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E’ ora di metter mano al rischio rifiuti, incendi e intolleranza presso il campo nomadi di Cagliari.


Nei giorni scorsi una delegazione del Comitato di residenti e operatori economici che gravitano sul quartiere cagliaritano di Mulinu Becciu e presso la zona industriale e artigianale di Cagliari-Elmas, accompagnati da esponenti dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico, hanno incontrato il Procuratore della Repubblica di Cagliari Mauro Mura per illustrare personalmente la situazione di grave degrado ambientale, sanitario, sociale creatasi presso il campo nomadi situato vicino alla S. S. n. 554.

Esposti, schede riepilogative, una raccolta di video su dvd hanno costituito rilevante documentazione sottoposta all’attenzione del Procuratore Mura, il quale ha assicurato il proprio impegno nell’ambito delle sue prerogative e competenze.

Nei prossimi giorni sarà contattato anche il nuovo Sindaco di Cagliari Massimo Zedda per un incontro finalizzato a illustrargli direttamente la grave situazione.

Cagliari, rifiuti presso il campo nomadi

“All’allarme ambientale, per il cocktail di diossina respirata e di discariche incontrollate, (sulla quale però hanno una responsabilità anche i tanti cagliaritani che ne approfittano per gettare in tutta l’area rifiuti di ogni genere), si può aggiungere un grave problema di convivenza civile da non sottovalutare. Con il clima di razzismo – sapientemente alimentato da chi ne vuole trarre un tornaconto elettorale – che monta in Italia e Sardegna c’è il rischio che queste vicende portino anche da noi a veri e propri tentativi di pogrom verso la comunità nomade. A volte mi viene da pensare che il comune non intervenga proprio per arrivare all’esasperazione dei residenti e avere poi una scusa per gli sgomberi indiscriminati, dunque per liberarsi del problema”. 

Le parole di Gianni, un residente nel quartiere cagliaritano di Mulinu Becciu, sono molto chiare e rispecchiano la gravità di una situazione in via di rapido deterioramento per il sostanziale disinteresse mostrato dalle amministrazioni pubbliche competenti, in primo luogo il Comune di Cagliari.

Cagliari, incendio rifiuti presso il campo rom

La vicenda è quasi banale nella sua semplicità.    Il campo nomadi, sulla S. S. n. 554, è ormai da anni il crocevia di attività più o meno lecite legate al recupero del rame e di altri metalli. Un’attività che coinvolge con ogni probabilità vari esponenti della comunità rom residente nel campo e, molto probabilmente, aziende locali.

I materiali contenenti metalli (cavi, condotti, rifiuti di vario genere, ecc.) vengono accatastati e depositati nelle zone contigue del campo, anche ai margini della trafficatissima strada statale, e periodicamente incendiati per recuperare i metalli medesimi.     Tutto avviene sotto gli occhi di chiunque, di notte e anche di giorno.  Centinaia di residenti e di lavoratori sono costretti – loro malgrado – a vivere e a lavorare in mezzo a fumi maleodoranti, incendi e rischi per l’incolumità di persone e beni.   Per non parlare della gravissima situazione sanitaria e ambientale in cui versano gli stessi residenti nel campo rom, soprattutto i bambini.

La situazione è ormai divenuta intollerabile per chi vive e lavora nella zona e si è rivolto inutilmente innumerevoli volte finora alle autorità competenti, le quali sembrano aver sottovalutato anche le conseguenze sulla convivenza civile fra residenti e rom: nei giorni scorsi, dietro loro numerose preoccupate richieste, ancora una volta le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno inoltrato (8 ottobre 2010) a una nuova richiesta di informazioni a carattere ambientale e di adozione degli opportuni provvedimenti (dopo quella del 3 aprile 2010) al Sindaco di Cagliari, al Corpo forestale e di vigilanza ambientale, al N.O.E. dei Carabinieri (informandone, nel contempo, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari), relativamente alla presenza di cumuli di rifiuti abbandonati e periodicamente bruciati lungo la strada statale n. 554.

Comune di Cagliari, bonifica ambientale campo nomadi (2010)

In seguito alla precedente istanza ecologista della primavera scorsa, il Comune di Cagliari – Area gestione del suolo – Servizio igiene del suolo aveva comunicato (nota n. 102888 dell’11 maggio 2010) di aver provveduto (analogamente a quanto effettuato nel giugno 2009) “alla pulizia, raccolta e conferimento in siti di smaltimento, dei materiali prodotti all’interno del campo nomadi e nelle adiacenze”, richiedendo al Corpo di Polizia Municipale e all’Assessorato alla tutela dell’ambiente della Provincia di Cagliari “di intensificare l’attività di vigilanza sull’area, al fine di evitare ulteriori fenomeni di degrado”.     

Un importante risultato, ma tutt’altro che risolutivo, vista la carenza nella vigilanza, nei controlli ambientali e, soprattutto, nelle politiche di assistenza sociale e di integrazione.

Ed è ora di intervenire, senza rimpalli e ulteriori ritardi, prima che la situazione degeneri sul piano ambientale, igienico-sanitario, della sicurezza stradale e – soprattutto – della serena convivenza sociale.

Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra

(foto Comune di Cagliari, per conto GrIG)

  1. valentina
    giugno 24, 2011 alle 6:42 PM

    Recentemente, in due distinti interventi:

    1 – Località “S’abixedda” ad Assemini (17 febbr 2011 fonte regione.sardegna.it)
    2 – Località “Sa Corona Corrada” a Sadali (22 marzo 2011 fonte Unione Sarda)

    i Rangers del Corpo Forestale hanno scoperto e sequestrato due discariche abusive e denunciato i proprietari. Nelle discariche venivano periodicamente smaltiti, attraverso l’incenerimento, materiali e rifiuti vari tra cui elettrodomestici, batterie esauste, pneumatici, cavi elettrici per il recupero del rame e vari…
    Come dichiarato ufficialmente dali Forestali:
    “si tratta di materiali pericolosamente inquinanti, ancor più se bruciati, poichè durante la combustione immettono in atmosfera sostanze altamente tossiche e cancerogene. Questi fatti sono resi ancora più gravi dalla vicinanza della discarica abusiva ad un’area ad elevata densità abitativa”

    Nel campo sosta del comune di Cagliari sito in Mulinu Becciu, la discarica – inceneritore abusivo funziona a pieno regime da 15anni, con smaltimento giornalieri, puntualmente segnalati e documentati dai residenti e i lavoratori della zona.
    Anche la Asl n.8, con nota ufficiale del 22 gennaio 2010, ha ufficializzato la pericolosità per la salute, derivante dalla sistematica attività in atto nel campo, d’incenerimento di rifiuti, molti dei quali classificabili come molto pericolosi.

    Come mai alcune discariche-inceneritore abusive si sequestrano e si denunciano i proprietari, e invece nel campo-sosta di proprietà del comune di Cagliari l’attività illecita continua ad andare avanti (ormai nei decenni) sotto gli occhi di tutti???

    Il comune di Cagliari, proprietario dell’area ha anche il candore di pubblicare nella rassegna stampa del suo sito, la cronaca dei roghi e la consequenziale produzione di diossina che ammorba l’aria, e che nella discarica-inceneritore venga persino smaltito l’eternit ! ! !

    I lavoratori e residenti della zona, temendo seriamente per la propria salute e quella dei propri figli, sono costretti a vivere “tappati” in casa, nella (illusoria) speranza che ciò possa servire a salvarli da fumi e ceneri cancerogene; e non potendosi trasferire altrove, maledicono la vicinanza con i Rom.
    L’evidente impunità di cui godono gli esecutori materiali degli smaltimenti, che sono inequivocabilmente abitanti del campo Rom, accresce le tensioni di una convivenza già fortemente compromessa da retaggi culturali viziati da diffidenza e razzismo.
    Ma davanti alla realtà dei fatti è molto difficile rimanere esenti da sentimenti di ostilità.
    I residenti e lavoratori “autoctoni” patiscono fortemente la costrizione di dover vivere in un luogo dove, gravemente degradato non è solo l’ambiente, ma anche lo Stato di Diritto.
    Una Terra di nessuno, abbandonata dallo Stato, che con la sua inadempienza li condanna senza speranze a subire, non solo la violenza fisica, ma pure quella morale e psicologica che genera la paura anche solo di reclamare il proprio diritto alla salute.
    Gli autori materiali dei roghi hanno più volte minacciato ritorsioni contro chi s’impiccia dei loro affari; persino i Vigili del Fuoco intervengono solo se scortati dai Carabinieri.
    Vince la legge del più forte.
    Constatato dai fatti che politici e tutori della Legge non intervengono a porre fine al crimine, gli autori stanno sempre più incrementando il giro affaristico malavitoso.
    Ma sia chiaro, chi fa il lavoro sporco, quelli facilmente individuabili, sono sicuramente rom residenti nel campo, ma i sostenitori del crimine, a monte e a valle, sono anche quelle aziende locali che conferiscono rifiuti per lo smaltimento e quelle che riciclano i metalli recuperati dai roghi.
    Non dimentichiamo che, responsabili dello scempio ambientale, seppure indirettamente, sono anche i nostri amministratori comunali, che hanno creato il ghetto ai “confini dell’impero dove tutto è possibile”, pertanto spero che questa nuova giunta possa finalmente assumersi le proprie responsabilità diffronte al problema.

    • giugno 24, 2011 alle 7:09 PM

      faremo di tutto per costringere le amministrazioni pubbliche competenti a risolvere definitivamente il grave problema ambientale, sanitario, sociale.

  2. michele
    giugno 25, 2011 alle 2:12 PM

    sottoscrivo in pieno la vostra meritoria azione x tutelare la salute di noi residenti affumicati. Approfitto per dire che non c’è razzismo ma vogliamo essere cittadini come gli altri e che mi preoccupa molto cnme vivono i bambini zingari fra quei fumi tossici: io non ho figli e non capisco come fanno gli zingari a far respirare i veleni ai loro figli! Non lo farei mai!!

  3. Pier Luigi
    giugno 26, 2011 alle 9:41 am

    In un recente incidente automobilistico sulla 554 ho visto coinvolta un auto extralusso di uno zingaro; . il territorio sardo è devastato anche da individui appartenenti a queste comunità; da molti anni le polveri tossiche ricadono sugli orti. (Tuttavia ricordo come al tempo dell’inceneritore funzionante a Mulinu Becciu., le ceneri venivano date agli ortolani per concimare la terra).
    Considerando che per quasi 50 anni mi sono mosso sul territorio, ho assistito al degrado pressoché totale sia nelle infrastrutture che nel suolo e per il fatto che nello sfascio qualcuno pensa sempre di guadagnarci, anche la presenza degli zingari viene percepita come una opportunità di guadagno.
    L’abbandono del territorio è di enorme questione sociale, tuttavia il fenomeno non viene rilevato se non quando è troppo tardi..

  4. giugno 26, 2011 alle 3:08 PM

    su Radio Press, 25 giugno 2011
    Campo nomadi sulla 554. Grig “Un dibattito col sindaco Zedda per sanare il degrado, integrare i nomadi, evitare tensioni”: http://www.facebook.com/notes/radio-press/campo-nomadi-sulla-554-grig-un-dibattito-col-sindaco-zedda-per-sanare-il-degrado/10150235722238670

  1. luglio 8, 2011 alle 1:33 PM

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