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Quanto territorio “consumiamo” noi Europei nel Mondo?


Sardegna, foresta mediterranea

Sardegna, foresta mediterranea

Uno dei modi più comprensibili e veritieri per comprendere il grado di sostenibilità ambientale e sociale dei sistemi economico-sociali nel Pianeta è quello legato alla verifica del consumo annuale di materie prime, energia e prodotti derivati in rapporto all’estensione di territorio necessario per “produrli”.

Noi Europei consumiamo parecchio, come si può vedere dal recente studio degli Amici della Terra – Europa.

Sarebbe ora di cambiare registro.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Hidden impacts

Impatti Nascosti: quanto territorio consuma l’Europa nel mondo.

Il consumo di cibo, tessuti grezzi, legno, minerali e metalli, energia e altre materie prime corrisponde per l’Europa all’utilizzo/sfruttamento di un territorio stimato in oltre 300 milioni di ettari, di cui circa la metà, un’estensione pari a tre volte la Francia, al di fuori dei propri confini.

Roma 7 Marzo 2013 – Il consumo di cibo, tessuti grezzi, legno, minerali e metalli, energia e altre materie prime corrisponde per l’Europa all’utilizzo/sfruttamento di un territorio stimato in oltre 300 milioni di ettari, di cui circa la metà, un’estensione pari a tre volte la Francia, al di fuori dei propri confini.

E’ quanto emerge dallo studio “Impatti Nascosti” [1], commissionato dagli Amici della Terra europei al SERI (Sustainable Europe Research Institute), che, a partire da dati economici (ad esempio gli scambi commerciali) e fisici (ad esempio l’estensione di territorio necessaria alla produzione di un certo bene), calcola la quantità di territorio utilizzato dall’Europa nel mondo per sostenere il proprio modello economico di produzione e consumo e individua un nuovo indicatore di impronta territoriale che considera anche il “suolo incorporato” nei prodotti di importazione.

Lo studio evidenzia, inoltre, come per alcune tipologie di prodotti, tra cui la soia per la produzione di mangimi animali, la colza per la produzione di bio-combustibili o il cotone per la produzione di tessuti, il consumo di territorio si concentra principalmente in paesi emergenti o in via di sviluppo, spesso a discapito di territori forestali vergini o di territori fertili potenzialmente sfruttabili dalle comunità locali per la produzione di cibo. Il paradosso è che le popolazioni autoctone sono private della possibilità di sostentarsi con la conseguente necessità di ricorrere all’importazione di cibo dall’estero.

Lo sfruttamento intensivo del suolo, il suo inquinamento e impoverimento, la competizione tra diverse destinazioni d’uso e l’espandersi del fenomeno del land grabbing concorrono al verificarsi di conflitti nel mondo. Questo studio ci fornisce nuovi elementi di comprensione su come tali conflitti siano strettamente connessi all’insostenibilità del nostro stile di vita: dall’eccessivo consumo di carne, allo spreco di cibo ed energia, all’inefficienza del sistema dei trasporti.” –dichiara Massimiliano Bienati di Amici della Terra Italia, che aggiunge: “Le informazioni che ci vengono fornite da indicatori di impronta territoriale sono, dunque, estremamente importanti per concorrere a definire politiche e sviluppare comportamenti individuali che, riducendo la pressione esercitata sul territorio, portino anche a una maggiore equità nell’accesso alle risorse nel mondo.

Desulo, Gennargentu, foresta di Girgini

Desulo, Gennargentu, foresta di Girgini

Nel 2011, la Commissione Europea ha pubblicato la Roadmap per un’Europa Efficiente nell’impiego delle risorse [2], in cui si mette in evidenzia l’impellente necessità di una maggiore efficienza e sostenibilità nello sfruttamento globale delle risorse naturali. Nel 2012, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione per l’adozione di indicatori di impronta territoriale come misura di sostenibilità ambientale per l’Europa [3], che tuttavia non è ancora stato recepito dalla Commissione e dai Governi degli Stati Membri.

Gli Amici della Terra Europei, attraverso la campagna REdUSE promuovono l’adozione di indicatori di impronta territoriale come strumento di misura per la definizione di politiche di efficienza nell’uso delle risorse da parte dell’Europa. Una più approfondita informazione sugli effetti derivanti dal nostro modello di consumo è necessaria alla definizione di politiche di efficienza e di uso razionale delle risorse.

Amici della Terra

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[1]http://www.amicidellaterra.it/adt/images/stories/File/downloads/pdf/campagna_risorse/GRR2_Impatti_Nascosti.pdf

vai al sito http://www.global2000.at/files/LandUse.swf per l’infografica dei risultati del report.

[2] http://ec.europa.eu/environment/resource_efficiency/about/roadmap/index_en.htm

[3] http://www.europarl.europa.eu/

 

 

 

logo-amicidellaterraAmici della Terra

Via di Torre Argentina 18

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Tel. +39 06 687 53 08 / 06 686 82 89

www.amicidellaterra.it

(copertina rapporto AdT, foto J.I., S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di max
    max
    marzo 10, 2013 alle 10:46 am

    il peggior nemico dell’essere umano e’ l’essere umano; nonostante la crescita culturale e l’informazione oramai alla portata di tutti perseveriamo nello sfruttare, inquinare e distruggere l’ambiente di cui facciamo parte per menefreghismo o profitto.solo pochi popoli hanno il rispetto x la natura e l’ambiente xche’ da sempre sanno che da tale atteggiamento dipende la loro sopravvivenza; e li chiamiamo primitivi…!
    il progresso certamente richiede qualche compromesso ma ora ci siamo spinti troppo in la’; occorre ripensare la vita per ridefinire gli scopi e riconvertire quindi le modalita. insomma il modus vivendi et il modus operandi.

  2. Avatar di Anna Coen
    Anna Coen
    marzo 11, 2013 alle 10:40 am

    i beni di tutti non possono diventare beni di nessuno sprecati stupidamente da pochi egoisti!
    Guardate il meraviglioso territorio italiano cementificato e devastato dagli abusivismi edilizi non sanzionati da chi dovrebbe fare rispettare le leggi !
    I comuni non hanno fondi ? esproprino alcuni immobili abusivi che possono restare nel sito per metterli all’asta e per destinare i proventi per abbattere gli immobili costruiti nei margini dei torrenti, sulle scarpate, intorno al Vesuvio! Anche facendo abbattare e risanando i siti si dà lavoro agli edili del territorio. Questo abbatterebbe, con gli abusi, anche il riciclaggio e le varie mafie che fanno votare per chi propone altri condoni alle spese di tutti i cittadini onesti .
    Che ne pensate?
    Anna

    • marzo 11, 2013 alle 5:17 PM

      secondo legge, le spese per l’abbattimento degli edifici abusivi e per il ripristino ambientale sono a carico degli autori del reato: in molti casi, poi, è la legge stessa che prevede la confisca degli immobili abusivi in favore del Comune.
      Le leggi ci sono, basta applicarle 😉

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