Ancora morti “umani” per la caccia.
La contabilità dei morti e feriti umani nel corso della stagione venatoria 2012-2013 si è fermata in tutta Italia, a ben 60 morti (54 cacciatori, 6 persone comuni) e 106 feriti (92 cacciatori, 14 persone comuni) umani.
Di questi 5 morti (tutti cacciatori, dei quali uno per infarto durante una battuta di caccia e uno travolto da un torrente in piena) e 11 feriti (10 cacciatori e 1 agricoltore) in Sardegna.
L’11 novembre 2012 in Sardegna è stato colpito addirittura un bambino nel bel mezzo di una battuta di caccia al cinghiale. Purtroppo è morto due giorni dopo.
Nel corso dell’attuale stagione venatoria 2013-2014 siamo già a 10 morti (tutti cacciatori) e a 31 feriti (22 cacciatori, 9 persone comuni).
L’undicesimo morto è un cacciatore sparato da un collega di battuta di caccia notturna nel parco naturale regionale di Veio. Caccia illecita, in un parco naturale, in orario non consentito. In più un morto, anche a causa del mancato soccorso da parte dei due colleghi di battuta, poi arrestati.
Bella immagine della caccia, della lealtà, del rispetto delle regole…
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
A.N.S.A., 20 ottobre 2013
Incidente di caccia a Roma, ucciso 38enne. E’ successo nel Parco di Veio. Arrestati due amici, accusati di omicidio colposo e omissione di soccorso.
I carabinieri del Gruppo di Ostia hanno arrestato due romani di 55 e 40 anni per la morte di un 38/enne durante una battuta di caccia svoltasi la scorsa notte nel Parco di Veio, vicino a Roma. L’uomo é morto dopo essere stato raggiunto da un colpo di fucile, sparato per errore da uno dei suoi amici, secondo quanto ricostruito finora. I due arrestati sono accusati di omicidio colposo e omissione di soccorso. “I fatti si sono svolti poco prima delle 2.00 nel parco regionale di Veio, alle porte di Roma, tra le consolari Flaminia e Cassia – affermano i carabinieri -: i due uomini, cacciatori da diversi anni, si erano recati nel parco per trascorrere la notte a caccia, in compagnia di un loro amico 38enne che voleva avvicinarsi all’attività sportiva. Nel corso della battuta, il 55enne, rimasto isolato e appostato tra gli alberi, colto dallo spavento per uno strano movimento e temendo che si potesse trattare di un animale, avrebbe esploso con il suo fucile, in direzione di un cespuglio, un colpo “a pallettoni”. Tra i rovi, a rimanere ferito, l’amico 38enne disarmato. I due cacciatori, quindi, piuttosto che chiamare i soccorsi o recarsi al più vicino ospedale, da Veio avrebbero trasportato l’amico moribondo al pronto soccorso dell’ospedale “G.B. Grassi” di Ostia, passando prima per l’abitazione di uno dei due per disfarsi di un fucile”. All’ospedale, tuttavia, l’uomo è giunto esanime ed ogni tentativo di rianimazione è risultato vano. I due cacciatori dovranno rispondere anche dell’esercizio dell’attività di caccia, vietata nel parco regionale e peraltro svolta al di fuori degli orari consentiti. E’ in corso il sopralluogo nella zona dell’incidente e già nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia sul cadavere. I due cacciatori sono stati, invece, rinchiusi nel carcere romano di “Regina Coeli”.
da Il Corriere della Sera, 20 ottobre 2013
Incidente di caccia nel parco Veio, ucciso 38enne a colpi di fucile. A sparare sarebbe stato un altro cacciatore 55enne, due persone arrestate.
ROMA – Tragico incidente di caccia nella notte nel Parco Veio di Roma, costato la vita a un uomo di 38 anni. Domenica mattina, i Carabinieri del Gruppo di Ostia hanno arrestato due romani di 55 e 40 anni con le accuse di omicidio colposo e omissione di soccorso.
COLPO «A PALLETTONI» – L’incidente è avvenuto poco prima delle 2.00 nel parco regionale di Veio, alle porte di Roma, tra le consolari Flaminia e Cassia: i due uomini, cacciatori da diversi anni, si erano recati nel parco per trascorrere la notte a caccia, in compagnia di un loro amico 38enne che voleva avvicinarsi all’attività. Nel corso della battuta, il 55enne, rimasto isolato e appostato tra gli alberi, colto dallo spavento per uno strano movimento e temendo che si potesse trattare di un animale, avrebbe esploso con il suo fucile, in direzione di un cespuglio, un colpo «a pallettoni». Tra i rovi, a rimanere ferito, l’amico 38enne disarmato.
CACCIATORI DI FRODO – I due cacciatori, quindi, piuttosto che chiamare i soccorsi o recarsi al più vicino ospedale, da Veio avrebbero trasportato l’amico moribondo al pronto soccorso dell’ospedale «G.B. Grassi» di Ostia, passando prima per l’abitazione di uno dei due per disfarsi di un fucile. All’ospedale, tuttavia, l’uomo è giunto esanime ed ogni tentativo di rianimazione è risultato vano. I due cacciatori di frodo dovranno rispondere anche dell’esercizio dell’attività di caccia, vietata nel parco regionale e peraltro svolta al di fuori degli orari consentiti. È in corso il sopralluogo nella zona dell’incidente e già nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia sul cadavere. I due cacciatori sono stati, invece, rinchiusi nel carcere romano di «Regina Coeli».
(foto A.N.S.A., P.F., S.D., archivio GrIG)
Quelli non sono cacciatori, ma criminali in primis e secondariamente dei BRACCONIERI.
Perché cacciano in luogo e orario non consentito, con munizioni non consentite.
Non si deve generalizzare.
Premesso che anche un solo morto è motivo di riflessione e preoccupazione i dati riportati sono falsi perchè includono i feriti o morti per infarto,caduta e incidenti di vario genere oltre a quelli da arma da fuoco. Scegliere le disgrazie avvenute in contesti di parentela stretta padre- figlio o tra amici veri per fare l’ennesimo allarmismo chiamando vittime i feriti e gonfiando i dati lo trovo non corretto.
buonasera Tiziano,
le due persone arrestate sono “cacciatori da diversi anni”, come riporta l’A.N.S.A., che non è certo un organo di informazione ecologista.
Cioè, si tratta di persone munite di porto d’armi a uso caccia, di autorizzazioni per la caccia, che han pensato bene di fare una bella battuta di caccia “abusiva” coinvolgendo un loro amico “he voleva avvicinarsi all’attività”.
Non nascondiamoci dietro un dito.
Così come morti e feriti a causa dell’attività venatoria non sono solo quelli – purtroppo già tanti – colpiti da pallettoni e pallini, ma anche quelli dovuti a imprudenze, disattenzioni, cattive condizioni fisiche di chi va a caccia.
A nostro parere, c’è un intero sistema di regole e di criteri di sicurezza (anche di natura sanitaria) che andrebbe profondamente ripensato a fini di tutela dell’incolumità pubblica.
Stefano Deliperi
Per me non si tratta affatto di allarmismo ma di dati alla mano che possono essere confermati.
Oltre ad essere contraria alla caccia, ad aver rischiato più volte di essere impallinata solo perché andavo a cavallo di domenica o a fotografare, sono anche stufa di sentire i soliti luoghi comuni come quelli che “i cacciatori sono i più rispettosi dell’ambiente” o gli incidenti di caccia sono pura sfortuna, perché è quasi completamente falso. Vivendo in un paese di campagna e conoscendo purtroppo diversi cacciatori, conosco anche i loro movimenti e i loro racconti. In tanti, non distinguono nemmeno le diverse specie in volo e tuttavia sparano, per poi ridacchiare a denti stretti sul fatto di aver preso uno Sparviero (o altra specie, in genere protetta) piuttosto che la preda che pensavano fosse. Questo per citarne uno molto recente. Ora siamo in periodo di migrazione, niente di più sbagliato che tenere la caccia aperta. Mi risulta difficile pensare che chi ama la Natura vada a caccia e uccida, e sento baggianate di questo tipo da che sono nata. Se amo qualcosa piuttosto la tutelo, la studio, la proteggo. Non la distruggo per puro divertimento. E’ un enorme controsenso.
Che i bracconieri siano dei criminali poi non si discute. Ogni tanto Madre Natura vede e provvede, ma è ancora troppo poco. Continuo a pensare che una legiferazione più severa potrebbe in qualche modo ridurre questo scempio, anche perché questa “gente”, sistema trappole che la maggior parte delle volte imprigionano l’animale ferendolo gravemente e lasciandolo agonizzante per giorni, fino a che non sopraggiunge la morte. Concludo nel dire che portare un dodicenne a caccia grossa sia una follia. Chiunque vive in campagna conosce le modalità nelle quali si svolge, e non si può non mettere in conto il rischio a cui si va incontro. Non è difficile che ci scappi l’incidente mortale, in tempi di caccia aperta lo leggiamo di continuo e questo, per la maggior parte delle volte, avviene per causa degli uomini che sparano su ogni cespuglio “rumoroso”. Non credo affatto si tratti di strumentalizzazione.
BASTA INCIDENTI DI CACCIA !!!
E’ COMINCIATA LA STAGIONE VENATORIA.
RICORDIAMO TUTTE LE REGOLE IMPORTANTI PER CHI MANEGGIA L’ARMA, DOVE DOVRANNO SEMPRE ESSERE LE PRIME IN ASSOLUTO.
RICORDIAMO ANCHE L’INVENZIONE DEL NUOVO SISTEMA DI SICUREZZA ( TUTIUS ) PER FUCILI DA CACCIA DA DIFESA, E PER ADDESTRAMENTO MILITARE.
“lHJAA/www.youtube.com/watch?v=9HVeKt9dNNs …
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INSIEME SALVEREMO MOLTE VITE UMANE: GRAZIE !!!!