La Toscana deve avere un vero piano paesaggistico!


 

Papaveri (foto di Cristiana Verrazza)

Papaveri (foto di Cristiana Verrazza)

Abbiamo ricevuto dal prof. Tomaso Montanari, Professore associato di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli studi di Napoli ‘Federico II’, sulle vicende del piano paesaggistico della Toscana e pubblichiamo molto volentieri.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Firenze

Firenze

 

Cinquanta sfumature di Rossi.

Nella violenta reprimenda pubblica che ieri Enrico Rossi ha riservato al migliore dei suoi assessori, Anna Marson, si legge che il presidente della Toscana si adopererà «per trovare le soluzioni più avanzate per conciliare ambiente e lavoro». Ma Rossi ce l’ha già in mano quella soluzione: è l’avanzatissimo Piano Paesaggistico Regionale, proprio quello che il suo Partito sembra deciso a far inabissare definitivamente.

Perché è importante chiarire un punto. Non siamo di fronte a uno scontro tra ambientalisti radicali e uomini di governo, o tra tecnici e politici: siamo di fronte allo scontro tra una politica che crede in uno sviluppo sostenibile, e una politica che vuole perpetuare in eterno l’insostenibile stato delle cose.

Come ha scritto lo stesso Enrico Rossi (nel suo Viaggio in Toscana), «il Piano offre una cornice di regole certe, finalizzate a mantenere il valore del paesaggio anche nelle trasformazioni di cui esso è continuamente oggetto». È verissimo: il Piano non avrebbe l’effetto di imbalsamare il paesaggio toscano, ma darebbe finalmente gli strumenti per governarne la trasformazione in modo responsabile. La sua approvazione sarebbe la vittoria di chi crede che il paesaggio non si salva con i vincoli, cioè con le (pur necessarie) proibizioni delle soprintendenze, ma con la capacità di immaginare un futuro condiviso. Sarebbe il successo di una democrazia matura: il Ministero per i Beni culturali ha accettato di rinunciare a una serie di vincoli perché convinto della qualità del Piano.

l'albero, la collina e la luna

l’albero, la collina e la luna

Ma ora tutto questo rischia di saltare, perché il pacchetto di emendamenti presentato dal Pd svuota il Piano al punto tale da renderlo inerte. Basterebbe questo comma: «le criticità contenute nelle schede di ambito costituiscono valutazioni scientifiche non vincolanti a cui gli enti territoriali non sono tenuti a fare riferimento nell’elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica». Se il Piano non è vincolante, se i comuni non sono tenuti ad osservarlo: ebbene, quello non è più un piano, ma un auspicio. E il Mibact non lo firmerebbe. Insomma, il Piano morirebbe prima di nascere.

La cosa veramente inquietante è che negli emendamenti di Forza Italia troviamo non solo la stessa volontà, ma le stesse identiche parole presentate dal Pd: «le criticità contenute nelle schede di ambito costituiscono valutazioni scientifiche non vincolanti a cui gli enti territoriali non sono tenuti a fare riferimento nell’elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica». Siete capaci di trovare una sola virgola diversa dal testo del Pd?

albero in autunno

albero in autunno

E non è la sola convergenza letterale. Quando si parla dell’enorme problema della distruzione delle Apuane, Pd e Forza Italia piantano gli stessi paletti, con le stesse parole: «salvaguardando, comunque, le cave esistenti e il loro futuro sviluppo». E si potrebbe continuare a lungo, purtroppo. Siamo evidentemente di fronte al tentativo di imporre a Rossi uno Sblocca Toscana, perfettamente allineato a quell’asse Renzi-Lupi che ha partorito lo Sblocca Italia, che è un triplo salto mortale nel passato, con il ritorno ad un consumo di suolo senza freni, e ad un totale asservimento dell’interesse pubblico agli interessi privati di lobbies industriali, edili ed estrattive.

Se i toscani fossero chiamati a un referendum, il Piano Marson passerebbe con l’80% dei voti. Mentre rischia di cadere in un Consiglio regionale in cui il peggio del vecchio regime e il peggio del renzismo sono ormai indistinguibili. Se giovedì prossimo il Piano cadesse davvero, il finale di queste interminabili ‘cinquanta sfumature di Rossi’ sarebbe un monocolore senza sfumature. Grigio: come il cemento.

Tomaso Montanari

 

albero solo

da La Repubblica, 22 febbraio 2015

Tra Pd e assessore accuse reciproche sul Piano paesaggio. Quel monocolore grigio come il cemento.

parte I, parte II, parte III

 

(foto Cristiana Verazza, E.R., S.D., archivio GrIG)

 

 

  1. Nicoletta Frosini
    febbraio 24, 2015 alle 9:06 am

    Dopo aver letto il vostro articolo, ho pensato di lanciare su change.org una petizione a difesa del patrimonio paesaggistico della Toscana, chiedendo che vengano mantenuti i vincoli ambientali. La trovate nel mio profilo facebook.

  2. marzo 10, 2015 alle 2:57 PM

    da La Repubblica, 9 marzo 2015
    SOS per il Piano toscano del Paesaggio. Queste ore convulse vedono la lenta, ma apparentemente inesorabile, morte del Piano Paesaggistico della Toscana. (Tomaso Montanari): http://articolo9.blogautore.repubblica.it/2015/03/09/sos-per-il-piano-toscano-del-paesaggio/

  3. marzo 12, 2015 alle 2:57 PM

    da Il Sole 24 Ore, 12 marzo 2015
    La Toscana espropria il marmo. (Silvia Pieraccini): http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-03-12/la-toscana-espropria-marmo-084848.shtml?uuid=ABKJc27C

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    da Il Tirreno, 12 marzo 2015
    Piano paesaggistico, Tortolini contrattacca.
    Duro scontro con Mazzantini: «Nessuna nuova struttura sulle coste elbane. Costruzioni sulle spiagge della Val di Cornia? Sciocchezze anche queste»: http://iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2015/03/12/news/piano-paesaggistico-tortolini-contrattacca-1.11025098

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    da Nove da Firenze, 12 marzo 2015
    Paesaggio, Rossi: “Difenderemo il rapporto tra ambiente e lavoro dell’uomo”: http://www.nove.firenze.it/paesaggio-rossi-difenderemo-il-rapporto-tra-ambiente-e-lavoro-delluomo.htm

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    da Corriere Etrusco, 12 marzo 2015
    VAL DI CORNIA: ORA POSSIBILI NUOVE INFRASTRUTTURE SULLA COSTA: http://www.corriereetrusco.it/2015/03/11/val-di-cornia-ora-possibili-nuove-infrastrutture-sulla-costa/

  4. marzo 13, 2015 alle 2:58 PM

    da Il Tirreno, 13 marzo 2015
    In Regione si discute delle regole. Dalla Versilia all’Argentario un unico vincolo: basta che si continui a vedere il mare.
    Cemento in spiaggia, alberghi e bagni possono ampliarsi. (Ilaria Bonuccelli)

    Dalla Versilia all’Argentario, la parola d’ordine è la stessa: gli alberghi si possono ampliare. Gli edifici “diroccati” possono cambiare destinazione d’uso, gli stabilimenti balneari, i ristoranti e le strutture di servizio possono essere anche demolite e ricostruite. Sul mare sono ammessi nuovi interventi, a patto che siano «coerenti con il contesto paesaggistico, con la rimovibilità dell’installazione e il mantenimento dei varchi e visuali da e verso il mare».

    Nuovi contrasti. Scoppia un’altra baruffa in commissione Ambiente e Territorio. Mentre il governatore Enrico Rossi ordina al Pd di non cementificare la costa, il partito presenta un (altro) emendamento «già protocollato il 4 marzo» per consentire di «migliorare le strutture turistiche del litorale toscano», dicono i consiglieri Matteo Tortolini e Ardelio Pellegrinotti. Nessuna disobbedienza alla linea dettata dal Rossi, dunque. Solo un lavoro per non ingessare la costa. Guai, però, a parlare di «cemento sul mare o sulle dune: tutte falsità», tuonano i due consiglieri. Ricordando che entro 300 metri dalla linea di costa, anche per i vincoli della legge Galasso, non si può intervenire. A meno che la Sovrintendenza non autorizzi. O che gli edifici già non esistano e che, quindi, si possano ampliare, modificare, recuperare. E anche cambiare di destinazione d’uso «sempre che gli strumenti urbanistici dei Comuni lo consentano».

    I Comuni pro ampliamenti. I Comuni contrari non lo sono di certo. Proprio ieri, i sindaci della Val di Cornia, si sono schierati con Tortolini. Il quale, con Pellegrinotti, fa approvare in commissione questo emendamento per tutta la costa toscana (eccetto il Parco dell’Uccellina): «Ferma rimanendo la possibilità di interventi di adeguamento funzionale delle strutture esistenti, sono consentiti ampliamenti, adeguamenti, compresi interventi di recupero con cambio di destinazione d’uso previsti dagli strumenti urbanistici dei comuni e comunque finalizzati al potenziamento delle attività turistiche e ricreative esistenti attraverso il miglioramento della compatibilità paesaggistica delle stesse anche attraverso la riqualificazione, sostituzione o rimozione degli elementi incongrui».

    Basta continuare a vedere il mare. Per la spiaggia, il Pd prevede di «limitare la realizzazione di strutture e manufatti legati al turismo balneare consentendo nuovi interventi eventuali solo con progettazioni coerenti con il contesto paesaggistico, la rimovibilità dell’installazione e il mantenimento dei varchi e visuali da e verso il mare». Questo sarebbe il punto di incontro concordato in mattinata con il governatore Rossi e con l’assessore all’urbanistica Anna Marson. Che, però, alla fine della commissione non sembrava contenta delle modifiche apportate al suo (ex) piano del paesaggio.

    L’attacco di Italia nostra. Di sicuro non lo è Italia Nostra: «Giorno dopo giorno – dice il presidente Marco Parini – assistiamo increduli a un inarrestabile stravolgimento del piano paesaggistico della Toscana, svuotato dai propri contenuti originari che ne facevano un testo modello per l’Italia e il primo caso di piano copianificato con il ministero dei Beni culturali. La notizia dell’approvazione in commissione di un emendamento che consente nuovi interventi, ampliamenti e cambio di destinazioni d’uso, a soli 300 metri dalla battigia, è una sorta di via libera alla cementificazione di dune, coste e arenili». Nuovi parcheggi Tortolini si ribella. «Non è cementificare la spiaggia consentire a un campeggio di ingrandirsi o a un villaggio turistico di realizzare un ristorante, una reception per i clienti». Non è lo è neppure – aggiunge Pellegrinotti – «realizzare un nuovo parcheggio se non si impermeabilizza in modo permanente il suolo. Abbiamo previsto pure la possibilità di ampliare parcheggi in cemento o mattonelle autobloccanti solo fino a un massimo del 5% della loro superficie». Riguardo ai campeggi e agli alberghi Pellegrinotti ritiene «normale che si possano ampliare e adeguarsi». Invece, per Monica Sgherri, capogruppo di Rc in questi interventi votati dal Pd e da Fi di «normale c’è poco. Infatti in aula proporremo emendamenti per cancellare le possibilità di intervenire in modo così massiccio a ridosso della costa, consentendo perfino cambi di destinazione d’uso».

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    Piano paesaggistico: i sindaci Pd difendono Tortolini e replicano «a chi ha governato prima di noi».
    «Non veniteci a dare lezioni…».

    PIOMBINO. Mentre in Regione continuano i lavori sul Piano paesaggistico, i sindaci Pd della zona prendono le difese del consigliere regionale Matteo Tortolini. E attaccano gli ex amministratori (il riferimento sembra soprattutto verso gli ex sindaci di Suvereto, Rossano Pazzagli e Walter Gasperini). In una nota firmata da Massimo Giuliani per Piombino, Rossana Soffritti per Campiglia, Alessandro Massimo Bandini per San Vincenzo e Luciano Cencioni per Sassetta, si legge che «i comuni della Val di Cornia guidati da sindaci del Pd hanno predisposto in seguito all’adozione del Pit con valenza di Piano paesistico alcune osservazioni come previsto dalla legge e come hanno fatto larghissima parte delle istituzioni toscane. Le nostre osservazioni riguardavano quelle parti del Pit di maggiore pregnanza per i nostri territori, in particolar modo la scheda d’ambito delle Colline metallifere. Queste osservazioni che miravano a favorire nuovi criteri qualitativi per il turismo all’interno del nostro modello di sviluppo sono state accolte parzialmente. L’osservazione, che ha un contenuto ampio, ribadisce più volte la necessità di tutela ambientale e paesaggistica del territorio, la salvaguardia del patrimonio costiero». I sindaci riportano il testo originario del Pit, l’osservazione e la proposta di modifica avanzata dai comuni. Il testo Pit: «Evitare le espansioni insediative dei centri urbani costieri (San Vincenzo, Piombino, Follonica) nonché la proliferazione delle piattaforme turistico ricettive lungo il litorale (con particolare riferimento ai tratti tra San Vincenzo e Baratti, tra Piombino e Follonica, tra Follonica e Portiglioni) e favorire la riqualificazione paesaggistica di quelle esistenti». L’osservazione: «L’obiettivo di un contenimento dell’espansione edilizia e dunque di addizioni di ulteriori pezzi di città ai sistemi urbani esistenti è pienamente condivisibile, così come quello della tutela delle fasce costiere e di pregio ambientale a paesaggistico dall’inserimento di ulteriore ricettività potenzialmente non gestibile sia sul piano delle risorse naturali e ambientali disponibili, sia su quello della qualità complessiva dell’offerta turistica. La formulazione dell’obiettivo appare tuttavia centrata sulla limitazione pura e semplice della trasformazione e degli interventi, mentre sarebbe opportuno a nostro avviso inserire qualche accenno alle regole considerate virtuose per una riformulazione delle previsioni già esistenti e non ancora attuate». Ed ecco la proposta di modifica: «Evitare le espansioni insediative dei centri urbani costieri (San Vincenzo, Piombino, Follonica) qualificare l’insediamento delle piattaforme turistico ricettive lungo il litorale (con particolare riferimento ai tratti tra San Vincenzo e Baratti, tra Piombino e Follonica, tra Follonica e Portiglioni) secondo criteri di sostenibilità, minore invasività, e qualità ambientale, ecologica e paesaggistica degli interventi. Favorire la riqualificazione paesaggistica di quelle esistenti». I sindaci Pd quindi definiscono «fuori luogo le polemiche sull’osservazione presentata dal consigliere Tortolini, che, come è nelle facoltà esercitata da molti consiglieri regionali, ha ripreso questi testi riproponendoli nel loro spirito originario sotto forma di emendamento. E’ davvero sconcertante tutto il dibattito che ne è conseguito addirittura da chi ha partecipato a una stagione di governo del territorio dove sono state fatte scelte all’interno del territorio come sulla costa che oggi definiremmo discutibili. Che questi ex amministratori vengano a darci lezioni citando il tempo che fu come se fossimo di fronte a una cesura tra il bene e il male non lo riteniamo nè accettabile nè serio. Ogni stagione porta con sé analisi, scelte, certo anche errori e comunque nessuno è titolato a dare pagelle su chi è venuto dopo di loro. Piuttosto affrontiamo con rigore un tema che come comuni abbiamo appena avviato ovvero la necessità di rivedere in nostro strumenti urbanistici che sono datati e appartenenti a un’epoca molto diversa da quella attuale. Turismo, artigianato, commercio, piccole imprese, non rendita fondiaria. Ragioniamo di come aggiornare i nostri strumenti per aprire una fase nuova del nostro territorio. Questo è il punto che vogliamo mettere all’ordine del giorno, non sterile polemiche su emendamenti al Pit che semmai possono essere un supporto positivo alla discussione sulla pianificazione che comunque rimane di competenza della comunità locali».

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    Critiche da “Un’altra Piombino”.

    PIOMBINO. Anche la lista Un’altra Piombino esprime «forte preoccupazione per lo stravolgimento del piano paesaggistico operato emendamento su emendamento dal Pd e in molti casi in accordo con Forza Italia». «Di fatto – scrive la lista – sarà possibile cementificare le nostre coste, ancora di più di quanto già avvenuto, a causa degli emendamenti presentati a nome del Pd dal consigliere Tortolini. Noi siamo assolutamente d’accordo sulla necessità di diversificazione economica, sulla valorizzazione del nostro territorio puntando sulle bellezze naturali, sulla storia, sull’archeologia, ma non siamo d’accordo nel finire di distruggerlo con un’ ulteriore cementificazione della costa compreso le dune che sono fondamentali per la salvaguardia delle spiagge e del nostro litorale». «La crisi – prosegue Un’altra Piombino – ci dovrebbe avere insegnato che è necessario un approccio diverso a queste tematiche: ripartire ricominciando a produrre in modo dissennato per poi smaltire in modo altrettanto dissennato non fa il bene né del territorio né di chi lo abita». «Il turismo a cui noi facciamo riferimento è un turismo sostenibile e rispettoso del paesaggio e dell’ambiente – ribadisce Un’altra Piombino – non come inteso da esponenti del Pd che pensano di creare opportunità a scapito del bene comune come è il territorio, la costa, le spiagge. Crediamo che si debba riempire la parola turismo con scelte coniugate con l’agricoltura di qualità, che per fortuna abbiamo, ampliando il nostro raggio d’azione alle isole dello straordinario arcipelago a noi di fronte e sviluppando percorsi legati all’arte, all’archeologia e alla storia». «Non vogliamo diventare l’ennesimo regno delle seconde case – conclude la nota della lista Un’altra Piombino – ma un laboratorio dove si possono sviluppare idee nuove e capaci di far crescere insieme reddito e cultura. Abbiamo bisogno di elevare qualità dell’offerta turistica , come dei servizi, non abbiamo bisogno di una nuova colata di cemento».

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    «Che senso ha soffiare sulle paure? Facile dire di no con la pancia piena».
    Gelichi contro «certa sinistra».

    PIOMBINO. Chi è favorevole agli emendamenti è Riccardo Gelichi (Ascolta Piombino). «Lo Stato italiano – scrive Gelichi – è sempre stato prodigo di leggi e di vincoli per la tutela del paesaggio, dalla legge 1497 alla 431 sono sempre stati individuati gli ambiti territoriali dove porre limiti, e dove era necessario domandarsi se un progetto era compatibile oppure no con il paesaggio. Approvare invece dei piani paesaggistici dove a priori si vieta tutto per non sbagliare o, peggio ancora, per imporre una soggettiva visione del buon gusto, diventa modello ideologico unico. Mentre, al contrario, trasformarli in un piano di indirizzi è la vittoria della democrazia. Ecco allora che una certa sinistra torna ad alzare la voce, contestando l’approvazione degli emendamenti al Piano paesaggistico della Regione, identificandola in una sorta di lasciapassare all’anarchia edificatoria, in barba secondo loro alle soprintendenze e alla pianificazione degli enti locali che, dalla L.r.74 in poi, è sempre stata a valenza paesaggistica nel rispetto dei valori della legge 431». «Che senso ha soffiare strumentalmente sulle paure ora? – si chiede Gelichi – Lo vadano a dire alle partite Iva, ai disoccupati, a tutti coloro che devono emigrare per trovare un lavoro. La cultura dell’assistenzialismo è al termine, ce lo impone il mondo, conservatorismo è accettare le brutture di un territorio martoriato dell’industria pesante e non pensare minimamente alla possibilità di migliorarlo. Allora, quali sono i programmi di sviluppo del territorio della Val di Cornia?». «Sarebbe bello – conclude Gelichi – andare oltre la retorica della cultura dell’accoglienza, facile pontificare con i no a prescindere, con la pancia piena e la mente piena di pregiudizi; andatelo a dire a chi attende che il vento cambi direzione. Ora ci mancherebbe un altro ciclo di annunci, di suggestioni facili e siamo a posto, anzi, si ricomincia».

  5. marzo 14, 2015 alle 12:34 PM

    il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi capisce più dei consiglieri regionali della “sua” maggioranza.

    da Go News Toscana, 13 marzo 2015
    Piano paesaggistico, Rossi: “Senza accordo si torni al progetto originale”: http://www.gonews.it/2015/03/13/piano-paesaggistico-rossi-senza-accordo-si-torni-al-progetto-originale/#.VQNe2QK_2IM.email

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    da La Gazzetta del Mezzogiorno, 14 marzo 2015
    Così Puglia e Toscana adottano la nuova visione del paesaggio. (Giuliano Volpe, Presidente del Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici del Ministero dei Beni e delle Attività Cul­turali e del Turismo)

    C’era una volta una Toscana che rappresentava per tutta l’Italia un modello per la cura e la pianificazione del paesaggio. Ora, di fronte a quanto sta accadendo a proposito del Piano paesaggistico di quella Regione, che, giunto finalmente in dirittura d’arrivo, rischia di essere snaturato, quel primato potrebbe diventare solo un ricordo del passato. Il primato è passato ad una regione del Sud, la Puglia, che proprio in questi giorni, dopo un percorso complesso, durato molti anni, vede l’entrata in vigore ufficiale del suo PPTR (piano paesaggistico territoriale regionale), il primo in Italia ad essere approvato secondo le nuove regole e adottato congiuntamente dalla Regione e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Un risultato di cui poco si parla sulla stampa nazionale.

    Nell’aprile del 2014 il Piano toscano fu presentato dall’assessore Anna Marson in un’audizione del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici e ricevette un convinto apprezzamento. Un sostegno che faceva seguito a quello già espresso precedentemente al PPTR della Puglia, presentato in un’altra audizione dall’assessore Angela Barbanente. Il Consiglio sottolineò, in quella occasione, che i piani paesaggistici rappresentano uno strumento strategico che innova la stessa idea di tutela. Una tutela solo di tipo difensivistico e vincolistico non è, infatti, più attuabile. I piani

    paesaggistici hanno, invece, un approccio progettuale, non si occupano più del singolo sito, de! singolo monumento, ma affrontano interi territori regionali con una visione sistemica, olistica, introducendo una profonda revisione degli strumenti della tutela e della valorizzazione de!patrimonio culturale e paesaggistico, con una progettazione anche di nuove forme di sviluppo, impresa e lavoro.

    Per esperienza personale, vissuta nella collaborazione al piano paesaggistico pugliese, posso testimoniare che nella vita dei piani paesaggistici si registrano due momenti, con reazioni differenti da parte della «società» locale. La fase della predisposizione de!piano, quando si riscontra un consenso diffuso da parte delle associazioni e della cittadinanza attiva (anche se non mancano le critiche di quelle associazioni ambientaliste che considerano i piani troppo moderati!). La fase dell’adozione, quando si registra , invece, un’opposizione del mondo imprenditoriale (o almeno di una parte di esso) e del mondo politico (o almeno di una parte di esso), fino ad allora distratti. Non si comprende, in particolare, che un piano paesaggistico rappresenta uno stimolo all’innovazione anche nel campo dell’imprenditoria, come hanno colto i settori più avanzati del mondo imprenditoriale.

    È quanto si e verificato prima in Puglia e ora anche in Toscana. Sembra, infatti, che ancora una volta rischi di prevalere, insieme alla difesa d’interessi di una parte, una visione arcaica e superata dl modello di sviluppo, accompagnata anche da polemiche strumentali e da una sconfortante incapacità di studio dei problemi e di reale comprensione delle potenzialità di questi strumenti democratici di pianificazione del futuro di una a regione. I Piani paesaggistici pugliese e toscano sono ben lontani da una visione «mummificatrice» del territorio. La dialettica conservazione-innovazione è in questo caso ben chiara: chi li contrasta, difendendo non solo privilegi particolari ma anche sistemi produttivi ormai superati , e un conservatore. Chi li promuove e li difende è un innovatore.

    È bene sottolineare come il caso toscano ancor più di quello pugliese non riguardi solo la realtà locale, ma riveste un grande interesse nazionale, anche come indirizzo per altre regioni.

    Il MIBACT, come hanno più volte sottolineato il ministro Dario Franceschini e il sottosegretario con delega al paesaggio Ilaria Borletti Buitoni, intende procedere decisamente sulla strada della predisposizione dei piani paesaggistici di tutte le regioni. Sarà anche un preciso impegno de! nuovo Consiglio Superiore, appena ricostituito, fornire uno stimolo e un sostegno convinto in tal senso.

    In entrambe le regioni, sono state due donne molto capaci e tenaci, ottime studiose di urbanistica, Angela Barbanente e Anna Marson, a portare avanti con competenza e determinazione la lunga e faticosa battaglia per il Piano Paesaggistico Regionale. In un caso, quello pugliese, la battaglia si e appena conclusa con successo.

    Nell’altro, mi auguro che voglia prevalere la difesa degli interessi generali, perché la Toscana continui ad essere un modello anche per il futuro e non solo un oggetto di studio per gli storici del paesaggio del passato.

  6. marzo 16, 2015 alle 2:56 PM

    da La Repubblica, 16 marzo 2015
    Chi può ancora salvare il paesaggio toscano. (Tomaso Montanari)

    Ora il Piano del Paesaggio della Regione Toscana e, anche formalmente, una questione nazionale. Nella sostanza lo era fin dall’inizio: perché esso decide il futuro di un pezzo importantissimo di quello chela Costituzione chiama il «paesaggio della Nazione». Ma anche perche aveva l’ambizione di indicare a tutto il Paese un futuro sostenibile, capace di tenere insieme sviluppo, ambiente e salute. Una via in cui la tutela dell’ambiente non fosse affidata ai vincoli delle soprintendenze (indispensabili, in mancanza di meglio), ma ad un progetto politico responsabile.

    A tutto questo serviva il testo voluto dal presidente Enrico Rossi, scaturito dal lavoro di Anna Marson (assessore alla Pianificazione della Regione Toscana) e adottato dal Consiglio regionale nello scorso luglio. Ma dopo l’estate qualcosa e cambiato: il vento dello Sblocca Italia (la legge a favore del cemento scritta dal ministro Lupi, e approvata a novembre) ha cominciato a soffiare anche sulla Toscana, ridando forza e voce ai centri di interesse che Rossi era riuscito a contenere. Cosi, nelle ultime settimane, il Piano è stato smontato pezzo a pezzo in Commissione, grazie al sistematico voto congiunto di un Pd che ormai non risponde più a Rossi e di una Forza Italia scatenata: una specie di Patto del Nazareno contro il futuro del Paesaggio toscano. Se passasse cosi com’e stato ridotto, il Piano sarebbe un atroce boomerang. Facciamo solo qualche esempio: nuovi fronti di cava potrebbero essere aperti sulle Alpi Apuane anche sopra i 1200 metri (cambiando per sempre lo skyline della regione); le strutture su tutta la linea di costa potrebbero ampliarsi a piacimento, e si potrebbe costruire perfino nel Parco di San Rossore; case potrebbero sorgere anche negli alvei dei fiumi soggetti ad alluvioni, e lo sprawl urbano potrebbe mangiarsi quel che rimane dei meravigliosi spazi rurali della piana di Lucca.

    Di fronte a questo concretissimo rischio (si vota domani), Rossi ha chiesto aiuto al governo: una scelta paradossale, che segnala il coma irreversibile del regionalismo. Ma è il ministero per i Beni culturali l’unico freno di emergenza che può evitare che il paesaggio toscano cappotti in parcheggio.

    Il Piano dev’essere, infatti, approvato e condiviso dal ministero: che solo in presenza di forti garanzie può contenere i suoi vincoli. Pe rquesto Rossi incontrerà Dario Franceschini, sperando paradossalmente in un no: quel no che può permettergli di tornare a Firenze ricacciando nell’angolo gli interessi delle lobby che parlano attraverso i ventriloqui dell’assemblea regionale.

    Ma quel no arriverà? Come si è capito anche dalle forti dichiarazioni della sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni (che ha la delega al Paesaggio), la struttura tecnica del Mibact considera il Piano irricevibile. Ci auguriamo che i tecnici potranno fare il loro lavoro, e che non prevarrà invece la linea politica di un governo che sembra aver fatto del motto «padroni in casa propria» (parola d’ordine del ventennio berlusconiano) uno slogan positivo.

    Dario Franceschini saprà dimostrare di essere diverso da Maurizio Lupi, santo patrono del consumo di suolo? E che ruolo giocherà il toscanissimo Matteo Renzi, che sembra fermo ad un’idea di sviluppo territoriale che era già vecchia negli anni Sessanta?

    Da ciò che avverrà nelle prossime ore non capiremo solo se la Toscana dei nostri figli sarà resa simile alla Calabria di oggi: ma capiremo anche se “sviluppo” continuerà ad essere sinonimo di “cemento”. O se, finalmente, cambieremo verso.

  7. marzo 17, 2015 alle 2:54 PM

    A.N.S.A., 17 marzo 2015
    Paesaggio:Franceschini,piano Toscana rispetti appieno codice.
    Ministro, con Rossi incontro molto positivo, al lavoro su testo.

    (ANSA) – ROMA, 17 MAR – Per avere la firma del Mibact, un piano del paesaggio “deve rispettare pienamente le norme del codice dei beni culturali”. Lo sottolinea il ministro della cultura Franceschini, che definisce “molto positivo” l’incontro
    avuto questa mattina al Mibact con il presidente Rossi sul piano del paesaggio della Regione Toscana.
    “I tecnici continueranno a lavorare anche domani per arrivare ad un testo condiviso che rispetti pienamente le norme del codice dei beni culturali”, spiega il ministro. “Conosco e rispetto la sovranita’ del consiglio regionale – conclude – ma
    perche’ il Piano abbia anche la ‘firma’ del Mibact bisogna avere la certezza che il testo finale rispetti pienamente le norme del codice dei beni culturali”.

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    da Go News, 17 marzo 2015
    Consiglio regionale, slitta di una settimana la discussione del piano paesaggistico: http://www.gonews.it/2015/03/17/toscana-consiglio-regionale-slitta-di-una-settimana-la-discussione-del-piano-paesaggistico/
    Copyright © gonews.it

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    da Il Corriere della Sera, 17 marzo 2015
    Da risorsa a minaccia al paesaggio.
    La Toscana alla disfida del marmo.
    Divisi sui numeri I cavatori: migliaia di posti di lavoro creati. I critici: sono un decimo rispetto a 50 anni fa. (Gian Antonio Stella): http://www.corriere.it/cronache/15_marzo_17/da-risorsa-minaccia-paesaggio-toscana-disfida-marmo-92e8727c-cc6f-11e4-a3cb-3e7ff6d232c1.shtml

  8. marzo 25, 2015 alle 2:57 PM

    da La Città Invisibile, 24 marzo 2015
    La Toscana tra paesaggio e postdemocrazia. (Rossano Pazzagli): http://www.perunaltracitta.org/2015/03/24/la-toscana-tra-paesaggio-e-postdemocrazia/

  9. marzo 26, 2015 alle 2:51 PM

    A.N.S.A., 25 marzo 2015
    Protesta cavatori contro Piano paesaggio. Un centinaio davanti a Consiglio regionale, slitta voto: http://www.ansa.it/toscana/notizie/2015/03/25/protesta-cavatori-contro-piano-paesaggio_94484d50-d051-4ffd-9f27-7e93568dd4ae.html

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    da Go News Toscana, 25 marzo 2015
    Rinviato a venerdì 27 marzo il voto sul piano paesaggistico: http://www.gonews.it/2015/03/25/rinviato-a-venerdi-27-marzo-il-voto-sul-piano-paesaggistico/

  10. marzo 28, 2015 alle 11:26 PM

    A.N.S.A., 27 marzo 2015
    Ok definitivo piano paesaggio Toscana.
    Dopo polemiche e giornata discussione passa a maggioranza. (http://www.ansa.it/toscana/notizie/2015/03/27/ok-definitivo-piano-paesaggio-toscana_51f665e3-bcd5-4b6d-80d0-fe0eb351a044.html)

    FIRENZE, 27 MAR – Dopo un’intera giornata di discussione il Consiglio regionale della Toscana ha approvato definitivamente il piano del paesaggio, al centro di numerose polemiche, con alcune modifiche apportate da un maxiemendamento firmato dal governatore Enrico Rossi insieme alla maggioranza.
    Per tutto il giorno rappresentanti del settore lapideo hanno seguito i lavori d’aula. Al termine della giornata il Consiglio toscano si è espresso a maggioranza con 15 voti contrari del centrodestra.

    Il provvedimento prevede, tra l’altro, il divieto di escavare sulle vette integre sopra il 1200 metri, e la verifica della compatibilità paesaggistica come condizione vincolante per il rilascio delle autorizzazioni per le nuove attività estrattive, riattivazione di cave dismesse (solo se gli strumenti urbanistici comunali prevedono la destinazione estrattiva), e ampliamenti (fino al 30% del volume) o varianti di quelle esistenti.

    Sulla salvaguardia delle coste, altro aspetto al centro delle polemiche, il piano paesaggistico prevede, entro 300 metri dalla battigia, la realizzazione di nuove strutture, che dovranno essere a carattere temporaneo e removibili tali da garantire il ripristino dei luoghi, e senza compromettere l’accessibilità e la fruibilità delle rive. Non deve inoltre comportare l’impermeabilizzazione permanente del suolo. Adeguamenti, ampliamenti di strutture esistenti (compresi cambi di destinazione d’uso previsti negli strumenti urbanistici) e gli impianti sportivi scoperti, non devono interessare gli arenili, le spiagge, le dune fisse e mobili. Interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente possono comportare impegno di suolo non edificato a condizione che non determinino un incremento complessivamente maggiore del 10% della superficie coperta dalle strutture edilizie esistenti.

  11. marzo 30, 2015 alle 2:58 PM

    dal blog del Comitato per Campiglia, 27 marzo 2015
    Approvato il Piano Paesaggistico. E ora? (http://www.comitatopercampiglia.it/blog/2015/03/28/approvato-il-piano-paesaggistico-e-ora/)

    Il Piano Paesaggistico della Regione Toscana è stato approvato dopo quasi quattro anni dall’approvazione dell’atto di indirizzo in Consiglio regionale nel 2011.

    “Non mi sento (…) di fare alcuna celebrazione clamorosa, né retorica, di questo esito. Raggiungere questo risultato è stato difficile e aspro, né sono state risolte tutte le contraddizioni”.

    Queste parole dell’Assessore Anna Marson illustrano perfettamente la posizione del Comitato per Campiglia ad approvazione avvenuta del Piano. Infatti è inutile nascondersi che sono state introdotte rozze e pericolose correzioni volute da alcuni politici eletti che si sono rivelati difensori e portavoce non tanto di esigenze del mondo del lavoro, ma dell’interesse privato di alcuni gruppi economici non certo identificabili nel mondo dell’agricoltura di qualità, o in quello degli artigiani del patrimonio lapideo, o infine in quello degli imprenditori di un turismo non massificato.

    L’approvazione del Piano servirà a ben poco se non verranno attivati immediatamente gli strumenti già previsti, quali l’Osservatorio regionale del paesaggio, in grado di fare del Piano uno strumento in grado di fotografare e rappresentare in tempo reale lo sviluppo del territorio e “a mantenere alta l’attenzione intorno all’interpretazione che quotidianamente, nei giorni e negli anni a venire, sarà data del piano stesso e dei suoi contenuti”.(A. Marson).

    Ma altre azioni prettamente politiche e partitiche dimostreranno se c’é l’intenzione di portare avanti quanto approvato o se si spera in ritardi attuativi, modifiche surrettizie e boicottaggi vari che vanifichino tutto quanto rimane del Piano Paesaggistico. Se infatti, con le prossime elezioni regionali le formazioni politiche che fino ad oggi hanno governato la Toscana riproporranno, in posizioni di rappresentanza o di ruolo pubblico, i personaggi che hanno difeso a spada tratta, mettendoci la faccia, un modello di sviluppo basato sulla difesa “dei grandi interessi finanziari, travestiti da interessi per lo sviluppo” (A. Marson), avremo ben poco da sperare da questa approvazione.

    Siamo giunti infatti al punto che se l’opera di demolizione di un lavoro illustrato e condiviso dai cittadini e dalle stesse istituzioni (Giunta, Consiglio, Commissioni, Sindaci, associazioni ecc.) in ogni sua tappa non è completamente riuscita, è solo grazie all’opposizione da parte del Ministero dei Beni Culturali a stravolgimenti radicali.

    Questo sta a dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’autonomia degli Enti locali, invece di essere uno strumento di partecipazione e di conoscenza e difesa del patrimonio paesaggistico, sociale, culturale, lavorativo delle comunità, può diventare uno strumento perverso di difesa di interessi economici privati, a meno che non vengano definite e gestite correttamente le competenze e i poteri dei vari livelli istituzionali : Stato, Regioni, Provincie (?), Comuni.

    Campiglia Marittima 28 Marzo 2015

    Comitato per Campiglia
    Alberto Primi

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    da Il Sole 24 Ore, 27 marzo 2015
    Approvato il Piano paesaggistico della Toscana. (http://www.toscana24.ilsole24ore.com/art/oggi/2015-03-27/approvato-piano-paesaggistico-toscana-213229.php?uuid=gSLA1aGD3)

    Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato definitivamente il Piano d’indirizzo territoriale, con valenza di Piano paesaggistico. Il testo è quello messo a punto dalla Giunta regionale e successivamente integrato, dopo il lavoro della commissione Ambiente del Consiglio stesso, con alcune modifiche apportate da un maxiemendamento firmato dal governatore Enrico Rossi.

    «Questo piano, nell’equilibrio che ha saputo raggiungere, è senz’altro una pagina di buona politica», ha affermato Rossi. Per tutto il giorno rappresentanti del settore lapideo hanno seguito i lavori dell’aula.

    Il Consiglio toscano si è espresso a maggioranza con 15 voti contrari del centrodestra, che aveva tentato l’ostruzionismo contro l’approvazione. Nel pomeriggio è stata tuttavia raggiunta una intesa che prevede una variazione della legge urbanistica vigente per inserire al suo interno l’obbligo di svolgere, entro tre mesi dall’entrata in vigore del piano, il monitoraggio degli effetti dell’attuazione del provvedimento sul paesaggio toscano, e sui territori e settori economici interessati, con particolare riferimento all’area delle cave apuane.

    Il provvedimento prevede, tra l’altro, il divieto di escavare sulle vette integre sopra il 1200 metri, e la verifica della compatibilità paesaggistica come condizione vincolante per il rilascio delle autorizzazioni per le nuove attività estrattive, riattivazione di cave dismesse (solo se gli strumenti urbanistici comunali prevedono la destinazione estrattiva), e ampliamenti (fino al 30% del volume) o varianti di quelle esistenti.

    Sulla salvaguardia delle coste, altro aspetto al centro delle polemiche, il piano paesaggistico prevede, entro 300 metri dalla battigia, la realizzazione di nuove strutture, che dovranno essere a carattere temporaneo e removibili tali da garantire il ripristino dei luoghi, e senza compromettere l’accessibilità e la fruibilità delle rive.

    Adeguamenti, ampliamenti di strutture esistenti (compresi cambi di destinazione d’uso previsti negli strumenti urbanistici) e gli impianti sportivi scoperti, non devono interessare gli arenili, le spiagge, le dune fisse e mobili. Interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente possono comportare impegno di suolo non edificato a condizione che non determinino un incremento complessivamente maggiore del 10% della superficie coperta dalle strutture edilizie esistenti.

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    da La Repubblica, FI, 24 marzo 2015
    IL PIANO DEL PAESAGGIO. Il ministro dà l’ok “È un buon testo”, domani il voto in aula. (Simona Poli): http://www.territorialmente.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/03/24-marzo-REP-FI.-Il-ministro-d%C3%A0-lok-%C3%88-un-buon-testo-domani-il-voto-in-aula.pdf

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    da Il Corriere della Sera, FI, 28 marzo 2015
    Sì al Paesaggio, Marson attacca Pd: supponente. (Giulio Gori): http://www.territorialmente.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/03/28-marzo-CORR-FIOR.-S%C3%AC-al-Paesaggio-Marson-attacca.-Pd-supponente.pdf

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    da Il Manifesto, 28 marzo 2015
    PAESAGGIO • Un maxiemendamento fissa le nuove regole. Escavazioni vietate oltre i 1.200 metri
    Apuane e coste salve, la Toscana vara il suo piano. (Riccardo Chiari): http://www.territorialmente.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/03/28-marzo-MANIFESTO.-Apuane-e-coste-salve-la-Toscana-vara-il-suo-piano1.pdf

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    da Il Tirreno, 29 marzo 2015
    “Questo piano è dannoso per la zona di Campiglia”: http://www.territorialmente.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/03/29-marzo-TIRR-PIOMB.-%C2%ABQuesto-piano-%C3%A8-dannoso-per-la-zona-di-Campiglia%C2%BB.pdf

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    La fredda rivincita della “pasionaria”: http://www.territorialmente.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/03/29-marzo-TIRRENO.-La-fredda-rivincita-della-pasionaria.pdf

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    IL LEADER DEM PARRINI RISPONDE ALL’ASSESSORE. «Ma quali lobbisti… provo imbarazzo per lei»: http://www.territorialmente.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/03/29-marzo-TIRRENO.-%C2%ABMa-quali-lobbisti…-provo-imbarazzo-per-lei%C2%BB.pdf

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