Il progetto di centrale solare termodinamica a Cossoine e Giave dovrà essere sottoposto a VIA.
Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus esprimono forte soddisfazione per l’approvazione della deliberazione Giunta regionale n. 48/37 dell’11 dicembre 2012, con la quale – al termine della procedura di verifica di assoggettabilità (screening, decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) – è stato deciso l’assoggettamento alla successiva e vincolante procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A., decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) del progetto di centrale solare termodinamica a concentrazione (potenza complessiva 30 Mwe) proposto dalla Società Energo Green nelle località Larione, Sa Tanca ‘e sa Chegia, Su Padru, Ludarzu, Su Campu, nei Comuni di Cossoine e Giave (SS), e interessante ben 160 ettari di terreni agricoli di buona qualità.
Il progetto – avviato nel bel mezzo dell’estate, fra dubbi e contrarietà della popolazione interessata – potrebbe, infatti, portare allo snaturamento di un’ampia area a vocazione agricola nella Sardegna settentrionale.
Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus avevano richiesto (atto del 20 agosto 2012) – nell’ambito del procedimento di “verifica di assoggettabilità” – al Servizio valutazione impatti dell’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente di dichiararne l’improcedibilità o, in subordine, di destinarlo al successivo procedimento di V.I.A.
In seguito, il Comitato popolare per il no al termodinamico a Cossoine e Giave ha predisposto una petizioneon line indirizzata al Ministero dell’ambiente, alla Regione autonoma della Sardegna, alla Provincia di Sassari, ai Comuni di Cossoine e di Giave, raccogliendo centinaia e centinaia di adesioni (vds. http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2012N30704&fb_source=message9.
Naturalmente la guerra per difendere il paesaggio agricolo della zona continua, ma un’importante battaglia è vinta!
Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(logo Comitato popolare, foto S.D., archivio GrIG)
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- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
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- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
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- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
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Chi sono i propietari dei 160 ettari di buon terreno agricolo ? E perche’ non lo coltivano ?
Se e’ quello nella foto in alto, sarebbe una scelta insensata. Piuttosto che importare cibo, meglio importare energia ( costa meno ).
Diamo sostegno ai veri e sani agricoltori , che permettono di consumare a Km zero , e creare occupazione.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
da La Nuova Sardegna, 15 dicembre 2012
Parco Energogreen: la giunta regionale vuole vederci chiaro. Il progetto per la centrale termodinamica a Cossoine sarà sottoposto alla valutazione di impatto ambientale. (Mario Bonu)
COSSOINE. Il progetto della Energogreen Reneivables srl per la centrale solare termodinamica nei territori di Cossoine e Giave verrà sottoposto a “Via” (Valutazione di impatto ambientale). Lo ha deciso la giunta regionale nella sua ultima riunione, con la deliberazione n. 48/37 dell’11.12.2012. Una decisione fortemente attesa e auspicata da popolazioni e associazioni ambientaliste, che costringerà la società di Pollenza (Mc) a presentare progetti e riscontri assai più dettagliati di quelli elaborati finora. Perché fra le molte criticità rilevate dal Savi (Servizio ambiente e valutazione impatti) e fatte proprie dall’assessore all’Ambiente, Andrea Biancareddu – che ha illustrato la pratica – e dalla giunta regionale, vi è, al primo posto, quella relativa a «incongruenze e indeterminatezza di diversi importanti aspetti di natura progettuale (per es., superficie captante del parco solare, opere di connessione, tecnologia della centrale ausiliaria, modalità di approvvigionamento della biomassa, etc.)». Gli altri aspetti fortemente critici contenuti nella deliberazione della giunta regionale riguardano: «Alterazione della morfologia naturale dei luoghi; notevole impatto di natura paesaggistica, considerati anche i potenziali fenomeni di interferenza visiva e conseguenti effetti cumulativi con altri impianti similari realizzati o proposti nelle aree circostanti non presi, peraltro, in considerazione nella documentazione presentata; necessità di imponenti opere di sistemazione altimetrica con potenziale movimentazione di consistenti quantitativi di terre e rocce da scavo; rilevanti impatti sulle componenti acque superficiali e sotterranee dovuti ai notevoli consumi di risorsa idrica, alla conseguente necessità di creare adeguate opere di accumulo e/o di derivazione di acque sotterranee, con alterazione del regime idraulico sia superficiale che sotterraneo e potenziale contaminazione della risorsa idrica; impatti sulla componente atmosfera, anche durante la fase di cantiere, con possibili ripercussioni sulla salute pubblica, data anche la vicinanza a diversi ricettori sensibili (aziende, case sparse e centro abitato di Cossoine, distante poche centinaia di metri dal sito di intervento); consistente consumo di suolo agrario, sottrazione di habitat e della copertura vegetazionale, con notevoli impatti sulle popolazioni faunistiche e avifaunistiche potenzialmente presenti nell’area interessata dalle opere». Fin qui i rilievi del Savi e della giunta, che riprendono pressoché integralmente le preoccupazioni sollevate da coloro che si sono schierati contro il progetto. Ma la delibera della giunta regionale contiene anche un’altra importante prescrizione, che ugualmente risponde ai rilievi mossi dagli attivisti del “No”. Lo studio di impatto ambientale, si legge nella delibera «in conformità alla delib. G.R. n. 34/33 del 7 agosto 2012, dovrà contenere anche un’analisi costi-benefici relativa alla dimostrazione della sostenibilità socio-economica ed ambientale dell’iniziativa, … la stima e monetizzazione dei reali e concreti benefici per la collettività, riferiti all’impianto in oggetto, con particolare riferimento all’incremento dei livelli occupazionali. Tale analisi dovrà altresì riguardare ciascuna delle alternative esaminate e illustrare le motivazioni della scelta di quella proposta». Per le 18,30 di oggi, intanto, al salone parrocchiale, è confermata la riunione promossa dal Comitato per il “No” al termodinamico, con la Cia e la Coldiretti. Intanto, ieri in tarda serata si è appreso che il sindaco Alfredo Unali, essendo stato raggiunto il quorum per il referendum, ha ritirato le dimissioni.
grazie GRIG!!!
da Sassari Notizie, 17 dicembre 2012
Centrale solare di Cossoine e Giave. Il progetto sarà sottoposto alla V.I.A. (http://www.sassarinotizie.com/articolo-14472-centrale_solare_di_cossoine_e_giave_il_progetto_sara_sottoposto_alla_via.aspx)
SASSARI. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus esprimono forte soddisfazione per l’approvazione della deliberazione Giunta regionale n. 48/37 dell’11 dicembre 2012, con la quale – al termine della procedura di verifica di assoggettabilità (screening, decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) – è stato deciso l’assoggettamento alla successiva e vincolante procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A., decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) del progetto di centrale solare termodinamica a concentrazione (potenza complessiva 30 Mwe) proposto dalla Società Energo Green nelle località Larione, Sa Tanca ‘e sa Chegia, Su Padru, Ludarzu, Su Campu, nei Comuni di Cossoine e Giave (SS), e interessante ben 160 ettari di terreni agricoli di buona qualità.
Il progetto – avviato nel bel mezzo dell’estate, fra dubbi e contrarietà della popolazione interessata – potrebbe, infatti, portare allo snaturamento di un’ampia area a vocazione agricola nella Sardegna settentrionale. Le associazioni ecologiste avevano richiesto la “verifica di assoggettabilità” al Servizio valutazione impatti dell’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente di dichiararne l’improcedibilità o, in subordine, di destinarlo al successivo procedimento di V.I.A. In seguito, il Comitato popolare per il no al termodinamico a Cossoine e Giave ha predisposto una petizione on line indirizzata al Ministero dell’ambiente, alla Regione autonoma della Sardegna, alla Provincia di Sassari, ai Comuni di Cossoine e di Giave, raccogliendo centinaia e centinaia di adesioni.
da La Nuova Sardegna, 19 dicembre 2012
COSSOINE. «No al termodinamico, meglio puntare sull’agricoltura». (Mario Bonu)
COSSOINE. “No al consumo del territorio, sì alla difesa del suolo e al rilancio dell’agricoltura”. È stato il messaggio unanime lanciato dalle organizzazioni del mondo agricolo, invitate dal Comitato per il “No al termodinamico” ad esprimere la loro posizione sul problema. In una assemblea ancora una volta fortemente partecipata, Fabio Chessa direttore della Cia (Confederazione italiana agricoltori), Pietro Greco, direttore della Coldiretti, e Pier Mario Manca, agronomo, impegnato da tempo sulla scena politica provinciale, hanno rivendicato con forza la necessità di salvaguardare l’agricoltura dalle aggressioni che distruggono il territorio senza che portino alcun beneficio. «Anche perché – hanno detto – pur essendo favorevoli all’energia pulita, c’è da dire che in Sardegna si produce già fin troppa energia, che non può essere neppure esportata perché il cavo è saturo, mentre l’agricoltura ha ancora enormi potenzialità. Che potranno tornare molto utili nel breve periodo, se davvero dovesse andare in crisi il mercato mondiale del grano». La serata è stata introdotta da Lello Spanu, coordinatore del comitato del “No”. È stata quindi illustrata la deliberazione della giunta regionale che ha stabilito di sottoporre il progetto alla “Via” (Valutazione di impatto ambientale). E una testimonianza appassionata è stata portata da Pietro Porcedda, del Comitato “S’Arrieddu per Narbolia”, che lotta contro le serre fotovoltaiche realizzate in quella zona dalla società Enervitabio. Nel dibattito sono intervenuti, fra gli altri, Mario Fancellu, Maria Antonietta Uras, Franca Pinna. E alla fine, a sorpresa, è intervenuto anche il sindaco, Alfredo Unali, che ha chiamato all’unità, pur prospettando alcune considerazioni “asettiche” che hanno provocato a più riprese le contestazioni dell’assemblea. E proprio organizzato dall’amministrazione comunale, si terrà oggi, alle 17,30, nei locali del centro sociale, un seminario informativo sul solare termodinamico. Dopo l’introduzione del sindaco, Alfredo Unali, interverranno: Marco Camerada, su “Impianto solare termodinamico, un approfondimento sulla tecnologia”; Simona Murroni, su “Procedimento di autorizzazione unica, iter autorizzativo ed attività di supporto ai Comuni”; Carlo Usai, su “Valutazione impatti, misure compensative e ricadute sul territorio”. L’incontro sarà moderato dall’ingegner Andrea La Fauci.
da La Nuova Sardegna, 23 dicembre 2012
Fronte del no compatto contro il termodinamico. Affollato seminario organizzato dall’amministrazione comunale a Cossoine La Regione: 24 enti dovranno pronunciarsi prima del Via al piano Energo Green. (Mario Bonu)
COSSOINE. Il seminario organizzato dal Comune sul progetto della centrale termodinamica a “Su Padru” ha messo un altro tassello per la comprensione di un progetto che, comunque lo si giri, sarebbe destinato a modificare per sempre l’assetto del territorio. Dopo l’introduzione del sindaco, che ha ribadito le modifiche che la Energo Green intenderebbe apportare al progetto, Marco Camerada, esperto di sistemi termodinamici a concentrazione, ha illustrato la tecnologia su cui si basa l’impianto. Molti aspetti noti, già affrontati nei tanti incontri organizzati dal Comitato del “No”, e qualche interessante novità. Gli occupati, che sarebbero una ventina e non i 60 annunciati dalla Energo Green (ma in realtà, secondo altre fonti, le assunzioni sarebbero una decina). La perdita del 7-8 per cento di efficienza con il “sistema a secco”; i problemi per lo spostamento dei sali creati dal campo solare irregolare. Simona Murroni, dirigente del settore Energia dell’assessorato regionale all’Industria, ha illustrato l’iter che potrebbe alla fine arrivare sul suo tavolo per il rilascio dell’autorizzazione unica. La dirigente regionale ha ricordato che la Sardegna è tenuta a produrre il 17,8 per cento di energie rinnovabili, che l’assessorato all’Industria può rilasciare la propria autorizzazione solo previa positiva conclusione della “Via” (Valutazione di impatto ambientale), e consultazione di altri 24 enti a vario titolo interessati al problema. Murroni ha sottolineato ancora che, per quanto riguarda il fotovoltaico, ormai vengono incentivati solamente gli impianti sui tetti, e che secondo le direttive regionali gli impianti che superano un ettaro non si possono fare in zone agricole se non previa variante dello strumento urbanistico. Carlo Usai, consulente di politiche energetiche ed ambientali, dopo aver sottolineato il “caso più unico che raro” della grande mobilitazione di Cossoine, ha detto che, a fronte della sottoposizione a “Via”, tre ditte su quattro rinunciano e che i tempi medi di una “Via” variano da 18 a 48 mesi. Ma Usai si è soffermato, soprattutto, sulle cosiddette “compensazioni”, che possono andare dallo zero al 3 per cento, e quindi, da zero a 15 milioni, o addirittura a 27 nell’ipotesi più ottimistica. Dati mirabolanti che non sembrano aver convinto l’assemblea, che in tutti i numerosi interventi ha continuato a dichiarasi contraria al progetto. Sono ancora intervenuti: Antonello Spanu, coordinatore del “Comitato per il no al termodinamico”, Leopoldo Ortu, Mario Spanu, Speranza Carboni, Giovanni Battista Campus, Terenzio Saba, Maria Antonietta Uras.
da La Nuova Sardegna, 15 gennaio 2013
Termodinamico, esperto elenca i problemi. Acque agitate a Cossoine dopo la pubblicazione di una relazione tecnica chiesta dalla minoranza. (Mario Bonu)
COSSOINE. Dopo una fase di apparente stallo, seguita alla deliberazione della giunta regionale che stabiliva di sottoporre a “Via” (Valutazione di impatto ambientale) il progetto della Energo Green per l’impianto termodinamico nella piana di Cossoine, le acque ricominciano ad agitarsi, questa volta per una presa di posizione della minoranza consiliare, che rende noto un nuovo punto di vista sul problema, acquisito tramite il parere di un esperto. «A richiesta del gruppo di minoranza consiliare – si legge nel comunicato – l’ingegnere edile-architetto Pier Gavino Cherchi, ha fornito interessanti osservazioni tecniche sul progetto proposto dalla società Energogreen. L’altipiano di “Campu Giavesu” – prosegue la nota – elemento caratterizzante per la regione storica del Meilogu, rappresenta oggi una delle aree che meglio testimoniano l’importante attività vulcanica che ha interessato numerose regioni della Sardegna nel corso delle ere geologiche». L’intervento in questione, dunque, sarebbe «lesivo nei confronti dell’identità dei luoghi, caratterizzati da una successione precisa dettata dalla morfologia locale. La pianura, la collina ed infine l’altopiano hanno un ordine ben preciso che identifica il paesaggio degli altopiani tipico del Meilogu. L’inserimento dell’impianto termodinamico in un contesto paesaggistico delicato e per certi versi unico, determina un disturbo alla percezione dello stato dei luoghi, come evidenziato dalle simulazioni presentate». Ma problemi vi sarebbero anche per «l’estensione del manufatto, che si inserisce nella visuale panoramica dividendo il paesaggio quindi privandolo della sua continuità». Né miglior sorte è riservata alle cosiddette «opere di mitigazione» proposte, che avrebbero effetti «peggiorativi, in quanto introducono associazioni vegetali estranee, in forme regolari e simmetriche». «Inoltre – si legge ancora nel comunicato – sebbene venga rimarcata più volte la distanza del luogo dell’intervento, sia dai siti di valenza naturalistica sia dai siti più rilevanti dal punto vista archeologico, sulla percezione del paesaggio non incide soltanto il dato numerico dei metri. Una valutazione seria dell’impatto deve tenere conto della percezione dell’unitarietà delle parti. Il progetto attuale, sotto questo profilo, presenta diverse insufficienze. Le aree destinata alla realizzazione dell’impianto termodinamico appartengono all’ambito rurale, vincolato alle attività agricole, l’intervento proposto sembra da una prima analisi, attinente ad attività quasi completamente industriale. Ciò infatti giustificherebbe l’inserimento dell’impianto in aree già compromesse, come le aree industriali in dismissione e le aree estrattive». Intanto, al momento, non è dato sapere quale sia lo stato dell’arte della Energo Green in merito alle pratiche per la “Via”, mentre in paese si aspettano le decisioni del Comune sul referendum.
da La Nuova Sardegna, 16 gennaio 2013
Il Wwf: «No all’impianto termodinamico». Cossoine, l’associazione ambientalista: verrebbe sconvolto uno dei paesaggi di più alto pregio. (Mario Bonu)
COSSOINE. Dopo il Gruppo di intervento giuridico, gli Amici della terra e Italia Nostra, anche il Wwf scende in campo contro l’impianto termodinamico nella piana di Cossoine. Lo fa con una lunga e minuziosa relazione a firma dell’ingegner Mauro Gargiulo, responsabile della green economy del Wwf Sardegna, e di Wanda Casula, responsabile del Wwf Stl Sassari. Il documento dell’associazione ambientalista, in quattordici fitte pagine, analizza nei dettagli il progetto preliminare della Energo Green, per giungere alla conclusione che, ove lo stesso venisse realizzato, «uno degli scenari paesaggistici di più alto pregio della Sardegna, elemento di congiunzione tra l’altopiano di Campeda e il dolce digradare delle pendici verso il mare del nord, … verrà sconvolto e “segnato” da un impianto industriale che nella sua irreversibilità, porterà alla sparizione di ecosistemi millenari». Perché l’impatto, sottolinea il Wwf, non è solo quello visivo. «Appare del tutto intuitivo – si legge ancora nella relazione – che un intervento di così ampia portata che determina un radicale sconvolgimento dei parametri di tutte le matrici, da quelle abiotiche a quelle biotiche, fino a quelle antropiche e culturali, non possa ridursi a enunciati di minimalismo visivo», come invece tenta di fare il progetto preliminare. Problemi di tale spessore che, a ogni evidenza, non potranno essere risolti dalle modifiche che «la società proponente, in sede di redazione del progetto definitivo sarebbe intenzionata ad apportare». Ma il documento del Wwf evidenzia anche altri aspetti critici del progetto, come quello secondo cui «dalla lettura delle Nta (Norme tecniche di attuazione, ndc) risulta evidente che la destinazione e l’intervento previsti dal progetto sono in aperto contrasto con le previsioni di Ppr», o «la prossimità all’area dell’intervento di un cospicuo insieme di beni che presentano interesse storico-artistico», o ancora che «l’impianto appare in palese contrasto con gli strumenti di pianificazione comunale dei Comuni di Giave e Cossoine». Il documento del Wwf evidenzia, ancora, gli «aspetti di macroscopica incongruenza» della relazione della Energo Green, che «appare volutamente evasiva e contraddittoria, fino ad alterare in alcuni passaggi dati ambientali di oggettivo riscontro». Come, ad esempio, l’asserita possibilità di utilizzare l’area dell’impianto per usi agropastorali. «È sorprendente – scrive il Wwf – sostenere che un’area così vasta, recintata e denaturalizzata, sconvolta in pochi mesi nella sua orografia, possa essere consegnata a quella fruizione agro-pastorale che da millenni le popolazioni sarde vi hanno praticato».
da La Nuova Sardegna, 19 gennaio 2013
TERMODINAMICO. Cossoine, assemblea per difendere la piana. (Mario Bonu)
COSSOINE. Il Comitato per il “No” al termodinamico organizza per oggi, alle 18.30, al Centro sociale, una assemblea sui problemi connessi all’impianto proposto nella piana dalla Energo Green. È previsto l’intervento dell’ingegner Mauro Gargiulo, responsabile della green economy del Wwf Sardegna. Al centro della relazione saranno i contenuti del documento diramato dal Wwf, e redatto dallo stesso Gargiulo. Documento che, dopo aver analizzato in profondità i diversi aspetti del progetto preliminare della società di Pollenza (Mc) – momentaneamente stoppato, peraltro, dalla giunta regionale, che ha imposto la procedura di “Via” (Valutazione di impatto ambientale) – giungeva alla conclusione che «uno degli scenari paesaggistici di più alto pregio della Sardegna, elemento di congiunzione tra l’altopiano di Campeda, e il dolce digradare delle pendici verso il mare del nord, verrà sconvolto e “segnato” da un impianto industriale che nella sua irreversibilità, porterà alla sparizione di ecosistemi millenari».
da La Nuova Sardegna, 22 gennaio 2013
Termodinamico, il Wwf: «È una colonizzazione». Cossoine, l’associazione ambientalista dice no al progetto della Energo Green: «Non tengono conto del fatto che il Puc destina quei terreni all’uso agricolo». (Mario Bonu)
COSSOINE. La cosa forse più straordinaria, nella vicenda del termodinamico a “Su Padru”, che da alcuni mesi appassiona il paese, è la partecipazione corale dei cossoinesi. Sono ormai innumerevoli le iniziative messe in campo – dalle assemblee popolari agli striscioni, dalla passeggiata ecologica alla raccolta delle firme – e ogni volta la gente di Cossoine ha risposto con una presenza e una consapevolezza che, oltre a testimoniarne l’alto grado di civiltà, danno la misura dei forti sentimenti che la vicenda muove all’interno della comunità. È stato così anche sabato scorso, all’incontro promosso dal Comitato per il “No” con i rappresentanti del Wwf, in un Centro sociale ancora una volta affollato. L’ingegner Mauro Gargiulo, responsabile della green economy del Wwf Sardegna, seppure con toni pacati, ha attaccato a fondo e “smontato” nella sostanza il progetto preliminare della Energo Green. Ha parlato di «espropriazione» e «colonizzazione», Mauro Gargiulo, di un progetto che non ha tenuto conto del fatto che il Puc destina quei terreni all’uso agricolo; di come quel progetto sia in contrasto col Piano paesaggistico regionale, che prevede la conservazione della destinazione agricola dei luoghi; e di come, ancora, ci sia un netto contrasto fra il progetto e il piano energetico regionale, che «prevede esplicitamente che le centrali termodinamiche vengano realizzate in aree degradate». Il relatore ha poi parlato delle tematiche più strettamente ambientali, sottolineando come nel progetto vi sia «una visione del paesaggio quantomeno singolare», preso in considerazione solamente nella sua componente visiva e sminuito con la risibile affermazione che, «seppure l’impatto dalla periferia di Cossoine sia notevole, una volta che ci si inoltra nel paese, con le case che fanno da barriera, la centrale non si vedrebbe più». «Mentre il paesaggio – sostiene Mauro Gargiulo – secondo un principio universalmente condiviso, è sì l’aspetto visivo, ma è anche la storia, la cultura dei luoghi, la presenza dell’uomo, le relazioni spaziali fra le sue diverse componenti». Tutti valori che vanno tutelati e che rendono incompatibile, su quei terreni, la presenza di un impianto da 160 ettari di superficie. In apertura di serata, Antonello Spanu, coordinatore del Comitato per il No, ha chiesto all’amministrazione comunale che venga fissata la data del referendum proposto. «Noi eravamo contrari perché lo ritenevamo inutile a fronte delle 469 firme già raccolte – ha detto il rappresentante del comitato – ma a questo punto conviene farlo al più presto, perché si ritrovi la sintonia fra il paese e l’amministrazione». E la data indicata dal comitato è quella delle elezioni del 24 e 25 febbraio, «che consentirebbe anche un notevole risparmio economico»
e ora anche fra Giave e Bonorva.
da La Nuova Sardegna, 24 febbraio 2013
La Valle dei nuraghi sotto la minaccia del termodinamico.
Allarme a Bonorva: la Energogreen (Fintel) vuole costruire una mega centrale su 235 ettari ricchi di siti archeologici. (Emidio Muroni)
BONORVA. Un’autentica bomba ecologico-ambientale sta per essere collocata e innescata nella fertile “Valle dei nuraghi”, in località “Madruncula”. Un incredibile attentato al cuore del Mejlogu. Il grido d’allarme, forte e deciso, è stato lanciato dal sindaco Giammario Senes, nel corso dell’ultimo consiglio comunale. La “Sunwise capital ltd, (Energogreen Renewables), una società controllata dal gruppo Fintel, ha presentato alla Regione la richiesta di verifica di screening ambientale per la realizzazione di un impianto solare termodinamico “Giave-Bonorva”, della potenza di 50 Mwe. L’impianto, (un moderno ecomostro), che dovrebbe essere realizzato su oltre 235 ettari di terreno agrario, per 2/3 in territorio di Bonorva e per la restante parte in quello di Giave, prevede la costruzione di specchi collettori parabolici lineari, posti a oltre 5 metri d’altezza, che dovrebbero focalizzarne la radiazione solare su un tubo ricevitore posto lungo il fuoco della parabola. L’energia assorbita dovrà essere trasferita a un fluido di lavoro costituito da sali fusi che sarà fatto fluire al suo interno e il calore utilizzato per la produzione del vapore che alimenterà una turbina per la produzione di energia elettrica. La notizia, nonostante, dall’inizio di febbraio, fosse stata resa pubblica, con l’annuncio nel nostro quotidiano, non aveva probabilmente destato l’attenzione degli amministratori locali che, nell’apprenderla, sono sobbalzati sulla sedia e, all’unanimità, hanno respinto, con le più svariate motivazioni, tutte legittime e più che valide, la richiesta di costruzione del “mostro strutturale” che, come ha affermato il sindaco, «devasterebbe per sempre un territorio ad alta vocazione turistica, ricchissimo di monumenti ed emergenze archeologiche per la cui valorizzazione l’amministrazione, e con essa la Regione Sarda, ha già investito diverse decine di milioni di euro e realizzato importanti strutture ricettive». A questo proposito si pensi solo al villaggio medioevale di Rebeccu, ai numerosi nuraghi, fra i quali Sant’Antine, Oes,etc,, alle tombe ipogeiche di Sant’Andria Prius, alla tenuta Mariani. «Valorizzare il paesaggio e l’ambiente è non solo una risorsa strategica fondamentale, ha osservato l’assessore Giuseppe Ghisu, per l’attuale crescita del territorio, ma anche un bene da salvaguardare per le future generazioni». «Non vogliamo che i nostri figli abbiano in eredità un territorio distrutto da un simile mostro ecologico che diventa anche un pericolo incombente – ha lamentato l’assessore Battista Dettori – con l’invasione della parte del territorio di maggior pregio agrario, famoso per essere stato definito “il granaio della Sardegna”». «Un territorio che, con la distruzione e cancellazione dei valori fondanti della nostra cultura identitaria, dei paesaggi e le tradizioni agricole delle nostre campagn – ha detto Pier Paolo Falchi – rischia seriamente una perdita grave d’identità, della cultura rurale che ne derivava e del paesaggio che la caratterizzava e caratterizza». La notazione più forte e decisa è data dalla specificità di un territorio sicuramente fra i più ricchi di testimonianze di antiche civiltà e sul freno da porre al saccheggio di vaste estensioni di suoli nelle sottozone E, caratterizzati da produzioni di primaria importanza per la funzione agricola, che sarebbero irrimediabilmente compromesse. Ne deriverebbero pochi interessi per la collettività che non può subire il concretizzarsi di un tale disastro con l’offerta di un tozzo di pane e per il solo beneficio delle multinazionali. Un evento che l’amministrazione intende scongiurare. A tal fine ha programmato un urgente tavolo di lavoro, con la presenza, oltre che degli amministratori, di esperti e tecnici del settore, per elaborare, entro il 17 Marzo, una risposta scritta, concreta, seria e immediata che chiunque può presentare al Savi, Assessorato Regionale dell’Ambiente, Via Roma 80, 09123 Cagliari, contro una proposta ritenuta inaccettabile, anche perché inserita in un contesto storico ambientale di notevole pregio. Meritevole, e già oggetto, di adeguata tutela e valorizzazione archeologica e turistica.
da La Nuova Sardegna, 6 aprile 2013
Termodinamico, la Sunwise ci riprova. La Energogreen ripropone il progetto per un impianto che occuperebbe 235 ettari tra Bonorva e Giave e i paesi si ribellano. (Emidio Muroni)
BONORVA. La Sunwise capital lt (Energogreen Re-newables), una società londinese con sede secondaria a Macomer, in seguito alle richieste d’integrazione ricevute dal Savi regionale, ha replicato la richiesta di costruzione di un impianto solare termodinamico della potenza di circa 50 Mwe da realizzare su oltre 235 ettari di terreno agrario. Circa la metà si trova nel territorio di Bonorva, di questi circa 20 ettari sono di proprietà del Comune, e la restante parte in quello di Giave. I termini per la presentazione alla Savi delle osservazioni, e contestazioni, sono slittati ma, da qualche tempo, sia l’amministrazione comunale sia numerosi gruppi ambientalisti sin sono mossi per evitare che ben 235 ettari di terreno, da sempre votati all’agricoltura, vadano distrutti da una miriade di tubi, palificazioni e strutture a sostegno di specchi e collettori parabolici lineari, sistemati in file parallele e contigue, per un’altezza di circa 6, 5 metri. Dopo il netto rifiuto da parte degli abitanti di Giave e Cossoine, la società pare abbia spostato la propria attenzione su Bonorva che ha già espresso la propria contrarietà all’allocazione di un simile mostro di ferro, lamiere e specchi che stravolgerebbe l’habitat e creerebbe non pochi problemi alla so- pravivenza della caratteristica flora e fauna locale ed avvallerebbe una scelta non condivisa dalla popolazione, che ha il diritto di poter utilizzare la propria terra che per secoli, con l’abbondante produzione di cereali, ha rappresentato la fonte principale di sussistenza della popolazione. Secondo il parere degli esperti e della popolazione la piana di Bonorva, che presenta diversi ettari di terreno coltivati regolarmente, sarebbe danneggiata in modo tremendo, e forse irreversibile, dalla realizzazione di un sistema sicuramente moderno ma ad altissimo impatto ambientale, capace di oscurare e distruggere quanto di bello e monumentale ha costruito la natura e, in tanti secoli di storia del territorio, vi hanno realizzato i nostri avi. I circa settanta nuraghi, fra i quali quello di Sant’Antine, il più interessante della Sardegna, sono stati costruiti proprio all’interno del sito preso di mira per fini che sembrerebbero di pura speculazione. Le tombe ipogeiche, le tombe dei giganti, le mura megalitiche, le fonti sacre, e con esse le stupende colline ed i boschi che, come a Mariani, circondano la pianura e dove nidificano le aquile reali, rischiano di essere cancellate da una realtà che non appartiene al territorio agrario che di tutto ha bisogno, fuorché di essere sfruttato e devastato dall’imposizione di strutture gigantesche, simili più a mostri di ferro che a elementi di produttività. L’amministrazione comunale sta seguendo con attenzione l’iter della richiesta contro la quale ha già predisposto un argomentato ricorso, a difesa della “Valle dei Nuraghi” per la cui valorizzazione anche la Regione ha investito diversi milioni di euro. In merito l’onorevole Efisio Planetta ha già presentato un’interpellanza al presidente della giunta Regionale nella quale, dopo aver paventato «una pesante ed incontrollata aggressione speculativa da parte della società Energogreen Renewables Srl, ai danni del territorio sardo», chiede un’azione di «adeguata tutela dell’ambiente e del diritto delle popolazioni interessate a preservare e decidere sul futuro del proprio territorio».
da La Nuova Sardegna, 27 febbraio 2013
Il comitato del “No” a convegno in vista del referendum. Sabato a Cossoine un’assemblea pubblica per discutere del progetto per una megacentrale termodinamica.
Bonorva, Sunwise Ltd non fa parte di Fintel. (Mario Bonu)
BONORVA. Riguardo al progetto di una centrale termodinamica nella Valle dei Nuraghi nel territorio di Bonorva la società proponente, Sunwise Ltd, specifica che non fa parte del gruppo Fintel Energia mentre la società Energogreen, specializzata nella consulenza ingegneristica, svolge solo servizi tecnici per conto della committente Sunwise. Anche a Bonorva comunque si stanno facendo sentire le voci contrarie al progetto relativo alla centrale.
COSSOINE. L’indizione del referendum sul termodinamico a Su Padru per il 17 marzo, contribuirà a fare chiarezza su una vicenda che si trascina da mesi, e che finora ha visto su posizioni apparentemente inconciliabili i sostenitori del “No” alla centrale termodinamica e l’amministrazione comunale. La campagna referendaria è, nei fatti, già iniziata, e un primo importante appuntamento sarà quello promosso dal “Comitato per il no al termodinamico” per sabato 2 marzo. Con inizio alle 18, al centro sociale, si terrà una assemblea pubblica sulle problematiche naturalistiche e culturali connesse all’impianto progettato dalla Energo Green. Sono previsti gli interventi di Ignazio Camarda, docente di Botanica alla facoltà di Agraria dell’università di Sassari, e di Marcello Madau, archeologo e docente di Beni culturali e ambientali all’Accademia delle Belle arti di Sassari. I lavori saranno coordinati da Mauro Gargiulo, responsabile del settore energie rinnovabili del Wwf Sardegna. All’incontro verranno invitati anche i sindaci e gli amministratori comunali che, a vario titolo, hanno avuto a che fare con le problematiche inerenti la cosiddetta “green economy”. A iniziare da quelli del vicino Comune di Bonorva, ultimo arrivato in ordine di tempo, nell’ormai non più ristretto club dei Comuni “prescelti” per la sperimentazione di quelle tecnologie che, valide e positive in linea di principio, comportano un consumo di territorio e uno stravolgimento di storie, tradizioni, culture, assolutamente insostenibile. Ma il referendum di Cossoine potrebbe avere anche un’altra valenza, assai importante per il paese. Se l’esito della consultazione, infatti, dovesse essere quello largamente atteso – in qualche modo preventivamente certificato dalle 469 firme (su 772 elettori) raccolte dal comitato per il “no” – si andrebbe a ricomporre la frattura che nei fatti si è creata fra i sostenitori del no e l’amministrazione comunale. In caso di vittoria degli oppositori alla centrale, infatti, il Comune si dovrebbe schierare insieme alla popolazione contro il progetto della Energo Green. Un progetto che prevede la sottrazione di 160 ettari di terreno pianeggiante all’agricoltura, per l’installazione di una megacentrale termodinamica da 30 Mwe. L’iniziativa della Energo Green era stata presentata per la prima volta pubblicamente il 2 agosto dello scorso anno, e subito aveva incontrato l’opposizione unanime dei presenti, mentre l’amministrazione comunale aveva scelto una posizione “neutrale”. Contro lo stesso progetto erano intervenute, in tempi successivi, tutte le associazioni ambientaliste della Sardegna: Gruppo di intervento giuridico, Amici della Terra, Italia Nostra, Wwf. E nel frattempo si era costituito il “Comitato per il No al termodinamico”, che ha condotto una intensa campagna di informazione e di mobilitazione. E anche grazie all’opposizione del Comitato, oltre che delle associazioni ambientaliste, prima il Savi (Servizio ambiente e valutazione impatti) e poi la Giunta regionale, con la deliberazione n. 48/37 del 11.12.2012, avevano stabilito che il progetto della Energo Green venisse assoggettato alla “Via” (Valutazione di impatto ambientale).
L’ha ribloggato su Il blog di Fabio Argiolas.
da La Nuova Sardegna, 5 marzo 2013
Energia, Cossoine chiede nuove strategie.
Ennesimo “no” del comitato contro la megacentrale termodinamica. La palla passa al referendum
il sindaco Alfredo Unali Abbiamo preferito la via della neutralità per dare la possibilità ai cittadini di scegliere attraverso lo strumento del voto. (Mario Bonu)
COSSOINE. Un altro “No” convinto al termodinamico di Su Padru è scaturito dall’assemblea convocata dal Comitato di Cossoine e dal Wwf. Un “no”, questa volta, non dettato da valutazioni tecniche sul progetto, o da dettagli ragionieristici su singole voci economiche, ma motivato da una visione strategica del governo dell’energia e del territorio, che è l’esatta antitesi di una simile impresa. A pronunciarlo, Ignazio Camarda, docente di Botanica alla Facoltà di Agraria dell’università di Sassari, Marcello Madau, archeologo e docente di Beni culturali e ambientali all’Accademia delle Belle arti di Sassari, Mauro Gargiulo, responsabile del settore energie rinnovabili del Wwf Sardegna. Con il rinforzo di Gian Mario Senes, sindaco di Bonorva, Antonello Licheri, già presidente della commissione per l’Agricoltura e la tutela dell’ambiente del consiglio regionale, Tore Virgilio, del gruppo di minoranza di Cossoine, e di tutti gli altri interventi all’assemblea, oltre che della gente, ogni volta incredibilmente numerosa, di Cossoine. Al centro del dibattito, i temi di “energia e democrazia”, “beni comuni”, “visione globale del territorio”, “identità e dignità” dei luoghi e delle popolazioni. Ignazio Camarda ha parlato della crisi delle fonti energetiche tradizionali e della “invasione” delle energie alternative, che però spesso di “verde” hanno solo il bollino. «Così la Sardegna – ha aggiunto Camarda – diventa terra di conquista, con la distruzione, per sempre, della buona terra che invece dovrebbe servire per l’autosufficienza alimentare». Marcello Madau ha mostrato una conoscenza profonda dei luoghi di cui si parlava, «paesaggi straordinari, che mi hanno sempre emozionato», ha detto. «Un paesaggio parlante – ha aggiunto Madau –, che va conservato nella sua integrità storica, culturale, antropologica». E ha citato la Convenzione europea del paesaggio, il docente di Beni culturali e ambientali, ricordandone l’art. 1, che definisce il paesaggio come «una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni». Una risorsa da tutelare, dunque, in quanto “bene comune”. Ed uno degli strumenti, ha concluso Madau, potrebbe essere la costituzione dei “Consigli dei beni comuni” da impegnare in ciascuna località e da mettere in rete per un coordinamento regionale. Mauro Gargiulo ha schierato il Wwf senza se e senza ma contro il progetto del termodinamico di Su Padru, e ha ricordato gli innumerevoli progetti realizzati o in corso di realizzazione in Sardegna, per concludere che «ci stanno coprendo con un mantello di centrali». Gian Mario Senes, sindaco di Bonorva, ha parlato della decisione unanime del suo consiglio comunale, contro l’altra megacentrale termodinamica da 50 Mwe che si vorrebbe realizzare fra Bonorva e Giave. «Abbiamo ritenuto di dover fare una scelta di responsabilità e di dignità – ha detto Senes – perché noi abbiamo il mandato per governare il territorio». Alfredo Unali, sindaco di Cossoine, ha affermato che la sua maggioranza ha dovuto “fare la vacca” (passare nei sentieri stretti per prima, aprendoli per gli altri e allo stesso tempo pungendosi). Da qui la scelta della “neutralità” e la delega ai cittadini per la decisione attraverso il referendum. Nel dibattito sono intervenuti ancora, Silvio del comitato “Su Carraxu” di Cagliari, Antonello Licheri, Tore Virgilio, Mario Fancellu, Antonello Spanu e Salvatore Sechi.
da La Nuova Sardegna, 9 marzo 2013
Passeggiata ecologica per dire ancora no alla mega centrale. Cossoine, domani il Comitato contro il termodinamico mette in campo una nuova iniziativa di mobilitazione. I promotori all’attacco. Vogliamo mettere in risalto gli effetti devastanti che un impianto solare avrebbe su una natura ancora incontaminata. (Mario Bonu)
COSSOINE. Una passeggiata ecologica per scoprire le bellezze naturalistiche e storiche del territorio e per dire un nuovo “no” all’impianto termodinamico progettato dalla Energo Green nella piana di Cossoine. E’ stata promossa per domani (domenica) dal Comitato per il no al termodinamico. L’appuntamento per i partecipanti è per le 10, davanti santuario di Santa Maria Iscalas. Di qui si proseguirà in auto verso la località Funtana Aggiana, dove i mezzi verranno parcheggiati. Poi a piedi verso la località Burrai, dove ci sarà la sosta per il pranzo al sacco. Nel pomeriggio, la passeggiata proseguirà fino ad arrivare ad affacciarsi, dall’alto, sull’impianto fotovoltaico di Campu Giavesu. Allo stesso tempo, da Monte Traessu sarà possibile ammirare la piana di Su Padru, dove la società di Pollenza vorrebbe installare i suoi tralicci e i suoi specchi. “Nel corso della passeggiata – scrive il comitato nella locandina – potranno essere osservate diverse specie animali e vegetali, immerse in una cornice naturale e paesaggistica unica, sicuramente sconosciuta anche a molti cossoinesi.Scopo dell’escursione è quello di mettere in evidenza il contrasto tra la natura ancora incontaminata e con enormi potenzialità archeo-turistiche e agricole del nostro territorio, e lo sfruttamento selvaggio e devastante della stessa proposto dai moderni colonizzatori delle multinazionali con la speculazione energetica”. Segnali di disgelo, intanto, nei rapporti fra il comitato e l’amministrazione comunale. In una riunione del consiglio comunale convocata per esaminare una proposta di “accordo di programma” presentata dalla Energo Green, dopo un avvio un po’ burrascoso fra maggioranza e opposizione sul valore del documento e sul taglio da dare alla brochure informativa che l’amministrazione intende distribuire ai cossoinesi, alla fine è stato raggiunto un accordo, per cui, risultando al momento la proposta della società un “atto unilaterale”, il suo contenuto non sarà riportato nella brochure, né verrà pubblicato sul sito del Comune. E la stessa brochure si ridurrà a un fac simile informativo sulle modalità di voto al referendum di domenica 17. Il nodo vero che è stato sciolto nel corso della riunione, è quello relativo ai rischi di risarcimento che il Comune potrebbe correre ove non procedesse alla variazione del “Puc” – secondo cui, al momento, la zona di Su Padru è zona agricola “E”, non utilizzabile per un impianto industriale – a fronte di una eventuale causa della Energo Green. Ma, preso atto che nella fase attuale il problema è quello della “Via” (Valutazione di impatto ambientale), e che il problema del Puc si porrà solamente e se il progetto supererà questa fase, all’unanimità il consiglio ha deciso di soprassedere, al momento, su quell’aspetto e di riprenderlo in considerazione, anche con un altro referendum, ove il progetto giungesse alla fase dell’”autorizzazione unica”
da La Nuova Sardegna, 15 marzo 2013
Cossoine. Mega centrale, oggi incontro dei cittadini.
COSSOINE. Sarà un “incontro di popolo”, una testimonianza corale dei cossoinesi contro l’impianto termodinamico in vista del referendum di domenica 17, quello che si terrà oggi, alle 18, al centro sociale. «Invitiamo – si legge nel comunicato del Comitato per il “no” – tutti i cittadini che con testimonianze scritte e orali, foto storiche e attuali, documenti di vario tipo, possono contribuire a far conoscere la storia passata e le potenzialità future della nostra piana, in modo da poter effettuare una scelta ancora più consapevole in occasione del referendum di domenica». Il Comitato invita ancora «tutti i cossoinesi che hanno a cuore il futuro del nostro paese e del suo ambiente ancora incontaminato, a partecipare a questo incontro, volto a confermare ancora una volta le ragioni della contrarietà della nostra comunità al tentativo di devastazione irreversibile della piana di Su Padru da parte delle multinazionali dell’energia». L’incontro sarà introdotto e coordinato da Mario Bonu, collaboratore della Nuova. Il Comitato, intanto, nei giorni scorsi ha fatto una intensa campagna casa per casa, per motivare la gente e spiegare l’importanza della partecipazione alla consultazione di domenica. Nell’occasione è stato consegnato a tutte le famiglie un volantino che, su un lato porta le immagini di Su Padru com’è oggi e come potrebbe diventare se venisse approvato il progetto della Energo Green. L’amministrazione comunale, dal canto suo, ha consegnato in tutte le case un suo documento che contiene il quesito referendario, formulato in maniera tale che chi è contrario all’impianto voti “no”, e chi è favorevole voti “sì”.La scheda ricorda, inoltre, che si vota domenica 17, dalle 8 alle 22, nella biblioteca comunale, in via Berlinguer esibendo la tessera elettorale e un documento di riconoscimento.
Ecco il link della pagina del comitato dove potete trovare le notizie circa il referendum svoltosi a Cossoine il 17 Marzo e che ha avuto il notevole risultato del 71% di partecipazione e che ha visto come risultato del quasi 90% per il NO e del 10% per i si.
Un risultato che non lascia adito a dubbi circa l’intenzione della popolazione di Cossoine a che la Energo green possa in alcun modo avere consenso nonostante le loro promesse di posti di lavoro e compensazioni varie di cui non vogliamo neanche sentir parlare.
NO ALL’IMPIANTO TERMODINAMICO NELLA PIANA DI COSSOINE!
https://www.facebook.com/ComitatoPerIlNoAlTermodinamicoACossoine