Libidine mattonara sul povero Bel Paese.


mattone nella sabbia

Il Governo Meloni, dopo aver annunciato un nuovo piano per dare “case a prezzo calmierato” alle giovani coppie (agosto 2025), ora presenta e approva – a iniziativa del Ministro delle infrastrutture Matteo Salvini – la proposta di revisione del testo unico dell’edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.).

Iniziativa legislativa che fa il degno paio con il persistente tentativo di depotenziare il ruolo della struttura tecnico-amministrativa del Ministero della Cultura per la gestione dei vincoli ambientali e culturali.

Sarà necessario attendere il testo definitivo per poter esprimersi compiutamente, tuttavia non sembra che vi siano novità positive per la salvaguardia del Bel Paese

Sarebbe davvero molto bello esser smentiti dai fatti.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Roma, Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri

da Il Sole 24 Ore, 3 dicembre 2025

Edilizia, arriva la sanatoria degli abusi storici. Ecco che cosa cambia.

Approda in Consiglio dei ministri il Ddl delega sul Codice dell’edilizia e delle costruzioni. Il 1° settembre 1967 è la data chiave per le irregolarità. Più spazio al silenzio assenso e ai cambi d’uso. (Giuseppe Latour)

I punti chiave.

Favorire la regolarizzazione degli abusi storici, ovvero quelli più vecchi del primo settembre del 1967. Il disegno di legge delega di revisione del Testo unico dell’edilizia, annunciato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e preceduto da una fase di consultazione pubblica, approda al Consiglio dei ministri di domani.

Il Ddl conferma le anticipazioni delle scorse settimane: il testo, che metterà al centro la revisione del Dpr 380/2001 (l’attuale Testo unico edilizia), fisserà una sorta di anno zero per l’edilizia privata, a partire dal quale, guardando indietro, sarà più semplice effettuare la regolarizzazione delle difformità. Una manovra di pulizia delle piccole irregolarità del patrimonio edilizio italiano che va con decisione nella linea già tracciata in questi anni con il decreto Salva casa.

Per esercitare la delega, che punta alla redazione di un Codice dell’edilizia e delle costruzioni, ci saranno dodici mesi. Anche se prima il testo dovrà affrontare il passaggio parlamentare, considerando che in commissione Ambiente alla Camera è già in corso (oggi proseguiranno le audizioni) il lavoro sulla proposta di maggioranza presentata da Erica Mazzetti (Forza Italia) e coordinata con quella di Agostino Santillo (M5s).

La classifica delle irregolarità

Tornando alle irregolarità, qui arriva un’altra novità importante. Si punta, infatti, a definire a livello nazionale una «comune classificazione delle tipologie di difformità dal titolo abilitativo edilizio, includendo in questa rivisitazione anche la disciplina delle tolleranze edilizie». Dietro questa definizione c’è la giungla delle leggi regionali che, in questi anni, hanno reso diversa la disciplina delle difformità edilizie da territorio a territorio, facendola cambiare in modo anche rilevante a seconda della disciplina locale. Ora bisognerà fissare degli standard comuni. Anche sulla base del fatto che la delega si richiama esplicitamente ai livelli essenziali delle prestazioni: l’idea è garantire standard minimi uniformi su tutto il territorio nazionale.

Pula, Agumu, abusi edilizi dentro le serre Palomba, cartello di sequestro (aprile 2017)

Doppia conformità e stato legittimo

Nella stessa logica di semplificazione, sarà confermato il superamento della doppia conformità, cioè il vincolo (difficilissimo da superare) che imponeva, per chiedere una sanatoria, di dimostrare l’allineamento alla disciplina urbanistica ed edilizia sia del momento di realizzazione dell’abuso sia di presentazione della domanda. È stato già accantonato, in alcune situazioni, con il Salva casa. La legge delega prevede un’applicazione più ampia di questo strumento.

Sempre nella linea del Salva casa, per favorire la commerciabilità degli immobili e le ristrutturazioni, si punta a semplificare ulteriormente la dimostrazione dello stato legittimo, cioè la ricostruzione della conformità urbanistico edilizia degli edifici.

Pula, Agumu, abusi edilizi dentro le serre Palomba (aprile 2017)

Riordino dei titoli edilizi

Una parte decisiva del Ddl sarà dedicata al riordino dei titoli edilizi. «L’efficienza e la trasparenza delle procedure di rilascio dei permessi di costruire, delle segnalazioni certificate di inizio attività (Scia) e di altri titoli sono essenziali per il buon funzionamento del settore», dice la relazione illustrativa. Oggi è difficile orientarsi nella classificazione delle diverse tipologie di lavori. In questo quadro, viene affermato anche l’obiettivo di ridurre i termini previsti per il rilascio o la formazione dei titoli edilizi. Ci sarà, così, più spazio al meccanismo del silenzio-assenso o del silenzio-devolutivo in caso di inerzia dell’amministrazione competente. In questa ipotesi di silenzio, la competenza in caso di inerzia viene trasferita a un’amministrazione differente.

Rigenerazione urbana e digitalizzazione

Sul fronte della rigenerazione urbana, viene affermato il principio dell’indifferenza funzionale tra destinazioni d’uso omogenee. Tradotto: alcune destinazioni d’uso (ad esempio, residenziale, commerciale di vicinato, terziario di prossimità) possono alternarsi o convivere «senza generare un impatto urbanistico significativo tale da richiedere procedure complesse o impedimenti ingiustificati». L’obiettivo è favorire l’adattabilità degli edifici alle nuove esigenze del mercato e della società, riducendo gli ostacoli burocratici per le riconversioni.

Non solo. Ci cono diversi passaggi che puntano a definire in modo chiaro, in chiave di rigenerazione, la classificazione edilizia e urbanistica degli interventi di trasformazione del territorio. Allo stesso tempo, si punta a una revisione completa della disciplina degli oneri edilizi e del contributo di costruzione. L’obiettivo è incentivare la rigenerazione.

Capitolo digitalizzazione. La legge delega punta a promuovere l’interoperabilità delle banche dati in possesso delle pubbliche amministrazioni. Questa integrazione – dice la relazione illustrativa – «potrà essere altresì funzionale all’istituzione e alla progressiva attuazione di un’anagrafe e di un fascicolo digitale delle costruzioni, strumenti indispensabili per una gestione trasparente, efficiente e tracciabile del patrimonio edilizio, per un accesso semplificato alle informazioni e una maggiore certezza sulle vicende amministrative degli immobili».

Pula, Agumu, abusi edilizi dentro serre agricole (marzo 2017)

da Il Fatto Quotidiano, 3 dicembre 2025

Silenzio assenso e sanatoria sugli abusi ‘storici’: ecco la riforma dell’edilizia. Opposizioni: “Salvini porta il condono in cdm”.

Gli obiettivi vanno dalla semplificazione degli iter burocratici alla modernizzazione digitale del settore, dal superamento della frammentazione regionale al riordino dei titoli edilizi. Una narrazione, quella del governo, fortemente contestata dalle opposizioni.

Silenzio-assenso o silenzio-devolutivo in caso di inerzia dell’amministrazione competente. Sanatoria facilitata per gli abusi storici. Semplificazione delle procedure. Digitalizzazione. Sono queste alcune delle novità contenute all’interno della riforma dell’edilizia, che approderà il 4 dicembre sul tavolo del consiglio dei ministri. Nella fattispecie si tratta di una legge delega per la revisione del Tue, il Testo unico del settore. Gli obiettivi, come detto, vanno dalla semplificazione degli iter burocratici alla modernizzazione digitale del settore, dal superamento della frammentazione regionale al riordino dei titoli edilizi, passando per una sanatoria facilitata per gli abusi precedenti alla cosiddetta ‘legge ponte’ sull’urbanistica del 1967. Una narrazione, quella del governo, fortemente contestata dalle opposizioni, con Angelo Bonelli ad attaccare: “Domani Matteo Salvini porta il condono in consiglio dei ministri“.

L’iter burocratico della legge

Il governo avrà 12 mesi per adottare i decreti legislativi per una riforma che il Mit vuole ampia e organica, in grado di superare le disparità nate a livello locale da legislazioni regionali differenti tra loro, di dare certezza alle norme e di prevenire anche l’eventuale contenzioso costituzionale. Un intervento “non più differibile”, come viene definito, per ottenere “un quadro normativo certo, semplice, moderno e capace di sostenere lo sviluppo economico, la sicurezza dei cittadini e la riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale”. La delega stabilisce quindi alcuni principi base, come ad esempio la tutela dei beni culturali e paesaggistici o il rispetto delle norme igienico-sanitarie delle abitazioni. Dà poi delle linee guida da seguire nei decreti successivi, in continuità con il decreto Salva Casa del 2024. Una di queste è il rafforzamento del meccanismo del silenzio-assenso.

rustico edilizio

Cosa c’è nella riforma

Per ridurre i termini previsti per il rilascio o la formazione dei titoli edilizi e contrastare “l’immobilismo burocratico“, si porrà “rinnovata enfasi sul meccanismo del silenzio-assenso o del silenziodevolutivo in caso di inerzia dell’amministrazione competente”, si spiega nella relazione illustrativa al provvedimento. Allo stesso tempo, per assicurare la certezza dei tempi dei procedimenti, si dovranno definire meccanismi procedurali che assicurino il rispetto di “termini perentori, eventualmente prevedendo poteri sostitutivi o soluzioni per superare i blocchi derivanti da ritardi o disaccordi tra amministrazioni coinvolte”. Tra gli obiettivi c’è poi quello di razionalizzare i procedimenti amministrativi finalizzati al rilascio o alla formazione dei titoli in sanatoria, senza modificarne i requisiti sostanziali, ma intervenendo sui processi per renderli più efficienti. Come già emerso nella prima bozza del ddl circolata il 24 settembre scorso, si punta anche ad introdurre procedure semplificate per la regolarizzazione degli abusi realizzati prima dell’entrata in vigore della legge del ’67. Parallelamente, si procederà alla razionalizzazione dei regimi sanzionatori propedeutici al rilascio dei relativi titoli in sanatoria. Le sanzioni saranno commisurate all’entità della trasformazione edilizia o urbanistica, alla gravità della difformità, ovvero al valore delle opere realizzate.

“Domani Salvini porta il condono in cdm”

“Domani Salvini porterà in Consiglio dei ministri un condono edilizio, modificando il Testo unico 380/2001. Continua così l’opera di devastazione del territorio da parte di Salvini, che sta trasformando il Paese in un laboratorio di condoni permanenti. Alcuni giorni fa, con l’articolo 40 del dl Semplificazioni, hanno già autorizzato la costruzione di immobili in aree con vincolo idrogeologico tramite silenzio-assenso. Una scelta gravissima, che apre alla realizzazione di edifici in zone dove ogni errore può trasformarsi in tragedia”. Così Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa verde. “Il silenzio-assenso sugli abusi – aggiunge – significa una cosa sola: verranno sanati immobili in aree vincolate, perfino in zone a rischio sismico e idrogeologico. È un atto di irresponsabilità politica e istituzionale. Questa norma è criminogena e vergognosa: legittima l’irregolarità, premia chi ha violato le regole e mette in pericolo la sicurezza dei cittadini“. “Il governo smetta di usare la burocrazia come pretesto per aprire l’ennesima stagione di condoni e intervenga invece per rafforzare i controlli, la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio“, conclude Bonelli.

Milano, Duomo

4 dicembre 2025

Salvini riscrive il Testo Edilizia. Il modello Milano sarà la legge.

Il ddl delega conterrà le solite semplificazioni, nuovi condoni e pure la santificazione degli iter in deroga cari a Sala e soci. (Carlo Di Foggia)

lo speculatore edilizio e il mattone killer

(disegno S.D., foto J.I., S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    dicembre 5, 2025 alle 8:36 am

    Rastrellare qualche euro, e assicurarsi qualche milione in piu’ di voti, e i prezzi calmierati….!! tutto da vedere !!!

    • Avatar di giulio
      giulio
      dicembre 5, 2025 alle 10:22 am

      Scusa eh, adesso, facciamo un discorso serio… “milioni di voti” ma nemmeno per sogno, loro hanno gia piu o meno i voti che riescono a raggranellare, al massimo raschiano il fondo del barile, sono di destra e tendenzialmente fascisti e allo stato attuale questo è il loro risultato elettorale IL PROBLEMA SEMAI è che di alternative non ce ne sono, chi votare? le alternative fanno pena o sono improponibili, gente inconsistente litigiosa, incapaci scappati di casa, questo è il problema e la gente tendenzialmente sempre piu non va a votare, quindi è l’astensionismo dato dalla mancanza di alternative serie e qualificate e convincenti che premia la destra non nuovi voti, la percentuale che si ottiene alle urne è calcolata sul totale dei votanti non degli aventi diritto, l’astensione è ormai al 40% (!!!)

      quindi smettiamo di ripetere frasi trite e ritrite perchè non servono alla causa ma fanno solo il loro gioco e cominciamo a dire che shlein e conte fanno pena e fanno scappare la gente che vorrebbe una guida capace

      • Avatar di Giovanni
        Giovanni
        dicembre 5, 2025 alle 11:06 am

        Amici, il partito del mattone, dei condoni e della rovina ambientale è trasversale.

        Il governo in carica però ha battuto tutti, quindi per queste tematiche, ma non solo, è il peggiore.

        Libidine mattonara descrive giustamente i mattonari, palazzinari e accaparratori di terra con la bava alla bocca staranno festeggiando visto che nella nuova legge si darà rilevanza fondamentale al silenzio assenso, quindi sarà far west e liberi tutti.

        Il povero Giuseppe Galasso starà a rivoltarsi nella tomba.

  2. Avatar di Antonio
    Antonio
    dicembre 6, 2025 alle 10:32 am

    Premetto che non mi sento particolarmente vicino a questo governo, premetto anche che per lavoro ho sotto gli occhi la totale follia della legislazione e normazione locale. Se oggi un qualsiasi imprenditore estero, o italiano, vuole investire nel Bel Paese si troverà di fonte a situazioni di una diversità e complessità che si traduce in spese (competitività? lavoro?) ma che non si traduce in una più efficace tutela pubblica. Perchè chiedere un CPI in una provincia è diverso che in un’altra? Perchè esistono decine di differenti autorizzazioni di carattere generale (art.272 TUA)? Perchè diversi enti, diverse autorizzazioni per uno stesso intervento? Norme su VIA, VAS, valutazioni … tutte regionali … Senza perdersi sulla normativa del paesaggio completamente campata in aria (il vecchio tracciato A1 è tutelato perchè i viaggiatori devono poter apprezzare il paesaggio durante la guida, peccato che la stessa autostrada ha devastato direttamente e indirettamente il paesaggio che attraversa).

    L’edilizia. Oggi risultano abusive situazioni che sono veri e propri scempi ambientali, cose da galera e purtroppo in galera non va nessuno, e gli abusi sono e rimarranno dove sono. Ma risultano altresì situazioni che non possono essere considerati scempi ma stupidagini. Lo spostamento di un’area di sedime mi risulta sia un problema grave, pur se lo spostamento, oltre le tolleranze, avviene nel rispetto delle distanze dai confini e in un’area industriale di nessun pregio ambientale! E’ possibile immaginare una soluzione o vogliamo vedere altro immobilismo, altro spreco di suolo? Perchè una situazione abusiva per un edificio che è stato realizzato due metri oltre quella che era la sua posizione originaria porta ad abbandono, costosissime e inutili cause, e degrado, e degrado chiama degrado. Di esempi come questo possiamo farne migliaia!

    La tutela del territorio e dell’ambiente la fai con politiche attive, magari con formazione e informazione, non negando tutto. A quali risultati hanno portato le politiche finora applicate? Intere aree del sud sono completamente abusive o comunque hanno una densità di abusi da far rabbrividire, le vogliamo abbandorare a se stesse? Vogliamo lasciarle al nero, all’abuso, supendoci poi della ennesima discarica abusiva e dei morti sul lavoro nero? Intere aree del nord non sono abusive ma sono egualmente devastate, il territorio non è più leggibile, spesso è un’unica cloaca di grigiore. Giro l’Italia per lavoro e vedo aziende inquinanti accanto a case ed orti nella totale indifferenza. Siamo di fronte alla più totale assenza di una pianificazione razionale dell’uso del suolo; una legge urbanistica come il codice civile del 1942 (ricordate il governo dell’epoca?) e non vogliamo cambiarli? Per quanto mi riguarda qualsiasi legge edilizia (e magari urbanistica) volta a efficientare l’uso del suolo, a risolvere situazioni che abusi non sono, ad alleggerire un quadro di una burocrazia ignobile, a far rientrare nella legge situazioni illegali nella legalità è bene accetta.

    • dicembre 6, 2025 alle 11:58 am

      Buongiorno Antonio,
      non siamo in Germania, non siamo in Svezia, dove un abuso edilizio verrebbe di regola accertato e pesantemente sanzionato in men che non si dica.
      Siamo in Italia.
      Qualsiasi provvedimento legislativo di ulteriore deregulation in campo di gestione del territorio nella situazione di illegalità piuttosto diffusa in Italia – come lei stesso giustamente afferma – si traduce in ulteriori scempi ambientali.
      Mancano i controlli sul territorio e le autocertificazioni in campo edilizio spesso sono ben difformi dalla realtà.
      La giustizia penale in materia è al di sotto delle attese, anche perchè deve scontare la grave carenza nei controlli amministrativi.
      E in questo quadro avvilente vogliamo introdurre ulteriori occasioni di degrado ambientale quali una nuova deregulation edilizia?
      Buona giornata.

      Stefano Deliperi

  3. dicembre 6, 2025 alle 12:10 PM

    A.N.S.A., 6 dicembre 2025

    Riforma dell’edilizia, ecco tutte le novità.

    Procedure semplificate, poteri sostitutivi, riordino Scia e Cila.

  4. dicembre 6, 2025 alle 12:46 PM

    da Il Corriere della Sera, 4 dicembre 2025

    Riforma dell’edilizia, via libera al nuovo codice e alla sanatoria. È un nuovo Salva Milano esteso all’Italia? Domande e risposte.

    Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma del Testo Unico dell’edilizia per rendere commerciabili abitazioni con difformità non gravi rispetto agli standard attuali. Il Mit: «Non si interviene sugli abusi del passato». (Gino Pagliuca)

    Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma  del Testo Unico dell’edilizia. Lo scopo è rendere commerciabili con una sanatoria di costo proporzionale agli abusi, abitazioni con difformità non gravi rispetto agli standard attuali. Anche se per il Mit «non si interviene in alcun modo sugli abusi del passato».

    Cosa cambia

    Che cosa cambia per il cittadino con la legge delega sull’edilizia?Per ora nulla, perché si tratta di un provvedimento con cui si chiede di affidare una delega al governo per riscrivere le norme sull’edilizia dando vita a un nuovo codice che innovi le regole del Tue, il Testo unico dell’edilizia, che risale al 2001. Il governo avrà un anno di tempo per farlo. 

    Le nuove regole

    Perché riscrivere le regole?Perché quelle raccolte nel Testo Unico sono giudicate farraginose e non al passo con i tempi. C’è poi un problema cronologico a monte: il Testo Unico non tiene conto del fatto che le Regioni hanno ottenuto la «competenza concorrente» sulla materia edilizia e quindi molto spesso succede che vi sia difformità tra le norme regionali e quelle statali. Se a tutto questo aggiungiamo anche che i Comuni possono dire la loro con i regolamenti edilizi si capisce che questa è una delle situazioni in cui si può rispolverare la celebre frase di Mao: grande è la confusione sotto il cielo. È un nuovo Salvacasa?

    Ma non si tratta di problemi risolti dal decreto Salvacasa del 2024?Solo in parte. Inoltre, evidentemente, si ritiene che le procedure previste per le sanatorie da quella legge siano ancora troppo lunghe e che vi sia bisogno di ampliare ulteriormente la possibilità di sanare gli abusi. La data spartiacque del 1967

    A questo proposito, la legge prevede per le sanatorie una data spartiacque, il 1° settembre 1967. Perché?Perché quel giorno è entrata in vigore la cosiddetta “Legge Ponte”. Questa legge ha introdotto l’obbligo di licenza edilizia per qualsiasi edificio ubicato nel territorio nazionale, mentre in precedenza la licenza bisognava chiederla solo nei Comuni che si erano già dotati di un piano regolatore. In buona sostanza per eccepire che un immobile sia stato costruito senza il rispetto delle regole è necessario che vi fossero all’epoca anche delle regole, senza contare che reperire una documentazione risalente nel migliore dei casi a quasi 60 anni fa è piuttosto problematico. A cosa serve la riforma

    Ma non si tratta di un condono generalizzato per quegli immobili?Lo scopo è quello di rendere commerciabili con una sanatoria di costo proporzionale agli abusi abitazioni con difformità non gravi rispetto agli standard attuali. Con una nota il Mit sostiene che «non si interviene in alcun modo sugli abusi del passato». Bisognerà vedere nel concreto se rispetto al decreto Salvacasa saranno allentate ulteriormente le regole della cosiddetta doppia conformità. L’addio alla doppia conformità

    Di che cosa si tratta?Con le regole precedenti al Salvacasa per sanare le irregolarità le opere abusive dovevano essere conformi sia alla disciplina urbanistica e edilizia dell’epoca della richiesta di sanatoria sia a quelle vigenti all’epoca della realizzazione dell’abuso. Con il Salvacasa basta la conformità all’epoca della richiesta della sanatoria, con l’eccezione delle opere totalmente abusive e a quelle in zona sismica. Bisognerà vedere che cosa succederà in questi casi. Il silenzio-assenso

    Come avverrà lo snellimento dei tempi burocratici per le domande di sanatoria?In realtà il Salvacasa già prevede sulla carta tempi piuttosto rapidi: ci sono 30 giorni per le domande di sanatorie presentate mediante Scia e 45 giorni per quelle con il permesso di costruire. Trascorsi questi tempi senza risposta, l’istanza si intende accolta grazie alla formazione del cosiddetto “silenzio assenso”. Fanno però eccezione le domande di sanatoria riguardanti immobili con vincoli storici, artistici, architettonici per i quali è previsto anche il nulla osta della sovrintendenza competente. Con il nuovo codice in caso di non rispetto dei tempi previsti dovrebbe entrare in gioco un’autorità terza (quelle che nel linguaggio burocratico si definisce “commissario ad acta”) che potrà sostituirsi agli altri enti e autorizzare la sanatoria.Le nuove categorie edilizie

    Come cambieranno le categorie edilizie?La classica distinzione tra manutenzione straordinariarisanamento conservativo/restauro e ristrutturazione edilizia sarà superata. Gli interventi che non ricadono tra quelli considerati di edilizia libera (anche a seguito del Salvacasa) verranno classificati in base alla loro rilevanza, la loro natura e l’impatto sul territorio e per ogni tipologia di intervento sarà associata per tutto il territorio nazionale una tipologia autorizzativa (Cila, Scia o permesso di costruire).

    Più facile la rigenerazione urbana

    Ci sono altre novità di rilievo?Se ne possono citare almeno tre: sarà più facile dare il via libera a operazioni di rigenerazione urbana e a cambi di destinazione giudicati indifferenti dal punto di vista funzionale perché con minimo impatto urbanistico. Sarà inoltre dato impulso alla digitalizzazione dei documenti riguardanti le singole unità immobiliari e i singoli edifici. È un nuovo Salva Milano esteso all’Italia?

    Per concludere, oltre che di condono per le case vecchie c’è chi dice che le nuove norme rappresenterebbero una edizione riveduta e corretta del Salva Milano per gli immobili appena costruiti o in costruzione. È così?Nella nota del Mit citata sopra è detto esplicitamente: «Obiettivo della riforma è offrire al settore un Codice fondato su regole chiare e semplici, per evitare che, in futuro, sulle ambiguità normative, possano nascere contenziosi come quello che oggi interessa il Comune di Milano». Le vicende dell’urbanistica milanese, prescindendo da eventuali profili penali su cui si dovrà pronunciare la magistratura, nascono da un quadro normativo obiettivamente nebuloso. Fare chiarezza in materia, non solo per Milano anche se qui i casi sono stati eclatanti, è necessario per costruttori, professionisti, cittadini acquirenti che non devono rischiare di versare anticipi talvolta a cinque cifre ma più spesso a sei e trovarsi di fronte al rischio di non avere la casa perdendo anche i soldi. E anche per i cittadini che la casa ce l’hanno già e non gradirebbero vedersi spuntare una torre nel loro cortile. 

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