Boschi e foreste, componente del paesaggio sardo.


Massiccio dei Sette Fratelli, vette, bosco

E’ fondamentale per comprendere l’identità e i valori di un territorio, capire la storicità e l’importanza della componente paesaggistica rappresentata dalle foreste, il cui dato di estensione è pari al 29 % del territorio regionale.

E’ bene evidenziare che proprio in Sardegna negli ultimi millenni ma soprattutto negli ultimi 2 secoli tutto il territorio regionale, a causa dell’attività mineraria, del disboscamento, degli incendi forestali e della cementificazione selvaggia, ha dovuto pagare, e tuttora  paga, gravissime conseguenze. 

Italia, differente tipologia boschiva (in rosso macchie e bosco mediterraneo)

I dati più aggiornati oggi a disposizione (Inventario Forestale Nazionale) riportano un’estensione forestale per la Sardegna  di oltre 1.300.000 ettari ovvero pari ad oltre il 50 % di tutto il territorio dell’Isola  ma è pur vero che quasi la metà di questo verde (oltre 600 mila ettari) è rappresentato  da macchia mediterranea in vari stadi di degradazione in quanto purtroppo originata nella maggior parte dei casi da incendi, da interventi sconsiderati (per esempio tagli boschivi devastanti) e sovrapascolamento.

Se poi si osservano con maggiore attenzione i dati statistici dal secondo dopoguerra ad oggi ci si rende facilmente conto che da quegli anni in poi il dato relativo all’estensione della macchia coincide sostanzialmente con le superfici che a suo tempo, prima dei devastanti tagli boschivi operati nel 1800, e fino al primo dopoguerra del 1900, risultavano occupate dai “boschi alti” (in genere boschi plurisecolari di leccio).  

Nel prendere coscienza e comprendere che il territorio Sardo non può più  essere “utilizzato” come negli ultimi secoli e che la speculazione eolica e fotovoltaica incide non solo sul paesaggio ma anche sull’assetto idrogeologico, del quale accelera il disastroso dissesto contribuendo alla desertificazione, per superare lo “status quo” ritengo possa essere importante non solo guardare agli eventi storici che hanno modificato il paesaggio originario ma anche alle dinamiche evolutive che regolano la necessaria naturale riconquista del territorio da parte della vegetazione forestale. 

i boschi in Italia

Se e’ vero che ogni prospettiva di protezione del nostro territorio muove innanzitutto da una categorizzazione del paesaggio, figlia primariamente sia del “primato estetico-percettivo” e sia della storia gestionale del territorio, occorre prendere atto dell’urgenza di comprendere pienamente l’importanza  della “componente paesaggistica” rappresentata dalle foreste con particolare riferimento ai suoi “poteri”, di recente molto brillantemente ricordati anche dalla fisica Katia Laval nel suo ultimo libro sottotitolato “De l’eau et des arbres“. 

Sardegna, Giara, bosco mediterraneo

In tempi di cambiamento climatico, ormai molto sentito anche nella nostra Isola, peraltro già caratterizzata anche negli ultimi due secoli da periodi più o meno lunghi di siccità, il ruolo essenziale delle foreste si concretizza in primis nel “sequestro” del carbonio che, come ormai noto, è in grado di controbilanciare efficacemente e senza impatto quello che si vuole far abbattere dalle centrali eoliche e fotovoltaiche, svolgendo la sua azione virtuosa, ma meno pubblicizzata, proprio sul clima. 

Le foreste sono le nostre principali alleate naturali perché serbano in loro “l’acqua verde”, quella che scorre attraverso gli alberi e che evapora attraverso gli stessi in questo modo riducendo e moderando le temperature eccessive fungendo in pratica da condizionatore naturale. Le masse di vapore acqueo evaporato migrano poi sotto forma di nuvole, contribuendo a riciclare la pioggia. La chioma della foresta funge anche da isolante, a beneficio del sottobosco e della biodiversità.

bosco in passato governato a ceduo

Non è proprio un nuovo paradigma ma pensandoci bene forse poco gli manca per esserlo soprattutto perche’ può far scattare la molla per integrare a pieno titolo, nella strategia di lotta alla speculazione energetica, la reale importanza (eco-fisiologica) della foresta consentendo di trasferire così a scala operativa importanti e decisive scelte gestionali che devono tenere conto della sua effettiva estensione nonchè della sua potenziale espansione affinchè possa esprimere pienamente tutti i suoi “poteri” capaci di contribuire a fermare anche la speculazione energetica.

Dott. Michele Puxeddu

Membro corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali

Muflone (Ovis orientalis musimon)
Desulo, Gennargentu, foresta di Girgini

(foto M.P., J.I., S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di caiofabricius
    caiofabricius
    luglio 18, 2024 alle 10:19 am

    Grazie dott. PUXEDDU

    Sperando di non risultare eccessivamente invadente, riporto alcuni suoi brani (con mie personali aggiunte) che andrebbero ampiamente divulgati, anche nelle scuole

    ..”la speculazione eolica e fotovoltaica incide non solo sul paesaggio ma anche sull’assetto idrogeologico, del quale accelera il disastroso dissesto contribuendo alla desertificazione..”

    “..il ruolo essenziale delle foreste (ma anche delle coltivazioni agrarie) si concretizza in primis nel “sequestro” del carbonio che, come ormai noto, è in grado di controbilanciare efficacemente e senza impatto quello che si vuole far abbattere dalle centrali eoliche e fotovoltaiche, svolgendo la sua azione virtuosa, ma meno pubblicizzata, proprio sul clima.”

    Centrali eoliche e fotovoltaiche che proprio quei boschi e quei campi si pretende di sostituire con infima periferia industriale, quando migliaia di ettari di superfici e capannoni, di suoli perduti gia’ consumati , cementificati, degradati potrebbero trovare nuova vita funzionale ospitando pale e pannelli.

    I preziosi ed insostituibili servizi ecosistemici forniti dal suolo si possono classificare in

    • servizi di approvvigionamento (prodotti alimentari e biomassa, materie prime, etc.);

    – servizi di regolazione e mantenimento (regolazione del clima, cattura e stoccaggio del carbonio, controllo dell’erosione e dei nutrienti, regolazione della qualità dell’acqua, protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, riserva genetica, conservazione della biodiversità, etc.);

    servizi culturali (servizi ricreativi e culturali, funzioni etiche e spirituali, paesaggio, patrimonio naturale, etc.)

    E invece il suolo continua a consumarsi con garrula sfrontatezza con il solito obiettivo “prendi i soldi e scappa”, di cui fanno parte a pieno titolo i nuovi e forse più pericolosi speculatori , quelli energetici con mire espansive e predatorie che nessuno aveva mai avuto nella Storia.

    ISPRA: Pannelli potenzialmente installabili su 100 000 ha di tetti. A questa gia’ immensa superficie si potrebbero aggiungere parcheggi, piazzali e altre aree gia’ pavimentate (65 000 ha) infrastrutture (600 000 ha !) siti contaminati (150 000ha) senza altro folle consumo suolo. No alla speculaziine energetica su terre libere, condita da falsa retorica che di verde ha il solo colore delle banconote, malloppo della megarapina di Territorio

  2. Avatar di Giovanni
    Giovanni
    luglio 18, 2024 alle 8:42 PM

    Ottima spiegazione

  3. Avatar di Ivan
    Ivan
    luglio 18, 2024 alle 10:52 PM

    che bella descrizione complimenti ..dedicata alla natura a noi e alla nostra isola

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