Ma è necessario intervenire così?


Uno dei primi esempi di gestione concreta di un tratto di litorale da parte dell’Agenzia della Conservatoria delle coste sarde sta finalmente muovendo i primi passi.

Si tratta dell’area di Is Mortorius (7 ettari), nel Comune di Quartu S. Elena (CA), già sede di una tonnara nell’800, di un sistema di fortificazioni anti-nave (la Batteria costiera “Carlo Faldi”) dal 1936 al 1943 e poi di una colonia marina nel primo dopoguerra. Coinvolti nell’iniziativa il Comune di Quartu S. Elena e l’associazione AssFort, per raccogliere suggerimenti e proposte è stato aperto un blog (http://ismortorius.wordpress.com).

Il complesso di interventi prescelto dopo selezione pubblica ne prevede il riutilizzo, dopo bonifica e messa in sicurezza, nell’ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile propri per legge e finalità dell’Agenzia della Conservatoria delle coste.

Quartu S. Elena, Is Mortorius, cantiere

Quartu S. Elena, Is Mortorius, cantiere

Sono iniziati i primi lavori di riqualificazione e messa in sicurezza, che prevedono in primo luogo la bonifica da residuati bellici, come indica il cartello “inizio lavori”.     Quanto descritto nel progetto esecutivo appare un intervento positivo, senza movimenti-terra, sbancamenti o alterazioni del suolo e con interventi manuali per la rimozione delle specie allotocne (pag. 16 della relazione descrittiva e tecnica dell’Intervento, doc. A01), seppure il Fico d’India è ormai sardo da secoli.

Quartu S. Elena, Is Mortorius, cantiere

Quartu S. Elena, Is Mortorius, cantiere

Le immagini, però, raccontano una realtà un po’ diversa, dove i segni dei mezzi meccanici per l’estirpazione delle essenze sono ben presenti.

Ma è questo il modo di agire in un contesto ambientale estremamente delicato?

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

 

Quartu S. Elena, Is Mortorius, cantiere

Quartu S. Elena, Is Mortorius, cantiere

 

Quartu S. Elena, Is Mortorius, cantiere, cartello "inizio lavori"

Quartu S. Elena, Is Mortorius, cantiere, cartello “inizio lavori”

 

riceviamo dall’Agenzia della Conservatoria delle coste della Sardegna e pubblichiamo molto volentieri.

 

La Conservatoria delle coste, in data 27 febbraio 2014 ha affidato alla ditta Sub Service s.r.l. l’appalto del servizio di bonifica da residuati bellici nell’area di conservazione costiera di Is Mortorius nel comune di Quartu Sant’Elena, da realizzare nell’ambito delle attività di valorizzazione dell’ex batteria militare “Carlo Faldi” e del promontorio di Is Mortorius, i quali, come da progetto, devono essere eseguiti a copertura di tutta l’area in oggetto attraverso l’uso del metal detector.

La ditta incaricata, al fine di eseguire a regola d’arte il servizio di bonifica, deve rispettare le prescrizioni del Capitolato B.C.M redatto dal Ministero della Difesa, che al termine dei lavori eseguirà il collaudo. In particolare il Capitolato prevede che debba essere eseguito il taglio della vegetazione qualora essa ostacoli la corretta esecuzione della bonifica superficiale.

Nelle aree coperte da macchia mediterranea folta o nelle quali le piante di Fico d’India, costituiscono una barriera fisica impenetrabile, risulta necessario provvedere al taglio della vegetazione, in quanto la bonifica da residuati bellici può essere considerata correttamente eseguita solo se tutta l’area in esame viene indagata.

In alcuni casi, durante la realizzazione dell’intervento, si è dovuto operare sui cespugli di fico d’india un taglio consistente nei casi in cui era impossibile l’accesso alle aree o quando venivano rilevati i segnali della presenza di potenziali ordigni. I cespugli di fico d’india purtroppo sono stati oggetto nel tempo di deposito di rifiuti, talvolta di matrice ferrosa, che generano interferenza con gli strumenti di rilevazione.

I lavori sono stati oggetto di tutte le autorizzazioni ambientali, compresa quella rilasciata da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione, che contiene le prescrizioni relative alle modalità di esecuzione.

Precedentemente all’avvio della bonifica da residuati bellici l’area è stata oggetto di un intervento di pulizia da rifiuti realizzato da una ditta privata su incarico del Comune di Quartu Sant’Elena. I lavori suddetti hanno comportato un intervento di taglio e pulizia della vegetazione, che ha interessato anche la copertura vegetale costituita delle piante di Fico d’India impiantata in prossimità delle piazzole di tiro.

È innegabile che visitare un sito durante operazioni aventi le suddette caratteristiche può suscitare preoccupazione per la salvaguardia dell’ambiente costiero e delle specie vegetali in esso presenti, si intende ad ogni modo rassicurare sul fatto che è prevista nell’appalto in corso la manutenzione della copertura vegetale e la realizzazione di tutti quegli interventi finalizzati alla rapida ripresa della vegetazione nei punti in cui si è reso necessario operare i tagli e le potature.

Subito dopo il completamento delle attività di bonifica avranno inizio i lavori per la riqualificazione e la messa in sicurezza del sistema difensivo militare, a cui seguiranno i lavori per il miglioramento dell’accessibilità dell’area.

Il primo lotto che verrà realizzato, per il quale è già stato affidato l’appalto dei lavori, è l’intervento rivolto alla riqualificazione e messa in sicurezza del sistema difensivo.

Successivamente verrà realizzato l’intervento rivolto al miglioramento dell’accessibilità e al recupero ambientale e naturalistico dell’area, abbandonata fin dal primo dopoguerra e fortemente degradata da una fruizione che ha compromesso il delicato equilibrio della copertura vegetale naturale. È previsto che i lavori abbiano termine entro la metà del 2015.

Ing. Alessio Satta

Direttore Esecutivo

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

Agenzia Conservatoria delle coste

 

 

Cisto (Cistus)

Cisto (Cistus)

 

(foto J.I., archivio GrIG)

  1. aprile 3, 2014 alle 8:42 am

    Non sempre ciò che si dice corrisponde, poi, a ciò che si fa. In Italia, purtroppo, è una costante della vita pubblica e della politica sia nazionale che locale.
    Continuiamo a batterci per il rispetto dell’ambiente naturale!

  2. capitonegatto
    aprile 3, 2014 alle 9:40 am

    Ma se i cingolati abbattono la macchia mediterranea senza un piano approvato, chi ne risponde ? La conservatoria delle coste nella persona di chi ? Perche’ non viene menzionato nel cartello il costo dei lavori ? Tre nomi con lo stesso cognome , cos’e’ una azienda familiare ?

  3. M.A.
    aprile 3, 2014 alle 11:22 am

    Ciò che accade in questo video non è né più né meno di ciò che è accaduto nelle campagne della Sardegna negli ultimi 30 anni. Da ragazzino conobbi dei pascoli con una bellissima distesa di macchia mediterranea secolare, ricca di biodiversità. A distanza di 30 anni ciò che ne resta sono solamente ettari ed ettari di campi puliti, oppure distese di giovani eucalyptus.
    Durante la rimozione delle siepi che serviva a delimitare i confini dei campi, nei primi anni 90, per fare dei lavori per una strada, era impressionante vedere al passaggio della ruspa che rimuoveva rovi, lentischi e fichi d’india decine e decine di conigli che schizzavano fuori impanicati senza meta. Le tane vennero distrutte, quelli sfortunati che non uscirono, vi morirono dentro, insieme a tutti i coniglietti. Nell’arco di 5-6 giorni venne stravolto un intero ecosistema, la funzionalità dei cespugli che servivano per delimitare il campo venne rimpiazzata immediatamente dalle reticelle..di conigli in quel luogo sono senza vederne dal giorno in cui passò quella ruspa. È in virtù anche di questo che, nel sentire un ambientalista dirmi che la fauna in Sardegna sta diminuendo ad opera dell’attività venatoria, mi faccio delle grosse e grasse risate (amare)!

    • aprile 3, 2014 alle 4:21 PM

      ridi quanto vuoi, ma chi sopravvive alla distruzione degli habitat finisce sotto il vostro piombo.
      C’è proprio da ridere…..

      • M.A.
        aprile 3, 2014 alle 4:37 PM

        Io rido per non piangere! Grig continua nella tua battaglia nel ripristino degli habitat, nell’inquinamento dell’agricoltura e dell’ambiente e vedrete che di lepri, conigli e pernici ce ne saranno di nuovo tante, e la loro densità sarà incompatibile con le attività agricole…e vedrete che la caccia, sarà utile per trovare quel giusto equilibrio tra esigenze produttive e densità faunistica. Oggi come oggi, puntare il dito contro la caccia fa ridere (per non piangere! ) perché è come prendersela con la punta di un iceberg!!! I problemi sono ben altri e voi lo sapete bene! La caccia può e deve essere eco sostenibile e per far ciò c’è bisogno di un ambiente sano! Avanti Grig 😉 !

      • aprile 3, 2014 alle 4:52 PM

        splendido: armatevi e partite 😉

  4. Mauro
    aprile 3, 2014 alle 2:53 PM

    L’Agenzia delle Coste più che i primi passi stà collezionando una serie di capitomboli ;), visto ciò che è successo con la Torre nel Sinis.
    Cmq la scarsa attenzione con la quale è stata trattata la macchia mediterranea qui mi pare proprio una inezia, la classica “cacca di mosca” in confronto alla devastazione che è stata compiuta nel cuore della superprotetta area del Molentargius ad opera dello stesso Parco

  5. Luca Carta
    aprile 3, 2014 alle 3:02 PM

    Sconcertante, e da approfondire.

  6. aprile 3, 2014 alle 5:30 PM

    da CagliariPad, 3 aprile 2014
    Is Mortorius, distrutti fichi d’india e macchia mediterranea, polemica degli ecologisti.
    Nel mirino i lavori di riqualificazione: “Ci sono i segni dei mezzi meccanici per l’estirpazione delle essenze. Ma è questo il modo di agire in un contesto ambientale estremamente delicato”?: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=8015

  7. Shardana
    aprile 3, 2014 alle 5:48 PM

    Signori c’è poco da approfondire è realtà e nessuno ne parla………Con i soldi, che danno per l’ambiente(azzo doppio senso)non fanno altro che combinare casini senza che nessuno controlli.

  8. aprile 3, 2014 alle 10:07 PM

    riceviamo e pubblichiamo volentieri.

    La Conservatoria delle coste, in data 27 febbraio 2014 ha affidato alla ditta Sub Service s.r.l. l’appalto del servizio di bonifica da residuati bellici nell’area di conservazione costiera di Is Mortorius nel comune di Quartu Sant’Elena, da realizzare nell’ambito delle attività di valorizzazione dell’ex batteria militare “Carlo Faldi” e del promontorio di Is Mortorius, i quali, come da progetto, devono essere eseguiti a copertura di tutta l’area in oggetto attraverso l’uso del metal detector.
    La ditta incaricata, al fine di eseguire a regola d’arte il servizio di bonifica, deve rispettare le prescrizioni del Capitolato B.C.M redatto dal Ministero della Difesa, che al termine dei lavori eseguirà il collaudo. In particolare il Capitolato prevede che debba essere eseguito il taglio della vegetazione qualora essa ostacoli la corretta esecuzione della bonifica superficiale.
    Nelle aree coperte da macchia mediterranea folta o nelle quali le piante di Fico d’India, costituiscono una barriera fisica impenetrabile, risulta necessario provvedere al taglio della vegetazione, in quanto la bonifica da residuati bellici può essere considerata correttamente eseguita solo se tutta l’area in esame viene indagata.
    In alcuni casi, durante la realizzazione dell’intervento, si è dovuto operare sui cespugli di fico d’india un taglio consistente nei casi in cui era impossibile l’accesso alle aree o quando venivano rilevati i segnali della presenza di potenziali ordigni. I cespugli di fico d’india purtroppo sono stati oggetto nel tempo di deposito di rifiuti, talvolta di matrice ferrosa, che generano interferenza con gli strumenti di rilevazione.
    I lavori sono stati oggetto di tutte le autorizzazioni ambientali, compresa quella rilasciata da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione, che contiene le prescrizioni relative alle modalità di esecuzione.
    Precedentemente all’avvio della bonifica da residuati bellici l’area è stata oggetto di un intervento di pulizia da rifiuti realizzato da una ditta privata su incarico del Comune di Quartu Sant’Elena. I lavori suddetti hanno comportato un intervento di taglio e pulizia della vegetazione, che ha interessato anche la copertura vegetale costituita delle piante di Fico d’India impiantata in prossimità delle piazzole di tiro.
    È innegabile che visitare un sito durante operazioni aventi le suddette caratteristiche può suscitare preoccupazione per la salvaguardia dell’ambiente costiero e delle specie vegetali in esso presenti, si intende ad ogni modo rassicurare sul fatto che è prevista nell’appalto in corso la manutenzione della copertura vegetale e la realizzazione di tutti quegli interventi finalizzati alla rapida ripresa della vegetazione nei punti in cui si è reso necessario operare i tagli e le potature.
    Subito dopo il completamento delle attività di bonifica avranno inizio i lavori per la riqualificazione e la messa in sicurezza del sistema difensivo militare, a cui seguiranno i lavori per il miglioramento dell’accessibilità dell’area.
    Il primo lotto che verrà realizzato, per il quale è già stato affidato l’appalto dei lavori, è l’intervento rivolto alla riqualificazione e messa in sicurezza del sistema difensivo.
    Successivamente verrà realizzato l’intervento rivolto al miglioramento dell’accessibilità e al recupero ambientale e naturalistico dell’area, abbandonata fin dal primo dopoguerra e fortemente degradata da una fruizione che ha compromesso il delicato equilibrio della copertura vegetale naturale. È previsto che i lavori abbiano termine entro la metà del 2015.

    Ing. Alessio Satta
    Direttore Esecutivo

    REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
    Agenzia Conservatoria delle coste

    • Juri
      aprile 4, 2014 alle 12:48 am

      Da quanto ho potuto verificare l’abbattimento con cingolati, o meglio la distruzione tramite calpestamento con mezzi cingolati, della macchia mediterranea, è avvenuta sempre in corrispondenza di esemplari di fichi d’india. Del resto, nel progetto esecutivo l’estirpazione dei fichi d’india è indicato (molto discutibilmente) come uno degli obiettivi dell’intervento (per il resto, sulla carta, senz’altro positivo).
      Questa perfetta corrispondenza mal si concilia con la spiegazione per cui la distruzione della macchia sia stata l’inevitabile conseguenza della necessità di bonificare l’intera area, anche perché seguendo questa logica si dovrebbe concludere che sarebbe stata di fatto autorizzata la rimozione della macchia su tutti e i 7 ettari.
      A me sembra molto più logica e coerente la spiegazione secondo cui anziché seguire le prescrizioni del progetto esecutivo (mezzi manuali), per la rimozione dei fichi d’india si sia ricorso alla comoda rapidità di un mezzo cingolato, senza andare troppo per il sottile, con i risultati che ora sono sotto gli occhi di tutti.
      La macchia certamente ricrescerà, anche se ci vorrà del tempo, ma avere la netta sensazione che neanche un luogo così delicato e di pregio sia stato messo al riparo dall’oltraggio dei cingolati che devastano olivastri e lentischi, non è per niente bello.

  9. Shardana
    aprile 4, 2014 alle 9:44 am

    È in atto un nuovo tipo di saccheggio del territorio con gli interventi di bonifica o pulizia del verde pubblico o macchia da parte di provincia,regione e comuni,che per fare prima utilizzano mezzi cingolati o mezzi meccanici che non vanno certo per il sottile?Il risultato è devastante per il paesaggio,in quanto strappano letteralmente il verde e con i cingolati lo spargono.Ma del resto cosa ci aspettiamo,il fine giustifica il mezzo.Mi sembra di sentirli i nostri papponi “che rompi sti ambientalisti,non gli va bene nulla”

  10. M.A.
    aprile 4, 2014 alle 11:16 am

    Shardana hai perfettamente ragione purtroppo. Per decenni in tematiche ambientali vale il concetto: “il fine giustifica i mezzi! “. Per carità. Sai quante discussioni mi ha provocato. Anni fa, quando cercavo di far capire l’importanza di un singolo cespuglio all’interno di un biotopo, in quanto in un campo agricolo un cespuglio era di vitale importanza per la fauna, in quanto offriva riparo sia a volatili che mammiferi le risposte erano sempre: ” ma chi se ne frega”. I cespugli hanno perso la loro funzione con l’avvento dell’eucalyptus e delle reticelle. Le risposte erano tutte della serie:”Un cespuglio sono circa 2-3mt quadrati non redditizi, in quanto non posso arare. Per le legna mi son piantato dei filari di eucalyptus e per le pecore ci sono le reticelle”. È così che anno dopo anno il paesaggio del Campidano si trasformo in una desolata pianura, senza macchia mediterranea, nel silenzio e consenso di tutti, politica compresa. Domanda: “la politica conosce l’utilità di un cespuglio?!” Ho i miei dubbi!

  1. ottobre 3, 2018 alle 10:10 PM
  2. ottobre 4, 2018 alle 7:08 am

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