Carloforte, quegli abusi edilizi devono essere demoliti.
Il Tribunale penale di Cagliari, Sez. II (presidente Massimo Costantino Poddighe, componenti Lucia Perra e Roberto Cau), in qualità di giudice dell’esecuzione, con ordinanza depositata il 20 maggio 2014, ha respinto i ricorsi per la revoca degli ordini di demolizione e di ripristino ambientale inerenti gli abusi edilizi realizzati nell’Hotel “Le Terrazze” in località Spagnole-Bellavista, in Comune di Carloforte (CI).
Si ricorda che, con sentenza del 27 ottobre 2011 del Tribunale penale di Cagliari (presidente Massimo Poddighe, p.m. Emanuele Secci) erano stato condannati per violazione degli artt. 44 del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i. e 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. Andrea Masala e Raffaele Grosso, funzionari del Comune di Carloforte (1 anno e 8 mesi di reclusione, con la condizionale), Maria Chiara Antonietta Masnata e Dino Ferrando (titolari della SDM s.r.l., 1 anno e 6 mesi, con la condizionale), Sergio Conte (direttore dei lavori, 1 anno e 6 mesi, con la condizionale), Domenico Tavella (titolare degli immobili, 1 anno e 2 mesi, con la condizionale) “per avere, in località Spagnole dell’isola minore San Pietro, sottoposta a vincolo paesaggistico, agendo in concorso tra loro, realizzato, in difetto della necessaria autorizzazione paesaggistica, una struttura edilizia destinata ad albergo, totalmente difforme dal progetto a suo tempo approvato, ed ha irrogato a ciascuno di essi la pena di giustizia, sospendendone per tutti l’esecuzione all’avveramento delle condizioni di legge e delle ulteriori condizioni della demolizione dell’opera abusiva e della rimessione dei luoghi nel pristino stato, purchè eseguite entro sei mesi dal passaggio in giudicato della sentenza stessa”. Comminata anche l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena per i funzionari comunali e la trasmissione degli atti alla Procura per la valutazione di ulteriori posizioni.
La Corte d’Appello di Cagliari (presidente Fiorella Pilato, consiglieri Giovanni Lavena e Nicola Clivio) e, successivamente, la Corte di cassazione (III Sezione) hanno confermato la sentenza del Tribunale cagliaritano, passata in giudicato e “irrevocabile il 10 luglio 2013”.
I ricorsi per la revoca dell’ordine di demolizione e ripristino ambientale erano incentrati sul rilascio dell’autorizzazione paesaggistica in sanatoria (2012-2013) e, conseguentemente, della concessione edilizia in sanatoria[1], ma il Giudice dell’esecuzione ha rigettato integralmente i ricorsi, in quanto l’accertamento della compatibilità paesaggistica a sanatoria è consentito (art. 167, comma 4°, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) solo nei “casi eccezionali degli abusi minori ivi catalogati”, come da giurisprudenza costante (vds. Cass. pen., Sez. III, 15 gennaio 2014, n. 1486). Il successivo titolo edilizio a sanatoria risulta quindi anch’esso illegittimo.
Inoltre, è risultato assente il necessario requisito della doppia conformità delle opere abusive agli strumenti urbanistici al momento della presentazione dell’istanza di sanatoria, come richiesto anche dalla giurisprudenza costante (vds. Cass. pen., Sez. III, 29 ottobre 2013, n. 44189), mentre la successiva concessione edilizia è risultata “condizionata alla realizzazione di opere” per ricondurre la struttura al rispetto di norme e standard urbanistici vigenti.
Ora dovrà seguire la demolizione e il ripristino ambientale, senza ulteriori indugi.
La vicenda era sorta dall’inoltro alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti di una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti (3 marzo 2007) da parte delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, a cui era seguito il sequestro penale (26 ottobre 2007) da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari eseguito dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
Con deliberazione n. 17 del 6 luglio 2001 il Consiglio comunale di Carloforte, nonostante la strenua opposizione dell’allora consigliere comunale ecologista Salvatore Parodo, aveva autorizzato il rilascio della concessione edilizia per “lavori di trasformazione di un fabbricato rurale in un punto ristoro con zona ristorante all’aperto”, con successiva deliberazione n. 23 del 15 maggio 2003 aveva autorizzato in deroga degli standards urbanistici (art. 17 del regolamento edilizio allora vigente) la realizzazione di n. 8 nuovi fabbricati per n. 20 posti letto. In seguito (nota n. 9471 del 13 novembre 2003) l’Assessorato reg.le P.I. BB.CC. – Servizio tutela del paesaggio di Cagliari aveva rilasciato il nullaosta paesaggistico. Con la concessione edilizia n. 105 del 20 dicembre 2005 venivano definitivamente assentiti i lavori in progetto, con inizio dei lavori entro un anno ed agibilità entro i tre anni successivi.
Secondo gli accertamenti di magistratura e polizia giudiziaria, i lavori sono risultati difformi, in violazione di normative di tutela paesaggistica e privi della necessaria valutazione di incidenza ambientale. Da lì il procedimento penale poi conclusosi con sentenza definitiva.
L’intera Isola di San Pietro è tutelata con specifico vincolo paesaggistico e dal piano paesaggistico regionale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), nonché dalla presenza di sito di importanza comunitaria – S.I.C. e zona di protezione speciale – Z.P.S. (Rete Natura 2000, direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora).
Nonostante vi siano le migliori opportunità per una corretta gestione del territorio e fruizione turistica, anche grazie alla presenza di un ampio demanio civico (legge n. 1766/1927, legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.) e di un importante progetto di sviluppo sostenibile (“Isola ecologica del Mediterraneo”) con diverse iniziative elevate a “esempi di eccellenza”, purtroppo permangono situazioni critiche di gestione del pregevole tessuto urbano e dei rilevanti beni ambientali, nonché i rischi derivanti dagli effetti dell’inquinamento di origine industriale (polo industriale di Portovesme) e, non ultimo, dall’abusivismo edilizio.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
qui l’ordinanza Tribunale penale di Cagliari, Sez. II, 20 maggio 2014
(foto S.D., archivio GrIG)
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[1] Determinazione Comune di Carloforte – Area Tecnica n. 315 del 31 maggio 2013, provvedimento di conferma di legittimità parziale della concessione edilizia n. 105/2005, annullamento in sede di autotutela delle concessioni edilizie n. 54/2006 e n. 50/2007 e accertamento di conformità ai sensi degli artt. 36 del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i. e 16 della legge regionale n. 23/1985 e s.m.i.
La sentenza è arrivata ma la cosa difficile e improbabile sarà il ripristino ambientale.Oltre al taglio di centinaia di pini è stato completamente cambiato,con tonnellate di pietre portate da fuori,lo stato dei luoghi.Assurdo che in un paese piccolo sorga un albergo in maniera difforme alla concessione edilizia e si interviene a lavori ultimati.L’hotel le terrazze è la punta dell’iceberg dell’edilizia speculativa a carloforte,dove chi ha soldi costruisce come e dove vuole,spiagge comprese e i controlli ci sono solo per le persone comuni.
Parole Sante!!!
Non gli bastavano gli 8 nuovi fabbricati per poter lavorare dignitosamente?A quanto pare nò,bisogna sempre stravolgere le licence edilizie e con la complicità degli uffici fare quello che si vuole.Ha ragione shardana,l’hotel in questione è la punta di un iceberg rispetto al resto dell’isola.Tutto è bloccato ma al mattino scendono dai traghetti camion stracarichi di mattoni e centinaia di muratori che si sparpagliano per l’isola con i loro mezzi meccanici.Chi và in comune porta avanti i propri interessi,gli alberghi sono nati nella stessa maniera in totale difformità alle concessioni o addirittura abusimamente.
da La Nuova Sardegna, 26 maggio 2014
Il giudice respinge il ricorso contro la demolizione: ruspe per l’hotel a quattro stelle.
Carloforte, per l’albergo Le Terrazze il Comune aveva anche tentato la via della sanatoria. (Simone Repetto): http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2014/05/26/news/il-giudice-respinge-il-ricorso-contro-la-demolizione-ruspe-per-l-hotel-a-quattro-stelle-1.9302117
e’ un peccato pero’ che si intervenga per distruggere cio’ che aveva distrutto. Quanto spreco di tempo, denaro e ambiente. Infatti anche le ruspe consumano petrolio, e il cemento impiegato per costruire gli abusi pure. Senza parlare dei pini abbattuti. Certo, meglio tardi che mai. Speriamo che questa triste vicenda serva come monito per altri abusivismi. Gli abusi costa farli e anche sanarli.
scusate non si capisce il mio commento. L’italiano non e’ il mio forte. Volevo dire “intervenire per distruggere quella stessa cosa che aveva provocato distruzione a sua volta”. E poi “gli abusi costa sia farli che sanarli
è un mostro anche l’albergo sulla Caletta…
è un “eco-mostro”, ma, per quanto è stato possibile appurare, “legittimo”, cioè in possesso delle autorizzazioni urbanistico-edilizie e ambientali (vds. https://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2013/08/24/lecomostro-della-caletta-a-carloforte/).
L’eco mostro della caletta è tra le cose volute Fabrizia.come le decine e decine di piscine sparse per l’isola.Chi ti viene a controllare se sei nel giro giusto?
Ho visto ieri ‘albergo della caletta è veramente impressionante quanto lo hanno ingrandito. Sembra un alveare
Stefano ,io vorrei sapere comìè l’iter dopo questo punto giuridico.
Attualmente non so,ma durante il girotonno l’albergo continuava a funzionare.
Va bene ? Quale autorità dovrebbe (nel caso) revocare ,la licenza, mettere i sigilli e in quale ordine ? Oppure l’iter può andare ancora avanti con l’appello a questa sentenza ecc ?
Un po’ di chiarezza eviterebbe spiacevoli (e magari infondate) supposizini
vedi, Romano, la sentenza è passata in giudicato e ha stabilito la presenza degli abusi edilizi.
L’ordinanza del Tribunale di Cagliari del 20 maggio 2014 riguarda la fase esecutiva.
Non so se gli interessati proporranno eventuale ricorso in Cassazione, ma fin d’ora la Procura della Repubblica di Cagliari potrebbe eseguire la demolizione e il ripristino ambientale a spese dei condannati (i quali rischiano di perdere anche il beneficio della condizionale).
Stefano Deliperi
Come faranno a ripristinare l’ambiente dopo aver tagliato centinaia di pini e scaricato decine e decine di camion di pietre che hanno completamente alterato lo stato dei luoghi.L’albergo li c’è e li rimarrà che piaccia o nò.
Salve Grig,qualche notizia sull’hotel le terrazze a carloforte?Ma non dovevano demolirlo per abusivismo edilizio?
Unione Sarda oggi 14.1.2015 credo ci siano Novità
come detto tempo fa nell’articolo risulta che il direttore dei lavori (fratello dell’ass. e vice sindaco) è parente della proprietaria (suocera e moglie dell’ass. e vice sindaco)
da L’Unione Sarda, 14 gennaio 2015
CARLOFORTE . Il Tribunale ha anche revocato la condizionale alle sei persone condannate. «Quell’albergo è da demolire».
Ecco la sentenza dei giudici sugli abusi edilizi a Le Terrazze. (Vito Fiori) (http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_56_20150114101443.pdf)
Nemmeno un decennio d’attività, peraltro da considerarsi illegittima, e per l’albergo “Le Terrazze”, un quattro stelle realizzato abusivamente in località Bellavista, proprio davanti al mare, è arrivato il momento di chiudere. No, stavolta non c’entra la crisi, questa è una storia diversa. Una storia di abusi edilizi, di obblighi disattesi e di ricorsi basati sul nulla e rigettati. È la storia di un progetto presentato in Comune, e approvato nel 2003, ma stravolto e ingigantito in fase di realizzazione. Solo che i giudici della Corte d’appello di Cagliari, giusto alcuni giorni fa (5 gennaio), hanno emesso una sentenza che chiarisce, in maniera definitiva, i termini della vicenda. Cioè, sei persone condannate e l’obbligo, per loro, di demolire i manufatti e di ripristinare lo stato originario dei luoghi.
I PROTAGONISTI. A leggere le carte processuali sono sei: Sergio Conte, 65 anni, Chiara Antonietta Masnata, 75, Raffaele Grosso, 50, Dino Ferrando, 47, Andrea Masala, 47, Domenico Tavella, 54, ovviamente con ruoli diversi. Ferrando e Masnata sono i proprietari dell’albergo, Conte il direttore dei lavori (tutti e tre sono stati condannati a un anno e mezzo di carcere) e tra loro esiste un vincolo di parentela. Masala, all’epoca capo dell’ufficio tecnico del Comune di Carloforte, Grosso geometra dello stesso settore (entrambi condannati a un anno e otto mesi e all’interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo). Tavella è l’impresario che ha realizzato l’opera.
LE ANOMALIE. L’indagine del Corpo forestale, coordinata dalla Procura di Cagliari, prese spunto dalle denunce delle associazioni ecologiste “Gruppo d’intervento giuridico” e “Amici della terra”. Nell’ottobre del 2007, l’intero immobile venne posto sotto sequestro, i titolari comunque hanno continuato a svolgere regolarmente l’attività ricettiva. Gli accertamenti successivi hanno consentito di rilevare la difformità totale dei lavori rispetto al progetto iniziale. Soprattutto, in violazione delle norme di tutela paesaggistica e privi della necessaria valutazione d’impatto ambientale. Da qui l’inizio del lungo processo sino alla sentenza definitiva della Corte di cassazione (10 luglio del 2013).
I RICORSI. Nel tentativo di evitare i provvedimenti penali Chiara Antonietta Masnata aveva chiesto e ottenuto dal Comune una concessione in sanatoria su alcune parti dell’edificio. Ma anche questa sorta di escamotage non ha funzionato. Scrivono i giudici della Corte d’appello: «Non riguardava l’intera costruzione, come sarebbe stato necessario, stante l’integrale illegittimità dell’intervento realizzato, ma configurava una nuova illegittima concessione in variante». Tutti i ricorsi sono stati respinti dai giudici di primo, secondo e terzo grado. Ma l’ultima mazzata sull’hotel Le Terrazze è arrivata dalla Corte d’appello su sollecito del pubblico ministero.
REVOCA CONDIZIONALE. Non avendo ottemperato agli obblighi dettati dalle precedenti sentenze, il pm ha chiesto al Tribunale la revoca della sospensione condizionale della pena per i sei condannati. Ancora i giudici: «Non avendo notato un atteggiamento improntato alla buona fede da parte dei resistenti, la richiesta di revoca avanzata dal pubblico ministero non può che essere accolta». Per buona fede avrebbe potuto interpretarsi un avvio dei lavori di demolizione dell’albergo, cosa che non si è vista. Adesso, stando alle carte, non c’è davvero più tempo. L’esecutività delle pene comminate dal Tribunale sarà immediata.
Una vicenda veramente scandalosa,non solo per il coinvolgimento degli impiegati comunali,oramai beccati più volte in casi totalmente illegali,ma per il silenzio delle autorità sul fatto che l’albergo ha continuato a svolgere l’attività ricettiva come se niente fosse.Non è il primo caso in sardegna concordo,ma sarebbe ora mettere un minimo di ordine in questa selva che è l’edilizia e tutto il mercato che ci gravità intorno.
Sembrava se ne fossero dimenticati ed invece eccoci qui,vediamo ora cosa succede.Sospensione della condizionale cosa vuol dire GRIG,che potrebbero essere arrestati?Certo che non è un bel periodo per l’isola poveri noi.
AREA URBANISTICA
ORDINANZA DIRIGENZIALE N. 10 / 2015
OGGETTO: ORDINANZA DI DEMOLIZIONE FABBRICATO AD USO ALBERGHIERO DI
PROPRIETÀ DELLA SOC. COOP. S.D.M. DI CHIARA ANTONIETTA
MASNATA, CORRENTE IN CARLOFORTE, UBICATO IN LOCALITÀ
SPAGNOLE
(testo)
AVVERSO TALE ORDINANZA LA S.V. POTRA’ ADIRE AL TRIBUNALE
AMMINISTRATIVO REGIONALE DI CAGLIARI NEL TERMINE DI 60 GG. DALLA
NOTIFICAZIONE DELLA PRESENTE OPPURE, IN ALTERNATIVA, RICORSO
STRAORDINARIO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL TERMINE DI 120 GG.
DALLA NOTIFICAZIONE.
Lì, 12/03/2015
Sono moto perplesso che, a fronte delle violazioni commesse, sia stato possibile iniziare e portare a termine la costruzione del fabbricato, ottenendo la licenze per esercitare un’attività alberghiera.
“Au paise”tutto è possibile non è l’unico albergo costruito in maniera poco chiara.Se qualcuno mettesse seriamente le mani negli uffici ne verrebbero fuori di cotte e di crude.In questi giorni i NAS hanno beccato un chiosco alla caletta,tra l’altro di un assessore,completamente abusivo che lavorava da otre 10anni.Eppure è bello in videnza nella spiaggia principale del paese e chi doveva controllare chissà quante volte c’è passato in macchina.Baciamo le mani
toh, continua la caccia Stefano,altro che non è possibile….un altro chiosco abusivo e il gazebo di un ristorante di grido nella piazza centrale.Anche questi fantasmi da vent’anni…..Baciamo le mani
Speriamo oltre ai chioschi controllino anche le case costruite sulla dune e l’eco mostro……..I controlli vanno allargati ai poteri forti,non solo alla gente comune che lotta per sopravvivere e non per speculare.
Per Novella Calligaris il fatto non costiuisce reato a Carloforte..Come può succedere Grig?
se hai letto l’articolo pubblicato oggi su L’Unione Sarda, avrai anche visto che sarebbe stata rilasciata una concessione in sanatoria per le opere abusive (un locale coperto di mq. 28,50 inizialmente autorizzato come capanno per gli attrezzi). Quindi, ora, “il fatto non costituisce (più) reato”.
Cosa mi puoi dire in proposito ,come è possible che avvenuta ciò?
Quindi chiedo la concessions edilizia per un capanno attrezzi,lo trasformo in abitazione e chiedo la sanatoria.Ho capito male?
Hai capito male si o Carlo,mica ti chiami Calligaris.