Lavori di messa in sicurezza del Rio Geremeas, altri particolari e un bel po’ di caos.
Ulteriori novità sui lavori di messa in sicurezza del Rio Geremeas, a cavallo dei territori comunali di Quartu S. Elena e Maracalagonis (CA).
In seguito alla nuova richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni interventi inoltrata (15 marzo 2012) dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura interessate riguardo i lavori attualmente in corso e concernenti “intervento di somma urgenza per il ripristino della funzionalità idraulica del Rio Geremeas nei Comuni di Maracalagonis e di Quartu S. Elena” sono pervenute dalla Provincia di Cagliari (Assessorato LL.PP. – Servizio geologico) numerosi atti e documentazioni che ampliano il quadro delle conoscenze disponibili rispetto alla precedente istanza (7 febbraio 2012).
Innanzitutto, la Provincia di Cagliari – Servizio geologico – Ufficio gestione del Reticolo idrografico (nota s.n. del 21 marzo 2012) ha comunicato di aver finalmente rinvenuto lo sversamento di materiale oleoso (“idrocarburi, probabilmente gasolio”) in precedenza segnalato e di aver deciso di “far bonificare il sito nei modi previsti dalla normativa in vigore, ponendo le spese a carico dell’impresa” esecutrice dei lavori (la Testland s.r.l.). E una corretta gestione del cantiere è certo la prima cosa dovuta (che cosa sono, ad esempio, quei cumuli di materiali estirpati che fan bella mostra da tempo?).
E’ confermato che l’“intervento di somma urgenza per il ripristino della funzionalità idraulica del Rio Geremeas nei Comuni di Maracalagonis e di Quartu S. Elena” (processo verbale di somma urgenza del 13 ottobre 2011[1]) curato dalla Provincia di Cagliari – Servizio geologico – Ufficio gestione del Reticolo idrografico va a sovrapporsi e a contrastare completamente il progetto “sistemazione idraulica del Rio Geremeas per la messa in sicurezza dell’abitato” proprio del Comune di Quartu S. Elena, prevedente prescrizioni di salvaguardia ambientale ed ecologica disposte dalla Giunta regionale al termine della procedura di “verifica preventiva”[2].
I lavori “urgenti” per il ripristino della funzionalità idraulica del Rio Geremeas sono stati determinati da un ricorso per danno temuto (art. 688 cod. proc. civ.) del Condominio Geremeas 2, con cui sono stati chiesti interventi per la pulizia del corso d’acqua in ragione della dichiarata “esondazione del Rio Geremeas” avvenuta il 10 ottobre 2010, da richiesta del Comune di Maracalagonis (nota Servizi tecnici n. 15455 del 10 novembre 2010), da solleciti della Prefettura di Cagliari (note Area V n. 82116 Area V/Prot. Civ. del 30 novembre 2010, n. 82116 Area V/Prot. Civ. del 7 aprile 2011, n. 36494//2011/Area V-P.C. dell’8 giugno 2011, n. 36494//2011/Area V-P.C. del 12 luglio 2011), da varie segnalazioni di privati.
La Provincia di Cagliari è certamente destinataria delle competenze in tema di pulizia dei corsi d’acqua, nonché delegata dalla Regione autonoma della Sardegna (Ass.to LL.PP., vds. nota n. 20669 dell’1 giugno 2011) alla realizzazione di interventi per la “manutenzione del reticolo idrografico” (euro 755.338,38) e per la “manutenzione e ripristino della funzionalità idraulica della rete idrografica e delle opere già realizzate” (euro 1.004288,70).
Siamo certamente del parere che gli interventi di pulizia dei corsi d’acqua vadano fatti e vadano fatti bene, però devono essere anche l’occasione per razionalizzare competenze e interventi coordinati delle varie amministrazioni pubbliche.
Ad esempio, dal video relativo alla piena del Rio Geremeas del 10 ottobre 2010, causata da un normale temporale[3], sembra emergere un deflusso abbastanza ordinario delle acque prima e dopo il ponte sulla strada provinciale n. 17, mentre sarebbe da verificare la legittimità di opere edilizie realizzate in prossimità – se non dentro – l’alveo.
Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico auspicano un rapido intervento – finalmente coordinato – delle amministrazioni pubbliche coinvolte e un’approfondita verifica della legittimità delle opere edilizie nell’area interessata.
Non si capisce perché, infatti, debba esser alterato un sito di elevato valore ambientale già scampato alla speculazione immobiliare pur di difendere opere edilizie di dubbia legittimità.
Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico
(foto J.I., archivio GrIG)
[1] in forza delle proprie competenze in tema di “interventi di difesa del suolo e di prevenzione del rischio di frana e/o idrogeologico, ivi compresa la pulizia e la manutenzione dei corsi d’acqua naturali o inalveati ricadenti nel territorio provinciale” con esclusione di quelli di competenza dei Comuni (art. 61, comma 2°, della legge regionale n. 9/2006; decreto legislativo n. 163/2008; art. 176 del D.P.R. 207/2010).
[2] il tratto a valle del ponte, per una lunghezza di circa km. 1, risulta oggetto del progetto “sistemazione idraulica del Rio Geremeas per la messa in sicurezza dell’abitato” da parte del Comune di Quartu S. Elena (importo euro 1.700.000,00 – fondi P.O.R. 2000-2006, misura 1.3 “difesa del suolo”). Tale progetto ha concluso con esito positivo condizionato la procedura di “verifica preventiva” (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.; deliberazione Giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008, allegato B1, punto 7, lettera m) con deliberazione Giunta regionale n. 34/48 del 20 luglio 2009, con una serie di condizioni legate al mantenimento delle condizioni ecologiche del sito.
[3] la piena del 10 ottobre 2010 pare proprio esser stata una piena ordinaria. Quel giorno si è registrato un c.d. “flash-flood” (temporali autorigeneranti che hanno stazionato nella stessa area per qualche ora) che ha interessato principalmente la fascia costiera (meno l’entroterra), con un rain-rate di circa 80-100 mm/ora per 2 ore e mezza. Probabilmente i danni lamentati dal Condominio Geremeas 2 non sono tanto dovuti all’esondazione del Rio Geremeas, ma all’ondata d’acqua arrivata da tutti gli impluvi collinari circostanti e da quello che era il Rio Baccu Mandara, piccoli corsi d’acqua quasi sempre in secca che in quell’occasione, avendo tempi di corrivazione molto brevi, hanno veicolato l’enorme quantità d’acqua caduta in breve tempo.





Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
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da L’Unione Sarda, 6 dicembre 2012
Ambiente. Tre milioni di euro per i corsi d’acqua pericolosi: non si riesce a spenderli.
Scatta di nuovo l’allarme-fiumi. Non sono stati fatti gli interventi di messa in sicurezza. Il rio Su Pau di Flumini, vicino alla foce, ha già superato gli argini di primo livello. Risalendo il fiume, ci sono una serie di discariche ed erbacce che potrebbero fare da tappo in caso di piena (Giovanni Manca di Nissa): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_146_20121206084015.pdf