Germania: verde fuori, carbone dentro.
Spesso si hanno idee poco chiare sui nostri cugini europei e i loro comportamenti ecologici.
Ecco un’interessante finestra sull’utilizzo del carbone in Germania.
La apre l’Astrolabio, la newsletter degli Amici della Terra.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da l’Astrolabio, 24 febbraio 2014
La Germania di oggi è una grande consumatrice di carbone – al primo posto la lignite – per la produzione di elettricità. Quindi, ha sì puntato molto sulle rinnovabili ma, al contrario di ciò che viene lasciato credere, anche sul carbone per la propria produzione di base.
In Germania sono già stati resi noti i dati statistici riguardanti la situazione energetica nel 2013, caratterizzata da un aumento dei consumi elettrici, forse per effetto dell’ondata di freddo agli inizi del 2013. Il contestuale leggero aumento di emissioni di CO2, tuttavia, potrebbe avere anche una causa poco nota alla pubblica opinione italiana ed europea e scarsamente notata dai media.
Si tratta del dato riguardante la produzione elettrica da centrali a carbone che ammonta, nel caso tedesco, a 286 TWh all’anno, pari al 35,4% del totale, il valore più alto tra le varie fonti. Nella tabella, il valore è riportato in modo distinto tra la lignite (brown coal) ed il carbone sub-bituminoso e bituminoso (nell’uso italiano antracite e litantrace). La distinzione mette in evidenza l’uso della lignite, ai suoi massimi dai tempi della riunificazione, il cui impatto oggi è attenuato dall’entrata in funzione di impianti più efficienti oltre che più puliti.
Nella tabella che segue, riportiamo i valori relativi al consumo di fonti fossili e di fonti rinnovabili per la produzione elettrica in Germania. Per aiutare la valutazione dei dati abbiamo aggiunto i corrispondenti valori per l’Italia, ricavati dalle prime stime.
Produzione lorda di energia elettrica per fonte
Fonte | Germania2013
TWh |
Germania2013
% |
Italia2013
TWh |
Italia2013
% |
Gas naturale | 66 | 10,5 | 104 | 37,5 |
Carbone bitum. | 124 | 19,7 | 41 | 14,8 |
Lignite | 162 | 25,7 | ||
Rinnovabili el. | 147 | 23,4 | 108 | 38,9 |
Altro* | 130 | 20,7 | 24 | 8,6 |
Totale | 629 | 100 | 277 | 100 |
*nucleare (solo per la Germania), prodotti petroliferi, recuperi, ecc.
Fonti: Agenzia tedesca per l’Ambiente (AGEB), Elaborazioni dati Amici della Terra su dati Terna e Assoelettrica.
E’ da notare che, in questa tabella, la percentuale di energia elettrica da fonti rinnovabili raggiunge il 39% perchè calcolata sulla produzione lorda di energia elettrica; normalmente il dato utilizzato è il contributo al consumo nazionale che per il 2013 risulta pari a circa il 34%.
La ragione dell’aumento dell’uso del carbone in Germania è dovuta principalmente alla graduale dismissione del nucleare dopo Fukushima, alla diminuzione degli impianti a gas per il prezzo troppo caro del gas stesso e ai problemi di stabilità della rete posti dall’intermittenza delle due rinnovabili principali.
Il quadro che esce dal confronto è ben diverso da quello percepito dalla pubblica opinione. Riguardo alle politiche energetico-climatiche a basso tenore di carbonio, il nostro Paese non sfigura affatto rispetto al modello tedesco sempre proposto come esempio. Anzi. Dunque, piuttosto che soffrire di complessi di inferiorità, sarebbe utile proporre e sostenere modelli più avanzati di politiche energetiche europee.
Ad esempio, nell’attuale congiuntura, si verifica in Italia un surplus della capacità produttiva di energia elettrica che, compatibilmente con le fasce orarie dei due paesi, potrebbe essere ceduta alla Germania. Più in generale, con una rete integrata europea di distribuzione di elettricità e gas, sarebbe possibile ottimizzare la produzione e la distribuzione di energia risparmiando sia combustibili fossili che l’eccesso di incentivi che caratterizza la produzione di elettricità da fonti rinnovabili intermittenti in alcuni paesi europei.
(foto da www.europarl.europa.eu, S.D., archivio GrIG)
La percentuale tedesca di produzione da carbone nella tabella è più alta rispetto a quella nel testo : 45.3% contro 35.4%. Le tinte dipinte appaiono quindi ancora più fosche.
La tabella non prende in considerazione su come sono gestite le centrali a carbone in Germania , e con quali tecnologie si minimizza la produzione di CO2 in atmosfera, rispetto all’Italia. Il carbone non va demonizzato , a meno che non produca seri danni al clima e all’ambiente.
Capitonegatto,prova a vivere a nuraxi figus,allora si che puoi vedere cosa fà il carbone…….
C’è anche da dire, Stefano, che l’Italia ha un’alta percentuale di rinnovabili in virtù del suo grande settore idroelettrico.
Mi rattrista notare che in Germania si produca più energia dal fotovoltaico, pur essendo irraggiata notevolmente meno di noi. Eravamo comunque i secondi al mondo nel 2012 (nel frattempo i cinesi ci hanno superato).
Spero che un regime fiscale conveniente (e degli aiuti anche, perché no) diano nuova vita all’installazione di pannelli sugli edifici esistenti. Noi al sud, soprattutto, abbiamo rendite elevatissime e tempi di pareggio veramente bassi,
“…nell’attuale congiuntura, si verifica in Italia un surplus della capacità produttiva di energia elettrica che, compatibilmente con le fasce orarie dei due paesi, potrebbe essere ceduta alla Germania….”
Questo è un equivoco. L’eccesso di capacità termoelettrica in Italia è fatto di residui impianti ad olio (ferrivecchi) e di una messe di centrali a gas. Produrre elettricità in Italia con il gas costa moltissimo. Peggio che mai pensare di usare questa capacità per coprire una base load da cedere ai tedeschi.
Il carbone fa proseliti in Italia come in Germania perché costa poco. Specialmente per i tedeschi, che lo estraggono in casa: hanno ormai quasi solo schifosa lignite, ma va bene per la termoelettricità. Alla fine – posto che ci troviamo in una economia di mercato – vince chi costa meno. Che probabilmente è una cattiva idea, ma questa è la situazione.
nella “verde” Germania.
da La Stampa, 19 settembre 2018
Il popolo della foresta: 4 mila ambientalisti per salvare gli alberi millenari dalla miniera.
Una guerra tra progresso e natura per salvare l’ultimo lembo della foresta di Hambach: http://www.lastampa.it/2018/09/19/cultura/il-popolo-della-foresta-mila-ambientalisti-per-salvare-gli-alberi-millenari-dalla-miniera-GMnI1vQgdMMZXHbTHxRxyI/pagina.html