Arcipelago della Maddalena: parco nazionale o parco boe?
Il Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare – Direzione generale della Protezione della Natura e del Mare ha preso una netta posizione (nota n. PNM – 2012 – 8875 del 3 maggio 2012) riguardo la proliferazione di campi boe all’interno del parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena su sollecitazione del maddalenino Gian Carlo Fastame, appassionato difensore della propria Terra.
Il Ministero dell’ambiente – amministrazione statale avente compiti di vigilanza sull’Ente Parco nazionale – ricorda che l’Arcipelago della Maddalena è individuato quale sito di importanza comunitaria (S.I.C.) e zona di protezione speciale (Z.P.S.) caratterizzato (codice ITB010008) dall’habitat prioritario “Praterie di Posidonia” (codice 11.20*) e dall’habitat di interesse comunitario “Scogliere” (codice 1170). Eppure è programma la realizzazione di almeno tre nuovi campi boe (137 punti boa) e almeno due nuovi pontili a Budelli (Cala di Roto), a lato della famosa Spiaggia rosa. E, secondo segnalazioni pervenute, non sarebbero gli unici.
Pur esistendo ben tre studi di incidenza ambientale in merito, il Ministero dell’ambiente ritiene opportuno “sviluppare una visione complessiva degli effetti, diretti e indiretti, che ogni intervento può generare, non solo singolarmente, ma cumulativamente ad altre iniziative”. Si tratta di quella valutazione complessiva degli impatti ambientali fondamentale e necessaria in ambienti naturali così delicati e importanti. In particolare, l’“eccessivo carico antropico che insiste sull’area”, valutato sulla base della capacità di carico dei vari natanti, comporta rischi di degrado della macchia mediterranea e della Posidonia oceanica, a causa della diffusione della specie invasiva Caulerpa racemosa, determinata proprio dai “fenomeni di ancoraggio non consentito delle imbarcazioni sull’habitat prioritario 11.20* , che comportano l’indebolimento della prateria e contribuiscono alla diffusione passiva delle specie aliene invasive (es. acque di sentina o frammenti dell’alga presenti sulle ancore)”.
Il Ministero dell’ambiente ricorda, inoltre, la mancata osservanza delle disposizioni generali in merito agli ancoraggi (ordinanza Capitaneria di Porto di La Maddalena n. 45/2009, divieto di ancoraggio entro la fascia di mt. 200 dalle spiagge e dalle coste rocciose e di mt. 100 dalle coste a picco) e richiede all’Ente Parco nazionale la “valutazione di soluzioni alternative, alla luce sia delle esigenze di conservazione del patrimonio ambientale tutelato, sia dal punto di vista del mantenimento di flussi turistici ambientalmente sostenibili all’interno dell’area protetta”. Alla Capitaneria di Porto chiede, invece, lo svolgimento di puntuale “attività di sorveglianza … nell’area marina del Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena”.
L’overdose di natanti e bagnanti non è la prima volta che viene documentata e denunciata nel parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra: era già accaduto nell’estate 2010, a Cala Coticcio (Caprera) e sicuramente accade ogni estate.
La limitazione del traffico nautico e degli ancoraggi, unita alla scrupolosa vigilanza, sono fondamentali per preservare ambienti naturali unici al mondo. Questi sono obiettivi irrinunciabili di un’area naturale protetta.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
Un’osservazione da una socia GRIG che da anni va per mare: il campo boe mi pare il male minore, almeno non si verifica “ancora selvaggia” che davvero distrugge i fondali. E’ naturale che tutti vogliano dare un’occhiata al Paradiso. Si tratta di trovare il giusto equilibrio, anche se difficilissimo. Mi pare inapplicabile il numero chiuso per i natanti, ci vorrebbero tanti sorveglianti quante sono le barche. Meglio incrementare l’educazione ambientale, con ogni mezzo.
riceviamo e pubblichiamo volentieri dall’Ufficio Stampa dell’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena.
Con riferimento a quanto pubblicato all’indirizzo https://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/05/16/arcipelago-della-maddalena-parco-nazionale-o-parco-boe/ e divulgato a mezzo stampa, pare opportuno fornire alcuni chiarimenti.
Innanzitutto l’Ente Parco condivide pienamente quanto sostenuto dal Gruppo d’intervento giuridico e dall’Associazione “Amici della terra” riguardo al fatto che “la limitazione del traffico nautico e degli ancoraggi, unita alla scrupolosa vigilanza, sono fondamentali per preservare ambienti naturali unici al mondo”, quali “obiettivi irrinunciabili di un’area naturale protetta”: è proprio verso questa direzione che si è mosso da sempre l’Ente gestore, anche in risposta agli stimoli giunti in tal senso anche in passato delle amministrazioni locali, proprio allo scopo di evitare che in località di pregio dell’Arcipelago si potesse assistere allo spiacevole fenomeno, anche estetico, di “distese” infinite di imbarcazioni.
L’allestimento dei campi ormeggio nell’Arcipelago ad opera dell’Ente Parco ha inoltre già seguito l’indirizzo suggerito dal Ministero, citato nell’articolo (sebbene ancora la nota non risulti pervenuta al protocollo) e di cui l’Ente è ben a conoscenza, giacché alcuni passaggi fanno parte delle stesse conclusioni contenute nelle valutazioni di incidenza che il Parco ha redatto per lo sviluppo dei progetti. Relativamente all’individuazione di soluzioni alternative diverse dal posizionamento di campi morti, come da sempre avvenuto fino a pochi anni fa, proprio per diminuire il numero possibile di ancoraggi già dall’anno scorso è stato sperimentato con successo il sistema di ancoraggio ecocompatibile “Ecoblu 300”, consistente nel posizionamento di un dispositivo che si avvita sui fondali manualmente, il cui utilizzo si rivela necessario in particolare per la tutela dei fondali sabbiosi e delle praterie di Posidonia oceanica. A tale sistema, del tutto all’avanguardia per quanto riguarda le aree marine protette italiane, andrà ad affiancarsi quest’anno un ulteriore metodo, consistente nell’utilizzo di moduli cavi che permettono la proliferazione delle specie vegetali e ittiche.
Fermo restando il fatto che in tema di vigilanza a mare, come giustamente ricordato nell’articolo, è la Capitaneria di porto l’amministrazione competente, l’Ente Parco condivide pienamente le idee del Gruppo d’intervento giuridico e dell’Associazione “Amici della terra”, e resta a disposizione per qualsiasi precisazione in merito, anche se chiaramente la soluzione ideale che parrebbe scaturire da una lettura dell’articolo – ossia la chiusura completa di tutta l’area protetta dell’Arcipelago, perché, sebbene praticamente irrealizzabile per sua estensione costiera, questo costituirebbe l’optimum in termini ecologici – costituirebbe un autentico disastro economico e sociale, soprattutto in questo forte periodo di crisi per l’isola e l’Italia intera. Proprio per la sensibilità dell’Ente riguardo alle necessità del territorio, solo l’individuazione di sistemi di fruizione più intelligenti e sostenibili, hanno sinora portato a studiare soluzioni in grado di soppesare correttamente tutela ambientale e turismo nautico. L’orientamento per il futuro è chiaro: proseguire con l’impostazione sinora seguita per implementare gli ormeggi e diminuire gli ancoraggi, favorendo anche un accesso agli arenili, nell’obiettivo di una riduzione dell’impatto antropico.
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Ufficio Stampa del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena
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da Guardiavecchia Blog, 16 maggio 2012
Arcipelago della Maddalena: parco nazionale o parco boe? E Bonanno replica al ministro: http://guardiavecchia.wordpress.com/2012/05/16/arcipelago-della-maddalena-parco-nazionale-o-parco-boe-e-bonanno-replica-al-ministro/
Il Parco risponde al Gruppo di Intervento Giuridico: http://guardiavecchia.wordpress.com/2012/05/18/il-parco-risponde-al-gruppo-di-intervento-giuridico/
Replica dell’ing. Fastame alla risposta del Parco sui campi boa (21 maggio 2012): http://guardiavecchia.wordpress.com/2012/05/21/replica-delling-fastame-alla-risposta-del-parco-sui-campi-boa/
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La questione per gli addetti ai lavori si commenta da sola.
I campi boe sono diventati l’ulteriore mistificazione di chi deve straparlare a vanvera di demanio marittimo. Non c’è dubbio che siano il male minore dinanzi all’offensiva della diportocrazia estiva e del partito dei porti turistici come volano dell’economia (quella dei militanti del partito). Tutto dipende da come vengono realizzati, da come vengono gestiti e da come vengono controllati (da chi sono controllati , sopra e sotto l’acqua??Ma oggi c’è qualcuno che controlla davvero sistematicamente sopra e sotto l’acqua?).
Ad ogni modo quel che lascia stupefatti, è l’abituale ambiguità ministeriale che nel criminalizzare, a mio avviso, pregiudizialmente e ingiustamente, tutti gli ormeggi a corpi morti (prendersela contro l’abusivismo è sacrosanto ma dire che il corpo morto sia dannoso deve essere dimostrato ancora), inneggia sulla ecocompatibilità ora di questo e ora di quel sistema alternativo di ormeggio, magari abbinato persino ai dispositivi “intelligenti” di qualche anno fa (immagino che qualcuno ricordi le campagne a favore di certi dispositivi elettronici da impiegare per le prenotazioni a distanza delle boe intelligenti dentro i Parchi nazionali, e le sponsorizzazioni offerte dall’industria elettronica interessata ad una certa associazione ambientalista). Lasciando così spazio a maliziose ipotesi sulla presenza di un qualche furbettificio persino nei corridoi ministeriali.
Altrettanto “curioso” è lo stesso comportamento della RAS, sia nel recente passato ( 4 anni fa patrocinò platealmente e assai discutibilmente dispositivi a suo dire ecocompatibili, in un documento chiamato “Indirizzi urgenti per la gestione della fascia costiera” palesemente redatto da incompetenti in campo tecnico) che di recente con la Deliberazione G.R. N. 28/45 del 24.6.2011(“al di fuori degli ambiti portuali, oltre i limiti delle acque riservate alla balneazione è ammesso il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime per la realizzazione di campi boe per ragioni di tutela ambientale [aree marine protette, parchi, etc.] che impongano l’ormeggio controllato delle imbarcazioni da diporto ovvero per soddisfare esigenze di potenziamento dei servizi derivanti dall’incremento della domanda diportistica”).
In ogni caso fa proprio sorridere che l’ufficio stampa del Parco abbia voglia di cinguettare:”già l’anno scorso è stato sperimentato con successo il sistema di ancoraggio ecocompatibile “Ecoblu 300″, consistente nel posizionamento di un dispositivo che si avvita sui fondali manualmente, il cui utilizzo si rivela necessario in particolare per la tutela dei fondali sabbiosi e delle praterie di Posidonia oceanica. A tale sistema, del tutto all’avanguardia per quanto riguarda le aree marine protette italiane, andrà ad affiancarsi quest’anno un ulteriore metodo, consistente nell’utilizzo di moduli cavi che permettono la proliferazione delle specie vegetali e ittiche”. Dimostratemi perchè è “necessario” proprio quello e giuratemi che non vi sono impatti nell’infissione degli ancoraggi!! “Ma mi faccino il favore….”.
Concluderei dicendogli:” Guardate che si vede da lontano che le idee non sono vostre, che sono scarse e anche piuttosto confuse. E anche straordinariamente furbette”.
Quindi che vadano… a dirlo ai turisti ma non a me. Grazie.
da La Nuova Sardegna on line, 30 maggio 2012
Santo Stefano, venduta all’asta una parte dell’isola. Per 90 mila euro un imprenditore romano è diventato proprietario di una porzione di paradiso: http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2012/05/30/news/santo-stefano-venduta-all-asta-una-parte-dell-isola-1.5178250
da L’Unione Sarda on line, 30 maggio 2012
Battuta all’asta la perla della Maddalena. Srl romana compra un pezzo di paradiso: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/275167
I mari e le spiagge devono essere tutelate ma libere!
I parchi, i mari le terre devono essere di tutti ed usufruibili da tutti!.
Occorre educare NON VIETARE!
da La Nuova Sardegna, 21 giugno 2012
Piano del Parco, il consiglio direttivo decide di bocciarlo. La Maddalena, strumento contestato dallo stesso ente Zanchetta: «Fatto gravissimo, nessuno ne sapeva nulla». (Andrea Nieddu)
LA MADDALENA. Durante i lavori del consiglio comunale è arrivata una notizia che ha gelato la maggioranza, letteralmente caduta dalla nuvole. A darla è stato il consigliere Pier Franco Zanchetta che ha posto all’attenzione dell’aula e anche del sindaco, la delibera del Parco (la numero 33 del 30 maggio 2012), con la quale il consiglio direttivo dell’ente respinge, e quindi non adotta, il piano del parco: lo strumento, cioè, che pianifica il territorio e lo sviluppo socio-economico dell’isola e che è stato redatto da una società indicata dal parco stesso . A giudizio di Zanchetta c’è mistero su questa mancata adozione. «Non si capisce bene- ha detto il consigliere – perché il piano del parco , annunciato dal presidente Giuseppe Bonanno come imminente, non sia stato adottato proprio l’ultimo giorno utile della sua presidenza e cioè il 30 maggio. Il giorno di scadenza della sua presidenza, però, il consiglio direttivo, assenti il rappresentante di maggioranza del consiglio comunale Gian Luca Cataldi e anche il vice presidente Luca Montella, non approva il piano e addirittura apre un contenzioso con la società che ha redatto lo stesso, lo studio Silva». Che cosa sarebbe successo? Leggendo la delibera si intuisce che la società non ha tenuto in considerazione le indicazioni della commissione tecnica. «Noi vogliamo sapere chi è questa commissione tecnica, e perchè non si può adottare il piano – dice Zanchetta -. Credo che il motivo sia principalmente uno: il Comune non ha adeguato il Puc al Ppr. Ma non ho dubbi che, dietro, ci siano altre questioni e vorremmo conoscerle». Ma la cosa grave e assurda, a giudizio di Zanchetta è che il piano del Parco era pronto da tempo, eppure è stata rinviata la sua adozione all’ultimo giorno della presidenza Bonanno. «Non solo. L’aspetto grave che ho sottolineato e che questo consiglio comunale non sa niente, mentre gli altri pianificano il nostro territorio ed il comune della Maddalena continua a dormire come se niente fosse. Questa è la verità vera e, come al solito ,possiamo concludere dicendo che si gettano le perle ai porci. Ed è proprio su questo che è necessario fare una considerazione: qui possono tutti disporre, ,programmare e decidere come ritagliarsi il pezzo di territorio, oltre a imporre norme e regole. Però poi chi deve decidere e sapere che cosa sta avvenendo in merito alla pianificazione, viene tenuto all’oscuro. Questa è una questione che non può essere più tollerata»
da La Nuova Sardegna, 22 giugno 2012
LA MADDALENA. «Parco, piano bocciato perché troppo restrittivo».
LA MADDALENA Piano del Parco bocciato. La notizia bomba l’ha data il consigliere comunale Zanchetta, due giorni fa. Il presidente dell’ente, Bonanno, ora precisa: «Zanchetta dovrebbe essere lieto: proprio per evitare che il territorio fosse investito di limitazioni non consone alle esigenze dell’ambiente e della comunità, il consiglio direttivo del Parco ha elaborato altre direttive affinché la nuova proposta di piano sia realmente coerente con gli indirizzi e le necessità del territorio». «Vale la pena citare – dice Bonanno – rispetto alla bozza di piano respinta dal consiglio, la volontà già manifestata in passato di aprire a una fruizione controllata le isole di Mortorio e di Soffi, di recuperare alcune aree agricole storiche e di individuare un sistema di accesso alle isole minori che tuteli efficacemente tutte le categorie e non i soliti noti; e ancora, la necessità di codificare le regole sulla pesca utilizzate in questi anni, in modo tale che non penalizzino gli usi e i costumi locali». Poiché ciò non è stato recepito all’interno delle proposte pervenute al consiglio, quest’ultimo e Bonanno sono stati costretti a respingere il documento a garanzia dell’arcipelago» (a.n.)
da La Nuova Sardegna, 4 luglio 2012
LA MADDALENA. Campi boe nell’area marina, quasi conclusa l’installazione.
LA MADDALENA. Sono in fase avanzata di allestimento i campi boe nell’area marina del Parco Nazionale, indispensabili per garantire nel periodo estivo una efficace tutela dei fondali più interessati al transito di imbarcazioni e mezzi. Ci sono alcune novità, per quest’anno: un maggior numero di boe con sistema di posizionamento ecocompatibile e due punti in più rispetto allo scorso anno, a Cala Corsara e a Cala Coticcio. Poco meno di duecento boe occuperanno diversi specchi acquei dell’arcipelago; il progetto prevede il posizionamento nell’area in prossimità di Porto Madonna, Cala Giorgio Marino, Cala Lunga di Razzoli, Porto Palma e Cala Portese. Già introdotto nel corso dell’estate 2011, è stato ulteriormente implementato l’utilizzo di un sistema ecocompatibile, denominato “Ecoblu 300”, consistente nel posizionamento di un dispositivo che si avvita sui fondali manualmente. Le boe posizionate sono state differenziate con colori diversi: per facilitare il servizio delle barche da traffico e delle imbarcazioni da noleggio sono stati sistemati alcuni gavitelli di colore giallo-celeste. Le boe di colore giallo sono invece destinate al diporto. (a.n.)
da La Nuova Sardegna, 14 luglio 2012
La Maddalena, lite Comune-Parco sui campi boa. (Andrea Nieddu)
LA MADDALENA. Campi boa all’interno dell’arcipelago della Maddalena: Comune contro Parco. L’ente guidato da Giuseppe Bonanno da giugno ha installato nell’area in prossimità di Porto Madonna, Cala Giorgio Marino, Cala Lunga di Razzoli, Porto Palma e Cala Portese, nell’area marina del parco nazionale, i campi boa. Un sistema che consente la tutela dei fondali evitando l’ancoraggio selvaggio e il rispetto della posidonia. Una scelta, però, non autorizzata dal Comune della Maddalena che ha rilevato l’anomalia e trasmetterà una relazione alla procura della Repubblica. «Siamo venuti a conoscenza dei campi boa dopo avere effettuato alcuni sopralluoghi», ha spiegato il sindaco Angelo Comiti. Entra nel dettaglio l’assessore alla Portualità e al demanio del Comune della Maddalena, Nicola Gallinaro: «Il nostro ufficio tecnico, accompagnato dalla capitaneria di porto, ha eseguito un sopralluogo, constatando la presenza di campi boa non autorizzati. Dallo scorso inverno la normativa prevede che qualsiasi pratica per concessioni demaniali debba esser preceduta da un’intesa fra Regione, Comune ed Ente Parco. In questo caso l’iter per l’intesa non si è concluso, ma nonostante questo le boe sono state posizionate, quindi in assenza di regolare concessione. Gli uffici tecnici hanno redatto una dettagliata relazione, inviata ora ai vigili urbani per la trasmissione alla Procura». Gli specchi d’acqua antistanti le principali spiagge e cale sono stati delimitati da cavi con boe sferiche di colore giallo, a cui è vietato ormeggiare. A giudizio del parco, anche quest’anno gli interventi sono stati autorizzati dai competenti uffici della Regione Sardegna e i criteri di posizionamento delle boe sono stati individuati seguendo le prescrizioni della capitaneria di porto della Maddalena. Ma a giudicare dalla reazione del Comune sembra che non tutto sia andato per il verso giusto. Giovedì il dirigente dell’amministrazione comunale è andato a fare un sopralluogo a Spargi con la capitaneria a Zavagli, dove era avvenuto l’incidente alla francese Cecile Garcia, colpita da un anello di ferro divelto dalla banchina. Quando poi si è trovato al Porto della Madonna e ha constatato la presenza delle boe, ha dovuto fare la relazione da trasmettere poi alla Procura della Repubblica di Tempio. E così Comune ed Ente Parco della Maddalena entrano in conflitto.
da La Nuova Sardegna, 15 luglio 2012
NELL’ARCIPELAGO DELLA MADDALENA. Campi boe, il Parco si difende: «Procedura regolare». (Andrea Nieddu)
LA MADDALENA. Va avanti la polemica sul posizionamento di alcuni campi boa nelle acque dell’arcipelago della Maddalena. Il Comune contesta l’iniziativa assunta dal Parco, dopo il presidente dell’ente Bonanno, alcuni membri della giunta esecutiva del parco nazionale difendono l’opportunità e la correttezza del provvedimento adottato. «L’iniziativa dell’ente rientra, integralmente e doverosamente, nelle linee tracciate dall’intesa di programma sottoscritta in data 29.12.1995 tra il ministero dell’Ambiente e la Regione Autonoma della Sardegna (art. 5), recepito poi dall’art. 1 dell’allegato A (misure di salvaguardia) previsto dall’art 1, comma 6 del decreto 17.05.1996 – spiegano Luca Montella, vicepresidente del Parco e capogruppo della minoranza in consiglio comunale, e il consigliere Tommy Gallo –. In forza del decreto del 1996, al Parco incombe l’obbligo, in prossimità di zone di particolare interesse, o al fine di evitare il danneggiamento delle praterie di Posidonia, di proibire l’uso di ancore e assicurare l’ormeggio tramite gavitelli e boe, il cui utilizzo sarà regolamentato dall’organismo di gestione del Parco. Si tratta, quindi, dell’adempimento di un dovere previsto da una norma di legge». L’ente parco, spiegano i due componenti della giunta, ha quindi provveduto al posizionamento delle boe per garantire la tutela dell’ambiente e dei fondali dell’arcipelago durante il periodo di maggior frequentazione da parte dei mezzi nautici. «Ho potuto constatare personalmente che il procedimento di posizionamento delle boe – aggiunge Luca Montella – è stato avviato tra marzo e aprile di quest’anno, e che la Regione ha informato il comune della Maddalena con l’inoltro della necessaria documentazione. Non risulta che da parte dell’amministrazione comunale siano state sollevate obiezioni in merito. Pertanto – commenta Montella – risulta inspiegabile l’obiezione del Comune rispetto al posizionamento dei campi boe e della procedura seguita, a meno che all’episodio non si voglia dare una lettura di natura politica. A mio giudizio, sarebbe stato più opportuno che il Comune si fosse occupato di altre priorità». «A perorare le richieste del Comune – aggiunge il consigliere Tommy Gallo – si finirebbe per levare le boe e far scattare il divieto di ancoraggio alle imbarcazioni in vaste zone del nostro territorio. Se questo può rientrare negli obiettivi dell’amministrazione, non rientra certamente nelle strategie portate avanti dal Parco». Entrambi, Montella e Gallo, lamentano da parte del Comune un atteggiamento che finirebbe per penalizzare l’economia, già in crisi, dell’area dell’arcipelago.
da La Nuova Sardegna, 28 luglio 2012
Parco, secondo mandato per il presidente Bonanno.
Intesa fra Regione e Governo sulla nomina ai vertici dell’ente della Maddalena Il primo incarico era stato assegnato nel 2007 dal ministro Pecoraro Scanio. (Andrea Nieddu)
LA MADDALENA. L’ufficialità arriverà solo nei prossimi giorni, ma la conferma di Giuseppe Bonanno alla guida del Parco è molto più di una voce. Nei corridoi del palazzo della Regione è data ormai per certa la notizia dell’intesa fra il ministro dell’ambiente Corrado Clini e il governatore Ugo Cappellacci per il rinnovo dell’incarico a Bonanno. Il mandato del giovane ricercatore maddalenino 37enne, nominato per il suo ruolo di tecnico il 30 maggio del 2007, dopo un accordo tra l’allora ministro Alfonso Pecoraro Scanio e il presidente Renato Soru, è scaduto il 15 luglio. Da allora l’ente è senza la sua guida. L’intesa, obbligatoria per legge per la nomina del presidente, sarebbe stata raggiunta nel corso di un incontro che si svolto ai primi di luglio e confermata da uno scambio di note tra ministero e Regione. Bonanno non ha confermato nè smentito l’indiscrezione. «Sono in attesa di notizie certe m – è il suo commento –. Non posso che ringraziare fin da ora il ministro Corrado Clini e il governatore Ugo Cappellacci per la fiducia che mi hanno accordato, già solo nel valutare la possibilità una mia riconferma. Segno di grande apprezzamento per il lavoro che ho svolto fino a oggi. Colgo l’occasione, visto che non ho potuto farlo prima, per ringraziare anche tutte le istituzioni insieme alle quali negli ultimi ho portato avanti rapporti di collaborazioni con risultati visibili sul territorio, la Regione, l’assessore all’Ambiente Giorgio Oppi, la giunta provinciale di Fedele Sanciu». Sotto la guida di Bonanno, che nel corso degli studi universitari e post-universitari si era occupato di aree protette, il Parco della Maddalena ha cambiato il suo ruolo sul territorio. Basti pensare che con la ristrutturazione avviata dal 2007 l’amministrazione è passata da 0 a 23 dipendenti a tempo indeterminato. Per questa estate sono ben 90 le persone impiegate. Se la notizia della riconferma di Bonanno dovesse essere confermata non mancheranno le reazioni sull’isola. Anche perché negli anni il giovane presidente non è riuscito a convincere tutti della bontà del suo mandato e dell’utilità del Parco nell’arcipelago. In cima alla lista l’amministrazione comunale con cui i rapporti sono rimasti altalenanti.
da La Nuova Sardegna, 25 ottobre 2012
«Parco, saranno 5 anni di fatti»: Bonanno illustra i suoi piani. La Maddalena: il riconfermato presidente dell’ente assicura che ci sarà dialogo con le istituzioni Zanchetta ironico: «Buon lavoro, ne ha bisogno. Il sindaco sosteneva un altro: che cosa farà ora?» (Andrea Nieddu)
LA MADDALENA. Neppure le accuse di due senatori del Pd, Roberto Della Seta e Roberto Ferrante, che hanno sparato a zero su Giuseppe Bonanno e sul suo mandato, «che non è stato confortato da risultati apprezzabili nel miglioramento degli standar di tutela del territorio» hanno impedito la sua riconferma come presidente del Parco della Maddalena. L’annuncio ufficiale del ministro dell’Ambiente Corrado Clini mette fine alla polemiche. E fa festeggiare il senatore del Pdl Fedele Sanciu. «È un uomo del territorio che opererà per far sì che il Parco diventi una grande opportunità per la tutela dell’ambiente, ma anche per lo sviluppo economico, individuando le sinergie giuste a livello istituzionale con Comuni, Provincia, Regione, Ministero» dice Sanciu. Bonanno, ovviamente, è contento della riconferma. «Segno di un riconoscimento per gli obiettivi già raggiunti nel corso del mio primo mandato – sono le sue prime parole –. Sono stati anni difficili ma affrontati con grande entusiasmo, lo stesso che metterò per i prossimi cinque anni. Nel corso del mio cammino ho incontrato tanti oppositori ma anche tanti, e spesso inaspettati, amici: persone che hanno riconosciuto la buona volontà, la voglia di fare e coi i quali mi sono confrontato con un solo obiettivo, essere umilmente al servizio di questo territorio, contribuendo alla sua salvaguardia e favorendo per quanto possibile il suo sviluppo». «Molto c’è da fare già nei prossimi mesi – continua il Presidente: – partiremo subito col Piano per il Parco, lo strumento principe che con ferrea determinazione dovrà essere varato al più presto perché questo territorio passi dall’eccezionalità alla normalità. Occorreranno inoltre collaborazione e risolutezza: proseguirò nel mio impegno per valorizzare le risorse di questo territorio cercando nell’ambito dell’innovazione, delle energie alternative, della valorizzazione e la riscoperta dell’agricoltura, argomenti che fino a qualche anno fa facevano ridere alcuni dei miei interlocutori locali e che invece, nel corso degli ultimi anni, sono entrati prepotentemente nell’agenda delle “cose da fare” di molti, tra gli altri anche imprenditori. Segno che le mie erano tutt’altro che idee bizzarre». «Sapremo ascoltare le istituzioni e le persone – chiude Bonanno – ovvero tutti coloro che vivono e animano il territorio e che saranno nostri interlocutori privilegiati». Chi,invece, non si sbilancia è Pier Franco Zanchetta: «No comment, ma invio tanti auguri al rieletto presidente: ne ha veramente bisogno. Attendo il consiglio del 31 ottobre per conoscere come la penserà la maggioranza del Comune che aveva proposto un altro candidato»
da La Nuova Sardegna, 27 ottobre 2012
«Guerre sul Parco, ma io vado avanti». Il presidente confermato da Clini: do fastidio perché so dire no. (Serena Lullia)
LA MADDALENA. Cinque anni con i cannoni puntati della politica non hanno cancellato la diplomazia del sorriso e la sua aria un po’ sorniona. Giuseppe Bonanno conquista il secondo mandato alla guida del Parco nazionale dell’arcipelago e non teme le contestazioni arrivate con puntualità. Fuoco amico. Ad accendere le polveri è ancora il sindaco Angelo Comiti, Pd, la stessa area politica che sostenne Bonanno nel suo primo mandato. A fare da scudo al bipresidente l’altra parte del Pd, ma anche esponenti illustri del centro destra. In prima linea il governatore Ugo Cappellacci, sponsor convinto del Bonanno bis davanti al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. Il sindaco ha subito contestato la sua riconferma. Saranno altri 5 cinque anni di guerra con l’amministrazione? «Sono le regole della diplomazia. La legge consente a una maggioranza relativa di governare. Alla Maddalena la giunta Comiti rappresenta il 27% della popolazione, quindi una minoranza. Il sostegno e l’augurio per una mia riconferma che mi è arrivato da tantissime persone mi ha dimostrato che in tanti riconoscono al Parco di aver raggiunto qualche risultato apprezzabile in questi anni. Istituzionalmente sono chiamato a lavorare con tutti. Comune compreso. Se poi non sarà possibile continueremo ad andare avanti. Questa amministrazione sostiene che l’avversione alla mia riconferma e al mio primo mandato non è nulla di personale. Sinceramente, dopo tutto ciò che è stato detto e fatto questa dichiarazione di intenti lascia il tempo che trova. Credo invece che si sia puntato a non avere una persona come me, che ha detto no al centrodestra come al centrosinistra e ha detto sì solo quando era convinta. Questo a molti dà fastidio». Il suo primo mandato è stato sostenuto da un governo di centro sinistra. La sua riconferma dalla Regione e dalla Provincia di centrodestra. Non le sembra un po’ strano? «Spesso rifletto sul livello di cannibalismo che c’è a sinistra e che non mi riempie di gioia. Io sono sempre stato coerente con la mia formazione nel dare risposte sull’ambiente. E nel tempo ho cominciato a fidarmi di chi riconosceva valide queste opzioni. E mi è sembrato molto sorprendente trovare il sostegno di tante persone di centro destra. Tutto ciò mi ha confermato che oggi bisogna parlare con gli uomini, non con i rappresentanti. Ragionare sulle idee, sui progetti, non sulle ideologie. Non ho mai preso tessere di partito. Voglio essere libero. E poter parlare con chi riconosce validi i miei progetti al di là del colore politico. Onestà intellettuale che riconosco al governatore Cappellacci come al presidente della Provincia Fedele Sanciu». Sicuro di voler fare il bis? «Quando si è cominciato a parlare di una mia possibile riconferma non ero del tutto convinto. Perché erano stati cinque anni di guerre e a volte stare su questa isola è complicato. Spesso manca una visione lungimirante e ti scontri con una agenda politica che prende in considerazione tutto e niente, rendendo difficile fare programmazione. Ma ci sono alcuni progetti che mi hanno fatto desiderare la riconferma. A partire dalla valorizzazione del passato. Il memoriale di Garibaldi ad Arbuticci ha dimostrato l’enorme potenzialità di questo settore. Mentre stavo andando via veniva avviato il progetto di recupero degli oliveti di Santo Stefano in collaborazione con la Regione, il progetto degli orti di Garibaldi, prendeva forma il laboratorio degli oli essenziali. Progetti bollati come stravaganti da molti cinque anni fa e che oggi passano dalla teoria alla pratica. Credo poi molto nella specializzazione del Parco in innovazione. La strada l’ha tracciata il progetto avviato per la casa del parco a Spargi, che diventerà un centro di valorizzazione delle energie alternative con un generatore a idrogeno, un microeolico e il solare, sia termico che fotovoltaico». Il Parco viene accusato di non aprirsi al resto del territorio. Intende invertire questa rotta? «Il Parco deve dialogare con tutti i comuni che si affacciano sul mare e le isole dell’arcipelago. Non si può più pensare che resti chiuso nei confini della Maddalena. Credo che la strada dei patti territoriali possa portare dei risultati. Vorrei poter dialogare con Arzachena, Palau, Santa Teresa, Olbia. Capisco bene le proteste che ci sono state in questi anni per il divieto alla balneazione nelle isole di Mortorio, Soffi e Li Nibari. Nel piano del Parco, che contiamo di approvare in tempi brevi, queste tre isole non saranno più di massima tutela ma verranno aperte. Sono aree colabrodo dal punto di vista dei controlli. E sono convinto che una fruizione controllata sia meglio di una finta chiusura, anche per l’ambiente».
La prima nomina arrivò dal governo Prodi.
Giuseppe Bonanno viene eletto presidente del Parco nazionale dell’arcipelago nel giugno 2007 dopo aver già ricoperto l’incarico di commissario dell’ente. Il suo atto di nomina viene firmato dal ministro Alfonso Pecoraro Scanio (governo Prodi). Trentasette anni, studi universitari a Firenze, è laureato in Scienze forestali e ambientali. Ha un dottorato di ricerca in Economia e pianificazione ambientale e ha svolto attività di consulente della commissione Agricoltura in Toscana. L’incarico per guidare il Parco per altri cinque anni porta la firma del ministro del governo Monti, Corrado Clini.
da La Nuova Sardegna, 7 dicembre 2012
Ambiente, le Bocche di Bonifacio diventano parco marino.
Sottoscritta in Corsica da Italia e Francia la nascita del Gruppo europeo di cooperazione territoriale, per unire le esperienze del parco nazionale dell’Arcipelago dellaMaddalena con quella della riserva naturale delle Bocche di Bonifacio: http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2012/12/07/news/ambiente-le-bocche-di-bonifacio-diventano-parco-marino-1.6158609
da Sardinia Post, 7 dicembre 2012
LE BOCCHE DI BONIFACIO DIVENTANO PARCO MARINO E PUNTANO ALLA TUTELA DELL’UNESCO: http://www.sardiniapost.it/cronaca/1962-le-bocche-di-bonifacio-diventano-parco-marino-e-puntano-alla-tutela-dell-unesco
da La Nuova Sardegna, 9 dicembre 2012
Col parco internazionale le Bocche sono blindate.
L’accordo tra Italia e Francia rafforza le difese contro la speculazione edilizia e il traffico di petroliere tra Sardegna e Corsica. Il disinteresse della Regione. (Giampiero Cocco)
LA MADDALENA. Il disastro ambientale nell’ecostistema delle Bocche di Bonifacio, da poche ore dichiarato parco marino internazionale, fu scongiurato all’ultimo minuto la sera del 22 febbraio 2010. Una notte infernale, con mare a forza otto e le acque delle Bocche che ribollivano sferzate dal Libeccio a cinquanta nodi, mentre il “Rhodanus” – un cargo olandese timonato da un ufficiale che si era addormentato in plancia dopo aver inserito il pilota automatico – procedeva, sballottato dalle onde, verso gli scogli taglienti e affioranti di Razzoli. La catastrofe venne sventata dalla guardia costiera che seguiva il cargo olandese – così come facevano i colleghi della sponda francese di Capo Pertusato – attraverso i monitor interattivi del Vts (Vessel traffic system) che con radar, telecamere ad altissima definizione e transponder satellitari seguono il passaggio di ogni natante, 24 ore su 24, attraverso le Bocche. Un sistema che tiene lontano dalle coste sardo-corse anche le gigantesche navi da crociera, che dal 1996 (Schettino, nelle nostre acque, non avrebbe potuto fare alcun inchino) sono obbligate a seguire una rotta prestabilita che passa attraverso Razzoli e Lavezzi, un viottolo di mare largo poco più di tre miglia che deve essere necessariamente intrapreso da ogni nave che transita nel santuario ambientale e paesaggistico tra Corsica e Sardegna. Il Getc (Gruppo europeo di cooperazione territoriale), che gestirà per i prossimi anni il parco marino internazionale delle Bocche di Bonifacio, ha assunto l’impegno di garantire l’integrità di siti protetti quali l’Isola Piana – uno scoglio granitico in mezzo al mare dove nidifica il gabbiano corso e raggiungibile, a piedi, attraversando un tratto di mare cristallino profondo poche decine di centimetri, un angolo di paradiso inserito nella riserva naturale di Tre Padule di Suartone (Corsica) – o la spiaggia rosa di Budelli, che con il porto della Madonna, tra l’isola resa famosa dal regista Michelangelo Antonioni e Santa Maria, arrichiscono di perle inestimabili il patrimonio affidato dal ministero dell’Ambiente all’Ente parco dell’arcipelago della Maddalena. Ogni caletta delle Isole Cerbicali, dello scoglio del Toro, di Lavezzi o Cavallo (Corsica), speculari e simili, per conformazione e vegetazione, alle gemelle Spargi, Razzoli, Caprera, Maddalena e Mortorio sono una risorsa economica non ancora sfruttata appieno. Da qui la polemica innescata dal sindaco di La Maddalena Angelo Comiti, il quale ha volutamente disertato la cerimonia di fondazione del Getc non essendo stato inserito il suo Comune tra i soci che dovranno gestire, anche sotto il profilo turistico, questo paradiso terrestre. E mentre nell’isola di bellezza francese sono stati in tantissimi, a partire dal presidente della consiglio esecutivo della Corsica Paul Giacobbi e dal prefetto Patrick Strzoda, a ratificare l’importanza e la valenza di uno strumento di tutela ecoambientale come il Gect, da parte sarda ha lasciato perplessi l’assoluto disinteresse mostrato dalle autorità regionali, nessuna delle quali era presente a Bonifacio al momento della storica firma. Eppure l’arcipelago maddalenino, da anni bistrattato e abbandonato a se stesso e alle sue immense difficoltà socio-economiche, fa ancora parte della Regione Autonoma della Sardegna ed è il fiore all’occhiello del turismo isolano. Così come lo è quel biglietto da visita (ormai scritto in arabo) che è la Costa Smeralda, recentemente passata sotto il controllo dell’emiro del Quatar, lo sceicco Hamad Bin Khalifa Al Thani, molto interessato alle bellezze naturali dell’isola, purché vi sia la possibilità di investire sul mattone i suoi due miliardi di euro. Nel neo parco marino internazionale delle Bocche di Bonifacio è invece impossibile anche piantare un ombrellone. Un regolamento apprezzato da Giulia Mozzoni Crespi, presidente onorario del Fai che possiede un antico stazzo gallurese a Punta Sardegna, con vista sulle perle dell’arcipelago.
dall’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, 30 gennaio 2013
Monitoraggio avifauna: i primi dati relativi al 2012: http://lamaddalenapark.it/comunicati-stampa/2013-01-30/monitoraggio-avifauna-i-primi-dati-relativi-al-2012
da La Nuova Sardegna, 31 gennaio 2013
Budelli, paradiso all’asta per tre milioni. L’isola dell’arcipelago maddalenino famosa per la spiaggia rosa in vendita dopo il fallimento dell’immobiliare milanese. (Giampiero Cocco)
LA MADDALENA. Poco meno di tre milioni di euro. Tanto vale Budelli, la più bella e preziosa delle isole dell’arcipelago maddalenino che racchiude la celebre spiaggia rosa di Michelangelo Antonioni. Un paradiso terrestre di un chilometro e mezzo quadrato che verrà messo all’asta, prossimamente, da Alessandro Di Giacomo, il giudice delle esecuzioni immobiliari del tribunale di Tempio. Il tentativo di vendere l’isola non è nuovo, ma gli aventi diritto (un agente immobiliare di Olbia e il vecchio custode) non demordono ed hanno chiesto al magistrato, che da anni segue la fase post fallimentare della immobiliare milanese proprietaria dell’isola, di valutare l’intera area per poterla vendere al miglior offerente. Sempre che si trovi una persona disponibile a pagare tre milioni, più spese legali, per quella fetta di paradiso irraggiungibile con mezzi personali, sottoposta a vincoli paesaggistici, ambientali e idrogeologici d’ogni genere e assoggettata alle ferree regole del parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena, che impediscono l’approdo, il transito e l’ormeggio a centinaia di metri dalla celebre spiaggia rosa e da quella attigua del “cavaliere” (antico nome della baia), oltre che allo sbarco in qualunque cala dell’isola, se non con mezzi messi a disposizione dall’Ente Parco. Fatta questa debita premessa, l’acquisto è un vero e proprio affare. L’intera isola, ricoperta di vegetazione mediterranea, priva di fonti d’acqua e che ospita una variegata serie di rettili e uccelli, si estende per circa un chilometro e mezzo quadrato, terreni valutati ad un euro e mezzo al metro quadro. C’è da aggiungere la casa del custode, una costruzione militare risalente al primo dopoguerra e riadattata negli anni ( poco meno di 90 metri quadri), il deposito per il legname (sette metri) e il capanno, diroccato, sulla spiaggia del cavaliere, undici metri quadri di muretti a secco. Probabilmente non si potrà spostare neppure una pietra e per giunta – essendo ancora sub judice la controversia avviata nel 1980 dalla vecchia immobiliare milanese, che chiedeva il riconoscimento della proprietà degli immobili inserite nelle aree demaniali – si è persa anche l’ultima (potenziale) possibilità di ampliamento previsto dal piano casa di berlusconiana memoria. Le domande scadevano il 31 dicembre del 2012 e nessuno, stante l’attuale e ancora indefinita controversia sulla proprietà degli immobili, ha potuto avanzare tale richiesta, che sarebbe stata comunque respinta dalla Regione Sarda. La procedura esecutiva continua il suo corso, nella speranza che lo Stato italiano, attraverso il ministero per l’Ambiente, faccia prevalere il diritto di prelazione sull’isola, che ricade in un sito di interesse regionale, nazionale e comunitario, essendo stato inserito nel parco marino internazionale della Bocche di Bonifacio. L’unica possibilità, per i creditori, di poter monetizzare i loro diritti
l’Isola di Budelli è super-vincolata e non ci si può metter nemmeno un mattone.
da La Nuova Sardegna, 1 febbraio 2013
Appello a Monti: lo Stato compri Budelli. Mobilitazione sul web perché l’isola diventi patrimonio pubblico. Secondo i periti vale tre milioni. (Giampiero Cocco) (http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2013/01/31/news/budelli-paradiso-all-asta-per-tre-milioni-1.6447511)
LA MADDALENA. La vendita dell’isola di Budelli spopola sul web, conquista la prima pagina dell’edizione italiana di “Huffington Post”, il quotidiano online letto in tutto il mondo, e manda segnali di fumo al premier uscente, Mario Monti. «Salvate l’isola» è il refrain, dopo la notizia data dal nostro giornale ieri, che riempie blog e siti d’ogni genere. Ambientalisti, navigatori, turisti e politici cominciano a preoccuparsi per il futuro (già blindato, per fortuna) della perla dell’arcipelago maddalenino. Con il deposito della perizia chiesta dal giudice delle esecuzioni del tribunale di Tempio, che anticipa di qualche mese l’udienza nella quale sarà fissata l’asta giudiziaria, si è soltanto dato un valore economico ai terreni che splendono sotto il sole dell’arcipelago. Una stima – tre milioni di euro – che non potrà mai compensare il valore intrinseco di quel chilometro e mezzo di rocce granitiche, sabbia bianca e rosa, la flora e la fauna, tra i quali la rara “Prunella modularis”, un passeriforme che sverna sull’Erica, e la macchia mediterranea dell’isola che ispirò Michelangelo Antonioni quando girava le scene di “Deserto rosso”. In tantissimi, ieri, si sono rivolti al ministro dell’Ambiente Corrado Clini e al premier Mario Monti per evitare l’asta pubblica. «L’isola di Budelli non può essere venduta – dice Stella Bianchi, responsabile ambiente del Pd – e bisogna fare il possibile perché torni al più presto a far parte del patrimonio pubblico». È quello che chiedono i creditori della immobiliare italo-svizzera dichiarata fallita dal tribunale di Milano e che ha lasciato in pegno l’isola, acquistata nel 1986 da Pierino Tizzoni, l’imprenditore turistico che realizzò Costa Paradiso e fece conoscere, negli anni Sessanta, all’amico Michelangelo Antonioni quell’isola brulla frequentata soltanto da gabbiani.
da Sardinia Post, 1 febbraio 2013
Vendita di Budelli, il ministro Clini: “L’isola non andrà all’asta”: http://www.sardiniapost.it/cronaca/vendita-di-budelli-il-ministro-lisola-non-andra-allasta/
da La Nuova Sardegna on line, 2 febbraio 2013
Clini: «Budelli diventerà patrimonio di tutti».
Il ministro all’Ambiente interviene sul rischio della vendita e dopo le sollecitazioni di Cappellacci: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/02/02/news/clini-budelli-diventera-patrimonio-di-tutti-1.6454954
ora anche il bracconaggio!
comunicato stampa dell’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, 6 febbraio 2013
Lacci e gabbie abusivi per la cattura degli ibridi di cinghiale sull’isola di Caprera: http://www.lamaddalenapark.it/comunicati-stampa/2013-02-06/lacci-e-gabbie-abusive-per-la-cattura-degli-ibridi-di-cinghiale-sull-isola-di-caprera
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da La Nuova Sardegna, 7 febbraio 2013
Cinghiali, i lacci sono fuorilegge. Il Parco li ha scoperti a Caprera dove è in corso la campagna di abbattimento. (Andrea Nieddu)
LA MADDALENA. Il Parco presenta una denuncia contro anonimi per l’uso di lacci e gabbie abusive per la cattura dei cinghiali a Caprera. A fare la scoperta il personale del Coordinamento territoriale ambientale che monitora le 11 gabbie autorizzate all’interno di un programma di abbattimento selettivi degli ibridi di cinghiale. «L’introduzione di gabbie non autorizzate per la cattura di fauna selvatica all’interno di un’area protetta da parte di privati cittadini – spiega l’ente –, oltre che rappresentare un reato di tipo penale, rischia di essere un ulteriore ostacolo per la definitiva soluzione del problema. Non è infatti chiara la natura e le finalità di queste catture». Il Parco invita i cittadini a collaborare per individuare altre situazioni anomale e a segnalarle al numero 0789.790233 o a rivolgenrsi direttamente al personale del Cta. Dal 2001 si occupa di portare avanti un piano per contenere il numero di cinghiali fin dall’anno 2001, spendendo significative risorse pubbliche. «Il lavoro realizzato in questi anni rischia di essere vanificato da atteggiamenti poco collaborativi – accusa il Parco –. L’introduzione di questi animali a Caprera ha rappresentato un danno ecologico significativo maturato nel corso degli anni. Il ricorso a metodi di abbattimenti selettivo all’interno di un’area protetta come il Parco deve comunque essere considerato uno strumento e una modalità eccezionale, al fine esclusivo di salvaguardare questo habitat incredibilmente delicato, dove anche l’introduzione di specie “aliene” può costituire un elemento di distruzione per molte altre specie.
riceviamo dall’Ufficio stampa dell’Ente parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena e pubblichiamo volentieri.
“Barche da traffico: l’accessibilità delle isole deve essere riorganizzata” (http://www.lamaddalenapark.it/comunicati-stampa/2013-04-06/barche-da-traffico-l-accessibilita-delle-isole-deve-essere-riorganizzata)
Si è svolto nella sala del Consiglio comunale un incontro tra operatori delle barche da traffico operanti all’interno dei confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena con i responsabili dell’Ente Parco, dell’Amministrazione comunale di La Maddalena e della Capitaneria di Porto per provare a ridefinire i criteri e i meccanismi di accesso alle isole da parte dei turisti in visita nell’Arcipelago. Individuare soluzioni percorribili rispetto ai problemi di accessibilità alle isole durante la stagione estiva risulta essere un problema di difficile soluzione, come emerso nel corso della discussione che deve comunque essere affrontato rapidamente e con una chiara certezza degli obiettivi da perseguire: da un lato il contesto di crisi economica vissuto dall’intera comunità maddalenina che trova ossigeno proprio durante la stagione estiva, dall’altro l’evidente depauperamento ambientale di alcuni siti di pregio come la spiaggia dei Cavalieri.
da La Nuova Sardegna, 15 luglio 2013
L’isola di Budelli di nuovo in vendita. Il costo dell’atollo rosa è di “appena” tre milioni di euro, ma su quel chilometro quadrato l’acquirente non potrà costruire. (Luca Rojch)
OLBIA. Come un anonimo scoglio il paradiso è finito in offerta speciale. Stretto tra l’annuncio di un appartamento pignorato e quello di un villino a schiera. L’isola di Budelli è di nuovo all’asta. Basta scorrere i lotti delle vendite giudiziarie, che il tribunale di Tempio pubblica sulla “Nuova Sardegna”, per leggere uno dei pezzi forti che il 1 ottobre 2013 finirà all’asta. L’isola di Budelli, con la casa del custode è in vendita. Per accaparrarsela bastano appena 3 milioni di euro, 2 milioni e 945mila per essere precisi. Il munifico investitore che metterà sul tavolo la cifra si potrà godere l’isola grande un chilometro quadrato e mezzo su cui di fatto non ci si può fare nulla. Inutile l’allarme lanciato a gennaio, quando per la prima volta si era prospettato il rischio che l’isola più protetta e preziosa del Parco della Maddalena potesse finire nelle mani di un privato. Budelli era di proprietà di una società immobiliare milanese. Il fallimento dell’azienda aveva fatto finire l’isola della spiaggia Rosa nel pentolone dei beni che il tribunale deve mettere all’asta. Ma il proprietario deve essere disponibile a fare un investimento rivolto a un futuro lontano. Oggi a Budelli non ci si può neanche mettere piede. L’isola è sottoposta a vincoli paesaggistici e ambientali. In pratica è off-limits se non si è accompagnati dal personale del Parco. Impensabile pensare di mettere anche un solo mattone nel cuore più protetto del Parco. Ma la nuova asta che rischia di partire per Budelli riaccenderà di sicuro le polemiche. A gennaio, appena si era saputo del rischio vendita per l’isola, era scattata una sorta di gara per evitare che Budelli cadesse nelle mani dei privati. Ma tutto era finito in una sorta di spot. Spente le telecamere era calato il silenzio. Lo Stato ha un diritto di prelazione che può esercitare attraverso il ministero dell’Ambiente. Anche la Regione potrebbe acquisire l’area. Ma per ora al di là delle promesse non si è mai materializzata una offerta. Tanto che Budelli è finita all’asta. Il presidente del Parco Giuseppe Bonanno una soluzione l’aveva già prospettata. Secondo il numero uno dell’ente di tutela l’ufficio legale del Parco aveva escluso a priori la possibilità che qualcuno potesse avere interesse ad acquisire l’area, considerata la blindatura dell’isola. I vincoli rendono impossibile qualsiasi tipo di attività. In questi anni Budelli era nelle mani dei privati, ma veniva gestita sotto ogni aspetto dal Parco. Bonanno aveva suggerito al ministero di acquisire con decreto al patrimonio pubblico anche tutte le strutture murarie che si trovano nell’isola, e sottoporre gli edifici a vincoli ancora più rigidi dal punto di vista paesaggistico e ambientale.
da La Nuova Sardegna on line, 16 luglio 2013
Budelli, il Parco lancia una raccolta fondi per acquistare l’isola.
L’ente si è rivolto alle associazioni ambientaliste per valutare il lancio di una grossa campagna nazionale di raccolta fondi: http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2013/07/16/news/budelli-il-parco-lancia-una-raccolta-fondi-per-acquistare-l-isola-1.7430277
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da Sardegna Oggi, 16 luglio 2013
Budelli all’asta, l’appello: “Una raccolta fondi per salvare l’isola dalla vendita”: http://www.sardegnaoggi.it/Cronaca/2013-07-16/22420/Budelli_allasta_lappello_Una_raccolta_fondi_per_salvare_lisola_dalla_vendita.html
Firmate la petizione #salviamobudelli su Change.org
Maggiori info: http://bit.ly/fondazione-univerde-salviamobudelli
da La Nuova Sardegna, 2 gennaio 2014
Armi chimiche, il Parco dice no. Voci sull’arrivo dell’arsenale a Santo Stefano, Bonanno chiede notizie ai ministri Mauro e Bonino. (Andrea Nieddu)
LA MADDALENA. L’ipotesi che le armi chimiche provenienti dalla Siria possano approdare a Santo Stefano fa rabbrividire chiunque, figuriamoci i responsabili di un’area naturalistica protetta e dal biosistema delicatissimo come quella del Parco dell’arcipelago della Maddalena. Che ha avviato una richiesta di chiarimenti dopo le notizie apparse nei giorni scorsi sui giornali relative ad un eventuale impiego del territorio del parco nazionale quale sito per lo stoccaggio e lo smaltimento dell’arsenale chimico del governo guidato da Assad. Il presidente del Parco, Giuseppe Bonanno, ha inviato una nota al ministro della difesa, Mario Mauro, e al ministro degli esteri, Emma Bonino, per capire se davvero c’è la fondata possibilità di un utilizzo delle aree in uso al ministero della difesa sull’isola di Santo Stefano. «Ritengo – scrive Bonanno ai ministri – che il pericolo di una possibile contaminazione, nel corso delle operazioni di smaltimento dei 150 container carichi di materiale bellico, sia un rischio che la comunità maddalenina non può in alcun modo permettersi di affrontare, non solo alla luce della grave crisi che ha colpito il tessuto economico della Maddalena, per il quale sono auspicabili esclusivamente iniziative tese al suo rilancio ed alla sua valorizzazione in chiave turistica, ma anche per la valenza ambientale delle risorse paesaggistiche e naturalistiche del Parco nazionale. Una simile operazione, in evidente contrasto con le normative vigenti, sarebbe infatti suscettibile di arrecare gravi danni, oltre al sistema socio-economico locale, anche ad un territorio Sic (sito di interesse comunitario) e Zps (zona a protezione speciale) che ogni giorno questo Ente cerca di preservare. La conferma di questa previsione non potrebbe che incontrare la nostra netta opposizione. Auspichiamo che venga smentita la fondatezza delle informazioni riportate dalla stampa per poter rassicurare così la comunità locale». L’allarme era scoppiato intorno al 19 dicembre quando il ministro degli esteri Emma Bonino rivelò che i possibili porti individuati tra quelli adatti per lo stoccaggio erano in Sardegna e Sicilia e cheavrebbero potuto accogliere le navi danesi e norvegesi che trasportano i 150 container carichi dell’arsenale chimico siriano. A scegliere la località saranno i tecnici dell’Opac, l’Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche, sulla base di tre elementi, il pescaggio, la capienza del porto e la lontananza da un grosso centro abitato». Il deputato Pd olbiese Giampiero Scanu presentò un’interrogazione alla Camera e chiese notizie precise anche sulla modalità della distruzione. Il 27 dicembre il segretario nazionale dell’Idv Ignazio Messina affermò di aver appreso che La Maddalena, Augusta e Gioia Tauro erano le possibili sedi designate per l’operazione.
A.N.S.A., 9 gennaio 2014
Lottizzazione abusiva in Gallura.
Ville vista mare in area vincolata a La Maddalena, 18 indagati: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sardegna/2014/01/09/Lottizzazione-abusiva-Gallura_9872912.html
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da La Nuova Sardegna, 9 gennaio 2014
Ville con vista sul mare nel parco della Maddalena: 18 indagati.
Gli agenti del Corpo forestale hanno messo sotto sequestro una casa già abitata e altre in costruzione in una zona di massima tutela, indagini della procura di Tempio: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2014/01/09/news/ville-con-vista-sul-mare-nel-parco-della-maddalena-18-indagati-1.8437219
da La Nuova Sardegna, 10 gennaio 2014
Case abusive sul mare, alla Maddalena 18 indagati.
Sequestrati dalla procura di Tempio un villino, due rustici e otto lotti di terreno Le costruzioni sono state realizzate in un’area sottoposta a tutela integrale. (Giampiero Cocco)
LA MADDALENA. Le pareti esterne del villino con vista su Cala Garibaldi stavano per essere tinteggiate quando, ieri mattina, gli agenti del corpo di vigilanza ambientale hanno imposto uno stop forzato agli imbianchini. L’immobile, di proprietà di un operaio maddalenino che vive lì con la famiglia, è stato messo sotto sequestro preventivo con un provvedimento del gip del tribunale di Tempio perché realizzato abusivamente su un terreno che è vincolato da ogni genere di interdizione: dalla zona H di tutela integrale all’area Sic, passando per il rispetto idrogeologico e per concludersi con l’area sottoposta alle norme di inedificabilità della Zps (zona di protezione speciale) del Parco nazionale dell’Arcipelago maddalenino. All’operaio e alla sua famiglia i magistrati della procura della Repubblica che stanno conducendo l’inchiesta sulla lottizzazione abusiva – il capo della procura Domenico Fiordalisi e il sostituto Angelo Beccu – hanno consentito di restare dentro casa ancora per qualche giorno, come custodi dell’immobile, in attesa che gli assistenti sociali del Comune trovino loro una adeguata sistemazione. Nell’operazione condotta dagli uomini della vigilanza ambientale sono stati sequestrati anche due rustici in fase avanzata di realizzazione e ben otto lotti di terreno già delimitati con tanto di muretti a secco e stradine di collegamento. Il tutto realizzato su un ettaro e mezzo di terreno ultravincolato in zona “Sualeddu”, tra le località di Trinità e Spalmatore, in un’area territoriale vincolata da norme di tutela ambientale e paesaggistica insormontabili. Per questa lottizzazione abusiva sono state denunciate 18 persone tra venditori, acquirenti, geometri e piccoli impresari che si sono prestati a realizzare gli immobili nell’area protetta. Quello compiuto ieri non è il primo di tanti blitz finalizzati a stroncare l’abusivismo edilizio nel nord Sardegna, un giro di vite a tolleranza zero contro il mattone selvaggio già attuato dal procuratore della Repubblica Domenico Fiordalisi che ha disposto altri sequestri in diverse località della Gallura. Dall’isola della Maddalena dovrebbe partire anche l’annunciato movimento delle ruspe coordinate dall’ufficio demolizioni della procura della Repubblica di Tempio, che ha già individuato una decina di immobili abusivi da abbattere sui quali penderebbero, da anni, ordinanze di demolizione mai eseguite. La lottizzazione abusiva messa sotto sequestro ieri mattina era stata realizzata negli anni scorsi dall’intraprendente proprietario dei terreni (un possidente del luogo) che, dopo aver “frazionato” illegalmente quasi settemila metri quadrati di rocciaio, aveva venduto i lotti ad altrettante persone che, anno dopo anno, aggiungevano qualcosa a quell’improvvisato insediamento residenziale per meno abbienti. Gli agenti del corpo forestale hanno infatti trovato nella zona diverse roulotte, depositi d’acqua, capanni e recinzioni in muratura e con reti metalliche, oltre ad alcuni pollai. In molti casi i proprietari dei lotti non avrebbero ancora avuto modo di costruire per ristrettezze economiche. L’intera area è stata messa sotto sequestro e ora il rischio più immediato è quello di una confisca e dell’automatico passaggio dei beni al patrimonio comunale. Le diciotto persone finite sul registro degli indagati sono state denunciate per il reato di lottizzazione abusiva, oltre che per le violazioni amministrative commesse nel realizzare strade interpoderali e muretti a secco. Anche il Comune della Maddalena dovrà occuparsi dello spinoso caso, trovando una sistemazione alternativa alla famiglia “sfrattata” dalla procura della Repubblica, i cui magistrati si stanno chiedendo come è stato possibile realizzare quegli immobili in un’area iperprotetta.
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Il boom edilizio che se ne infischia delle regole.
Una costa, quella del Nord Sardegna, che era tra le più belle e isolate e sconosciute del Mediterraneo. Un interno, quello della Gallura, dove per millenni l’antica civiltà degli stazzi scandiva i ritmi della vita, tra semine, mietiture, vendemmie e lunghi inverni. Poi Karim Aga Khan e i suoi amici scoprirono, negli anni Sessanta, la Costa Smeralda, la fecero crescere e prosperare, e con essa ci fu la scoperta dell’intera Sardegna, con il turismo prima d’elite e poi il boom delle masse. Case su case, mattone dopo mattone e sono sorti villaggi vacanze, brulicanti (ora non tanto) d’estate quanto deserti e spettrali d’inverno. Il cemento ha conquistato l’intera Gallura, fatto crescere città e comunità, centuplicato le risorse economiche ma anche creato sacche di povertà – vedi la manovalanza dell’edilizia – che non sbarca più il lunario. Ma l’abusivismo edilizio resta sempre in voga, a dispetto di ogni crisi economica.
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La Gallura del mattone selvaggio.
I sigilli a villa Swarovski e alla residenza di Amii Stewart a Cala di Volpe.
I precedenti.
OLBIA. Da Palau a Loiri, passando per Olbia e le campagne di Telti. Lottizzazioni selvagge, terreni strappati al cisto per lasciar posto a muri in blocchetti (per i poveri diavoli) o le eleganti, lusuose e costose rifiniture in pietra locale, il granito, per coloro che se lo possono permettere. Come la mega villa in riva al mare realizzata abusivamente dalla cantante pop americana (ma da decenni smeraldina d’adozione) Amii Stewart, la quale, cogliendo al volo l’occasione di ampliare col “Piano Casa” il vecchio rustico di legno che da decenni possiede sulla baia del cala di Volpe, aveva realizzato duecento metri di vuoti sanitari, altrettanti di cubature a pian terreno, assemblando due verande e stava anche per ricoprire il tutto con una copertura in tegole d’annata. A bloccare quel sogno americano in terra sarda è stata la denuncia della confinante, una nobildonna vicina alla casa reale belga alla quale la cantante aveva chiuso una stradina d’accesso. Dopo il controllo della vigilanza ambientale (sollecitato dalla contessa: nessuno gira per la Gallura durante l’inverno, quando i lavori abusivi fervono come formicai) si scoprirono casualmente quei lavori, bloccandoli e ponendoli sotto sequestro con il pesante sigillo della procura della Repubblica. La stessa sorte toccata poche settimane fa ad un’altra icona del lusso mondiale, la famiglia austriaca degli Swarovski che a Porto Rotondo, dove possiede da trent’anni una villa sul mare, aveva realizzato il doppio del preventivato 30 per cento di cubature concesso dal famigerato “Piano Casa. In Gallura il mattone selvaggio cresce alla stessa velocità del vento di maestrale. Basta chiudere gli occhi e in una notte vengono realizzati muri perimetrali e installati falsi tetti, nel tentativo di sfuggire all’occhio vigile delle riprese aeree della rete di controllo dell’assessorato regionale all’Ambiente e all’urbanistica della Regione Sarda. Anche la mitica Costa Smeralda non sfugge a questa regola del mattone selvaggio. La scorsa primavera la Sardegna Resort, cassaforte della holding smeraldina, fece trapanare il piazzale del porto vecchio per sistemare impianti di acque e luce che, pochi mesi dopo, avrebbero dato lustro e illuminato a giorno i 2200 metri quadrati di griffe extralusso targate Harrods. Un tentativo di aggirare le norme che sono costate una denuncia per abusi edilizi all’amministratore della Costa Smeralda Mariano Pasqualone e ad un costruttore di Azachena, entrambi denunciati dai carabinieri.
da La Nuova Sardegna, 11 gennaio 2014
Abusi edilizi a Sualeddu: confisca per case e terreni.
La Maddalena, l’offensiva della procura contro la cementificazione selvaggia Dopo i sequestri arrivano le ruspe: individuati tutti gli immobili da abbattere. (Giampiero Cocco)
LA MADDALENA. Il sequestro di tre immobili e degli otto lotti di terreno nella collina di “Sualeddu”, frazionati illegalmente, ha dato l’avvio alla campagna antiabusi da parte della procura della Repubblica di Tempio. Le tre abitazioni, una delle quali abitata da una famiglia del posto (che non risiedono nella villetta ripresa, erroneamente, nelle foto apparse a corredo del servizio di ieri del nostro quotidiano. Dell’errore ci scusiamo con i proprietari, in perfetta regola con le norme urbanistiche, e con i lettori) e le altre due in fase di completamento sono state sigillate dagli uomini del corpo di vigilanza ambientale della Regione Sarda, in attesa che la magistratura stabilisca il loro destino. Stando all’attuale normativa gli immobili e i terreni lottizzati abusivamente in aree di tutela ambientale, paesaggistica o idrogeologica potrebbero essere confiscati e incamerati tra i beni indisponibili del demanio pubblico. A disposizione, in questo caso, del Comune di appartanenza, cioè quello di La Maddalena. Un passaggio, questo, che potrebbe avvenire in tempi brevi, dopo che le diciotto persone finite sul registro degli indagati con l’accusa di lottizzazione abusiva saranno giudicate dalla magistratura di Tempio. Nel frattempo i rangers della forestale stanno esaminando altri incartamenti relativi a presunti illeciti nel campo edilizio commessi nell’isola nel corso degli anni, a partire dai vuoti sanitari trasformati in sotterranee dependance con tanto di tinello, bagni e camere da letto o di vecchie strutture trasformate in abitazioni senza aver prima ottenuto le necessarie licenze edilizie. Al vaglio degli investigatori ci sono le centinaia di pratiche avviate dopo l’approvazione del “piano casa” con iol quale veniva concesso, in presenza di volumetrie sfruttabili, l’aumento del 30 per cento delle cubature regolarmente licenziate. In molti hanno invece colto l’occasione per “regolarizzare” abusi realizzati precedentemente, ed è su queste irregolarità che si stanno concentrando le attenzioni della magistratura inquirente e del loro braccio operativo, gli uomini della vigilanza ambientale della regione Sarda. Sempre nell’ambito delle operazioni contro il cemento selvaggio avviate dalla procura gallurese con l’arrivo del nuovo capo dlla Procura, Domenico Fiordalisi, si stanno mettendo a punto gli strumenti per agire contro gli oltre venti immobili i cui proprietari hanno già ricevuto nel corso degli anni le ordinanze di demolizione e non hanno mai provveduto ad abbattere i manufatti abusivi. L’ufficio demolizioni della procura della repubblica di Tempio ha già individuato le diverse abitazioni sulle quali intervenire prioritariamente, partendo dalle seconde case e in quelle dove non risiedono stabilmente, come prima abitazione, nuclei familiari. In questi casi, com’è accaduto per la villetta messa sotto sequestro ieri l’altro e occupata da una famiglia, del problema della sistemazione sarà investita l’amministrazione comunale, che dovrà trovare un alloggio agli “sfrattati”.
era ora.
da La Nuova Sardegna, 7 marzo 2014
La Maddalena: via le barche abusive da tutte le spiagge dell’isola.
Massiccia operazione di sgombero delle imbarcazioni avviata dalla Capitaneria di porto: http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2014/03/07/news/la-maddalena-via-le-barche-abusive-da-tutte-le-spiagge-dell-isola-1.8805482
da La Nuova Sardegna, 17 aprile 2014
Quattro pontili abusivi e pericolosi, la capitaneria li sequestra.
La Maddalena, al setaccio della guardia costiera l’arcipelago disseminato di infrastrutture e imbarcazioni non autorizzate: http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2014/04/17/news/quattro-pontili-abusivi-e-pericolosi-la-capitaneria-li-sequestra-1.9064409
da La Nuova Sardegna, 13 giugno 2014
Parco, nuovo blitz della finanza.
La Maddalena, non si trovano fatture e documenti riguardanti appalti e spese degli amministratori. (Giampiero Cocco): http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2014/06/13/news/parco-nuovo-blitz-della-finanza-1.9419055
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Indagini sull’Ente Parco, il Presidente Bonanno esprime piena fiducia nella magistratura.
Nota stampa del 13.06.2014
Con riferimento a quanto pubblicato quest’oggi dagli organi di informazione, il Presidente dell’Ente Parco, Giuseppe Bonanno, intende chiarire quanto segue: «Confermo la mia piena fiducia in coloro che stanno conducendo le indagini. Per quanto riguarda, in particolare, la mia posizione economica, l’ho resa nota pubblicamente: risulto probabilmente, con uno strano senso di orgoglio, il Presidente di parco più povero d’Italia, anche perché ho deciso di dedicare tutto il mio tempo all’Ente e non svolgo altre attività lavorative, diversamente da quanto fanno i legali rappresentanti di altre amministrazioni; di certo non mi sono arricchito, anzi.
Poiché tuttavia non sono stato ancora sentito dai magistrati che conducono l’indagine, contrariamente a ciò che è stato riportato negli articoli di stampa, ribadisco nuovamente la mia disponibilità a collaborare a qualsiasi livello affinché venga compiutamente fatta chiarezza sull’operato dell’Ente Parco, ma voglio comunque ricordare il principio, alla base del nostro ordinamento, di separazione tra le funzioni di indirizzo politico e di gestione. Ad esempio, diversamente da ciò che accade in altre istituzioni, i rimborsi delle missioni effettuate nell’interesse dell’Ente non vengono erogate se non dopo una verifica interna.
Posso capire che le mie posizioni, contrarie a idee speculative e a forme di lottizzazioni inutili e dannose per l’ambiente e l’economia – posizioni che hanno infine trovato sintesi nella bozza del documento di pianificazione del Parco nazionale recentemente approvato e nell’assetto regolamentare che scardina alcuni privilegi – abbiano fatto agitare molti soggetti che forse speravano di poter agire avendo carta bianca, ma trovo grave che per tale ragione qualcuno, nell’ombra, stia conducendo azioni denigratorie a mio carico: è quindi inaccettabile che vi sia una così palese fuga di notizie, peraltro in gran parte inesatte, sul mio conto. Credo infine, a questo punto, che sarebbe utile un chiarimento anche rispetto al tema dei fari di Santa Maria e Razzoli, per i quali fui io stesso, in passato, a sporgere denuncia agli organi competenti, e che tanta attenzione destò, mediaticamente, anche a livello nazionale: un argomento in merito al quale ancora attendo risultanze».
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Dott. Enrico Lippi – Portavoce del Presidente dell’Ente Parco
Telefono: (+39) 392 8309407; Posta elettronica: e.lippi@lamaddalenapark.org
Ente Parco: http://www.lamaddalenapark.it / http://www.facebook.com/lamaddalenapark
da La Nuova Sardegna, 1 luglio 2014
I finanzieri perquisiscono la sede del Parco e il faldone smarrito salta fuori.
La Maddalena, il procuratore Fiordalisi manda i militari a cercare le carte inutilmente richieste dalla stessa Guardia di finanza sull’appalto assegnato alla coop Naturalia: http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2014/07/01/news/i-finanzieri-perquisiscono-la-sede-del-parco-e-il-faldone-smarrito-salta-fuori-1.9520779
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Appalti e documenti smarriti, indagato il presidente del Parco.
La Maddalena, dopo la perquisizione dei finanzieri nell’ambito dell’indagine sui rapporti tra l’ente e la coop Naturalia: http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2014/07/01/news/appalti-e-documenti-smarriti-indagato-il-presidente-del-parco-1.9521152
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da Sardinia Post, 1 luglio 2014
Blitz della Finanza nell’Ente Parco La Maddalena: il presidente indagato per falso: http://www.sardiniapost.it/cronaca/blitz-finanza-nellente-parco-maddalena-presidente-indagato-per-falso/
A.N.S.A., 9 luglio 2014
Sequestrato depuratore La Maddalena.
Sei indagati da Procura Tempio per inquinamento ambientale: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2014/07/09/sequestrato-depuratore-la-maddalena_ea93ddcd-d6e2-4589-a1f8-f451721aec1d.html
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da La Nuova Sardegna, 9 luglio 2014
Reflui a mare, sequestrato depuratore alla Maddalena: sei indagati.
La procura della Repubblica di Tempio indaga per inquinamento a mare. Il depuratore di zona Vaticano sarebbe bloccato da circa un anno e in questo periodo avrebbe scaricato nel porto in un area di pregio: http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2014/07/09/news/reflui-a-mare-sequestrato-depuratore-alla-maddalena-sei-indagati-1.9568094
A.N.S.A., 23 gennaio 2015
Parco La Maddalena: Pm contro presidente.
Procura Tempio chiede interdizione, si indaga per truffa: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2015/01/23/parco-la-maddalena-pm-contro-presidente_d22c0772-0c19-48d5-8929-e52e63ae7b02.html
da L’Unione Sarda, 26 gennaio 2015
LA MADDALENA. Inchiesta della Procura sull’Ente Parco:
nel mirino rimborsi spesa e gare d’appalto. (Andrea Busia): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20150126085456.pdf
da Sardinia Post, 11 febbraio 2015
Parco de La Maddalena, al concorso parenti e conoscenti del direttore: http://www.sardiniapost.it/cronaca/parco-de-la-maddalena-al-concorso-parenti-e-conoscenti-del-direttore
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Parco La Maddalena, parenti del direttore nei concorsi. Il Comitato precari: “Una famiglia con eccellenze”: http://www.sardiniapost.it/cronaca/parco-la-maddalena-parenti-del-direttore-nei-concorsi-il-comitato-precari-una-famiglia-con-eccellenze/
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Concorsi al parco de La Maddalena: Lai (Pd) scrive a Renzi e a Cantone. “Gestione imbarazzante”: http://www.sardiniapost.it/senza-categoria/concorsi-al-parco-de-la-maddalena-lai-pd-scrive-renzi-e-cantone-gestione-imbarazzante/
cafonate.
da La Stampa, 17 agosto 2017
Estate cafona, presa d’assalto la spiaggia rosa di Budelli.
Scorribande notturne e furti di sabbia nella perla dell’Arcipelago de La Maddalena. Vandali a Caprera e invasione di barche nelle zone vietate: controlli e sanzioni del parco e della Capitaneria. (Nicola Pinna): http://www.lastampa.it/2017/08/16/italia/cronache/estate-cafona-presa-dassalto-la-spiaggia-rosa-di-budelli-hhMhydM5lUjAwSlMsdNtDM/pagina.html
arriva il nuovo Presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena.
da La Nuova Sardegna, 5 febbraio 2018
La Maddalena, il ministro ha firmato: Fabrizio Fonnesu è il presidente del Parco.
Ignegnere civile di 42 anni, maddalenino, arriva alla guida dell’ente dopo sette anni di commissariamento. (Serena Lullia): http://www.lanuovasardegna.it/olbia/cronaca/2018/02/05/news/la-maddalena-il-ministro-ha-firmato-fabrizio-fonnesu-e-il-presidente-del-parco-1.16438118
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da Sardinia Post, 5 febbraio 2018
Fonnesu nuovo presidente del Parco della Maddalena, sindaco all’attacco: http://www.sardiniapost.it/ambiente/fonnesu-presidente-del-parco-della-maddalena-sindaco-allattacco/