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Acqua e cibo avvelenati.


acqua

acqua

Pensavamo che la brutta pagina dell’acqua all’atrazina, quando milioni di italiani bevevano acqua piena del pericoloso erbicida, appartenesse ormai al lontano passato.

Invece no.

A Viterbo e in 45 Comuni della provincia (altri 5 sono in Provincia di Roma) si beve acqua con contenuti di arsenico ben superiori ai limiti di legge.

Da anni è così. L’unica differenza è stata la scadenza – il 31 dicembre 2012 – della terza deroga comunitaria che permetteva di erogare acqua con livelli di arsenico superiori a dieci microgrammi per litro.

Ed è la stessa acqua che si utilizza per panificare e per tanti altri usi alimentari. 

Ormai è la stessa catena alimentare a essere interessata e l’Istituto Superiore di Sanità conferma che la concentrazione della sostanza nell’organismo e’ oltre il doppio rispetto a quella nella popolazione generale.

Nei giorni scorsi sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza e dall’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero della sanità ben 1.500 tonnellate di soia, mais e grano tenero ucraino falsamente certificati come “biologiche” ma ad alto contenuto di O.G.M.     Venivano importate in Italia da una società maltese (ma in mano a italiani) e poi validate da enti di certificazione di Fano e Sassari.  23 indagati e decine di perquisizioni in Marche, Emilia Romagna, Sardegna, Molise e Abruzzo.

limiti di legge per la concentrazione di arsenico nell'acqua

limiti di legge per la concentrazione di arsenico nell’acqua

Due vicende emblematiche sull’acqua che beviamo e sul cibo che mangiamo.

Avvelenamenti, truffe alimentari, rischi sanitari.  Poveri italiani.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

A.N.S.A., 14 aprile 2013

Allarme arsenico, a Viterbo sciopero della sete a staffetta. Parte il candidato sindaco Filippo Rossi, coinvolti i cittadini.

Contro l’acqua all’arsenico a Viterbo e’ partito oggi uno sciopero della sete a staffetta. A idearlo il candidato sindaco di Viva Viterbo, Filippo Rossi, che dara’ il via all’iniziativa per poi passare domani il testimone a un’altra persona e cosi’ di seguito, semplici cittadini o chiunque voglia aderire ”al di la’ di ogni schieramento politico”. ”Sciopero della sete a staffetta per tutto quello che non e’ stato fatto contro l’arsenico e che invece si poteva fare in tutti questi anni – ha detto Rossi -. Inoltre il nostro primo atto sara’ quello della convocazione di un Consiglio comunale ad oltranza e aperto agli interventi di associazioni, esperti, organizzazioni e cittadini per trovare una soluzione al problema arsenico”. Il candidato annuncia anche i nomi di quanti hanno aderito all’iniziativa, gia’ coperta fino alla fine del mese. La staffetta funzionera’ cosi’: ”Un giorno ciascuno passandoci simbolicamente il testimone della protesta contro una situazione che va avanti da anni sulla pelle delle persone. Invito tutti i cittadini a partecipare, al di la’ di ogni schieramento politico. Non si possono piu’ costringere le famiglie a comprare l’acqua nei supermercati o andare alle fontanelle come si faceva fino a un secolo fa”.

Viterbo, distributore pubblico di acqua

Viterbo, distributore pubblico di acqua

 

A.N.S.A., 13 aprile 2013

Allarme arsenico nell’acqua a Viterbo. Iss: valori oltre la norma in bambini e 16 Comuni. A rischio la catena alimentare.

Il Codacons chiede la chiusura degli esercizi commerciali del viterbese che usano acqua contaminata ma avvia in favore di questi una class action contro ministero e Regione Lazio fino a un massimo di un milione di euro ad attività commerciale

Nei cittadini di Viterbo e 16 comuni del Viterbese, interessati dall’emergenza arsenico nell’acqua, la concentrazione della sostanza nell’organismo e’ oltre il doppio rispetto a quella nella popolazione generale. Maggiori concentrazioni sono state rilevate anche nei bambini. Questi i dati dello studio dell’Iss sul rischio a Latina, Roma e Viterbo.

Lo scorso 31 dicembre 2012 è scaduta la terza deroga europea che consentiva di erogare acqua con livelli di arsenico superiori a dieci microgrammi per litro.

I nuovi dati sono in via di pubblicazione su riviste scientifiche. Le analisi sono state condotte su campioni di unghie e urine di 269 soggetti sani (da 1 a 88 anni di eta’) residenti nelle aree a rischio. Nei viterbesi, la concentrazione della sostanza nelle unghie e’ risultata pari a 200 nanogrammi per grammo contro gli 82 nanogrammi di un gruppo di controllo nella popolazione generale. Per l’Oms l’arsenico e’ un elemento cancerogeno per il quale l’Ue ha disposto gia’ dal 2001 precisi limiti.

Nei comuni del Lazio interessati dall’emergenza arsenico nell’acqua, a rischio e’ pure la catena alimentare. Concentrazioni di arsenico superiori ai livelli consentiti sono state infatti rilevate, ad esempio, nel pane prodotto nell’area del viterbese. Lo dimostrano, secondo quanto si apprende, gli ultimi dati dello studio per valutare l’esposizione all’arsenico nelle aree a rischio condotto dall’Iss con la collaborazione dell’ Ordini dei medici.

“No agli allarmismi: ora ci sono i dati per intervenire in maniera adeguata ed equilibrata”. Così il ricercatore dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) Francesco Cubadda, responsabile dello studio, che è “la dimostrazione – rileva Cubadda – che il sistema si è attivato per condurre ricerche mirate per caratterizzare il rischio della popolazione, condizione essenziale per l’adozione di misure di tutela sanitaria adeguate ed equilibrate”. In termini di valutazione del rischio comunque, precisa l’esperto, “bisogna sottolineare che ‘esposizione’ non equivale automaticamente a ‘rischio per la salute’, poiché vi è ancora incertezza sull’esistenza o meno di effetti dell’arsenico inorganico ai livelli espositivi misurati nelle province del Lazio interessate dallo studio”. “Adesso, con questi risultati – conclude Cubadda – abbiamo un riferimento rispetto al quale possiamo valutare l’efficacia nel tempo degli interventi che sono stati già intrapresi e di quelli che seguiranno, volti a ridurre l’esposizione all’arsenico inorganico”.

SINDACO CAPRANICA, PER AIUTI CI SIAMO INDEBITATI – “Qui si fanno le file alle casette dell’acqua come nel dopoguerra. E si distribuiscono i ‘buoni’ acqua come un tempo le ‘tessere del pane’. E intanto il Comune si è indebitato per aiutare bambini, anziani e donne incinte”. A parlare è Angelo Cappelli, sindaco di Capranica, uno dei Comuni con concentrazioni di arsenico più elevate di tutta la provincia di Viterbo: è a quota 43 microgrammi per litro quando il limite consentito è 10. Capranica conta circa 7.000 abitanti, questo territorio avrebbe bisogno di due impianti di derasenificazione ma nessuno è ancora funzionante.

NELLA TUSCIA 40 COMUNI ‘FUORILEGGE’ – Nella provincia di Viterbo in 40 comuni -su 60 in totale- sono in vigore dal primo gennaio specifiche ordinanze per combattere il problema arsenico: i sindaci in pratica hanno dichiarato la non potabilità dell’acqua. In base alle ordinanze in vigore gli unici utilizzi consentiti sono il lavaggio di indumenti, stoviglie e ambienti, scarico water e impianti di riscaldamento. Vietato bere, cuocere, preparare alimenti e bevande, perfino lavarsi i denti. Non consentito fare la doccia nel caso in cui si abbiano patologie cutanee. Anche se il quadro è migliorato rispetto al 2009, rileva l’Istituto Superiore di Sanità, quando ‘a rischio’ per l’emergenza arsenico nell’acqua erano 90 Comuni del Lazio per un totale di 854.000 abitanti, oggi la situazione resta ancora di emergenza per 50 comuni complessivamente (45 della provincia di Viterbo e 5 di Roma con un totale di 260mila residenti).  Bar, ristoranti, pasticcerie e chiunque lavori con l’acqua avrebbero dovuto già dotarsi di un impianto del costo di circa 20.000 euro, ma non tutti hanno potuto permetterselo. A Ronciglione e Caprarola, che si affacciano sul lago di Vico, una delle fonti dell’approvvigionamento idrico, al problema dell’arsenico si aggiunge quello dell’alga rossa che prolifera nel lago e rilascia tossine pericolose per la salute.

campo di mais

campo di mais

 

A.G.I., 11 aprile 2013

Frodi alimentari: maxi sequestro di falsi prodotti “bio” . 

Roma, 11 apr. – A dispetto della crisi il biologico continua a crescere costantemente in termini di consumi e fatturato. Ma proprio per questo suo “appeal”, il segmento diventa sempre piu’ spesso bersaglio di frodi e sofisticazioni alimentari. Ecco perche’ operazioni come quella della Guardia di finanza di Pesaro e dall’Ispettorato Repressione Frodi del ministero delle Politiche agricole sono molto importanti. Ora piu’ che mai e’ necessario mantenere alta l’attenzione sul settore, intensificando i controlli soprattutto sui prodotti importati da Paesi terzi non in equivalenza. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che plaude al maxi-sequestro di stamattina che ha portato alla confisca di 1.500 tonnellate di soia, mais e grano tenero ucraino falsamente certificati come “bio” ma ad alto contenuto di Ogm. Nel nostro Paese la spesa per il “bio” e’ aumentata nel 2012 del 7,3 per cento, mettendo a segno il settimo aumento tendenziale consecutivo -sottolinea la Cia- e oggi il 75 per cento degli italiani dichiara di acquistare prodotti biologici almeno una volta al mese. Alimentando cosi’ un business che in Italia vale circa 3 miliardi di euro, ma che a livello mondiale ha raggiunto la quota di 55 miliardi di dollari l’anno. Ma proprio perche’ si tratta di un mercato in continua espansione -osserva la Cia- il settore del biologico ha iniziato a fare gola alle mafie e ai “professionisti della truffa agroalimentare”, pronti a falsificare carte e certificati pur di accaparrarsene una fetta. Per questo, oggi bisogna lavorare sulle regole e prevedere politiche “ad hoc” che controllino i mercati. E’ indispensabile aumentare le ispezioni, inasprire sanzioni e pene – continua la Cia – ma soprattutto lavorare sulla trasparenza in tutti i passaggi della filiera. Soprattutto sono necessari piu’ controlli sui prodotti importati dai Paesi non in equivalenza, dove cioe’ i metodi di produzione biologica e gli organi di controllo non sono ritenuti equivalenti ai nostri, prestando ancora piu’ attenzione ad autorizzazioni e certificati di conformita’ degli importatori.

(schema A.N.S.A., foto A.N.S.A., S.D., archivio GrIG)

  1. capitonegatto
    aprile 15, 2013 alle 5:19 PM

    Arsenico e merletti. Sembra un giallo alla Agatha Christi dove i colpevoli , cioe’ quelli che usano l’arsenico magari per usi industriali, sono ancora sconosciuti, e leggendo gli articoli, neanche se ne parla.

  2. Shardana
    aprile 16, 2013 alle 11:31 am

    Non penseremo certo di essere immuni da questo tipo di problema in sardegna….con la differenza che da noi con l’acqua inquinata degli acquedotti si continua a fare tutto,pane,gelati,ghiaccio ,pasticceria,cucinare.Tutto questo sempre grazie alla complicità di chi dovrebbe controllare la potabilità dell’acqua di rubinetto e ai comuni che omettono di informare i cittadini con dati veritieri e,paghiamo così per potabili liquidi inquinati da qualsiasi cosa.Soluzioni?Non pagare più le bollette diABBANOA finchè non ci danno quello che ci spetta,altro che staccare l’abba ai morosi..Delinquenti,altro che allarmismi,si avvelenano quotidianamente e noi sempre li muti.Da cosa dipendono tutte le gastroenteriti che colpiscono bambini e non in maniera sempre più frequente?.Per quanto riguarda il falso bio condito con pesticidi e tra l’altro OGM non vedo i nomi delle ditte coinvolte,se ne parla sempre in modo ovattato e fumoso,così non si creano allarmismi e noi continuiamo a mangiare e bere inconsapevolmente,permettetemi il termine merda pura.SCIRARINDI

  3. Bio IX
    aprile 16, 2013 alle 12:15 PM

    “Per l’Oms l’arsenico e’ un elemento cancerogeno per il quale l’Ue ha disposto gia’ dal 2001 precisi limiti”, ma per l’esperto dell’ISS “bisogna sottolineare che ‘esposizione’ non equivale automaticamente a ‘rischio per la salute’, poiché vi è ancora incertezza sull’esistenza o meno di effetti dell’arsenico inorganico ai livelli espositivi misurati nelle province del Lazio interessate dallo studio”.
    Come sempre, senza allarmismi, si morirà a norma di legge.

  4. Bio IX
    aprile 17, 2013 alle 10:38 am

    Ideona: non sia mai che il companatico non sia da meno …
    Mais cancerogeno “riciclato” come biogas. Il professor Montanari: idea pericolosa. “Significa spostare le sostanze cancerogene su altri cibi”. Una voce preoccupata e autorevole si leva a commentare la notizia di ieri: sarà trasformato in biogas quel 30% del raccolto italiano 2012 di mais che risulta contaminato da aflatossine cancerogene ( http://blogeko.iljournal.it/2013/mais-cancerogeno-riciclato-come-biogas-il-professor-montanari-idea-pericolosa/71996 )
    Notevole, in tema di risparmio dell’acqua, il contributo di Mr. Clean: “Bisogna innanzitutto spogliarsi” – esordisce il ministro – “e appendere le proprie cose in modo che prendano aria e non sia necessario metterle sempre in lavatrice, così si risparmia. Dopo ci si asciuga” – continua – “rigorosamente con gli asciugamani del giorno prima. Poi bisogna rimettersi le mutande, possibilmente usate da quattro giorni, alle quali però hai fatto prendere aria“.
    ( http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/16/clini-bisogna-cambiarsi-slip-ogni-4-giorni-per-risparmiare-lacqua-della-lavatrice/228569/ )

  5. aprile 20, 2013 alle 9:27 PM

    L’ha ribloggato su Il blog di Fabio Argiolas.

  6. Cinzia Anna Bertolotto
    aprile 21, 2013 alle 10:34 am

    niente di più semplice e comune degli avvelenamenti e intossicazioni…..e a posteriori vedere come il mercato troppo libero non si regoli da sè, la prima facciata antisociale della tassazione in realtà nasconde la seconda facciata quella della libertà di decidere a chi dare un prodotto sano o quasi e a chi dare un prodotto malato e grave o quasi, e il tutto non è mai gratis, nè dovuto, nè preteso senza garanzie, meno male che il vostro lavoro lo svolgete non importa con quale continuità e con quale spinta governativa, forse anche una buona a nulla e con poco sapere in testa, o poco intelligente, sa riconoscere alcuni veleni, solo dopo averli assunti…..è vero che anche il mestiere forma lo spirito della persona che assiduamente si impegna, esistono circoli non più viziosi, ma orridi, e dire che una volta quando esistevano meno voglie peccaminose e più determinazione, l’avvelenamento era un rito proprio e intimo che legava solo due persone, che non volevano smettere di vivere in tempi e modi differenti…perchè la diversità resta, anche all’atto del concepimento sia animale,e umano, che vegetale….grazie di esistere per la maggiore..
    il male peggiore è l’estremismo, di ogni tipo, e l’unico bene contrapposto nella storia è stato il sacrificio, ma a furia di estinguere tanta brava gente che poi si vedeva scritta nei manuali come facente parte di categorie malate e perseguibili negli anni futuri….è nato il modo corruttibili facente parte dei giochi sociali del rendersi peggiori per sentirsi uguali, e di contro lasciare o dare aiuti ai peggiori perchè si qualifichino in meglio, ma il punto di equilibrio , amore mio, non crea un magnifico, stallo, non c’è un tempo di sosta dove soggettivamente fare dei propri conti e armarsi di ancora altra buona pazienza e di nuove idee e nuovi impegni….la vita diventa troppo semplice se il pensiero è sempre uno a cui adeguarsi anche quando dentro di te qualcosa urla di cambiare e di non peggiorare, semmai preservarsi..quindi abbiate cura voi di voi stessi …..

  7. Ronin
    Maggio 15, 2013 alle 9:35 PM

  8. marzo 12, 2015 alle 2:54 PM

    da Il Fatto Quotidiano, 6 marzo 2015
    Viterbo, di nuovo fluoruri oltre i limiti nell’acqua. Che è potabile ‘a singhiozzo’. (Francesco Maria Borrelli): http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/06/viterbo-arsenico-fluoruri-i-limiti-nellacqua-potabile-singhiozzo/1484202/

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