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Perforazioni Saras per la ricerca di idrocarburi ad Arborea: un’Isola in svendita.


Garzetta (Egretta garzetta)

Garzetta (Egretta garzetta)

anche su Il Manifesto Sardo  (“Gli idrocarburi ad Arborea“), n. 143, 1 aprile 2013

Sulla Sardegna, come in altre regioni mediterranee, stanno giungendo in questi ultimi anni vere e proprie ondate di progetti di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di ricerca di combustibili.

Dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso è il momento dei progetti di centrali eoliche, sull’Isola e nei mari contigui, poi sono giunti i progetti di centrali a biomassa, di serre fotovoltaiche (non molte, visti gli investimenti necessari) e di centrali solari termodinamiche in aree agricole (e non industriali) e i progetti di ricerca per idrocarburi e gas naturale, attualmente molto gettonati.

C’è da chiedersi in primo luogo quali siano le reali motivazioni di questo interesse così acceso per la Sardegna.

Basti pensare che in tema di produzione energetica oggi l’Isola è del tutto autonoma rispetto alla rete nazionale. Può contare sulla potenza installata di circa 2.200 MW, pur impiegandone ogni giorno di solito 1.730 (e la notte solo 1.300). Con il  potenziamento dei trasporti via cavo (SAPEI e SACOI) fra Sardegna e la Penisola, non ne potranno comunque esser esportati più di 1.000 MW.   

La finalità, nemmeno tanto nascosta, è in gran parte quella di lucrare sui certificati verdi e gli altri incentivi per le fonti rinnovabili e assimilate.

Sardegna, progetti ricerche minerarie

Sardegna, progetti ricerche minerarie

Secondo una ricerca del Comitato “No al progetto Eleonora”, sono ormai numerosi i permessi di ricerca per idrocarburi e gas naturale:

– Il Progetto Eleonora (44.300 ettari nella provincia di Oristano) per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi;
– Il Progetto Igia (18.700 ettari nel Medio Campidano) per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi (B.U.R.A.S. n. 7 dell’8 marzo 2012), mentre, secondo la richiesta presentata al Ministero per lo sviluppo economico, interesserebbe un progetto per la ricerca di risorse geotermiche;

– 7 progetti riguardano la ricerca di risorse geotermiche (su complessivamente 149.000 ettari);

– 3 progetti interessano la ricerca di idrocarburi a mare: due presentati dal Gruppo Saras s.p.a. per trivellazioni nel Golfo di Cagliari e nel Golfo di Oristano (entrambi i progetti sono stati finora non accolti), la terza di Puma Petroleum s.p.a. per un pozzo al largo di Capo Mannu, Sinis, OR).

Fra questi quello con la procedura amministrativa più avanzata è certo il permesso di ricerca di idrocarburi “Eleonora” del Gruppo Saras s.p.a. nel territorio comunale di Arborea (OR).

Secondo il Gruppo Saras s.p.a. vi sarebbero riserve da 1 a 3 miliardi di metri cubi di gas naturale, quantomeno “in grado di coprire l’intero fabbisogno della Provincia di Oristano per 25 anni”.

Cormorano (Phalacrocorax carbo)

Cormorano (Phalacrocorax carbo)

Ovviamente nessuno pensa a una qualche eventuale forma di beneficenza verso gli oristanesi, infatti i benefici per l’utenza isolana sarebbero tutti da verificare, visto che il gpl venduto oggi in Sardegna costa in media il doppio di quello venduto nel resto d’Italia, pur essendo prodotto a Sarroch proprio dal Gruppo Saras s.p.a.

Al termine della procedura di verifica preventiva – alla quale avevano partecipato con uno specifico atto di intervento (8 novembre 2011) le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra – giustamente la Giunta regionale della Sardegna aveva previsto (deliberazione Giunta regionale n. 16/12 del 18 aprile 2012) lo svolgimento del vincolante e preventivo procedimento di V.I.A.

Nel corso dei mesi la contestazione nei confronti del progetto “Eleonora” è cresciuta esponenzialmente, coinvolgendo aziende, scuole, comitati, semplici cittadini e anche le amministrazioni comunali della zona, inizialmente tiepide.

Lo scorso 13 marzo è stato avviato il procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).

Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno inoltrato (17 marzo 2013) al Servizio S.A.V.I. dell’Assessorato della difesa dell’ambiente della Regione autonoma della Sardegna un primo atto di “osservazioni” nel procedimento di V.I.A. riguardante il progetto di perforazione esplorativa (a circa 3.000 metri di profondità) concernente il permesso di ricerca di idrocarburi “Eleonora” del Gruppo Saras s.p.a.

E’ stata chiesta la dichiarazione di improcedibilità in quanto l’avviso, il progetto e il relativo studio di impatto ambientale (S.I.A.), a distanza di giorni dalla pubblicazione del relativo avviso sui quotidiani regionali (13 marzo 2013), non sono tuttora (al 28 marzo 2013, dopo ben 15 giorni) disponibili sul sito web istituzionale delle “valutazioni ambientali” della Regione autonoma della Sardegna, così come previsto dalla legge (decreto legislativo n. 52/2006 e s.m.i., deliberazione Giunta regionale n. 34/33 del 7 agosto 2012)  in contemporanea al deposito per la richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale.

Sono stati interessati anche la Commissione europea e i Ministeri dell’ambiente e per i beni e attività culturali.

I motivi di opposizione al progetto non sono, però, meramente formali.   Tutt’altro.

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) e Cormorani (Phalacrocorax carbo)

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) e Cormorani (Phalacrocorax carbo)

Il sito prescelto è a solo 200 metri di distanza dallo Stagno di S’Ena Arrubia, tutelato dalla Convenzione internazionale di Ramsar (2 febbraio 1971) sulle zone umide d’importanza internazionale (D.P.R. n. 448/1976), dal vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), da vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), dal piano paesaggistico regionale (decreto Presidente Regione n. 82 del 7 settembre 2006), destinato a riserva naturale regionale (legge regionale n. 31/1989, allegato A), sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale (direttiva n. 92/43/CEE).

L’area interessata è sede, inoltre, della più avanzata agricoltura specializzata della Sardegna e ben poco si conosce, allo stato attuale, delle possibili – potenzialmente gravissime – interferenze con le falde idriche.

L’economia di Arborea si basa fondamentalmente su agricoltura e allevamento, ed hanno sede nel comune la Cooperativa Produttori Agricoli e la Cooperativa Latte Arborea, che produce il 98% del latte vaccino sardo, coinvolgendo circa 200 aziende per un totale di 30 mila capi bovini.

E’ pur vero che l’area interessata – a causa della scadente capacità depurativa – è stata individuata quale “zona vulnerabile da nitrati di origine agricola” (direttiva n. 91/676/CEE, decreto legislativo n. 152/1999, deliberazione Giunta regionale n. 1/12 del 18 gennaio 2005) ed è oggetto di uno specifico programma di interventi di risanamento ambientale, ma non sembra proprio il caso di aumentare i rischi di impatto ambientale ed economico-sociale.

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus)

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus)

Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra sono al fianco del locale Comitato “No al progetto Eleonora” e delle popolazioni interessate per salvaguardare i valori ambientali e territoriali dell’Arborea.

Senza pregiudizi, ma con gli occhi bene aperti.  

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

(cartografia Comitato “No al progetto Eleonora”, foto S.D., archivio GrIG)

  1. lorenzovacca@tiscali.it
    aprile 1, 2013 alle 2:08 PM

    in allegato un disegno come commento lorenzo

  2. aprile 2, 2013 alle 9:29 PM

    da Sardinia Post, 2 aprile 2013
    Trivellazioni Saras ad Arborea, nuovo affondo del Comitato: “Dov’è finito lo studio di impatto ambientale?”: http://www.sardiniapost.it/cronaca/trivellazioni-saras-ad-arborea-nuovo-affondo-del-comitato-dove-finito-lo-studio-di-impatto-ambientale/

  3. aprile 3, 2013 alle 3:01 PM

    da La Nuova Sardegna, 3 aprile 2013
    ARBOREA. Manca la documentazione: il Comitato accusa la Saras.

    ARBOREA. Azzerare i termini per la presentazione delle osservazioni al Progetto Eleonora e dichiarare l’improcedibilità della valutazione di impatto ambientale: sono queste le richieste del Comitato “No al Progetto Eleonora“ che denuncia, in una nota, il fatto che siano trascorsi 19 giorni dal 13 marzo, giorno in cui la Saras ha presentato lo studio di impatto ambientale, dando avvio ai 60 giorni di tempo per presentare le osservazioni servizio Savi della Regione. «In 19 giorni la documentazione completa dello Studio di impatto ambientale non è ancora stata resa disponibile sul sito http://www.sardegnaambiente.it violando di fatto la convenzione di Aarhus e impedendo il libero accesso alle informazioni sulle tematiche ambientali da parte dei cittadini». Secondo il Comitato questo atto compromette la possibilità per ogni cittadino «di presentare le proprie osservazioni agli uffici regionali, limitando il diritto di partecipare ai processi decisionali sui temi ambientali e le condizioni per l’accesso alla giustizia». Il comitato civico No al Progetto Eleonora fa quindi propria la richiesta della associazioni Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra di richiedere «l’improcedibilità della valutazione di impatto ambientale e di azzerare i sessanta giorni di tempo per presentare le osservazioni. Nelle prossime ore provvederemo ad inoltrare un formale atto di osservazioni». C’è poi un’altra accusa che il Comitato rivolge alla Saras: «È vergognoso che non sia stato abbia ancora reso pubblico il luogo e l’orario dell’incontro di istruttoria prevista il aprile a Arborea». Un atteggiamento che viene visto come «una totale mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini e delle istituzioni che attendono da oltre un anno e mezzo di confrontarsi pubblicamente con la società proponente del Progetto Eleonora, che sottolinea ancora una volta la supponenza e il disinteresse totale nei confronti dell’opinione pubblica da parte della multinazionale petrolifera milanese». Il Comitato “No al Progetto Eleonora” chiede ufficialmente che data e orario dell’incontro vengano resi pubblici entro i prossimi giorni «per garantire il diritto dei cittadini a partecipare all’istruttoria pubblica, venendo informati per tempo dell’organizzazione. La Saras deve comunicare tempestivamente la propria decisione tenendo conto dell’imperdonabile ritardo fin qui accumulato».

    • aprile 4, 2013 alle 1:16 PM

      la Saras crede di “inventare” una procedura di V.I.A. come cavolo le pare.

      da Link Oristano, 4 aprile 2013
      Progetto Eleonora: Saras tranquillizza sulle procedure e rinvia l’assemblea. (http://www.linkoristano.it/prima-categoria/2013/04/04/saras/#.UV1gnqKeO-l)

      Non sono ancora partiti i sessanta giorni di tempo per presentare eventuali osservazioni al progetto Eleonora della Saras, intenzionata a cercare gas metano a pochi passi dallo stagno di S’Ena Arrubia. Il conto alla rovescia inizierà solo quando la Regione pubblicherà la documentazione relativa allo studio di Impatto Ambientale sul sito del Savi.
      Così sostiene la multinazionale petrolifera, attraverso il referente del Progetto Eleonora Giulio Casula, in un’intervista all’emittente Radio Cuore, nella quale cerca di tranquillizzare il gruppo di Intervento Giuridico, gli Amici della Terra e il Comitato no al Progetto Eleonora, che avevano denunciato l’impossibilità di accedere ai documenti presentati lo scorso 13 marzo.
      Nel frattempo la Saras sta valutando di far slittare di una settimana l’assemblea pubblica prevista per il 13 aprile ad Arborea che porterà i vertici della società nel paese della bonifica per discutere del contestato piano estrattivo.

      Info: Gr Radio Cuore alle 13, 13.30, 14 e 14.30
      Giovedì, 4 aprile 2013

  4. aprile 3, 2013 alle 5:28 PM

    L’ha ribloggato su Il blog di Fabio Argiolas.

  5. aprile 4, 2013 alle 8:44 PM

    da Casteddu online, 4 aprile 2013
    Saras, rinvio sulle trivellazioni ad Arborea. Ma il comitato non festeggia. (Dario Serra): http://www.castedduonline.it/saras-rinvio-trivellazioni-ad-arborea-ma-comitato-non-festeggia

  6. sgrunf
    aprile 4, 2013 alle 9:48 PM

    E ci si chiede anche “quali siano le reali motivazioni di questo interesse così acceso per la Sardegna”?. Semplicemente il fatto che nel sistema autorizzatorio gli anticorpi sono assai scarsi!

  7. aprile 5, 2013 alle 2:51 PM

    da La Nuova Sardegna, 5 aprile 2013
    PROGETTO ELEONORA. La Saras rinvia di una settimana l’assemblea di Arborea.

    ARBOREA. È stato rinviato a sabato 20 aprile il primo incontro pubblico per la presentazione del Progetto Eleonora presentato dalla Saras per la realizzazione di un pozzo esplorativo nelle campagne di Arborea. L’incontro si terrà alle 11, nell’hotel Horse Country – Ala Birdi di Arborea e sarà riservato agli abitanti di Arborea e Santa Giusta. Altri due incontri sono previsti sabato 4 maggio, alle 11, nella Sala Divina, di via Giordano Bruno, 18, a Marrubiu, per gli abitanti di Terralba e Marrubiu. Infine, sabato 25 maggio, alle 11, all’hotel Mistral 2 di Oristano, l’ultima data per gli abitanti di Oristano. «Questi incontri – si legge in una nota della Saras – si aggiungono e non sostituiscono l’assemblea pubblica prevista dalla procedura di Via della Regione Sardegna la cui data sarà decisa insieme alla Regione, dopo che i tecnici del Savi avranno dichiarato “procedibile” il progetto consegnato il 13 marzo scorso e depositato presso gli uffici del Comune di Arborea, della Provincia di Oristano e dell’Assessorato all’Ambiente della Regione». Da lunedì il Progetto Eleonora per la realizzazione di un impianto destinato all’estrazione del gas sarà pubblicato integralmente sul sito internet della società Saras. Non si è fatta attendere la dura risposta del Comitato No al progetto Eleonora”: «La gestione dell’istanza di Valutazione di impatto ambientale rasenta i limiti del ridicolo e suscita viva preoccupazione tra i cittadini». «Il responsabile del Progetto Eleonora – continua la nota del Comitato – sostiene che i termini della procedura di Via non sarebbero ancora partiti e che l’assemblea fissata per il 13 aprile verrà rinviata non essendo obbligatoriamente prevista dalla legge. A sentire la loro voce pare che il confronto pubblico sia una gentile concessione da parte dell’azienda milanese nei confronti dei cittadini di Arborea». I responsabili del Comitato che si oppone al progetto attendono ora «una comunicazione ufficiale del Savi perché riteniamo che non possa essere un proponente privato a dare informazioni relative agli iter geetiti dagli uffici pubblici della Regione». Sul fatto che la Saras sostenga di aver modificato il progetto iniziale seguendo le indicazioni dei cittadini, il Comitato replica: «Non è un atto di cui andare fieri: il progetto iniziale era talmente carente e superficiale che persino dei semplici cittadini non avvezzi alle tecniche di trivellazione si sono potuti rendere conto di quanto fosse scadente. E le stesse indicazioni emergono dalla prima analisi effettuata sullo Studio depositato il 13 marzo, assolutamente incompleto».

  8. aprile 6, 2013 alle 11:00 am

    da La Nuova Sardegna, 6 aprile 2013
    SENEGHE. «No alle trivelle per la geotermia». Il sindaco Lucchesu preoccupato per il “Progetto Cuglieri”. (Piero Marongiu)

    SENEGHE. Il “Progetto Cuglieri” preoccupa gli amministratori seneghesi, che vogliono vederci chiaro su una possibile ricaduta negativa per l’ambiente e l’ecosistema dell’area boschiva delle aree interessate alle trivellazioni. Tutto inizia nell’agosto del 2010 con la richiesta di una società specializzata nella ricerca di risorse geotermiche, la “Exergia Toscana srl” indirizzata alla Regione Sardegna, per ottenere le autorizzazioni ai sondaggi in un’area vasta circa 121 chilometri quadrati che ingloba alcuni comuni del Montiferru e della Planargia. «Il Progetto Cuglieri – ha detto il sindaco Antonio Luchesu, esprimendo le sue perplessità –riguarderà anche diverse zone del territorio montano, alcune appartenenti a privati e altre di proprietà del Comune. Si tratta di aree di grandissimo pregio ambientale, faunistico e archeologico che rischiano di subire un impatto disastroso per l’ecosistema». La preoccupazione del sindaco è condivisa anche dai cittadini, i quali, quando si parla del monte, si allertano immediatamente e pretendono di vederci chiaro. Un documento firmato dalla Soprintendenza archeologica, datato marzo 2013, indirizzato a tutti i soggetti interessati, ha espresso parere favorevole all’esecuzione delle indagini preliminari da parte della Exergia Toscana srl, ritenendo che le stesse non provocherebbero «alcun impatto significativo sul suolo e sul sottosuolo» interessato alla ricerca. Una volta esperite quelle indagini, però, per individuare eventuali risorse geotermiche, la società inizierà una serie di trivellazioni profonde i cui effetti potrebbero rivelarsi molto gravi per l’area montana interessata. «La prossima settimana – ha proseguito Luchesu – ci sarà una riunione del Consiglio comunale, all’ordine del giorno il “Progetto Cuglieri”. In quella sede esprimeremo il nostro disaccordo contro un’attività che riteniamo possa causare seri danni alla nostra area boschiva. Inoltre preciseremo che decliniamo fin da ora da eventuali responsabilità su eventuali problemi alla sicurezza delle persone che, a qualunque titolo, si recheranno in quelle aree». In sintesi, il sindaco, vuole sapere se i pozzi verranno richiusi e messi in sicurezza per evitare che qualche incauto ci possa cadere dentro, con conseguenze facilmente immaginabili. Infine, per consentire il passaggio dei mezzi meccanici che devono effettuare gli scavi dei pozzi, sarà necessario procedere al taglio di numerose piante; e questo potrebbe causare danni irreversibili all’ecosistema, faticosamente e puntigliosamente preservato dai seneghesi per centinaia di anni, ora messo a rischio dall’opera speculativa di una multinazionale.

  9. aprile 10, 2013 alle 2:56 PM

    da La Nuova Sardegna, 10 aprile 2013
    Saras, partono i termini per le osservazioni. Arborea, pubblicato lo Studio di impatto ambientale del Progetto Eleonora. Dalla direzione provinciale del Pd un deciso “no” alle trivelle per il metano
    decrescita felice. «Opposizione alla servitù energetica». (Roberto Petretto)

    Sostegno al comitato No al Progetto Eleonora arriva anche dal Movimento per la decrescita felice della Sardegna. Il progetto viene bollato come «l’ennesima e devastante servitù energetica, ambientale e territoriale che si vorrebbe imporre alla Sardegna». Il movimento si dice «favorevole a una politica che ponga l’intelligenza ecologica alla base delle sue scelte energetiche, ed è contraria a una visione che sostenga la produzione energetica a prescindere dai costi ambientali, specie quelli che andranno a colpire anche le generazioni future». La contrarietà al progetto è mossa dagli stessi che spingono il movimento a opporsi «al Galsi e alla destinazione di decine di migliaia di ettari di ottimo terreno agricolo per la produzione di biomasse destinate alla trasformazione in combustibili». Mdf sostiene il Comitato No al Progetto Eleonora «anche perché è favorevole al diritto delle popolazioni e delle comunità locali di scegliere liberamente il proprio futuro».

    ARBOREA. Chi è contro il Progetto Eleonora ora ha la possibilità di fare qualcosa di concreto per opporsi: è stato infatti depositato negli uffici del Servizio sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali (Savi) dell’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente l’istanza di Valutazione di impatto ambientale (Via) della Saras per la “Realizzazione di un pozzo esplorativo per ricerca di idrocarburi gassosi nel permesso di ricerca denominato “Eleonora”, nel territorio comunale di Arborea”. «Dal 5 aprile – si legge sul sito web della Regione –, data di avvio del procedimento, decorrono i tempi per le fasi di presentazione al pubblico e convocazione della conferenza istruttoria».Ma decorrono anche i 60 giorni per la presentazione delle osservazioni al Piano presentato dalla Saras. E sarà proprio attraverso lo strumento delle osservazioni che chi si oppone al progetto (quasi tutti, in pratica) potrà far valere le proprie ragioni.Il Comitato per il No al progetto Eleonora, affila le armi. Intanto dell’idea di trivellare le campagne di Arborea si è occupata anche la direzione provinciale del Partito democratico. Alla fine ne è venuta fuori una posizione nettamente contraria al ProgettoEleonora. È stato approvato un ordine del giorno che esprime «vicinanza alla battaglia condotta dalla popolazione di Arborea, dalle amministrazioni comunali e dagli operatori economici del territorio – tutti contrari alla realizzazione del Progetto – nella consapevolezza che il futuro sviluppo dell’intero territorio provinciale rende incompatibile il pozzo rispetto ad una scelta di salvaguardia del territorio, di sostenibilità delle scelte economiche, di miglioramento della qualità della vita che ritiene invece ineludibile». La Direzione ha impegnato i propri rappresentanti nelle istituzioni regionali e nazionali «a proseguire nell’impegno finora efficacemente profuso a tutela delle comunità interessate attraverso l’iniziativa legislativa e gli strumenti del controllo politico; ed ha invitato i propri amministratori locali, ove non fosse già accaduto, ad esplicitare questa comune volontà in appositi atti amministrativi». Un chiarimento interno anche con il sindaco del capoluogo, Guido Tendas, la cui posizione aveva suscitato reazioni critiche all’interno del Pd. Lo stesso Tendas ha partecipato al dibattito. L’ordine del giorno è stato approvato con un solo voto contrario e un astenuto. Alla riunione della direzione provinciale erano stati invitati anche i segretari di circolo e gli amministratori locali.

  10. aprile 11, 2013 alle 2:54 PM

    da La Nuova Sardegna, 11 aprile 2013
    Sulle trivellazioni i dubbi della Diocesi. Il consigliere regionale Gian Valerio Sanna (del Pd) chiede invece che il giudizio venga dato soltanto dopo la Via. (Roberto Petretto)

    ORISTANO. Il dibattito sul progetto Eleonora è diventato tanto vasto che anche un’istituzione che di solito non si occupa di energia (almeno non di quella terrena) è intervenuta per esprimere il proprio parere. La diocesi arborense ha diffuso ieri una lunga nota dove, in sintesi, chiede che il progetto per le trivellazioni vicino allo stagno di S’Ena Arrubia non venga portato avanti a dispetto del volere delle popolazioni e che si valutino attentamente rischi e benefici. Ma anche un’altra voce si è levata nel dibattito: e si tratta di una voce che riprende un concetto già introdotto, con seguito di polemiche accese, dal sindaco di Oristano, Guido Tendas. Ovvero: «Prima di dare un giudizio sul progetto, è necessario attendere la Valutazione di impatto ambientale». A dirlo è il consigliere regionale Gian Valerio Sanna, l’unico esponente della direzione provinciale del Pd che nella riunione dell’altra sera ha votato palesemente contro l’ordine del giorno che schiera il partito dichiaratamente contro la proposta della Saras. «Avvalla l’iniziativa popolare ma metterà in difficoltà il partito che un domani, se sarà al governo, sarà chiamato a far rispettare le leggi. Ho invitato il partito a un atteggiamento di prudenza – ha detto Sanna –. Ci troviamo di fronte innanzi tutto ad una fase legislativa che prevede la valutazione di impatto ambientale. Una volta che sarà noto il risultato di questa valutazione, un partito che si dice di governo, avrà la facoltà di esprimersi nel merito». L’ordine del giorno del Pd oristanese contro il Progetto Eleonora è passato nonostante il voto contrario di Gian Valerio Sanna e l’astensione del sindaco Guido Tendas. Ovvio attendere ora una nuova ondata di polemiche da parte degli oppositori al Progetto Eleonora che non riescono a digerire l’ipotesi di voci fuori dal coro. Il documento della Diocesi oristanese è invece decisamente più dubbioso sull’opportunità di realizzare l’intervento previsto dalla Saras. «Nel pieno rispetto delle competenze delle istituzioni che amministrano il bene comune, la comunità sente il dovere di fare presenti alcuni criteri morali per l’orientamento delle scelte operative». Secondo la Diocesi «alla base di questi criteri c’è innanzitutto il rispetto delle persone che vivono il territorio. Gli arborensi sono i primi interessati a non subire gli eventuali danni di qualsiasi genere, che provengono dall’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi». In secondo luogo si chiede «uno studio attento e oggettivo di fattibilità per esaminare costi, ricavi e rischi dell’estrazione del gas metano, per consentire a tutte le persone coinvolte direttamente o indirettamente di conoscere i termini del problema e, conseguentemente, di fare le scelte più giuste e appropriate». Le scelte dovranno poi «tener conto che l’industria agroalimentare del territorio arborense ha garantito sinora e può garantire in futuro sia il benessere delle popolazioni locali sia l’esportazione del marchio di qualità dei suoi prodotti». La comunità diocesana, infine, ribadisce «la convinzione che le risorse del suolo sardo sono primariamente a beneficio degli stessi sardi».

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    L’iter. Il Comitato sollecita le osservazioni.

    Sul gruppo Facebook del comitato No al Progetto Eleonora compare il link che rimanda al sito della Regione dove si possono consultare i documenti relativi allo Studio di impatto ambientale presentato dalla Saras. Un post corredato da un invito: «Mandateci le vostre osservazioni». Da qui ai prossimi due mesi si attraverserà una fase fondamentale per i destini del progetto della Saras. La fondatezza delle osservazioni che verranno presentate contro l’intervento potranno determinare le decisioni dell’ufficio regionale preposto alle verifiche. Quindi, per il Comitato, è di capitale importanza raccogliere idee e proposte che mettano in luce i punti deboli del Progetto Eleonora. Un apporto che potrà venire dai cittadini, ma soprattutto dai tecnici che possono mettere in luce ripercussioni negative e conseguenze non evidenziate dallo studio realizzato dalla Saras.

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    In Consiglio si parla di geotermia. Seneghe, questa sera l’assemblea discute del progetto della Exergia.
    Il sindaco Luchesu. Nessuno ci ha ancora spiegato i dettagli dell’intervento Se non avremo garanzie ci opporremo con tutte le nostre forze. (Piero Marongiu)

    SENEGHE Si preannuncia particolarmente vivace la riunione del consiglio comunale fissata per questa sera, inizio alle 19. Gli argomenti all’ordine del giorno, soltanto tre, sono considerati di grande rilevanza non soltanto per la vita amministrativa ma anche per il futuro del territorio. quello più atteso riguarda il progetto “Cuglieri”, e prevede la ricerca di risorse geotermiche in aree ricadenti nel territorio montano del Comune. Qualche giorno fa il sindaco Antonio Luchesu aveva espresso grande perplessità e la netta contrarietà della sua amministrazione verso il progetto proposto dalla Exergia Toscana. Anche i cittadini seneghesi si dicono preoccupati per quello che potrebbe accadere nelle aree di Cuguzzu, Nuraghe Ruiu, Padassiu, Fromigas e su Palatzu. Tutte zone di grandissimo pregio ambientale e di interesse faunistico, difese per centinaia di anni dai seneghesi da qualunque speculazione che ne potesse compromettere l’integrità. Il progetto “Cuglieri” prevede una serie di trivellazioni in profondità per cercare risorse geotermiche per scopi energetici e interesserà, oltre che il Montiferru, anche alcuni Comuni della Planargia. I sondaggi, dopo le indagini preliminari già autorizzate dalla Soprintendeza ai beni archeologici, verranno effettuati in un’area di oltre 120 chilometri quadrati. «I nostri nonni e quelli che sono venuti prima di loro – dice Luchesu – hanno lottato perché il bosco arrivasse integro fino a noi, adesso arriva una multinazionale che per soddisfare la sua sete di profitto rischia di vanificare tutto. Se non riceveremo ampie garanzie sull’impatto che avranno per il nostro territorio le attività in programma, ci opporremo tenacemente a quel progetto». La paura degli amministratori, e dei seneghesi, è che qualcuno faccia calare dall’alto decisioni riguardanti il loro territorio passando sulle loro teste senza neppure ascoltarli. «Allo stato attuale – conclude Luchesu –, non siamo stati contattati da nessuno che ci spiegasse dettagliatamente i contenuti del progetto. Per adesso, da quel poco che sappiamo, siamo alla fase preliminare. Ma una volta conclusa cosa succederà? Per portare le trivelle nelle aree interessate ai sondaggi, i mezzi meccanici dove passeranno? Dovranno essere aperte piste per il loro transito? Si dovranno abbattere alberi?» La paura è che nel Montiferru si verifichi quello che sta accadendo ad Arborea con la Saras. Per questo motivo tutti vogliono vederci chiaro e soprattutto vogliono garanzie che una zona intatta e altamente suggestiva non venga deturpata da mire speculative.

  11. aprile 14, 2013 alle 2:38 PM

    da La Nuova Sardegna, 14 aprile 2013
    ARBOREA. Pugni di terra contro le trivelle. Il comitato No Eleonora: in piazza per fermare il progetto Saras.

    ARBOREA. Gli abitanti di Arborea diserteranno la presentazione del Progetto Eleonora annunciata dalla Saras per la mattina di sabato prossimo 20 aprile all’ex Alabirdi. «Non ci interessa quello che hanno da dire e non abbiamo domande da fare. Alla stessa ora organizzeremo una grande manifestazione di protesta in piazza Maria Ausiliatrice, arriverà gente da tutta la Sardegna e molti porteranno un pugno di terra raccolto nei campi dei loro paesi», hanno dichiarato i promotori del Comitato NO Eleonora Paolo Piras e Davide Rullo inaugurando una mostra fotografica sull’impatto ambientale che impianti simili a quelli progettati per Arborea hanno avuto sul territorio dell’Emilia. «Non vogliamo che i nostri campi diventino come quelli fotografati in Emilia da Daniele Pasci, con la Saras non c’è alcun margine di trattativa, non li vogliamo e basta», hanno detto senza mezzi termini. E proprio “non vi vogliamo” c’è scritto a caratteri cubitali sui volantini con i quali stanotte sono stati parzialmente oscurati i manifesti affissi dalla Saras per annunciare l’incontro di sabato prossimo. «Non parteciperemo alla riunione del 20 aprile perchè è una libera iniziativa della Saras che non ci interessa», hanno spiegato Paolo Piras e Davide Rullo confermando invece la presenza del Comitato No Eleonora alla riunione formale prevista dalla procedura di Via alla quale oltre alla Saras parteciperà anche l’ufficio Savi della Regione. La data della riunione non è stata ancora fissata ma dovrà tenersi obbligatoriamente tra il 25 aprile e il 15 maggio. (fgp)

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    SENEGHE. Trivelle di Exergia Toscana il Consiglio vota contro. (Piero Marongiu)

    SENEGHE. Come ampiamente previsto, l’esito del consiglio comunale che doveva discutere del progetto “Cuglieri”, presentato in Regione dalla società Exergia Toscana al fine di ottenere le autorizzazioni per effettuare ricerche di risorse geotermiche nel Montiferru e Planargia, ha confermato la contrarietà dell’amministrazione verso qualunque ipotesi di perforazione nell’area montana ricadente in territorio seneghese. I contenuti di quel progetto continuano a suscitare diffidenza tra i cittadini e gli amministratori comunali. «Aspettiamo che qualche rappresentante dell’Exergia Toscana si esprima per farci capire quale sarà l’entità del lavoro previsto – ha detto il sindaco Antonio Luchesu –. Noi siamo disposti a dialogare con tutti, ma dobbiamo anche muoverci tempestivamente per far capire in modo chiaro qual è la nostra posizione». Insomma, fino ad ora l’Exergia Toscana non ha contattato, se non attraverso alcune lettere, nessuno degli amministratori locali. Per evitare che le decisioni vengano calate dall’alto senza poter intervenire in alcun modo, il consiglio comunale ha deliberato all’unanimità il suo dissenso. Antonio Maria Cubadda, consigliere di minoranza, ha detto: «In assenza di un piano energetico regionale non possiamo stare tranquilli rispetto a quanto potrebbe essere deciso in altre sedi. Non vogliamo trovarci a dover fronteggiare decisioni prese sopra le nostre teste e a nostra insaputa». La preoccupazione degli amministratori cresce ancora se si pensa che, come sancito da un decreto del presidente della Repubblica, tutte le risorse che si trovano nel sottosuolo sono di proprietà dello Stato e pertanto, in presenza del superiore interesse nazionale, le esigenze del territorio passano in secondo piano. Circa i tempi di attivazione del progetto, viene ribadito durante la discussione, si sa poco o nulla. «Tutto viene coperto da un riserbo strettissimo – dice ancora il sindaco –. Intanto che attendiamo di saperne di più esprimiamo le nostre perplessità e la nostra contrarietà a qualsiasi attività speculativa che metta a rischio l’integrità del nostro territorio. Adesso contatteremo gli amministratori dei comuni interessati al progetto per concordare una linea di azione unitaria che esprima la posizione da opporre a chi pensa di poter fare quello che vuole nel nostro territorio senza neppure sentirsi in dovere di ascoltarci». Alla fine della seduta è stato deciso di inviare copia della delibera ai Comuni interessati, alla Provincia di Oristano, alla Regione e agli organi di stampa.

  12. aprile 15, 2013 alle 8:11 PM

    da L’Unione Sarda on line, 15 aprile 2013
    Saras apre le porte ai russi. I Moratti dicono sì a Rosneft: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/311516

    • aprile 16, 2013 alle 2:54 PM

      non ci vorrà molto: anche la Saras potrebbe chiudere.
      I russi – lo Stato russo, perchè il 75% delle azioni Rosnet è in mano allo Stato – entrano per diventarne “padroni” e decideranno come pare e piace a loro. E sono il primo produttore mondiale di petrolio grezzo.

      da La Nuova Sardegna, 16 aprile 2013
      SARAS » NUOVE STRATEGIE PER SARROCH. l gigante russo del petrolio diventa socio dei Moratti. A Rosneft il 13,7% delle azioni, alla famiglia 178 milioni I sindacati: per vedere gli effetti servirà almeno un anno. (Giuseppe Centore)

      MILANO. Il cuore rimarrà ancora in Galleria De Cristoforis, nel centro di Milano, ma la testa sarà sulle rive della Moscova, a fianco alla Chiesa di Santa Sofia, dove c’è l’ufficio di Igor Sechin, il presidente di Rosneft. Ieri, mezz’ora dopo la sospensione delle contrattazioni disposta da Consob, Saras e Rosneft hanno annunciato un matrimonio che arriva dopo mesi e mesi di contatti e incontri, che avevano messo comunque la raffineria di Sarroch sotto l’ala protettiva dei russi. L’intesa sancita ieri prevede la cessione del 13,70% di azioni Saras ai russi per 178,49 milioni di euro: la transazione vedrà i Moratti cedere interamente le quote detenute di persona, mentre la cassaforte di famiglia (ora titolare del 62,46%) scenderà al 50,02%. In base all’accordo, Rosneft lancerà una offerta pubblica d’acquisto sul 7,29% del capitale. L’opa avverrà a 1,370 euro per azione, lo stesso prezzo corrisposto ai Moratti per il pacchetto del 13,7%. L’offerta d’acquisto del gruppo russo avverrà attraverso una controllata lussemburghese di Rosneft. I commenti. «Crediamo che questa operazione sia un importante passo per la costruzione di una collaborazione di lungo periodo tra Rosneft e Saras – ha detto Sechin – mentre prosegue la discussione per costruire una alleanza paritetica nella commercializzazione e lavorazione del petrolio greggio e nella vendita di prodotti petroliferi». Da parte sua Gian Marco Moratti, dando «il benvenuto a Rosneft, il primo produttore di petrolio grezzo a livello mondiale quotato, come azionista rilevante della società», è convinto che «Rosneft e Saras ne beneficeranno sia nel breve che nel lungo termine». Con questa operazione la famiglia Moratti fa crescere il suo portafoglio in Saras, dopo la quotazione, contestata, in Borsa sette anni fa: tra la cessione della quota di minoranza, per 1,6 miliardi, i tre dividendi staccati per altri 290 milioni e l’incasso previsto ieri, si supera quota 2 miliardi di euro, (mantenendo la maggioranza assoluta)oltre il doppio della capitalizzazione agli attuali valori. Le reazioni. A differenza dei politici sardi, silenti, il sindacato prende posizione, apprezzando la decisione della famiglia Moratti e preparandosi ad un confronto impegnativo sul futuro dello stabilimento di Sarroch. «È importante che in un momento di crisi arrivi denaro fresco nelle casse dell’azienda, ma per vedere gli effetti dovremo attendere almeno un anno. In ogni caso – ha detto William Schirru, segretario generale della Filctem-Cgil – nelle discussioni che affronteremo con l’azienda ci sarà naturalmente un cambio di passo: sta a noi cogliere gli aspetti positivi di questa alleanza e non subire passivamente le scelte della proprietà». I retroscena. La scelta di Rosneft, braccio finanziario e politico del Cremlino insieme a Gazprom, non è avvenuta senza il beneplacito dei governi. Troppo pesante il potere dei russi, economico (10 miliardi di euro di utile nel 2012, il 13 per cento del petrolio mondiale estratto ogni giorno) e geostrategico, per non vedere coinvolti i vertici politici ai massimi livelli. Per Saras, la necessaria alleanza serve a cercare di far uscire dall’angolo la famiglia Moratti. Il mercato della raffinazione in tutta Europa attraversa un momento critico, sia per il calo dei consumi che per la maggiore redditività dei concorrenti mediorientali, e Saras, che ha chiuso in negativo 11 dei precedenti 15 trimestri aveva la necessità di trovare canali certi e prezzi definiti di raffinazione. I russi dal canto loro volevano a tutti i costi “entrare” nel Mediterraneo, come i loro amici di Lukoil che hanno acquistato la raffineria di Priolo da Erg. Tra le ragioni, i benefici fiscali che avranno nel raffinare i prodotti fuori Russia, e il rafforzamento di una rete di alleanze in Europa che non ha valore solo industriale ma politico. Gli analisti non escludono che nel medio i Moratti scendano sotto il 50 per cento. Ma non c’è bisogno di questo passo per capire chi da ieri comanda in Saras

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      da L’Unione Sarda, 16 aprile 2013
      Nuovi soci per i Moratti. La multinazionale petrolifera Rosneft acquista il 13,7% del capitale e lancia un’Opa su un altro 7,29%: operazione da 180 milioni. (Lanfranco Olivieri): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20130416083752.pdf

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      La società. Il gruppo conta 2.200 dipendenti,quotato in Borsa dal 2006. Da 50 anni in Sardegna. Lo stabilimento può lavorare 300.000 barili al giorno: http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20130416083844.pdf

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      L’intervista. Parla l’ad dell’azienda «Teniamo la gestione
      e la maggioranza E restiamo nell’Isola»: http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20130416084247.pdf

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      da Sardegna Quotidiano, 16 aprile 2013
      GRANDI AFFARI. Il 21% della Saras va all’amico di Putin. (Marcello Zasso): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_56_20130416080655.pdf

  13. aprile 15, 2013 alle 8:16 PM

    accolte di fatto le “osservazioni” del Gruppo d’Intervento Giuridico e degli Amici della Terra (vds. https://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2013/03/18/stop-al-procedimento-di-valutazione-di-impatto-ambientale-della-ricerca-idrocarburi-saras-a-sena-arrubia-arborea/).
    Oggi sono stati pubblicati su La Nuova Sardegna e L’Unione Sarda gli “avvisi al pubblico” che fanno ripartire da zero la procedura di V.I.A. sulle ricerche di gas naturale e petrolio della Saras s.p.a. ad Arborea, in quanto gli atti non erano stati pubblicati sul sito istituzionale web della Regione autonoma della Sardegna in contemporanea con il loro deposito presso Regione, Provincia, Comune interessati.
    Come al gioco dell’oca, si riparte dal “via”. 😉

  14. aprile 16, 2013 alle 2:57 PM

    da La Nuova Sardegna, 16 aprile 2013
    ARBOREA. Incontro alla Regione con la Saras.

    ARBOREA. Incontro in Regione per parlare del progetto Eleonora. Oggi pomeriggio a Cagliari si terrà un incontro tra i rappresentanti dei 5 Comuni del terralbese, il Comune di Santa giusta, di Cabras, la Provincia di Oristano, la cooperativa 3A, la cooperativa Produttori, la Saras e il presidente della Regione. Un incontro che segue alla richiesta fatta dai Comuni durante l’assemblea di qualche settimana fa a Arborea, dalla quale uscì un no unanime al Progetto Eleonora. Tra i non invitati all’incontro spicca il comitato civico “No al progetto Eleonora”, che delle assemblee pubbliche è stato il principale promotore. Perplessità da parte dei componenti del comitato: «Nel mezzo della procedura di Via non credo sia corretto convocare un incontro in cui è presente anche l’azienda che ha presentato il progetto di trivellazione – commentano –. Non è chiaro il senso di questa riunione in questo momento». Intanto l’amministrazione comunale di Seneghe ha incontrato i rappresentanti del Comitato e ha deciso di collaborare per fare fronte Comune anche contro il progetto per lo sfruttamento dell’energia geotermica nel Montiferru.

    • aprile 17, 2013 alle 2:46 PM

      da L’Unione Sarda, 17 aprile 2013
      Progetto Eleonora. Ieri pomeriggio vertice a Cagliari. Saras,Cappellacci frena: sarò garante del territorio: http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_82_20130417084303.pdf

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      da La Nuova Sardegna, 17 aprile 2013
      Progetto Eleonora, fallisce la mediazione della giunta regionale (Cristina Diana): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/73051_Progetto_Eleonora_fallisce_la_mediazione_del.pdf

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      Seneghe vota contro le trivelle. No del Consiglio, contatti con il Comitato di Arborea contro il progetto Eleonora. (Piero Marongiu)

      SENEGHE. Sarà pubblicata oggi la delibera contro le attività di ricerca di risorse geotermiche proposte dalla società Exergia Toscana, che prevede trivellazioni in profondità in alcune aree del Montiferru ricadenti nel territorio seneghese. Copia della delibera, votata all’unanimità dall’intero Consiglio, sarà inviata anche agli altri comuni interessati al progetto, agli organi istituzionali della regione e agli organi di stampa. «Dobbiamo essere tempestivi e fare fronte comune con gli altri paesi interessati per non farci trovare impreparati e per ribadire un no chiaro ad ogni attività speculativa nel nostro territorio– aveva dichiarato il sindaco Antonio Luchesu». L’altra sera, il primo cittadin e alcuni esponenti di Giunta e ai membri dell’associazione culturale “Perda Sonadora”, si è incontrato con Paolo Piras, rappresentante del comitato civico “No al progetto Eleonora” che prevede una serie di trivellazioni in un’area di oltre 44mila ettari nella provincia di Oristano, molti dei quali ricadenti nel territorio di Arborea. Anche in questo caso esiste un permesso rilasciato dalla Regione Sardegna che autorizza la Saras spa a fare sondaggi di idrocarburi liquidi o gassosi in profondità. «L’incontro con i rappresentati del Comitato civico che si oppone alle trivellazioni della Saras – ha detto il sindaco Antonio Luchesu – è stato estremamente positivo e ci trova solidali con loro nell’esprimere il nostro no fermo a quel progetto. Questo primo passo ci consente inoltre di instaurare un dialogo con il Comitato di Arborea per ribadire la nostra contrarietà ad ogni forma di trivellazione. Con i membri di Perda Sonadora stiamo redigendo un protocollo di intesa con tutte le associazioni che operano in paese, culturali e sportive, per esprimere il dissenso dell’amministrazione e dei cittadini alle trivellazioni». Insomma, dopo la delibera votata martedì scorso dal Consiglio, si preannunciano altre iniziative per cercare di bloccare sul nascere qualsivoglia attività che possa compromettere in qualche modo il delicato equilibrio dell’area montana. «Sabato prossimo – conclude Luchesu – con una delegazione composta da amministratori e cittadini, saremo ad Arborea per unirci a coloro che manifesteranno contro la Saras e il suo progetto di trivellazioni». Il fronte del no alle attività speculative nella provincia di Oristano, da Arborea al Montiferru, si allarga quindi sempre di più.

  15. aprile 19, 2013 alle 9:31 am

    da Sardinia Post, 19 aprile 2013
    Il M5S porta in Parlamento il no alle trivellazioni Saras. (Marcello Mereu): http://www.sardiniapost.it/politica/prime-grane-parlamentari-per-la-saras-e-i-nuovi-soci-russi-grillini-allattacco-contro-i-progetti-eleonora-e-igia/

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    Arborea, domani la Marcia della terra di Progres e del comitato No Eleonora: http://www.sardiniapost.it/cronaca/arborea-sabato-marcia-della-terra-e-comitato-no-eleonora-contro-le-trivellazioni-della-saras/

  16. Nicola Putzu
    aprile 19, 2013 alle 3:32 PM

    Pd presenta mozione in Consiglio regionale Pro-Saras!

    http://progeturepublica.net/comunicati/progres-con-i-sardi-il-pd-con-la-saras/#.UXFGRMrkd36

    http://consiglio.regione.sardegna.it/XIVLegislatura/Mozioni/Moz252.asp

    Chissà quanti pensano ancora che i partiti italiani facciano gli interessi di noi sardi…

    • aprile 19, 2013 alle 4:37 PM

      più che altro il P.D. si conferma come il partito-discount, dove c’è tutto e il contrario di tutto.
      Per esempio Davide Rullo, animatore del Comitato “No al progetto Eleonora”, è un esponente del P.D. di Arborea, l’on. Antonio Solinas (P.D.) ha presentato una proposta di legge regionale anti-ricerche minerarie, l’on. Caterina Pes (P.D.) ha presentato interrogazioni parlamentari contro il “progetto Eleonora”…..

      Stefano Deliperi

  17. aprile 20, 2013 alle 11:01 am

    da L’Unione Sarda on line, 20 aprile 2013
    Arborea, oggi la marcia anti-trivelle mentre la Saras insiste sul suo progetto: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/311945

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    da La Nuova Sardegna, 20 aprile 2013
    Il giorno delle trivelle, corteo e polemica. Arborea, stamane la Marcia della Terra contro il progetto Saras. Interrogazione M5S in Parlamento. Scontro ProgReS-Pd. (Gian Paolo Meloni)

    ARBOREA. È il giorno del grande scontro sulle trivelle. Il progetto della Saras per la ricerca di gas naturale nel territorio di Arborea sarà contestato stamane da una manifestazione che nasce dal Comitato No Eleonora e intorno al quale sono cresciute migliaia di adesioni da tutta l’isola. Quella che gli organizzatori propongono come una grande festa (alle 10 in piazza Maria Ausiliatrice), si svolgerà contemporaneamente all’appuntamento fissato dalla società petrolifera a poche centinaia di metri per la presentazione del progetto. Ma la ricerca di idrocarburi accende anche la polemica sul fronte politico. ProgReS, che ha lanciato la “Marcia della Terra” in programma stamane, attacca duramente il Pd sardo: «Sta con la Saras». Mentre il Movimento 5 Stelle nazionale prende apertamente posizione su uno dei temi caldi della Sardegna e su iniziativa del Meetup Polis Oristano fa approdare in Parlamento il “no” al progetto Eleonora. Un fronte nel quale si schierano senza esitazioni anche i sardisti di Oristano denunciando «lo sfruttamento selvaggio del territorio». Stop al nullaosta. L’interrogazione di M5S è indirizzata al ministri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente, della Salute, delle Politiche agricole. Il documento è firmato dai deputati sardi Emanuela Corda, Andrea Vallascas, Nicola Bianchi, Paola Pinna e dalla capogruppo Roberta Lombardi. Il testo, proposto dal Meetup Polis Oristano con le firme di Marco Cominu, Carlo Puddu, Francesco Arcai, Salvatore Marroccu, Pier Paolo Scano denuncia innanzitutto l’estensione delle ricerche su una quarantina di Comuni sardi, prevalentemente nel Medio Campidano e nella piana di Arborea, attraverso concessioni che riguardano sia il mare e sia la terra. Elencate le peculiarità ambientali, produttive, economiche e ricordate le numerose misure di tutela anche proteggono il territorio, M5S chiede ai ministri «se non ritengano di voler promuovere una Conferenza di servizio o un tavolo di confronto tra tutte le istituzioni interessate a livello nazionale, regionale e locale, sospendendo nel frattempo ogni autorizzazione concessa e ogni procedura di concessione in corso su progetti di ricerca di giacimenti di idrocarburi nel territorio della Sardegna». Scenari disastrosi. «Sarebbe un tragico errore lasciarci tentare dall’ennesima promessa di vantaggi economici derivanti dalle attività estrattive e non possiamo evitare di rivolgere lo sguardo al futuro», è la preoccupazione che dichiara il Psd’Az dalla sezione “Antonio Simon Mossa” di Oristano. «I risultati del progetto saranno disastrosi – insiste il Psd’Az –: il rimorso di avere barattato il nostro paesaggio impareggiabile in cambio di veleni e inquinamento sarà l’unico compagno del ricordo delle nostre bellezze naturali». Il sostegno «senza riserve» del Psd’Az alla Marcia della Terra è anche destinato agli amministratori che «devono prendere atto di quanto la ricchezza sia legata alla tutela del territorio, sia perchè è giusto e sia perchè è il volere dei cittadini». Metano necessario. È la convinzione del Pd, che ha presentato una mozione al consiglio regionale con le firme del capogruppo Giampaolo Diana e dei consiglieri Agus, Bruno, Cuccu, Floris, Manca, Meloni, Moriconi, Porcu, Sabatini e Gian Valerio Sanna sulle strategie energetiche della Regione. Dopo avere ricordato che «la Sardegna è l’unica regione che non utilizza il metano come fonte energetica», il Pd sostiene che «nel sottosuolo della Sardegna potrebbero esistere riserve di metano che, se confermate, potrebbero garantirne la disponibilità all’intera isola per i prossimi 25-30». Una volta accertate e sfruttate, le riserve del combustibile, dice il Pd, «sarebbero in grado di contribuire a realizzare nel corso di pochi anni il programma di metanizzazione dell’isola». La mozione propone quindi di impegnare il governo regionale a dare tutti i chiarimenti necessari sullo stato delle autorizzazioni e sulle strategie energetiche. Orizzonte Medioevo. La posizione del Pd è stata bocciata senza riserve da ProgReS. «Dietro quel “parrebbe” utilizzato nella mozione del Pd, si nasconde la pochezza di un partito che trascura, come se non esistessero, le istanze degli agricoltori e degli allevatori della Sardegna che gridano no al progetto della Saras». Il rischio di queste politiche, secondo ProgReS è di trascinare la Sardeggna «in un medioevo dell’approvvigionamento energetico». Il movimento manifesta «stupore per il tempismo: la mozione è stata presentata il giorno precedente la marcia». L’azienda. L’appuntamento della Saras è alle 11 all’hotel Horse country per la presentazione dello studio di compatibilità ambientale.

  18. aprile 21, 2013 alle 1:46 PM

    l’eventuale gas naturale estratto andrà dove riterrà la Saras s.p.a., cioè i proprietari attuali e quelli futuri, il resto sono chiacchiere.

    da La Nuova Sardegna, 21 aprile 2013
    Saras garantisce: il metano ai sardi. (http://lanuovasardegna.gelocal.it/oristano/cronaca/2013/04/21/news/saras-garantisce-il-metano-e-per-i-sardi-1.6923627) Incontro pubblico sul progetto ricerche nell’area di Arborea «Risparmi per le aziende e un milione all’anno al Comune». (Giampaolo Meloni)

    ARBOREA. La Saras rassicura la comunità: il metano sarà dei sardi. «Sarà la Regione a trattare sulle royalties. La Regione disporrà della risorsa a beneficio della collettività». E i vantaggi potranno essere ben più favorevoli di quanto ora si possa prevedere, perchè se i giacimenti di gas verranno definitivamente accertati nel sottosuolo oristanese e si arriverà all’estrazione, si potrebbe estendere la rete di distribuzione al Campidano (dove altre ricerche sono in progetto), quindi a Cagliari, Iglesias e a Sarroch, dove la società petrolifera ha sede e impianti di raffinazione e, si prefigura, potrebbe realizzare anche le infrastrutture per l’utilizzo e l’eventuale vendita. Con la prima ferma condizione: che il patrimonio energetico rappresentato dal metano sia governato dalla Sardegna. Lo scippo temuto. Lo hanno ribadito gli ingegneri dell’azienda e i docenti universtari che hanno elaborato il progetto di ricerca ora al vaglio della Regione per la Valutazione di impatto ambientale. Le assicurazioni sono arrivate attraverso le prime spiegazioni dei tecnici e le successive sollecitazioni proposte dal pubblico (poco a dire il vero, una trentina di persone), ma soprattutto dall’indipendentista Doddore Meloni, che non ha condiviso la manifestazione nella piazza poco distante: «Credo si debba stare qui, per sentire, capire e discutere sulle intenzioni della Saras», ha spiegato. I timori sollevati dal leader di Malu Entu aprono lo scenario sul futuro: il nuovo assetto azionario dell’azienda dei fratelli Moratti fa temere che una volta confermata la presenza del metano e ottenuto successivamente il via libera della Regione all’estrazione, la concessione possa essere venduta e finisca in chissà quale potentato multinazionale, fuori cioè dal controllo della Sardegna, della sua popolazione. «Come sempre, ancora una volta derubati delle nostre ricchezze che saranno regalate all’esterno. Si prepara lo scippo del secolo. A noi resterà l’inquinamento», obietta Doddore Meloni. Le autorizzazioni. Chiara Rosnati, docente di educazione ambientale nella sede universitaria di Nuoro, manifesta una perplessità analoga, anche se sul fronte procedurale. «Perchè solo ora presentate il progetto e non avete promosso un confronto preliminare con i soggetti interessati del territorio?». Qui la Saras ammette qualche diffetto di comunicazione, ma dice di avere comunque incontrato preliminarmente i sindaci della zona e di averne ottenuto il via libera che ha aperto le porte alla richiesta della Via alla Regione. «Nell’area interessata ai rilievi sismici, abbiamo incontrato e discusso con ottocento proprietari delle aree agricole». Il fatto è che nel cammino delle autorizzazioni manca anche un riferimento normativo: non esiste una pianificazione regionale in materia energetica. Lo denuncia la Rosnati e lo ammettono i tecnici Saras. L’incontro, il primo di una sequenza destinata ad approfondire e chiarire gli aspetti tecnici del progetto Eleonora, rivela anche quale sia il significato imprenditoriale dell’iniziativa. La Saras vuole consolidare «la propria attività nel fronte dei combustibili in un mondo difficile per l’azienda, che è piccola rispetto ai giganti del settore». Lo dice Giuseppe Citterio, l’ingegnere responsabile in Saras della pianificazione e sviluppo. Aziende locali. Una scommessa che la società petrolifera spera di vincere. Le probabilità sono buone. «Ci sono indizi per andare oltre gli standard», spiega Citterio. Gli studi geologici sono inziati nel 2006. «Ora si tratta di avviare l’esplorazione per valutare se nel sottosuolo ci sono risorse da sfruttare», precisa Giulio Casula, anch’egli ingegnere, padre del Progetto Eleonora, che riepiloga le motivazioni dell’iniziativa. In primo luogo la Sardegna non disponde di gas naturale e non è connessa alla rete nazionale. Il progetto Galsi (dall’Algeria alla Sardegna e alla Toscana) è ancora sospeso nell’incertezza. Il gas è di proprietà pubblica e la disponibilità della risorsa potrà dare grandi vantaggi ai cittadini, alle imprese. Sarà ceduto ad aziende sarde che lo distribuiranno in Sardegna. I conti: in Sardegna paghiamo l’energia il 30 per cento in più e la Regione ha investito sulla rete, che è disponibile e sarà utilizzata per il metano di Arborea. Impatto ambientale. Certezze a tutto campo sul fronte dell’impatto ambientale le ha date l’ingegnere Alessia Meloni, con un report sui dettagli tecnici della sicurezza nell’impianto che verrà realizzato nell’area dello stagno S’ena Arrubia per le esplorazioni. Anche la torcia (una ciminiera di trenta metri)che butterà in aria la fiamma sarà protetta nell’irraggiamento del calore che non si propagherà oltre i cinquanta metri del cantiere. Non ci saranno rischi per le falde acquifere, garantisce l’ingegnere Giulio Nardini. Le ricerche si sono estese su 443 chilometri quadrati. Le indagini sismiche sino a 6 chilometri di profondità e su 500 chilometri di linee sismiche nel sottosuolo. Non ci sarà emissione di anidride carbonica. Si presume un giacimento di cinque serbatoi in profongità variabili da 700 a 2800 metri, con una potenzialità di 3 miliardi di metri cubi di gas recuperabili. «Un patrimonio – insiste Casula – che renderà la Sardegna meno subalterna dall’approvvigionamento esterno». Le royalties. Come potrà il territorio monetizzare questa ricchezza? La Sardegna avrà il 10 per cento delle royalties sulla produzione annua di metano. Per la legge italiana il gas e gli olii combustibili sono patrimonio indisponibile dello Stato. Le royalties sono calcolate in proporzione alle quantità di gas prodotte. Nel caso di Arborea, del Pozzo Eleonora, sulla base di parametri stabiliti dall’Autorità dell’energia elettrica e del gas, al Comune verrebbero destinati circa un miliardo di euro all’anno (il 66 per cento del 10 per cento totale), mentre il 33 per cento lo incasserebbe la Regione. Un metro cubo di metano sul mercato costa 35 centesimi. I benefici sull’utilizzo derivano dalle medie dei prezzi e dei consumi: un’ora di alimentazione con Gpl costa 0,64 euro, un’ora con metano 0,21. La spesa media annua di una famiglia sarebbe nel primo caso di 1900 euro, con il metano di 1400. Insomma, la Saras è pronta alla scommessa. Vuole partire con l’esplorazione e assicura che se i risultati saranno positivi, anche nella fase di estrazione l’impatto ambientale non subirà modifiche. Per chi avesse dubbi residui, i tecnici, compreso il professore Viola, docente universitario da quarant’anni in Sardegna, citano Parma, che nella sua provincia conta 289 pozzi attivi, eppure vanta tante produzioni con marchio garantito tra parmigiano, olio, vino, funghi. E il destino del gas sarà tutto nelle mani (politiche e legislative) della Regione.

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    Il “No” deciso della gente scesa in piazza. Arborea, festa colorata con famiglie e bambini, sul palco per rifiutare il progetto anche una sposina. Paolo Piras del Comitato Siamo contrari a un modello di progresso molto diverso dal nostro. (Cristina Diana)

    ARBOREA. «Salva Arborea, salva la Sardegna», queste le parole d’ordine del migliaio di manifestanti in piazza Maria Ausiliatrice per dire no al progetto di trivellazioni della Saras. Famiglie, anziani, ragazzi, bambini, provenienti da tanti centri della Sardegna, tutti assieme in un raduno colorato e festoso per dire no a un progetto calato dall’alto. «È bellissimo partecipare a questa festa di democrazia e di autodeterminazione, siete l’avamposto fondamentale per salvare la Sardegna da tutti gli attacchi che sta ricevendo – dice dal palco Egidio, amico del comitato “No progetto Eleonora” ed ex lavoratore del settore petrolifero – ho lavorato 15 anni nel settore delle trivellazioni e so cosa significa, so cosa vuol dire vedere 5 colleghi morire per la fuoriuscita inaspettata di H2S, un gas letale che assieme a tanti altri si trova durante le trivellazioni. Dobbiamo difendere Arborea e tutta la Sardegna da questi progetti di devastazione». La Saras ha presentato progetti per trivellazioni esplorative anche in altre zone dell’Isola: il progetto Eleonora potrebbe essere solo l’antipasto. E infatti erano presenti anche i rappresentanti del comitato “No al Progetto Igea”, progetto della Saras per il Medio Campidano, e di altri che combattono per la difesa dell’ambiente. Come il gruppo “No alla chimica verde” di Porto Torres e il “No all’inceneritore di Tossilo”. A chi li accusa di essere retrogradi e contrari all’avanzata del progresso rispondono. «Non si può imporre dall’alto un modello di industria pesante affermando che non avrà nessuna interferenza con il nostro modello di agricoltura e allevamento – dice Paolo Piras, componente del comitato No al progetto Eleonora –. Lo stabilimento caseario della 3A è la nostra modernità e guardino la coltivazione dei nostri campi: lì troveranno la nostra modernità. Non siamo contro il progresso, ma contro il modello di progresso, diversissimo da quello che vogliamo». Presenti tra la folla anche rappresentanze politiche: Progress, promotore della Marcia della terra, M5stelle, A manca pro s’Indipendetzia e Sardigna libera. E tutti gli amministratori dei comuni del Terralbese, amministratori provinciali ed esponenti politici di Arborea, Ma anche rappresentanti della cooperativa 3A, della Coldiretti e del mondo dell’associazionismo. «Non dobbiamo elemosinare da una multinazionale che viene a fare profitti sulla nostra salute – dice un ragazzo della Consulta giovanile di Arborea –. il nostro No viene da una riflessione approfondita e difenderemo la nostra terra con le buone e anche con le cattive». «Chi prova a toccare la nostra terra si brucia le mani», dice il consigliere provinciale Bepi Costella. «Tutto il male che facciamo alla terra ci verrà restituito con gli interessi», dice una rappresentante di No al progetto Igea. Anche la giovane sposa che durante la manifestazione celebrava il matrimonio nella chiesa di Arborea, dopo il sì è salita sul palco: «No al progetto Eleonora. Vinceremo. All’Ala birdi sono soli, qui invece siamo in tanti». A concludere la carrellata di interventi, la scrittrice Michela Murgia: «Non sono abituata a mordermi la lingua, perciò dico che se siamo qui vuol dire che ci sono dei responsabili politici che hanno dato l’autorizzazione alla Saras per le ricerche: chi sono?». A conclusione della manifestazione, ognuno ha deposto il mucchietto di terra portato dal proprio paese in un grande vaso in cui è stato piantato un albero.

    —————————

    L’azienda. «Il rischio è minimo, ma per noi la sicurezza è fondamentale».

    L’esplorazione alla ricerca del metano non è del tutto nuova nella piana di Arborea. Il primo e finora unico tentativo venne messo in campo nel 1964 con il Pozzo Sais Or1. Ma il progetto non ebbe seguito. Quell’intervento non ha mai generato conseguenze di natura ambientale. Per la Saras è un ulteriore elemento in favore della sicurezza. Il rischio è minimo, assicura l’azienda. A conforto cita i dati ministeriali: dal 1895 al 2010 in Italia sono stati realizzati 5424 pozzi esplorativi in terraferma, dal 1978 al 2010 su 1854 perforazioni realizzate, si sono registrati 4 incidenti, tutti in pozzi per la ricerca e l’estrazione di petrolio greggio. Nel 2012 non c’è stato alcun evento incidentale nei pozzi per l’estrazione del metano. Nel caso del Progetto Eleonora, la perforazione verrà fatta con metodi convenzionali: il foro viene via via isolato dal terreno con l’inserimento di tubi d’acciaio speciale cementati alle pareti ogni cinquanta metri di scavo.

  19. aprile 23, 2013 alle 2:46 PM

    da La Nuova Sardegna, 23 aprile 2013
    Progetto Eleonora, tassello nel puzzle internazionale. Arborea, le vicende delle trivellazioni si intrecciano con operazioni finanziarie nel più ampio scenario del risanamento dell’azienda e dell’ingresso di nuovi soci. (Giampaolo Meloni)

    ARBOREA. Mentre in Sardegna si fa sentire la mobilitazione contro il progetto Eleonora per la ricerca di metano nella piana di Arborea, la Saras si appresta a mettere ordine nei conti aziendali, dopo il lungo periodo declinante del titolo in borsa e il bilancio rosso dell’ultimo anno che ha registrato una perdita di 90,1 milioni rispetto al negativo di 58,8 del 2011. Domani si riunirà l’assemblea degli azionisti per l’approvazione del bilancio di esercizio. Un appuntamento al quale la Sardegna deve guardare con attenzione, sia per la situazione attuale e sia per la prospettiva. La stessa società petrolifera ha spiegato nei giorni scorsi che la contrazione dei costi «è attribuibile principalmente al settore raffinazione, che ha realizzato un margine inferiore rispetto all’esercizio 2011». Da questo scenario hanno preso forma due percorsi operativi. Uno, il più recente, è l’accordo dei fratelli Moratti con il colosso russo Rosneft per la cessione del 13,7 per cento delle azioni Saras, alla cui compravendita si darà esecuzione domani. L’altro percorso è il progetto di ingresso nel settore del gas naturale che l’azienda cerca di realizzare con lo sfruttamento del giacimento di metano individuato nella piana di Arborea. In questo modo la società entrerà nell’area della concorrenza mondiale, dove finora in questo settore non ha possibilità di competizione, e cercherà di consolidare anche la propria situazione finanziaria, come è stato anche dichiarato alla presentazione del progetto, proprio l’altro ieri a Arborea. Mentre l’ingresso di Rosneft, oltre ai 180 milioni che porterà ai Moratti, permetterà alla raffineria Saras di Sarroch (la più grande d’Europa, considerata tra le più efficienti) di acquisire greggio di qualità dai giacimenti un tempo controllati dalla russa Yukos. Il mosaico produttivo e finanziario dell’azienda evidenzia curiosità su un tassello tutt’altro che secondario per la Sardegna: quale è la consistenza contributiva della Saras nell’isola? Domanda alla quale i tecnici del progetto di esplorazione per il metano hanno promesso di rispondere, carte alla mano, nella prossima e imminente assemblea pubblica di Marrubiu.

  20. aprile 24, 2013 alle 8:43 am

    da La Nuova Sardegna, 24 aprile 2013
    «La verità dalle indagini geochimiche». Primo confronto di Saras e Comitato con il consiglio comunale del capoluogo. Il fronte del no chiede nuovi dati.
    Il dibattito. La Provincia: il futuro è l’agroalimentare. (Giampaolo Meloni)

    ORISTANO. Concluso quello nel Municipio, l’incontro si ripropone nella sala del consiglio provinciale. Qui l’appuntamento della Saras è previsto con i soli capigruppo. Non tutti sono presenti alla riunione guidata dal presidente dell’amministrazione Massimiliano De Seneen. L’ingegnere Citterio e il geologo Casula propongono un riepilogo di dati tecnici e vantaggi della perforazione nell’area di S’Ena Arrubia. La Saras deve cercare il recupero della disponibilità politica, perchè la Provincia ha già detto no (insieme a una ventina di Comuni) al progetto Eleonora. Motivazioni ambientali e soprattutto un conflitto netto con le scelte programmatiche dell’ente e con la vocazione produttiva del territorio: agroalimentare e zootecnica. Di recente numerosi sindaci hanno chiesto un nuovo dibattito che il gruppo del Pd guidato da Mario Tendas ha sollecitato attraverso una mozione che andrà presto in aula.

    ORISTANO. Stessa sala, stesse sedie. Ma il confronto avviene a distanza. Per la prima volta il progetto Eleonora per la ricerca del gas naturale entra nella sala del consiglio comunale del capoluogo sotto forma di domande e risposte. I fronti opposti spiegano, in sintesi. I consiglieri domandano, per capire. Alle 15 sono i rappresentanti della Saras a fornire delucidazioni sulla loro iniziativa industriale all’assemblea civica. Appena pochi minuti per consentire uscite e ingressi e poco dopo spetta ai rappresentanti del Comitato No Eleonora di spiegare agli stessi interlocutori, sindaco Guido Tendas in testa, le ragioni dell’opposizione alle trivellazioni nella piana di Arborea. Proprio dal versante del comitato arriva il nuovo tassello della vicenda: nei faldoni all’esame della Regione per la Valutazione d’impatto ambientale, spiegano, non ci sono dati di indagini geochimiche, ossia gli elementi analitici che rivelerebbero se effettivamente nel sottosuolo dell’Oristanese ci sia il gas metano e quali siano le esatte composizioni dei terreni da sondare e quali gli eventuali rischi di contaminazione ambientale derivata da sostanze che si potrebbero sprigionare durante le trivellazioni del pozzo. L’assemblea più alta della città entra nel confronto sulla ricerca del metano con un ruolo da protagonista. A chiamare in causa l’amministrazione della città è il Comitato No Eleonora. «Il primo aiuto lo chiadiamo a voi – ha detto Manuela Pintus, una giovane biologa di Arborea che ha dedicato e continua a farlo, grande attenzione professionale al progetto Saras –: nei documenti presentati dalla Saras mancano i dati delle indagini geochimiche necessari per conoscere esattamente il sottosuolo nel quale intendono operare. Noi non siamo riusciti a recuperali, provate voi a chiederli». Se il Comune si darà da fare e i responsi arriveranno presto, piegheranno il confronto su un versante presumibilmente nuovo. Secondo il comitato, attribuiranno ulteriore consistenza alla convinzione che le trivellazioni vanno fermate. Lo scenario potrebbe aprirsi all’eventuale novità in tempi assai rapidi: dal 5 al 25 maggio si dovrà tenere la “presentazione pubblica” del progetto, ossia il risultato dopo l’approvazione della Via (valutazione d’impatto ambientale) la cui procedura di avvio è cominciata il 15 aprile. Ci sarà la novità auspicata dal comitato per imporre lo stop a quello che definiscono «incubo per le popolazioni locali?», ossia il metano? Manuela Pintus e Davide Rullo, commerciante di Arborea animatore del Comitato No Eleonora fin dalla nascita (2011)? La speranza c’è, forte. «Anche perchè – spiegano – la convinzione che sta all’origine delle contestazione è la trivella come simbolo di uno sviluppo estraneo alla vocazione del territorio». C’è anche, aggiunge la biologa, «il legame provato tra l’attività sismica e le perforazioni», come dimostato nel terremoto dell’Emilia. La Saras, dopo averlo già detto in più occasioni, ribadisce la totale sicurezza del progetto, sia sul piano tecnico e sia sul versante della compatibilità ambientale. L’ingegnere Giuseppe Citterio, direttore della Pianificazione in Saras, e il geologo Giulio Casula, padre del progetto di ricerca (che in questa fase e con questa Via riguarda solo le ricerche non l’estrazione, per la quale in caso di nullaosta ci vorrà eventualmente una nuova procedura) ribadiscono anche i vantaggi economici che deriverebbero dallo sfruttamento dei giacimenti , dove presumono di trovare da 1.5 a 3 miliardi di metri cubi di gas da estrarre in vent’anni. Le royalties porterebbero molti milioni nelle casse dei Comuni interessati. Ma il comitato mostra i dati del Parmense, dove ci sono 292 pozzi attivi che danno ai paesi solo poche migliaia di euro annui di compensazione.

  21. aprile 25, 2013 alle 12:39 PM

    da La Nuova Sardegna, 25 aprile 2013
    Pozzo Eleonora, scontro sulla chiarezza dei dati. La Saras: trasparenza per sgombrare il campo da contrapposizioni aprioristiche Il Comitato: tante preoccupazioni anche se non ci sono implicazioni sismiche. (Giampaolo Meloni)

    ORISTANO. «Siamo lieti e soddisfatti dell’esito degli incontri con il Comune di Oristano e la Provincia di Oristano. Nel precisare, per dovere di cronaca, che tali incontri rispondono ad un invito ricevuto dai due organi istituzionali, riteniamo infatti che la condivisione di informazioni provenienti da fonti diverse e il dialogo sociale siano un passaggio indispensabile per aiutare a costruire un’opinione obiettiva e motivata». È quanto sostiene la Saras, in una nota, all’indomani delle due riunioni, in merito al progetto per l’estrazione di tre miliardi di gas metano dal sottosuolo della zona di Arborea. Folla in piazza. Ma la soddisfazione della Saras è stroncata a tamburo battente dal Comitato No Eleonora. «Cosa ci sia da esser lieti nell’avere presentato il progetto di fronte a sole quattro persone francamente non lo sappiamo, e non capiamo nemmeno come un incontro davanti a delle sedie vuote possa essere considerato (qui citano la nota dell’azienda petrolifera, ndr) “un passaggio indispensabile per aiutare a costruire un’opinione obiettiva e motivata”. L’opinione pubblica obiettiva e motivata è quella che sabato 20 aprile si è ritrovata ad Arborea ma nonnella sala dell’Horse Country, bensì nella piazza Maria Ausiliatrice, insieme a migliaia di sardi con un pugno di terra in mano». Ma il contrasto di posizioni non si ferma qui. «Saras – è la valutazione che proviene dall’azienda petrolifera – ha cominciato a informare sui contenuti del progetto Eleonora una volta terminato lo Studio di Impatto Ambientale richiesto dalla Regione Sardegna. A partire da quel momento – spiega l’azienda della famiglia Moratti – ha avuto a disposizione informazioni strutturate scientificamente e verificabili da tutti relative agli impatti reali e agli effetti su ambiente territorio e comunità indotti dal progetto». Dati mancanti. L’azienda sottolinea ancora il valore attribuito agli incontri: «Per noi sono occasioni di dialogo importante, con i cittadini e con le istituzioni, per presentare e far conoscere il progetto, fornendo tutte le informazioni per consentire una valutazione consapevole e laica». Il Comitato incalza: «Non ci dimentichiamo certo che la saras è stata invitata diverse volte da questo Comitato a intervenire e presentare il Progetto Eleonora ad Arborea, sin dalle prime assemblee pubbliche. Inviti che non sono mai stati accolti». All’azienda viene inoltre contestata la presunta presenza di tutti i dati scientifici nei faldoni del progetto: non ci sono, è l’obiezione. Le convocazioni. Gli incontri con Comune e Provincia sono anche oggetto di contrasto. «Sara si apre al dialogo solo ora, dopo avere visto accumularsi numerosi atti ufficiali di contrarietà e preso atto della ferma opposizione di tutte le attività produttive oristanesi». La convocazione alle riunioni, sottolinea inoltre il Comitato, non è stata chiesta dalle istituzioni ma sollecitata dalla Saras. «Comitati e amministrazioni locali si sono dovuti fare carico delle mancanze del Proponente, che sin dalle campagne esplorative del 2006 si è ben guardata dall’informare pubblicamente la popolazione». Le obiezioni al progetto proposte in primo luogo dal Comitato spontaneo No Eleonora e che ha riscontrato numerose adesioni, sono per Saras «un’informazione parziale che riflette un punto di vista pregiudizialmente contrario». Un’esigenza di chiarezza, dice l’azienda, all’origine degli incontri fatti e di quelli in programma: «Riteniamo che trasparenza e apertura siano le scelte migliori per affrontare un dialogo sul progetto, sui suoi benefici e sui suoi impatti, senza scadere in scontri o contrapposizioni aprioristiche che allontanano dalle valutazioni obiettive». Trivelle e sisma. Lo Studio d’ impatto ambientale (Sia) è stato depositato il 13 marzo per la consultazione in Regione, in Provincia di Oristano e nel Comune di Arborea, come previsto dalla legge. Le informazioni scientifiche non hanno tuttavia tranquilllizzato il fronte del no. «Le preoccupazioni sono tante», hanno detto martedì pomeriggio Davide Rullo e la biologa Manuela Pintus, del Comitato, incontrando i consiglieri comunali del capoluogo e rispondendo alle loro richieste di approfondimento. Attenzione ha suscitato il riferimento a possibili relazioni tra perforazioni e attività sismiche di cui si è occupato uno studio scientifico dell’Oklahoma. Ipotesi che non ha nulla a che fare con le attività di ricerca avviate nell’Emilia dove sono in attività circa 300 pozzi nella sola area del Parmense. La stessa Manuale Pintus, riferendosi ai timori che si avvertono tra le popolazioni terremotate, precisa che «questo sentimento risulta acuito da recenti studi scientifici (che riguardano principalmente gli Usa e la tecnica del fracking, non prevista nel SIA della Saras) che hanno messo in evidenza la relazione tra l’iniezione di fluidi nel sottosuolo (cosa che avviene anche se in misure diverse in tutte le tecniche di trivellazione) e lo sviluppo di sciami sismici anche a distanza di decadi dalle attività petrolifere». Questi articoli sono accessibili nei siti internet di importanti riviste internazionali, come ad esempio la Geological Society of America. «Ciò non significa – sottolinea la biologa Manuela Pintus per liberare il campo da possibili equivoci – che il legame sia “provato” in rapporto di causa effetto, ma che esistono diversi studi che mettono in evidenza la compresenza di eventi sismici negli stessi territori sottoposti a trivellazioni».

  22. aprile 28, 2013 alle 12:03 PM

    da La Nuova Sardegna, 28 aprile 2013
    Il caso. «Progetto Eleonora», dubbi i vantaggi per la Sardegna. (Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus)

    Il 15 aprile 2013 è stato avviato – dopo l’annullamento della procedura incompleta avviata un mese prima su ricorso delle associazioni ecologiste Gruppo d’intervento giuridico e Amici della Terra – il procedimento di valutazione di impatto ambientale riguardante il progetto di perforazione esplorativa a circa 3.000 metri di profondità relativo al permesso di ricerca di idrocarburi “Eleonora” (44.300 ettari nell’Oristanese) della Saras, secondo cui vi sarebbero riserve per 1-3 miliardi di metri cubi di gas naturale, quantomeno «in grado di coprire l’intero fabbisogno della Provincia di Oristano per 25 anni». Tutto a beneficio dei sardi, assicura l’azienda («La Regione disporrà della risorsa a beneficio della collettività») Affermazioni però prive di riscontro formale e oggetto di fondati dubbi. Infatti, i benefici per l’utenza isolana sono tutti da verificare, visto che il gpl venduto oggi in Sardegna costa in media il doppio di quello venduto nel resto d’Italia, pur essendo prodotto a Sarroch proprio dalla Saras. Il gruppo, attraverso la Sarlux, «produce 4,5 miliardi di kWh all’anno di energia elettrica, oltre che vapore, idrogeno, zolfo e concentrato di vanadio. L’energia elettrica viene ceduta al Gestore del Sistema Elettrico (GSE) e copre oltre il 35% del fabbisogno annuo della Sardegna», come afferma la Saras sul relativo sito web. Non dice, però, che emette ben 6,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica, 909 kg. di nickel, 4.170 tonnellate di anidride solforosa all’anno (dati E-PRTR, 2010) e che beneficia dei lucrosi incentivi CIP 6 per le energie rinnovabili e assimilate, pur essendo ricavata dagli scarti della raffinazione del petrolio, altrimenti destinati a costosi smaltimenti. La Saras ci guadagna quindi due volte, gli utenti sardi no. Sempre secondo la Saras, dal gas naturale estratto ad Arborea deriverebbe un risparmio per le famiglie sarde di 500 euro annui in base al minor costo rispetto al gpl. In realtà, il prezzo all’utenza deriva da scelte dell’azienda produttrice, che, a breve, potrebbe anche cambiar “padrone” e strategie con l’acquisizione da parte del colosso del settore Rosfnet, controllato dallo Stato russo. Grazie all’importante lavoro di sensibilizzazione del Comitato “No al progetto Eleonora”, molte amministrazioni locali e, soprattutto, tantissimi cittadini sono stati informati del progetto di ricerca mineraria. La contestazione è dilagata certo per diffidenza nei confronti di un’azienda che è tutt’altro che un ente di beneficienza (e ha chiesto anche di effettuare ricerche petrolifere nei Golfi di Cagliari e di Oristano), ma anche per ragioni concrete. Il sito prescelto è a soli 200 metri dallo Stagno di S’Ena Arrubia, zona umida d’importanza internazionale, sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale, tutelata dal vincolo paesaggistico, dal vincolo di conservazione integrale, dal piano paesaggistico regionale. L’economia di Arborea si basa su agricoltura e allevamento, è la più avanzata agricoltura specializzata della Sardegna e ben poco si conosce, allo stato attuale, delle possibili – potenzialmente gravissime – interferenze con le falde idriche. Vi hanno sede la Cooperativa Produttori Agricoli e la Cooperativa Latte Arborea, che producono il 98% del latte vaccino sardo, coinvolgendo circa 200 aziende per un totale di 30 mila capi bovini. E’ vero che l’area interessata – a causa della scadente capacità depurativa – è stata individuata quale “zona vulnerabile da nitrati di origine agricola” ed è oggetto di uno specifico programma di interventi di risanamento ambientale, ma non sembra proprio il caso di aumentare i rischi di impatto ambientale ed economico-sociale.

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    Seneghe. Un fronte anti trivelle: c’è anche Michela Murgia. (Piero Marongiu)

    SENEGHE Continua a far discutere e a preoccupare il progetto Cuglieri, presentato in Regione dall’Exergia Toscana srl, che vorrebbe effettuare una serie di ricerche, anche in profondità, per trovare risorse geotermiche nel sottosuolo di alcune località del Montiferru e della Planargia. La settimana scorsa una delegazione dell’amministrazione comunale, con il sindaco Antonio Luchesu in testa, ha partecipato alla manifestazione svoltasi ad Arborea per contrastare le trivellazioni della Saras. In quell’occasione, oltre a esprimere sostegno al comitato del no costituitosi ad Arborea, gli amministratori seneghesi, hanno incassato la solidarietà della scrittrice Michela Murgia, la quale si è detta disponibile a far sentire la sua voce contro ogni tentativo di speculazione che possa compromettere l’equilibrio della fauna e della flora delle aree interessate a quel progetto. «Abbiamo parlato con Michela Murgia delle mire dell’Exergia Toscana sul nostro territorio – ha detto il sindaco Luchesu – e la scrittrice ci ha garantito il suo autorevole sostegno personale per far sentire il nostro dissenso verso ogni tentativo speculativo che interessi l’area montana». Ma a far sentire il loro no deciso all’ipotesi di trivellazioni in alcune aree private di su Palazzu e in quelle comunali di Cuguzzu, Padassiu, Nuraghe Ruju e Fromigas, sono anche tantissimi cittadini seneghesi, che chiedono a gran voce di sapere cosa si sta tramando dietro le loro spalle. Martedì scorso c’è stato l’incontro programmato tra gli amministratori e i rappresentanti di una decina di associazioni sportive e culturali, con le forze produttive, che operano nel paese ed è stato concordato di firmare un protocollo d’intesa con il Comune per ribadire il no ad ogni possibilità di effettuare trivellazione nel territorio. L’amministrazione, dal canto suo, in questi giorni sta prendendo contatti con alcuni tecnici dell’Asuc (che si occupa di usi civici) ai quali, probabilmente, sarà affidato il compito di studiare la normativa in vigore per vedere se ci sono possibilità di opporsi a eventuali decisioni calate dall’alto che autorizzi le attività di ricerca nel loro territorio. La paura, per tutti, è che quel progetto possa sconvolgere irrimediabilmente un’area montana fra le più belle e meglio conservate della Sardegna. Le perplessità, quindi, sono tante e tutte legittime. A cominciare dalla posizione economica dell’Exergia Toscana, che conta su un capitale versato di soli 21mila euro. «Troppo poco per una società che intende investire risorse per diversi milioni di euro per cercare risorse energetiche generate dalla terra – dicono compatti gli amministratori seneghesi».

  23. giugno 5, 2013 alle 2:54 PM

    e ora ne arrivano altre, anche se il 27 maggio 2013 non è stato pubblicato alcun B.U.R.A.S. (http://buras.regione.sardegna.it/custom/frontend/bullettins.xhtml).

    da La Nuova Sardegna, 5 giugno 2013
    Ricerche geotermiche, 6 nuove richieste. La società Tosco ha presentato le domande per esplorare vaste aree dell’Oristanese e del Campidano. (Giampaolo Meloni)

    ORISTANO. Ci sono 6 nuove richieste di autorizzazione alla ricerca per risorse geotermiche nell’isola. L’elenco è stato pubblicato nel Buras (bollettino ufficiale della Regione Sardegna) del 27 maggio 2013. Le richieste di permesso sono state presentate dalla società Tosco Geo S.r.l. di Arezzo – capitale sociale di 12.000 euro, guidata dall’ex senatore dei Verdi Stefano Boco. Si tratta di una società riconducibile alla Graziella Holding S.p.a. Le richieste per i permessi di ricerca riguardano un’area centrale dell’isola che fa capo a Fordongianus, le altre sono tutte localizzate nel versante del Campidano, che insieme al Bacino del Tirso sono considerate le zone a più alta probabilità di successo per la geotermia, ossia le sacche di acque calde imprigionate sotto i primi chilometri di crosta terrestre. La corsa al geotermico in Sardegna è iniziata ormai da alcuni anni, come confermano i già numerosi progetti presentati al Servizio regionale delle attività estrattive (competente in questo caso), dove sono stati depositati studi preliminari per ottenere il via libera alle esplorazioni ed eventualmente allo sfruttamento della risorsa energetica nelle aree più settentrionali (Nurra), in quelle meridionali del Cagliaritano (Elmas e dintorni) e quelle centrali del Marghine-Planargia (Cuglieri e paesi vicini). Le attività di esplorazione hanno una dimensione invasiva nella superficie e soprattutto nel sottosuolo, non proprio ridotta. Si tratta di trivellazioni impegnative (un sondaggio preliminare non si ferma prima dei mille metri). Le contestazioni non sono mancate, anche nella recente assemblea di Arborea sulle trivellazioni previste dalla Saras. Proprio mentre in questi giorni si svolge a Pisa (la Toscana è regione geotermica per eccellenza) il congresso europeo della geotermia, organizzato dall’European geothermal energy council di Bruxelles, ecco in Sardegna le nuove richieste di permesso che in genere portano il nome del Comune capofila dell’area. Fordongianus: interessa i comuni di Ardauli, Ula Tirso, Ghilarza, Paulilatino, Busachi, Fordongianus, Allai, Siapiccia, Villanova Truschedu, Ollastra, Siamanna, Samugheo e Ruinas. Villacidro: Villacidro, Gonnosfanadiga, Vallermosa, Villasor e San Gavino Monreale. Sardara: Collinas, Gonnostramatza, Lunamatrona, San Gavino Monreale, Sanluri, Sardara, Siddi, Villanovaforru. San Gavino Monreale: Collinas, Gonnostramatza, San Gavino Monreale, Sardara, Pabillonis, Mogoro. Pabillonis: Villacidro, Mogoro, San Gavino Monreale, Pabillonis, Guspini, San Nicolò d’Arcidano, Gonnosfanadiga. Ollastra: Bonarcado, Bauladu, Tramatza, Paulilatino, Solarussa, Zerfalius, Milis, Siamaggiore, Siapiccia, Villanova Truscheddu, Ollastra, Simaxis.

  24. giugno 8, 2013 alle 10:34 PM

    da La Nuova Sardegna, 8 giugno 2013
    Geotermia, una richiesta a Mogoro. Una società toscana ha presentato istanza in Comune per condurre la ricerca.

    MOGORO. Mentre l’attenzione generale è interamente rivolta al divenire del “Progetto Eleonora” con la Saras che nella sua ricerca di nuove fonti energetiche prevede delle trivellazioni nella piana di Arborea, cosa questa che ha scatenato la sollevazione popolare ed innestato un quanto mai intenso dibattito tra le parti politiche, ai Comuni, nel silenzio più o meno assoluto, continuano ad arrivare richieste per il rilascio di permessi di ricerche di varie specie e generi. Comunque sempre legate al settore energetico, il business del momento. È infatti dei giorni scorsi la presentazione presso il comune di una istanza per il rilascio del permesso di ricerca per risorse geotermiche denominato “San Gavino Monreale”, ricadente nei Comuni di San Gavino Monreale, Gonnostramatza, Collinas, Mogoro, Sardara e Pabillonis, per un area che ha un’estensione complessiva di 84,7 chilometri quadrati. Il proponente è la società Tosco Geo srl., con sede ad Arezzo. Come dire che dopo il caolino e le argille bianche, dopo l’oro di Furtei, le torri di Eolo con le loro pale selvagge rifiutate in tutte le forme e dimensioni, dopo le cave tentate a pochi metri dai centri abitati, ora è il tempo degli attacchi inerenti le ricerche geotermiche. A darne notizia è il consigliere di minoranza Gianni Pia, assessore provinciale ai Lavori pubblici, il quale nel suo blog comunica come tale richiesta sia stata depositata e presentata in comune dalla Tosco Geo srl, e come tale istanza abbia fatto scattare l’immediata richiesta di copia dei documenti da parte della minoranza consiliare. Anche e soprattutto perché questi non compaiono né sul sito della Regione né tantomeno in quello del comune di Mogoro. Insomma, un nuovo caso “Eleonora” potrebbe essere alle porte per quanto concerne i territori ai limiti delle province di Oristano e del Medio Campidano. «Le attenzioni di alcune società, che sicuramente non sono interessate a fare beneficienza, si è posata anche sul nostro territorio. Non è la prima volta e non sarà l’ultima», dice Gianni Pia. Che aggiunge: «La storia ciclicamente si ripete, ma come sempre è accaduto, le nostre comunità sapranno sicuramente reagire e contrastare questo nuovo attacco colonialista, teso a sfruttare le nostre risorse naturali, per fare il proprio business».

  25. luglio 22, 2013 alle 3:00 PM

    e in Svizzera sospendono le perforazioni minerarie: possono causare terremoti.

    da Il Corriere della Sera, 22 luglio 2013
    LAGO DI COSTANZA (SVIZZERA). Svizzera, la perforazione geotermica scatena il terremoto: stop al progetto. Il sisma di 3,6 sulla scala Richter non ha provocato danni. «Non si possono escludere altri terremoti nei prossimi giorni»: http://www.corriere.it/esteri/13_luglio_21/sisma-svizzera-perforazione-geotermica_4c9234e2-f21f-11e2-9522-c5658930a7bc.shtml

  1. aprile 1, 2013 alle 9:53 am
  2. aprile 29, 2013 alle 7:26 am

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