica, mi sembra un ottimo spot contro la caccia.
Hai ragione Juri,lo sòscrivo veramente da schifo e dovrei fare come facevo prima,leggervi e starmene più in disparte.Come ex cacciatore,oggi dico meglio sparare cazzate che….Scomunicato a causa di un “comunicato”
Quanta confusione!
“ma loro stessi mi sembrano solo oggetti di un giro di affari che vanta fatturati colossali. Purtroppo non hanno la capacità intellettuale di capire che rappresentano solo uno strumento manipolato a soli fini economici.”
Sig. Nonnoi come ben sa viviamo in una società consumistica. Laddove si celano interessi si sviluppa una branca del mercato con l’intento di creare un profitto. In Sardegna la caccia per 40000 persone paganti è un interesse è un hobby. Da quest’hobby ruota un insieme di attività che lavorano grazie alla caccia in quanto hanno una clientela. E’ un pò come per i vegani, persone che hanno deciso di intraprendere uno stile di vita e alimentare basato sull’esclusione di cibi e derivati animali e utilizzo di cosmetici e prodotti “cruelty free”.
Una parte del mercato si è concentrata su queste persone creando prodotti destinati al consumo da parte di questi.
Noi non siamo succubi della lobby venatoria (intesa come tutte le attività commerciali che ruotano attorno alla caccia), la Lobby venatoria esiste grazie a NOI (cacciatori=clienti) e noi possiamo avere dei riscontri politici grazie alla lobby. Questa lobby in Sardegna sfama numerose famiglie.
Politicamente parlando, da Sinistra a Destra, la caccia è inviolabile, non sarà mai abolita specialmente in Sardegna. E’ vero però che a seconda del colore politico che siede nelle poltrone in Regione, cercano di darvi “un contentino”, riducendoci il calendario venatorio, in base a studi scientifici faziosi e di parte.
Perchè di parte? In quanto scienza e ideologie animaliste in Italia non vanno d’accordo..prova ne è che in Italia gli studi sull’avifauna di interesse venatorio sono in netto e palese contrasto con gli studi di tutti gli altri stati europei che godono delle stesse rotte migratorie. Prova ne è che in Corsica, che come saprà geograficamente si trova tra la Sardegna e la Liguria, la caccia al tordo prosegue per tutto il mese di Febbraio, in virtù di studi scientifici (esaminati dalla Comunità Europea) che attestano la compatibilità del prelievo venatorio, mentre per le altre due chiude a Gennaio. In Sardegna ancor prima. Ma come possibile? Si tratta dello stesso flusso migratorio, C’è stata anche un’interrogazione dell’On. Zanoni al commissario dell’ambiente Potočnik, il quale rispose con la totale compatibilità degli studi francesi con il calendario venatorio. E’ palese che qualcosa non quadra!
In Italia, sa bene che i diritti dei singoli non sono rispettati. Se io cacciatore protesto per queste disparità o se un mio collega XY protesta..agli assessori poco gliene frega. Ma se a protestare è l’insieme di quelle sigle che lei ha letto nel comunicato, e per lo più pubblicamente su uno dei più importanti quotidiani sardi, allora la musica cambia e molto.
Evidentemente è l’unico modo di farsi sentir, si sa democraticamente per far rispettare i diritti in Italia, a quanto pare, bisogna far traballare le poltrone. Questo comunicato ha avuto lo scopo di dare un bel calcione alle poltrone di chi siede nei piani alti, e non da parte solo delle associazioni venatorie ma anche degli agricoltori, armieri e cinofili, il tutto condito da un bel esposto del Vice Presidente del Consiglio Regionale On. Eugenio Lai (SEL= SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’) a quanto pare lassù non è stato gradito….meglio così! vuol dire che la poltrona ha ballato.
Io vado a caccia e la selvaggina me la mangio, voi andate a caccia nelle macellerie e francamente a me non me ne frega un belin su come viene ucciso il maiale la mucca la pecora il sirbone e sa m…. e su g…… ma smettetela di rompere e lasciateci in pace che non vi chiediamo niente. continuate ad andare in macelleria a comprare la carne che noi andiamo a cacciarla.
quanto sei patetico….
Caro signor. M.A. Vorrei prima di tutto per onesta intellettuale sapere con cui sto parlando. Firmarsi con una sigla per esprimere un’opinione non mi sembra corretto nei confronti chi ci rimette la faccia. Penso che i tempi in cui il fumetto di mister X andava alla grande siano finiti.
Per quanto riguarda la sua disamina economica penso che lei ha trovato l’interlocutore più sbagliato in quanto non sostenitore di un’economia di mercato, ma per una decrescita sostenibile. Come ormai assodato una politica basata sulla crescita non è più fattibile a livello ambientale. Le tesi del fondo mondiale per lo sviluppo sostenibile ha rilevato per il 2013 un deficit del 20%. Ciò vuol dire che rispetto alle risorse che il pianeta terra è in grado di rigenerare, noi stiamo prelevando un 20% un più. Una politica basata su questo sistema economico sta in maniera esponenziale provocando un imminente collasso a livello planetario.
Se poi analizziamo l’indotto economico dei 40.000 cacciatori la ritengo un’inezia se confrontato da una controparte agricola che negli ultimi anni ha assistito ad un vero e proprio collasso economico. Il comparto agricolo ha subito una perdita di oltre 200.000 operatori con tutto l’indotto ad esso associato. Un mercato, come lei lo definisce, che congiunto al manufatturiero, rappresenta l’economia trainante del nostro paese. Non mi pare che l’indotto relativo alla caccia costituisca un settore trainante dell’economia collettiva. E’ solo un tipo di economia di nicchia riservata ad alcune industrie ben definite senza alcuna ricaduta sociale.
La Comunità Europea non ha certo investito nella caccia con il suo PSR (piano di sviluppo rurale), ma insiste su uno sviluppo agricolo ecocompatibile e sulla valorizzazione dei beni ambientali e qualità dei prodotti. Se il Vs. indotto sarebbe dirottato verso uno sviluppo a livello sociale, in sinergia con altre attività, forse avremmo potuto dare risposte più incisive a questa pseudocrisi economica. L’industria delle armi, per qualunque scopo vengano prodotte non ha mai storicamente avviato un processo di sviluppo socioeconomico, ha solo determinato olocausti antropici e estinzioni di specie animali. Le consiglio prima di avventurarsi in analisi economiche di riflettere sulle reali problematiche di un tessuto sociale e trovare sbocchi per un rilancio economico delle regioni interne.
Mi scuso sig. Nonnoi per non scrivere nome e cognome..in fin dei conti non è il nome che fa la differenza ma il pensiero. L’impronta ecologica dell’attività venatoria sul patrimonio faunistico è irrisoria in confrono all’impatto agricolo e alla cementificazione degli ultimi anni. Inoltre sig.Nonnoi l’attività venatoria rientrerebbe nel concetto di decrescita sostenibile, anche se queste teorie preferirei lasciarle a certi infelici movimenti. L’economia di nicchia in piccole realtà come quella sarda, logorata dalla crisi economica, danno una ventata di ossigeno specialmente se su un milione e mezzo di abitanti gode di circa 40000 clienti. L’impatto ambientale dell’attività venatoria a livello europeo è ampiamente studiato. L’attività venatoria, esercitata secondo valide norme scientifiche, ha un importante attività sia a livello gestionale (controllo specie opportunistiche e impatto sulle attività produttive) sia a livello conservativo (miglioramento delle condizioni genetiche). Come il web potrà dimostrarle, a livello europeo stanno sorgendo importanti accordi tra storiche ass. Animaliste e venatorie (Bird life e FACE) il tutto promosso con il beneplacito della Comunità Europa. Anche a livello italiano quest’anno la Fidc e Arci caccia hanno stipulato un accordo con Lega Ambiente. Se si riuscisse a trovare un valido e giusto equilibrio, supportato da studi scientifici, tra gestione e conservazione faunistica tramite l’attività venatoria ed in più uno sviluppo economico con la salvaguardia di settori industriali ad essa connessa vivremo tutti felici e contenti. La Comunità Europea sta puntando su questo e per il 2016 sono in previsione la revisione di alcune direttive. In Italia, sig. Nonnoi ciò che rallenta il sistema è un “etica” ancora basata su sentimenti animalisti stile “chitarra e spinello”, maturiamo.
La pressione venatoria entra in perfetta sinergia con l’impatto dovuto ad un tipo di agricoltura convenzionale e alla speculazione edilizia. L’equilibrio planetario si base sull’essenzialità di tutte le componenti biotiche e abiotiche che noi stiamo sconvolgendo per i nostri caprici. L’attività venatoria non rientra su un piano di decrescita ma in un piano di dissesto ambientale senza precedenti. Le ripeto che l’attività venatoria entra in pieno contrasto con le produzioni agricole che rappresentano le materie prime per una rete alimentare. La vostra attività sta contribuendo ad uno spopolamento delle zone interne con seri rischi per l’autosostentamento. A livello ecologico tutto è collegato. Anche i suoi cinghiali senza le fonti primarie di sostentamento sarebbero destinati all’estinzione per chiara mancanza di cibo. Di questo passo lei e i suoi cinghiali saranno destinati ad una inevitabile estinzione. Senza preservare le produzioni primarie non sussiste alcun tipo di vita. Anziché continuare con disquisizioni supportata da studi scientifici ti a tavolino e senza alcun nesso con le realtà rurali. Le consiglierei di buttare il fucile e impugnare una zappa e mettersi a lavorare la terra per un buon fine comune. Forse allora capirà cosa significhi la presenza dei cacciatori sui suoi fondi e le incalcolabili perdite economiche. La Sardegna ha bisogno di materie prime e non continuare in quel deleterio processo d’importazione. Riguardo allo sparuto gruppo di individui che sostengono la decrescita felice le voglio rammentare che in Italia siamo oltre 10 milioni. Non 40.000 clienti dell’industria bellica.
Sig Nonnoi cosa intende per: ” La vostra attività sta contribuendo ad uno spopolamento delle zone interne con seri rischi per l’autosostentamento.”?? Per caso che la gente fugge perché ci sono cacciatori?
Sig Nonnoi mi sembra un tipo abbastanza intelligente e legato alla zappa, ma parlando di cinghiali, sappia che qui in Sardegna rappresentano un problema. A me sinceramente, come a molti cacciatori del resto, non dispiace (apparte il fatto che a causa della sua presenza diminuiscono altri esemplari come la pernice sarda a causa della distruzione delle covate) e le dirò di più sappiamo benissimo di non essere una soluzione definitiva al problema, ma siamo una soluzione efficace nel breve termine fortemente voluta dagli agricoltori, ed economica oltre che remunerativa per le istituzioni. Inoltre sappia che non ci facciamo nessun scrupolo di coscienza in quanto non creiamo un danno per la specie perché per uno che si ammazza ne nascono due. Sappia che non sono in sovranumero a causa delle produzioni primarie. Per quanto riguarda i danni basta un solo esemplare che occasionalmente passa nei pressi di un orto che manda all’aria tutto il lavoro di mesi di sacrificio. È per questo che a qualcuno salta in testq di appendere la zappa e imbracciare il fucile, chi non ama le armi ci rinuncia semplicemente. Fatto sta che peró i cinghiali non ingrassano grazie agli ortaggi o ai cereali prodotti. La sua alimentazione tipo è talmente varia e abbondante che è in grado di sopravvivere ad ogni condizione ambientale, i frutti della macchia mediterranea è la principale fonte alimentare mentre le varie aziende agricole e zootecniche contribuiscono ad una valida alternativa (cibo facile), specialmente nei mesi estivi e di tranquillità per la specie. Il silenzio venatorio contribuisce a far uscire i cinghiali dai boschi e zone protette (in quanto non si sentono minacciati ) e spingersi in pianura in prossimità di aziende e centri abitati allargando e colonizzando nuovi areali.