Rimbocchiamoci le maniche per difendere l’ambiente e il territorio della Sardegna!
L’obiettivo fondamentale della maggioranza politica che sostiene la Giunta regionale presieduta da Ugo Cappellacci è stato fin dall’origine la modifica radicale di quell’odiato piano paesaggistico regionale (P.P.R.), che, pur con alcune carenze significative (es. applicazione dei vecchi strumenti urbanistici comunali in regime transitorio), consente la salvaguardia degli ambiti costieri della Sardegna.
Ci stanno tentando in tutti i modi, anche con provvedimenti per favorire le speculazioni immobiliari connesse con il golf e con un piano per l’edilizia fatto soprattutto per i grandi costruttori, ma le relative leggi regionali sono a giudizio davanti alla Corte costituzionale.
Le linee guida per la modifica del P.P.R. sono già pronte e approvate.
Ora è arrivato il grande annuncio: la Qatar Holding, braccio economico della famiglia reale del Qatar, ha stretto accordi con il Presidente della Regione Cappellacci e con i sindaci di Arzachena Ragnedda e di Olbia Giovannelli per una serie di interventi immobiliari con centinaia e centinaia di migliaia di metri cubi di nuove volumetrie sulle coste, per ora in Gallura e in futuro in altri luoghi dell’Isola.
Un miliardo di euro di investimenti complessivi, sbandierati come la manna dal cielo e la fine della disoccupazione e della crisi economica.
Una favola, l’ennesima. Basti pensare che il tanto decantato “modello Costa Smeralda” non ha portato minimamente la pretesa crescita economico-sociale duratura, vista l’attuale perdurante crisi economica anche sui litorali smeraldini.
E’ un modello che si nutre di sempre maggiore consumo di territorio e di identità.
Alla Sardegna e ai sardi non sarà regalato nulla, mentre si cercano di nascondere gli scarsi risultati di una scadente capacità politico-amministrativa: altro che miracolosi investimenti stranieri per un miliardi di euro in vari anni, quando la Sardegna beneficia più o meno dello stesso importo ogni anno – e da parecchi anni – grazie ai fondi comunitari e, in piena autonomia di programmazione e di spendita, non è riuscita a innescare un’equilibrata e diffusa crescita economico-sociale.
E’ giunto il momento di ribellarsi a scelte mai decise dai cittadini e di far sentire la propria voce.
Le associazioni ecologiste Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus propongono l’invio al Ministro per i beni e attività culturali, al Presidente della Regione autonoma della Sardegna e al Presidente del Consiglio regionale sardo di una richiesta esplicita di salvaguardia delle coste e dell’intero territorio della Sardegna attraverso il mantenimento del piano paesaggistico regionale.
Le associazioni ecologiste Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus propongono in proposito il seguente messaggio:
appello contro lo stravolgimento del piano paesaggistico regionale
Al Ministro per i Beni e Attività Culturali,
gabinetto@beniculturali.it, mbac-udcm@mailcert.beniculturali.it,
Al Presidente della Regione autonoma della Sardegna,
presidente@regione.sardegna.it, presidenza@pec.regione.sardegna.it,
Al Presidente del Consiglio regionale della Sardegna,
presidenzaconsiglio@consregsardegna.it,
e, per conoscenza, al Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
ho appreso con grande preoccupazione degli accordi presi fra il Presidente della Regione autonoma della Sardegna, i sindaci di Arzachena e di Olbia e il fondo d’investimento Qatar Holding (proprietà della famiglia reale del Qatar) per la realizzazione di numerose iniziative immobiliari sulle coste delle Sardegna, in particolare in Gallura, per un importo di un miliardo di euro in più anni.
Ricordo che un importo analogo è già a disposizione della Sardegna ogni anno e da parecchi anni grazie ai fondi comunitari, per uno sviluppo diffuso e armonico con i valori ambientali dell’Isola.
Investimenti come questo devono essere valutati alla luce delle vigenti norme di salvaguardia ambientale, in primo luogo il piano paesaggistico regionale.
Esprimo la più forte contrarietà alla modifica e allo snaturamento del piano paesaggistico regionale per accogliere questa e altre proposte edificatorie.
_______________nome e cognome__________________________
E’ ora di rimboccarsi le maniche per difendere l’ambiente e il territorio della Sardegna, domani può essere troppo tardi: diffondiamo l’appello ad amici, parenti, conoscenti, mailing list, su siti web e blog, scriviamo e facciamo scrivere. Facciamoci sentire, ora.
Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
qui Sardistàn, periferia di Doha (24 novembre 2012)
(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)
non so se la costa smeralda con tutti i suoi insediamenti dagli anni 60 ad oggi abbia portato benessere ( immagino comunque di si). possiamo pero’ chiederci se cosi’ non fosse stato, come sarebbe oggi quel territorio; una bella cartolina nella quale si intravede qualche ovino, abitata da diretti discendenti degli uomini dei nuraghi che con sospetto guardano qualche borghese radical scic intento a fare foto sul quel “paradiso” e pontificare sulla natura selvaggia prima di salire sul range rover e dopo aver acquistato con fastidio un pecorino da qualche indigeno.
..e quindi?
Lancio di uova altro che email.
Maledetti loro!!!
personalmente sono x l’autodeterminazione dei popoli ( plurale) che non devono essere quindi vittina della cupidigia di pochi speculatori + o – riccastri ma neppure ostaggio dei citati radical scic della serie “no a prescindere”. i sardi devono decidere se scomparire: no sempre o evolversi; qui ci sono 3 opzioni : si sempre ( disdicevole) si ma con controlli e paletti (pregevole) no ma con progetti di sviluppo sostenibile ( auspicabile ma un po’ da libro dei sogni).
Max, la chance per dimostrare di aver ragione, a chi pensa che la ricchezza di una regione abbia qualche proporzionalità con il numero di metri cubi installati lungo le coste, è stata data per 40 anni.
Il verdetto oggi è definitivo: dopo l’edificazione di un numero enorme di metri cubi costieri, tanto più enorme se rapportato al ridotto numero di abitanti, in Sardegna regna la crisi, parti di territorio tra le più pregiate sono state distrutte per sempre e quando il capitale viene bruciato senza ritorno dall’investimento si deve parlare di fallimento completo.
Dunque, continuare a insistere sulla strada della cementificazione sarebbe assurdo.
È giunto quindi il momento di dare la chance a chi invece sostiene che bisogna unicamente puntare alla riqualificazione dell’esistente, vietare nuove edificazioni, passare dai grandi gruppi industriali (che per ragione sociale devono speculare) a un tipo di industria turistica a piccola-media dimensione, che fa rete, ben organizzata e professionale. A tutto ciò, insomma, che ha fatto, per dire, dell’Alto Adige quella formidabile industria turistica che sappiamo.
Infine una considerazione politica. Sentire sindaci e presidenti di regione esultare per l’ “impatto zero” di ben 400.000 metri cubi (per il fatto che sarebbero spalmati su 2500 ettari), toglie ogni residuo dubbio sulla (non) credibilità e il livello di (non) dignità politica che hanno raggiunto questi personaggi. Tanto per capirci, facendo una semplice proporzione e assumendo (per difetto) che in tutta la Sardegna ci siano 250.000 ettari costieri, sarebbe come affermare che nuovi 40milioni di metri cubi di cemento lungo il perimetro della Sardegna sarebbero pochi.
Insomma, mi pare che l’unico mistero da capire, a questo punto, è come possano esserci ancora persone che continuano a dare un minimo di credito a questi personaggi. Cosa devono fare/dire per essere seppelliti sotto una risata?
+-Ci sarebbe anche l’opzione:lasciare libera la fascia costiera per almeno 500 mt(secondo me 300 sono pochi) e pensare prima di tutto a recepire il P.P.R.in tutti i comuni(per avere delle linee-guida serie che consentano magari anche qualche nuovo intervento,ma all’interno di regole serie.Tutto questo andrebbe a vantaggio della Sardegna perchè,caro max,la bellezza appartiene a tutti(anche a te)non solo ai “radical-chic”.A me vedere 4 furbi,sardi o no, che distruggono un territorio(perchè di distruzione si tratta,quando ci sono tanti mt cubi in gioco) per avidità mi infastidisce molto.
Max , Costa Rica basa la sua economía su progetti di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e turístico. E’ il paese piú visitato per la sua buona e rispottosa gestione delle risorse naturali. ?e uno dei pochi paesi in America Latina ad avere un bilancio attivo….
Sí..in Italia chisá tutto ció é da libro dei sogni nel nostro territorio stravolto, eppure la sardegna ancora conserva questa possibilitá.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Cappellacci e Monti sono andati ad elemosinare un ennesimo piatto di lenticchie al turbante di turno . Lenticchie che mangeranno i soliti cementieri e di-struttori edili, e questo per permettere ai nuovi vip ( che nessuno affermi che pagano le giuste tasse ) di acquistare metri cubi di cemento da utilizzare per pochi mesi l’anno. Basta con questi insediamenti fantasma una tantum. Investiamo le possibili risorse in agricoltura ( e i Sardi la sanno fare ), e nell’artigianato , aperto a rinnovarsi in nuove forme ( non bastano i soliti coltelli o canestri o tappeti ).
siamo tutti permeati da buone intenzioni e questo e’ lodevole ma temo che agricoltura ( magari bio) e artigianato non siano sufficenti; investiamo in turismo sostenibile!
va bene dire no alle colate di cemento particolarmente se sono seconde case sempre vuote ( ed oggi forse pure invendute ed inendibili) ma alberghi costruiti da cordate locali in bioedilizia con maestranze locali, con progetti a impatto tendente a zero ( e ce ne sono…) che assumano dipendenti locali, che fruiscano di terzisti locali, con progetti di accoglienza “tutto l’anno”( fotografia,bicicletta, escursionismo equestre, arrampicata, walking, scuola cucina, beauty farm,centro benessere, golf o mini gof, meeting ecc.
cosi’ come non si fecero soggiogare illo tempore i sardi si devono svegliare tirare fuori l’orgoglio ed anche le palle altrimenti rimarranno sempre dei custodi di ovini ( anch’essi di altri).
da La Nuova Sardegna, 28 novembre 2012
Portisco, 25 ettari che fanno gola all’emiro del Qatar.
Appartengono a “Italia navigando” e confinano con Razza di Juncu: per ora sono inedificabili e costano poco. (Marco Bittau)
OLBIA. Caccia al tesoro ai confini della Costa Smeralda. E per «tesoro» si intendono 25 ettari di terreni sul mare, belli e selvaggi, patrimonio immobiliare della Marina di Portisco, società del gruppo Italia navigando spa, holding pubblica che gestisce una rete di porti turistici in tutta Italia. Quei terreni oggi fanno gola: sono inedificabili ma lo scenario potrebbe cambiare presto con i nuovi investimenti annunciati dal nuovo padrone della Costa Smeralda, l’emiro del Qatar Al Thani. Anzi, lo scenario sta già cambiando perché mediatori ed emissari da settimane sono al lavoro per mettere le mani su una ulteriore fetta di territorio confinante con i possedimenti di Razza di Juncu e Liscia Ruja dove sorgeranno nuovi alberghi, parchi e infrastrutture turistiche. Piacciono quei 25 ettari di costa, anzi servono perché sono il ponte verso le banchine di Portisco, gioiello della nautica olbiese. Il loro prezzo sul mercato è quello dei terreni inedificabili. Poca cosa, ma il valore reale è infinitamente superiore se chi li acquista ha in tasca un master plan da 500mila metri cubi per costruire Qataropoli e magari la possibilità di trattare deroghe alle norme urbanistiche vigenti. Insomma, con pochi soldi si può anche fare un grande affare. Del resto, se è vero che gli arabi potrebbero comprare, è altrettanto vero che chi vende, cioè Italia navigando, potrebbe non opporre resistenza. La holding del gruppo Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) oggi è uscita da un profondo processo di riorganizzazione. Il suo capitale è interamente pubblico e il suo portafoglio di porti turistici è stato notevolmente scremato. In Sardegna, ad esempio, controlla al 100% soltanto la Marina di Portisco (il porto e anche il patrimonio immobiliare). Sono suoi quei 25 ettari di territorio confinante con la Costa Smeralda. Peraltro, non è la prima volta che Italia navigando cerca di vendere i suoi immobili. Nel 2005 la società, per concentrare tutte le risorse finanziarie sulla realizzazione della rete dei porti, aveva deciso di cedere sul mercato il 100% della Portisco immobiliare spa, nata dalla scissione del ramo immobiliare della Marina di Portisco. Era stato indicato anche l’advisor dell’operazione: la First atlantic real estate. La società Marina di Portisco (e quindi Italia navigando) doveva invece conservare il porto, la gestione dei posti barca e i servizi in banchina. E così, infatti, è accaduto. Non tutto, evidentemente, in quell’occasione è stato venduto. Oggi come allora, la cessione degli immobili rimasti potrebbe profilarsi come un programma di valorizzazione degli asset di Italia navigando attraverso la dismissione di partecipazioni e proprietà puramente immobiliari, non strategiche allo sviluppo dei porti turistici. Oggi come allora, pertanto, il problema resta sempre quello di vigilare sull’uso e sulla compravendita di beni e risorse pubbliche.
Piano del Qatar fra critiche e speranze.
Arzachena, le minoranze e il Pd sollecitano trasparenza. Il sindaco convoca l’opposizione per illustrare il progetto in Costa. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Il piano di investimenti del Qatar per il rilancio della Costa Smeralda scatena sentimenti diversi, dalla speranza alla diffidenza allo scetticismo. Nei prossimi giorni il sindaco Alberto Ragnedda illustrerà le linee guida della bozza di piano alla minoranza. 1 miliardo di euro per realizzare quattro hotel, 30 ville extra lusso, 90 “normali”, un centro di formazione. «Non ho ancora visto il progetto ed esprimerò un giudizio nel merito solo più avanti – dichiara il capogruppo di minoranza, Efisio Onali –. Avendo però visto diversi interventi eseguiti dal Qatar posso dire che non sono palazzinari, ma investitori seri. 1miliardo di euro è sicuramente un investimento interessante, che per essere realizzato ha necessità di un complesso passaggio legislativo. Serve grande delicatezza politica e amministrativa. Bisogna poi tenere conto che le forze politiche, a livello nazionale e regionale che oggi si fanno garanti del piano, potrebbero non esserci fra qualche mese. Abbiamo chiesto al sindaco un maggiore coinvolgimento della minoranza. Nei prossimi giorni avremo un incontro durante il quale ci illustrerà la bozza del piano. Credo che su un tema così delicato sia doveroso il più ampio coinvolgimento». Il sindaco Alberto Ragnedda conferma l’impegno di rendere le minoranze protagoniste del piano della Qatar holding. «Al mio rientro da Doha ho aggiornato la maggioranza sugli incontri con i vertici qatarini – ha spiegato in consiglio il sindaco –. C’è una maggioranza coesa, positiva sulla proposta qatarina, ma attenta al rispetto dei principi del nostro piano strategico, primo fra tutti l’ambiente. A giorni illustrerò la bozza di piano alle due minoranze e insieme le valuteremo , nel rispetto del principio di trasparenza e dello spirito di condivisione. Un atto doveroso e sollecitato da tutta la maggioranza. Successivamente il piano sarà presentato e discusso con le parti sociali. A oggi non è stata presa nessuna decisione». Boccia la gestione Ragnedda dell’affaire Qatar definendola “privatistica” il Pd guidato da Sandro Fresi. «L’interesse del Qatar a investire sul nostro territorio va accolto positivamente, soprattutto se si guarda al quadro di crisi economica – si legge nel documento del coordinamento democratico –. La valutazione di queste proposte deve avvenire in una ottica di integrazione in un progetto di sviluppo turistico più ampio e lungimirante. La sua gestione non può essere delegata a un “sovrano illuminato”. Le scelte devono essere il risultato di un processo democratico che veda coinvolti tutti gli amministratori, associazioni di categoria, cittadini. Sino a ora il sindaco ha gestito in modo privatistico questioni che non riguardano solo lui e pochi altre. Il ruolo dell’amministrazione comunale rischia di diventare secondario rispetto a quello della Regione e dello Stato nella scelta del futuro del territorio». Il Pd insiste sull’aspetto normativo, «non bisogna generare false aspettative sull’iter della definizione del progetto che deve rispettare le regole urbanistiche», ma ancora di più va all’attacco del primo cittadino. «Chiediamo al sindaco lo stesso rispetto per la minoranza che lui ha preteso sino a quando è stato all’opposizione – sottolinea la nota approvata dal coordinamento del Pd–. Gli ricordiamo poi che saremo il partito che governerà a livello regionale e nazionale e non può non tenere conto della nostra posizione». Più moderato Fabio Fresi, capogruppo del Pd in consiglio. «Prima di esprimere un giudizio sul piano del Qatar voglio vederlo – dichiara –. Non c’è un no a priori ai possibili investimenti in Costa Smeralda. Ciò che mi interessa è che ci sia il massimo coinvolgimento delle minoranze e di tutte le categorie sociali. Va bene l’incontro con il sindaco, ma chiederò che venga costituita anche una commissione di studi che possa esaminare nel dettaglio il piano del Qatar, per capire se le soluzioni proposte sono davvero le migliori e dare un contributo concreto al miglioramento del piano».
da L’Unione Sarda, 28 novembre 2012
Arzachena. In Consiglio si è anche discusso dei problemi delle società sportive. «Spiegateci i piani del Qatar». La minoranza contesta: «Il sindaco ci ha tenuto all’oscuro»: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_146_20121128085844.pdf
da Sardinia Post, 28 novembre 2012
APPELLO DELLA CITTADINANZA PER SALVARE LE COSTE SARDE DEL PIANO-QATAR: http://www.sardiniapost.it/politica/1755-appello-della-cittadinanza-per-salvare-le-coste-sarde-del-piano-qatar
da CagliariPad, 28 novembre 2012
Stop alla cementificazione dell’Isola, l’appello delle associazioni.
Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus contro l’accordo regionale col Qatar: “Un miliardo di euro di investimenti sbandierati come la manna, ma è l’ennesima favola: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=432
da Radio Press, 28 novembre 2012
L’APPELLO DEGLI ECOLOGISTI: “CITTADINI, SCRIVETE ALLA REGIONE: IL PIANO PAESAGGISTICO RESTI COM’È”: http://www.radiopress.it/2012/11/lappello-degli-ecologisti-cittadini-scrivete-alla-regione-il-piano-paesaggistico-resti-come/
da La Nuova Sardegna on line, 28 novembre 2012
Qatar, appello degli ecologisti a Cappellacci: «Si rispetti il Ppr».
Tre associazioni si rivolgono ai presidenti di giunta e consiglio regionale, e al ministro dei Beni culturali, per verificare che con gli investimenti della Qatar Holding nell’isola non si stravolga il Piano paesaggistico sardo: http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2012/11/28/news/qatar-appello-degli-ecologisti-a-cappellacci-si-rispetti-il-ppr-1.6106571
dal blog di Francesco Giorgioni, 28 novembre 2012
CENTOVENTI VILLE SUL MARE. TU CHIAMALE, SE VUOI, SINTESI EMOZIONALI: http://francescogiorgioni.blogspot.it/2012/11/centoventi-ville-sul-mare-tu-chiamale.html
dal Blogghino di Gabriele Ainis, 4 dicembre 2012
DELIPERI CHIAMA: E SE, PER UNA VOLTA, RISPONDESSIMO?: http://gabrieleainis.wordpress.com/2012/12/04/deliperi-chiama-e-se-per-una-volta-rispondessimo/
da Eacca, 6 dicembre 2012
LE MANI SULLA SARDEGNA: http://www.eacca.it/ambiente/49-ambiente/140-le-mani-sulla-sardegna.html
Immagino, con questa crisi nera, che pacchia per i nostri cosiddetti “governanti”
richiamare nell’immaginario le montagnette di soldi di zio Paperone! che bravi!
non poteva arrivare una manna migliore per rinvigorire il votificio un po’ in crisi
in questi tempi!
Questi proclami di investimenti e di sviluppo non devono suscitare nessun stupore
perché sono perfettamente in linea con l’impostazione culturale di chi li partorisce.
Non c’è proprio speranza…purtroppo il luccichio di tutti quei soldi darà alla testa a
molta gente, a molti amministratori, e a molte imprese. E’ un giro vizioso di interessi e ignoranza
che se non viene scalzato continuerà a distruggere in modo permanente il nostro territorio,
il nostro ambiente, e ad impoverire le nostre vite e le nostre tasche. Sì, perché una volta dato fondo alle nostre superstiti risorse, resteremo tutti più poveri; più poveri economicamente ma anche più poveri di identità.
Complimenti per questa iniziativa! speriamo almeno in qualche illuminato del Ministero per
i Beni e Attività Culturali…
quello che cita francesco e’ un pericolo reale tuttavia sono persuaso che a qualche compromesso dobbiamo scendere; a quale livello e’ da valutare di volta in volta. + che il cemento ( c’e’ cemento e cemento…) mi preoccupano gli insediamenti industriali; e’ sotto gli occhi di tutti quanto inquinano e quando non sono + competitivi un calcio alle maestranze e si trasferiscono nel terzo mondo lasciando” cadaveri” industriali.
e torna in Qatar, a prender ordini?
da L’Unione Sarda, 30 novembre 2012
Il viaggio. Clima e Costa. Cappellacci: doppia missione nel Qatar. (Augusto Ditel): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_146_20121130085310.pdf
da La Nuova Sardegna, 30 novembre 2012
Portisco non si vende e punta al rilancio col turismo nautico.
L’ad di “Italia navigando” ha smentito qualsiasi cessione «La società impegnata in un progetto di riqualificazione». (Marco Bittau): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20121130090607.pdf
da La Nuova Sardegna, 30 novembre 2012
«Vigiliamo sulle favole del Qatar». (Serena Lullia) (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20121130090625.pdf)
Le associazioni ecologiste Gruppo di intervento giuridico e Amici della terra non sono mai stati dei fan del modello Costa Smeralda. E lo ribadiscono anche oggi dopo l’annuncio della Qatar Holding di voler investire un miliardo di euro nel progetto di rilancio di Porto Cervo: 550mila metri cubi da trasformare in quattro nuovi alberghi oltre la fascia dei 300 metri dal mare e la ristrutturazione degli attuali, 120 ville extra lusso, una pista di go-kart e una scuola di formazione per manager del turismo. «Lanciamo un appello al ministro dei Beni culturali e alla Regione affinché tutelino le coste e l’intero territorio sardo – lanciano l’appello –. Investimenti come questi devono essere valutati alla luce delle vigenti norme di salvaguardia, in primo luogo il ppr. Il miliardo di euro di investimenti con la promessa di nuovi posti di lavoro è solo una favola. Basti pensare al tanto decantato modello Costa Smeralda che non ha portato la pretesa crescita economico-sociale duratura nel tempo come dimostra l’attuale crisi anche sui litorali arzachenesi».
Non male, un presidente di Regione che trascorre ben 11 giorni in Qatar per essere adeguatamente istruito su come dovrebbe essere modificato il PPR, con tanto di dirigenti al seguito per prendere appunti.
Il tutto nel silenzio di quello che ormai è diventato una caricatura di partito indipendentista: il PSdAz, che continua, pacatamente e serenamente, a sostenere, come se niente fosse, questo presunto presidente di Regione. Maninchedda, per dire, notoriamente sempre pronto ad esternare, tace che è una bellezza.
Se poi leggiamo la notizia sotto, possiamo cogliere un altro motivo di grande apprezzamento per questo presidente di Regione per conto terzi. Chiarire le cose davanti al magistrato, vista la sua posizione pubblica? Ma quando mai! In quel periodo deve fare le sue vacanze-studio in Qatar, potrebbe esserci un miglior legittimo impedimento per evitare l’interrogatorio in Procura?
novembre 30, 2012 alle 9:39 am | #8 Risposta | Citazione
da L’Unione Sarda, 30 novembre 2012
Dopo l’arresto del sindaco di Carloforte Simeone il pm chiede di interrogare il governatore.
Cappellacci convocato in Procura. Invito a comparire per l’inchiesta sul crac della“Sept Italia”. Il pm Pilia, che indaga sul fallimento della Sept, ha fissato l’interrogatorio per il 4 dicembre. Il legale Manca Bitti: «Non conosciamo gli atti, forse non ci presenteremo». (Massimo Ledda): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_146_20121130090128.pdf
il malcostume di fare viaggi di “formazione”e’ un malcostume globale ed in ascesa; quindi non stupiamoci + di tanto.
possiamo senz’altro indignarci…
Ecco perché non firmo.
La Sardegna è un’isola vocata al turismo e sfruttarlo implica costruire. Ovvio che le costruzioni devono essere in perfetta sintonia con l’ambiente e non devono risultare deturpanti. Il turismo porta inevitabilmente la creazione di posti di lavoro in tutto l’indotto. Credo che tutto questo sia decisamente meglio delle fabbriche di Portovesme, quelle si che hanno devastato l’intera area sud-occidentale dell’isola! Siccome di qualcosa bisogna vivere, io preferisco di gran lunga il turismo. Ovvio che, affinché i turisti vengano, occorre non solo fornire loro adeguati servizi, ma mettere gli investitori in condizione di investire. Un esempio è stata la Costa Smeralda che ha fatto conoscere la Sardegna in tutto il mondo. Magari nel Sulcis si organizzasse qualcosa di simile! Costa Smeralda ha significato investimenti sull’edilizia, occupazione, dato che qualcuno ha costruito, forniture alimentari, servizi balneari, ecc. Non fosse per gli stranieri che di tanto in tanto vengono a investire sull’isola, ora la Sardegna sarebbe ancora fatta di pecore e pascoli aridi perché i sardi, non solo non investono, ma non vogliono nemmeno che siano altri a farlo. Ricordiamo che posti belli al mondo dove si paga meno e che offrono più servizi ce ne sono tanti e la gente sta disertando la Sardegna (guardate i dati del turismo relativi alla scorsa stagione). Si, la sta disertando, perché se è vero che vi è un calo generale del turismo a causa della crisi, è ancor più vero che la gente che va in ferie ha cominciato a scegliere altri luoghi. Come pensate di rispondere a questa crisi? Come pensate di creare posti di lavoro? Insomma, occorre essere realisti, bisogna far lavorare la gente e farlo attraverso le fabbriche è anacronistico e impensabile, ma se non volete nemmeno il turismo come pensate di vivere? Mi pervade una profonda tristezza quando vedo i minatori del Sulcis che, fermi nel tempo a 50 anni fa, pensano ancora al carbone che non serve più a nessuno! Per fargli fare un’attività inutile stanziamo soldi pubblici che altro non sono che una forma mascherata di assistenzialismo che, non accompagnato da adeguati investimenti, non serve a nulla. Direi che sarebbe ora di smettere e che gli amministratori cominciassero a fare un piano decente di sviluppo turistico. Il vostro ruolo deve continuare ad essere fatto di rigidi controlli affinché si costruisca bene tutelando l’ambiente, ma se ostacolate anche il turismo allora io credo che all’isola facciate davvero del male.
Maria, lei confonde il turismo con l’edilizia.
Non sono la stessa cosa.
Così come l’inquinamento industriale non è una “maledizione divina” connessa con l’esistenza delle industrie.
Stefano Deliperi
concordo pienamente con l’omonima della grande cantante isolana; il turismo e’ la vera vocazione dell’isola, quindi non mi stanchero’ di scrivere che a qualche compromesso bisogna scendere. quindi non ribadiro’i concetti ampiamente espressi dall’omonima ma desidero solo sottolineare che basta operare CONTROLLI dopo avere messo PALETTI dai quali NON deve essere possibile derogare.
circa la costa smeralda credo che sia stata costruita con criteri avveniristici x l’epoca e ancora oggi e’ una cartolina; un paesaggio spoglio non sempre lo e’.
la sfida e’un piano di marketing strategico del turismo che passi attraverso l’identificazione delle aree, il mercato a cui ci si vuole riferire, la tipologia di accoglienza, i progetti, l’urbanizzazione,l’architettura, i materiali da costruzione, le maestranze, i terzisti, i servizi proposti ecc. credo che sia possibile coniugare ambiente, turismo ed economia.
occorre inoltre attrarre tutto l’anno.
per il continente sardo ( come citava la pubblicita’ della regione 2010) e’ una grande sfida ed una grande opportunita’.
la guerra tra cementificatori selvaggi ed ambientalisti integralisti non portera’ a nulla di buono.
alberghi si, ville vuote no.
ancora una volta: in media stat virtus…cum grano salis!
nb architetti e urbanisti hanno una enorme responsabilita’sotto il profilo paesaggistico e ambientale.
gli strateghi del marketing turistico ne hanno una enorme sotto il profilo economico e finanziario.
certe volte mi pare che si commenti per commentare, senza leggere nemmeno l’articolo che si commenta.
Il progetto, per ora di massima, di cui si parla prevede chiaramente “deroghe” e “modifiche” dell’attuale normativa vigente sulla base delle “esigenze” di chi vuol investire e costruire.
Il sistema delle regole e della tutela ambientale diventerebbe “modulare” in base delle richieste del costruttore.
E’ una pura follìa, come affidare ai topi la custodia del formaggio.
Stefano Deliperi
da Il Manifesto Sardo, n. 135, 1 dicembre 2012
Doha capitale del Sardistan? Sta a noi impedirlo: http://www.manifestosardo.org/?p=15804
caro Deliperi so che ama l’isola come la amo io che non sono sardo ma milanese doc adottatto dai trevigiani, ma frequentatore di quel paradiso e mi creda frequentatore di campeggi, B6B, agriturismo, “alberghi diffusi” e resort. troppe zone della sardegna ( sulcis e iglesiente in primis) sono alla canna del gas. purtroppo il preesistente non sempre soddisfa il turista particolarmente se e’ un nuovo ricco ( intiende?). sara’ volgare ma come dicono nel veneto “porta skei” overrossia soldi, anche tanti. diamogli quello che cerca senza prostituirci e senza stravolgere il paesaggio . E’ POSSIBILE! lo si deve rendere possibile. volere e’ potere. ecco la grande opportunita’ x il fiero popolo sardo.
controllare si ma anche essere PROATTIVI.
Reblogged this on Il blog di Fabio Argiolas.
Ho firmato e inviato l’appello (e inviterò altri e altre a farlo), perché ne condivido ragioni e obiettivi. Segnalo solo che l’indirizzo presidenza@pec.regione.sardegna.it respinge tutti i messaggi che non siano di posta certificata. Vi ringrazio dell’occasione che offrite a cittadini e cittadine di poter esprimere il proprio dissenso.
da L’Unione Sarda, 5 dicembre 2012
Arzachena. Il sindaco Ragnedda ha illustrato le linee dell’investimento alla minoranza. Tutti d’accordo sui piani del Qatar. (Walkiria Bandinelli): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_146_20121205083942.pdf
da La Nuova Sardegna, 5 dicembre 2012
Piano del Qatar per Porto Cervo dall’opposizione un sì prudente
Arzachena, il sindaco ha illustrato le linee guida del progetto di investimento alle due minoranze. A gennaio sarà costituito un gruppo di studio bipartisan che dovrà analizzare le richieste del privato. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Chiedono di diventare protagonisti, insieme con la maggioranza del piano per la Costa Smeralda in versione qatarina. Le due minoranze, Arzachena concreta e il gruppo del Pd, usano toni di prudente ottimismo nel dare un giudizio sulla bozza di master plan presentata dalla Qatar Holding, bracci operativo del fondo di investimento dell’emirato. 1 miliardo di euro per realizzare 4 nuovi hotel, una scuola di formazione, 30 ville extra lusso, 4 parchi attrezzati. Ieri il sindaco Alberto Ragnedda ha illustrato alle opposizioni le linee guida del progetto. Il primo cittadino si è impegnato a condividere il piano anche con le forze sociali e produttive del territorio. Entro la fine dell’anno i tecnici della proprietà Smeralda presenteranno un progetto più dettagliato. «Ed è su quello che si dovrà concentrare la nostra attenzione – spiega Efisio Onali –. Abbiamo chiesto al sindaco di istituire un gruppo di studio formato da consiglieri ed esperti del territorio, che possa dare suggerimenti prima che il piano arrivi a una fase definitiva. Pensiamo possa essere uno strumento utile per accelerare il lavoro del consiglio e non ricadere nelle divergenze sugli investimenti alberghieri che hanno contraddistinto la passata amministrazione. Ci rassicurano le parole del sindaco sulla localizzazione degli interventi. Ville e alberghi non saranno nella fascia dei 300 metri dal mare. Aspettiamo però di vederli concretamente nel progetto». Onali insiste sulla necessità di rendere Arzachena protagonista del piano. «Bisogna evitare di subire il progetto – aggiunge –. Dobbiamo contribuire a costruirlo, politici e cittadini, associazioni e imprese. E dobbiamo anche coinvolgere i comuni vicini, come La Maddalena». Sulla stessa linea Fabio Fresi, capogruppo Pd. «È stato un incontro cordiale – spiega –. Sulla base di ciò che abbiamo visto, non progetti esecutivi che ancora non ci sono ma bozze generali, sarei per un cauto ottimismo. Nel complesso l’idea dell’investimento è positiva. Credo però che l’amministrazione debba dare una sua impronta al piano del Qatar, evitando che sia il privato a dettare le linee dello sviluppo del territorio. Ci sono elementi positivi, come la ristrutturazione dell’esistente. Ho invece qualche perplessità sui nuovi insediamenti, in particolare su zone di pregio come Liscia Ruja. Occorre fare valutazioni attente, sulla capacità del nostro territorio di sopportare un certo tipo di presenze. Ciò non significa che il nostro sia un no. Dico solo: verifichiamo, studiamo, facciamoci anche aiutare da esperti e poi decidiamo se si tratta di un buon piano oppure no. Sappiamo che il fondo del Qatar intende investire anche nel San Raffaele di Olbia. Ben venga. Più cresce l’interesse pubblico all’interno di questo progetto di investimento, maggiore potrà essere l’impegno per sostenerlo.
abbastanza buffi, visto il sostegno dato e mantenuto a Ugo d’Arabia.
da Sardinia Post, 6 dicembre 2012
“QATAR HOLDING” SPOSTA LA SEDE FISCALE DEL CONSORZIO COSTA SMERALDA A MILANO, L’IRA DEL PSD’AZ: http://www.sardiniapost.it/economia/1927-qatar-holding-sposta-la-sede-fiscale-del-consorzio-costa-smeralda-a-milano-l-ira-del-psd-az
da Radio Press, 6 dicembre 2012
COSTA SMERALDA CEDUTA A QATAR. PSD’AZ: “LA SARDEGNA PERDE 65 MILIONI DI ENTRATE”: http://www.radiopress.it/2012/12/costa-smeralda-ceduta-a-qatar-psdaz-la-sardegna-perde-65-milioni-di-entrate/
Ritengo le bellissime, uniche coste della Sardegna un Patrimonio insostituibile e non più degradabile. Non solo dei sardi ma di tutti i cittadini italiani e stranieri.
Propongo che, dopo l’iscrizione delle intere Dolomiti nella Lista UNESCO dei Patrimoni dell’Umanità, vi sia una analoga iniziativa da parte del GrIG e delle altre associazioni ambientaliste per l’intero perimetro costiero dell’Isola.
prof. Raniero Massoli-Novelli
grazie prof. Massoli-Novelli, sarà molto difficile, ma lo faremo.
Stefano Deliperi
da Sardinia Post, 8 dicembre 2012
L’EMIRO DEL QATAR E IL GOVERNATORE-COMMERCIALISTA: http://www.sardiniapost.it/politica/1971-l-emiro-del-qatar-e-il-governatore-commercialista
dal Forum Italiano per la difesa del Territorio e del Paesaggio, 16 dicembre 2012
Appello per difendere l’ambiente e il territorio della Sardegna: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/12/appello-per-difendere-lambiente-e-il-territorio-della-sardegna/
x conoscenza: l’indirizzo presidenza@pec.regione.sardegna.it riceve solo posta certificata.
non preoccuparti, l’altro indirizzo presidenza@regione.sardegna.it riceve i messaggi provenienti da posta elettronica ordinaria.
E ne stanno arrivando moltissimi.
Qui un aggiornamento:
Centinaia di italiani hanno già manifestato la loro volontà di difendere l’ambiente e il territorio della Sardegna, facciamolo anche noi! (18 dicembre 2012): https://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/12/18/centinaia-di-italiani-hanno-gia-manifestato-la-loro-volonta-di-difendere-lambiente-e-il-territorio-della-sardegna-facciamolo-anche-noi/
da Il Fatto Quotidiano, il blog di Fabio Balocco, 23 dicembre 2012
Sardegna, felicemente e consapevolmente colonizzata: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/23/sardegna-felicemente-e-consapevolmente-colonizzata/453920/
grazie a tutti gli italiani che stanno mandando centinaia di e-mail contro quest’ennesima speculazione immobiliare!
Stiamo facendo un bel regalo di Natale al Presidente della Regione autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci e ai suoi “amici” del Qatar: solo in queste ultime ore sono giunti più di 200 messaggi!
Continuiamo così 😛
Anche io ho spedito e sto contattando amici da coinvolgere in questa importante iniziativa.
grazie!
l’on. Murgia (PdL) casca dal melo e scopre il mondo.
da La Nuova Sardegna, 2 gennaio 2012
Murgia: «Una svolta culturale per il Pdl». (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20130102081646.pdf)
«Il Pdl sardo deve essere protagonista di una svolta sui temi ambientali e sull’economia della cultura. Materie che devono essere messe al centro del programma di cambiamento con cui si affronterà l’appuntamento elettorale di febbraio». Lo afferma il deputato Bruno Murgia, secondo il quale «il partito deve abbandonare i vecchi clichè, quelli che vogliono temi come l’ambiente e la cultura patrimonio esclusivo delle sinistre. Il centrodestra non può essere identificato come la lobby della cementificazione selvaggia, io sono contrario a nuove lottizzazioni sulle coste o all’innalzamento di inutili complessi alberghieri. La ripresa del comparto edilizio può arrivare dal recupero e dal restauro del patrimonio immobiliare esistente». A parere di Murgia «anche l’industria dei materiali si sta muovendo su questa traiettoria. I nostri centri storici devono diventare laboratorio; gli obbrobri che costellano i paesaggi urbani o il problema dell’abusivismo edilizio devono farci riflettere, si può uscire dalla crisi con un modello di sviluppo alternativo».
da L’Unione Sarda on line, 2 gennaio 2012
Murgia (Pdl) contro i cliché del partito: “Ambiente e cultura per cambiare”: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/299996
da La Nuova Sardegna, 5 gennaio 2013
Se la destra sarda si scopre ambientalista. Bruno Murgia del Pdl in sorprendente convergenza con il bell’articolo di Stefano Deliperi impegnato da anni sul fronte della difesa del territorio. (Sandro Roggio)
Perchè “il centrodestra non può essere identificato come la lobby della cementificazione selvaggia”). Il linguaggio insolito, distante dalle espressioni consuete, ha suscitato prevedibili reazioni su Facebook. Prevale la diffidenza (si sa: chi evoca la tutela del paesaggio può volere il contrario, come “processo breve” intitolava una intenzione lontana da un’idea di giustizia giusta). Ma c’è chi ha la certezza che si tratti di un indizio importante del disorientamento a destra, l’annuncio di uno strappo nel dibattito interno al PdL su un tema cardine fino ad ieri privo di contraddittorio. E’ difficile per i più circospetti immaginare che la svolta di Murgia sia autentica e condivisa. Eppure i toni della nota di Capodanno colpiscono («gli obbrobri che costellano i paesaggi urbani o il problema dell’abusivismo edilizio devono farci riflettere»); e per questo l’augurio sincero al deputato è che non rimanga solo. Non sarà facilissimo: il berlusconismo, come il vento appiccicoso, ha depositato una patina dappertutto, che oggi però si leva con più facilità (non va in profondità come la musica ribelle della canzone “che ti vibra nelle ossa e ti entra nella pelle…”). Tra i modi più resistenti di questo pensiero c’è l’aggressione al territorio, teorizzata e praticata. All’insegna della sregolatezza più che del liberismo: nel senso di tutto permesso (la parola d’ordine: una casa per ogni pezzo di terra!). E dell’indulgenza oltre ogni attesa, per cui l’abusivismo in Italia, che indigna Murgia, è un fenomeno rilevantissimo sconosciuto in altri Paesi. Ricordate quando c’è stato il lancio del piano casa da parte del governo e tutte le Regioni appresso? Tutte in quel solco profondo di inciviltà, ma rivendicando diversità mediante l’etica discutibile del male minore, come ha osservato Settis all’epoca. Le Regioni di sinistra un po’ più su in quel solco, ma d’accordo nella sostanza con quel progetto. Ecco, sono questi modi che disorientano quelli orgogliosi della “diversità della sinistra”, già alla fine degli anni Settanta quando l’austerità di Berlinguer ( associata all’urbanistica nei titoli di qualche libro !) è apparsa estremista anche all’interno del Pci. Da allora temiamo le linee politiche accomodanti, chiamate riguardosamente bipartisan nei cenacoli tottumpare, e che talvolta suscitano allarme sulla diffusa remissività verso le tesi sguaiatamente estremiste della destra. Confidiamo allora in un ravvedimento vasto. E intanto che l’opinione del deputato PdL influisca un po’ nelle politiche del suo schieramento in Sardegna. «Personalmente – scrive – sono contrario alla costruzione di nuove lottizzazioni sulle coste o di inutili complessi alberghieri. La ripresa del comparto edilizio può arrivare dal recupero del patrimonio immobiliare esistente». Benvenuto! Se questa non è una didascalia generica potrebbe essere alla base di un inedito confronto sulle scelte del governo regionale che ha tutt’altro indirizzo.
da La Nuova Sardegna, 9 gennaio 2013
L’opposizione: un mistero il piano del Qatar in Costa. La minoranza ricorda al sindaco l’impegno di creare una commissione ad hoc e spiega che all’ufficio tecnico di Arzachena non è arrivato nessun progetto. (Serena Lullia)
PORTO CERVO. Le nuove ville del Romazzino e del Pitrizza vengono su alla luce del sole di gennaio. I cantieri procedono a ritmo serrato. Le nuove residenze extra lusso dovranno essere ultimate entro la primavera. I lavori di ampliamento degli hotel a 5 stelle al momento sono gli unici interventi che la Qatar holding sta portando avanti in Costa Smeralda. La bozza di nuovi investimenti dell’emiro Al Thani nel borgo di lusso al momento resta ferma alla bozza presentata ai sindaci di Arzachena e Olbia e al governatore Ugo Cappellacci nel mese di novembre. «Siamo fermi alle dichiarazioni di intenti di due mesi fa – spiega Angelo Filigheddu, consigliere di opposizione – e alle parole del sindaco che ci aveva annunciato la presentazione, entro la fine del 2012, di un progetto un po’più concreto. Ma a oggi all’ufficio tecnico non c’è traccia di nessun documento». Filigheddu rinnova alcune perplessità sul Piano Gallura della Qatar holding, 1 miliardo di euro per realizzare quattro hotel extra lusso, 30 ville di altissimo pregio più 90 normali, 20 vecchi stazzi da trasformare in residenze extra lusso. Previsti anche tre parchi attrezzati da oltre 2mila ettari, una pista di go-kart nei terreni della vecchia discarica di Abbiadori e un acquapark. «Ho la sensazione che si tratti di bei propositi che al momento non hanno però una base di concretezza – aggiunge Filigheddu –. Il nodo cruciale è dare gambe a queste dichiarazioni di intenti. E sappiamo benissimo che servono passaggi importanti a livello normativo per rendere reale il piano di investimenti». Sulla stessa linea il capogruppo in consiglio del Pd, Fabio Fresi. «Quella bozza di piano così come ci è stata illustrata necessità di alcuni passaggi normativi complessi – commenta Fresi –. A partire da una modifica al ppr su cui il presidente della Regione Cappellacci aveva pubblicamente garantito il passaggio in consiglio regionale entro la fine del 2012. Promessa evidentemente disattesa». Il capogruppo ricorda poi al sindaco Alberto Ragnedda l’impegno di costituire una commissione di studio sul piano del Qatar a gennaio. «Rinnovo al primo cittadino la proposta e gli ricordo l’importanza di questo organismo – aggiunge – che lui stesso ha condiviso. Come consiglieri di opposizione siamo chiamati a valutare con attenzione le future scelte urbanistiche del nostro territorio, in particolare quelle che riguardano pezzi pregiati di Arzachena. Con la la competenza di tecnici esterni potremo esprimere un giudizio più attento sulle proposte che arrivano dalla Qatar Holding. Attendiamo quindi che il sindaco dia seguito all’impegno assunto con le minoranze e provveda in tempi rapidi a costituire la commissione di studi sul Qatar»
la “monocoltura del mattone” crolla anche nell’eden gallurese – come riconoscono – e questi puntano ancora sulle betoniere!
da L’Unione Sarda, 17 gennaio 2013
Olbia. Al convegno organizzato dalla Cgil si è parlato di urbanistica e gestione del territorio. Il Qatar preoccupa, ma fa sperare. Giovannelli incontra oggi i tecnici dell’emiro: «Vedrò il piano»: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_82_20130117090025.pdf
da La Nuova Sardegna, 17 gennaio 2013
Costa Smeralda, tutti i paletti della Cgil. Da un convegno sulla riqualificazione del territorio emerge la necessità di uno sviluppo attento all’ambiente e ai sardi. (Alessandro Pirina)
OLBIA. La Cgil dà il via libera al rilancio della Costa Smeralda firmato Qatar, ma il suo non è un sì senza “se” e senza “ma”. Il segretario regionale Enzo Costa pone, infatti, alcuni paletti: il rispetto dell’ambiente in primis, ma anche l’impiego delle professionalità locali, e non solo nella fase di realizzazione. Ieri mattina all’Expo si è svolto un convegno della Cgil sulla riqualificazione del territorio come occasione strategica per qualità, lavoro e occupazione. Una tematica affrontata sotto varie sfaccettature, partendo però da quello che dovrebbe essere l’intervento degli interventi per il rilancio della Gallura: il progetto da un miliardo di euro con cui l’emiro del Qatar vorrebbe ridare lustro alla Costa Smeralda. Il primo a parlarne è stato il sindaco Gianni Giovannelli, che è andato al seguito di Monti e Cappellacci a Doha, per ascoltare dalla viva voce dello sceicco il futuro della Costa. «Io valuto positivamente il progetto – ha detto il sindaco –. Sono anni che diciamo no alle seconde case e alla cementificazione selvaggia e sì agli alberghi. Questa mi sembra l’occasione giusta. Non ho ancora visto la documentazione completa, arriverà a breve, ma in base a ciò che ci è stato riferito si tratta di 4 nuovi alberghi in mezzo a 3 parchi che si estenderanno su 2300 ettari contro i 2400 dell’investimento totale. Oggi gli hotel della Costa Smeralda sono stati superati dai tempi, il turismo di lusso richiede optional che altrimenti troverebbe da altre parti. Mi sembra un’opportunità da non perdere. Anche perché con tutti gli interessi del Qatar – penso solo agli Harrods di Londra – la Sardegna avrebbe guadagnarci pure in altri settori». Un po’ meno entusiasta, ma per nulla contrario al progetto, si dice invece Enzo Costa, segretario regionale della Cgil. «Non ho nessuna pregiudiziale sull’intervento dell’emiro del Qatar – ha affermato –, ma prima di esprimere un giudizio vorrei vedere le carte, che nessuno però ha ancora visto. Quello che è certo è che il turismo è una delle poche vocazioni della Gallura. Quindi, per prima cosa mi aspetto il rispetto del territorio e la sostenibilità dell’intervento. Chi sceglie la Costa Smeralda lo fa per la grande qualità ambientale e qualsiasi discorso di cementificazione sarebbe impensabile. Ma c’è un altro aspetto che occorre approfondire e riguarda il lavoro. Non possiamo ripetere l’errore del passato, quando i lavoratori locali sono stati adoperati solamente nella manovalanza. Oggi non si può pensare di utilizzare i sardi solo nella fase della costruzione degli alberghi, il loro apporto ci dovrà essere anche nella fase successiva. La Sardegna, e la Gallura più di tutti, la gavetta l’hanno già fatta». Al convegno, moderato dal docente Carlo Marcetti, sono intervenuti diversi amministratori, dai vicesindaci di Olbia e Tempio, Carlo Careddu e Gianni Monteduro, al sindaco della Maddalena Angelo Comiti, fino al consigliere regionale Matteo Sanna. A fare gli onori di casa il segretario provinciale della Cgil, Fabio Spano, che ha posto l’accento sulla crisi della Gallura. «Per la nostra provincia è il periodo più duro. I numeri sono impietosi. Negli anni scorsi si è sbagliato a puntare il nostro “Pil” solo sulla monocultura del mattone. Oggi il settore è fermo e ferma è anche la Gallura. Forse è arrivato il momento di dare un’impostazione diversa di edilizia. Fare come fece 50 anni fa l’Aga Khan, che diede il via alla crescita demografica della Gallura. Il Qatar? Non conosco le carte, ma vediamole e valutiamo la loro fattibilità. L’importante è dare risposte certe in tempi brevi»..
Il 2012 anno nero per l’edilizia della Gallura.
Il mattone non regna più in Gallura. Nel primo trimestre del 2012 la provincia è quella che registra il saldo occupazionale più negativo di tutta la Sardegna, con 9688 posti persi in un anno. A fornire i dati, elaborati dall’agenzia regionale del lavoro, è stato ieri Hassan Benbouzid, segretario provinciale della Fillea Cgil, di cui era presente anche il numero uno nazionale Walter Schiavella. Le ora lavorate hanno fatto registrare un -9,9%, che equivale a 270mila ore perse. Calano il numero degli operai (-7,85%) e quello delle imprese attive: nel solo 2012 hanno chiuso in 97, più del doppio del biennio precedente. Il monte salario ha fatto registrare un -9,30%, cioè un calo di oltre 2,5 milioni di euro. «Per la Fillea – dice Benbouzid – il settore edile in Gallura può e deve essere volano di sviluppo dell’economia e occupazione, ma solo tramite un settore fatto di imprese strutturate che guardino all’innovazione e alla qualità».
da L’Unione Sarda, 18 gennaio 2013
Due hotel, stazzi e ville. A Razza di Juncu un albergo targato Harrods e uno per famiglie. Sistema di parchi ispirato a un maxi insediamento in California. L’ingegnere cagliaritano Tonino Fadda ha incontrato per due ore il sindaco Gianni Giovannelli, gli amministratori e il dirigente dell’urbanistica. (Augusto Ditel): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_82_20130118084659.pdf
da Sardinia Post, 18 gennaio 2013
L’EMIRO PROGETTA LO STAZZO DI BILL GATES. (Giacomo Legato): http://www.sardiniapost.it/cronaca/2669-l-emiro-progetta-lo-stazzo-di-bill-gates
caspita, che grande iniziativa imprenditoriale, una ricaduta eccezionale per la Sardegna…..
da La Nuova Sardegna, 23 gennaio 2013
L’emiro usa il Piano casa per creare gli stazzi-suite.
Porto Cervo, la Qatar Holding rispolvera i progetti di Tom Barrack del 2009 Basterà l’approvazione dell’ufficio tecnico per ampliare 27 antiche case galluresi. (Serena Lullia)
PORTO CERVO. Toglie la polvere dai progetti della Colony di Tom Barrack finiti nel cassetto del Comune nel 2009. Un pacchetto di cemento e metri cubi pensato per trasformare 27 stazzi galluresi in residenze extra lusso riservato ai nababbi. Un restyling ai simboli dell’identità gallurese che quattro anni fa fece storcere il naso alla giunta di Pasquale Ragnedda. Per riesumare quei progetti dimenticati, la Qatar Holding si affida al Piano Casa, passpartout per piani edilizi finiti nell’oblio o cassati dalla politica. I nuovi proprietari della Costa Smeralda hanno ripreso i vecchi progetti di ampliamento degli stazzi e li hanno adattati alle norme del Piano Casa- seconda edizione. Prevista una ristrutturazione generale degli edifici con un tripudio di granito e materiali della tradizione isolana; l’ampliamento del corpo centrale con l’aggiunta di un’altra stanza; l’immancabile status symbol dei milionari, una maxi piscina con vista sul paradiso. I 27 progetti sono stati presentati all’Ufficio tecnico comunale. Le proposte della Qatar Holding, per cui vengono indicati due anni di lavoro, dovranno essere esaminate dai tecnici che dovranno istruire le pratiche. L’imprimatur finale arriverà con la firma del dirigente del settore Urbanistica, Antonello Matiz. Al momento non è stata avviata nessuna istruttoria. I progetti della Qatar Holding dovranno mettersi in fila e aspettare il loro turno. All’ufficio tecnico di Arzachena la crisi del mattone non sembra essere arrivata. Nel 2012 sono state rilasciate 402 concessioni, Piano casa compreso. Nel 2011 erano state 380. La Qatar Holding, braccio operativo del fondo sovrano del Qatar che fa capo all’emiro Al Thani, ha inserito i progetti per la riqualificazione degli stazzi nel masterplan per la Costa. Un piano da un miliardo di euro che comprende hotel, parchi, una pista di go-cart, un acquapark. Ma mentre per il resto del progetto dovrà aspettare che la classe politica dia la sua benedizione e la Regione trovi i numeri in consiglio per cambiare il ppr, per trasformare in suite le storiche case galluresi potrà utilizzare la scorciatoia del Piano casa. Semplice la procedura e tutta tecnica. Senza le zavorre della politica.
da La Nuova Sardegna, 24 gennaio 2013
Stazzi di lusso: la parola all’Ufficio tutela. I progetti del Qatar per la trasformazione degli edifici storici potrebbero essere stoppati dall’ente che vigila sul paesaggio. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Il peso della storia sul futuro da suite pensato dall’emiro del Qatar per 27 stazzi. Il valore identitario delle antiche case galluresi potrebbe essere più forte del Piano casa, usato dalla Qatar holding per trasformare gli stazzi in residenze per magnati e principi. Toccherà alla Soprintendenza per i beni paesaggistici dare la benedizione finale alle richieste dell’emiro Al Thani. E stabilire se la storia della Gallura ha più valore dei petrodollari qatarini. L’utilizzo del Piano casa. L’iter scelto dalla società qatarina relega il Comune a un ruolo di notaio. Con il Piano casa la politica non ha voce. Almeno non quella di Arzachena. A dettare le regole è la politica cagliaritana che con la deroga al Ppr consente riqualificazioni e ampliamenti delle case di campagna. Una casistica in cui rientrano anche i 27 stazzi dell’emiro, quasi tutti con vista sul mare, immersi nella macchia mediterranea. Gli antichi abitanti della Gallura avevano scelto alcuni fra i punti di maggiore pregio del territorio per allineare i mattoni. Sopra Liscia Ruja, a Monti Tundi. Molti stazzi si trovano negli ex terreni di Salvatore Ghilardi, il mister miliardo che vendette 200 fra gli ettari più pregiati di Monti di Mola, fra l’Abbiadori e Cala di Volpe, al principe Aga Khan. Oggi molte di quelle residenze sono ridotte a ruderi. Altre sono in buon stato di conservazione. Alcune fanno parte di uno speciale elenco di stazzi considerati dalla Soprintendenza “beni da tutelare”. I progetti. La Qatar Holding vuole realizzare nuovi volumi sulle antiche case galluresi. Una operazione destinata a far schizzare verso l’alto il loro valore immobiliare. Per ognuno dei 27 edifici il Piano casa prevede l’ampliamento. Una stanza in più pensata dai progettisti come un grande soggiorno per rendere più nobili le umili case dei vecchi caprari di Monti di Mola. E poi verande e una piscina. I progetti sono stati depositati al Suap. I tecnici comunali dovranno valutare se le richieste della Qatar holding rispettano i parametri del Piano casa. Il ruolo della Soprintendenza. La pratica una volta istruita verrà sottoposta al vaglio dell’Ufficio tutela e della Soprintendenza, ente che in passato si è distinto per una interpretazione molto severa delle norme in difesa della cultura gallurese. In conferenza di servizi la Soprintendenza ha più volte bacchettato i progetti di ampliamento e riqualificazione per il tipo di materiale scelto per abbellire gli esterni degli edifici. In cima alla lista nera il granito e il ferro battuto. Severe le critiche alla disposizione planimetrica che si discosta dal vecchio stazzo. Guerra aperta anche alle piscine nell’agro. Riesumati i piani di Barrack. La ristrutturazione degli stazzi e la loro trasformazione in ville da sogno era già stata proposta dal vecchio padrone del borgo delle stelle, Tom Barrack. Nel 2009, insieme con il progetti di ampliamento di Porto Cervo, il tycoon californiano aveva presentata la richiesta di metamorfosi delle antiche case galluresi. Progetti snobbati dalla giunta di Pasquale Ragnedda, per nulla affascinata dalle proposte edilizie. L’emiro del Qatar acquistando a giugno la Costa Smeralda ha trovato nel cassetto quei vecchi progetti, ritornati di moda grazie al Piano casa. Da qui la scelta di rimodularli e ripresentarli. La posizione del sindaco. L’amministrazione guidata dal sindaco Alberto Ragnedda non ha ancora esaminato i progetti. I due grossi plichi che li contengono, insieme alla richiesta di rinnovo della concessione edilizia per l’hotel Cervo ormai decaduta, sono fermi all’ufficio tecnico. «Nei giorni scorsi sono stati presentati i progetti di riqualificazione degli stazzi – spiega il primo cittadino –. Un atto puramente gestionale degli uffici. Non esiste la discrezionalità della politica. Basta leggere le norme del Piano casa per capire che gli interventi richiesti sono previsti dalla legge regionale, norme sovraordinate rispetto a quelle comunali. Ovviamente insieme con la mia amministrazione ci riserviamo di prendere visione delle proposte della Qatar Holding e valutarne la coerenza con la storia, la tradizione e la cultura locale degli stazzi». Non solo stazzi. Nel masterplan dell’emiro da un miliardo di euro presentato a Doha ai sindaci di Arzachena e Olbia, le 27 ville-stazzi non sono le uniche immaginate per l’accoglienza dei nababbi in Costa. Oltre a quattro nuovi hotel, è prevista la costruzione di 30 ville di altissimo pregio più altre 90 definite “normali”. Un pacchetto di volumi destinato a restare solo virtuale fino alla complicata modifica del piano paesaggistico in consiglio regionale.
da La Nuova Sardegna, 25 gennaio 2013
Regione, tre dirigenti a giudizio. Processo con rito immediato per tentata truffa e falso: reati legati al Ppr. (Mauro Lissia)
CAGLIARI. In ballo c’erano novecentomila euro pubblici, da distribuire tra almeno cinquanta dipendenti regionali per incentivarli a lavorare sulla revisione e sull’aggiornamento del piano paesaggistico, vecchio pallino dell’amministrazione Cappellacci. I soldi erano pronti alla ragioneria, solo che funzionari e impiegati scelti dai piani alti di viale Trento avevano fatto poco e in molti casi nulla. Ma tanto è bastato perché alcuni dirigenti disponessero il pagamento delle somme stabilite, fino a 18 mila euro per circa un anno d’impegno risultato virtuale, tra il 2009 e il 2010. Se la somma stanziata non fosse stata messa sotto sequestro preventivo su richiesta del magistrato probabilmente sarebbe finita nelle tasche di funzionari e impiegati. La decisione dei vertici regionali può apparire come un gesto di generosità fuori luogo, ma per il pm Marco Cocco contiene due reati gravissimi: tentata truffa aggravata ai danni della Regione e falso in atti pubblici. A risponderne saranno il direttore generale della pianificazione urbanistica Marco Melis (49 anni) di Selargius, il direttore del servizio pianificazione urbanistica e paesaggistica Giuseppe Biggio (61 anni) di Cagliari e la direttrice del servizio affari generali e giuridici Maria Ersilia Lai (55 anni) di Cagliari, imputata solo per il primo reato. Tutti e tre sono stati rinviati a giudizio col rito immediato e dovranno presentarsi davanti alla prima sezione del tribunale il prossimo 11 aprile. La scelta del rito immediato è significativa: per il pubblico ministero le prove sono schiaccianti. La vicenda: il 29 dicembre 2009 il presidente Ugo Cappellacci e il direttore generale della Regione firmano una delibera in cui si stabilisce che le attività di revisione del Ppr per il biennio 2009-2010 devono essere affidate “prioritariamente a professionalità interne all’amministrazione regionale” sulla base di incarichi pagati extra-stipendio. E’ una procedura regolare, rivolta a evitare i costi di consulenze esterne. In una delibera successiva, datata 12 marzo 2010, il governatore indica i criteri per la suddivisione della somma e i limiti di spesa. I dubbi, che hanno portato il pm Cocco ad aprire un’inchiesta, emergono quasi un anno dopo, quando il direttore generale Melis d’intesa con il collega Biggio firmano una determinazione – un atto interno dell’amministrazione – in cui viene disposto il pagamento degli incentivi ai dipendenti “tenuto conto del lavoro effettivamente svolto, dell’apporto professionale e della disponibilità e capacità di lavoro di gruppo”. Purtroppo però – così sostiene il pm Cocco – al 28 dicembre 2011 i dipendenti individuati dalla dirigenza regionale “non avevano prestato alcuna attività lavorativa per le finalità stabilite”. La dirigente Lai è finita a giudizio per aver autorizzato l’impegno di spesa legato all’operazione-Ppr seguendo quanto disponeva la determinazione dei colleghi, firmata – per l’accusa – su presupposti falsi. La dirigente infatti è accusata solo di tentata truffa e non di falso. La contestazione del tentativo e non della truffa piena è legato al fatto che i soldi, pronti per finire nelle tasche dei dipendenti selezionati, non sono usciti dalle casse regionali “a tutt’oggi – scrive il pm Cocco – per cause indipendenti dalla loro volontà”. La ragione è nella delibera di Cappellacci: presupposto del pagamento era che la procedura di approvazione del nuovo Ppr fosse conclusa. Del tutto estranei ai fatti i dipendenti che avrebbero dovuto incassare i soldi: il pm non li ha neppure indagati.
coraggio, c’è bisogno dell’aiuto di tutti!
Se queste anticipazioni confermeranno le violazioni giuridiche, inizierò il mio insegnamento di Beni culturali e ambientali dell’anno accademico che sta per iniziare parlando di piano illegittimo e spiegandone i motivi.