Tuvixeddu, breve apertura, “furbizie”, interesse dei cagliaritani.

Cagliari, Tuvixeddu, area archeologica (tombe puniche). Sullo sfondo le "torri" del complesso Immobiliareuropea s.p.a.
Alla fine, grazie all’interessamento del sindaco di Cagliari Massimo Zedda – che si è attivato presso la Procura della Repubblica di Cagliari per consentirle nonostante il sequestro penale sussistente in parte dell’area (finalizzato al dibattimento penale in corso) – l’area archeologica di Tuvixeddu (Cagliari) è stata aperta alle visite guidate nell’ambito della giornata di primavera del F.A.I.
Elementi certamente positivi sono stati il grandissimo interesse dei cagliaritani, testimoniato dalle lunghe e pazienti file, e l’entusiasmo delle piccole guide (bambini della Scuola media cagliaritana “Ugo Foscolo”).
Note stonate la possibilità di bypassare le democratiche file pagando seduta stante l’iscrizione al F.A.I., associazione certo benemerita a livello nazionale ma che per Tuvixeddu non risulta essersi impegnata più di tanto.
Ed era messo pure in evidenza nel sito web dell’Associazione. Le rimostranze non sono mancate, visto che Tuvixeddu non è proprietà privata del F.A.I.
Buona parte, poi, delle opere inizialmente avviate nel cantiere del primo lotto del parco archeologico-ambientale sono ormai in malora.
Ma l’emozione e il piacere di visitare la più importante area sepolcrale punico-romana del Mediterraneo supera ogni cosa. Uno stimolo in più per la piena salvaguardia del Colle e la realizzazione del grande parco archeologico-ambientale.
Gruppo d’Intervento Giuridico

Cagliari, Tuvixeddu, area archeologica, "gabbionate" incombenti sulle tombe (oggetto di procedimento penale)
(foto S.D., archivio GrIG)
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- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
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Gentile Deliperi,
grazie! E’ sempre con emozione che rivedo le immagini di Tuvixeddu.
Cordialmente,
abbiamo fatto, facciamo e faremo tutto il possibile per difendere Tuvixeddu 😉
uno dei luoghi identitari sardi, assediato da cemento, polemiche e incuria e sullo sfondo le Zunk Towers: una metafora di Cagliari, con la sua bellezza e le sue potenzialità, con la sua fame di mattoni
Auguri a tutti noi e a quelli che non hanno fame di mattoni.Che poi sono mattoni per ricconi,pare anche per una figlia del quasi desaparecido
Ma lei Deliperi, cosa ha fatto contro le torri di Zunheddu, che sono diventate l’orrida attrattiva di tutti i visitatori?
ho firmato, più di dieci anni fa, l’unico esposto esistente relativo alla demolizione dell’ex cementeria di Via S. Gilla per la realizzazione successiva del complesso “I Fenicotteri”.
In seguito riguardo agli aspetti igienico-sanitari durante l’attività di cantiere.
Lei, invece, che cosa ha fatto?
Stefano Deliperi
da La Nuova Sardegna on line, 26 marzo 2012
Fai, a migliaia in fila per salvare e visitare Tuvixeddu. In 600mila in tutta Italia hanno visitato i monumenti aperti dal Fondo per l’ambiente italiano. A Cagliari ieri erano migliaia in fila per vedere e difendere la necropoli di Tuvixeddu. (Mauro Lissia): http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2012/03/26/news/fai-a-migliaia-in-fila-per-salvare-e-visitare-tuvixeddu-5733828
da L’Unione Sarda on line, 26 marzo 2012
Fai, record nazionale a Tuvixeddu. Diecimila visitatori sul colle di Cagliari: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/259326
dal blog di Vito Biolchini, 25 marzo 2012
Tuvixeddu: come per un pellegrinaggio o per sciogliere un voto, migliaia di cagliaritani oggi sul colle. E poi, un grande senso di sgomento: http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/03/25/tuvixeddu-come-per-un-pellegrinaggio-o-per-sciogliere-un-voto-migliaia-di-cagliaritani-oggi-sul-colle-e-poi-un-grande-senso-di-sgomento/
Questa domenica tutti a Tuvixeddu! Perché vedere la necropoli è indispensabile per capire. E per salvare il colle dal cemento (23 marzo 2012): http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/03/22/questo-fine-settimana-tutti-a-tuvixeddu-perche-vedere-la-necropoli-e-indispensabile-per-capire-e-per-salvare-il-colle-dal-cemento/
da La Nuova Sardegna, 30 marzo 2012
Tuvixeddu? Un giardino di Milano 2 (Giorgio Todde)
A Cagliari, una parte del Parco archeologico di Tuvixeddu è stato aperto al pubblico per un giorno. E così migliaia di visitatori hanno potuto vedere quello che qualche settimana prima aveva visto la Commissione Urbanistica guidata dal Consigliere Scano del Partito democratico. Dalla Commissione non arrivarono commenti sul Parco. In compenso arrivò dal Consigliere Scano un malinconico sermone contro mistici e manichei i quali chiedevano qualcosa di elementare, ossia che a Tuvixeddu si vedesse Tuvixeddu e non il progetto sfrontato degli architetti Masoero & De Carlo. I mistici e i manichei chiedevano il rispetto dei luoghi. Domandavano che un’area cimiteriale unica al mondo mantenesse il suo spirito e il suo aspetto. Il progetto del Parco era un “dono” dell’impresa al Comune di Cagliari. Ma il dono consisteva nel progetto e non nella sua realizzazione. Così le fioriere che intercettano tombe – approvate dalla Sovrintendenza archeologica che stilò perfino un appello entusiasta a favore del progetto – le strade raddoppiate e gli orpelli raccapriccianti del parco hanno avuto un costo, sulle spalle pubbliche, di milioni di euro. Oggi per quelle fioriere e per la realizzazione del Parco archeologico c’è un processo in corso. Giudici e pubblici ministeri manichei? Colpisce la spaccatura tra l’impressione delle migliaia di visitatori di domenica, scossi dalla volgarità del parco e la visione compromissoria del Presidente della Commissione urbanistica. La posizione minoritaria di quest’ultimo diverge anche da quella del Sindaco, il quale dev’essere un mistico manicheo anche lui, come noi, se ha dichiarato che la necropoli non può divenire un qualunque parco urbano. I visitatori si sono stupefatti per le colossali fioriere mesopotamiche sopra le tombe, per il grossolano snaturamento dei luoghi, per la pacchiana affettazione del tutto. Insomma chi ha visto Tuvixeddu ha capito che i progettisti hanno scandalosamente disegnato il parco in modo da armonizzarlo con le future palazzine mai costruite. Le tombe considerate, si vede, un ornamento del progetto. La pretesa arrogante di voler adeguare la necropoli al Parco e non il Parco alla necropoli. Boria e superbia trasudano da quel progetto di cui ci vergogniamo come abitanti della città che riceve da quest’opera un irrimediabile danno di sostanza e di immagine. Chi volesse farsi un’idea di progetto ideale per un sito sacro dovrebbe visitare l’area fatata di Montessu. Là, Enrico Atzeni, allievo di Giovanni Lilliu, e i suoi frugali progettisti hanno mostrato quale rispetto si debba ai luoghi dove si manifesta il soprannaturale. Là non si vede il progetto, c’è qualche sentiero e scalino di pietra con i passamano di legno, tocchi leggeri e spesso invisibili. Così Montessu si visita conservando l’impressione di luogo consacrato, di intatto e di meraviglia per il sovrumano espresso da quel luogo. E a Tuvixeddu? Be’, a Tuvixeddu si soffre alla vista delle cupe torri dette “I fenicotteri”, dello squallido retro dei palazzacci di viale Sant’Avendrace, delle tozze fioriere assire, delle costruzioni sbilenche dentro il parco, dello scheletro di biglietteria di cemento armato, degli impianti di urbanizzazione che hanno devastato grandi aree del colle. Un groviglio di brutture. Poi, smarrite e confuse, si vedono le sepolture e la scabra bellezza dei luoghi. I mistici e manichei devono essere, per fortuna, numerosi in questa città se in tanti si sono turbati e perfino indignati per l’impressione di giardinetto di Milano 2 che oggi si ricava da Tuvixeddu. Forse la città prende coscienza di sé, della necessità di un grande disegno che ruoti intorno alla necessità del “non fare” e del “fare” solo quello che è necessario ai nostri bisogni reali.
da ArcheoloGGia NuraGGica, 27 marzo 2012
TUVIXEDDU: LA MARCIA DEI DIECIMILA. (Gabriele Ainis): http://exxworks.wordpress.com/2012/03/27/tuvixeddu-la-marcia-dei-diecimila/
da La Nuova Sardegna, 11 aprile 2012
Il lodo Tuvixeddu all’esame dei giudici. Il 24 aprile la Corte d’Appello civile di Roma tratterà la complessa vicenda dei risarcimenti. (Mauro Lissia)
CAGLIARI. La controversia sui presunti danni subìti da Nuova Iniziative Coimpresa per lo stop imposto dalla Regione all’intervento immobiliare su Tuvixeddu potrebbe essere a una svolta: il 24 aprile la Corte d’Appello civile di Roma tratterà in udienza i ricorsi contro il lodo parziale emesso dal collegio arbitrale il 22 giugno dell’anno scorso, in base al quale è stata incaricata la Deloitte di valutare la fondatezza delle istanze del gruppo Cualbu e l’ammontare di un eventuale risarcimento. I giudici della capitale hanno deciso di unificare i ricorsi presentati dall’amministrazione regionale attraverso il proprio ufficio legale e dall’ex governatore Renato Soru con l’ex assessore all’urbanistica Gianvalerio Sanna, patrocinati dall’avvocato Giampiero Contu: entrambi chiedono la sospensione del lodo. Si andrà avanti quindi su un solo canale di giudizio, che finirà certamente col pesare sulle prossime decisioni del collegio arbitrale. Giudice relatore è stato nominato Anna Chiara Giammusso, cui spetta un compito tutt’altro che facile. La vicenda è difatti molto complessa, perché da un lato il costruttore reclama un risarcimento per il mancato guadagno sulla vendita di edifici che non ha potuto neppure realizzare, dall’altro la Regione e gli ex amministratori regionali mettono sul tavolo la sentenza emessa dal Consiglio di Stato ad aprile dell’anno scorso, una decisione che ha confermato come i vincoli per notevole interesse pubblico imposti dall’amministrazione Soru, calibrati sul piano paesaggistico regionale, fossero giustificati dai nuovi ritrovamenti archeologici e dalle norme di tutela entrate in vigore successivamente all’accordo di programma del 2000 con il Codice Urbani. Il collegio arbitrale composto dall’ex magistrato Gianni Olla, dal docente romano Nicolò Lipari dell’università la Sapienza e dal presidente emerito della Corte Costituzionale Franco Bilé dovrà decidere quale sia l’interesse prevalente, per quanto il Consiglio di Stato nell’ormai celebre sentenza sul caso Cala Giunco, abbia chiarito come la difesa del paesaggio vada oltre qualsiasi interesse privato, compreso lo sviluppo del turismo. Nuova Iniziative Coimpresa – patrocinata dall’avvocato Pietro Corda – ha chiesto alla Regione un risarcimento complessivo di 72 milioni di euro, sul quale gli arbitri dovranno pronunciarsi. L’intervento nel giudizio di Soru e Sanna è legato al rischio che l’amministrazione regionale, se dovesse soccombere e fosse quindi costretta a pagare, si possa rivalere sui responsabili della decisione al centro del giudizio: l’imposizione dei vincoli sul colle punico. Nessun rischio invece per l’amministrazione comunale, che nella lunga teoria di cause davanti al Tar e al Consiglio di Stato è rimasta sempre saldamente al fianco del gruppo Cualbu. Il Comune ha lasciato il campo soltanto con l’ingresso in municipio di Massimo Zedda: all’udienza davanti al Tar sul vincolo imposto dalla Sovrintendenza all’area del canyon i legali del Comune hanno manifestato il proprio disinteresse alla causa, ufficializzando la presa di distanze della giunta dalla querelle su Tuvixeddu.