Toxicily.


Toxicily di François-Xavier Destors e Alfonso Pinto esce in sala, un documentario sui costi del progresso e i limiti dell’antropocene.

LE PRIME DATE DI GIUGNO IN ITALIA

Venezia, Cagliari, Firenze e Torino

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Scritto da François-Xavier Destors e Alfonso Pinto e prodotto da Elda Productions e Ginko Film il documentario che dà voce a chi vive nelle coste del polo petrolchimico siracusano arriva il 3 giugno allo Spazio About a Venezia, dal 4 giugno a Firenze e a Cagliari e il 5 giugno a Torino. Le proiezioni sono accompagnate da eventi speciali e incontri con associazioni di tutela ambientale locale. Come Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) parteciperemo a Cagliari, giovedi 6 giugno 2024, ore 21.00, al Teatro Alkestis (Via Loru).
Biglietti e date
A settant’anni dall’arrivo delle prime raffinerie sulla costa orientale siciliana, i due autori esplorano i temi del sacrificio ambientale e sanitario, restituendo la pluralità dei punti di vista degli stessi abitanti: se questa impresa industriale ha permesso di superare le miserie di un’economia agricola precaria, trasformando pescatori, contadini e pastori in operai, ha creato però un’emergenza sia sanitaria ed ambientale a causa dell’inquinamento. Di fronte a questo scempio, la maggior parte dei cittadini sembra essere rassegnata. «Meglio morire di cancro che di fame» è una delle frasi che ritorna spesso nel film. Altri invece resistono e lottano affinché questa ingiustizia non sia più taciuta e sia finalmente riconosciuta dalle istituzioni. Come Don Palmiro, sacerdote, che oggi paga il prezzo del suo impegno per la salute dei suoi concittadini, Lina e sua figlia Chiara che dall’età di 7 anni lotta contro una rara malformazione congenita, Andrea che ha tentato durante la sua vita di operaio di limitare, nel suo piccolo, i danni dell’industria su ambiente e salute. E ancora Nino che malgrado la sua cecità condivide i ricordi di un mondo perduto,  Giusi che dopo la perdita di suo padre a causa di una malattia professionale, si batte contro tutto e contro tutti in nome della giustizia ambientale.
Attraverso la complessità dei rapporti fra abitanti, territorio e industrializzazione, emergono gli interrogativi, i dubbi e i limiti del mondo che verrà.
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(foto da mailing list ambientalista)

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