Censimento europeo dei Cormorani, stop agli “sparacchiatori” oristanesi.
Gli sparacchiatori della Terra di Eleonora, come al solito, volevano scaricare le responsabilità della cattiva gestione della pesca negli Stagni oristanesi, ma hanno ricevuto l’ennesima stroncatura da parte dell’Unione europea e del Ministero dell’ambiente.
Infatti, sta per partire il Progetto CorMan, il censimento europeo dei Cormorani (Phalacrocorax carbo) recentemente avviato presso le Regioni e Province autonome con nota Ministero ambiente – Direzione generale per la protezione della natura e del mare n. 23643 del 28 settembre 2012 in base alla Risoluzione Kindermann del Parlamento europeo.
Prima delle risultanze del censimento e della relativa valutazione degli eventuali danni economici provocati dai Cormorani, coordinati in Italia dall’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale – I.S.P.R.A., che – con nota dell’1 ottobre 2012 – ha avviato le relative procedure, non saranno autorizzate eventuali misure di contenimento della popolazione di Cormorani di alcun genere.
Soldi buttati, quindi, per gli ennesimi studi assegnati dalla Provincia di Oristano in tema.
Non devono certo essere i Cormorani a pagare le conseguenze della scarsa capacità gestionale della pesca nelle zone umide della Sardegna.
Gruppo d’Intervento Giuridico, Lega per l’Abolizione della Caccia, Amici della Terra
(foto S.D., archivio GrIG)
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da La Nuova Sardegna, 5 novembre 2012
Per censire i cormorani stop all’abbattimento. Il Gruppo di intervento giuridico annuncia l’avvio del progetto CorMan: «Un intervento europeo: sino alla conclusione è bloccata qualsiasi attività». (Roberto Petretto)
CABRAS. Stop a ogni progetto di abbattimento dei cormorani negli stagni oristanesi: secondo il Gruppo di intervento giuridico il blocco a quelli che vengono definiti «gli sparacchiatori della Terra di Eleonora» arriva dall’Europa. Esattamente dal progetto CorMan, il censimento europeo dei cormorani. Un progetto che sta per partire e che di fatto bloccherà qualsiasi attività di abbattimento controllato dei cormorani almeno sino alla sua conclusione. «Come al solito – scrive in una nota Stefano Deliperi, responsabile del Gruppo di intervento giuridico –, volevano scaricare le responsabilità della cattiva gestione della pesca negli stagni oristanesi, ma hanno ricevuto l’ennesima stroncatura da parte dell’Unione europea e del ministero dell’Ambiente». Il progetto CorMan, il censimento europeo dei Cormorani (Phalacrocorax carbo) è stato recentemente avviato presso le Regioni e Province autonome con una nota della direzione generale per la protezione della natura e del mare del ministero per l’Ambiente del 28 settembre.Un progetto che nasce sulla base della Risoluzione Kindermann del Parlamento europeo. «Prima delle risultanze del censimento e della relativa valutazione degli eventuali danni economici provocati dai cormorani – prosegue Deliperi –, non saranno autorizzate eventuali misure di contenimento della popolazione di Cormorani di alcun genere». Secondo l’esponente ambientalista, quindi «gli ennesimi studi assegnati dalla Provincia di Oristano su questo tema sono l’ennesimo esempio di soldi buttati». Le operazione per il censimento saranno coordinate in Italia dall’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale. «Non devono certo essere i cormorani – conclude Stefano Deliperi – a pagare le conseguenze della scarsa capacità gestionale della pesca nelle zone umide della Sardegna». Una richiesta di procedere all’abbattimento controllato era stata presentata dalla Provincia a inizio ottobre alla Regione sulla base di uno studio finalizzato all’individuazione dei metodi e ai sistemi di prevenzione dei danni causati dagli uccelli ittiofagi nei compendi ittici dell’Oristanese. Lo studio era stato realizzato dalla Cooperativa Alea Ar, capofila del raggruppamento temporaneo di imprese costituito con il Dipartimento di biologia animale dell’Università di Cagliari, e con la collaborazione di Gianfranco Atzeni dell’Università di Sassari.
da La Nuova Sardegna, 28 febbraio 2013
STAGNI » INDENNIZZI PER I DANNI. Cormorani, 750mila euro per le cooperative di pesca. La Provincia ha compiuto i passi necessari ma ora si deve attendere l’erogazione dei fondi da parte della Regione. Arriveranno prima di Pasqua?
ORISTANO. Sono in arrivo 750mila euro per i risarcimenti dai danni causati dai cormorani alle produzioni ittiche dell’Oristanese per la stagione 2011-2012. Sono complessivamente 8 le società cooperative alle quali l’amministrazione provinciale di Oristano, assessorato alle attività produttive, pagherà gli indennizzi con i fondi messi a disposizione dalla Regione. La parte da leone la fa certamente il Nuovo consorzio cooperative Pontis di Cabras che vanta la laguna più grande dell’isola. A loro andrà la cifra maggiore 453.563 euro, seguita dalla Società cooperativa di Santa Giusta alla quale andranno 59.558 euro. Alla cooperativa molluschicultori di Cabras saranno indennizzati 51.800 euro per il compendio ittico di Mistras. Ancora, 40.700 euro li incasserà invece la cooperativa pescatori Sant’Andrea di Marrubiu per il compendio ittico di S’Ena Arrubia. Alla cooperativa Sant’Andrea di Riola Sardo per il compendio ittico di Is Benas verranno corrisposti 10.500 euro. A seguire, andranno 6.850 euro al Consorzio cooperative della pesca di Marceddì, per l’omonimo compendio, 944 euro è invece l’indennizzo disposto per la piccola società cooperativa pescatori San Domenico di Terralba che opera nel compendio ittico di Pauli Bianco. Infine, 835 euro è l’indennizzo disposto per la cooperativa pescatori di Arborea, a Corru Mannu.Qualche spicciolo è arivato anche alla cooperativa Mare Fresco di Terralba (76 euro) e alla cooperativa Acquaurchi di Cabras (48). L’istruttoria degli indennizzi, per la stagione 2011-2012, si è conclusa alcuni giorni fa in base ai censimenti dei cormorani e delle superfici dei compendi ittici interessati. La delibera che autorizza il pagamento degli indennizzi è arrivato a poche settimane dalla approvazione del regolamento, elaborato dal settore attività produttive, che disciplina la valutazione dei danni causati sia dalla fauna selvatica all’agricoltura che alle produzioni ittiche. Nel dettaglio sono risarcibili e i danni al patrimonio ittico causati da animali selvatici predatori, nel caso dell’Oristanese, i cormorani, che causano ingenti danni alle produzioni ittiche dei relativi compendi, compresi gli impianti di allevamento compresi nelle concessioni di pesca. «I nostri uffici hanno ultimato gli accertamenti e le verifiche di recente – ha confermato l’assessore provinciale alle attività produttive, Gianfranco Attene – e ci apprestiamo ora a liquidare i dovuti indennizzi alle cooperative di pesca che operano nelle nostre lagune. Credo che saremo in grado di corrisponderli prima di Pasqua. Stiamo solo attendendo il trasferimento dei fondi da parte della Regione».
da La Nuova Sardegna, 23 luglio 2014
COMPENDI ITTICI. Indennizzi per i danni alla pesca.
Li ha predisposti la Provincia per le 10 coop “visitate” dai cormorani: http://lanuovasardegna.gelocal.it/oristano/cronaca/2014/07/23/news/indennizzi-per-i-danni-alla-pesca-1.9646340
da L’Unione Sarda, 18 giugno 2015
“Mangiano sei tonnellate di pesce al giorno”.
I pescatori di Cabras chiedono l’abbattimento dei cormorani: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/06/18/mangiano_sei_tonnellate_di_pesce_al_giorno_i_pescatori_di_cabras-68-423182.html
_________________________________
da Alguer.it, 18 giugno 2015
Parere favorevole per l’abbattimento selettivo delle cornacchie grigie: L’elemento di novità dell’intervento triennale sta nel numero dei volatili abbattibili, si passa dalle 8.000 cornacchie all’anno a ben 18.900.
Vial libera all´abbattimento di 18.900 cornacchie: http://notizie.alguer.it/n?id=91514
Non facciamo altro che abbattere………..senza risolvere i problemi.
Finalmente! 18900 sono un inizio, pur sembrando un numero elevato, vi assicuro che è come svuotare il mare con un bicchiere! Sono felice perchè si è preso coscienza, anche da parte del mondo ambientalista, degli ingenti danni causati da questa specie, non solo agli agricoltori ma al depauperamento della fauna anche nelle zone prottete. Nel Sinis già da diversi anni si utilizzano disuasori acustici, senza nessun risultato in quanto le cornacchiè aumentano in maniera diretta alla disponibilità di cibo e arerali, ed il problema non è esportabile. L’aumento della cornacchia è causa dell’uomo..è un animale formidabile, intelligentissimo dotato di capacità cognitive e a detta di molti, di coscienza! È in grado di abituarsi velocemente allo stravolgimento dell’habitat causato dall’industralizzazione e meccanizzazione agricola. La colpa dell’espansione di questa specie è da attribuire anche a noi cacciatori, che pur essendo una specie cacciabile, è stata da sempre ignorata per il mancato consumo delle carni nella tradizione gastronomica. Eppure è curioso. La cornacchia è tanto onnivora quanto il pollo ruspante, mangia si carogne, ma anche semi, frutta etc. Il pollo lo mangiano tutti eppure è simile al maiale, è un animale sporco (famoso una volta per la sua importanza nello smaltimento delle feci in cortile ) eppure tutti lo mangiano. La cornacchia è stata salvata dai suoi colori grigio e nero, dai suoi artigli, dal becco e da quel verso orribile. Fosse nata con la livrea della pernice sarda, del germano reale o del colombaccio a quest’ora ci sarebbero meno cornacchie. Eh si l’abito fa il Monaco (eccetto il cinghiale, famoso per le sue carni, anch’esso un onnivoro e a parer mio esteticamente il più brutto tra le specie cacciabili!)
se mai sparacchieranno a un po’ di Cornacchie, non sarà di alcuna utilità all’agricoltura, perché dopo ce ne saranno più di prima. É la grande versatilità unita alla notevole disponibilità di cibo a favorirne la crescita.
Grig, sai come la penso. Non esiste convivenza pacifica tra una specie (come cornacchie, cinghiali, conigli etc..) e le esigenze produttive di un territorio. Non si può aspettare che in un preciso territorio si aspetti che si raggiunga la capacità portante (massimo numero di esemplari in un preciso biotopo in relazione alla disponibilità di cibo) per ridurre la prolificità di una specie perchè è incompatibile con le esigenze produttive. Sono bocche da sfamare che creano danni ingenti (agricoltura e fauna). L’unica soluzione è ridimensionare costantemente la densità della specie, ancor di più con la modificazione dell’habitat come il ripristino di siepi e l’abbattimento di eucaliptus dove fanno i nidi. Non è un problema che si risolve con le gabbie perché in un’isola si creano danni dove magari non ci sono, anche se il problema cornacchia interessa ormai l’intera regione. Alternativa? Chiedere alla CIA di non piantare orti e ridurre la quantità di cibo per i corvidi.. è una provocazione naturalmente!
i Corvidi aumentano soprattutto per la sovrabbondanza di rifiuti, altro che orti…
Grig ma di che rifiuti parliamo? Io non sapevo che in Natura esistono animali in grado di assimilare sostanza inorganica, plastica copertoni di auto etc..fosse vero avremo trovato una valida soluzione al problema dei rifiuti. Inoltre non mi sembra che la campagna sia disseminata dai rifiuti organici.. I corvidi sono aumentati per lo stravolgimento del paesaggio rurale (sostituzione siepi con alberi di eucaliptus) e trovano sostentamento con l’agricoltura, che utilizzando pesticidi e quant’altro ha ridotto il numero di lumache e insetti. Crescendo la popolazione a dismisura la cornacchia si è trasformata in un opportunista approffittando degli ovili..(é facile vederle attaccare gli agnelli, o mangiare oltre gli escrementi delle pecore aventè mangime parzialmente digerito anche le placente delle pecore durante i parti). Dove non ci sono ovuli, ci passano orti, e dove non ci sono orti ma campi arati è facile trovarle durante la semina (con i gabbiani) con buona pace degli agricoltori. Inoltre, non sto qui a spiegarti ciò che sai bene, come la predazione di uova, di pulcini e di piccoli mammiferi come lepri e conigli. Per comprendere il danno, all’ambiente e all’economia, forse bisogna provare a vedere ciascuna cornacchia non come animale in sé, ma come uno stomaco che giorno dopo giorno si riempe con tutto ciò che ho scritto su, e dopo di che moltiplicalo per decine e decine di migliaia di individui e proponimi una soluzione che non sia fantascientifica.
…rifiuti organici, le periferie di città e paesi sardi ne sono pieni, te ne sei accorto?
Le Cornacchie grigie le trovi soprattutto nelle aree abitate più che nei boschi e in campagna, ti chiedi il motivo?
Scusami Grig.. ma non è vero! Chiunque sia passato nella SS 131 all’altezza di Abbasanta, Macomer, Borore etc si rende conto dell’immenda presenza di cornacchie. Idem nella provincia di Olbia-Tempio, di Sassari, Nuoro, Medio Campidano. Nel Sinis gli agricoltori sono alla frutta non perché le cornacchiè vivono a Oristano, ma perché devastano angurie e meloni con il becco e inoltre bucano i tubi dell’irrigazione per dissetarsi. Il grande problema sta proprio nelle campagne, se fossero due cornacchie in un parco pubblico non si sarebbe alzato questo polverone!
con decreto assessoriale n. 21405/19 del 22 settembre 2011 (vds. http://www.sardegnaambiente.it/documenti/19_173_20130710094957.pdf) la Regione autonoma della Sardegna ha delegato le Province per la predisposizione dei piani di controllo delle Cornacchie grigie.
Non risultano censimenti disponibili pubblicamente.
A livello nazionale ” ha mostrato recentemente un ampliamento dell’areale in diverse situazioni locali ed un pressoché generalizzato incremento delle popolazioni” (I.S.P.R.A., “SINTESI DELLO STATO DI CONSERVAZIONE
DELLE SPECIE OGGETTO DI PRELIEVO VENATORIO AI SENSI DELLA LEGGE 11 febbraio 1992 n. 157 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI “, gennaio 2009, http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Ogm/Documents/SINTESI.pdf).
Vari autori (es. Alessandro Minelli, “La fauna in Italia”, 2002, https://books.google.it/books?id=O3cq-_ICPOYC&pg=PA6&lpg=PA6&dq=alessandro+minelli+la+fauna+in+italia&source=bl&ots=PhuS7qOwBv&sig=ym0q9ez-fl5dFba5Hb2kSQAM3-4&hl=it&sa=X&ei=oaaFVZbxBcr3UtvZg9AP&ved=0CCQQ6AEwAQ#v=onepage&q=alessandro%20minelli%20la%20fauna%20in%20italia&f=false) concordano nel ritenere un aumento della Cornacchia grigia proprio nelle aree urbane (analogamente al Gabbiano reale, per esempio) proprio a causa della maggiore disponibilità di nutrimento derivante da rifiuti.
Oggi a Cagliari ne ho visto uno stormo di decine di individui presso le sponde di S. Gilla, guarda caso dove sono vari scarichi incontrollati di rifiuti.
Stefano Deliperi