Far west eolico: dalla Nurra a Orvieto.
Se la Sardegna è la terra promessa della speculazione eolica, in varie parti d’Italia – soprattutto nel centro-sud – la proliferazione dei progetti di centrali eoliche inutili e dannose per il paesaggio e i contesti economico-sociali è un fatto quotidiano, come quello relativo a due impianti eolici sul Monte Peglia, presso Orvieto (Umbria), avverso i quali anche il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e gli Amici della Terra di Orvieto hanno avviato (22 febbraio 2013) azioni legali.
Non possiamo che sottolineare come la pianificazione del territorio, sotto il profilo paesaggistico/naturalistico e sotto il profilo energetico, non possano che essere pertinenza – ai vari livelli di responsabilità – di Stato, Regioni e Comuni.
In Sardegna la legge regionale n. 8/2004 e il piano paesaggistico regionale – P.P.R. hanno posto un freno ai signori del vento, ma oggi si sta ritornando al far west.
Agli affari molto opachi, alla speculazione eolica.
Basta vedere che cosa sta accadendo nella Nurra, dove – una volta fermato in sede legale il progetto di centrale eolica off-shore davanti all’Asinara – sono stati presentati ben 11 progetti di impianti eolici con 168 aerogeneratori.
Attualmente in Sardegna sono presenti già 27 centrali eoliche (453 MW di potenza): se fossero realizzate le altre 34 in attesa di autorizzazione, si giungerebbe a 61 parchi eolici con ben 1.265 MW di potenza.
Basti pensare che oggi l’Isola è del tutto autonoma rispetto alla rete nazionale. Può contare sulla potenza installata di circa 2.200 MW, pur impiegandone ogni giorno di solito 1.730 (e la notte solo 1.300). Con il potenziamento dei trasporti via cavo (SAPEI e SACOI) fra Sardegna e la Penisola, non ne potranno esser esportati più di 1.000 MW.
Chi ci guadagna, quindi, nel tenere immagazzinati altri 800 MW originati dall’eolico? Certo non la Collettività.
Ed è così in buona parte d’Italia.
Contro la speculazione eolica si svolgerà sabato 13 aprile 2013 a Orvieto (Piazza del Duomo, ore 11.00) una manifestazione nazionale promossa da varie associazioni ecologiste e comitati locali.
Partecipiamo numerosi!
Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da La Nuova Sardegna, 10 aprile 2013
La Nurra minacciata dall’assalto dell’eolico. Parte da Stintino la battaglia contro l’installazione di nuovi impianti. Il sindaco Diana: «Un business per le società, un danno per i territori». Nadia Cossu
STINTINO. Il sindaco di Stintino non ha peli sulla lingua: «L’eolico? È solo business e speculazione. Nel nostro paese le multinazionali del vento non entreranno mai».
La battaglia. Quella di Antonio Diana è iniziata nel 2011 quando il consiglio comunale si era opposto – bocciando il progetto all’unanimità – alla realizzazione di un impianto eolico (da parte della Eolo San Nicola Srl) poco lontano dalla borgata di Pozzo San Nicola. Un anno dopo, il sindaco, nella conferenza di servizi in Regione, aveva espresso di nuovo parere contrario a un secondo progetto che prevedeva l’installazione di 18 aerogeneratori (la società allora era la Kloss New Energy Italia Spa) sempre nei pressi di Pozzo San Nicola anche se, questa volta, l’area ricadeva nel comune di Sassari.
Parchi eolici nella Nurra. Tra progetti approvati e in fase di approvazione sono in tutto 168. Per questo motivo Antonio Diana ha ritenuto di dover sensibilizzare tutta l’area del nord-ovest della Sardegna: «Nella Nurra, da Stintino fino a Truncu Reale potrebbero essere installate fino a 400 pale eoliche. Da una prima ricognizione fatta, ne risulterebbero 168». Ma c’è un’altra novità: «Lungo la strada che conduce a Pozzo San Nicola – aggiunge il sindaco – sono apparse due torri anemometriche per la misurazione della velocità dell’aria, alte decine di metri». In pratica l’anticamera di nuovi impianti. Ecco perché la questione eolico, nella Nurra, torna di attualità. «Oltretutto recentemente – ha spiegato il primo cittadino di Stintino – sono spuntate tre pale eoliche a Scala Erre. E se è vero che ricadono nel comune di Sassari è altrettanto vero che l’impatto visivo è tutto su Stintino».
Nuovo impianto a Scala Erre. Si tratta di tre aerogeneratori. Secondo Diana sarebbero comparsi quasi all’improvviso. Ed ecco perché la preoccupazione incombe nelle stanze del palazzo comunale di Stintino. Le autorizzazioni per quell’impianto, come però fanno sapere dal Comune di Sassari, «hanno seguito due percorsi in sede di conferenza di servizi alla quale erano presenti Ministero, Regione, Arpas, Comune di Sassari e comuni limitrofi. Il primo percorso è quello della Via (valutazione di impatto ambientale), il secondo è la Valutazione unica. Tutti i soggetti hanno espresso parere favorevole anche perché la normativa impone che, in assenza di vincoli di tipo paesaggistico, urbanistico e di tutela del territorio, gli impianti per l’energia rinnovabile possano essere installati». E considerato che a Scala Erre si trova solo una discarica di rifiuti, «tutti i soggetti – fa sapere ancora il Comune di Sassari – compreso il ministero dei Beni culturali, hanno espresso parere favorevole». In questi casi vengono adottate le misure di compensazione, ossia interventi che restituiscano al territorio quanto è stato sottratto. E nel caso specifico «Sassari ha chiesto alle società che hanno installato le tre pale di Scala Erre di realizzare cinque tetti fotovoltaici in città: in quattro scuole e in un magazzino in via Ariosto».
Il business. In Sardegna l’installazione di pale eoliche e impianti fotovoltaici «non porta alcuna ricaduta economica positiva per le popolazioni – dice Diana – Ingenti sono invece i guadagni per chi realizza gli impianti proponendo ai comuni contratti iniqui: una sola pala da 2,5 megawatt produce circa 400mila euro in energia e 600mila in contributi statali (cip6) per un totale di circa un milione di euro all’anno. Promettono occupazione, noi rispondiamo che i posti di lavoro sono altri. Ad esempio quelli che arriveranno con un finanziamento europeo da tre milioni di euro per acquistare le zone umide delle Saline dove stiamo ricostruendo gli habitat dei volatili, per la nidificazione e per ospitare i flussi migratori. Ci saranno piste ciclabili, passerelle per arrivare alle dune. Stiamo insomma rendendo fruibile un litorale in modo sostenibile. E come questo ci sono tantissimi altri progetti in cantiere».
La proposta del sindaco Diana. «Una cosa deve essere chiara – puntualizza Diana – Noi non siamo contro l’energia alternativa, siamo contro le speculazioni e l’ingordigia». E aggiunge: «Queste multinazionali, anche se in alcuni casi sono interessate pure piccole società con capitali da 10mila euro, facciano un vero servizio per il territorio: le pale eoliche le installino nelle aree già compromesse, non in quelle sensibili. Bonifichino quei siti e piazzino lì le torri». Anche perché «l’impatto non è solo visivo ma anche ambientale. Sotto il terreno, a sostenere queste torri, ci sono blocchi di calcestruzzo grandi quanto questo palazzo comunale. Si sbancano colline, si creano alterazioni al microclima. Credo possa bastare per continuare a urlare il nostro no».
LA STORIA DI UN CONTADINO. «Mi vogliono espropriare la terra». La Class Energy decisa a installare pale su 28 ettari coltivati a grano.
STINTINO. Una lettera inaspettata e un mittente sconosciuto: la società tedesca Class Energy. Da quel giorno, circa un mese fa, le preoccupazioni nella sua vita sono aumentate. Gian Michele Masala (nella foto) è un cerealicoltore di 60 anni. Produce grano insieme ad altri familiari in un terreno di 64 ettari, sulla provinciale per Stintino. Una produzione di circa quindici quintali di grano a ettaro, con una rendita che si aggira intorno ai 30mila euro all’anno. Su 28 di questi 64 ettari qualcuno ha puntato gli occhi. «Mi è arrivata una lettera nella quale, in sintesi, mi dicono di voler installare delle pale eoliche nel mio terreno e che, nel caso non fossi d’accordo, procederebbero con l’esproprio». Per chi da sempre è abituato a vivere nei campi e ad avere orizzonti liberi nella propria terra, quelle parole devono esser sembrate una terribile sentenza: «In pratica secondo loro io dovrei smettere di produrre e chiudere tutto». Non ci sta Gian Michele Masala a piegare la testa «di fronte a tanta arroganza. Anche se la legge permette loro di agire così. La verità è che vengono qua per fare business». Masala, e come lui una trentina di agricoltori e allevatori della zona già contattati dalle multinazionali, percepiscono i premi comunitari (Pac). «In teoria noi potremmo continuare anche a lavorare ma la verità è che se entreranno nelle nostre terre noi smetteremo di avere quei soldi che ci permettono di campare». La ragione? «Perché le società diventerebbero proprietarie della superficie e della sottosuperficie e a quel punto addio premi». Masala parla chiaro: «A me le loro proposte non interessano per niente. Io e altri agricoltori non abbiamo alcuna intenzione di muoverci da qui. Amiamo il nostro ambiente, lavoriamo duro, non usiamo diserbanti, niente che possa essere nocivo. E loro invece cosa producono? Il niente. Prendono gli incentivi statali e si arricchiscono alle nostre spalle. Perché, diciamoci la verità, in Sardegna abbiamo energia a sufficienza e ne esportiamo anche. Quindi, altro che pubblica utilità, qui l’interesse è dei singoli». Anche Masala, come il sindaco di Stintino, lancia la proposta: «Facciano il fotovoltaico nei tetti dei capannoni di Porto Torres e lascino perdere le zone agricole dove c’è gente che vuole continuare a lavorare serenamente».
(cartografia da La Nuova Sardegna, foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)
La cosa sconvolgente è che in Europa i generatori eolici sono una benedizione,solo in Italia riusciamo a trasformare tutto in malaffare
Bravo il sindaco di Stintino, bisogna prendere posizione in modo chiaro e lui l’ha fatto, finalmente.
Il sindaco di Stintino va sostenuto in tutti i modi, perché è uno dei pochi che sta difendendo la sua comunità e non gli speculatori, come invece avvenuto (e avviene) in quasi tutti gli altri comuni della Sardegna devastati (per sempre, altro che ripristino dei luoghi dopo 20 anni!) da installazioni eoliche sorte in territori che prima erano del tutto integri e di alto valore paesaggistico e ambientale. Basta vedere come sono ridotte montagne e campagne della Gallura.
È necessaria la massima mobilitazione contro la speculazione eolica che purtroppo è già da annoverare come il fenomeno ambientalmente di gran lunga più devastante che abbia colpito la Sardegna (e non solo) negli ultimi 10 anni.
a Carbonia non è meglio.
da La Nuova Sardegna, 14 aprile 2013
Territorio invaso dalle pale eoliche: i cittadini si ribellano. Sono sette i progetti presentati finora all’amministrazione, tutti in zone molto “sensibili” dal punto di vista ambientale. (Gianfranco Nurra)
CARBONIA. Resta alta la tensione in città,. sia tra i cittadini che nel mondo politico, sul problema pale eoliche e delle energie alternative. Il problema è che il territorio comunale potrebbe diventare una immenso parco eolico e la città potrebbe essere accerchiata da pale eoliche, con ricadute in termini ambientali molto negative, soprattutto perché gran parte delle aree oggetto di interesse delle aziende sono a ridosso o comunque in vicinanza di beni paesaggistici o archeologici. E non sono iniziative di poco conto o limitate. Complessivamente il numero di pale eoliche previste supera la sessantina, anche se ogni singolo progetto sembrerebbe all’apparenza “a misura d’uomo” e a basso impatto. Il fatto è che la scelta delle aziende, probabilmente in parte collegate tra loro, visto che i progettisti sono poi sempre gli stessi, sembra quella delle piccole iniziative, in grado di passare inosservate ma che nel complesso rischiano però di essere devastanti. All’amministrazione finora sono pervenute 7 richieste per altrettanti progetti. Per i primi due sono state avviate le procedure per il Via, la valutazione di impatto ambientale, e proprio nella fase di avvio, con la assemblea pubblica di presentazione del progetto si soon conosciute le soecieta: la Gaja prevede la costruzione di 14 pale eoliche nell’area che va da Monte Sirai a Bruncu Teula; la Auras Sigea di 3 pale nella località Su Campu e’ Sa Domu, nel confine nord della collina di Sirai. C’è poi la Cugusi P&T Tecnology Italia srl, che prevede la installazione di 5 pale per una potenza di 3750 magawatt nell’area di Barega, vicino alla ferrovia Cixerri. Fonte Eolica prevede invece la costruzione di 14 pale da 2,5 megawatt tra Carbonia e San Giovanni Suergiu e la Quantas, associata a Fonte Eolica) altre 5 per una potenza 15 megawatt a Cortoghiana, nella zona della miniera Carbosulcis. Sempre in prossimità di Cortoghiana, a Mesu Planu, interverrà la Energy, con altre due pale eoliche mentre la Aua Energy ne realizzerà sei in un’area di Iglesias confinante con Cuccuru Pilleddu, territorio comunale di Carbonia. «Siamo preoccupati – ha spiegato Cinzia Grussu, vice presidente della Commissione lavori pubblici e ambiente – Il territorio appare letteralmente preso d’assalto, con conseguenze che appaiono devastanti sotto il profilo paesaggistico e ambientale. Commissione comunale e Consiglio si sono espressi negativamente sui progetti, i cittadini hanno compreso il problema e i rischi e si stanno mobilitando a fianco all’amministrazione. I rischi sono enormi. In campo non ci sono solo i progetti per impianti eolici. Anche quelli fotovoltaici appaiono non meno devastanti». Ce ne sono 5 ipotizzati nel territorio, anche se non tutti riusciranno ad andare in porto. L’impianto proposto dalla Sea è stato archiviato. Per quello proposto dalla Raton, la Regione ha chiesto un supplemento di documentazione. E il quadro si completa con le nove richieste presentate per il mini-eolico, solo due delle quali hanno i requisiti di ammissibilità.
da Orvieto News, 14 aprile 2013
Basta eolico! In Piazza Duomo per manifestare la contrarietà allo scempio del paesaggio orvietano e italiano. (Laura Ricci): http://www.orvietonews.it/ambiente/2013/04/14/basta-eolico-in-piazza-duomo-per-manifestare-la-contrarieta-progetto-peglia-34300.html#.UWrEq6KeO-k
da CagliariPad, 31 ottobre 2013
Villacidro, presentato il progetto del nuovo parco eolico. Sarà realizzato nell’area di Santu Miali: prevede l’installazione, in una superficie di 700 ettari, diciassette aerogeneratori (potenza 3 mega watt ciascuno) che arriveranno in altezza a 175 metri: 80 di torre e 90 di ognuna delle tre pale rotanti: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=5534
Che dire…questi pseudo-amministratori locali (e non) sono tanto “sovranisti” a parole (che ora è proprio di moda) quanto docili svenditori della propria terra nei fatti, veri yes-man degli speculatori di turno.
L’effetto cumulativo delle due centrali eoliche (l’altra è quella adiacente di Guspini) sarà il totale stravolgimento paesaggistico di tutto il settore ovest ai piedi del massiccio del Linas.
Di questo passo la Sardegna diventerà una grande installazione industriale a servizio delle speculazioni energetiche.
da La Nuova Sardegna, 14 novembre 2013
Eolico, non ci fu abuso d’ufficio assolti Mulargia e Manconi.
Nulvi, ieri in tribunale si è concluso il processo per le presunte violazioni edilizie e ambientali Il pm aveva chiesto sei mesi per l’ex sindaco di Tergu e l’allora capo ufficio tecnico comunale. Nadia Cossu)
NULVI. A luglio di due anni fa erano finiti a giudizio per quelle che la Procura della Repubblica di Sassari sosteneva fossero torri del vento abusive, nel territorio di Nulvi. Quattro imputati (due dei quali usciti prima ancora di andare a dibattimento perché per loro i reati erano prescritti) chiamati a difendersi dalle accuse di aver piazzato aerogeneratori in violazione di legge, per avvantaggiare la società Fri.El. Per gli allora direttori dei lavori, i fratelli Giuseppe e Carlo Luciano (di Nulvi), difesi dall’avvocato Luigi Esposito, le accuse erano cadute perché era trascorso troppo tempo dai fatti. E le contestazioni – violazioni paesaggistiche e urbanistiche – si riferiscono a un periodo anteriore al 2006, quando non ricoprivano più quel ruolo. Per il resto, erano andati a processo l’amministratore della società di rinnovabili Fri.El Josef Gostener (53 anni, di Bolzano), difeso dall’avvocato Franco Luigi Satta, il direttore dei lavori Francesco Mossa (42, di Sassari) difeso da Paolo Fais, l’ex sindaco di Tergu Francesco Mulargia (75 anni), assistito da Pasqualino Federici, e Gavino Manconi (63 anni), allora capo ufficio tecnico di Nulvi, assistito dall’avvocato Nicola Satta. Mulargia e Manconi dovevano rispondere anche di abuso d’ufficio: secondo l’accusa con le concessioni avrebbero voluto avvantaggiare la società altoatesina, perché era stata saltata la procedura di valutazione di impatto ambientale. Inoltre secondo l’accusa le licenze non indicavano la posizione né il numero o le caratteristiche delle opere. Opere che secondo l’allora pubblico ministero Michele Incani furono realizzate – il periodo è quello compreso tra il 2003 e il 2007 – in spregio al codice Urbani che tutela il paesaggio e alle regole che disciplinano l’urbanistica. Con aerogeneratori troppo vicini a strade (la provinciale Sedini-Sorso e la 29) e a tanche confinanti, senza l’autorizzazione dei proprietari. A marzo la posizione di Gostener era stata stralciata perché il reato ambientale era prescritto. Venti giorni fa c’è stata la discussione per Mossa, Mulargia e Manconi. Il reato nei confronti del primo è ugualmente prescritto, mentre per gli altri due imputati – Francesco Mulargia e Gavino Manconi in particolare erano accusati di abuso d’ufficio – la sentenza di assoluzione («perché il fatto non sussiste») è stata pronunciata ieri mattina nel palazzo di giustizia di Sassari dal collegio presieduto da Marina Capitta. Il pubblico ministero Giovanni Porcheddu aveva chiesto per entrambi la condanna a sei mesi. Una lunga vicenda giudiziaria che si chiude.
da Sardinia Post, 21 novembre 2013
Eolico a Macchiareddu, il Pm chiede la condanna dei tre imputati: http://www.sardiniapost.it/cronaca/eolico-macchiareddu-il-pm-chiede-la-condanna-dei-tre-imputati/
______________
da La Nuova Sardegna, 21 novembre 2013
Eolico a Macchiareddu, chieste tre condanne.
Il Pm Giangiacomo Pilia chiede tre anni per Oscar Serci e due anni ciascuno per Sandro Usai e Annamaria La Marca: http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2013/11/21/news/eolico-a-macchiareddu-chieste-tre-condanne-1.8153826
_____________
da L’Unione Sarda on line, 21 novembre 2013
Aree vendute dal Cacip per parco eolico “Condannate Serci, Usai e La Marca”: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/11/21/aree_vendute_dal_cacip_per_parco_eolico_condannate_serci_usai_e_la_marca-6-341603.html
da La Nuova Sardegna, 3 febbraio 2014
Eolico, assalto al Golfo dell’Asinara.
La Trevi Energy ha presentato un progetto che prevede 11 aerogeneratori nei comuni di Sassari, Stintino e Porto Torres. (Pinuccio Saba): http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2014/02/03/news/eolico-assalto-al-golfo-dell-asinara-1.8596000
da La Nuova Sardegna, 7 febbraio 2014
Pale eoliche nel golfo. Il Comune di Sassari ha votato il via libera. (Giampiero Uneddu, consigliere comunale Sassari)
Ho letto con stupore le dichiarazioni dell’assessore comunale all’Ambiente Monica Spanedda a proposito del progetto proposto da “Trevi Energy” per l’installazione di 11 pale eoliche, alte 150 metri, nel Golfo dell’Asinara. Secondo l’assessore il Comune di Sassari aveva “poche armi a disposizione” per impedire la realizzazione del progetto perché “la normativa è articolata in modo tale che agli enti locali non è concesso porre vincoli”. Ebbene, l’assessore dimentica che il primo marzo 2011 la Giunta comunale di cui fa parte ha proposto al Consiglio comunale l’approvazione di una variante urbanistica che ha modificato la destinazione delle aree del territorio del Comune di Sassari che ricadono nella zona di Fiume Santo. Tali aree, che occupano una superficie complessiva di circa 2.000 ettari (20 km quadrati) che si affaccia direttamente su 6 km di costa del Parco dell’Asinara, sono state rese dalla deliberazione del Consiglio comunale “compatibili con la realizzazione di parchi fotovoltaici industriali, termodinamici ed eolici”. Al contrario di quanto affermato dall’assessore Spanedda, la Giunta non aveva alcun obbligo di proporre la variante, né il Consiglio comunale era tenuto ad approvarla. Nessuno poteva quindi costringere il Consiglio comunale a consentire la localizzazione di pale eoliche nel suo territorio, meno che mai in una zona ad alta sensibilità ambientale: è stata una libera scelta della quale la Giunta ed ogni consigliere che ha votato a favore della deliberazione hanno l’obbligo di assumersi la responsabilità. Il sottoscritto, intervenendo contro la deliberazione, ha più volte fatto presente che il tratto di costa interessato dalla variante urbanistica aveva necessità di interventi di bonifica ambientale e non di un ulteriore inquinamento paesaggistico ed ha proposto un emendamento, che non è stato neppure discusso, per escludere i parchi eolici dagli interventi consentiti. La maggioranza del Consiglio comunale ha votato a favore della deliberazione (26 favorevoli e 8 contrari), rinunciando così ad esercitare il potere di pianificare il proprio territorio secondo criteri più opportuni, compresi quelli della salvaguardia ambientale. Non si capisce quindi a che cosa intenda riferirsi l’assessore Spanedda quando afferma che “il Comune di Sassari si opporrà con tutti i mezzi normativi a disposizione”, visto che è stato proprio il Comune di Sassari a rendere possibile l’intervento modificando la normativa urbanistica che lo avrebbe impedito. La verità è che la vicenda in questione costituisce un’ulteriore prova che la nostra classe politica dirigente, nonostante abbia perso gran parte della sua credibilità e della fiducia degli elettori, continua ad andare ostinatamente nella direzione contraria agli interessi dei cittadini, non vergognandosi di attribuire ad altri la responsabilità delle scelte quando queste si manifestano in tutta la loro evidenza inopportune ed indifendibili.
ed ecco che cosa succede quando il titolare della centrale eolica non vuol fare il ripristino ambientale.
da La Nuova Sardegna, 7 marzo 2014
Per il parco eolico sul Monte Arci si attende la Consulta.
Si complica la battaglia tra Enel Green Power e Regione, dopo la mancata dismissione delle pale da parte del gestore. (Elia Sanna)
ALES. Sarà la Corte costituzionale a fare chiarezza sulla battaglia legale avviata dall’Enel Green Power contro la Regione Sardegna per la realizzazione del nuovo parco eolico del Monte Arci. È stato la prima sezione del Tar Sardegna a sospendere il giudizio sul ricorso presentato dall’Enel dopo che la Regione aveva dichiarato, nel 2011, non ammissibile l’istanza di Via (valutazione di impatto ambientale), per il progetto di rifacimento di un impianto eolico nei Comuni di Ales, Morgongiori e Pau, sul Monte Arci. I giudici amministrativi hanno dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della Legge finanziaria della Regione del 2007 ed hanno così sospeso il giudizio sino alla decisione della Corte Costituzionale che aveva avanzato l’illegittimità costituzionale di quella legge. Un ulteriore e inatteso intoppo questo che farà slittare ancora la decisione da parte del tribunale amministrativo. La partita resta aperta con tutti i dubbi che sulla vicenda avevano espresso non solo la Giunta Regionale ma anche le amministrazioni comunali dei tre comuni dell’Oristanese. La lunga telenovela era iniziata nel 2000 quando l’ Enel Green power Spa, il braccio “verde” del maggiore operatore elettrico nazionale, aveva deciso di dismettere l’impianto eolico, 33 pale, sul Monte Arci. L’accordo con la Regione prevedeva lo spostamento dell’impianto, con una maggiore potenza, nel Sulcis. In cambio l’Enel doveva bonificare il sito. Un anno dopo la società presentò negli uffici della Regione un’istanza finalizzata ad ottenere l’avvio della procedura di Via che prevedeva la sostituzione di 13 impianti eolici esistenti con nuovi aerogeneratori, ciascuno di potenza pari a 2,3 Mw, e la rimozione di tutte le rimanenti 21 macchine. L’assessorato regionale dell’industria dichiarò non ammissibile il progetto, che veniva qualificato come nuovo impianto, in quanto non ricadeva nelle aree ammissibili alla installazione, come individuato dal Ppr. La decisione dell’Enel di ritornare indietro su quell’accordo scatenò una guerra che coinvolse così sia la Regione che i comuni di Ales, Morgongiori e Pau. I primi cittadini stanchi del non rispetto degli accordi sulla mancata bonifica del sito sul Monte Arci presentarono una denuncia alla magistratura. Venne contestato non solo il mancato risarcimento per la dismissione della centrale eolica ma sopratutto lo stato di totale di abbandono delle aree oggetto della convenzione che penalizzavano il sistema ambientale, naturalistico e paesaggistico del Monte Arci, trasformato a tutti gli effetti in una sorta di discarica “tecnologica”.
da L’Unione Sarda, 8 ottobre 2015
Cremone: «Questo è un territorio tradito, e adesso si punta nuovamente sul carbone».
Sulcis, la beffa soffia nel vento. C’è il terzo parco eolico dell’Isola eppure la bolletta non cala. (Michele Ruffi): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20150908084547.pdf
——————————————————————-
Molti i piccoli impianti nelle mani di semplici cittadini che vendono l’energia ai vicini.
In Danimarca, dove le turbine sono “fatte in casa”: http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20150908084626.pdf
da L’Unione Sarda, 10 settembre 2015
CARBONIA . Il progetto di una società veneta ha l’ok del ministero dell’Ambiente.
Parco eolico a Flumentepido? Il Comune: «Ci opporremo». (Andrea Scano): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20150910085805.pdf
da Sardinia Post, 22 settembre 2015
Processo Lombardo-Muroni, il pm chiede: “Condanna a nove mesi”: http://www.sardiniapost.it/cronaca/processo-lombardo-muroni-il-pm-chiede-per-il-direttore-de-lunione-condanna-a-9-mesi/
da La Nuova Sardegna, 1 maggio 2016
Tredici torri del vento a Fiume Santo.
Nuovo passo avanti del maxi-progetto di Energetica Sarda con il sostanziale via libera del Comune di Sassari. (Giovanni Bua): http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2016/05/01/news/tredici-torri-del-vento-a-fiume-santo-1.13398781?ref=hfnssser-2